“Blue Lou” Marini

Rimini, venerdì 24 agosto 2018 ore 16.30, abbraccio nuovamente dopo alcuni anni “Blue Lou” Marini in un angolo incasinatissimo dell’area “Piscine Est” della Fiera dove si sta predisponendo il palco per il concerto delle 22.30 dove suonerà la BLUES4PEOPLE (vedi art. maggio 2017 su MUSIC – BetaPress.it) with “Blue Lou”.

Avendo ahimè perso le due uniche date italiane del 2018 del Tour mondiale di promozione dell’ultimo disco dal titolo “The Last Shade of Blue before Black” della ORIGINAL BLUES BROTHERS BAND (Francavilla al Mare il 01 agosto e Grado il 03 agosto), non mi sono fatto sfuggire l’opportunità, grazie all’amico Carlo “Joliet Jake” Fumagalli, di incontrare Lou e di porgli qualche domanda. E’ passato un po’ di tempo dall’ultima volta in cui assieme a “Blue Lou” ci siamo bevuti un paio di birre (forse più di un paio!) ma sembra passato solamente un giorno. Ho sempre ammirato la sua cordialità e disponibilità che ha palesato anche in quest’occasione, si pensi che terminata l’intervista ha preso il suo inseparabile sax ed ha fatto un pezzo per pochi intimi… grande!

Si è parlato di amicizia, di bellezza, di musica, quella con la “M” maiuscola e si è parlato anche di Alan “Mr. Fabuolus” Rubin, di Aretha Franklin e di Matt “Guitar” Murphy, suoi amici cari che non ci sono più. Infine una nota: in calce all’intervista ho voluto elencare i membri della ORIGINAL BLUES BROTHERS BAND ed ho voluto proporre ai lettori di MUSIC il video delle “session” di registrazione dell’album “The Last Shade of Blue before Black”.

PERTH: Ciao Lou, innanzitutto ti ringrazio del tempo che mi hai voluto dedicare. Parto da una curiosità: mi colpisce l’amicizia che hai con Carlo e la B4P, che ci ha regalato esibizioni fantastiche come il concerto all’interno del carcere di massima sicurezza di Padova circa 10 anni or sono. (Idea fantastica che mi piacerebbe organizzare di nuovo… stay tuned! N.d.a.).

LOU: Carlo e i ragazzi sono stati per me una vera scoperta. Attorno alla musica e ad un progetto musicale è nata la nostra amicizia e quando posso rispondo sempre agli inviti dei loro concerti… evidentemente condividendo il palco con loro (ride).

PERTH: In “The Last Shade of Blue before Black”, l’ultimo album della ORIGINAL BLUES BROTHERS BAND, hai voluto fare le cose in grande con i tuoi amici di sempre, ho visto che ci sono Steve (Cropper), Tom (Malone), Eric (Udel), John (Tropea)…

LOU: La band è molto armoniosa, ci intendiamo alla grande (“The Last Shade of Blue before Black” è un disco interamente suonato dal vivo in studio, impensabile oggi per la maggior parte degli odierni musicisti e sedicenti artisti! N.d.a.), quel che abbiamo voluto fare è stato onorare la nostra eredità e ritovare le persone che hanno amato la storia dei BLUES BROTHERS per cui assieme a Steve, a Matt e a Tom abbiamo coinvolto molti musicisti che sono stati entusiasti del progetto. Abbiamo suonato il disco live una prima volta e poi una seconda volta… è stata così perfetta la prima che abbiamo deciso di tenerla e di mandarla subito al mixaggio e masterizzazione.

PERTH: Ho visto che Matt ha suonato nel disco, ora non c’è più (Matt “Guitar” Murphy, mancato all’età di 88 anni il 15 giugno scorso; n.d.a.) chi era Matt per te?

LOU: Unico! Due cose amo e ho amato di lui: non ha mai smesso di suonare, di allenarsi, ad esempio in aeroporto mentre aspettavamo i voli, lui, che aveva sempre con sè la chitarra, la estraeva dalla custodia e tranquillo iniziava a suonare… provava di continuo! La seconda cosa che amo di lui è che è sempre stato “open minded”, di larghissime vedute sia per quanto riguarda la musica sia umanamente. Mi proponeva spesso diversi tipi di musica, ad esempio mi ha fatto conoscere ed apprezzare la musica scozzese. Io sono molto molto aperto a conoscere e sperimentare, ma lui cento volte di più! Era anche una persona difficile a volte, ma unico!

PERTH: Dai Social vedo che siete molto impegnati a livello globale con la turnèe di promozione del disco, avete suoato negli Stati Uniti, in Europa, negli ex paesi sovietici, in Russia etc… Carlo si era offerto di portarmi al Sun&Sounds Festival di Grado a vedervi in una delle due date italiane ma purtroppo non ce l’ho fatta a venire. So che avete un grande seguito qui da noi, come reagisce il pubblico italiano ai vostri show?

LOU: Gli italiani e gli spagnoli sono grandi fans della BBBand abbiamo avuto sempre grande consenso e grandi ovazioni in tutte le città che abbiamo toccato nei 30 anni di attività. Il tour di promozione dell’album “The Last Shade of Blue before Black” ha toccato paesi come Lituania e Moldavia dove non eravamo mai stati prima e anche lì c’è stata una reazione molto importante da parte del pubblico.

PERTH: Nel disco ci sono delle sonorità che rimandano a mio avviso agli arrangiamenti di “O Soul Mio” (progetto musicale della B4P interamente arrangiato da “Blue Lou”, una miscela di rhythm & blues, swing e rock’n’roll che incontra classici motivi della tradizione italiana come “O’ sole mio”, “Ciuri ciuri”, “O mia bela Madunina”, “Tanto pe’ canta”, “Tammuriata nera” ed altre ancora. N.d.a.), ci parli di quell’esperienza?

LOU: Sì è vero, alcune sonorità richiamano il “progetto italiano”. Quel disco è un gran disco classico ed ha il potere di suscitare in me forti emozioni ancor oggi. All’interno della scaletta di stasera ho voluto che ci fossero cinque pezzi di “O Soul mio”. Quando registrammo il disco, oramai più di 10 anni fa, ricordo che John (Tropea, chitarra in tutto il disco; n.d.a.) mi propose un assolo in “O mia bela madunina” e mi chiese se poteva andare e cosa ne pensassi, non riuscivo a rispondergli perché ero commosso ed avevo un groppo alla gola. Gran disco.

PERTH: Conosco Carlo e la B4P da più di vent’anni e sono ancora tra i pochissimi in Italia a portare in giro il “verbo” del Soul&Blues. Ricordo la famosa frase di Elwood nel film “Blues Brothers 2000”: “Mollate se volete, ma ricordatevi una cosa: mollare ora significa fuggire dal vostro talento, dalla vostra arte, dalla vostra vocazione e lasciare alle generazioni che verranno il vuoto di una musica tecno rimanipolata al computer, ritmi ormai sintetizzati, canzoni che inneggiano alla violenza e gangsta-rap, pop, spazzatura sdolcinata, slavata e smancerosa”, cosa ne pensi oggi a distanza di quasi vent’anni? Cosa pensi dell’attuale produzione musicale?

LOU: (Ridendo) …devo riguardarmi il film perché questo passaggio lo ricordo poco, quel che posso dire è sì, penso che la musica oggi non riesca più ad aprire il cuore, soprattutto dei più giovani, alla bellezza. Oggi in Hotel ero in piscina con mia moglie ed ascoltavo la musica che suonavano: una cosa orribile! Le canzoni di oggi sembrano tutte uguali, non riesci a distinguere un cantante da un altro. Quando ascolto i testi di queste canzoni sento solo parolacce e distruttività ed il massimo espressivo di questi finti artisti sarebbe parlare di “shit”? La musica ti deve elevare! Per questo scelgo accuratamente ciò che desidero ascoltare! Quando vado nei rari negozi di dischi rimasti (a NYC; n.d.a.) sono bombardato da molta musica che viene prodotta in quantità industriale ed ha come unico scopo quello di manipolarti. Non siamo più abituati ad accompagnare i giovani nell’ascolto dell’arte vera che apre la mente ed il cuore al bello! Se un giovane sapesse con quale violenza la macchina pubblicitaria delle “discografiche” manipola le coscienze… tornerebbe al Blues!

PERTH: Grazie Lou, ci vediamo al Concerto questa sera!

 

THE ORIGINAL BLUES BROTHERS BAND ARE:

Steve “The Colonel” Cropper – guitar

John “Smokin’ John” Tropea – guitar

Eric “The Red” Udel – bass

Lee “Funkytime” Finkelstein – drums

Leon “The Lion” Pendarvis – organ

Rusty “Cloudmeister” Cloud – clavinet, Wurlitzer, piano and organ

Steve “Catfish” Howard – trumpet

Larry “Trombonious” Farrell – trombone

Lou “Blue Lou” Marini – saxophones

Bobby “Sweet Soul” Harden – vocals

Tommy “Pipes” McDonnell – vocals and harmonica

Rob “The Honeydripper” Paparozz – vocals and harmonica

Eddie Floyd

Joe Louis Walker

Matt “Guitar” Murphy

Paul “The Shiv” Shaffer

Dr. John “The Nite” Tripper

Tom “Bones Malone” Malone

 

 

[youtube https://www.youtube.com/watch?v=jScaYR_RmYs&w=640&h=360]

 

Perth




Da poliziotto a Coach, il bisogno di difendere l’anima.

Per un curioso caso del destino, mi “tocca” fare un comunicato stampa su Max Gentile, autore del libro “LIBERO DI RINASCERE “ edito dalla C.C. Editore.

Inizio a navigare sul web, m’imbatto nella sua biografia, nato a Genova l’8 giugno 1971. Esordio lavorativo nella Polizia, figlio e nipote d’arte, mi dirà poi in un’intervista.

Dopo 13 anni d’impegno sociale e lavorativo nella polizia, prima virata esistenziale: Max lascia la divisa ed entra nel mercato della telefonia e del network. Ma, soprattutto, Max inizia a ricercare in modo consapevole la sua strada, incomincia a leggere ed a studiare in modo appassionato, mette le basi di quello che poi diventerà il suo destino.

Anni di travaglio personale e lavorativo, in cui Max, senza saperlo, si ritiene, lui, per primo, libero di rinascere. Cambia lavoro, cambia residenza ed inaugura un nuovo corso di vita.

Nel 2003 inizia la collaborazione con H.D.R., la società di formazione di Roberto Re, dove Max riveste il Ruolo di Personal Coach, Trainer e Direttore a Verona, Venezia e Genova. Un’ esperienza maturata sul campo, che si converte in una sfolgorante carriera, con un record, non ancora battuto, di risultati ottenuti nel duplice ruolo di venditore e di formatore.

”Ho formato numerose risorse di diverse realtà aziendali tra le quali Tecnocasa, Remax, Fondocasa, Banca Mediolanum, Banca Fineco, Amway, Herbalife, Wind, Vodafone, Eni, Tam Tam Comunicazione, Crystal Nails, Le Grandi Firme della Bellezza, Epilzero, Ansaldo, Jean Louis David, Evos, Class, lavorando non solo con i commerciali e manager, ma in alcuni casi direttamente con il numero uno o con chi ha un ruolo dirigenziale; Inoltre ho allenato la mente e la comunicazione di liberi professionisti, agenti e sportivi sia in campo professionale che personale.”

Ma tutto questo, a Max, non basta… Anche se la gratitudine nei confronti di Roberto, suo maestro nel campo della formazione, resta grandissima, (Max riconosce infatti che nei 9 anni di collaborazione con Roberto Re ha ricevuto una fonte incredibile d’ ispirazione per l’Orientamento al Risultato e la Leadership), nel 2012, altro colpo di scena: l’allievo esce dal cono d’ombra del maestro ed inizia a brillare di luce propria.

Max si mette in proprio e definisce la sua storia di formatore contro corrente.

Da vero autodidatta, con un curriculum di competenze, più che di conoscenze. “Se ti interessano i titoli o i numeri, tra i vari, il “Pezzo di Carta” più altisonante è il Master in PNL, così come le 4.000 ore di “docenza” fatte o le oltre 6.000 ore di Personal Coaching effettuate. Penso tuttavia che un titolo o un numero non crea la persona.”, così si presenta sul suo blog, Max inizia a condividere riflessioni, esperienze, risultati e soluzioni con un pubblico eterogeneo, fedele ed appassionato che lo segue dovunque, non solo in giro per tutta l’Italia, ma sia in presenza che on-line.

La sua originaria missione sociale di mettersi al servizio degli altri, riemerge con una forza propulsiva nei suoi corsi, convegni e seminari.

L’antico poliziotto, diventato ora un coach d’alto livello, usa l’arma più potente, la forza della mente. Attenzione! Non la forza della sua mente, per manipolare le coscienze o plagiare i suoi seguaci. Ma la forza della nostra mente per intraprendere un percorso di consapevolezza, affinché ognuno di noi possa riconoscere il proprio valore unico ed irripetibile.

” Mi è sempre piaciuto sin da piccolo evolvere ed aiutare gli altri a fare altrettanto in 3 campi in particolare:

  • Realizzazione Personale
  • Realizzazione Emozionale
  • Realizzazione Spirituale”

Questo dice di sé nel suo blog.

Ma non è quello che dice, ma quello che fa, che crea la differenza.

Prima di tutto perché non insegna quello che sa, ma trasmette quello che vive. Chi lo segue da parecchi anni, sa bene che, con un’enorme coerenza di vita umana e di credibilità professionale, Max applica su sé stesso la regola del RADICARSI ED AMARSI. Lui per primo, ha scavato dentro di sé, per trovare la propria identità, per difendere la propria integrità, per creare e prendere la propria direzione esistenziale.

Poliziotto o allenatore, Max crede che il vero successo è amare sé stessi e mettersi al servizio degli altri.

Così, nel suo libro e nelle sue lezioni, ci insegna a smetterla di dare la colpa agli altri, a liberarci dalle paure, ad eliminare dalla vita i vampiri d’energia, a scollarci di dosso la “rimandite”. Ci invita a riflettere sul rischio più grande, che non é quello di morire, ma quello di non vivere, o meglio di vivere al di sotto delle proprie possibilità.

Quattro grandi paure, la paura della libertà, dell’abbandono, del giudizio, dell’approvazione ci bloccano e rappresentano una gabbia, da cui Max c’insegna ad uscire, per poi affrontare la paura più grande che non è il fallimento, ma il SUCCESSO. Sì, Max Gentile, ci porta sull’orlo della sfida più coraggiosa, quella di riuscire a dare il meglio di sé, di esprimere tutto quel potenziale che abbiamo dentro e che, paradossalmente, all’inizio temiamo.

Ci invita a riflettere su che cosa di negativo potrebbe succederci se finalmente realizzassimo i nostri sogni, su che significati ha per ognuno di noi il successo, non quello degli altri, ma il nostro successo.  Perché la paura più grande, per ognuno di noi, è quella di cambiare la nostra identità di basso livello con una più viva, vera, piena, vincente.

In un rovesciamento prospettico della formazione tradizionale, Max si oppone alla filosofia del raggiungimento degli obiettivi, liberandoci dall’ansia della prestazione. Anziché focalizzarci sul raggiungimento del risultato, “se raggiungo questo obiettivo, valgo, se non lo raggiungo non valgo”, Max ci provoca dicendo l’esatto contrario “se valgo, raggiungo l’obiettivo, se non valgo, non lo raggiungo”.

A questo punto è evidente che il feed back dei risultati ottenuti da Max Gentile, ci propone un caleidoscopio umano incredibile, ma veritiero ed esaustivo.

Ho selezionato qualche esperienza particolarmente significativa, ma ogni testimonianza è contagiosa.

Paola Fraschini, sette volte campionessa del mondo di pattinaggio a rotelle, dl 2009 al 2016, dice di lui: “Max è una persona unica perché sa guardarti dentro. Sa farti tirare fuori la tua vera potenzialità. Grazie Max per avermi creato quella “confusione” necessaria per poter cambiare, per prendere coscienza dei miei limiti, dei miei talenti, e vedere con altri occhi la mia vita.
Raccomando a tutti di poter fare questo percorso di crescita personale con un coach d’eccellenza come Max!!! GRAZIE di cuore!”

E per chi fosse interessato a sapere com’è andata a finire, Paola ha iniziato una seconda vita in Canada come artista del Cirque du soleil, superando la paura di smettere di gareggiare…

Katia Guiotto é invece un’imprenditrice immobiliare, che testimonia il suo successo lavorativo, ma soprattutto la sua sfida esistenziale vinta, aver sconfitto un tumore. “Raggiunto il mio obiettivo lavorativo mi ero resa conto che ero triste e stavo realizzando il sogno di qualcun’ altro. […] Fin dall’inizio del percorso con Max ho iniziato ad avere i primi risultati e li vedevano anche le persone intorno a me: sorridevo, iniziavo ad uscire di casa. Tutto bello sino a quando una notizia mi ha fatto crollare. Mi avevano diagnosticato un tumore dello stesso tipo del quale era morta mia madre. Mi sono affidata ad uno specialista che mi ha seguito dal punto di vista alimentare, mentre Max mi ha seguito dal punto di vista emozionale. I medici tutt’oggi non spiegano come sia guarita”. E, come se non bastasse, “Oggi dopo 2 anni dal primo contatto con Max ho lasciato il posto fisso e con il progetto immobiliare creato con il mio compagno e socio Mark guadagno in un mese quanto prima guadagnavo in un anno”.

Micaela Gregorini, titolare dell’omonima immobiliare, ci racconta a sua volta: “Prima ero una persona negativa che attraeva persone negative: chiedevo all’esterno le mie necessità. Oggi, in ogni gesto che faccio vedo che sono un’altra persona ed il mondo esterno se ne é accorto positivamente, facendomelo notare. Sento di emanare energia positiva, mi sento completa e gli esercizi di coaching che faccio sono un nutrimento per la mia anima. Max non so cosa abbia fatto, ma è come se avessi girato una pagina della mia vita. Oggi ho raggiunto una grandissima serenità, ho acquisito l’amore per la natura, ho imparato a dire di no, ho delle forme di altruismo che non possedevo e ho riscoperto l’amore per me stessa che mi ha permesso di comprendere dove sto andando. […] Tutto questo mi sta dando dei grandi risultati a livello lavorativo. Basti pensare che nell’ultimo mese e mezzo ho venduto 7 immobili in contesto locale di alto livello. Max è un uomo e non un extraterrestre: è nato per dare amore agli altri ed è una persona di grande sensibilità. Vorrebbe che tutti stessero bene e con chi vuole ci riesce molto bene”.

Claudio Zuin, titolare Airchip, dice di lui “Ogni volta che torno a casa dopo un suo corso mi porto qualcosa di prezioso. Max con poche parole ti mette a tuo agio, ti fa rilassare ed entri in sintonia con lui.

Rispetto ad altri formatori non ti dà solo nozioni o motivazione della quale ti dimentichi dopo pochi giorni che sei tornato a casa, ma ti permette di entrare in sintonia con te stesso. Ho imparato tante cose, ma quella che mi ha colpito di più è l’Essenza, la cosa più bella che abbiamo dentro di noi. Ho un intuito, ho delle potenzialità che sfruttavo solo per gioco, ma grazie a questo percorso ho imparato a sfruttarle anche in altri campi.

Quando scopri risorse che non sapevi di avere è difficile tornare nel limbo precedente. Cominci ad usarle tutti i giorni e la vita migliora.”

Sinceramente, potrei continuare con altre testimonianze di persone che hanno trovato pace e libertà, direzione di vita ed armonia interiore, ma per questo basta accedere al suo blog, alla sezione “cosa dicono di me”.

Voglio invece condividere con voi un aneddoto, che lo stesso Max Gentile mi ha raccontato. Maria Rita Parsi, famosissima psicologa era seduta tra il pubblico in un corso di 700 persone. Max Gentile stava presentando il suo libro e sperava tanto in un autografo della nota psicologa. Più parlava e più la psicologa prendeva appunti.

“Dentro di me ho pensato, chissà quante castronerie sto sparando…”, alla fine del corso, Maria Rita Parsi è venuta verso di me e mi ha chiesto: ”Che cosa posso fare io per lei?”. Mi si è gelato il sangue. ”Qui c’è qualcosa che non torna!…” , mi sono detto, ma ho avuto la prontezza di riflessi di chiederle “ Mi potrebbe scrivere la prefazione del libro?”.

Beh, andate a leggere cosa scrive di lui la Parsi, e, già che ci siete, concedetevi la libertà di rinascere…

Antonella Ferrari