Lo Sport libero libera lo Sport

Era il 2009, quando i giornali, alcuni dei quali con quel gusto singolare che vede il successo come un male da combattere, titolavano “Briatore radiato dalla F1”.

Per spiegarne il motivo bisogna tornare al 2008, al GP di Singapore, quando un giovane pilota Nelson Piquet Jr., figlio del grande Nelson Piquet finiva contro un muro in quello che lui sosterrà essere un incidente simulato per eseguire un ordine di scuderia arrivato direttamente dal Team Principal della Renault Flavio Briatore, volto a favorire la vittoria dell’altro pilota della stessa scuderia, Fernando Alonso.

Il pilota che, dopo una brillante carriera nelle formule minori, aveva preso parte a 28 GP di Formula 1, ottenendo un podio e 11 ritiri.

Aveva ottenuto 19 punti totali nel campionato 2008 e 0 dopo 10 delle 17 gare nel 2009 che gli sono valsi il licenziamento da parte della scuderia francese.

Per la cronaca un’ulteriore sentenza ha definitivamente revocato la radiazione del Sig. Briatore che ora è perfettamente abilitato per tornare alla guida di un team di F1 anche se, nei successivi otto anni non è mai tornato in pista ma chissà cosa ci riserverà il futuro.

La Formula 1 è ora controllata dalla Liberty Media, una società americana, sicuramente di grande successo in tanti ambiti ma che, per quanto riguarda la massima competizione automobilistica, di certo non ha le idee molto chiare.

Analizziamo due decisioni che, per fare un complimento, definirei non brillanti: la prima trova un esempio lampante in quello che è successo al GP di Monza 2018 dove oltre alla indubbia straordinaria prestazione agonistica di Lewis Hamilton che è andato a vincere la gara dimostrando grandissima abilità, tenacia e determinazione, ha riguardato proprio gli ordini di scuderia.

Andiamo con ordine; il GP, dopo una fase abbastanza movimentata in partenza, vedeva il ferrarista Kimi Raikkonen in testa seguito da l’inglese Hamilton su Mercedes e davanti a loro, ma con un pin stop in meno, c’era il compagno di squadra dell’inglese, Valteri Bottas. Bottas in quel momento ha ricevuto un “team radio” da parte del suo box dove gli hanno detto esplicitamente di rallentare Raikkonen per facilitare il rientro di Hamilton che si era attardato per il combinato disposto di giri molto veloci di Raikkonen e due pit stop differenti; impeccabile quello della casa di Maranello e con qualche errore quello della Mercedes. Il rallentamento ha avuto successo anche perché ha anche causato un deterioramento delle gomme del pilota Ferrari che ne hanno inevitabilmente rallentato le prestazioni.

Rileggendo le prime righe verrebbe da pensare a multe e radiazioni, invece nulla di tutto ciò; tutto regolare. Senza dubbio l’interesse della squadre spesso giustamente prevale sull’interesse del singolo, ma fino a che punto si può arrivare? Che differenza c’è tra fare un incidente per rallentare tutti o frenare e rallentare un solo pilota? Posto che un incidente sia sempre e comunque pericoloso, dove è la differenza tra un caso e l’alto? Quale è il limite?

Per il modesto punto di vista di chi scrive è opportuno considerare due aspetti: innanzitutto è inevitabile che ci siano degli ordini di scuderia, anzi sono parte del gioco, si gioca in Team. Secondariamente è opportuno interrogarsi sul limite che questi possono avere e mi sembra evidente che in tutti gli sport questo debba essere il limite stesso della competizione, nel senso che si deve sempre e comunque ricercare la miglior prestazione, non esclusivamente danneggiare l’avversario.

Il caso di Raikkonen e Bottas è paragonabile ad un calciatore che si invola verso la porta e viene costantemente trattenuto dagli avversari, questo nel calcio sarebbe punito.

La punizione non è dovuta per una fantomatica giustizia divina ma semplicemente perché calerebbe lo spettacolo e snaturerebbe la disciplina. Strano che proprio una società di “media” non capisca quanto questo possa rovinare l’aspetto dello spettacolo e soprattutto il risultato incerto che è una delle discriminanti tra ciò che è sport e ciò che è semplicemente una recita.

Altra decisione, che fa sorridere, è quella di aver proibito le “ombrelline”; normalmente belle ragazze che reggevano un ombrello, da qui il nome, sopra i piloti prima della partenza. Questo giustificato con la farneticante motivazione che screditerebbe il ruolo della donna.

Ora con la stessa motivazione dovremmo vietare i bambini che accompagnano i calciatori in campo perché screditano il ruolo dei bambini. Siamo tutti al corrente della situazione politico sociale degli Stati Uniti e dei vari movimenti nati per evitare varie situazioni spiacevoli, vere o presunte, che pare abbiano visto protagoniste donne del mondo dello spettacolo e non solo, ma questo non consente in alcun modo di cambiare quella che è sempre stata una tradizione, peraltro apprezzatissima.

Cari amici di Liberty Media, leggete il vostro nome “libertà”!

Lo sport è quanto di più libero e democratico esista nella società, siate liberi davvero nelle vostre scelte e prendete esempio dal Principato di Monaco dove si sono rifiutati di applicare questa nuova norma e voi, giustamente, pur di non perdere uno spettacolo unico come il GP di Monaco, avete dovuto accettare che venisse disapplicata.

Iniziate a pensare da sportivi, ai principi dello sport, a favorire il confronto agonistico, incrementando lo spettacolo, senza fare i politicanti che rincorrono un consenso …immediato e spesso effimero.

Viva lo sport!

 




Pittoni Mario, l’esperienza al servizio dello Stato.

Mario Pittoni, conta più la forma o la sostanza?

 

Sembra il gioco delle tre carte…Prendi la carta, togli la carta…
Togli un ministro, mettine un altro…Buona scuola sì, buona scuola no…
Betapress è contro l’uso strumentale delle notizie, ed in questo caso è ancora più vile considerando la qualità dell’uomo.
La Fedeli senza il diploma e senza la laurea (quindi anche lei con poco più della terza media), il senatore con la terza media (e dove sarebbe il problema?)…
Ma basta!
Nel gioco al massacro mediatico, c’è spazio per tutti. Avanti il prossimo, basta scavare!
Qualcosa per infangare una persona e rovinare la sua immagine pubblica, lo si trova sempre!!!
Anche perché basta scrivere una parte di una avvenimento e non tutto quanto ed il gioco è fatto!!!
è abitudine infatti che quando non si riesce a distruggere professionalmente una persona la si attacca sul lato personale!
Il Senatore Pittoni ha la terza media, ma la giornalista aggiunge “si difende il senatore”, implicitamente addebitandogli una colpa che non ha!!
Anzi, Lui con la terza media ha fatto molto di più di gente con master e dottorati, occorrerebbe guardare i fatti!
Io ne ho le palle piene, e penso di essere in buona compagnia di quei milioni di Italiani che non si riconoscono più in questa parziale informazione da osteria.
Altro che libertà di stampa, qui siamo all’anarchia mediatica!!!
Comunque, torniamo a noi. Anzi, alla scuola.
Chi scrive non ha la tessera di un partito e non versa una quota sindacale, perché ha perso sul campo la fiducia nelle istituzioni e nella rappresentanza sindacale.
Però, chi scrive è figlia d’insegnanti, madre di studenti e professoressa da trentanni.
Bene, la famosa terza media del Senatore Pittoni, mi avanza e mi rimbalza.
Non mi serve sapere se nel 1965, quando sono nata io, ha ottenuto solo la licenza di terza media.
Primo, perché sfido chiunque è addetto ai lavori a confrontare i contenuti ed i programmi di quegli anni con quelli odierni, erano molto più profondi, seri e completi.
Secondo, perché gli anni della contestazione studentesca, Pittoni, li ha vissuti in prima persona.
E sa bene quanto assurdo dogmatismo accademico ci fosse da eliminare, nella prospettiva di una scuola pubblica, per tutti, nel vero senso della parola.
Terzo, perché, come figlio d’insegnanti e fratello di professore, Pittoni è nato, cresciuto, svezzato alla vita in un HUMUS culturale di tutto rispetto.
Quarto, perché anche per chi, come me, ha 15 anni in meno, il curriculum vitae si compilava a penna e non era ancora prevista l’analisi grafologica della scrittura del candidato!!!
Quinto, e qui viene il bello, MARIO PITTONI, con la sua terza media, grazie alla sua terza media, nonostante non abbia un diploma (per fortuna, dico io ), dice e propone delle cose estremamente valide per il mondo della scuola.
Gli mancano le conoscenze del percorso liceo/università? E chi se ne frega, ha quelle dell’esperienza e del lavoro svolto in questi anni (cosa che il precedente ministro non aveva per nulla, in particolare sulla scuola)!
Di competenze ne ha fino a mai!
E questo lo dicono i fatti, cioè quello che lui ha realizzato e quello che oggi propone.
Stop alla chiamata diretta dei presidi? Giusto e bene.
E’ ora di finirla con il carosello delle chiamate dirette dei presidi, supplenti che vanno e vengono per la scuola come se fossero in un hotel!! Per garantire serietà nell’attribuzione di una nomina ed un briciolo di meritocrazia, sono molto più sicure le care vecchie graduatorie degli Uffici scolastici regionali o provinciali.
Unificazione del ciclo di studi della scuola primaria e secondaria di primo grado? Praticamente, elementari e medie riunite insieme?
Si può fare, e non è tanto lontano dalla continuità didattica praticata già tra maestre e professori nella scuola dei nostri giorni.
Tanto sappiamo benissimo quanto sia importante passarsi le informazioni e lavorare con una didattica personalizzata che trascende gli ordini di scuola.
Figura di un professore prevalente? Che sia la volta buona!
E’ ora di finirla con il cancan degli insegnanti curricolari, di sostegno, di potenziamento, quando servono specialisti come mediatori culturali, psicologi ed assistenti sociali. Nella scuola di adesso, ci sono un sacco di professori che devono fare di tutto e di più, tranne che insegnare.
Concorsi regionali e docenti allineati con il territorio?
EWWIWA!!! Forse, qualcuno l’ha capita!
E’ ora di piantarla con il carosello dei prof che, in cerca di lavoro, s’iscrivono nelle graduatorie di altre regioni, vengono nominati, prendono servizio, si mettono in malattia, spariscono, non si mettono in malattia, soffrono di burnout perché fanno una vita d’inferno, lontano da casa e da famiglia…
E’ questa la continuità didattica?
E’ questa l’attenzione alla persona, docente o studente che esso sia, che uno stato sociale riserva ai suoi cittadini?!?
Ripristino del valore sociale delle bocciature? Sìììììì!
Ma almeno, finalmente, si potesse ragionare sul valore della bocciatura! Nella scuola dei nostri giorni è fatto DIVIETO BOCCIARE.
Pena la persecuzione genitoriale e l’ostracismo collegiale. Se un prof propone la bocciatura, viene tacciato come lo sfigato di turno che non sa tenere la classe, e fuori scuola, lo aspettano i genitori per dargli una bella lezione!
Se poi sopravvivi alle botte, ti trasferiscono d’ufficio per il tuo bene, mentre l’alunno violento e la famiglia compiacente restano al loro posto!
Abolizione delle classi pollaio? Pienamente d’accordo.
Lasciamo stare le norme di sicurezza, provate voi a stare in una classe di quasi 30 alunni con oltretutto due o tre o quattro galli, o meglio, capi branco!
Intensificare le ore di ginnastica? Benissimo, così finalmente applichiamo la regola di MENS SANA IN CORPORE SANO, tanta cara agli antichi.

 

A proposito, Seneca, Eraclito, Sofocle, Platone erano laureati?

Antonella Ferrari

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

e giusto per dimostrare che un pezzo di carta non fa un uomo:

 

Bill Gates, Enrico Mentana, Piero Angela, Coco Chanel, Henry Ford, Simon Cowell, Mary Kay Ash, Richard Branson, Barry Diller, Debbie Fields, Steve Jobs, Milton Hershey, Rachel Ray, Ty Warner, Frank LLoyd Wright, Ralph Lauren, Jim Carrey, Philip Green, James Cameron, Ingvar Kamprad, Roberto Begnini, Dario Fo, Eugenio Montale, Michael Dell, Mark Zuckerberg, David Karp, Walt Disney, Richard Grasso, Johnny Depp, Drew Barrimore, Hilary Swank, Leonardo di Caprio, Nicole Kidman, Michelle Hunziker, Alan Sugar, John Caldwell,  Albert Frere…

 

Chiedetevi questi personaggi che pezzo di carta hanno e fate le vostre riflessioni!

 

 

 

CI PREGIAMO PUBBLICARE UNA NOTA DEL SENATORE MARIO PITTONI CHE RIPORTIAMO INTEGRALMENTE E CHE CONDIVIDIAMO IN PIENO (N.d.R.)

Non ho mai smesso di studiare. E’ una passione. I “polverosi libri” sono un’invenzione della giornalista. Non a caso, dopo quasi undici anni che praticamente vivo al ministero dell’Istruzione, mi viene riconosciuto di conoscere la macchina ministeriale come pochi. La mia attività risulta essere più che apprezzata dagli addetti ai lavori. Non ultimo il disegno di legge per l’abolizione della chiamata diretta, che la settimana scorsa ha raccolto giudizi decisamente lusinghieri della stampa specializzata. Forse è questo che rode al Pd! Con mamma e fratello insegnanti, sono praticamente cresciuto a pane e scuola, e i miei cinque anni di medie superiori li ho fatti, anche se in due scuole diverse. La sfida sul diploma è legata al periodo, che era di contestazione globale. Ridicolo da parte de “L’Espresso” presentare come curriculum una noticina buttata lì in 3 minuti su richiesta dell’impiegata comunale.

Sen. Mario Pittoni

 

Scheda Sen. MARIO PITTONI, presidente Commissione Cultura del Senato

In Senato già nella XVI legislatura, Mario Pittoni si è distinto per il 99,66% di presenze ai lavori (primo assoluto tra i parlamentari del Carroccio di Camera e Senato) e per i risultati. Portano principalmente la sua firma l’avvio della conversione della cosiddetta spesa “storica” per l’Università in “virtuosa” (a regime, il fondo sarà assegnato con criteri per il 70% oggettivi – costi standard – e per il 30% premiali) e, per la scuola, il progetto di riforma dei meccanismi di reclutamento dei docenti su base regionale salvaguardando la libertà di scelta. Pittoni in Parlamento è stato capogruppo in commissione Cultura occupandosi di istruzione, ricerca e beni culturali, coprendo lo stesso incarico anche per le Politiche dell’Unione Europea e nella commissione straordinaria Controllo dei prezzi e della trasparenza dei mercati.

E’ stato pure membro della Commissione di Vigilanza Rai e del Gruppo di collaborazione Senato-Unesco. Attualmente, oltre che presidente della commissione Cultura del Senato, è responsabile federale Istruzione del Carroccio e presidente della Lega FVG.

 

https://betapress.it/index.php/2018/06/21/mario-pittoni-presidente-della-commissione-istruzione-al-senato/




Insieme per Aiutare, una sessione di coaching per aiutare chi è vittima della violenza.

Accademia Summit Festival è il titolo dell’incredibile evento svoltosi a Milano, lo scorso weekend, presso l’hotel Michelangelo.
Undici speakers di prestigio nazionale ed internazionale, si sono alternati sul palco, interagendo con il pubblico, per uno stimolante ed appassionato confronto dialogico sulla formazione professionale e sulla motivazione personale.
Hanno lavorato completamente GRATIS.
Sì, avete capito bene! COMPLETAMENTE GRATIS.
Contagiati dall’impegno sociale della madrina dell’evento, PAOLA GRASSI, i migliori specialisti dell’Accademia Italiana di Coaching integrato, hanno concretamente dedicato il loro tempo, e condiviso la loro professionalità, per migliorare la qualità della vita delle persone.
Soprattutto, degli anelli deboli di una società malata, dove una donna su tre, ha subito o subirà violenza.
Accademia Summit Festival è stata un’esperienza unica!
Noi di betapress, c’eravamo, ed abbiamo verificato, di persona, quanta calorosa umanità, competente professionalità e generosa umiltà hanno creato una sinergia tra i fortunati partecipanti.
Pensato come evento annuale di crescita e ben-essere, con temi diversi ogni anno, il summit si è qualificato come EVENTO NO-PROFIT, per aiutare, concretamente, il miglioramento della vita degli altri.
Il ricavato è stato infatti, interamente devoluto, per finanziare progetti e associazioni in linea con il tema scelto quest’anno, INSIEME PER DIRE STOP ALLA VIOLENZA.
Le due associazioni finanziate sono state Me.dea, un’associazione di promozione sociale di contrasto alla violenza sulle donne, ( Lo scopo principale di Me.dea è la rimozione di ogni forma di violenza psicologica, fisica, sessuale, economica e stalking alle donne, all’interno e fuori dalla famiglia), e l’Associazione White Dove Progetto Educazione che si occupa invece dei temi della paternità e del recupero del soggetto violento maschile.
Perché, vincere la violenza sulla donna, significa anche prevenire, riconoscere e gestire il disagio di quell’uomo su tre che, la violenza, la agisce.
PAOLA GRASSI, organizzatrice dell’evento, ha aperto i lavori, sabato 8 mattina, ringraziando tutti i partecipanti, numerosi e provenienti da tutta Italia, per il loro essere sostenitori diretti ed indiretti del benessere personale e collettivo.
La parola è subito passata a WALTER J. KLINKON che con il suo “Impara a stupire”, ha svelato il segreto della magia come stile di vita.
Il credere in sé stessi effettua infatti uno stupore gravitazionale sulle persone che ci circondano, una sorta di alone magico che attira adesione e partecipazione.
“Basta crederci, ma fate qualcosa entro stasera”, dunque sogno agito, subito.
CHIARA CECUTTI ha invece parlato dell’intelligenza emotiva e del potere femminile.
Per potenziare la nostra autostima, per elaborare le convinzioni limitanti che abbiamo ereditato, per superare gli stereotipi di genere presenti nella nostra cultura, ma anche per uscire dalla nostra zona confort, per agire senza più rimandare, abbiamo a disposizione l’intelligenza emotiva.
Una capacità fondamentale su cui puntare per favorire l’auto realizzazione, il benessere personale e professionale, una strategia di forza al femminile Inizio modulo, da conoscere ed incrementare ogni giorno della nostra vita.” Lanciarsi con un paracadute nella vita che da sempre vorresti, inseguire i sogni, ma con la testa”, il suo invito.
BARBARA SUIGO ha viceversa trattato il tema autobiografico del potere terapeutico delle parole per guarire: “Avevo venticinque anni quando ho fatto un lungo viaggio di malattia, quando i libri di auto- aiuto erano una chimera o, forse, nemmeno esistevano. Ho scoperto, grazie a questa incredibile esperienza, che esiste una “scatola degli attrezzi” che sta dentro ognuno di noi […] E può fare cose che nemmeno si immagina.”
Le sfide ti rendono una persona meravigliosa. Risvegliatasi dal coma, in preda a dolori devastanti, ha accettato quanto successo, visto l’opportunità anziché il problema, applicato il perdono verso il suo investitore…
Noi siamo ciò che pensiamo. E fissare una data di scadenza alla sofferenza, aiuta a guarire. Lei ne è una prova tangibile.
SIMONA MURATORI ha spostato invece l’attenzione del pubblico sulle tre fasi della vita della donna: la fanciulla, la madre, la saggia.
Ogni età è caratterizzata da cambiamenti fisici, ormonali e psicologici, ma anche ogni età ha le sue risorse.
Occorre dunque trovare il proprio equilibrio interiore per risvegliare le potenzialità di ogni fase evolutiva, liberandoci da condizionamenti esterni ed interni limitanti.” Il nostro successo non toglie niente a nessuno” e, da madre arcobaleno, insegna la felicità a suo figlio, vivendola in prima persona.
ESTER PATICIA CERESA con il suo “Magnetismo femminile e principio bipolare universale” ha poi trascinato il pubblico alle origini della dualità. Il suo intervento è stato un’esplorazione tra tradizioni e discipline sia antiche che moderne alla ricerca della simbologia del femminino.
La nostra personalità è un tentativo di organizzare il caos che sentiamo dentro e fuori di noi. E la vita è “un tour de FORSE”, perché tutto quello che pensiamo di essere, non siamo.
C’è molto di più!
ELISA SCAGNETTI con il suo “Indossa il tuo obiettivo” ha infine spostato l’attenzione dei presenti sul Feng Shui Fashion Styling che si occupa di comprendere e analizzare il rapporto tra l’uomo e ciò che indossa e intervenire su di esso allo scopo di accrescere il benessere psicofisico dell’individuo.
L’uomo è influenzato e influenzabile da ciò che lo circonda, quindi anche dai suoi abiti. L’influenza che ne deriva non dipende dal gusto personale o dal giudizio estetico, bensì dalla reazione istintiva che ha il nostro inconscio.
Quello che si indossa va a lavorare in modo “sottile” e impercettibile sul nostro inconscio influenzando il nostro stato d’animo.
E’ quindi importante vestire capi che risuonino con chi siamo e con ciò che desideriamo realizzare.
Dulcis in fundo, al termine del primo giorno, 20 presenti hanno partecipato a dei laboratori gratuiti di approfondimento, in cui hanno subito messo in pratica le nuove capacità acquisite, sperimentando il vantaggio delle nuove competenze attivate.
Domenica 9, invece, l’evento si è aperto con l’intervento di VINCENZO D’AMATO con il suo “Leve che muovono il mondo, la motivazione”.
Le leve motivazionali sono come un iceberg. I risultati sono il 10% visibile, ma il 90% è nascosto.
Quello che non si vede, ma agisce come vera motivazione sempre più profonda, è rappresentato da comportamenti, stati d’animo, mappe mentali, credenze e valori.
Per chiunque di noi, se il valore viene modificato, con scelte personali o professionali non in linea con esso, il risultato è devastante. In tal senso, la scelta del partner può essere un disturbo o un biturbo, secondo lo scontro o l’incontro dei valori.
Freud e la teoria pulsionale sono stati necessari per spiegare al pubblico che esiste una stessa pulsione, ma con diverse emozioni, nei due sessi.
Molto interessante è stata poi l’analisi del sistema sesso/desiderio, e la differenza tra l’empatia e la compassione come motivazione alla base del nostro agire verso gli altri.
MAX GENTILE ha invece affrontato il tema della “Comunicazione consapevole”.
Parafrasando il titolo del suo libro, ha invitato i presenti ad essere LIBERI DI RINASCERE FELICEMENTE.” Se non sei Libero Emozionalmente è perché non sai Realmente Chi sei e qual è la Direzione della Tua Vita.”.
Partendo da queste parole, durante l’intervento, Max Gentile ha aiutato il pubblico a capire quali forze interiori ci permettono di raggiungere i desideri nella vita, che cosa blocca i nostri talenti, che cosa non ci permette di liberarci dallo stress.
Ogni cambiamento può essere affrontato in tre modi. Subito, cavalcato, anticipato.
Sta a noi scegliere, sapendo che” non è il passato che genera il futuro, ma è l’idea che ho del mio futuro che genera il presente.” Perché non riesci a smettere di dare da mangiare alle tue paure?” è forse la frase più provocatoria che mi è rimasta in mente. Seguendo il suo intervento, si arriva anche alla chiara consapevolezza dei condizionamenti che ci hanno bloccato fino ad ora, rubandoci energia senza che ce ne accorgessimo.
Pian piano, ascoltando Max Gentile, si esce dalla gabbia, scoprendo parte delle menzogne che la maggior parte delle persone ci hanno raccontato su come funzioniamo. “Conoscerai e potrai utilizzare anche tu l‘ingrediente magico che bambini ed imprenditori di successo usano per ottenere ciò che vogliono”, da promessa iniziale è diventata così consapevolezza finale.
NATASCIA PANE, ha poi proseguito con il suo intervento su come gestire al meglio ogni conflitto.
Nella vita privata come nella professione, il conflitto nasce da un bisogno insoddisfatto di una o di entrambe le parti. Conoscere le strategie di comunicazione non violenta, può avere ricadute positive, non solo sull’ambiente di lavoro, sulla gestione delle performance e conseguentemente sul raggiungimento dei risultati, ma, soprattutto, sulla qualità della vita.
Natascia ha portato la sua esperienza di Ambasciatrice di Pace, ed ha regalato al pubblico dei “protocolli” o azioni virtuose per vincere i conflitti. “ Nella relazione con l’altro, identifica il tuo bisogno, assicurati che la tua richiesta non venga interpretata come una pretesa, ama i tuoi errori perché sono dolori che portano alla saggezza e dai empatia a chi non è d’accordo con te, così che si senta al sicuro”.
Questi sono i suoi preziosi consigli per la gestione e la cura dei rapporti lavorativi e personali. Il suo intervento ha contagiato il pubblico, trascinandolo in una dimensione quanto mai sfidante, quella della trasformazione della violenza in un atto di pace, una dimensione sempre pronta al dono e all’accoglienza.
Al pomeriggio, MARCO VALERIO RICCI con “Oltre la PNL ed il COACHING” ha sottolineato il ruolo della Motivazione Scientifica come strumento per cambiare noi stessi e gli altri.
“La più importante innovazione nel campo della comprensione della nostra personalità, ci offre, oggi, l’opportunità di comprendere noi stessi e le nostre spinte motivazionali.
Lo scopo è accettarci nel profondo, conoscere gli altri con facilità e precisione, non per dominarli, ma per poterli successivamente aiutare, semplicemente, ad essere il meglio di loro stessi”.
La Motivazione Scientifica può dunque aiutare gli operatori del cambiamento e noi stessi nel vivere una vita più felice e di successo.” Conoscere le radici per spiccare il volo”, ma anche non creare il mito del maestro, cioè “superare i maestri, non adorarli”, è quello che più mi ha colpito del suo intervento.
E’ stata poi la volta di ANGELA SANTI con “Come realizzarti nella vita godendoti il viaggio”.
Partendo dalla metafora del viaggio della vita, la nota coach ha affermato che” tutti noi abbiamo il potere di decidere SE realizzarci professionalmente e nella vita privata e di compiere i passi necessari per farlo.
Non esserne consapevoli, o non avvalercene, significa delegare ad altri (o al fato!) il nostro potere e le scelte che hanno conseguenze sulla nostra vita e la nostra felicità. Parlando dell’autorealizzazione come viaggio esistenziale, ha ribadito che la visione è la direzione.” Focalizza la vita che veramente vuoi vivere, esprimiti in forma assertiva, gestisci il tuo tempo, aggiorna le tue competenze, crea nuove abitudini ed espandi la rete dei contatti, lavora sull’approccio mentale vincente”, i suoi consigli.
L’ingrediente segreto è la scelta.
“Dovrai decidere di partire. Il mezzo con cui effettuare il viaggio – e possibilmente godertelo – è la leadership personale, che è composta da quattro dimensioni.
Ogni dimensione è una ruota.
Se tutte le ruote sono gonfie, il tuo viaggio sarà confortevole e potrai raggiungere la tua meta con facilità.
Se invece anche solo una delle ruote è sgonfia, arrivare alla meta, sarà molto difficile e faticoso o forse non ci arriverai mai, o ci arriverai a caro prezzo…
”Dunque, un’azione costante, coerente con i propri valori , focalizzata ( gli ostacoli sono cose spaventose che vedi quando togli gli occhi dalla meta) sono le armi per il successo. E la sua quinta vita lo conferma!…
Infine, SIMONA MURATORI e MAX GENTILE, hanno duettato in un affascinante confronto- scontro tra il modo di ragionare femminile e quello maschile, comprovando al pubblico, stregato e divertito, il conflitto tra il cervello di una donna e quello di un uomo. L’uomo ha una visione focalizzata, la donna panoramica.
Nel cervello maschile i neuroni si distribuiscono in filiere, processano le informazioni in modo analitico. Nel cervello femminile, i neuroni creano un ammasso, le connessioni collegano i due emisferi e più aree contemporaneamente.
L’uomo o parla, o vive emozioni.
La donna, più parla, più vive emozioni.
La decisione è maschile, il perdono è femminile, la rigidità è dell’uomo, la flessibilità è della donna. Un partecipante ha partorito una verità” la vita di coppia è come una scacchiera, il Re si muove di una sola casella, la regina, va dove c…o gli pare”.
Ma oltre le risate, terapia di gruppo collettiva, i due relatori, ci hanno insegnato cosa davvero vogliono gli uomini e le donne. I primi, sentirsi necessari, accettati, valorizzati, non criticati.
Le seconde, sentirsi comprese, accolte, ascoltate, assistite con sollecitudine, non consigliate. Per gestire lo stress, l’uomo ha bisogno di silenzio, la donna di parole.
In un litigio l’uomo sbotta, ma poi gli passa. La donna piange e poi rimugina. L’ uomo non vuole essere cambiato. La donna si aspetta di essere capita.
Per usare una metafora l’uomo segue il movimento di un elastico.
La donna di un’onda…. Ma che alchimia quando ciascuno di noi riconosce che il suo cervello non è solo maschile o femminile! Che meraviglia quando la valorizzazione reciproca semplifica la vita di coppia, quando si agisce concretamente per andare incontro all’altro…
Che dire? Sono rimasta piacevolmente sorpresa, sinceramente coinvolta ed infine entusiasta, oltre ogni previsione.
Perché, nei fatti, i buoni propositi di STOP ALLA VIOLENZA, si sono convertiti in un AMORE AGITO, in un reale CONDIVISIONE UMANA, senza più stereotipi culturali o conflitti di genere.
Perché, “se dal dire al fare, c’è di mezzo il mare…”, non è sempre così.
Quando la motivazione ti viene dall’interno, la tua vita fa la differenza, ed il futuro che vorresti è già qui.
Nell’energia di una calorosa umanità impegnata, quella che ciascuno dei partecipanti ha portato a casa, con le mani sul cuore, (Angela Santi docet), e con il sorriso di Paola Grassi, stampato sul viso…
AD MAIORA.

 

Antonella Ferrari

 

 




“Blue Lou” Marini

Rimini, venerdì 24 agosto 2018 ore 16.30, abbraccio nuovamente dopo alcuni anni “Blue Lou” Marini in un angolo incasinatissimo dell’area “Piscine Est” della Fiera dove si sta predisponendo il palco per il concerto delle 22.30 dove suonerà la BLUES4PEOPLE (vedi art. maggio 2017 su MUSIC – BetaPress.it) with “Blue Lou”.

Avendo ahimè perso le due uniche date italiane del 2018 del Tour mondiale di promozione dell’ultimo disco dal titolo “The Last Shade of Blue before Black” della ORIGINAL BLUES BROTHERS BAND (Francavilla al Mare il 01 agosto e Grado il 03 agosto), non mi sono fatto sfuggire l’opportunità, grazie all’amico Carlo “Joliet Jake” Fumagalli, di incontrare Lou e di porgli qualche domanda. E’ passato un po’ di tempo dall’ultima volta in cui assieme a “Blue Lou” ci siamo bevuti un paio di birre (forse più di un paio!) ma sembra passato solamente un giorno. Ho sempre ammirato la sua cordialità e disponibilità che ha palesato anche in quest’occasione, si pensi che terminata l’intervista ha preso il suo inseparabile sax ed ha fatto un pezzo per pochi intimi… grande!

Si è parlato di amicizia, di bellezza, di musica, quella con la “M” maiuscola e si è parlato anche di Alan “Mr. Fabuolus” Rubin, di Aretha Franklin e di Matt “Guitar” Murphy, suoi amici cari che non ci sono più. Infine una nota: in calce all’intervista ho voluto elencare i membri della ORIGINAL BLUES BROTHERS BAND ed ho voluto proporre ai lettori di MUSIC il video delle “session” di registrazione dell’album “The Last Shade of Blue before Black”.

PERTH: Ciao Lou, innanzitutto ti ringrazio del tempo che mi hai voluto dedicare. Parto da una curiosità: mi colpisce l’amicizia che hai con Carlo e la B4P, che ci ha regalato esibizioni fantastiche come il concerto all’interno del carcere di massima sicurezza di Padova circa 10 anni or sono. (Idea fantastica che mi piacerebbe organizzare di nuovo… stay tuned! N.d.a.).

LOU: Carlo e i ragazzi sono stati per me una vera scoperta. Attorno alla musica e ad un progetto musicale è nata la nostra amicizia e quando posso rispondo sempre agli inviti dei loro concerti… evidentemente condividendo il palco con loro (ride).

PERTH: In “The Last Shade of Blue before Black”, l’ultimo album della ORIGINAL BLUES BROTHERS BAND, hai voluto fare le cose in grande con i tuoi amici di sempre, ho visto che ci sono Steve (Cropper), Tom (Malone), Eric (Udel), John (Tropea)…

LOU: La band è molto armoniosa, ci intendiamo alla grande (“The Last Shade of Blue before Black” è un disco interamente suonato dal vivo in studio, impensabile oggi per la maggior parte degli odierni musicisti e sedicenti artisti! N.d.a.), quel che abbiamo voluto fare è stato onorare la nostra eredità e ritovare le persone che hanno amato la storia dei BLUES BROTHERS per cui assieme a Steve, a Matt e a Tom abbiamo coinvolto molti musicisti che sono stati entusiasti del progetto. Abbiamo suonato il disco live una prima volta e poi una seconda volta… è stata così perfetta la prima che abbiamo deciso di tenerla e di mandarla subito al mixaggio e masterizzazione.

PERTH: Ho visto che Matt ha suonato nel disco, ora non c’è più (Matt “Guitar” Murphy, mancato all’età di 88 anni il 15 giugno scorso; n.d.a.) chi era Matt per te?

LOU: Unico! Due cose amo e ho amato di lui: non ha mai smesso di suonare, di allenarsi, ad esempio in aeroporto mentre aspettavamo i voli, lui, che aveva sempre con sè la chitarra, la estraeva dalla custodia e tranquillo iniziava a suonare… provava di continuo! La seconda cosa che amo di lui è che è sempre stato “open minded”, di larghissime vedute sia per quanto riguarda la musica sia umanamente. Mi proponeva spesso diversi tipi di musica, ad esempio mi ha fatto conoscere ed apprezzare la musica scozzese. Io sono molto molto aperto a conoscere e sperimentare, ma lui cento volte di più! Era anche una persona difficile a volte, ma unico!

PERTH: Dai Social vedo che siete molto impegnati a livello globale con la turnèe di promozione del disco, avete suoato negli Stati Uniti, in Europa, negli ex paesi sovietici, in Russia etc… Carlo si era offerto di portarmi al Sun&Sounds Festival di Grado a vedervi in una delle due date italiane ma purtroppo non ce l’ho fatta a venire. So che avete un grande seguito qui da noi, come reagisce il pubblico italiano ai vostri show?

LOU: Gli italiani e gli spagnoli sono grandi fans della BBBand abbiamo avuto sempre grande consenso e grandi ovazioni in tutte le città che abbiamo toccato nei 30 anni di attività. Il tour di promozione dell’album “The Last Shade of Blue before Black” ha toccato paesi come Lituania e Moldavia dove non eravamo mai stati prima e anche lì c’è stata una reazione molto importante da parte del pubblico.

PERTH: Nel disco ci sono delle sonorità che rimandano a mio avviso agli arrangiamenti di “O Soul Mio” (progetto musicale della B4P interamente arrangiato da “Blue Lou”, una miscela di rhythm & blues, swing e rock’n’roll che incontra classici motivi della tradizione italiana come “O’ sole mio”, “Ciuri ciuri”, “O mia bela Madunina”, “Tanto pe’ canta”, “Tammuriata nera” ed altre ancora. N.d.a.), ci parli di quell’esperienza?

LOU: Sì è vero, alcune sonorità richiamano il “progetto italiano”. Quel disco è un gran disco classico ed ha il potere di suscitare in me forti emozioni ancor oggi. All’interno della scaletta di stasera ho voluto che ci fossero cinque pezzi di “O Soul mio”. Quando registrammo il disco, oramai più di 10 anni fa, ricordo che John (Tropea, chitarra in tutto il disco; n.d.a.) mi propose un assolo in “O mia bela madunina” e mi chiese se poteva andare e cosa ne pensassi, non riuscivo a rispondergli perché ero commosso ed avevo un groppo alla gola. Gran disco.

PERTH: Conosco Carlo e la B4P da più di vent’anni e sono ancora tra i pochissimi in Italia a portare in giro il “verbo” del Soul&Blues. Ricordo la famosa frase di Elwood nel film “Blues Brothers 2000”: “Mollate se volete, ma ricordatevi una cosa: mollare ora significa fuggire dal vostro talento, dalla vostra arte, dalla vostra vocazione e lasciare alle generazioni che verranno il vuoto di una musica tecno rimanipolata al computer, ritmi ormai sintetizzati, canzoni che inneggiano alla violenza e gangsta-rap, pop, spazzatura sdolcinata, slavata e smancerosa”, cosa ne pensi oggi a distanza di quasi vent’anni? Cosa pensi dell’attuale produzione musicale?

LOU: (Ridendo) …devo riguardarmi il film perché questo passaggio lo ricordo poco, quel che posso dire è sì, penso che la musica oggi non riesca più ad aprire il cuore, soprattutto dei più giovani, alla bellezza. Oggi in Hotel ero in piscina con mia moglie ed ascoltavo la musica che suonavano: una cosa orribile! Le canzoni di oggi sembrano tutte uguali, non riesci a distinguere un cantante da un altro. Quando ascolto i testi di queste canzoni sento solo parolacce e distruttività ed il massimo espressivo di questi finti artisti sarebbe parlare di “shit”? La musica ti deve elevare! Per questo scelgo accuratamente ciò che desidero ascoltare! Quando vado nei rari negozi di dischi rimasti (a NYC; n.d.a.) sono bombardato da molta musica che viene prodotta in quantità industriale ed ha come unico scopo quello di manipolarti. Non siamo più abituati ad accompagnare i giovani nell’ascolto dell’arte vera che apre la mente ed il cuore al bello! Se un giovane sapesse con quale violenza la macchina pubblicitaria delle “discografiche” manipola le coscienze… tornerebbe al Blues!

PERTH: Grazie Lou, ci vediamo al Concerto questa sera!

 

THE ORIGINAL BLUES BROTHERS BAND ARE:

Steve “The Colonel” Cropper – guitar

John “Smokin’ John” Tropea – guitar

Eric “The Red” Udel – bass

Lee “Funkytime” Finkelstein – drums

Leon “The Lion” Pendarvis – organ

Rusty “Cloudmeister” Cloud – clavinet, Wurlitzer, piano and organ

Steve “Catfish” Howard – trumpet

Larry “Trombonious” Farrell – trombone

Lou “Blue Lou” Marini – saxophones

Bobby “Sweet Soul” Harden – vocals

Tommy “Pipes” McDonnell – vocals and harmonica

Rob “The Honeydripper” Paparozz – vocals and harmonica

Eddie Floyd

Joe Louis Walker

Matt “Guitar” Murphy

Paul “The Shiv” Shaffer

Dr. John “The Nite” Tripper

Tom “Bones Malone” Malone

 

 

[youtube https://www.youtube.com/watch?v=jScaYR_RmYs&w=640&h=360]

 

Perth




Da poliziotto a Coach, il bisogno di difendere l’anima.

Per un curioso caso del destino, mi “tocca” fare un comunicato stampa su Max Gentile, autore del libro “LIBERO DI RINASCERE “ edito dalla C.C. Editore.

Inizio a navigare sul web, m’imbatto nella sua biografia, nato a Genova l’8 giugno 1971. Esordio lavorativo nella Polizia, figlio e nipote d’arte, mi dirà poi in un’intervista.

Dopo 13 anni d’impegno sociale e lavorativo nella polizia, prima virata esistenziale: Max lascia la divisa ed entra nel mercato della telefonia e del network. Ma, soprattutto, Max inizia a ricercare in modo consapevole la sua strada, incomincia a leggere ed a studiare in modo appassionato, mette le basi di quello che poi diventerà il suo destino.

Anni di travaglio personale e lavorativo, in cui Max, senza saperlo, si ritiene, lui, per primo, libero di rinascere. Cambia lavoro, cambia residenza ed inaugura un nuovo corso di vita.

Nel 2003 inizia la collaborazione con H.D.R., la società di formazione di Roberto Re, dove Max riveste il Ruolo di Personal Coach, Trainer e Direttore a Verona, Venezia e Genova. Un’ esperienza maturata sul campo, che si converte in una sfolgorante carriera, con un record, non ancora battuto, di risultati ottenuti nel duplice ruolo di venditore e di formatore.

”Ho formato numerose risorse di diverse realtà aziendali tra le quali Tecnocasa, Remax, Fondocasa, Banca Mediolanum, Banca Fineco, Amway, Herbalife, Wind, Vodafone, Eni, Tam Tam Comunicazione, Crystal Nails, Le Grandi Firme della Bellezza, Epilzero, Ansaldo, Jean Louis David, Evos, Class, lavorando non solo con i commerciali e manager, ma in alcuni casi direttamente con il numero uno o con chi ha un ruolo dirigenziale; Inoltre ho allenato la mente e la comunicazione di liberi professionisti, agenti e sportivi sia in campo professionale che personale.”

Ma tutto questo, a Max, non basta… Anche se la gratitudine nei confronti di Roberto, suo maestro nel campo della formazione, resta grandissima, (Max riconosce infatti che nei 9 anni di collaborazione con Roberto Re ha ricevuto una fonte incredibile d’ ispirazione per l’Orientamento al Risultato e la Leadership), nel 2012, altro colpo di scena: l’allievo esce dal cono d’ombra del maestro ed inizia a brillare di luce propria.

Max si mette in proprio e definisce la sua storia di formatore contro corrente.

Da vero autodidatta, con un curriculum di competenze, più che di conoscenze. “Se ti interessano i titoli o i numeri, tra i vari, il “Pezzo di Carta” più altisonante è il Master in PNL, così come le 4.000 ore di “docenza” fatte o le oltre 6.000 ore di Personal Coaching effettuate. Penso tuttavia che un titolo o un numero non crea la persona.”, così si presenta sul suo blog, Max inizia a condividere riflessioni, esperienze, risultati e soluzioni con un pubblico eterogeneo, fedele ed appassionato che lo segue dovunque, non solo in giro per tutta l’Italia, ma sia in presenza che on-line.

La sua originaria missione sociale di mettersi al servizio degli altri, riemerge con una forza propulsiva nei suoi corsi, convegni e seminari.

L’antico poliziotto, diventato ora un coach d’alto livello, usa l’arma più potente, la forza della mente. Attenzione! Non la forza della sua mente, per manipolare le coscienze o plagiare i suoi seguaci. Ma la forza della nostra mente per intraprendere un percorso di consapevolezza, affinché ognuno di noi possa riconoscere il proprio valore unico ed irripetibile.

” Mi è sempre piaciuto sin da piccolo evolvere ed aiutare gli altri a fare altrettanto in 3 campi in particolare:

  • Realizzazione Personale
  • Realizzazione Emozionale
  • Realizzazione Spirituale”

Questo dice di sé nel suo blog.

Ma non è quello che dice, ma quello che fa, che crea la differenza.

Prima di tutto perché non insegna quello che sa, ma trasmette quello che vive. Chi lo segue da parecchi anni, sa bene che, con un’enorme coerenza di vita umana e di credibilità professionale, Max applica su sé stesso la regola del RADICARSI ED AMARSI. Lui per primo, ha scavato dentro di sé, per trovare la propria identità, per difendere la propria integrità, per creare e prendere la propria direzione esistenziale.

Poliziotto o allenatore, Max crede che il vero successo è amare sé stessi e mettersi al servizio degli altri.

Così, nel suo libro e nelle sue lezioni, ci insegna a smetterla di dare la colpa agli altri, a liberarci dalle paure, ad eliminare dalla vita i vampiri d’energia, a scollarci di dosso la “rimandite”. Ci invita a riflettere sul rischio più grande, che non é quello di morire, ma quello di non vivere, o meglio di vivere al di sotto delle proprie possibilità.

Quattro grandi paure, la paura della libertà, dell’abbandono, del giudizio, dell’approvazione ci bloccano e rappresentano una gabbia, da cui Max c’insegna ad uscire, per poi affrontare la paura più grande che non è il fallimento, ma il SUCCESSO. Sì, Max Gentile, ci porta sull’orlo della sfida più coraggiosa, quella di riuscire a dare il meglio di sé, di esprimere tutto quel potenziale che abbiamo dentro e che, paradossalmente, all’inizio temiamo.

Ci invita a riflettere su che cosa di negativo potrebbe succederci se finalmente realizzassimo i nostri sogni, su che significati ha per ognuno di noi il successo, non quello degli altri, ma il nostro successo.  Perché la paura più grande, per ognuno di noi, è quella di cambiare la nostra identità di basso livello con una più viva, vera, piena, vincente.

In un rovesciamento prospettico della formazione tradizionale, Max si oppone alla filosofia del raggiungimento degli obiettivi, liberandoci dall’ansia della prestazione. Anziché focalizzarci sul raggiungimento del risultato, “se raggiungo questo obiettivo, valgo, se non lo raggiungo non valgo”, Max ci provoca dicendo l’esatto contrario “se valgo, raggiungo l’obiettivo, se non valgo, non lo raggiungo”.

A questo punto è evidente che il feed back dei risultati ottenuti da Max Gentile, ci propone un caleidoscopio umano incredibile, ma veritiero ed esaustivo.

Ho selezionato qualche esperienza particolarmente significativa, ma ogni testimonianza è contagiosa.

Paola Fraschini, sette volte campionessa del mondo di pattinaggio a rotelle, dl 2009 al 2016, dice di lui: “Max è una persona unica perché sa guardarti dentro. Sa farti tirare fuori la tua vera potenzialità. Grazie Max per avermi creato quella “confusione” necessaria per poter cambiare, per prendere coscienza dei miei limiti, dei miei talenti, e vedere con altri occhi la mia vita.
Raccomando a tutti di poter fare questo percorso di crescita personale con un coach d’eccellenza come Max!!! GRAZIE di cuore!”

E per chi fosse interessato a sapere com’è andata a finire, Paola ha iniziato una seconda vita in Canada come artista del Cirque du soleil, superando la paura di smettere di gareggiare…

Katia Guiotto é invece un’imprenditrice immobiliare, che testimonia il suo successo lavorativo, ma soprattutto la sua sfida esistenziale vinta, aver sconfitto un tumore. “Raggiunto il mio obiettivo lavorativo mi ero resa conto che ero triste e stavo realizzando il sogno di qualcun’ altro. […] Fin dall’inizio del percorso con Max ho iniziato ad avere i primi risultati e li vedevano anche le persone intorno a me: sorridevo, iniziavo ad uscire di casa. Tutto bello sino a quando una notizia mi ha fatto crollare. Mi avevano diagnosticato un tumore dello stesso tipo del quale era morta mia madre. Mi sono affidata ad uno specialista che mi ha seguito dal punto di vista alimentare, mentre Max mi ha seguito dal punto di vista emozionale. I medici tutt’oggi non spiegano come sia guarita”. E, come se non bastasse, “Oggi dopo 2 anni dal primo contatto con Max ho lasciato il posto fisso e con il progetto immobiliare creato con il mio compagno e socio Mark guadagno in un mese quanto prima guadagnavo in un anno”.

Micaela Gregorini, titolare dell’omonima immobiliare, ci racconta a sua volta: “Prima ero una persona negativa che attraeva persone negative: chiedevo all’esterno le mie necessità. Oggi, in ogni gesto che faccio vedo che sono un’altra persona ed il mondo esterno se ne é accorto positivamente, facendomelo notare. Sento di emanare energia positiva, mi sento completa e gli esercizi di coaching che faccio sono un nutrimento per la mia anima. Max non so cosa abbia fatto, ma è come se avessi girato una pagina della mia vita. Oggi ho raggiunto una grandissima serenità, ho acquisito l’amore per la natura, ho imparato a dire di no, ho delle forme di altruismo che non possedevo e ho riscoperto l’amore per me stessa che mi ha permesso di comprendere dove sto andando. […] Tutto questo mi sta dando dei grandi risultati a livello lavorativo. Basti pensare che nell’ultimo mese e mezzo ho venduto 7 immobili in contesto locale di alto livello. Max è un uomo e non un extraterrestre: è nato per dare amore agli altri ed è una persona di grande sensibilità. Vorrebbe che tutti stessero bene e con chi vuole ci riesce molto bene”.

Claudio Zuin, titolare Airchip, dice di lui “Ogni volta che torno a casa dopo un suo corso mi porto qualcosa di prezioso. Max con poche parole ti mette a tuo agio, ti fa rilassare ed entri in sintonia con lui.

Rispetto ad altri formatori non ti dà solo nozioni o motivazione della quale ti dimentichi dopo pochi giorni che sei tornato a casa, ma ti permette di entrare in sintonia con te stesso. Ho imparato tante cose, ma quella che mi ha colpito di più è l’Essenza, la cosa più bella che abbiamo dentro di noi. Ho un intuito, ho delle potenzialità che sfruttavo solo per gioco, ma grazie a questo percorso ho imparato a sfruttarle anche in altri campi.

Quando scopri risorse che non sapevi di avere è difficile tornare nel limbo precedente. Cominci ad usarle tutti i giorni e la vita migliora.”

Sinceramente, potrei continuare con altre testimonianze di persone che hanno trovato pace e libertà, direzione di vita ed armonia interiore, ma per questo basta accedere al suo blog, alla sezione “cosa dicono di me”.

Voglio invece condividere con voi un aneddoto, che lo stesso Max Gentile mi ha raccontato. Maria Rita Parsi, famosissima psicologa era seduta tra il pubblico in un corso di 700 persone. Max Gentile stava presentando il suo libro e sperava tanto in un autografo della nota psicologa. Più parlava e più la psicologa prendeva appunti.

“Dentro di me ho pensato, chissà quante castronerie sto sparando…”, alla fine del corso, Maria Rita Parsi è venuta verso di me e mi ha chiesto: ”Che cosa posso fare io per lei?”. Mi si è gelato il sangue. ”Qui c’è qualcosa che non torna!…” , mi sono detto, ma ho avuto la prontezza di riflessi di chiederle “ Mi potrebbe scrivere la prefazione del libro?”.

Beh, andate a leggere cosa scrive di lui la Parsi, e, già che ci siete, concedetevi la libertà di rinascere…

Antonella Ferrari

 

 

 




Frida: l’amore sopra tutto.

Magdalena Carmen Frida Kahlo y Calderon, meglio conosciuta come Frida Kahlo è una delle pittrici più famose al mondo.
La vita tormentata, la sofferenza, il coraggio di non abbattersi di fronte alle ingiustizie, hanno fatto di Frida un modello di ispirazione che ancora ai nostri giorni desta un successo non indifferente.
La solitudine fu sua compagna e l’arte l’unica finestra sul mondo, fu in grado di non passare alla storia con l’etichetta dell’artista disabile quanto piuttosto della pittrice in grado di riprodurre attraverso i dipinti la sua interiorità; i suoi scritti rappresentano un inno alla vita, un messaggio di speranza, quasi fosse un grido che invoca a non mollare anche quando tutto attorno sembra perduto.
Migliaia di pagine sono state dedicate alla paradigmatica pittrice e all’osservazione di ogni fase della sua vita, ma spesso demarcata resta l’attenzione posta su Diego Rivera.
Ho avuto due grandi incidenti nella mia vita. Il primo fu quando un tram mi mise al tappeto, l’altro fu Diego”, così esordiva Frida Kahlo quando raccontava del suo più grande amore.
La loro storia è passata agli annali sia per l’intensità di questo rapporto che per le stravaganze.
Frida e Diego convolarono a nozze per due volte; pur consapevole di avere accanto un uomo che mai sarebbe stato completamente suo, nel 1929 decise di sposarlo.
Il loro rapporto fu vessato dai tradimenti a causa dei quali, appena dieci anni dopo la loro unione, la Kalho lo lasciò dopo aver scoperto l’ennesima infedeltà (Diego l’aveva tradita con la sorella Cristina).
Diego fece ritorno da Frida un anno dopo: disse che malgrado i tradimenti non aveva mai smesso di amarla, le fece una nuova proposta di matrimonio e lei accettò.
Senza dubbio il loro fu un’amore a prima vista, la stessa pittrice a lui dedicava gran parte delle sue poesie “È lecito inventare verbi nuovi? Voglio regalartene uno: «io ti cielo», così che le mie ali possano distendersi smisuratamente, per amarti senza confini.”
È stata la storia più tormentata dell’arte caratterizzata da battaglie, liti che fanno scappare e ti amo che fanno ritornare laddove si è lasciata l’anima.
La vita di Frida è stata breve ma intensa e seppur crudele sotto tanti punti di vista la grandezza della sua arte, la capacità di amare senza limiti ha sovrastato qualsiasi pregiudizio e qualunque etichetta, riuscendo a trasformare la sua sofferenza in arte, il suo coraggio in esempio; come quando prese consapevolezza di dover andare e affidò il suo ultimo pensiero al suo diario:
“spero che l’uscita sia gioiosa e spero di non tornare mai più”.