Italia fanalino di coda per il riconoscimento delle responsabilità…

Come sempre Ancodis stigmatizza con efficacia le storture del mondo della scuola…

 

 

COMUNICATO STAMPA del 22 marzo 2019

 

ANCoDiS: il futuro CCNL 2019-2021 della scuola in edizione….rétro?

 

Da qualche settimana si è aperto il tavolo del confronto per il rinnovo del CCNL Comparto “Istruzione e ricerca” relativo al triennio 2019-2021.

Tra le priorità emerge la revisione delle tabelle stipendiali che dovranno prevedere risorse aggiuntive per retribuire adeguatamente il lavoro professionale di TUTTO il personale (è stato già fatto per i DS), con l’obiettivo – condiviso – di avvicinarsi alla media dei paesi europei dell’area euro.

E’ importante ricordare quanto recita l’articolo 36 della Costituzione: “Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla QUANTITA’ e QUALITA’ del suo lavoro ……..” cioè ancorata a parametri che sono la qualità del servizio reso, la quantità di lavoro svolto, il tempo impiegato per lo svolgimento.

Per noi Collaboratori dei DS – e lo sappiamo bene – questo articolo è disatteso nonostante l’importante lavoro che svolgiamo quotidianamente per le nostre Istituzioni scolastiche.

Siamo l’unica categoria nella scuola per la quale alla regola si fa eccezione!

Per l’assunzione di incarichi e di responsabilità nella governance affidati dal DS ai sensi del art. 25 comma 5 del D.Lvo 165/2001, il vigente CCNL non riconosce di fatto il lavoro aggiuntivo e straordinario di questi docenti specializzati se non per la inadeguata retribuzione di due Collaboratori a carico del FIS (art. 88 comma 2 lettera f del CCNL 2006/2009) senza alcun effetto nella progressione di carriera.

E’ noto a tutti – MIUR, OO.SS. ed Associazioni dei DS – che in molti paesi europei si riconoscono incrementi stipendiali per l’assunzione di responsabilità aggiuntive, per la disponibilità a svolgere ore di lavoro straordinario, per l’insegnamento in aree geografiche disagiate, per la partecipazione ad azioni di formazione professionale, per la partecipazione ad attività extracurricolari.

In particolare, secondo il Rapporto Eurydice del 2013, le responsabilità aggiuntive sono riconosciute in 26 paesi e soltanto in 3 (tra cui l’Italia) sono considerate esclusivamente a livello di contrattazione di istituto: infatti, nei pochi sistemi d’istruzione basati su una struttura di carriera piatta, per le responsabilità aggiuntive sono previsti soltanto modestissimi incentivi economici determinati e contrattati a livello di istituzione scolastica.

In Europa, alla definizione della progressione della carriera e delle indennità concorrono diversi

fattori tra i quali un rilevante peso hanno l’assunzione di incarichi aggiuntivi con ulteriori

responsabilità, la formazione professionale continua, l’anzianità di servizio.

E di norma, in diversi paesi europei, ai docenti vengono attribuite indennità integrative allo stipendio determinate a livello nazionale, regionale o misto con certezza di prospettive di carriera: si tratta di “incentivi” per incoraggiare i docenti ad assumere responsabilità ed incarichi, a svolgere lavoro straordinario, ad accogliere favorevolmente proposte di azioni formative professionali.

In Italia, invece, è da rilevare (e contestare) che tutto questo importante e fondamentale lavoro non è connesso a nessuna prospettiva di progressione di carriera nell’ambito della professione docente né in quella dirigenziale.

Deve essere a tutti chiaro: in Italia, un Collaboratore del DS che insegna Lettere per 18 ore (e magari in scuola con DS reggente) con un’anzianità di servizio di 15 anni ed un docente con la stessa anzianità di servizio che insegna per 18 ore la stessa materia PARI sono.

In Italia, un Collaboratore del DS che insegna Matematica per 18 ore – a parità di requisiti di servizio con un altro docente – nella graduatoria interna ed ai fini della mobilità PARI sono!

In Italia, per l’accesso alla carriera dirigenziale un docente con esperienza pluriennale nell’attività di collaborazione al DS ed un docente con 5 anni di servizio (incluso il servizio da precario) e senza alcuna esperienza nella governance di un’autonoma Istituzione scolastica PARI sono!

Si tratta ovviamente di un’evidente discriminazione…ma a danno del docente Collaboratore del DS! Siamo di fronte ad una irragionevole condizione professionale per la quale Miur ed OO.SS. devono trovare soluzione.

(Al Ministro Bussetti (ex DS), al Vice Ministro Giuliano (DS in aspettativa) ed ai loro collaboratori al Miur (alcuni DD.SS. in aspettativa), ai tanti sindacalisti (alcuni DS distaccati) il tema che poniamo risulta molto chiaro poiché hanno avuto al fianco ed hanno lasciato le loro scuole affidate ai loro (validi) Collaboratori ed a DS reggenti).

Non esistono – ed è il vulnus dello status giuridico dei docenti italiani – differenziazioni della retribuzione né possibilità di diversa progressione di carriera!

In questo, dunque, l’Italia è davvero un paese europeo?

ANCODIS ritiene di no!

E propone al MIUR ed alle OO.SS. che nel prossimo CCNL si passi da una struttura di carriera piatta, iniqua ed arcaica (fondata cioè solo sull’anzianità di servizio!) alla struttura differenziata e moderna fondata anche su:

–        assunzione di responsabilità aggiuntive;

–        formazione in temi legati alla governance ed alla gestione di sistemi complessi;

–        complessità dell’Istituzione scolastica;

–        anzianità nello svolgimento dell’incarico;

–        valutazione professionale così come avviene per i Dirigenti scolastici.

Per i Collaboratori dei DS occorre prevedere – come avviene in molti paesi europei – la diversificazione dell’orario di lavoro in orario didattico ed orario aggiuntivo nel quale è riconosciuta la presenza a scuola per lo svolgimento di tutte quelle attività che oggi sono comunque realizzate ma che rimangono contrattualmente sommerse!

Occorre procedere – ed è arrivato il tempo – ad una coraggiosa innovazione contrattuale che determini per questi docenti specializzati modalità condivise di accesso (ferme restando le prerogative del DS previste dal 165/2001), la progressione di carriera e gli incentivi economici sulla base di criteri generali previsti nel prossimo CCNL ai quali le autonome Istituzioni scolastiche dovranno fare riferimento.

In questo modo – per i Collaboratori dei DS – si renderebbe davvero onore all’articolo 36 della nostra bellissima Carta Costituzionale!

In caso contrario non possiamo più stare a guardare…

 

Prof. Rosolino Cicero, Presidente ANCODIS Palermo

 

 

 

 

 

 




Ancodis ricevuta dal Senatore Pittoni

Ancodis finalmente a colloquio con le Istituzioni!

Era ora che a questa categoria di eroi della scuola fosse riconosciuto almeno il diritto di esprimere e raccontare il loro vivere quotidiano fatto di impegno e di altruismo.

Siamo sicuri che vista l’intelligenza dell’interlocutore il passo è importante.

Anche noi di betapress avevamo sostenuto con il Senatore Pittoni l’importanza di un riconoscimento a questa categoria, e siamo molto contenti dell’inizio di questo percorso.

In fondo non dimentichiamo che il ruolo di collaboratore, pur se scelto dal DS, è formalmente normato sia nella legge 165/2001 che nella tanto discussa legge 107.

Proprio per quanto sopra il “vicepreside” ha un ruolo ufficiale e formale, e NON deve essere trascurato da nessuno, men che meno dalle istituzioni.

Ecco cosa ci annuncia il presidente di Ancodis, Rosolino Cicero, figura importante per il ruolo dell’associazione:

Giovedi 11 aprile una delegazione di ANCODIS guidata dal Presidente territoriale di Palermo, Prof. Rosolino Cicero, incontrerà il Presidente della VII Commissione Cultura al Senato, Sen. Mario Pittoni.

L’incontro segue altri momenti di confronto con rappresentanti istituzionali delle diverse forze politiche (Ministro Bussetti e Dott.ssa Ferrario, On.li Casa, Azzolina, Villani, Ascani, Aprea, Fusacchia, Sen.ri Russo, Di Piazza, Stancanelli, il Presidente e Vicepresidente Anp, il Presidente Disal) ai quali ANCODIS ha sempre presentato i punti fondamentali della piattaforma programmatica con proposte che ritiene credibili e sostenibili relativi al tema della governance delle moderne ed autonome Istituzioni scolastiche.

Anche al Presidente Pittoni, i Collaboratori dei DS di ANCODIS – ai sensi del comma 5 art. 25 D. L.vo 165/2001 e comma 83 art. 1 Legge 105/2015 – porranno il tema del loro riconoscimento contrattuale nel sistema scolastico italiano.

Ribadiranno che si tratta di docenti specializzati che – con un lavoro ben noto a tutti e di alto valore professionale – coadiuvano i DS nella gestione e nell’organizzazione delle autonome e moderne I.S..

In ciascuna autonoma I.S. – lo sanno bene docenti, alunni e genitori  – ci sono tanti docenti (almeno 60000 tra 1°-2° Collaboratore, Responsabili di plesso) che, oltre la quotidiana attività didattica, offrono tempo, impegno e passione alla loro scuola senza avere in cambio alcun riconoscimento né in carriera né economico al limite di un lavoro in nero (fatta salva una misera quota forfettaria del Fondo di istituto!).

Ancodis a tutti i suoi interlocutori chiede la meritata attenzione per questa componente di docenti  che concorre alla gestione ed all’organizzazione didattica della scuola e senza la quale un DS non potrebbe guidare efficacemente ed adeguatamente la/e scuola/e affidata/e.

Possiamo affermare – senza timore di smentita – che se i Collaboratori dei DS decidessero di astenersi dalle loro mansioni soltanto per pochi giorni, le scuole entrerebbero in una seria difficoltà nel portare avanti il quotidiano servizio scolastico!

Ma poichè abbiamo a cuore le nostre scuole e siamo consapevoli del danno che si potrebbe arrecare ad alunni e famiglie, continuiamo – nonostante questa ingiustificata ed inaccettabile disparità di trattamento – a portare avanti responsabilmente il compito affidato dai nostri DS; deve essere chiaro, però, che non rinunceremo a fare sentire la nostra voce di professionisti “contrattualmente discriminati” (vedi ultimo comunicato stampa del 22/3/2019) e senza alcun riconoscimento nella carriera professionale oggi ancora fondata soltanto sull’anzianità di servizio (carriera piatta ancora esistente in pochissimi paesi europei).

Chiediamo di prevedere la necessità di determinare una diversa progressione di carriera (parallela/integrata/differenziata) che non può non tenere conto di quanto impegno, professionalità e competenze abbiamo offerto ed offriamo alle nostre scuole.

E’ ingiusto, non è ragionevole: la professione docente si deve misurare e valutare per la qualità complessiva del servizio reso – anche in termini di tempo – alla propria Istituzione scolastica.

Pertanto, confidiamo nell’attenzione del Presidente Pittoni e della Commissione cultura poichè riteniamo le nostre richieste LEGITTIME in una moderna visione della governance scolastica ed in una nuova prospettiva di carriera nella professione docente.

E’ arrivato il momento di una “rivoluzione culturale” nella scuola italiana.

E’ arrivato il momento di dare una risposta a questi professionisti della scuola italiana!

 

Cordialmente,

Rosolino Cicero