Targa Florio: dal 1906 cuore di Sicilia

Sono infinite le relazioni che affioreranno in noi nell’esatto istante in cui viene citata la Targa Florio.

Non so per voi ma per me, nata e cresciuta in Sicilia, non è semplicemente una gara, è la gara per eccellenza quella che percorre i tortuosi tragitti delle Madonie, la stessa che ha regalato emozioni infinite, batticuori e fiato sospeso, che ha attirato a sé migliaia di amatori, la gara che sin dagli esordi era destinata a divenire leggenda.

Alla fine dell’ultima competizione da poco conclusa, ho scelto di intervistare colui che per noi Siciliani, e non solo, è il campione indiscusso: Salvatore Riolo o come dice lui semplicemente Totò.

Quella che vi mostrerò non è semplicemente un’intervista concessa ai nostri microfoni di Betapress è diventata qualcosa di più, perché sebbene lui sia il campione ed io la Cronista, con Totò si finisce per fare due chiacchiere e dopo pochi istanti vi accompagnerà ad amare il Rally un po’ come lo ama lui.

Non ho intervistato solo un fuoriclasse ma un amico, un uomo distinto ed umile che si vanta della sua sicilianità ma che nonostante gli innumerevoli successi è rimasto sempre con i piedi per terra.

 

Saia: Dopo aver partecipato a 360 gare in tutta Italia, in tutta Europa, dopo 180 vittorie assolute, dopo aver scritto delle splendide pagine di sport, io vorrei partire dal momento in cui tutto ebbe inizio, come e quando è nata in te la passione per il Rally?

Riolo: la mia passione nasce dal fatto che siamo nati e cresciuti in un territorio in cui insita è la targa Florio. Quando ero bambino davanti la mia abitazione transitavano queste macchine fantastiche, con colori strabilianti e rumori eccezionali, credo che ciò abbia contribuito a scatenare in me questa sconfinata passione per il mondo automobilistico. Sono nato nel 1965 e negli anni importanti della targa Florio ero solo un bambino, all’età di 12 anni ero il piccolino che rimaneva incollato al balcone per veder sfrecciare, una dietro l’altra, le auto da corsa. Questa passione la mettevo in pratica non appena patentato, all’età di 18 anni, con la mia prima vera gara; è lì che iniziavo a realizzare il mio sogno: quello di correre la targa Florio. La mia prima gara è stata da navigatore con accanto un grande e fraterno amico Pietro S., fu lui che mi condusse al debutto, perché debutto è stato! Da lì inizia una carriera fantastica, ed oggi dopo 30 anni di gare sono ancora qua ad emozionarmi rivivendo la mia prima gara, l’esatto momento in cui tutto ebbe inizio, l’istante in cui ho compreso che si accendeva in me una passione destinata a durare nel tempo.

Saia: Hai scritto delle straordinarie pagine dell’automobilismo, qual è l’emozione che provi ogni volta che gareggi in quelle strade che ti hanno visto crescere dal punto di vista professionale e che ti hanno regalato infinite emozioni?

Totò: Dopo 30 anni di gare, un po’ ci si abitua anche se correre in casa è sempre un emozione particolare, come si suol dire essere profeta in patria non è mai facile. Quest’anno per scelte del mio team legate agli sponsor abbiamo deciso di correre in pianta stabile nel campionato italiano Rally auto storiche, si tratta di un campionato molto seguito, una competizione con numeri importanti che si svolge in tutta Italia. La targa era la terza gara; siamo partiti con il Valli Aretine in Toscana competizione che mi ha condotto alla vittoria, la seconda è stata il Rally di Sanremo, in cui per un piccolo problema mi sono dovuto fermare e poi il targa che era la terza gara del campionato che ci ha permesso di portare a casa molti punti. In questo due cose si uniscono due cose importanti: passare in testa al campionato Rally auto storiche e vincere di nuovo la Targa. Devo ammettere che vincere la Targa Florio, gareggiando in casa, regala sempre emozioni uniche. Indescrivibile è l’orgoglio provato quando nel 2002 conquistavo la mia prima vittoria della Targa Florio: ero di fronte grandi nomi che hanno scritto pagine indimenticabili del Rally quali Andreucci, Basso e molti altri, quella vittoria ha rappresentato per me non un punto di arrivo ma di partenza perché comunque un siciliano che vinceva la Targa non accadeva dal 1975 quando il grande Vaccarella, trionfava nella targa Florio storica. Un siciliano dominava il podio della targa Florio, scusami il giro di parole: un siciliano, da privato che vinceva la Targa Florio, quel siciliano ero io e quella è stata una gioia indescrivibile.

Saia: Come è cambiato il mondo del Rally in questi anni?

Riolo: È cambiato tanto perché la Targa Florio di velocità non si può più praticare, per motivi di sicurezza la nostra federazione non concede più le autorizzazioni per attraversare i Paesi in gara. Oggi il mondo dell’automobilismo si è spostato dalla velocità ai rally che sono a tappe, prove speciali che vengono chiaramente chiusi al traffico e lì si corre mentre poi ci sono tutti i tratti di trasferimento dove devi chiaramente si devono rispettare i codici della strada. Come è strutturato oggi, il rally avvicina tantissima gente perché comunque nell’ideale collettivo il Motor Sport oltre la salita, oltre la pista è Rally; la targa si è aggiornata, si è dovuta aggiornare, per continuare ad essere la gara più famosa e più antica al mondo.

Saia: Noi di Betapress siamo molto vicini ai giovani e ad investire su di loro e su ciò che il nostro territorio può offrire, come volete investire voi facenti parte del mondo automobilistico nei confronti dei giovani.

Riolo: Il Motor Sport in generale è uno sport molto costoso, abbiamo moltissimi giovani che amano questo sport ma il problema di fondo sta nel fatto che non ci sono azienda che credono nel Motor Sport, o per lo meno ci sono ma sono molto poche, i giovani che si avvicinano allo sport hanno bisogno di sovvenzioni. Io come Totò Riolo ma soprattutto noi come Targa Racing Club che annovera 150 associati, prettamente piloti, nasce per promuovere il Motor sport nei ragazzi, attingiamo a loro dal mondo dei Kart e per poi condurli a debuttare nel mondo Rally. Il progetto che stiamo cercando di realizzare è quello di far nascere una scuola di pilotaggio, questo è un sogno che da tempo voglio realizzare. Sembra che finalmente i tempi siano maturi e se tutto andrà bene Targa Racing Club si occuperà innanzitutto della promozione del territorio, ed in questo volevo fare un piccolo appunto: ho corso in tutto il mondo ed ovunque mi sono trovato la gente mi chiedeva la mia provenienza, ho sempre risposto di essere Cerdese, bastava nominare Cerda per far scattare quasi automaticamente l’indiscusso connubio con la terra della Targa Florio. Quanto appena detto non può che riempire d’orgoglio un siciliano; sono stato il trade union di tutte le amministrazioni che si sono susseguite in questi ultimi 20 anni a Cerda, sono stato il beniamino della Regione Sicilia nel campionato europeo, dove avevo un contributo dalla Regione denominato “Sicilia tutto il resto in ombra”, per cui sono sempre stato punto di riferimento nella valorizzazione del territorio. Ritornando alla domanda iniziale, i giovani sono un mio progetto che stiamo cercando di realizzare, e poi parliamoci chiaramente non posso correre ancora per chissà quanti anni, sono ancora molto competitivo ma voglio dedicarmi anche ad altro e le nuove generazioni, tra cui mio figlio Ernesto, sono il mio obiettivo principale.

Saia: Le domande non in programma fanno parte del nostro lavoro e mi hai spianato la strada ad una domanda personale; hai menzionato Ernesto, tuo figlio, che segue le tue orme e dunque la mia domanda sorge spontanea, cosa si prova a gareggiare sapendo che il proprio figlio partecipa alla medesima gara?

Riolo: Abbiamo già fatto un paio di gare assieme, chiaramente il mio pensiero è sempre stato quello di chiedere a Gianfranco Rappa, il mio navigatore, notizie di Ernesto, diciamo che da padre non è facile, nonostante questo ciò Ernesto lo vedo abbastanza bene perché sta crescendo motoristicamente mettendo in ciò che fa impegno e dedizione, sono certo che farà la sua strada ed io lo seguirò ad ogni passo, augurandogli di poter ripercorrere i miei successi.

Saia: Cosa ti aspetti per il futuro?

Riolo: Mi aspetto che il nostro territorio e soprattutto noi siciliani potremo vantare ancora tanti successi, mi aspetto che i giovani abbiano il loro attimo di gloria così come a me è stato concesso e poi chiaramente voglio seguire Ernesto ad ogni suo passo. Devo aggiungere un grazie a delle persone speciali che fanno parte della mia vita, se oggi sono qui ed ho realizzato i miei sogni è grazie alla mia famiglia, a mia moglie e ai miei figli che mi hanno sostenuto e supportato in qualunque scelta e ad ogni gara, in particolare voglio dire grazie a mia moglie per essere stata al mio fianco e per avermi dato la possibilità di potermi muovere, senza lei sono certo che mai sarei arrivato dove sono.

 

Milena Saia