La mafia culturale

Noi siciliani la mafia l’abbiamo in testa e lo sforzo più grande che facciamo quando capiamo questa cosa, è distinguere i comportamenti mafiosi dai comportamenti umani.

Ma ci vuole tempo,

ci vuole frequenza.

Noi siciliani la mafia l’abbiamo nello sguardo,

quando guardiamo con superiorità chi ci sta di fronte e accettiamo la sfida di mostrare chi è più forte.

Noi siciliani la mafia l’abbiamo nell’incedere,

quando passiamo avanti e crediamo che tutto ci sia dovuto.

Quando non sbagliamo e sbagliano sempre gli altri.

Quando chi sbaglia paga ma l’errore è opinabile.

E ci vuole tempo

ci vuole frequenza.

Noi siciliani la mafia l’abbiamo nell’amico dell’amico

quando risolviamo problemi e accettiamo lo scambio.

Noi siciliani la mafia l’abbiamo nella strafottenza,

quando pensiamo che le regole degli altri non valgono per noi.

Quando il vanto è il privilegio.

E ci vuole tempo,

ci vuole frequenza.

E noi li abbiamo avuti

Abbiamo avuto secoli e secoli in una società incomprensibile per tutti fuorché per noi.

Siamo corrotti e compromessi.

Abbiamo la mente lurida di mafia e ormai non dormiamo la notte.

Ma proprio per questo

noi siciliani siamo avvantaggiati

Perché abbiamo avuto tempo

perché abbiamo avuto frequenza

e anche se tutto quello che abbiamo vissuto ha fatto schifo, ora abbiamo il dovere di non rendere tutto inutile.

Adesso, chi ci ha fatto attenzione, arriva prima;

chi è cresciuto circondato, oggi può scegliere e ha il dovere morale di avvisare gli altri.

E così noi siciliani la mafia la vediamo prima e la riconosciamo in fretta.

La riconosciamo ai primi posti agli eventi mondani,

nelle tribune d’onore,

nei biglietti al botteghino e nei nomi in lista.

La riconosciamo nel sorriso ammiccante e nel favore disinteressato … e sappiamo che disinteressato non lo sarà mai veramente.

Nel delirio di onnipotenza e nel sorriso astuto, quello che nessuno vede tranne noi.

Noi siciliani la mafia la riconosciamo anche nel ringraziamento di chi crede di aver ricevuto un favore e invece si è compromesso.

E ci dispiace per loro.

Noi siciliani la mafia la vediamo nella promessa del potere e nella sua ostentazione,

nel gesto di onnipotenza e nella spavalderia.

Nell’onore che deve essere protetto.

Nell’arroganza che diventa legge.

Riconosciamo il rumore dei soldi che vendono l’umanità e ne siamo addolorati.

Noi siciliani la mafia la sentiamo all’olfatto perché riconosciamo l’odore e sappiamo che puzza.

E abbiamo e sentiamo il dovere di dirvelo,

di mettervi in guardia.

Ma che ne sarà altrimenti di voi che la incontrerete senza riconoscerla?

Di voi che cercate compagnia agli angoli delle strade cercando l’amore nel posto sbagliato?

La mafia è una prostituta che si improfuma per nascondere l’olezzo nauseabondo.

È malata e contamina ogni cosa che tocca.

Che ne sarà di voi sempliciotti quando la incontrerete e vi sedurrà?

La mafia scappa da chi può riconoscerla e condannarla e cerca rifugio in chi non la conosce ancora e ha sete di fama e potere.

Badate

Badate.




Sos ….tegno cercasi

Primo giorno di scuola: mancano i docenti di sostegno, mancano a dire il vero anche altri docenti, ma di questi si sente maggiormente la mancanza, perché i casi sono tanti e i docenti curricolari sono costretti, loro malgrado, ad occuparsi personalmente dei propri allievi 104.

Ma cosa è successo? Perché non ci sono docenti di sostegno? La risposta sta nelle priorità che il ministero si da, infatti da qualche anno le cattedre di sostegno sono convocate in coda a tutti, cioè per chi non è dentro la scuola, prima vengono convocate dalle graduatorie del provveditorato tutte le materie ( italiano, matematica…) per ultimo il sostegno.

Ciò è a dimostrazione che il sostegno è  considerato, almeno da qualche tempo a questa parte, quasi superfluo e comunque ininfluente. Peccato però che quando il docente di sostegno non c’è tutti si lamentano, corrono a cercare bidelli, colleghi e quant’altro per occuparsi di questo o quel bambino un po’ vivace, un po’ 104.

E i bambini 104 si moltiplicano, ce ne sono molti, ormai quasi due per classe, spesso con problemi gravi di comportamento, con disturbi dell’attenzione, con ritardi mentali e autismo.

Allora perché lo stato non è così lungimirante da capire che il sostegno oggi sarebbe necessario per tutto il tempo scolastico e non per qualche ora della settimana?

Nelle scuole secondarie di primo grado è indubbiamente diventato una necessità imprescindibile, perché oltre ai nostri bambini 104 ci sono tanti ragazzi con difficoltà di comportamento e di attenzione non certificati, per i quali non c’è niente e nessuno, che spesso sono abbandonati e concludono malamente il proprio percorso scolastico.

Questo è lo specchio dei tempi moderni, nei quali la scuola è un’azienda e chi non è perfettamente funzionante come una macchina della catena di montaggio, viene scartato e lasciato indietro.

In questo modo però si sta sottovalutando il problema che esploderà con tutta la sua forza; presto o tardi ci si accorgerà che non è mai bene disinvestire nella scuola perché è lì che si forma la società e da lì partirà il nostro futuro.. vogliamo veramente che sia questo?