Il Coraggio di essere vivi

Lasciare il passato non è cosa facile.

Ma il passato fa parte della sfera delle cose morte che come tali vanno trattate.

Riportiamo qui la storia di Orfeo e della sua scelta.

 

E quando erano quasi vicino all’uscita,

quando tutti gli sforzi stavano per essere premiati,

quando Ade era stato convinto e fuori si vedeva il cielo,

Euridice chiamò ancora

Orfeo allora si fermò,

e si voltò.

non lo ha fatto per debolezza, non lo ha fatto perché non resisteva senza guardare l’amata

Orfeo si è voltato perché aveva capito che Euridice era morta

e loro due non facevano più parte dello stesso mondo.

Il loro destino era quello di battere terre diverse: 

lui era vivo e lei era morta.

Lui doveva andare a vivere, 

Lei doveva restare negli inferi.

Noi siamo Orfeo tutte le volte che non abbiamo il coraggio di lasciarci alle spalle pezzi della nostra vita che sono morti e ci portiamo appresso cadaveri sperando che torneranno a vivere.

Ma non lo faranno.

Euridice è il nostro lavoro, il nostro amico, il nostro amore, la nostra roba.

Euridice è il pericolo più grande che ci impedirà di guardare avanti e continuare a vivere.

Nel voltarsi di Orfeo c’è la libertà di liberarsi di un periodo felice per andare incontro alla vita imprevedibile.

C’è la forza di lasciare ciò che è morto per ciò che palpita.

Auguro un po’ del coraggio di Orfeo a chi ha lottato tanto per Euridice.




GIOVANNI SUCCI: “CARNE CRUDA A COLAZIONE”

“Bazzico festival prestigiosi e circoli anonimi con progetti assurdi per chiunque altro”… questo è Giovanni Succi! Sacha Tellini lo ha intervistato in esclusiva per BetaPress.

Ciao Giovanni, il 20 Settembre scorso è uscito il tuo ultimo album di inediti, “Carne cruda a colazione”. Il titolo rappresenta molto lo spirito che hai messo nel realizzare i brani, crudi e decisamente amari, talvolta conditi con un pizzico di velata ironia. Come mai la scelta di un linguaggio così deciso per mettere nero su bianco i testi delle tue canzoni?

Mi fa piacere che si noti, scrivo così da vent’anni. Nei Bachi Da Pietra (Succi è cofondatore della band noise alternative; n.d.r.) porto il mio stile all’estremo, se ti piace te li consiglio.

L’uso di un linguaggio così graffiante è anche un modo per volersi distinguere dai testi di alcune canzoni che, al giorno d’oggi, risultano essere troppo spesso “accomodanti”?

Le canzoni accomodanti sono sempre esistite perché piacciono a tutti. Non si può dire lo stesso delle mie, ma non sono frutto di un brillante piano per distinguermi. Sono io.

Come nasce questo album?

Proprio dalla percezione che questi pezzi non rientravano nel mondo dei Bachi Da Pietra. Quindi insieme a Ivan Antonio Rossi abbiamo lavorato, come su “Con ghiaccio”, per fare in modo che la differenza fosse netta anche nella forma.

“Algoritmo”, seconda traccia del tuo album, propone un’invettiva contro le logiche che dominano le piattaforme odierne sulle quali è possibile ascoltare musica. Pensi che l’utente non abbia alcun potere decisionale rispetto a quello che è il consumo musicale?

Non è un’invettiva, è una fotografia, come nel video di Luca Deravignone. Penso che l’utente abbia pieni poteri, ma ci rinuncia volentieri, non ha più voglia di cercare, c’è troppa roba, lascia fare all’algoritmo che decodifica l’artista, lo giudica, lo etichetta, lo colloca. Proprio come fa con l’ascoltatore.

Qual è la tua visione del panorama musicale contemporaneo?

Dall’alto della mia collina in provincia di Asti, al centro del mondo, mi pare che il tutto conviva con il tutto, rigorosamente collocato dentro nicchie perfettamente etichettate. Se esposte al grande pubblico, le nicchie si gonfiano, durano per un po’, esplodono e

poi si ammosciano. Oppure diventano monumenti e la gente ai monumenti chiede solo che stiano fermi.

Come definiresti, da un punto di vista degli arrangiamenti musicali, il tuo ultimo lavoro?

Per onestà io lo definirei pop, ma mi dicono dalla regia che tutto quello che sfioro, anche solo di passaggio, diventa rock. Mi resta un’ombra di dubito. Allora mi mettono su uno dei Melliflui a caso e mi dicono: – ecco, senti, questo è pop! – Ah. Ok. Rock.

“Carne cruda a colazione” arriva dopo il tuo primo album,”Con ghiaccio”, pubblicato nel 2017. Quanto è cambiato Succi nel corso di questi due anni?

Non moltissimo, ma pensa che “Con Ghiaccio” arrivava dopo “Necroide” dei Bachi Da Pietra, per chiunque altro sarebbe follia. So bene che il pubblico premia chi conferma le certezze rimanendo sempre uguale. Nel mio caso la certezza è che posso portarti da Black Metal Il Mio Folk ad Algoritmo senza perdere la rotta.

C’è una canzone dell’album alla quale sei più affezionato? Se sì, qual è? Per quale motivo?

“Meglio di niente”, l’ultima nata del pacchetto Carne Cruda. Una canzone di cui sconsiglio l’ascolto, se non in determinate condizioni, tutte antisociali.

Chi è oggi, musicalmente parlando, Giovanni Succi?

Un grande.

Quali sono i tuoi progetti futuri in ambito artistico?

Campare almeno fino alla morte, poi si vedrà.

 

TRACKLIST

01_Povero zio

02_Algoritmo

03_Grazie per l’attesa

04_I melliflui

05_Cabrio

06_Arti

07_La risposta

08_Grigia

09_Meglio di niente

10_Balene per me *bonus track

https://www.youtube.com/watch?v=Qni4-DjXng4

 

Sacha Tellini