Sting: italian feelings

UN “ITALIANO” IN ESILIO: STING

Della vita artistica e privata di Gordon Matthew Thomas Sumner, in arte Sting, si conosce praticamente tutto aiutati dal fatto che non ha mai voluto tenere riservato nulla.

Scriverò a breve un pezzo, a partire da una delle band che amo di più al mondo e di cui Sting è stato il leader, i Police; oggi però vorrei raccontare di uno dei suoi grandi amori: l’Italia!

La bellissima tenuta del cinquecento situata tra le colline del Chianti in Toscana, “Il Palagio”, che abita con la seconda moglie Trudie Styler, è di un fascino spettacolare.

Qui da noi, in ogni angolo del nostro Paese (purtroppo non sempre ne abbiamo coscienza), c’è la vera Bellezza!

La Natura, l’Arte, la Storia infatti ci rendono di diritto la più grande delle Nazioni.

Rappresentare questa posizione e renderla nota ai “friggitori” del Far East o agli “yenkees” d’oltreoceano è un dovere soprattutto delle nuove generazioni di giovani italiani, che prego possano cambiare la rotta di un mondo, che in questo momento di grave emergenza planetaria si sta rapidamente smarrendo.

In molti personaggi del mondo della cultura, della scienza, dell’imprenditoria e soprattutto dell’arte e della musica hanno scelto l’Italia come loro “patria”, basti pensare a Ginger Baker dei Cream, George Clooney, Ed Sheeran, Robert Pattinson per citarne qualcuno; così il nostro “Pungiglione”.

Mi è piaciuta la frase:

«Il Palagio è casa mia, qui cresceranno i miei figli», che mostra come uno degli artisti più grandi di tutti i tempi ami intensamente il “Bel Paese” e voglia viverlo a pieno molti mesi all’anno.

Da abile imprenditore Sting ha iniziato una decina di anni fa la produzione di (ottimo) vino.

Dalla cantina di Sting escono oggi etichette di pregio dedicate alle sue canzoni più famose: dalla mitica Message in a Bottle del 1979 (un brut metodo charmat con spiccato carattere… un po’ come la band capitanata da Sting! N.d.a.) alla religiosissima Sister Moon del 1987 (un blend di uve Sangiovese, Merlot e Cabernet Sauvignon che è stato inserito nella lista dei 100 migliori vini italiani dalla rivista Wine Spectator; n.d.a.) e così via fino ad arrivare a When We Dance del 1994 (un ottimo Chianti), per poi ritornare… audite audite alla selezione di Sangiovese Roxanne!

Se vi capita di passare vicino alla splendida cittadina di Figline e Incisa Valdarno non potete non sostare presso il Farm Shop de “Il Palagio”, potrete acquistare, oltre al vino, l’olio ed il miele, rigorosamente biologici, e chissà che il commesso dello shop non abbia voglia… di cantare!

Amante dell’Italia, concittadino a tutti gli effetti, Sting ha rivelato la sua tristezza per la condizione che siamo costretti a vivere in questo periodo.

Il virus non permette nessun tipo di spostamento e anche Sting, fino a data da destinarsi, è costretto ad essere esiliato dall’Italia e dalla “sua” Toscana.

Ce lo dice con un video bellissimo in italiano.

Un augurio conclusivo: a presto Ruggero Matteo Tommaso!

 

 

https://www.youtube.com/watch?v=biI4QcTLbFQ

PERTH




La bellezza delle cose impreviste

Della mia vita, del mio lavoro, dei miei affetti amo soprattutto le cose impreviste

 

Luigi Pirandello diceva che l’umorismo è la percezione del sentimento del contrario

e a me, il fatto che le cose vadano al contrario di quello che mi aspetto, fa ridere.

La mia vita è tenuta insieme da un curioso senso del divertimento.

Mi piace svegliarmi al mattino e pensare: “chissà cosa accadrà?”,

mi piace trovarmi di fronte a situazioni che sembrano disperate e pensare: “chissà come risolverò questa cosa questa volta?”,

mi piace la risata isterica del “non può accadere veramente”.

E poi agire.

È lì che mi sento viva.

A me, della mia vita perfettamente pianificata (sì perché alla fine io pianifico tutto), piacciono gli imprevisti e le azioni o le non azioni che ne conseguono.

Quando organizzo qualcosa mi piace avere tutto sotto controllo: pianificare tutto minuto per minuto, visualizzare, vivere tutto nei particolari mille volte nella mia mente.

Con l’esperienza ho imparato a fare un piano principale e a tenere sotto controllo una serie sempre crescente di possibili imprevisti, inclusi degli spazi vuoti di osservazione e del “lasciar accadere”

e, nonostante questo, mi stupisco ancora…

che magnificenza la vita…

Ciò che ci accade è simile a una partita a tennis:

sappiamo che ci sono buone possibilità che arriverà la palla nel nostro campo e conosciamo il gesto tecnico per respingerla ma non sappiamo come, dove, quando, con che intensità arriverà, se pioverà, se farà caldo…

si sa che si giocherà la partita e ci si prepara a tutto.

In quello che faccio, mi piace il fatto che molte cose che per altri sono ancora sconvolgenti, per me fanno già parte del piano senza essere discriminanti.

Credo si chiami studio ed esperienza.

E poi, per sopravvivere a tutto questo, ho una gran fiducia.

Ho fiducia innanzitutto in me, a volte rasento il delirio di onnipotenza (ma lo affronto con ironia),

ho fiducia nelle persone che mi stanno accanto, nei professionisti che incontro e, soprattutto, ho fiducia nelle scelte delle persone che si allontanano.

E poi sono fortunata.

Sono fortunata perché non ricordo persone sgradevoli sulla mia strada, non ricordo persone che non hanno contribuito al mio miglioramento.

Sono fortunata perché sono molto selettiva, soprattutto nella memoria.

Sono fortunata perché, in linea generale, non ho paura.


Dedicato a chi ama ridere e sa che, come diceva Italo Svevo, “per ogni veleno esistono i disveleni”