Soli a casa … per sempre?

 

La quarantena continua.

La sua scadenza inizialmente fissata per il 3 aprile, cioè l’altro ieri, è stata prorogata al 18, quindi a dopo Pasqua. 

Quest’anno niente esodo pasquale, niente gita fuori porta, niente viaggetto al mare per prenotare l’albergo per l’estate, niente  pranzo al ristorante, niente spettacoli, niente sport.

Stiamo a casa.

Ad alleviare la clausura c’è però un fatto nuovo, lo smart working, cioè, per dirlo in italiano, il lavoro a distanza. 

Per verità non è una novità assoluta perché in certi ambiti e per determinate occasioni il telelavoro, la teleconferenza, lo studio telematico sono attivi già da tempo.

Con l’arrivo di questo strano Covid 19 e la sua rapida e spaventevole contagiosità che ci  obbliga ad isolarci in casa, il lavoro a distanza diventa una forma obbligata per esercitare, quando possibile, un’attività che tenga in vita il motore imprenditoriale del nostro Paese.

Come stiamo impegnandoci nello svolgere il lavoro da casa, agganciati al luogo di produzione di beni o servizi attraverso un computer, un telefonino, o altro strumento elettronico, così pure, parlando di sport, possiamo fantasticare che, al presente e nel prossimo futuro, persistendo i rischi di contagio massivo, diventeremo tutti tifosi e appassionati casalinghi. 

Sarà estremamente difficile, pensando al calcio (ma il concetto vale per tutte le discipline), recarsi allo stadio, o comunque sul luogo dell’evento.

La riunione di grandi folle crea pericolose occasioni di contagio per cui ad ogni persona prima di concedergli l’ingresso all’evento andrebbe fatto un controllo medico.

Se il test immunologico lo si deve fare alle diverse migliaia di persone che di solito affollano uno stadio va da se che bisogna disporre di una moltitudine di check point con personale e mezzi specialistici. 

Una impresa che, a parte l’impiego di tempo (immaginate 50.000 test  davanti a San Siro)  e ogni altro disagio, riverserebbe sul costo del biglietto oneri di notevole consistenza.

Allora, per conservare un po’ di passione sportiva, ci converrà diventare tifosi a distanza, tifosi solitari, abbonati alla poltrona o al divano di casa.

Addio quindi alle mitiche curve, alle tribune e gli stadi, pian piano, diventeranno come il Colosseo, monumenti di un’epoca passata.

Per giocare a calcio, basterà un campo erboso rasato da un robot e delimitato da bianche righe di gesso tracciate automaticamente un altro marchingegno elettronico.

Per riprendere e trasmettere la partita ci sarà una batteria di telecamere ai quattro lati ed un’altra di droni per le visioni dall’alto; il tutto comandato a distanza da una persona umana isolata in una cabina di regia perché non si contagi.

A governare poi la correttezza del gioco penserà un grande Var che rileverà ogni fallo comminando le punizioni, le ammonizioni e le espulsioni, magari emanando una luce gialla o rossa!

Cesseranno così di esistere arbitri e guardialinee.

E i giocatori? La loro professione diventerà una delle più rischiose sul piano della salute non potendo durante la partita rispettare le distanze anti-contagio.

Dovranno sottoporsi prima e dopo l’incontro ad appositi controlli medici che ne attestino l’idoneità al gioco. Insomma un mestiere ad alto rischio che non rientrerà più nelle principali aspirazioni dei ragazzi.

Anche il famoso inno dei Reds di Liverpool “You’ll never walk alone”che, dovrebbe essere aggiornato “You ever walk alone” perché intorno ai 22  in campo non ci sarebbero più gli spalti gremiti di tifosi ma solo gli occhi fissi ed inespressivi delle telecamere.

Speriamo che questo brutto momento passi, tutto torni come prima e che lo scenario futuribile sopra tracciato sia solo un ironico gioco di fantasia. Svegliamoci da questo brutto sogno!

 




In campo diamo tutto

Tra Jean Jaques Rousseau e Licia Ronzulli io preferisco la seconda.

Il primo è sicuramente più famoso, non solo per la piattaforma dei giorni nostri, ma per essere uno dei pensatori che ha più contribuito allo sviluppo del pensiero politico della civiltà europea.

La seconda già Europarlamentare ed oggi Senatore della Repubblica forse, come tutti noi, deve qualcosa agli studi ed agli elaborati del primo, relativi ai “dibattiti assembleari” ed alle “costruzioni istituzionali”.

 

Rousseau ha legato il suo nome a personaggi della storia, come Robespierre e Napoleone Bonaparte, la Senatrice Ronzulli vive in un periodo politico sicuramente meno “rivoluzionario”, nel quale di Jean Jaques si sente parlare più spesso per la famosa piattaforma di voto online, che dei suoi studi. 

 

La “piattaforma” nasce per riprendere uno dei concetti del pensatore ginevrino, quello di una democrazia diretta, senza alcun tipo di rappresentanza anche se, paradossalmente, nei fatti va nella direzione opposta in quanto aggiunge un’ulteriore intermediazione alla rappresentanza che è indicata dalla nostra costituzione.

Semplificando si passa da popolo, rappresentanti e leggi a popolo, piattaforma, rappresentanti e leggi. 

 

Jean Jaques e la sua idea della polis come esempio perfetto di patria si scontrano presto con la crescita esponenziale della popolazione che non permette più alle decisioni di essere collegiali, anche tralasciando tutte le eccezioni che c’erano fin dalle polis dell’antica Grecia, e la democrazia rappresentativa risulta essere un buon compromesso.  

 

Nelle varie stravaganze, se così possiamo definirle, di Rousseau c’è il suo astio verso la cultura, dove arriva a scrivere “l’uomo che pensa è un animale depravato”, in questo caso nessun parallelo ironico con i giorni nostri, ma, soprattutto, la sua scarsa attenzione per le nuove generazioni, come quando nell’Emilio, testo importante anche nelle scienze pedagogiche, una donna di Sparta, che aveva cinque figli nell’esercito, di fronte allo schiavo che le porta la notizia della morte di tutti e cinque si rallegra per la vittoria della battaglia.

Si evince sicuramente un grande attaccamento alla patria come sostiene l’autore stesso ma non si ravvede quello alle prossime generazioni, a partire dai propri figli.

Cinque figli sono anche quelli dello stesso Jean Jaques che decise tuttavia di non crescerli mai e costrinse la moglie ad affidarli ad un orfanotrofio appena nati.

 

A differenza delle responsabilità genitoriali non mancò certo a Rousseau l’onestà quando citando il suo Le Confessioni: “Mi sono descritto quale fui davvero: vile e spregevole quando tale sono apparso; buono, generoso, sublime quando così sono stato…” ed invita tutti a fare altrettanto “… che ascoltino le mie confessioni e gemano delle mie indegnità, arrossiscano delle miserie mie. Che ciascuno di loro scopra a sua volta il cuore ai piedi di questo trono con altrettanta sincerità; e che uno solo ti dica, se può: ‘Io fui migliore di costui!’”. 

 

Lei forse non lo dirà per modestia ma si, la Sen. Ronzulli è migliore di costui, perché si è preoccupata anche, e sopratutto, di quello che Rousseau non ha fatto, le nuove generazioni ed in particolar modo quei soggetti che non certo per loro colpa iniziano la vita in modo svantaggiato, proprio come i figli di Rousseau. 

 

Da Presidente della Commissione bicamerale per l’Infanzia e l’Adolescenza ha presentato una proposta di legge per migliorare le condizioni degli affidi ed evitare che per interessi economici e/o incompetenza si vengano a creare nuovi casi come quello passato alle cronache con il nome paese di Bibbiano, in provincia di Reggio Emilia.

Allo stesso modo, nell’ultimo periodo, dove è molto difficile per tanti ragazzi poter studiare in via telematica a causa delle infrastrutture carenti e le possibilità economiche che non consentono a tutti di sopperire alle mancanze delle prime si è adoperata con proposte, suggerimenti ed interrogativi rivolti al Ministro competente. 

 

Forse grazie a lei non avremo un nuovo trattato su quale sia il miglior modo per una rappresentanza ma, semplicemente, un futuro migliore per i nostri ragazzi.

Per chiudere mi passa per la mente una di quelle frasi che nello Sport si sentono spesso al chiuso dei ritiri, alla sera, prima dei grandi appuntamenti: “ricordiamoci di dare tutto in campo, perché domani sera sarà troppo tardi!” lo è stato, probabilmente, per i figli di Rousseau ma, anche grazie alla Sen. Ronzulli, non lo sarà per i ragazzi di oggi e quelli di domani! 

 

 

 

 

 

 

 

 

 




Il percorso iniziatico del sanscrito

Mi piaceva studiare il sanscrito perché per i filosofi indiani non si poteva essere filosofi senza prima essere grammatici.

Prima di avviare le speculazioni più raffinate, l’allievo che voleva iniziare questa avventura doveva conoscere gli strumenti.

Lo strumento del pensiero è la grammatica.

La grammatica è il codice che usiamo per avviare il pensiero e articolarlo.

Ci sono voluti millenni perché l’illuminato occidente intuisse che esiste un collegamento tra il modo di costruire un periodo sintattico e pensare.

Loro lo sapevano.

L’allievo

prima imparava lo strumento

poi lo applicava nel ragionamento

poi ancora faceva silenzio

infine parlava

A quel punto il maestro lo rimproverava perché non avevano capito nulla

e l’allievo ricominciavo da capo.

Così avanti all’infinito.

La grammatica amici cari

la grammatica.

E prima di chiederci perché una persona ragiona in un certo modo, osserviamo come parla e scrive.

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Credo quia absurdum… Italexit uber alles?

E’ difficile non cedere alla tentazione di credere allo straordinario quando la realtà appare superare l’immaginazione.

È difficile sgominare il campo da teorie complottistiche quando le dinamiche politiche ed economiche sfuggono da modelli interpretativi consolidati da anni di relazioni internazionali.

Eppure, decifrare le parole della politica in questo momento è molto difficile.

La Pandemia non arretra e l’economia mondiale è in fortissimo rallentamento.

Citare le proiezioni ed i dati macroeconomici non serve più.

Tassi di crescita e di occupazione, così, come il destino di imprese, famiglie e intere  comunità sono diventati colori, suoni, frasi senza sintassi.

In un mondo in bianco e nero, i ministri delle finanze dell’Unione Monetaria si riuniranno, martedì prossimo, ancora una volta, per discutere le misure di sostegno da adottare per i paesi più deboli della comunità europea, Italia, in prima linea.

A poche ore dalla riunione, convocata, occorre ricordarlo, dopo una pausa di riflessione di dieci giorni, i paesi europei procedono in ordine sparso.

L’Italia e la Spagna, colpite per prime dal Covid 19, sostengono l’emissione di euro bond per sostenere l’economia rifiutando interventi assistiti da condizioni che limiterebbero la propria sovranità economica e politica.

La Francia, già sostenitrice della linea italiana, ha cambiato strategia optando per misure legate al Meccanismo Europeo di Stabilità (Mes).

In particolare, i cugini francesi avrebbero pronto un piano articolato che prevede l’istituzione di un fondo gestito dalla Commissione Europea, un’iniezione di aiuti pari al 2% del Pil di ogni paese finanziato attraverso il Mes e garanzie erogate dalla Bce per la costituzione di un fondo per l’emergenza sanitaria di 20 miliardi con una capacità d’intervento fino a 200 miliardi d’euro.

L’Olanda si prepara a riaffermare la volontà di assistere le economie in difficoltà con la creazione di un fondo specifico per circa 20 miliardi di euro costituito con il contributo di tutti i paesi dell’Unione.

La Germania che tira le fila del confronto brandendo lo stemma della virtuosità dei propri conti pubblici continua a proporre l’intervento del Mes reso più attraente da una pluralità di misure: 200 miliardi dal fondo stesso, 500 miliardi attraverso l’intervento della Banca Europea degli Investimenti (BEI) e 100 miliardi, infine, attraverso un fondo gestito direttamente dalla Commisione Europea.

È evidente che la strategia tedesca, dopo l’opposizione ferma alle richieste  di procedere alla emissione di “Corona bond”, sia quella di arrivare alla riunione di martedì con una molteplicità di proposte che in realtà si risolveranno nella solita opzione: l’adozione del Mes che consente alle istituzioni europee di imporre, ai paesi richiedenti, le misure di politica economica più idonee al riequilibrio dei conti pubblici.

Una vera e propria cessione di sovranità che fa rima con austerità e tagli verticali al bilancio pubblico.

Si tratta di timori fondati.

Ne è riprova, la recente esternazione della Presidente della Commissione Ursula von der Leyen pronta a venire incontro alle richieste di aiuto attraverso il Bilancio Europeo ed il Quadro Finanziario Poliennale (QFP) che ne raccoglie gli obiettivi, per erogare a sostegno dei paesi dell’Unione un piano di 2770 miliardi di euro oltre ad un’iniziativa di sostegno per i disoccupati dei paesi aderenti per circa ulteriori 100 miliardi.

Un vero e proprio Piano Marshall per la difesa ed il rilancio dell’economia che dovrà fare i conti con la frammentazione delle posizioni sul tavolo delle trattative.

La riunione dell’eurogruppo si aprirà, probabilmente, con l’opzione del già anticipato rimando al Quadro Finanziario Poliennale che si dovrà occupare di fissare i limiti di spesa per i prossimi 5 anni.

Le cifre sono imponenti e potrebbero riuscire nel duplice obiettivo di dare risposte al crescente scetticismo sulle fondamenta dell’Unione ed essere vendute facilmente alle opinioni pubbliche nazionali come un grande successo della mediazione delle classi dirigenti.

Purtroppo, la verità è che nella riunione del dieci marzo scorso, a margine delle questioni in agenda, si è aperto un confronto, tra europarlamentari e presidenza, anche sul  QFP per il periodo 2021/2027.

Il parlamento sulla vicenda ha finito per prendere atto che gli stati membri non sono pronti a fornire le risorse necessarie per affrontare le sfide dell’Unione europea (fonte PE).

Un controsenso evidente che smaschera il sensazionalismo degli ultimi annunci.

La buona notizia, ammesso che possa definirsi tale, è che la Germania dovrà finalmente gettare la maschera e chiarire, senza ulteriori indugi, i prossimi passi.

Abbiamo già parlato nei precedenti articoli del temuto epilogo di questa vicenda.

Le fondamenta politiche dell’europa sono in crisi da diverso tempo e la recessione economica ha bussato alle nostre porte già prima del Covid 19.

La Germania che nel 2019 ha visto concretizzarsi i timori di una recessione tecnica con la caduta  dei principali indicatori economici ed il calo degli indici di fiducia, vuole scongiurare il rischio di una profonda crisi post pandemica.

I paesi dell’europa mediterranea che rappresentano un mercato fondamentale per l’industria tedesca, si trovano, oggi, nella triste condizione di poter essere condizionati attraverso semplici automatismi giuridici costruiti all’interno di situazioni di emergenza.

L’europa come l’abbiamo conosciuta fino ad oggi è, forse, giunta al termine ma abbiamo ancora bisogno di istituzioni comunitarie capaci di difendere l’autonomia, i valori libertari e democratici dalle tensioni internazionali e geopolitiche in atto.

Per questi motivi grava su tutti i paesi il compito di restituire alla politica ed alla finanza contenuti morali elevati per renderli strumenti al servizio delle comunità e non meccanismi di soggiogamento delle classi più povere.

Al prossimo incontro dei Ministri delle Finanze dell’eurozona  dovrà prevalere una visione più ampia di quella delle singole comunità locali.

Senza un accordo aperto alla solidarietà ed alla condivisione, senza una “terza via” libera da condizioni e riserve non resterà che prendere atto che una nuova pagina sul futuro dell’Unione sarà ben presto scritta sullo sfondo di una dolorosa uscita dell’Italia  (ItalExit) o di un esodo dei paesi virtuosi in una nuova area a guida tedesca, la Deusche Mark Zone.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Pandemia Finanziaria, cui prodest?

Piano Marshall oggi più che mai!!

 

 

 

 




Il valore dell’amicizia

L’amicizia è immensa ma non ha spazio.

Accoglie chiunque bussi e chiude porte con cortesia.

L’amicizia è un sentimento divino applicato a chi è anche troppo umano.

Perdona all’infinito 

ma solo chi ammette la sincerità.

L’amicizia non vuole bugie 

ma le perdona per amore della debolezza.

L’amicizia è così accessibile a chi si presenta nudo 

e inespugnabile per chi indossa veli.

Benedette quelle mattine che ci riportano agli amici.

Benedette le ore a parlare di sé perché al mondo non esiste nessun altro.

Benedetto lo spazio sacro dell’abbraccio in cui si pensa solo a chi c’è dentro.

Benedetta l’amicizia che ha spazio, tempo e affetto infinito.

Beato chi ha un amico perché il mondo sarà sempre bellissimo.




Nondum matura est…

Difficilmente Esòpo avrebbe immaginato che le sue opere sarebbero state molto utili a meglio comprendere alcuni “meme” che girano sui social ai giorni nostri. 

 

Lo scrittore greco, vissuto circa 500 anni prima di Cristo, nella famosa fiaba della volpe e dell’uva ci ricorda quanto il genere umano abbia nell’incolpare l’altro uno sport che, grazie agli dei – per rimanere storicamente con l’autore – non entrò mai alle Olimpiadi. 

 

Uno dei meme più divertenti e ad effetto è quello dal titolo “Ah, se solo ci fossero le donne al potere … il mondo sarebbe diverso” e sotto la foto della Presidente della BCE Christine Lagarde, la Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen ed il Cancelliere Tedesco Angela Merkel, tutto ad indicare che queste tre signore sarebbero la sciagura dell’Italia.

 

Analizziamole brevemente, senza nemmeno entrare nel merito delle loro “uscite” più o meno felici e dei loro provvedimenti.

Nel primo caso il Consiglio Europeo – la riunione dei capi di stato o di governo degli Stati membri dell’UE – nomina il presidente della BCE per un periodo di otto anni … decide tramite una votazione a maggioranza qualificata.

Quindi alla scelta ha contribuito il nostro Presidente del Consiglio.

 

La seconda è stata eletta dal Parlamento Europeo a maggioranza assoluta.

In questo organismo, come in quello italiano, vi sono dei gruppi che dipendono dai partiti europei di riferimento.

Quindi votando alle elezioni europee abbiamo deciso anche noi quale peso dovevano avere i vari gruppi in Europa.

Teniamo a mente che le scelte non sono Nazionali ma Europee quindi il voto nazionale va analizzato al netto delle maggioranze in tutta Europa. 

 

Ed infine il Cancelliere Tedesco.

E’ proprio quando si sente dire che la colpa dei problemi del nostro Paese è da imputare al Cancelliere Tedesco che Esòpo e la sua favola tornano attuali.

Citiamola:

 

Una volpe affamata, come vide dei grappoli d’uva che pendevano da una vite, desiderò afferrarli, ma non ne fu in grado. Allontanandosi però disse fra sé: «Sono acerbi.» Così anche alcuni tra gli uomini, che per incapacità non riescono a superare le difficoltà, accusano le circostanze.

 

Eh si, è una pretesa curiosa che il Cancelliere Tedesco faccia gli interessi degli italiani, quando questi non coincidono con quelli tedeschi!

Se poi questo è più bravo, o riesce ad ottenere di più rispetto a quello Italiano, la colpa non può essere certo sua, ma nostra! 

 

Assumiamoci le nostre responsabilità ma, al tempo stesso, facciamone tesoro e quando ci saranno le prossime elezioni ricordiamocene!

Se saremo stati capaci di mettere in campo le nostre eccellenze saranno gli altri a dire “è colpa del Presidente del Consiglio Italiano!” 

 

E in quel momento potremo finalmente fare bel un brindisi con un buon vino italiano frutto di quell’uva che non era acerba, ma solo difficile da cogliere! 

 

 

 

 

 

 

 

 

3200 giovani: il senso del Trofeo CONI Kinder+Sport




Sting: italian feelings

UN “ITALIANO” IN ESILIO: STING

Della vita artistica e privata di Gordon Matthew Thomas Sumner, in arte Sting, si conosce praticamente tutto aiutati dal fatto che non ha mai voluto tenere riservato nulla.

Scriverò a breve un pezzo, a partire da una delle band che amo di più al mondo e di cui Sting è stato il leader, i Police; oggi però vorrei raccontare di uno dei suoi grandi amori: l’Italia!

La bellissima tenuta del cinquecento situata tra le colline del Chianti in Toscana, “Il Palagio”, che abita con la seconda moglie Trudie Styler, è di un fascino spettacolare.

Qui da noi, in ogni angolo del nostro Paese (purtroppo non sempre ne abbiamo coscienza), c’è la vera Bellezza!

La Natura, l’Arte, la Storia infatti ci rendono di diritto la più grande delle Nazioni.

Rappresentare questa posizione e renderla nota ai “friggitori” del Far East o agli “yenkees” d’oltreoceano è un dovere soprattutto delle nuove generazioni di giovani italiani, che prego possano cambiare la rotta di un mondo, che in questo momento di grave emergenza planetaria si sta rapidamente smarrendo.

In molti personaggi del mondo della cultura, della scienza, dell’imprenditoria e soprattutto dell’arte e della musica hanno scelto l’Italia come loro “patria”, basti pensare a Ginger Baker dei Cream, George Clooney, Ed Sheeran, Robert Pattinson per citarne qualcuno; così il nostro “Pungiglione”.

Mi è piaciuta la frase:

«Il Palagio è casa mia, qui cresceranno i miei figli», che mostra come uno degli artisti più grandi di tutti i tempi ami intensamente il “Bel Paese” e voglia viverlo a pieno molti mesi all’anno.

Da abile imprenditore Sting ha iniziato una decina di anni fa la produzione di (ottimo) vino.

Dalla cantina di Sting escono oggi etichette di pregio dedicate alle sue canzoni più famose: dalla mitica Message in a Bottle del 1979 (un brut metodo charmat con spiccato carattere… un po’ come la band capitanata da Sting! N.d.a.) alla religiosissima Sister Moon del 1987 (un blend di uve Sangiovese, Merlot e Cabernet Sauvignon che è stato inserito nella lista dei 100 migliori vini italiani dalla rivista Wine Spectator; n.d.a.) e così via fino ad arrivare a When We Dance del 1994 (un ottimo Chianti), per poi ritornare… audite audite alla selezione di Sangiovese Roxanne!

Se vi capita di passare vicino alla splendida cittadina di Figline e Incisa Valdarno non potete non sostare presso il Farm Shop de “Il Palagio”, potrete acquistare, oltre al vino, l’olio ed il miele, rigorosamente biologici, e chissà che il commesso dello shop non abbia voglia… di cantare!

Amante dell’Italia, concittadino a tutti gli effetti, Sting ha rivelato la sua tristezza per la condizione che siamo costretti a vivere in questo periodo.

Il virus non permette nessun tipo di spostamento e anche Sting, fino a data da destinarsi, è costretto ad essere esiliato dall’Italia e dalla “sua” Toscana.

Ce lo dice con un video bellissimo in italiano.

Un augurio conclusivo: a presto Ruggero Matteo Tommaso!

 

 

https://www.youtube.com/watch?v=biI4QcTLbFQ

PERTH




La bellezza delle cose impreviste

Della mia vita, del mio lavoro, dei miei affetti amo soprattutto le cose impreviste

 

Luigi Pirandello diceva che l’umorismo è la percezione del sentimento del contrario

e a me, il fatto che le cose vadano al contrario di quello che mi aspetto, fa ridere.

La mia vita è tenuta insieme da un curioso senso del divertimento.

Mi piace svegliarmi al mattino e pensare: “chissà cosa accadrà?”,

mi piace trovarmi di fronte a situazioni che sembrano disperate e pensare: “chissà come risolverò questa cosa questa volta?”,

mi piace la risata isterica del “non può accadere veramente”.

E poi agire.

È lì che mi sento viva.

A me, della mia vita perfettamente pianificata (sì perché alla fine io pianifico tutto), piacciono gli imprevisti e le azioni o le non azioni che ne conseguono.

Quando organizzo qualcosa mi piace avere tutto sotto controllo: pianificare tutto minuto per minuto, visualizzare, vivere tutto nei particolari mille volte nella mia mente.

Con l’esperienza ho imparato a fare un piano principale e a tenere sotto controllo una serie sempre crescente di possibili imprevisti, inclusi degli spazi vuoti di osservazione e del “lasciar accadere”

e, nonostante questo, mi stupisco ancora…

che magnificenza la vita…

Ciò che ci accade è simile a una partita a tennis:

sappiamo che ci sono buone possibilità che arriverà la palla nel nostro campo e conosciamo il gesto tecnico per respingerla ma non sappiamo come, dove, quando, con che intensità arriverà, se pioverà, se farà caldo…

si sa che si giocherà la partita e ci si prepara a tutto.

In quello che faccio, mi piace il fatto che molte cose che per altri sono ancora sconvolgenti, per me fanno già parte del piano senza essere discriminanti.

Credo si chiami studio ed esperienza.

E poi, per sopravvivere a tutto questo, ho una gran fiducia.

Ho fiducia innanzitutto in me, a volte rasento il delirio di onnipotenza (ma lo affronto con ironia),

ho fiducia nelle persone che mi stanno accanto, nei professionisti che incontro e, soprattutto, ho fiducia nelle scelte delle persone che si allontanano.

E poi sono fortunata.

Sono fortunata perché non ricordo persone sgradevoli sulla mia strada, non ricordo persone che non hanno contribuito al mio miglioramento.

Sono fortunata perché sono molto selettiva, soprattutto nella memoria.

Sono fortunata perché, in linea generale, non ho paura.


Dedicato a chi ama ridere e sa che, come diceva Italo Svevo, “per ogni veleno esistono i disveleni”

 




Values and sport, a confuse matter.

It’s easy to hear the word “values” linked to the sport world, but often in a generic and confused way.

At first you may think at the famous F.I.F.A. and U.E.F.A.’s campaigns on fair play and against racism that have extraordinary visibility and worldwide resonance.

However, there are sports disciplines even better than Football to explain and teach values that can easily be moved from sports to society.

Sports practiced from a very young age, are great connectors and helpful tools in terms of personal growth and development. One of these is Gymnastics.

On the website of the Italian Gymnastics Federation there is an essay entitled “Lo Sport come strategia e cura, valori educativi e potenzialità” “Sport as strategy and therapy, educational values and potentials” where two parts can be very useful in this case: 

 

“Generally, we are not used to observe a sporting event from an educational point of view. Sport activity, on the other hand, contributes to the building of an harmonious and balanced personality, which can be the foundation to an opening to higher values ​​such as culture, social participation and the research for meanings that go beyond material and everyday aspects of life.”

Sporting life can be very important in everyday life as a driver for better relationships, respect of rules as well as for well-being in general.

Some countries did and planned significant investments in the sport world – both in educational and sporting events – and they are already achieving extraordinary results in terms of life expectancy increase and healthcare savings, with double-digit growth in percentage.

Another extremely important part of the essay is the one concerning the rules:

“Knowing and being used to play within the rules of competition, we also get used to form a system of rules that dictate us ”how to play” in everyday’s life and build a system of values ​​useful to guide our choices and decisions and to maintain a lifestyle according to an “order of importance” of our actions. Sports activity teaches how to win and how to lose”

“How to play” in everyday life. Yes, Sports allows you in a quick and intuitive way to understand the rules and standards of the society where you live in, from a very young age.

It would be impossible to ask a child to learn every action and link it to legal, illegal, right or wrong, it’s just too difficult and complex! 

It’s much easier to teach him the basic concepts by saying that beyond a given line it there is no longer the possibility to play.

Simple and intuitive! The same boy will learn very quickly how much a rule should be respected not only because itself – he could no longer play – but because even if he was the only one not to respect it, nobody else could play the game. 

Here we return to the first step where the educational values of Sports do not refer exclusively in being healthier and more educated and kind people with no racism, but these values lead to a better society, as people will clearly understand their role and how much every single action can be important for the whole community.

 




San Gennaro esiste…

Grazia ricevuta per tutti gli studenti di Italia

Tutti promossi, anche con debiti, tutti ammessi agli esami di stato, e la Maturità sarà ridotta ad un colloquio on line.

Queste le dichiarazioni ufficiose, dunque, per ora non ufficiali, veicolate da Tg com 24, questa notte.

Sugli Esami di Stato, che concluderanno l’anno scolastico, “il confronto è aperto e a giorni saranno comunicate decisioni ufficiali in merito”.

Questo è quanto rende noto il Ministero dell’Istruzione.

Al vaglio un piano di emergenza per portare a termine lezioni ed iter disciplinare in questa situazione travagliata.

E fin qui, ci siamo.

Il via libera lo si avrà solo dopo Pasqua.

E qui inizia il bello!

Perché, ormai da anni, eravamo preparati che, almeno per Pasqua, il Miur ci regalava una bella sorpresa, una nuova versione degli esami di stato.

Sapevamo, noi addetti ai lavori del mondo scuola, che avevamo due mesi di tempo per fare i salti mortali, per adattarci alle nuove disposizioni, cercando di salvare il salvabile.

E, attenzione, non lo dico solo nell’ottica di un prof, ma, anche e soprattutto, nell’ottica di un alunno, che, fino all’ultimo, non sapeva di che morte doveva morire.

Adesso, le sorprese, arriveranno in ritardo.

E saranno tante e belle, come i fuochi d’ artificio della nostra Ministra, che, ogni giorno, ne spara una nuova.

Si torna a scuola, sì o no? Non si sa…

Se sì, quando? Vedremo…

E dunque, gli esami ci sono oppure no? Stiamo valutando…

Ed in che modo? Ci stiamo pensando…

Ma, per favore, state zitti, Lei, cara Ministra ed il suo entourage.

State zitti, che è meglio!

E già, perché, lo volete capire, che più dichiarazioni rilasciate e rimangiate, con gli organi di stampa, è peggio è?!?

Smettetela di confondere, famiglie, studenti, insegnanti, presidi, personale di segreteria…

Siate onesti, non avete le idee chiare, parlo a voi politici, su quando si tornerà a scuola, se il rientro nelle aule sarà ipotizzabile per maggio, oppure si chiuderà

l’anno scolastico con i ragazzi a casa fino a giugno.

A conferma di quanto le dichiarazioni contraddittorie confondano l’opinione pubblica, oggi, sul quotidiano “La Repubblica”, sono circolate alcune indiscrezioni circa l’anno scolastico in corso.

Secondo il giornale, nessuno studente perderà l’anno, ma non ci sarà un “6 politico” per decreto.

Questo sempre che, nel primo quadrimestre, il voto in materia sia stato al di sopra di 4.

Praticamente, che messaggio passa?

Avanti tutti, dal quattro in su… 

 

Inoltre, riguardo agli esami di Maturità, l’unica certezza è che non ce ne sono.

Valutiamo insieme le ipotesi possibili.

 

Prima ipotesi.

Tutti a scuola il 4 maggio, come dice Renzi. 

Se dovessimo ritornare tutti in aula ai primi di maggio (cosa al momento remota), si prevede l’ammissione all’esame per tutti, indistintamente, anche quelli che avevano qualche insufficienza.

E già qui, primo errore, ma, perché dirlo adesso?!?

Così, si penalizzano gli studenti responsabili e coscienziosi.

Quelli che si sono sempre impegnati, sia prima, con la scuola tradizionale, che adesso, con la sfida della didattica digitale.

Che senso ha la partecipazione, l’impegno, la costanza, se tanto, tutti sono ammessi all’esame?!?

Ma soprattutto, così facendo, svendendo l’ammissione all’esame e praticamente regalando la maturità a tutti, si va a premiare i furbi ed i lazzaroni, quelli che non hanno mai fatto niente, né prima, né dopo.

Bel modello educativo che forniamo ai nostri alunni!

E poi ci riempiono la bocca con la storia delle competenze trasversali di educazione alla cittadinanza!

Poi, non lamentiamoci se, dalle nostre classi, quest’ anno più che mai, usciranno dei futuri cittadini allenati a fare il minimo, convinti che tanto tutto il resto è dovuto.

 

Inoltre, col rientro ai primi di maggio, secondo i geni del Miur, ci sarebbero quattro settimane piene di lezioni e il 17 giugno potrebbe esserci il primo scritto di italiano.

Infatti, passata l’emergenza, è un attimo, recuperare il programma ed arrivare tutti insieme, appassionatamente agli esami!

Del resto, è risaputo, dopo Gesù Cristo, i miracoli li fanno i prof!!!

Le tracce però, attenzione, dovrebbero tenere conto che il programma del secondo quadrimestre nessuno è riuscito a concluderlo.

Alle commissioni verrebbe data grande autonomia di scelta di argomenti.

Altro errore madornale.

Il selvaggio West.

Ognuno per sé e Dio per tutti!

Però, c’è sempre un però.

Non è mica detto. 

Infatti, tra un po’, ci diranno, no dai stavamo scherzando…

 

Seconda ipotesi.

Per quest’anno nessuno torna in aula.

La data limite, secondo gli esperti, è appunto il 17 maggio.

Oh, almeno una certezza c’è, direte voi…

No, attenzione, altra sorpresa!

Se le scuole rimarranno chiuse fino al 17, l’esame di Stato dovrà essere completamente diverso.

Tutti saranno ammessi, ma non ci saranno due scritti, tutto sarà concentrato in un unico colloquio, davanti alla commissione.

Eh qui, immaginate la festa dei nostri alunni, niente più versioni di latino al classico, niente più studio di funzioni allo scientifico, men che meno analisi di bilancio per i futuri ragionieri.

Un esame di un’ora e con alcuni esercizi matematici o di traduzioni, dipende dal percorso scolastico.

In quest’ultimo caso, l’intero colloquio dovrebbe valere 60 punti su 100, con gli altri 40 assegnati con l’analisi degli anni scolastici di terza e quarta superiore.

La data di inizio degli esami di Maturità è sempre quella del 17 giugno, con conclusione prevista entro metà luglio.

 

Terza ipotesi.

Stiamo a vedere.

Cioè, navighiamo a vista.

Se dovessimo trovarci in un’altra situazione di lockdown a tempo indeterminato, allora tornerebbe in auge l’esame online per tutti.

Maturità, maxi colloquio.

Terza media, mini colloquio.

Per tutti gli altri promozione garantita.

Praticamente, una grazia ricevuta, nel vero senso della parola!

Ma, attenzione, la Ministra Azzolina, si è precipitata a dire la “promozione di massa” non significa non recuperare quanto non fatto o lasciato indietro in questi mesi.

Almeno settembre e ottobre del prossimo anno scolastico saranno utilizzati per recuperare.

Ai ragazzi sarà chiesto uno sforzo in più, anche di tempo.

Il programma andrà recuperato e questa volta senza sconti!

Eh, già, come al solito, quando i buoi sono fuori dalla stalla …

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Quando lo strafalcione diventa esame di stato, la scuola che non c’è più…

Se lo dice Lui …

sdidatticamente parlando e non solo