Betapress aiuta la protezione civile: 20% del ricavato del libro COVID-19 sarà donato.

Lodevole iniziativa del gruppo editoriale verrà illustrata durante la presentazione del libro della redazione di Betapress.it

Sabato 14 novembre 2020 alle h 10,00 verrà presentato sui canali social di betapress.it il libro “Covid 19 – parole, opere ed omissioni di un periodo pandemico ancora oscuro”.

Betapress, nasce nel 2016 su iniziativa di un gruppo di intellettuali scontenti dalla situazione politica italiana decisi a creare una voce critica e apartitica.

Dal 2016 ad oggi Betapress si è imposto come voce fuori dal coro su argomenti importanti del mondo della scuola.

Ha varato importanti iniziative come #iocihoprovato per la difesa di coloro che vengono mobbizzati sul lavoro, o “salute donna” contro la violenza sulle donne, “la generosità circola” iniziativa di negozianti di tutta Italia che hanno raccolto fondi per enti locali impegnati nel fronteggiare l’emergenza Covid; ha preso inoltre posizioni contro i concorsi dsga e ds della scuola promuovendo una “class action”.

Betapress è completamente gratuito, non ha pubblicità, chi legge i suoi

articoli non viene mai distratto da adv o banner, ma può usufruire del

giornale senza essere disturbato.

Betapress è un esperimento giornalistico nuovo che ha come valori

fondanti la verità e la chiarezza, su Betapress tutte le idee trovano asilo e

riparo, il nostro “focus” è la tutela della “notizia”.

Noi di Betapress ci riserviamo il lusso di poter dire la verità liberi da

qualunque tipo di ingerenza esterna.

Il libro intende conservare la memoria storica del primo periodo pandemico sforzandosi di parlare non solo del covid.

Lo scopo della pubblicazione è quello di non perdere il filo logico di questa era storica  per poter, un giorno di un futuro non troppo lontano, poter iniziare a capire questo periodo storico complicatissimo.

Per creare un senso di continuità con una delle azioni promosse da betapress.it, la redazione partecipa all’iniziativa “la generosità circola” iniziativa di negozianti di tutta Italia che hanno raccolto fondi per enti locali impegnati nel fronteggiare l’emergenza Covid.

CCEditore devolverà il 20% dei proventi della vendita del libro alla protezione civile in favore del supporto per l’emergenza COVID.




La dipendenza del predatore

Il predatore sarebbe talmente tanto inutile senza la preda che, per tenerla, le dice “senza me non vali nulla”.

Le frasi sono sempre le stesse, quelle in cui il mascolino (la parte aggressiva) dice al femmineo (la parte più delicata):

“Se te ne andrai non troverai nessun altro che ti prenderà”

“Senza di me non vali nulla”

“Se qualcuno ti stima è solo perché sei legata a me”

“Se lasci questo lavoro non troverai di meglio”

“Solo io posso aiutarti”

“Non esiste per te altra strada all’infuori di me”

“Certo, senza di me potresti anche farcela… ma non con gli stessi risultati”

…E sono frasi che arrivano in ogni ambito, in ogni momento della vita e dei rapporti, umani, sentimentali e lavorativi.

Sono frasi intelligenti, subdole; fendenti che vanno dritti al cuore.

Ma per sciogliere ogni stregoneria basta riconoscerla.

Il predatore esiste solo se ha una preda; se la preda va via, il predatore perde perfino la sua identità e sparisce in una nuvola di polvere cadendo nell’oblio.

La verità è che la preda può diventare tutto ciò che vuole ed è il predatore a non essere nulla senza la preda.

[immagine: Giuditta e Oloferne di Caravaggio c.1597]




Sesso a colazione

Dopo l’amore ai tempi del colera, il sesso ai tempi del covid.

Alzi la mano chi tra noi non si sente addosso il marchio a fuoco del covid.

Chi tra di noi è rimasto quello che era ed ha mantenuto quello che aveva.

Alzi la mano chi non ha perso qualcuno o qualcosa.

Salute, lavoro, soldi, ruoli, abitudini…

Ma anche persone, affetti, legami, rituali…

Oggi però, come redazione di betapress, non vi parleremo della crisi sanitaria o di quella economica o di quella sociale.

Vi parleremo della crisi psicologica, relazionale, affettiva, ma soprattutto sessuale.

In tal senso abbiamo avuto il piacere di intervistare la Dott.ssa Giulia Alleva, laureata in psicologia, specializzata in sessuologia.

Betapress- Buongiorno Dott. ssa, ci parli un attimo della sua formazione Alleva- Eccomi, sono Giulia Alleva, laureata in Psicologia con una tesi che mi ha appassionato moltissimo: ho svolto una ricerca sulla sessualità femminile e sulla presenza delle disfunzioni sessuali più diffuse. Ho riscontrato che la sessualità è molto legata anche ad alcuni tratti di personalità, come l’autostima sessuale e il perfezionismo sessuale

Appena dopo la laurea, ho deciso di dare spazio a un’altra delle mie grandi passioni: il viaggio. Muoversi, con occhi nuovi e scoprire qualcosa che è altro da te.

Con questi presupposti, ho passato due settimane di studi antropologici in India sud occidentale con l’idea di svolgere la mia stessa ricerca di laurea sulle donne di quel luogo.

Purtroppo, gli organizzatori mi hanno sconsigliato di farlo: gli strumenti utilizzati per indagare la sessualità erano prima di tutto pensati per le donne occidentali e, in più, il contesto dei villaggi in cui ci siamo mossi era ancora molto arretrato, sia per la condizione femminile delle donne indiane che per la loro difficoltà ancestrale ad aprirsi nel parlare di sessualità. 

Dopo questo viaggio, forte, scottante e significativo, ho iniziato una full immersion di tirocinio di un anno per imparare come realmente nella pratica funzionasse il lavoro di psicologa.

E’ stato estremamente formativo, e nel frattempo ho iniziato un corso di perfezionamento in cui ho conseguito il titolo di consulente sessuale.

Adesso, non vedo l’ora di continuare i percorsi di sessuologia clinica e psicoterapia!

Betapress- Allora, Dott.ssa Giulia, partiamo dalla nostra situazione attuale, cioè la sessualità ai tempi del covid, come gestire il desiderio sessuale durante il lockdown in Italia, e più in particolare quali sono i problemi sessuali e/o i disagi psicologici specifici di questo periodo.

Alleva- La pandemia globale Covid-19 ha, probabilmente, influenzato la sessualità di ognuno, in modi certamente diversi, anche in base alla situazione relazionale e abitativa della persona.

Partiamo, ad esempio, dalle coppie monogame e non monogame conviventi, che potrebbero trovarsi a lavorare a casa insieme in smartworking h24.

Per queste coppie, i risvolti possono essere duplici: da un lato, più tempo disponibile per avere contatti sessuali, dall’altro, invece, si può verificare un calo del desiderio sessuale.

La diminuzione del desiderio può avvenire quando, stando sempre insieme, diventano infrequenti le situazioni erotiche misteriose o sorprendenti, praticamente la quotidianità forzata, può spegnere il desiderio e l’attrazione reciproca.

Betapress– Una sorta di saturazione sessuale, diciamo. Dott.ssa, ci sono delle strategie per riaccendere il desiderio in queste coppie H/24?

Alleva– A queste coppie, consiglierei di ritagliarsi dei momenti specifici per dedicarsi all’altro mettendo da parte il lavoro una volta terminato e pensando a dei piccoli gesti che possano risvegliare l’erotismo: immagino, ad esempio, un bagno erotico a due, un massaggio che possa coinvolgere i cinque sensi, con candele profumate per esempio, oppure una cena afrodisiaca con gli abiti preferiti dal partner.

Betapress– E le coppie che invece sono lontane e vivono il divieto di incontrarsi?

AllevaPer le coppie monogame non conviventi attualmente in zona rossa, potrebbe essere invece un periodo complesso a causa dell’impossibilità di vedersi.

Viene a mancare il contatto sessuale fisico, quello fatto di corpo e di sensazioni forti.

Certamente, non è possibile sopperire alla mancanza del contatto fisico, ma ci possono essere alcune strategie utili per migliorare i propri contatti sessuali in questo periodo.

 

Betapress– Immagino che non potrà consigliare ai nostri lettori di eludere alla sorveglianza e di produrre una certificazione falsa con la dicitura “validi e comprovati motivi sessuali”?!?

 

Alleva– Tutt’altro! Per queste coppie che devono gestire il loro desiderio sessuale non vissuto in presenza, ho ben altri consigli da dare…

 

Betapress– Per esempio?

 

Alleva– Per esempio, è possibile usare il sexting, o praticare autoerotismo in videochiamata con il partner raccontandosi le stimolazioni preferite, così da poterle poi replicare una volta riuniti.

Ma c’è di più…Esistono anche sex toys che possono essere azionati a distanza dall’altro partner, che può decidere di iniziare la stimolazione “all’insaputa” del partner, creando un coinvolgente gioco erotico.

 

Betapress– Il discorso si fa piccante…E per chi è solo, senza una relazione stabile, né in presenza, né a distanza?

 

Alleva– Per le persone che non hanno una relazione fissa o sono single, forse in questo momento incontrare un* nuov* partner può essere davvero complesso. Soprattutto per chi già vive da solo in zona rossa, non poter avere contatti con l’esterno può far crescere sentimenti di isolamento e solitudine.Questi sentimenti sono del tutto normali, ma è possibile effettuare, per chi lo desidera, degli incontri sessuali virtuali.

Le videochiamate, ormai molto utilizzate sia per lavoro che per mantenere i contatti familiari, hanno iniziato a essere utilizzate come vere e proprie piattaforme di incontri sessuali online.

Anche in questo caso, nulla può sopperire al contatto fisico, però esistono certamente degli stratagemmi per mantenere attiva la propria vita sessuale.

Praticare autoerotismo può essere, in questo periodo, un modo per scoprire sé stessi e il proprio piacere, ma anche per rilassarsi, per scaricare la tensione dovuta spesso alla difficoltà della vita quotidiana e alle frequenti brutte notizie riportate dai telegiornali.

 

Betapress– Ma, Dott.ssa, non è pericoloso ricorrere al sexting?

 

Alleva– Per quanto riguarda l’uso del sexting o il sesso online: è importantissimo avere il consenso della/e persona/e con cui si sta facendo sexting sulle pratiche sessuali da utilizzare e, inoltre, bisogna sincerarsi che le proprie immagini erotiche non siano diffuse online. Per chi pratica sexting con persone che non conosce un consiglio può essere quello di non mostrare il proprio volto, intrigando il partner attraverso una narrazione orale che possa accendere la fantasia. Sesso sicuro sì…anche online!

 

Betapress-Dottoressa, sesso a parte, in questi ultimi mesi si è registrato un incremento di forme depressive, ed in generale, viviamo un po’ tutti una sensazione di disagio collettivo. Come possiamo stare meglio?

Alleva– Ha ragione, bisogna lavorare sul benessere psicologico in generale, non solo sessuale, della persona.

Provare sentimenti negativi come tristezza, ansia, isolamento e solitudine può essere davvero molto comune: è importante “stare” in queste emozioni, non rifuggirle ma dare loro un significato.

Un suggerimento per affrontare queste emozioni negative può essere quello di ritagliarsi dei momenti specifici nella giornata per coltivare il proprio benessere personale.

Stare bene in questo periodo così complesso può significare ripartire dalle piccole cose: prova a pensare a quali “cose” hai sempre desiderato fare ma non hai mai avuto tempo. Imparare una nuova lingua? Seguire un corso di cucina? Seguire un corso di educazione sessuale? Fare sport? In questo periodo il web pullula di iniziative che puoi seguire da casa e possono essere il tuo momento di benessere quotidiano. 

Betapress– A proposito di corso di educazione sessuale, abbiamo scoperto che Lei è l’autrice di “Parliamone a colazione”. Di che si tratta?

Alleva– “Parliamone a colazione” è il mio primo progetto di educazione sessuale, che tanto mi ha fatto battere il cuore.

Un giorno ho sentito dire: “non si parla a tavola di sessualità, è sconveniente!”.

Io, allora, ho cercato con tutte le mie forze di sfatare questo tabù: la sessualità non è una “cosa sporca” e se ne può parlare insieme, con i dovuti modi…anche a colazione!

Ho deciso, quindi, di portare avanti questo progetto con un percorso pensato per abbattere i tabù sulla sessualità femminile, un percorso per co-costruire insieme, tutte insieme, una nuova narrazione della sessualità.

Non si tratta di “semplici” webinar, ma sono veri e propri incontri partecipativi in cui ci si confronta, si parla e ci si muove insieme verso nuove prospettive, senza mai giudizi o pregiudizi.

Betapress– Ma sono corsi on line o in presenza? E con che tappe di percorso?

Alleva– Il corso è stato on line nel primo lockdown, in presenza quest’ estate, ed ora sarà ancora on line.

Parliamone a colazione si articola in cinque incontri. Nel primo corso attualmente attivo, si parte per un viaggio che comincia dal corpo: conoscersi è la base per provare autostima e piacere sessuale. Ci muoviamo, poi alla scoperta di come il corpo e la mente reagiscono allo stimolo sessuale: parliamo di desiderio, eccitazione e di orgasmo. Infine, nelle ultime due lezioni affrontiamo i due binari importanti della sessualità che si alimentano vicendevolmente: la sessualità in relazione e quella “da sole”, quella masturbatoria che può accompagnarsi ai sex toys!

Betapress– Qual è il Profilo medio dei suoi iscritti età, livello culturale, argomenti preferiti… 

Alleva – Il bello di “Parliamone a colazione” è che è aperto a tutti. Dato che gli incontri sono molto partecipativi e si cerca di creare nuove narrazioni tutti insieme, è davvero per me illuminante e stimolante quando si incontrano i pensieri di persone con le loro unicità: età diverse, livelli culturali diversi, orientamenti sessuali differenti, identità di genere differenti.

E’ grazie alla “diversità” che c’è la possibilità di sviluppare un pensiero creativo e avere un reciproco scambio di narrazioni, è proprio questo il bello! 

Generalmente, gli argomenti che suscitano maggiore interesse sono i motivi per cui nelle coppie di lunga data avviene un fisiologico calo del desiderio, la costante dialettica tra orgasmo clitorideo e vaginale e, forse il tabù dei tabù: la masturbazione femminile. Molto interessante è anche l’approccio all’incontro sulle modalità relazionali, che spesso è in grado di smuovere molto la prospettiva dei partecipanti rispetto alle relazioni monogame e non monogame.

Betapress– Feedback ottenuto positivo riscontro/ criticità?…

Alleva– Sono davvero contenta dei feedback ottenuti dalle partecipanti delle prime due edizioni del corso: tutte si sono sentiti davvero a loro agio nel raccontare di sé, proprio come in una colazione tra amiche! Mi ha fatto particolarmente piacere che anche persone che già mi conoscevano prima del corso si siano sentite a proprio agio e mai giudicate.

Al secondo corso, infatti, moltissime ragazze del primo hanno convinto amiche, sorelle e conoscenti a intraprendere lo stesso percorso! 

Una criticità che posso evidenziare è che, spesso, è difficile decidere di mettersi in gioco in prima persona, probabilmente per l’intimità degli argomenti trattati. Di frequente, infatti, le partecipanti mi raccontano delle loro amiche molto curiose delle informazioni trasmesse al corso, ma che non decidono, forse per timidezza, di intraprendere il percorso. Tanti sono ancora purtroppo i tabù verso questi argomenti. 

 

Betapress– A quanto pare, un’iniziativa vincente, ma non è difficile il corso on line?

Alleva– Visto il grande successo delle prime due edizioni, rispettivamente online su Zoom nel periodo di maggio e giugno 2020 e di persona a Novara nel periodo di settembre-ottobre 2020, ho deciso di riproporre il corso online in partenza il 18 novembre 2020.

Ho riscontrato che il corso online nulla toglie a quello di persona: se, in apparenza si può pensare che lo schermo possa creare una barriera invalicabile, spesso aiuta a dare coraggio e a esporsi su argomenti così intimi, amplificando, al contrario, la partecipazione.

 

Betapress– Per il nostro pubblico femminile, Dott.ssa alleva ha un messaggio esclusivo per le ragazze che vivono le prime esperienze, per le donne che devono giostrarsi tra sessualità e maternità, per affrontare la questione menopausa, per la sessualità in tarda età…

Alleva– “Parliamone a colazione”, cioè il coraggio di mettersi in gioco in prima persona ed affrontare il tema della sessualità fa bene, comunque alle donne in primis.

“Parliamone a colazione”, non è un corso, ma un percorso.

E’ un percorso che può far bene alla sessualità ad ogni età in quanto porta alla luce diversi tabù e dà l’occasione di ottenere nuove consapevolezze. Con ciò, non si intende certamente eliminare le peculiarità che avvengono nella sessualità durante ogni fase del ciclo di vita, anzi.

Spesso, queste peculiarità emergono tramite il confronto con gli altri e arricchiscono la narrazione condivisa. 

Mi sento di dare un piccolo consiglio per le persone che si apprestano a vivere le prime esperienze sessuali: informarsi è il primo passo per vivere serenamente e consapevolmente le prime esperienze. Il consenso sulle pratiche sessuali che ci va di attuare è davvero fondamentale: se non vi va di fare qualcosa, è importante saper dire di no e al contempo accettare il “no” del/della partner. 

Anche la gravidanza può essere un momento peculiare nella vita sessuale: è normale che nei primi tempi dopo il parto possa esserci un calo del desiderio ma è importante mettere in gioco una buona comunicazione con il partner su come potersi riavvicinare non solo come coppia genitoriale ma ancora come partners sessuali, con i desiderati modi e tempi.

Infine, un grandissimo tabù è quello della sessualità durante la menopausa e dopo: questo momento particolare non significa un’interruzione forzata della sessualità, anzi. Anche in questo caso, con una buona comunicazione con il partner, una diversificazione delle stimolazioni sessuali che possano portare novità alla vita sessuale, la sessualità può vivere addirittura una seconda rinascita. Questo momento, infatti, porta con sé maggiori consapevolezze e può essere possibile vivere la sessualità in modo ancor più libero e felice.

Betapress– La ringraziamo moltissimo, Dott.ssa Alleva per il tempo che ci ha dedicato e per i preziosi consigli forniti ai nostri lettori.

E certi di fornire un servizio al nostro pubblico, anticipiamo che come redazione di betapress, avremo l’onore di avere la Giulia Alleva, come consulente psicologa e sessuologa, nella nostra rubrica on line “Storie di donne”.

A proposito, scriveteci la vostra storia, e nel pieno rispetto della privacy, ne parleremo in diretta con la nostra Dottoressa e vedrete che le parole, vostre e nostre, ci/ vi aiuteranno a formattare i pensieri e a schermare le paure. 

info@betapress.it

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Quando la casa è l’ultima spiaggia

 

Le Chat: estensioni della fuga dal matrimonio…

 




“Il Battesimo di Ondina”

Il Progetto che ispira le persone a essere felici.

Basandomi sulle ricerche condotte dal Dott. Masaru Emoto ho elaborato un Progetto che ha lo scopo di ispirare le persone a essere felici e, se già lo sono, a esserlo di più.

Come?

Ispirandosi al comportamento dell’acqua: l’unico elemento in natura a cambiare stato – solido, liquido, gassoso – pur rimanendo chimicamente fedele a se stessa, alla sua vera Essenza.

Ed ecco che, rimanendo fedeli ai nostri Valori, anche noi possiamo aprirci al cambiamento e “fluire” con la vita verso la nostra foce, ciascuno di noi la sua: lo Scopo per cui siamo nati.

I tre Presupposti.

 

  1. Tutto ciò che esiste è composto di particelle “danzanti”, che vibrano a determinate frequenze (oscillazioni al secondo).
  2. Tutto ciò che esiste è composto, per una buona percentuale, da acqua.

    Ricerche scientifiche hanno dimostrato che l’acqua ha una memoria: è un data base universale di informazioni di tutto ciò che accade.

    Il Dott. Emoto, fotografando molecole d’acqua ghiacciate, si è accorto che esse reagiscono a suoni, musica, parole, pensieri e intenzioni con cui vengono a contatto, cambiando colore e forma.

  3. Anche noi esseri umani siamo fatti per circa il 75% d’acqua.

    Se scegliamo con cura i nostri pensieri e le nostre parole, l’acqua di cui siamo fatti sarà bella, trasparente e luminosa!

    La Value Proposition del Progetto “Ondina Wavelet World” riassume in modo esemplare quanto detto fin qui.

    Dice: “O.W.W. è un Progetto di Informazione, Educazione e Intrattenimento che, servendosi del potere creativo delle parole, ispira le persone alla ricerca di uno scopo ad aprirsi al cambiamento per scoprire chi sono, i valori che le guidano, il loro messaggio al mondo.

    Così che, esprimendo al meglio la loro autenticità, possano vivere una vita nella pace, nell’amore e in piena libertà.”

 

I Cinque Canali.

Il Progetto si declina in cinque canali di comunicazione diversi e complementari, che possono raggiungere un’audience potenzialmente di tutte le età:

  • Il VLOG
  • Il LIBRO in duplice versione: per bimbi in età prescolare e per ragazzi
  • Il TALK SHOW
  • La WEB RADIO
  • Il FILM D’ANIMAZIONE

Si parte da qui.

Si parte dal Canale YouTube “Jasmine Laurenti”.

Nato come archivio in cui raccogliere spezzoni di film doppiati e spot pubblicitari ai quali ho prestato la mia voce, si trasforma in “VLOG”: un video blog, video diario in cui pubblicare, ogni giorno, le Rubriche di “TELE ONDINA”, Playlist dedicata al Progetto.

È un atto profetico, il mio: utilizzare quello che c’è come se “già fosse” ciò che diventerà: una Web TV che trasmetta solo Buone Notizie!

Sono partita con le Rubriche condotte da me: la “Buonanotte da Eroe” e il “Soul Talk” (tra poco ve ne parlo in dettaglio).

Nel tempo si è formato un Team di Esperti nei rispettivi ambiti di competenza: gli Eroi di Ondina.

Eccoli, me compresa, in ordine alfabetico.

 

I Favolosi Cinque Eroi di Ondina.

ROSITA DORIGO: l’inventrice del “Food Design”.

C’è chi racconta storie fatte di parole … E chi invece le racconta con il Cibo e il Vino.

Rosita si è inventata la professione di “Food Designer”, “Experience Creator”, “Art Catering Artist”.

Il suo Valore aggiunto nel mondo?

Progettare, organizzare e realizzare Esperienze multisensoriali che vedano come protagonisti cibi e vini scelti ad hoc per la loro provenienza, genuinità, qualità.

Non solo: Rosita si diverte a combinare tra loro fragranze e sapori, in modi che raccontino una storia, mille storie.

Il suo pallino è presentare come si conviene prelibatezze e vini “giusti” insieme, in paradisiaci connubi.

La sua Vision è creare una Cultura del Food raccontando in ogni piatto, ogni bicchiere, ogni evento pubblico o privato, una storia affascinante e sempre nuova.

 

PAOLA FERRARO: Consulente di “BenEssere OL3”.

Paola è autrice del libro “Aldilà dei Sensi”, Formatrice e Organizzatrice di eventi e di seminari di consapevolezza.

Esercita la sua attività di Consulente di “BenEssere OL3” – Benessere a 360° – utilizzando diversi strumenti quali le costellazioni quantiche sincroniche, la numerologia e l’aloe vera (pianta alchemica usata come strumento di trasformazione che va a lavorare anche nel corpo).

La sua Mission è suggerire a chi si rivolge a lei i modi via via più utili per raggiungere un Benessere a 360° che includa corpo, anima e spirito.

Paola ama prestare attenzione alla sincronicità degli eventi, alla simbologia e alle metafore con cui la vita, nel suo flusso quotidiano, ogni giorno ci parla.

 

JASMINE LAURENTI: la doppiatrice che doppia se stessa.

Per tutta la vita ho dato la mia voce a parole altrui: i miei primi dieci anni di carriera li ho trascorsi alla radio come talk show host e speaker pubblicitaria.

Poi mi sono trasferita a Milano per intraprendere l’attività di doppiatrice cine televisiva. E sono volati altri trent’anni.

Infine, mi sono resa conto di avere un mio Messaggio da dare.

Così, ho deciso di doppiare me stessa.

Oggi faccio la giornalista e collaboro, fiera del mio affascinante ruolo, con BetaPress.it.

Inoltre accompagno i Leader a essere impeccabili nel loro modo di comunicare in video, in podcast e in eventi dal vivo.

Mi dedico al Progetto “Ondina Wavelet World”, creando ogni giorno modi nuovi per dire al mondo che, per essere felici, basta decidere di esserlo: curando il proprio benessere fisico, mentale e spirituale, adottando uno stile di vita sano e, soprattutto, scegliendo con cura le parole da pensare, dire e agire.

 

ANTONIO OLIVER: lo Stilista dal Cuore d’Oro.

Artista Contemporaneo innamorato della Donna e della Bellezza, Antonio Oliver è lo Stilista delle Dive e di tutte noi che sogniamo di avere, nel nostro guardaroba, un abito da Principessa.

Nato in Brasile, nel 1992 si è trasferito a Milano dove si è diplomato alla Scuola di Moda “Burgo”.

Collabora con varie Scuole di Moda come l’Istituto Marangoni e l’Istituto Europeo di Design presso il quale è docente, con il Politecnico di Milano e ovunque sia richiesta la sua preziosa consulenza.

Uomo dallo straordinario talento creativo e dal cuore d’oro, nei primi Anni Novanta dà vita a “Progetto Moda”, allo scopo di realizzare eventi e sfilate di moda a fini benefici.

Due le sue nobili cause: i bimbi meno fortunati e la salvaguardia dell’ambiente.

Nel 2017 viene insignito di due prestigiosi premi:

– il Premio Internazionale “Il Dono dell’Umanità” conferitogli dall’Associazione “Amici del Dono dell’Umanità”;

– il titolo onorifico di “Ambasciatore per i Diritti Umani”, conferitogli dall’Associazione Per I Diritti Umani E La Tolleranza Onlus, per il suo contributo alla diffusione del messaggio sui diritti umani.

 

LUCIA RIBEIRO: la Cuoca dei Vip.

Esuberante come il samba della sua terra natia, vulcanica creatrice di succulente meraviglie, Lucia è una forza viva della natura: guardarla volteggiare tra i fornelli, fra un vassoio di pão de queijo appena sfornati (micro pagnottelle al formaggio, tipica prelibatezza brasiliana) un brigadeiro “dietetico” (dolce brasiliano al cioccolato, ricchissimo di zucchero nella sua versione classica ma riadattato per poter essere gradevole a un palato europeo) e la sua famigerata torta vegana soffice e leggera come nuvola, mette già di buon umore.

Lucia scrive libri, organizza eventi e sfilate di moda, fa da manager a sua figlia Anna (modella e indossatrice), dipinge e cucina.

Prepara per i vip e i loro ospiti, a pranzo o a cena, incredibili manicaretti.

Sempre con quella verve che fa di lei una persona luminosa e simpaticissima.

 

Il Palinsesto di Tele Ondina …

… ospitata dal Canale YouTube “Jasmine Laurenti”, mente creativa del Progetto Multimediale “Ondina Wavelet World”, prevede i seguenti appuntamenti.

LUNEDÌ

Ogni LUNEDÌ sera è dedicato alla lettura interpretata di Parole ad altissima frequenza vibrazionale: è la “Buonanotte da Eroe”, il virtuale giardino incantato dove gli Eroi dei nostri tempi si danno appuntamento per concedere alla mente una pausa rinfrescante, preparandosi a un sonno tranquillo e rigenerante.

Alle 22:00 live sul Profilo Instagram @thejasminelaurentishow e a seguire alle 22:30 sul Canale YouTube “Jasmine Laurenti”,

Qui offro la mia personale interpretazione di aforismi, poesie, racconti, capitoli estratti da libri di Autori Vari.

Denominatore comune delle Opere scelte: l’essere composte da parole brillanti, belle, buone, come puntini luminosi in Messaggi ricchi di Valori e Valore.

MARTEDÌ

Ogni MARTEDÌ, sotto forma di post sulle varie piattaforme social o di podcast, il pubblico riceve un pensiero sul quale meditare … Un Pensiero composto da parole “alte” e dal grande potere creativo, trasformativo, ispirazionale.

MERCOLEDÌ

Ogni MERCOLEDÌ alle 11:11 si apre un tempo speciale: 33 minuti dedicati al BenEssere del corpo, della mente e dello spirito.

Un BenEssere a 360° che si declina in diverse discipline e altrettanti colloqui con esperti di nutrizione, naturopatia, fitoterapia, floriterapia …

Un ritorno a Madre Natura e ai suoi verdi Rimedi dalle proprietà calmanti, depurative, disintossicanti.

Ogni mese parte un gruppo, guidato su whatsapp, per un viaggio detossinante di 9 giorni, durante il quale viene seguito il metodo “EasyDetox” messo a punto dal Dott. Patrizio H. Barbon con nutraceutici a base di aloe vera, pianta dalle molteplici proprietà alchemiche trasformative che, purificando il corpo, fa ritrovare ai “viaggiatori” energia, lucidità mentale e un’accentuata sensibilità spirituale.

GIOVEDÌ

Il GIOVEDÌ è il giorno dedicato al “Food Design”: “Le Mille E Una Storia”.

Alle 22:30 sul Canale YouTube “Jasmine Laurenti” Rosita Dorigo, l’inventrice del “Food Design”, coinvolge in affascinanti StoryTelling chi desideri affacciarsi a nuove prospettive sul Cibo e i Vini come Strumenti d’Arte in cucina, a tavola e in Eventi multisensoriali.

Il nobile Obiettivo è quello di creare una Cultura del Food & Wine, restituendo loro la dignità che meritano in una cornice degustativa multisensoriale.

VENERDÌ

Il VENERDÌ è tempo di “Soul Talk”: il late night talk show con Jasmine – alias Ondina Wavelet – e ospiti sempre diversi che abbiano una bellissima Storia da raccontare, un Messaggio di Valore da condividere, un Esempio di Vita da offrire per ispirare gli spettatori a credere in loro stessi e nei loro sogni più ambiziosi.

SABATO

A cadenza quindicinale, in giorno di SABATO, ci raggiunge lo Stilista internazionale Antonio Oliver con “Il Bon Ton Della Moda”: una chicca di eleganza, classe e raffinatezza in cui il Fashion Stylist ci regala preziosi suggerimenti per brillare in ogni occasione, sia essa ufficiale o riservata a pochi intimi, indossando, in modo impeccabile, l’abito e l’accessorio giusto.

DOMENICA

DOMENICA, sempre a cadenza quindicinale, Lucia Ribeiro, la Cuoca dei Vip, arriva a svelarci in modo semplice e divertente i segreti di una cucina internazionale dove, alla scelta di ingredienti buoni e genuini, si aggiungono il piacere della preparazione e l’amore della convivialità.

 

Un Sogno da realizzare insieme …

Come amo dire in chiusura dei miei post sui Canali Social: “Non ti sei ancora iscritto al Canale? Questo è un ottimo momento per farlo. Mi raccomando: clicca sulla campanellina per rimanere sempre aggiornato/a sui nuovi video pubblicati!”

E ora, abbonandoti al Canale, con due caffè al mese puoi accedere a fantastici, speciali video approfondimenti e contribuire alla realizzazione del Progetto multimediale “Ondina Wavelet World”, che ha per scopo ispirare le persone a essere felici, compiendo un percorso di ritorno alla Sorgente per scoprire Chi sono, il loro Perché, il loro Messaggio al mondo.

Per informazioni sul Progetto multimediale, il suo Scopo e le modalità per supportarlo, clicca qui.

Scopri i vantaggi riservati agli Amici di Ondina cliccando qui.

Grazie anche a BetaPress.it!

Quando ho proposto a Corrado Faletti – Presidente del Gruppo Editoriale CCEditore, Direttore Responsabile di BetaPress.it, Giornalista, Docente di Sociologia e Pedagogista – e a Chiara Sparacio – Vice Direttore Polo Didattico eCampus CCEditore, Capo Redattore Cronaca per BetaPress.it, Giornalista, Studiosa di Sanscrito – di realizzare un’intervista a tre per presentare ufficialmente il Progetto, ne è nato un edificante, piacevolissimo Talk Show, trasmesso in video première sul Canale YouTube venerdì 6 novembre 2020 alle ore 22:30.

A Corrado e Chiara va tutta la mia gratitudine per avermi accolta nella mia esuberante “follia” nella Redazione di BetaPress.it e per aver fatto da Padrino e Madrina all’acquatica Eroina del Progetto Ondina Wavelet.

Per assistere alla video première o guardare il video in un momento successivo, clicca qui.

Buona visione!

E sii felice! Meriti di esserlo, soprattutto in momenti sfidanti come quello che stiamo vivendo.

Ondina Wavelet – Jasmine Laurenti

 

 

 




Cosa ne sarà di noi quando i nostri nemici saranno tutti morti?

Cosa ne sarà di noi quando i nostri nemici saranno tutti morti?

Cosa ci darà lustro e cosa ci farà sembrare intelligenti?

Di chi diremo male per sembrare più buoni?

Di chi sveleremo le bugie per sembrare più sinceri?

Cosa ne sarà di noi quando, finiti i poli dialettici, finiremo di sembrare interessanti?

Come faremo a recuperare le nostre anime dopo che saranno divorate?

Chi è avanti non guarda indietro e il secondo ha sempre gli occhi puntati sul primo.

Povero secondo

che ne sarebbe di lui se mai dovesse diventare primo?

Come si risolverà la sua vita se il primo continuerà a non sapere della sua esistenza?

“A che vale conquistare il mondo se la tua anima è persa?”

Parlar male degli altri ci distrae dal coltivare la nostra anima

Ci distrae dall’interessarci alla nostra vita.

Non sono gli altri che ci porteranno in cima, ma noi stessi.

L’eccellenza non è un carro bestiame sul quale si sale in un ammasso di carni

ma il cammino fiero dell’eroe




Chi ha paura del DPCM?

Fino ad un anno or sono del dpcm non fregava niente a nessuno, oggi è lo strumento unico utilizzato per gestire la pandemia.

La sua velocità di emanazione ed il fatto che non ha controlli di nessun tipo lo rende lo strumento ideale per gestire situazioni estreme ed improvvise.

Ma ora non è possibile dire che la situazione è improvvisa, ormai è conosciuta e direi anche consolidata.

Eppure ancora non abbiamo impostato una legge che permetta di dire che se il contagio sale vengono messe in atto le misure xxx se scende si torna a yyy se risale si deve fare questo.

Ancora non c’è una legge che dice se si chiude le famiglie prendono xxx, i lavoratori yyy gli imprenditori zzz.

Ancora non c’è una legge in cui si dice che se il lavoro cala oltre un certo limite si sospendono le imposte xxx, l’iva scende al zzz, le tasse si fermano per mesi xxxx.

In realtà andiamo ancora a braccio, perchè?

Non è che, forse, usare i dpcm è più facile? Non è che forse il dpcm è uno strumento di potere maggiore perché non controllabile, almeno in fase iniziale?

Oggi invece gli Italiani attendono il dpcm come le tavole della legge di Mosè, perdendo ogni meccanismo logico e razionale.

Se lo dice il dpcm … l’ha detto il dpcm … cosa dirà il dpcm … manca solo di leggere le foglie del tè nella tazza.

Alla faccia della democrazia!

Eppure i contagi salgono nonostante i dpcm, le mascherine, la sanificazione, il metro bucchiale, la distruzione di una società!

Ma allora non c’è qualcosa di sbagliato?o vogliamo continuare a dire che sono gli italiani coglioni che fanno la movida e continuano ad abbracciarsi per strada nonostante che poi Conte li guarda con lo sguardo brutto, ma brutto!

Ebbene sono convinto che tutto questo modo di affrontare la pandemia ha qualcosa di profondamente sbagliato, sopratutto adesso che abbiamo visto l’inutilità di certe azioni messe in atto.

Di certo abbiamo distrutto l’economia, messo sul lastrico famiglie ed imprenditori, distrutto un tessuto economico che si reggeva anche sul nero, sui lavori saltuari, sull’economia sommersa, sugli stagionali.

Ma una cosa su cui nessuno ragiona con la dovuta magnitudo è la paura che oggi si è insediata nel più profondo inconscio della nostra società, una paura atavica, che risiedeva nella nostra amigdala e che questo modo estremo di gestire la pandemia ha risvegliato.

Chi ha paura del buio? chi ha paura del dpcm?

Chi ha paura ragiona con fatica, vedremo cosa succederà se non si affronta questo vero problema, la paura del popolo.

 

 

 

Corrado Faletti

 

 

 




Chiusa in casa con tampone negativo

Le brutte storie del Covid

In questi giorni arrivano tante storie legate alle burocrazie da Covid e quasi nessuna è bella.

In questi giorni in Italia ci sono decine di persone che non hanno idea di quando fare il tampone e perché, falsi positivi e falsi negativi, file interminabili e attese di giorni.

In questi giorni arrivano tante storie legate alle burocrazie da Covid e quasi nessuna è bella, inclusa la storia di Ludovica, una insegnate Campana che lavora in Toscana.

La storia di Ludovica

Ludovica è una insegnante di scuola primaria ed è stata convocata ad insegnare in una scuola di Firenze. 

Il suo sogno si realizza: insegna in una scuola primaria secondo il suo corso di studi, è nella città che ama, in una casa che le piace.

È tutto perfetto.

Ludovica ha una fissazione: crede fortemente che le cose debbano esser fatte nel migliore dei modi, nella massima correttezza e trasparenza.

Questo perché lei sa che l’insegnamento viene solo dall’esempio e avendo scelto un lavoro delicatissimo, quello di insegnare e formare i bambini, sente ancora di più la responsabilità del buon esempio.

Inizio dell’Odissea

Ludovica è stata convocata in una scuola di Firenze come supplente, ha fatto prima un periodo breve e poi, prolungandosi l’assenza ella  titolare di cattedra, ha avuto il rinnovo.

Lei è arrivata poco dopo l’inizio dell’anno scolastico, le sue colleghe avevano tutte portato il sierologico, a lei non lo aveva ancora chiesto nessuno ma, come abbiamo detto, lei è una donna che vuol fare tutto bene.

È il 16 ottobre e Ludovica si dirige in un centro privato e fa il sierologico che, però, risulta ambiguo: non si capisce se è positivo o negativo.

Per sicurezza, il direttore sanitario del centro le consiglia di avviare la procedura per effettuare il tampone con l’ASL.

Ludovica fa tutto per bene: chiama il numero dedicato, si mette in contatto con l’operatore, spiega che non è residente in Toscana e avvia la procedura di prenotazione del tampone che viene effettuato il 21 ottobre presso uno dei punti COVID perché non erano disponibili i tamponi domiciliari.

Anche qui Ludovica, per non essere un pericolo per le persone attorno, anziché i mezzi pubblici, prende un taxi.

Anche qui, prima di fare il tampone, Ludovica spiega di non avere la residenza in Toscana.

12 giorni nel limbo 

Non le resta che aspettare.

Aspetta 24, 48, 72 ore…

…Il 27 ottobre il referto di Ludovica non è ancora reperibile: il test è stato fatto e l’esito assegnato ma il certificato non è scaricabile in nessun modo perché la ASL Toscana non riesce ad associare il referto a un residente.

In tutti questi giorni Ludovica sta confinata in casa, sola, in una città che non è la sua, lontana dai suoi affetti e con le paure che crescono di giorno in giorno.

Fortunatamente alcune colleghe le fanno la spesa e cercano di farle coraggio.

In tutti questi giorni Ludovica, che ha come priorità andare a lavorare perché i suoi bambini sono senza insegnate, cerca di capire come uscire da questa situazione che sembra sempre più kafkiana: cerca on line, chiama i numeri di riferimento e, tirando le somme scrive a 8 indirizzi email differenti che avrebbero dovuto risolverle il problema, mandando più di 15 email tra pec e email ordinarie, passa le giornate al telefono con ben 6 numeri specifici diversi alcuni dei quali staccati, altri eternamente senza risposta, altri ancora con risposte evasive o infastidite.

12 giorni senza risposte, attaccata a un telefono che quando finalmente restituisce una voce, si tratta solo di delusioni.

12 giorni cercando di trovare una soluzione su internet che restituisce email mute.

Ma non è tutto perché, come abbiamo detto, Ludovica è una donna che fa le cose per bene e va sempre a fondo in ogni azione.

Ludovica ha attivato la procedura per l’assegnazione del medico di base in Toscana, ha sentito due diversi medici di base e la guardia medica, in tutti casi nessuno ha saputo dirle cosa fare.

Il referto: negativo!

Intanto, Ludovica scopre, grazie a una persona che ha trovato la cartella, che il tampone è negativo, purtroppo però, si sa, per tornare a scuola serve il foglio di carta e non una telefonata.

Come fare ad avere il foglio di carta?
Tutti continuavano ad indirizzarla al sito dei referti legato alla regione o al fascicolo sanitario elettronico senza prestare attenzione al fatto che, non essendo iscritta all’anagrafe sanitaria di Firenze, non poteva usufruire del servizio.

Ludovica parla ma non viene ascoltata.

Mai.

La morte di Covid

Uccide piano il Covid uccide in tanti modi.

Uccide attaccando il corpo di chi viene colpito e minando la psiche di chi si imbatte nelle trappole burocratiche legate ad esso.

La nostra insegnate, fortunatamente negativa, si è trovata per 12 giorni del tutto abbandonata, senza poter lavorare (quindi con un danno economico dovuto al fatto che i contratti di supplenza calcolano la malattia al 50%), senza avere risposte, senza avere indicazioni chiare, senza la possibilità del sostegno dei cari.

Piena di numeri di telefono, email e risposte del tutto inutili o inutilizzabili.

Muri di gomma e urla nel deserto.

Ludovica è giovane, ha 26 anni, è in salute ma, ciononostante, ha subito un trauma umano e psicologico molto forte.

Chissà cosa vivono i nostri cari abbandonati a loro stessi, senza risposte o cosa potremmo vivere noi senza orientamenti chiari.

L’Aiuto

Questa è una brutta storia successa in Toscana ma potrebbe capitare ovunque.

Non è una storia di lamentela sterile, di lagnanza fine a sé stessa, è un campanello di allarme, una sirena di guardia per non dimenticare gli aspetti che possono sfuggire.

Come ha scritto Ludovica in una email alla ASL: 

“Vi racconto la mia storia perché penso ci siano tante altre persone prigioniere di questo limbo kafkiano e sono sicura che voi, nel vostro intento di voler dare sempre meglio, vogliate essere informati di quello che succede nella vostra regione, nonostante ogni cittadino abbia il diritto di tutela alla salute non solo fisica, ma anche psicologica”.

Grazie Ludovica per averci raccontato la tua storia, grazie per voler essere un esempio di buona scuola, i tuoi allievi sono fortunati.

Se volete raccontarci le vostre storie, scrivete a info@betapress.it per non  far passare queste storie in silenzio e permettere a tutti di imparare dagli errori.

 

Addendum:
il 28 ottobre mattina, Ludovica ha ricevuto risposta dall’ASL e potrà finalmente avere il suo certificato e tornare dai suoi ragazzi.




“Svegliati, palombaro!”

“Parlane con Carlo”…

Mi dice un giorno Rita Minelli, da me recentemente intervistata su suggerimento di Paola Ferraro …

Perché è di questo che si tratta: di una catena virtuosa di “parlane con …” e finisco per prenotare un’altra intervista.

In un momento storico in cui i media cantano in coro la stessa canzone sette giorni su sette, ventiquattro ore al giorno, mi chiedo se esista, da qualche parte, un’oasi di silenzio dove ritrovare Se stessi e lì, accorgersi che non esiste altro.

Un po’ di pace, finalmente. Per respirare a fondo e fare il punto. Studiando il da farsi in modalità attiva, anziché reattiva.

Come dire: queste sono le circostanze, là fuori.

Se reagisco secondo la logica della sopravvivenza, l’avranno vinta loro su di me.

Ma se mi fermo un attimo e respiro, in silenzio, realizzo che sto avendo un sogno lucido: la vita è un grande show e ciascuno di noi ha il suo copione e il suo ruolo. Tutt’intorno, una scenografia di cartapesta scambiata per “realtà”.

 

… Ed eccomi in Zoom call con Carlo Dorofatti.

Scrittore, libero ricercatore, divulgatore, Carlo è istruttore di meditazione e formatore nel vasto campo delle Tradizioni Spirituali d’Oriente e d’Occidente.

Sorride bonariamente mentre gli racconto di come un giorno abbia deciso di smettere i panni di “attrice” per scendere dal palco e sedermi in platea e da lì, godermi lo spettacolo.

Capisce al volo che sto usando una metafora per descrivergli il momento del “risveglio” dalla matrix.

“Matrix” è il nome che i ricercatori spirituali di nuova generazione usano per definire ciò che un essere umano percepisce come unica realtà, mentre è assorto in uno stato ipnotico, onirico, guidato dall’inconscio collettivo.

Carlo paragona l’attuale stato in cui si trova l’Umanità a uno stato ideale in cui l’Uomo scrive il proprio copione e lo agisce consapevolmente, in linea con il proprio Scopo.

“Dobbiamo recuperare la consapevolezza di ciò che siamo”, continua. “Noi siamo dei palombari svenuti nei nostri scafandri. Vediamo lo scafandro muoversi, lambito dalle correnti del fondale oceanico. Ci sembra vero, ci sembra vivo, ci sembra che si muova, in realtà si muove per reazione alle correnti che lo investono. Dentro, il palombaro dorme. Dentro, il palombaro è svenuto. Quello che cerco di fare, a me stesso prima di tutto come stimolo agli altri, è un percorso di schiaffeggiamento del palombaro.”

 

“La Parola chiave è Risveglio.”

Il Risveglio di un attore che decide di deporre il copione e i panni del personaggio interpretato fino a quel momento, in cui si era forse troppo identificato; il Risveglio di un palombaro chiuso nel suo scafandro, nel liquido amniotico della Vita che lo ha concepito; il Risveglio alla consapevolezza che tutto ciò che esiste è frutto del potere creativo del Verbo, Logos, Parola.

Dal Risveglio in poi, quello con Carlo è un Percorso a ritroso: da ciò che esiste alla Parola che l’ha generato, al suono, alla musica, al canto, su, sempre più su, fino al Respiro.

Il Respiro che è Vita, infusa in ciascuno di noi. Azione involontaria che diamo per scontata. Eppure, è portando l’attenzione su di essa che possiamo, in presenza, ritrovare Chi noi siamo e quale sia il nostro Scopo.

Dietro l’apparenza, dietro la maschera, dietro un copione già deciso in partenza.

Ed ecco che l’attore scende in platea. Il palombaro esce dal suo scafandro. Entrambi hanno capito che quello che stavano vivendo era solamente un sogno.

I loro occhi si sono aperti alla contemplazione della Bellezza e dell’Amore. E di Bellezza e di Amore arricchiranno il mondo.

È questo, alla fine, il vero Senso della Vita.

E questa è l’intervista.

Ondina Wavelet (Jasmine Laurenti)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 




Privacy e azienda: la chimera della non applicabilità.

Nonostante l’opinione comune che vuole che le aziende ricadano fuori dall’ambito di applicazione del Regolamento Europeo, salvo il caso in cui il nome della società identifichi una persona fisica o se il “dato di contatto” della persona giuridica rappresenti un nome e un cognome di una persona fisica ed allora le informazioni inerenti persone giuridiche possono considerarsi “concernenti” persone fisiche e in tal caso possono ricadere comunque nell’ambito di applicazione, occorre fermarsi a considerare che la raccolta di dati societari in cui sono presenti dati di persone fisiche (soci consiglieri, etc.) fa invece rientrare completamente l’azienda nell’ambito della gestione completa del GDPR.

L’excursus che porta a queste considerazioni è presto illustrato:

l’ambito di applicazione del Regolamento europeo è chiaramente espresso:

all’articolo 1 che “stabilisce norme relative alla protezione delle persone fisiche con riguardo al trattamento dei dati personali…….. protegge i diritti e le libertà fondamentali delle persone fisiche in particolare il diritto alla protezione dei dati personali”;

all’art. 4 definisce dato personale come “qualsiasi informazione riguardante una persona fisica identificata o identificabile (interessato). Si considera identificabile la persona fisica…”;

al considerando 14, ove si afferma “È opportuno che la protezione prevista dal presente regolamento si applichi alle persone fisiche, a prescindere dalla nazionalità o dal luogo di residenza, in relazione al trattamento dei loro dati personali. Il presente regolamento non disciplina il trattamento dei dati personali relativi a persone giuridiche, in particolare imprese dotate di personalità giuridica, compresi il nome e la forma della persona giuridica e i suoi dati di contatto”.

Le prime indicazioni ci vengono già dal Working Party art.29, parere 4/2007 dove nel definire il concetto e la portata di dato personale, si fanno alcune ipotesi e si giunge a considerazioni molto più cautelative nei confronti della tutela dei dati personali riferibili a persone giuridiche. Testualmente“…. le informazioni sulle persone giuridiche non sono in linea di principio disciplinate dalla direttiva, e quindi non godono della protezione da questa disposta. Ciò nondimeno, alcune norme di protezione dei dati possono, in certe circostanze, applicarsi indirettamente alle informazioni concernenti imprese o persone giuridiche”.

E, più in particolare, il medesimo Working Party, nel suddetto parere aveva esplicitamente affermato che le informazioni sulle persone giuridiche possono considerarsi “concernenti” persone fisiche in virtù della loro situazione specifica “È quel che accade quando il nome di una persona giuridica deriva dal nome di una persona fisica, oppure nel caso dell’indirizzo e-mail di un’impresa di norma usato da un dato dipendente, o delle informazioni su una piccola impresa (giuridicamente un “oggetto” piuttosto che una persona giuridica) che possono descrivere il comportamento del suo titolare. In tutti questi casi, in cui i criteri di “contenuto”, “finalità” o “risultato” fan sì che le informazioni su una persona giuridica o su un’impresa possano considerarsi come “concernenti” una persona fisica, è opportuno considerare tali informazioni come dati personali e si applicano le norme di protezione dei dati.” (WP29, dal Parere 4/2007 sul concetto di dati personali del WP29).

Sul tema il Garante era già intervenuto subito dopo l’entrata in vigore dell´art. 40, secondo comma, del decreto legge n. 201 del 6 dicembre 2011 che aveva determinato l’esclusione del trattamento dei dati relativo alle persone giuridiche, enti ed associazioni dall’ambito di applicazione del Codice privacy.

In quel provvedimento il Garante argomentava il permanere della tutela in capo alle imprese facendo leva su concetto di “contraente” cui fa riferimento il Codice delle comunicazioni elettroniche nulla distinguendo dal fatto che siano o no essi persone fisiche o giuridiche. Pertanto, questi ultimi soggetti “continueranno a fruire della tutela prevista dal titolo X del codice della privacy per gli abbonati a servizi di comunicazione elettronica”.

Dubbi eventualmente venuti meno con l´art. 1, comma 7, lett. a), n. 3 del d.lgs. 69/2012 che sostituendo il termine “interessato”, con quello di “contraente o utente” ha reso applicabili quelle previsioni anche alle persone giuridiche.

Da ultimo l’intervento del decreto legge 18 aprile 2019, n. 32, convertito con modificazioni, in legge 14 giugno 2019, n. 55 che all’art.1, lettera a), che al di là di ogni ragionevole dubbio, definitivamente riformula la definizione di contraente qualificandolo come la “persona fisica o giuridica che sia parte di un contratto con il fornitore di servizi di comunicazione elettronica accessibili al pubblico, per la fornitura di tali servizi”.

Detto quanto sopra che illumina su come sia labile il detto il GDPR non coinvolge le aziende, in ogni caso osserviamo che le aziende devono comunque rispettare alcune regole di ingaggio che, per brevità, si sintetizzano nei seguenti sei punti:

  • Registro dei Trattamenti
  • Informative
  • Lettere di Designazione
  • Procedure
  • Registro Data Breach
  • DPIA Data Protection Impact Assessment

A maggior ragione l’impianto su esposto è necessario qual ora un’azienda acquisisca dati di altre aziende (bilanci, visure, conti correnti del sistema bancario, etc.) per fare analisi e clusterizzazioni.

Anche perché solitamente in queste acquisizioni troviamo anche i dati dei soci, del management, delle persone affini, identificando in questo caso la necessità di rispettare completamente il codice.

Ma il problema è poi anche la conservazione ed archiviazione di quei dati che richiede importanti misure tecnologiche e di impianto.

Oggi il problema è che nella convinzione che il GDPR non si applica alle aziende le stesse stiano prendendo delle gran cantonate trascurando invece l’applicazione corretta del GDPR ai loro processi.

Facciamo un esempio:

l’azienda A prende i dati camerali dell’azienda B e li utilizza per fare dei sistemi di analisi incrociata di mercato per poter personalizzare il prodotto che A offre a B.

Per far ciò A usa un outsourcer esterno C a cui passa i dati di B.

Ovviamente per personalizzare al meglio i prodotti A chiede anche i dati dei dipendenti e dei soci di B.

L’azienda A è tranquilla perché ritiene di non essere nel GDPR lavorando con l’azienda B (quindi azienda su azienda) e che i dati camerali essendo pubblici non rientrano nel GDPR.

Questo è un tipico errore di valutazione in quanto si incorre nelle seguenti problematiche:

mancata compilazione del registro dei trattamenti da parte di A.

I dati aziendali di B devono poi essere conservati e tale conservazione ricade su A con tutti i requisiti di sicurezza del caso, inoltre essendo passati a C occorre comunque garantire che i dati siano utilizzati per la finalità per cui vengono acquisiti e conservati a norma (dpia?).

Ed ancora è necessario chiarire bene tutti i flussi organizzativi ai fini della corretta informativa e probabilmente, nel caso citato, è anche necessario svolgere una dpia da parte del titolare del trattamento.

Ma ancora peggio sono poi i dati dei soci e dei dipendenti che vengono acquisiti al fine della personalizzazione del prodotto di A per B, questi dati non rientrano nel considerando 14 succitato perché la persona fisica che rientra nei dati di contatto non può comunque essere utilizzata per altre finalità se non quelle di contatto e comunque le stesse possono essere al limite due o tre ma non certo tutti i soci, che peraltro spesso non hanno nemmeno la rappresentanza legale della società e quindi non possono essere considerate persone di contatto.

Occorre considerare che anche i dati dell’azienda, sopratutto se riferiscono ai soggetti fisici dell’azienda, quali ad esempio i debiti verso soci o lo scoring creditizio legato ai soggetti societari, identificando un comportamento, anche se solo finanziario, rientrano nei dati da tutelare.

In questo banale esempio l’azienda A si troverebbe ad essere in palese violazione di tutto l’impianto del GDPR.

E’ bene infatti cristallizzare che i dati identificativi della persona giuridica ex se, sono distinti dai dati identificativi delle persone fisiche in ogni modo afferenti la persona giuridica (soci, addetti, et similia).

Se, pertanto, alcun limite – se non quello, comunque, afferenti il più generale diritto alla personalità ed all’identità, riconosciuto anche in favore degli Enti – incontrerà il trattamento dei dati propri delle persone giuridiche (es. denominazione, sede, dati fiscali) dovranno invece osservarsi le disposizioni del regolamento UE con riferimento ai dati delle persone fisiche collegate all’Ente.

In ultimo l’errore finale quasi decisivo è la nomina di un DPO interno da parte dell’azienda.

La figura del D.P.O. introdotta dal GDPR 679/2016 ha una funzione complessa a metà tra il consulente ed il controllore.

Il DPO svolge principalmente un ruolo di informazione e sorveglianza  che è sostanzialmente affine alle attività tipiche della consulenza specialistica.

Nel mondo delle aziende questo tipo di figura è abbastanza poco conosciuta, forse solo l’R.SP.P. ha una qualche similitudine per chi opera, ma a differenza di quest’ultimo il DPO ha anche un ruolo di garanzia nei confronti dell’organismo di controllo nazionale, ovvero il garante della Privacy.

La scelta del DPO da parte delle aziende diviene quindi un elemento di particolare complessità perché non è meramente legato al “prezzo”, ma bensì ad una serie di considerazioni che lo rendono particolarmente difficile da identificare  in modo semplice.

Il GDPR vuole il DPO indipendente dall’organizzazione che deve vigilare, competente sulla materia normativa, esperto dell’azienda che deve servire.

La scelta di un DPO interno già non può garantire il primo punto ovvero quello dell’indipendenza, ma nemmeno molto il secondo, pertanto risponderebbe solo al terzo punto.

Questo brevissimo punto di osservazione dovrebbe consigliare a tutte le azienda una scelta esterna, che in realtà non viene fatta per una motivazione meramente economica.

Anche questa ultima valutazione è comunque facilmente smontabile solo con il considerare il costo di un eventuale errore in tema di protezione di dati personali.

Non importa quanto sia strutturata un’azienda: il Regolamento Europeo coinvolge tutti, senza distinzione.

La media delle sanzioni erogate a livello europeo si attesta sulle 30.000 euro, in alcuni casi arrivando a importi singoli di oltre 500.000 euro.

Facciamo alcuni esempi:

Il Garante austriaco ha condannato un imprenditore al pagamento di un’ammenda pari a €4.800 per aver installato le telecamere di videosorveglianza fuori dal suo esercizio commerciale, riprendendo parte del marciapiede. La palese violazione del principio di liceità, correttezza e trasparenza giustifica l’intervento del Garante. I casi riportati confermano il valore prescrittivo della normativa e la doverosa compliance al contenuto.

Il Garante privacy italiano invece è stato chiamato in causa per multare un medico, a causa di un trattamento illecito di dati personali. Sono stati utilizzati gli indirizzi di 3.500 pazienti per inviare lettere a sostegno di un candidato alle elezioni del 4 marzo del 2018, senza che gli interessati avessero espresso il consenso. 16.000€

Il Garante privacy danese ha sanzionato la società produttrice di mobili IDdesign per €200.850, corrispondenti a 1,5 milioni di corone danesi, per aver conservato i dati di un elevato numero di clienti per un periodo superiore al necessario

Il Garante privacy rumeno ha multato Unicredit Bank S.A, con un’ammenda di €130.000, per non aver adottato le giuste misure tecniche e di sicurezza in seguito all’entrata in vigore del GDPR.

L’Autorità italiana ha segnalato l’iscrizione a ruolo di 779 contravventori che porterà ad una riscossione complessiva di circa 11 milioni di euro.

Ma il Garante si mantiene attivo: a breve si concluderà l’iter per l’iscrizione di altri 500 trasgressori.

Un DPO esterno oggi costa da 10.000 euro a 80.000 euro in base alla complessità dell’azienda.

Senza contare che affidare all’esterno il ruolo di DPO è anche segno di trasparenza e qualità, mentre ricevere una multa da Garante potrebbe distruggere l’intera credibilità dell’azienda sul mercato.

 

Il Team Privacy

controllerprivacy.it

Corrado Faletti, Roberto De Duro, Andrea Caristi




“Siamo Strumenti di una grande Orchestra”

All’incrocio tra via della Scienza e via della Spiritualità.

La Scienza, con le sue scoperte, non fa che convalidare principi spirituali antichi come il mondo.

Ed è proprio nel magico punto di intersezione tra Scienza e Spiritualità che incontro i miei Ospiti: tutti consapevoli del loro Ruolo di instancabili Ricercatori sempre in viaggio, alla scoperta di ciò che ai più è invisibile, muto, trascurabile dettaglio.

Presi come siamo da impegni quotidiani, distrazioni online e scadenze, molti di noi non si accorgono dei Doni che la Vita, con amorevole pazienza, continua a offrirci.

Immagini sfocate sullo sfondo di pensieri ricorrenti, brusio di sottofondo al corale strillo dei mainstream media, noi non li vediamo, i Regali; non li sentiamo, non più abituati a osservare in silenzio e, grati, apprezzare ciò che ormai diamo per scontato.

A salvarci è la curiosità bambina di chi ha sempre fame si sapere e, dietro a ciò che non si riesce a capire, indaga.

 

… incontro Philip Abussi.

In occasione del settimanale Appuntamento del venerdì sera, sul Canale YouTube “Jasmine Laurenti”, incontro Philip Abussi: compositore, musicista, ricercatore e consulente musicale.

Pochi attimi bastano per riconoscere, nella sua, la Musica dell’Anima.

Una Musica che si fa storia da raccontare, in una sequenza di note scelte come preziosi ingredienti di un Profumo.

Una Musica che accarezza il cuore di chi l’ascolta e lo accende, mentre i pensieri sospendono il loro fluire e, leggeri, si allontanano in un volo senza ritorno.

Una Musica che si fa poesia, discreta sottolineatura di parole non necessariamente pronunciate, ma sottintese.

Il Talento creativo di Philip Abussi non poteva che fondersi, in perfetto connubio, con una comunicazione strategicamente vincente: quella di Anita Falcetta, sua Compagna di Viaggio e Anima Gemella.

In “Moka Music”, Philip e sua moglie Anita creano e confezionano il loro Valore aggiunto per il mondo: parole come note di un musicale StoryTelling affascinante, evocativo, emozionante.

In questa “Soul Talk”, Philip e io parliamo dell’importanza del suono e della musica nella nostra vita quotidiana, del loro intrinseco potere creativo e trasformativo, di come utilizzarli per “parlare” alla parte più profonda di noi, porgendo un Messaggio di Valore Universale.

Per guardare l’intervista, clicca qui.

Alla prossima!

Ondina Wavelet – Jasmine Laurenti

P.S. un ringraziamento speciale a Christian Gaston Illan e a Maria Giulia Linfante di Smart Villag[g]e Cloud, per averci fatti incontrare!