IPSE DIXIT

  1. Le Dichiarazioni programmatiche del Presidente Draghi al Senato sono state rappresentate, come prevedibile, con inedita chiarezza ed autorevolezza.

Al di là delle procedure rituali e delle azioni in agenda che pur rappresentano il nucleo centrale dello stesso mandato ricevuto dal Presidente Mattarella, i programmi non sono i primi in scaletta.

Il Presidente Draghi apre, infatti, con un’appello alla responsabilità solidale.

Una responsabilità declinata nei valori dell’unità nazionale che guarda ai problemi del paese, alla crisi pandemica, alla grave recessione economica intorno alle quali stringersi con forte coinvolgimento emotivo.

La strada da intraprendere è tracciata.

Si tratta di un cammino che governi l’emergenza senza distogliere l’attenzione dalla trama delle riforme.

Draghi mostra un intento riformista che non si nasconde nella retorica perché l’obiettivo di rilancio del paese transita per l’utilizzo del Recovery Plan e degli altri programmi comunitari (Next Generation e Sure) che hanno un respiro di lungo termine e che hanno bisogno di fiducia e di certezze verso gli anni a venire.

Il futuro del paese deve essere costruito, all’interno di una visione europeista ed atlantica dove la transizione energetica, la riforma della scuola della pubblica amministrazione, della giustizia della sanità e del fisco non occupino l’intera scena.

Il Covid, infatti, ha fatto esplodere diseguaglianze sociali, nuove povertà e crescenti divari di genere per i quali occorre intervenire con una politica che miri alla eguaglianza dei punti di partenza e che guardi alla riforma dello Stato e della Politica.

Il nascente esecutivo sarà un governo per la ricostruzione fondato su un’intesa ampia per risolvere i problemi del paese.

Una responsabilità che non prevede il fallimento della politica ma solo l’emancipazione di un’esigenza collettiva che vada oltre le visioni delle singole forze politiche.

Parole che parlano alla coscienza collettiva e suscitano emozioni.

Molti i richiami all’esperienza di governo precedente ma non mancano i distinguo ed i paletti invalicabili.

Come nel caso del richiamo ai doveri di un’informazione alle camere, alle istituzioni ed alla comunità economica con modalità costanti e trasparenti.

Un’appello alle modalità dell’informazione istituzionale che, nel precedente governo, più volte erano state sottomesse alle cifre di un’informazione manipolata e piegata all’esigenza di far collimare l’istanze della politica con quelle del paese reale.

Centrale il perimetro del programma di governo  nel quale non trovano posto però tendenze anti europeiste od opzioni non coerenti con la difesa della valuta comune.

Un approccio pragmatico e schietto che non risparmia i tratti di una riforma fiscale che dovrà essere sistemica e mai abbandonare il meccanismo della progressività.

Le conclusioni volano alte e citano la riforma fiscale Visentini degli anni ’70 ed il Santo Padre.

L’opzione non negoziabile di modernizzare il paese emancipando la transazione energetica viene ribadito con parole misurate ma solide come macigni.

Un discorso che aspettavamo da tempo e che si rivela essere di tenore politico e questo, Draghi lo chiarisce in diversi momenti: “senza l’Italia non c’è Europa ma fuori dall’Europa c’è meno Italia” , dice con fierezza.

Il Mes (il Meccanismo Europeo di Stabilità) che nel governo Conte era diventato polvere da sparo e motivo di divisione all’interno di tutte le forze politiche, non è stato mai nominato dal neo insediato Premier.

È evidente che la strada scelta è stata quella di volare alto e sfumare, in nome della responsabilità, i contorni di molte questioni nodali.

Ora attendiamo il dibattito sulla fiducia con molti dubbi, tuttavia, che le dichiarazioni programmatiche non hanno risolto.

Draghi pronuncia parole da statista in nome di un patriottismo transnazionale e si rivolge ad una platea per buona parte composta da un ceto politico  che quelle parole non ha mai compreso e mai messo in pratica.

È lecito chiedersi se sarà sufficiente un richiamo così nobile ai valori della Patria per rilanciare il paese.

È lecito cercare di capire dove sia finito il potenziale divisivo del Mes e come 5Stelle e Lega ne spiegheranno l’utilità all’interno di un paese nel quale il richiamo ad un Europa sempre più sovrana puntella definitivamente le istituzioni europee e l’euro relegando il sovranismo a distretti sempre più lontani e periferici.

Al di là di ogni speculazione e di ogni dubbio sul futuro di questo nuovo esecutivo, su un punto non possiamo non essere d’accordo: il discorso del premier Draghi pronunciato al Senato, questa mattina, rappresenta, uno dei momenti più intensi della politica del nostro paese.

Un’occasione per la quale è ancora bello sentirsi italiani.

 

La Redazione di Betapress.

 

Recovery found, il paese che dice ed il paese che c’è.

 




Il TAR è con le estetiste!

Grande vittoria per il settore dell’estetica: i centri estetici in zona rossa possono rimanere aperti.
Il TAR riconosce i centri estetici come erogatori di beni essenziali.

 

È del 16 febbraio 2021 con esecuzione immediata la sentenza del TAR Lazio che sancisce l’illegittimità delle voci del DPCM 3 novembre 2020 e il DPCM 3 dicembre 2020 e i rispettivi “allegato 24” nella parte in cui non annoverano, tra i “Servizi per la persona” erogabili in “zona rossa” i servizi dei centri estetici.

Ciò vuol dire che a partire dal 16 febbraio ai centri estetici è consentita la riapertura immediata anche se si trovano in zona rossa.

Il TAR Lazio non ha riconosciuto la validità delle motivazioni presentate dalla Presidenza del Consiglio in merito alla chiusura dei centri estetici nelle zone rosse ne ha riconosciuto che non esiste coerenza logica nella decisione di lasciare aperti i parrucchieri e chiusi i centri estetici.

Il ricorso a nome collettivo è stato portato avanti da Confestetica, l’associazione di categoria maggiormente rappresentativa nel campo dell’Estetica.

Questo vuol dire che a far data dal 17 febbraio 2021 tutti i centri estetici possono rimanere aperti anche se sono in zona rossa.

La Storia

Confestetica ha fatto notare come a partire dal DPCM dell’11 marzo 2020, le attività di estetista e di parrucchiere erano state chiuse e considerate facenti parte della stessa categoria.

Estetiste e parrucchieri procedono di pari passo e riaprono col DPCM del 17 maggio 2020.

Il 3 novembre 2020 qualcosa cambia.

Il DPCM separa le attività delle estetiste e dei parrucchieri: le prime chiudono le seconde no.

Lo stesso nel DPCM del 3 dicembre 2020.

Eppure estetiste e parrucchieri rispondono allo stesso codice ATECO (S.96.02).

Le estetiste quindi si trovano penalizzate rispetto ai parrucchieri e subiscono una penalizzazione finanziaria, imprenditoriale e discriminatoria.

Finanziaria per il mancato guadagno, imprenditoriale per il rischio di sottrazione della clientela che può trovare trattamenti estetici nei saloni di parrucchieri e discriminatoria in quanto poiché il 98% delle estetiste è di genere femminile, si incorre nella discriminazione di genere.

Con questi motivi viene impugnato anche il DPCM 14 gennaio 2021 e il relativo allegato 24 ove vengono nuovamente esclusi dalla categoria dei “Servizi per la persona” erogabili in zona rossa i centri estetici.

La Presidenza del Consiglio dei Ministri si costituisce però in giudizio per resistere al ricorso di Confestetica.

Il 31 dicembre 2020, l’associazione Confestetica ha presentato ricorso al TAR che ha rilevato che

  1. sebbene non si tratti di attività identiche, le attività di estetista e di parrucchiere, nell’ambito dei “servizi alla persona”, sono del tutto equiparabili in termini di essenzialità ovvero in termini di idoneità a corrispondere “ad un bisogno e ad una esigenza di cura, anche igienica, della persona”
  2. come era già stato fatto per alcune attività commerciali, anche alle estetiste poteva esser imposto di effettuare i trattamenti alla persona autorizzati e non quelli pericolosi.
  3. come da documento tecnico su ipotesi di rimodulazione delle misure contenitive del contagio da SARS CoV2 nel settore della cura della persona: servizi dei parrucchieri e di altri trattamenti estetici” i centri estetici sono più sicuri dei saloni di parrucchieri.

Ciò ha portato il TAR a riconoscere la sicurezza dei centri estetici (quelle che si attengono alle normative sanitarie) che, pertanto posso restare aperti e operare in zona rossa.

I centri estetici sono luoghi sicuri, ribadisce la sentenza, citando anche le linee guida stabilite da INAIL e dal CTS lo scorso 13 maggio nelle quali, di contro alle scelte poi attuate nei DPCM, si stabiliva che

“l’estetista lavora in ambienti generalmente singoli e separati (cabine) e le prestazioni tipiche comprendono già misure di prevenzione del rischio da agenti biologici alle quali ci si deve attenere rigorosamente nello svolgimento della normale attività professionale”.

E così, dopo 46 giorni dalla prima azione,  il Tribunale, con sentenza di merito n. 01862/2021, ha dichiarato nullo il DPCM in vigore nella parte in cui discrimina i centri estetici e le estetiste e consente loro l’apertura.

 

Perché Confestetica e non altri?

In Italia non esiste un solo ente che rappresenti tutte le estetiste.

Oltre a Confestetica ci sono Confartigianato e il CNA (Confederazione nazionale dell’artigianato) che svolgono ottimamente le loro attività con numerose iniziative di grande valore.

Come mai però il ricorso è stato fatto da Confestetica e non dagli altri Enti?

Il motivo si ritrova nell’etorogenità della categoria rappresentata.

Secondo il diritto italiano, per fare ricorso serve un contro interessato, in questo caso, un salone di parrucchieri.

Le associazioni di artigianato raccolgono al loro interno più categorie, nello specifico, sia estetiste sia parrucchieri questo vuol dire che nel momento in cui si muovessero contro l’una o l’altra categoria andrebbero in conflitto di interessi e il ricorso non potrebbe così neppure partire.

Per intenderci, Confartigianato e CNA sono rappresentativi e validissimi aiuti per portare avanti diritti relativi, per esempio, ai Per essere rappresentativi i sede di diritto è indispensabile dono raccogliere categorie in conflitto di interessi.

Roberto Papa
Roberto Papa – Segretario nazionale confestetica

Le battaglie di Confestetica

Abbiamo intervistato Roberto Papa, segretario nazionale di Confestetica e gli abbiamo chiesto quali sono i punti che discuterà nel corso dell’audizione col governo che avrà luogo a fine mese e per la quale pubblicheremo ulteriore articolo.

Nel piano per le estetiste voluto da Confestetica ci sono dei punti molto delicati che hanno a che fare con la “Nuova visione della professione”

Formazione

“Nella riforma vogliamo che il titolo d’accesso al corso di estetista sia la maturità.

L’estetista non può essere un lavoro di ripiego consigliato dagli assistenti sociali a minorenni che non sanno cosa vorranno fare da grandi.

La scelta di fare l’estetista deve essere cosciente perché viene trattato il corpo umano”.

 

Professionalità

Per diventare estetiste bisogna avere accesso a un corso unico professionalizzante, non si può diventare estetista semplicemente lavorando né possono essere ritenute valide collazioni di piccole specializzazioni:

“non accade per i medici, non accade per gli avvocati, non può accadere per le estetiste”

Non deve essere ammesso In più questo andrebbe a colpire il “mercato” delle scuole di specializzazione che lucrano sulla categoria.

 

Identità

Il 98% delle estetiste è donna.

Il’86% delle estetiste non vuole essere considerata artigiana ma professionista con legge ad hoc.

La figura professionale dell’estetista ha bisogno di una serie di leggi ad hoc che rispondano con precisione alle loro specifiche esigenze

“Il mondo dell’estetica è composto da 80.000 donne questo vuol dire che è una categoria che ha esigenze peculiari, per esempio, è fondamentale riconoscere la maternità al titolare d’impresa, diritto che nessuna altra categoria ha interesse di portare avanti”.

Conclusioni

Confestetica ha portato avanti e vinto un ricorso a nome collettivo con sentenza immediatamente esecutiva.

Un enorme risultato per la categoria delle estetiste che finalmente possono aprire nel pieno rispetto delle norme di sicurezza anche in zona rossa.

Buon lavoro allora a tutte le estetiste.

Crediti

 

 




“La mia voce ti accompagnerà”

C’era una volta …

… Nonna Albina, antesignana del doppiaggio assieme a Tina Lattanzi. Mi sembra di sentire le due donne conversare tra loro in penombra, davanti a un leggìo mentre scorre, sullo schermo, un film in bianco e nero.

Albina avrà una figlia, Tina, che farà dell’arte materna la propria missione. La voce della giovane è quella della tata di colore nei celebri spot che vedono per protagonista l’attore Mimmo Craig … poi ci sono il Gazzettino Padano, La Domenica Sportiva, i listini di borsa, il doppiaggio, le lezioni di dizione …

Anche Tina avrà una figlia: Laura.

E qui ha inizio la storia che voglio raccontarvi.

 

Una figlia amatissima, un’enfant prodige

Figlia d’Arte, Laura respira l’Amore dei suoi genitori per la Cultura, la Bellezza e l’Armonia.

Il papà, Giangiacomo Merli, fa il pittore. La mamma è una delle voci più apprezzate d’Italia.

A cinque anni Laura segue le orme materne negli studi di Radio Rai, a Milano: la sua carriera di attrice, doppiatrice, voice over artist e speaker pubblicitaria, inizia quindi prestissimo.

Accanto ad attori del calibro di Ottavio Fanfani, Franca Nuti, Giancarlo Dettori, Renzo Palmer, interpreta vari personaggi in numerosi sceneggiati radiofonici.

Nel tempo impara a leggere e interpretare qualsiasi testo – dal servizio giornalistico al voice over di interviste a ospiti stranieri, dal doppiaggio di soap opera, telenovelas e cartoni animati, allo speakeraggio di una miriade di spot pubblicitari.

Le Orme, Enrico Maria Papes de I Giganti, I Gemelli Diversi e Simone Cristicchi la vogliono con loro in sala di incisione.

Alla fine, però, saranno tre colossi della telefonia mobile a consacrare la sua voce come Brand nazionale, nelle rispettive segreterie telefoniche.

A Laura questo un po’ dispiace, ma tant’è: è un segno dei nostri – superficiali – tempi.

 

Se gli occhi sono lo specchio dell’anima …

… la voce è la profonda, atavica vibrazione di ciò che in noi è eterno e prende forma materiale per un tempo.

Di tutte, questa è la parte di storia che preferisco. Laura sceglie la sua strada. La sua mission è fuori dalle sale di doppiaggio.

È ovunque indossi il camice bianco di medico psicoterapeuta.

Ovunque lei accolga i suoi pazienti, li ascolti, parli loro con dolcezza e li accompagni con la voce a ritrovare, o scoprire, la via di “casa”.

Le parole scorrono sommesse, come un tranquillo fluire di metafore alle quali chi ascolta può associare immagini, sensazioni, ricordi. In questo Milton Erickson era un precursore: con o senza trance, il paziente abbandona le difese e si lascia “attraversare”.

Ed è qui che accade la magia: la magia di una voce che, educata a un’eccellente Comunicazione Para Verbale, si fa strada nei meandri della mente di chi l’ascolta. Aggirandone le resistenze, conquistandone la fiducia, immergendosi nelle profondità della Coscienza: lì dove incontra la sorgente di ogni sofferenza.

Per Milton Erickson, invisibile e onnipresente mentore di Laura, ogni persona è un mondo a se stante e il suo dolore è fonte di ispirazione, un dono, un prezioso insegnamento.

 

Un ponte fra terra e cielo

Basta una frase a volte, una parola a guarire l’anima di chi l’ascolta; un libro, un film, il pensiero di un filosofo …

Laura sceglie con cura, di volta in volta, i suoi strumenti. Ciascuno di essi, se usato con saggezza, può aprire le porte di una mente al Cambiamento: morire al vecchio sé, risorgendo a nuova vita.

“La vita – dice Laura – è un continuo cambiamento e il nostro è un continuo adattarci a esso.

In realtà, le persone che arrivano sanno già dove vogliono andare. Si affidano a me e io le guido.

Hanno bisogno di conferme. Hanno bisogno di qualcuno che le prenda per mano, le guidi a capire che valgono, che sapranno affrontare il cambiamento che si accingono a superare.

Io li accompagno con la voce. Anche Milton Erickson diceva: ‘La mia voce ti accompagnerà.'”

Ho incontrato Laura Merli in occasione del Soul Talk di venerdì 12 febbraio 2021 alle 22:30 in Live Streaming sul Canale YouTube “Jasmine Laurenti”.

Ecco il video dell’intervista.

LOve e alla prossima!

Ondina Wavelet