DSGA, lo stato bipolare.

Nelle scuole esiste la posizione di Direttore dei servizi generali ed amministrativi, in pratica il vecchio segretario che si occupa di tutta la parte amministrativo contabile dell’istituzione.

Per anni questo ruolo è stato occupato da personale con il diploma di scuola media superiore, con anni di servizio come assistente amministrativo e con una grande esperienza di tutte le procedure della scuola.

Questo perché è un ruolo in cui conta molto l’esperienza.

L’anno passato è stato fatto il concorso per il ruolo di DSGA (sigla che identifica appunto il direttore), ne abbiamo scritto, vergognoso, ma comunque il fabbisogno, anche con quel concorso non è stato soddisfatto.

Per sistemare efficacemente la situazione bastava assumere il personale facente funzione diciamo con almeno 5 anni di incarico e le cose si sarebbero sistemate.

Anche perché uno Stato serio non può sfruttare persone per anni dandogli ruolo e responsabilità ma non il giusto riconoscimento di carriera ed economico.

Ora sembra invece che il concorso che dovrebbe uscire per i facenti funzione sia solo per personale in possesso di titolo di studio equivalente ad una laurea.

Ma stiamo scherzando!!!

Tu stato fai fare questo ruolo per anni a personale senza titolo e poi, quando devi metterlo a  posto, li prendi tutti per il sedere (scusate ma è proprio così) perché dici che non hanno il titolo!!!!

Ma quando ti hanno dovuto parare il sedere, caro stato, non te ne è fregato un accidente se avevano il titolo o no!!!

Titolo che poi non sono comunque riusciti prendersi perché il lavoro a cui tu li hai adibiti è talmente pesante che non gli ha dato il tempo di prendersi una laurea.

Tempo che, invece, hanno avuto magari persone molto meno qualificate e con molta meno esperienza e che tu stato metterai al loro posto facendo un danno gravissimo a te stesso.

MA SEI VERAMENTE BIPOLARE, FATTI CURARE!!!!!!

Ma voglio proprio vedere cosa faranno i sindacati, tessere dipendenti, davanti ad un così evidente sopruso dei lavoratori!!!!

MA BASTA, E’ VERGOGNOSO ASSISTERE A QUESTE MANFRINE CHE POI SI RISOLVONO SEMPRE IN UN MAGNA MAGNA!!

STAREMO A VEDERE SE IN QUESTO CASO CHI DI DOVERE INTERVERRA’.

Volete fare il concorso, va bene allora fatelo per titoli e per esperienze, ovvero i laureati con almeno tre anni nel ruolo e i facenti funzione con almeno sei anni nel ruolo senza obbligo di titolo.

Non ci vuole molto ad essere corretti, ma di certo questo stato bipolare dirà che serve una legge per sistemare questa cosa …

E ALLORA FATELA!!!

quando vi interessa fate leggi in una notte, quando dovete tutelare persone che voi avete buttato nella mischia allora ve ne fregate???

Eh no, care testine di cavolo, fate il mestiere per cui siete pagati, sistemate le ingiustizie soprattutto quando non vi costerebbe nulla, lo potreste fare subito e fareste il bene della scuola che manterrebbe competenze ed esperienza al suo interno, pure introducendo figure nuove, come ha già fatto con il precedente concorso (anche se occorre notare che molti vincitori di concorso hanno poi subito dato le dimissioni, con che danni per lo stato?).

 

Viviamo in un paese che ormai non si vergogna più di nulla, ma noi cittadini, ancora, ci vergogniamo …

 

CONCORSO DSGA, COME SEMPRE UNA VERGOGNA ASSURDA!!!!

Concorso DSGA: note di malcostume italiano




NO COVER BAND: RAD1! INTERVISTA CON CESARE “RAD” ZANOTTI.

 Sono grato di aver potuto porre alcune domande a Cesare “Rad” Zanotti, una persona speciale, una persona vera, autentica!

Un grandissimo professionista ed un artista completo.

Ho avuto modo di vederlo in palco molte volte con i mitici RAD1 di cui è il leader storico ed è stata sempre un’esperienza travolgente… provare per credere!

Ho voluto pubblicare l’intervista per intero, senza alcun taglio perché, fidatevi, non c’è nulla fuori posto nelle considerazioni fatte da Cesare!

Stimo l’artista e stimo l’uomo e forse anche il lettore si appassionerà leggendo la sua… passione! Rock’n’Roll!

PERTH: Ciao Cesare, i nostri lettori sono amanti della Musica, come sono solito dire, con la “M” maiuscola. La domanda che si fanno in molti è: che fine farà nei prossimi anni? E non mi riferisco al tremendo periodo che stiamo vivendo ma anche ai Talent che imperversano nei media o ai Festival, Sanremo in primis.

CESARE: Ciao a te e a tutti i lettori! La domanda che mi fai è la spada di Damocle di qualsiasi musicista/cantante/appassionato di musica. Ci penso ogni giorno e ci vorrebbe un tomo della Treccani (vedi come sono “Old School”?) per esprimere il mio pensiero. Detto questo provo a riassumerlo in pochi concetti. Odio i Talent in generale, non come trovate televisive, in quel senso funzionano alla grande, li odio per come trattano la musica ed i cantanti in generale. Quando sei giovane e non vedi l’ora di diventare “ricco e famoso” firmeresti di tutto per raggiungere il tuo obiettivo ed i Talent si cibano di questa forma malata di arrivismo. I Contratti si firmano un po’ alla cieca prima ancora di sapere se andrai in onda e di fatto sono pagine di paragrafi che fondamentalmente si riassumono in “Nei prossimi X anni se piaccio al pubblico potete fare di me quello che volete”. Diciamo che Amici, Xfactor, The Voice e compagnia bella sono diventati la versione moderna del “patto col diavolo” che Robert Johnson firmò per diventare una leggenda del fingerstyle. L’unica differenza sta nel fatto che mentre R.J. vendette la sua anima per diventare BRAVO ora ci si vende per diventare FAMOSI. E’ molto diverso. Una volta bisognava necessariamente essere BRAVI per diventare famosi oggi invece… beh… è lì da vedere. Tuttavia non credo che né i Talent né Sanremo siano la causa del cambiamento epocale che sta subendo il modo di fare musica. Per esempio: nonostante Sanremo esista da prima dei PINK FLOYD, i PINK FLOYD hanno potuto fare dischi e ancora oggi ascoltiamo in tutto il mondo capolavori tipo “Dark Side of the Moon”, non credi? Il problema vero è un altro e si chiama internet, ovvero il consumo veloce e sconclusionato di musica mista ad immagini, la sensazione di avere tutto a disposizione con un click, la possibilità di skippare traccia dopo pochi secondi, la coscienza che la musica non abbia valore… E qui devo chiedere scusa. Devo scusarmi con un musicista che ho odiato tantissimo (fu facile, lo odiavano tutti!) che risponde al nome di Lars Urlich (batterista dei METALLICA; n.d.a.). Per quanto ancora oggi non brilli né di simpatia né di “altro” beh… sulla questione NAPSTER aveva ragione. L’avvento del peer to peer fu davvero l’inizio della fine. La cosa peggiore fu l’estinzione dei “negozietti” di vinili (Musicassette, CD etc…) e con essa la scomparsa dell’amico al bancone verso il quale si nutriva rispetto e fiducia, l’uomo che ti consigliava le uscite migliori. Si è estinto il rito del: “risparmio, lo compro, me lo porto a casa e lo ascolto”. Il fatto è che doveva andare così. Non c’erano alternative. Di fatto da allora è cambiato tutto.

PERTH: Come e quando è nata in te la passione per la Musica? Ci racconti brevemente la tua storia?

CESARE: Parto col dire che sono l’unico della famiglia con questa passione. I miei genitori non erano musicisti anzi, la loro musica preferita era una canzone che continuavano a cantare a squarciagola e faceva più o meno così: “PIANTALAAAAAAA!!!! ABBASSA QUELL’AMPLIFICATOREEEEEE!!!!” ma quando la scintilla c’è non ci sono ostacoli che tengano, solo il gusto di buttarli giù. Trovo però corretto dire che nel tempo si sono assolutamente redenti e sono diventati miei sostenitori. Avevo sette anni quando mio Zio Cesare (si chiamava come me) mi chiese: “Per il compleanno vuoi una chitarra o un violino?”, ancora prima di dire “chitarra” avevo la mano destra alzata col simbolo delle corna. :-D. Mi iscrissero subito alla scuola di musica di Pavia (Conservatorio “Franco Vittadini”) e il resto è storia. Studiavo musica classica ed ascoltavo i BLACK SABBATH. Non male per un bimbo che frequentava le scuole elementari e per giunta dalle Suore Salesiane. Se ci ripenso mi viene da ridere. Quando ero ragazzo avevo degli amici speciali. Tutti ottimi musicisti e tutti più bravi di me. Nel mio oratorio ce n’erano tantissimi, ma mica bau bau micio micio, gente a mio avviso superdotata fra cui ad esempio colui che diventò poi Jantoman, il tastierista di ELIO E LE STORIE TESE, giusto per citarne uno, ma potrei nominarne almeno venti, tutti mostruosi. E’ stata una benedizione dal cielo, mi bastava sentire loro per migliorare, figuriamoci quando poi ho avuto il privilegio di suonare insieme a loro. In seguito da adolescente fui “obbligato” a cantare in una delle mie prime band, cominciai allora a studiare come un pazzo la voce perché, detto inter nos, ero veramente una pippa. Non ero convinto di fare il cantante fino a quando vidi il tour di Operation: Mindcrime dei QUEENSRYCHE, uscii da quel concerto totalmente cambiato. Avevo ben chiaro che DOVEVO fare quella roba lì. Quando conobbi Geoff Tate (voce dei QUEENSRYCHE) dopo diversi anni glielo dissi: “Io faccio il cantante per causa tua!” e lui: “Che responsabilità! Spero che ti vada bene!” ed io: “Certo non sono il cantante dei QUEENSRYCHE ma non mi lamento!” e scoppiammo in una sonora risata. Comunque il percorso che consiglio anche ai giovani è sempre il solito: scuole, ricerca di insegnanti validi, esperienze formanti e tanta tanta sala prove. Nel mio percorso ho cambiato diverse scuole fino al giorno in cui incontrai Gloria Rusch, corista di STEVIE WONDER, la persona che mi ha ribaltato come un calzino, una vocal coach incredibile, quella che curò tutte le voci dei Mr.BIG nel capolavoro “Lean to it”. Mi prese in simpatia e mi fece capire quando la voce abbia un lato artistico e uno tecnico\fisico senza il quale potresti essere il più grande artista del mondo ma fallire miseramente nell’impresa di essere “cantante”.

PERTH: Il DNA dei RAD1, la Band che guidi da molti anni, si è affermato realizzando brani rivisitati di altri artisti, ci vuoi dire cosa significa NO COVER BAND?

CESARE: Quella definizione ci fu incollata addosso dal gestore di un noto superclub live italiano. Abbiamo sempre cercato (col massimo rispetto) di rendere più “nostre” le canzoni che suonavamo live. Si chiama EGOISMO oppure SUPERBIA, scegli tu (ride). Di fatto venivo da cinque anni di tour ininterrotto coi MISTER X, unica mia esperienza di “cover band” coi quali feci diverse centinaia di concerti. Mi trovavo in un punto di non ritorno per cui il mio “lavoro” era quello di intrattenitore live sebbene io avessi avuto sempre il bisogno di scrivere brani originali. Ho lasciato quella band per inseguire quel sogno: “sopravvivere” di inediti. Si, sopravvivere, non ero desideroso di fama, mi sarebbe bastato placare la fame. :-D. I RAD1 nascono da un progetto di inediti che avevo composto io e che dovevano essere proposti live all’interno di uno spettacolo di cover “sui generis”. Spesso però le cose non vanno come dovrebbero. Non è colpa di nessuno (si, sto mentendo in favore del politically correct) e con un contratto in mano, davvero in mano, ce l’ho ancora… abbiamo gettato alle ortiche il progetto di inediti per continuare nel remaking che però dopo anni è diventato di gran moda. Siamo stati a nostro modo dei precursori… un premio di consolazione. Comunque poco male. Alcuni di quei brani che avevo scritto sono usciti per altri artisti e forse hanno venduto più di quanto potevano vendere con noi… altro premio di consolazione. 😀

PERTH: C’è una “Cover” che non faresti mai neanche ri-arrangiata in chiave RAD1?

CESARE: No. Non credo. Anzi: potremmo lanciare una sfida! Diteci quale secondo voi è il brano più brutto del mondo che lo riarrangiamo e lo facciamo diventare fighissimo! 😀 La musica è un gioco, se non si gioca che musica è?

PERTH: Le tracce del vostro album Chiavichesuonano mi accompagnano da anni soprattutto in auto. E’ un disco che rappresenta a pieno i RAD1?

CESARE: INNANZITUTTO GRAZIE! Mi fa piacere!!! Quel disco Rappresenta i RAD1 del 2001 e con questo non voglio non riconoscerne l’indubbio valore personale e della band, so come è nato e cosa c’è dietro ma io sono essenzialmente un tipo crossover. La musica mi piace TUTTA e non smetto mai di evolvermi quindi chissà cosa succederà domani! Potrei lanciarmi in un progetto progressive-liscio, chi lo sa? In Chiavichesuonano c’erano Rock, Pop, Jazz, Canto a cappella, Heavy… quindi potrebbe succedere tutto.

PERTH: Credo che la passione per la musica porti alla fine ad esprimere delle composizioni originali… hai in parte risposto ma puoi specificare meglio?

CESARE: Il sogno è quello di arrivare agli inediti coi RAD1. Sarebbe facile buttare fuori roba a caso, avremmo già una discografia enorme sulle spalle ma sarebbe spazzatura come la maggior parte della musica inedita degli ultimi anni. Io non so se mai ce la faremo, ma se lo faremo sarà speciale. Almeno per noi. È una promessa… anzi, un giuramento!

PERTH: Credo che un artista debba portare i giovani (e non solo) ad amare l’arte e tu lo fai dal palco ed anche con la RAD1 Music Factory, ce ne parli?

CESARE: : La Factory era nella mia testa già dal 2001. Credo che siano proprio i musicisti con un certo tipo di esperienza e di trasporto emotivo che dovrebbero aprirsi alle nuove leve e raccontare il proprio mestiere con la mano tesa. Purtroppo le realtà che io ho “subito” da allievo (Gloria Rusch esclusa) sono state di musicisti frustrati che non avevano voglia di raccontare la musica agli allievi. Provavano noia nell’insegnare ai meno dotati e “paura” nell’insegnare a quelli che avrebbero potuto diventare loro concorrenti. Ovviamente io appartenevo alla prima categoria. La mia insegnante di chitarra non mi sopportava… cercava di insegnarmi “Asturias” dedicandomi si e no un quarto d’ora in luogo dell’ora che avremmo dovuto fare e si arrabbiava perché nei minuti in cui lei si dedicava ad altro io strimpellavo “Paranoid” (dei BLACK SABBATH). Ecco: quella roba lì non è insegnare. Invece ricordo con gioia e stima il Maestro Gatta che mi ha fatto amare la teoria e i dettati. Ho iniziato a studiare musica prima di imparare le frazioni a scuola, immaginate anche solo la difficoltà di capire cosa mai volesse dire quattro quarti? Notate con che classe ho nominato il Maestro bravo e non ho fatto il nome della Maestra Vangelista… (OPS!). Comunque la Factory è una realtà bellissima, siamo a Pavia, Monza, Piacenza, Casteggio, Cava Manara e forse presto conquisteremo la terza regione che forse i tuoi lettori conoscono bene… Abbiamo Sale Prova e Studi di Registrazione a disposizione degli allievi e insegnanti davvero preparati con un sacco di passione. Si chiama RAD1 Music Factory ma ovviamente non ci insegnano solo i RAD1. Voglio ricordare il mio socio storico senza il quale sarei durato un mese, uno dei miei allievi più validi ed un insegnante impeccabile: Mauro Maggi e l’altra mia socia senza la quale Mauro sarebbe impazzito, la bravissima batterista Verdiana Gariboldi. Non nomino tutto il corpo docente per questioni di spazio ma sono egualmente eccezionali.

PERTH: C’è un’evidente storia della Musica che va onorata ed il Rock è il giusto leitmotiv delle vostre performances live. Come riuscite ad attrarre i ragazzi, abituati alla “superficie” dei vari Mahamod, Lazza, Nitro?

CESARE: Semplice. Li prendiamo a calci nel culo! Ehm… no, forse è un termine un po’ forte se tradotto letteralmente ma gli americani dicono così: “Kick Ass”. In realtà, battute a parte, siamo felici di fare quello che facciamo e forse la gente lo sente, lo vede e lo vive. Nei nostri concerti non mancano mai l’ironia e il sorriso, non ci prendiamo troppo sul serio ma facciamo le cose seriamente. Ecco: diciamo che facciamo seriamente gli scemi che fanno i seri… Ehm.. Boh… No, non lo so. Mi arrendo. Bandiera Bianca. BATTIATO (R.I.P.; n.d.a.)…Cover… Ecco le nostre idee nascono più o meno così. Siamo pazzi. 😀

PERTH: So che sei molto amico di Nillo (il tastierista dei RAD1) e si nota un’unità veramente straordinaria tra voi nei live. Negli anni si sono succeduti diversi artisti al tuo fianco… che rapporto hai oggi con gli altri membri della Band?

CESARE: Dipende. Siamo esseri umani, con i nostri pregi e i nostri difetti. Con qualcuno sono rimasto davvero in rapporti di fratellanza nonostante alcune visioni differenti, con altri meno. Io sono di natura come il “Mio Cuggino” di ELIO E LE STORIE TESE, ovvero “amico di tutti” ma non è che posso convincere a sberloni chi non vuole esserlo con me, sarebbe una contraddizione troppo evidente. Gli “ex” sono sempre ben ritrovati o “mai persi” a livello di amicizia da parte mia. Dai RAD1 nessuno, dico NESSUNO è stato mai mandato via, (tranne un unico caso di cui ovviamente non parlerò) e a chi se ne è andato di sua iniziativa dedico il brano di VASCO: “Eh… Già”. 🙂

PERTH: So che tuo figlio è un vero rocker. Cosa vorresti ricordasse di te quando sarà grande?

CESARE: Beh… Claudio per me è tutto. Darei qualsiasi cosa, farei qualsiasi sacrificio, come ogni padre credo… quando ha compiuto un anno sono caduto nel trabocchetto in cui sono caduti tutti i musicisti e come gli altri ho scritto un brano che però non ho mai pubblicato perché a differenza di qualcuno il mio obiettivo non è “vendere” le mie emozioni. Mi piace condividere i sorrisi, l’amore, le risate, l’energia… ma non venderli. L’ho scritto per Claudio e lo hanno sentito solo la sua mamma e pochissimi parenti che mi hanno implorato di pubblicarlo ma non l’ho mai fatto. In quel brano una frase dice: “Sarò l’uomo del tuo angolo solo se tu me lo chiedi…” ecco, vorrei essere questo per lui. Vorrei fosse libero di inseguire i suoi sogni e vorrei che percepisse la mia presenza quando ne avrà bisogno indipendentemente se io condivida o meno le sue passioni, fossero l’Heavy Metal o la Danza Classica.

PERTH: Hai suonato con Frate Cesare (Bonizzi) in arte FRATELLO METALLO: un mito! Ci racconti questa esperienza e qualche aneddoto?

CESARE: Amo quell’uomo. Ha un coraggio disumano. Per questo ho accettato di salire sul palco al suo fianco… Cioè suonare al Gods of Metal prima dei JUDAS col Frate che growla “Sexus, sexus, sexus! MASTURBATOR INSANAE!!!” non ha prezzo. Ha lo stesso valore di una Crociata in Terra Santa alla ricerca del Santo Graal! :-D. E non è che io sia un cattolico modello… ma mi piacciono le cose pure e vere, per me l’essenza di Dio è quella, non certo la messa domenicale e i sacerdoti in alta uniforme. Quando la cronista dell’ANSA gli chiese durante un’intervista perché facesse Heavy Metal lui rispose: “Ma scusi… la scena di Gesù Cristo in croce, con mani e piedi trapassati dai chiodi, flagellato, con la corona di spine e il costato trafitto da una lancia… lei cosa ci sente sotto? I Canti gregoriani? Io ci sento l’Heavy Metal!” E niente il fratone lì ha vinto tutto e Rob Halford (leader dei JUDAS PRIEST; n.d.a.) …MUTO! :-D. A parte gli scherzi: lo adoro davvero. Ho fatto anche un disco di musica cristiana “tradizionale” con lui. L’ho cantato io e i cori li hanno fatti i miei allievi della Factory. L’ho fatto davvero volentieri.

PERTH: Ci racconti (liberamente!) cosa vuol dire per te essere vocal coach di Fedez?

CESARE: Un vocal coach ha un compito: permettere all’artista di raggiungere i suoi obiettivi e di farlo in tranquillità e in salute, un po’ come un allenatore sportivo, non importa di quale sport si tratti. A parte le battute devo dire che Fedez è stato l’unico artista famoso che ha voluto dire ai fans: “Ho dei limiti e studio” e non solo, ha voluto che io partecipassi al suo film/reality ed ha fatto riprendere le lezioni in cui… ehm… non è che fosse proprio un cardellino diciamo. Non hai idea di quanti accordi di riservatezza ho firmato nella mia carriera di vocal coach perché “quelli famosi” non vogliono far sapere che studiano canto o vanno da un coach. In questo Federico ha davvero fatto molto per la nostra categoria almeno fino a quando non ha dedicato il suo tempo anche ad altro rispetto alla sua musica. Ho sempre sperato che potesse un giorno fare un disco “punk rock” visto che è grande fan di BLINK, GREEN DAY etc… ma mi sa che ormai… Peccato! Avrei portato un suo CD in macchina con me per la prima volta! 🙂

PERTH: Un’ultima domanda: Cesare… il Rock è morto?

CESARE: Sincero? NO. Il Rock non è morto ma ti dirò di più: esisteva prima che la corrente elettrica desse volume alle chitarre. BEETHOVEN non era forse Rock? La musica è da sempre un pugno nello stomaco, una bordata di emozioni e per me il rock è quella roba lì… Non è il Rock ad essere morto ma le nuove generazioni non sanno più cosa voglia dire sudare per ottenere qualcosa. Tramite i Social Network sono tutti convinti di essere quello che credono fino a che non ci sbattono il muso. Sono pornostar in amore, atleti pazzeschi nello sport, grandi opinionisti su qualsiasi argomento, esperti in qualsiasi cosa e grandi pop star nel campo della musica… Poi c’è la vita reale che prima o poi capita a tutti. E si pigliano le mazzate… Booom!  Così dal nulla non saranno più quelle grandi cose che credevano di essere e si accorgeranno che il loro pisellino sembrava un menhir solo ai loro occhi. Cosa devo dirti? Io sono un cinquantenne con quasi quattromila concerti nello zaino e mi fa male vedere come viene trattata la musica e come i giovani si trattino male. Speriamo in una rinascita delle menti, in una ripresa delle emozioni vere. Quando succederà il Rock sarà lì ad aspettarli pronto a prenderli a calci nel culo (nel senso inglese e positivo del termine). Forse non si farà più nello stesso modo, forse cambieranno gli strumenti… ma il Rock sarà sempre Rock. Con qualsiasi mezzo venga fatto… il Rock vivrà sempre, ne sono certo. Anche Pete Townsend (chitarrista degli WHO; n.d.a.) diceva che il Rock’n’Roll era trasportare enormi amplificatori in giro per il paese, già con l’avvento dei Kemper e degli ampli digitali il Rock aveva cambiato forma e definizione… chissà cosa sarà domani… Ciao a tutti e grazie per essere arrivati fino a qui. Vi mando un grosso abbraccio!

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PERTH




Tutte le risposte sui concorsi scuola

Che ne sarà dei precari del mondo scuola?
Come si svolgeranno i concorsi per la scuola?
Quando?

Da mesi docenti, abilitati e precari di ogni tipo seguono le notizie più svariate nella vana speranza di capire quali saranno le posizioni definitive del governo:

  • ci sarà il concorso?
  • Quando?
  • Quali saranno le prove?
  • Entro quando si dovranno conoscere i risultati?
  • E gli abilitati?
  • L’anno scolastico 2021/2022 come sarà organizzato?

Finalmente abbiamo le prime risposte decisive.

Il neo approvato decreto sostegni bis del governo Draghi, affronta le misure semplificate per i precari,  regolarizza i concorsi per l’insegnamento e le misure sul precariato scuola.

Lunedì 24 maggio alle h 18,00 sul canale YouTube BetapressTV, Chiara Sparacio intervisterà  l’avv. Maurizio Danza.

L’avv. Danza, Prof. Diritto dell’istruzione e Ricerca Internazionale Università Isfoa, spiegherà il decreto sostegni bis e risponderà alle domande del pubblico.

Per essere sicuri di non perdere la diretta, è possibile impostare il pro memoria

 

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Concorso a Cattedra, ridicolmente infernale…

 

 

 




ANPE: Laurea in pedagogia inutile, cancelliamola!

                                                             

 

COMUNICATO STAMPA del 20.05.2021

 

Con i recenti provvedimenti, ultimo dei quali è il Decreto Sostegni bis, approvato il 20 maggio 2021, la necessità di un intervento primariamente pedagogico, per cercare le soluzioni al disagio giovanile, è stata ulteriormente ignorata dal Governo ed in particolare dal Ministero dell’Istruzione, con il quale nell’agosto scorso le associazioni rappresentative dei pedagogisti e degli educatori socio-pedagogici, ha sottoscritto un apposito Protocollo d’intesa.

Il recente stanziamento di venti milioni di euro a sostegno dei servizi di psicologia, fondi che si aggiungono a quanto stanziato già in precedenza, indica come la “sanitarizzazione” sia impropriamente ritenuta dalla classe politica la via elettiva per la soluzione dei problemi educativi e formativi che vengono espressi nei vari contesti, in particolare nella scuola.

Di fatto, con tali provvedimenti, la pedagogia ed i pedagogisti vengono estromessi dalla società e dalla scuola, quest’ultima sempre ritenuta il loro àmbito elettivo.

Questo peraltro significa che le lauree magistrali in scienze dell’educazione e della formazione sono pressoché inutili, in quanto le opportunità lavorative indicate dai piani di studio universitari nella realtà sono concesse ad altri professionisti, privi delle necessarie competenze. Quindi, i corsi di laurea magistrale in scienze dell’educazione e della formazione perdono la loro ragione di essere e il perdurare di tale situazione induce a proporne la cessazione.

Va inoltre sottolineato come a tale punto si sia giunti anche “grazie” al disinteresse, al silenzio e all’accondiscendenza da parte di molti docenti universitari, alcuni dei quali peraltro privi di laurea in Pedagogia o Scienze dell’Educazione.

Disattenzione in alcuni casi millantata come fattivo interesse al riconoscimento della professione di Pedagogista, quando unico atto utile e necessario dovrebbe essere il suo ordinamento mediante la costituzione dell’Ordine e del relativo Albo.

Le risorse e la capacità di resilienza dell’essere umano indicano che i processi educativi e formativi non possono e non devono essere considerati alla stregua di meri eventi patologici e dimostrano che la strada da seguire non è quella imboccata.

 

La Presidente nazionale ANPE

Maria Angela Grassi

 




“Il Miracolo del Mattino”

Galeotto fu Clubhouse …

Alle sei e trenta del mattino, nel corridoio di Clubhouse, si apre una stanza che può cambiarti la vita.

La “Room”, che prende ispirazione dal libro “The Miracle Morning – Trasforma la tua vita un mattino alla volta” di Hal Elrod, è il punto di incontro per Esseri Umani che desiderino condividere il “segreto per trasformare ogni ambito della loro vita, molto più velocemente di quanto si possa immaginare …  l’approccio più semplice che si possa adottare per imparare a vivere la vita che si è sempre desiderata”.

Il tutto all’insegna della Condivisione di Conoscenza, Saggezza e Amore, in tutte le sue forme e in ogni area dell’Esistenza.

Ma facciamo un passo indietro. Nato nel mese di marzo dello scorso anno, Clubhouse – da molti definito anche come “social audio” e “social network vocale” – è il social network basato unicamente sul potere della voce.

Qui nascono ogni giorno – per iniziativa di Imprenditori, Artisti, Autori, Esperti nei rispettivi ambiti – delle “Room” che accolgono, a qualsiasi ora del giorno e della notte, migliaia di utenti in tutto il mondo.

E veniamo al 4 maggio 2021.

Riparto da qui

Chi mi segue abitualmente sui social e in particolare sul Canale YouTube “Jasmine Laurenti” sa che ho un Progetto di valore sociale, ‘Ondina Wavelet World’, il cui Scopo è creare una Cultura basata sui Valori e sull’uso consapevole di un Linguaggio “High Vibes”, per innalzare il proprio stile di vita a un’ottava superiore.

La stanza “Il Miracolo del Mattino”, prendendo ispirazione dall’omonimo libro, è in perfetta risonanza con il “Big Why” della nostra acquatica Eroina: una cassa di risonanza in cui Valori come Integrità, Autenticità, Coraggio, Perseveranza, Amore – e l’elenco potrebbe continuare all’infinito – trovano la loro libera espressione.

Come in ogni altra Room di Clubhouse si interagisce con la voce, e lo si fa assumendo il ruolo di Creatore della Stanza, Moderatore, Speaker o semplice ascoltatore.

Chi è nell’audience può alzare la mano quando si sente pronto a intervenire e i moderatori hanno facoltà di accoglierlo sul “palco” degli speaker. Semplicemente geniale.

 

Due sveglie e un caffè all’americana

Devo a Clubhouse e a questo gioioso appuntamento mattutino, l’aver sovvertito le mie abitudini da artista.

Sono (quasi) sempre andata a dormire alle quattro del mattino per alzarmi alle 11:00.

Consideravo la notte un tempo sacro: il tempo della creatività, dell’ispirazione, della meditazione.

Ora mi corico a mezzanotte – massimo l’una – per alzarmi alle 06.25.

Mi ci sono volute due sveglie e un caffè all’americana per instaurare questa nuova, radicale abitudine!

E, cosa alquanto sorprendente, ci sto prendendo gusto a respirare il fresco profumo del mattino, mentre ammiro il primo raggio di sole riflettersi sul lago, ammantando d’oro il golfo della “mia” Lugano.

Ancora non ci credo: sto rinascendo a me stessa.

 

Vivo un Miracolo ogni Mattino

Chi si alza presto la mattina, specialmente se deve autodisciplinarsi per farlo, ha una mente predisposta al Cambiamento.

Chi ha il coraggio di cambiare ha il coraggio di rimettere in discussione la propria Identità, le proprie Convinzioni, le scelte fatte fino a quel momento … a costo di ripartire da zero!

Chi è pronto a ripartire da zero attribuisce alla parola “errore” il significato di “opportunità di apprendimento”, “sfida con se stessi”, “resurrezione a nuova vita”.

Chi è disposto a rinascere a se stesso, infine, non dà retta ai giudizi di chi non osa fare altrettanto: è libero di essere chi è e di perseguire il proprio Scopo, “no matter what”.

Per quanto mi riguarda, l’aver fatto finora tredici traslochi mi ha insegnato che il “nido” più sicuro è quello creato da Esseri Umani che scelgono liberamente di amarsi e, nel rispetto delle loro differenze, decidono di perdonarsi, proteggersi e valorizzarsi. Ogni giorno.

Agli inevitabili marosi della vita ho imparato a non reagire opponendo resistenza, ma a “fluire” nel riposo della Fede, sicura come sono che, nei suoi modi e tempi, l’Esistenza ristabilirà l’Equilibrio.

Sarà forse per questo che, fin dal mio primo ingresso nella Room del Miracolo del Mattino, mi sono sentita “a Casa”?

 

… e inizio al meglio la giornata!

Non credo nel caso. Credo che a ogni stadio del nostro Percorso evolutivo ci sintonizziamo su diversi livelli di “Realtà”, più o meno vicini alla Luce – nostra comune Sorgente di Provenienza, nostro comune Oceano di Destinazione.

Solo un mese fa dormivo, alle sette. Oggi invece faccio colazione con Esseri Umani inclini all’Eccellenza come Stile di vita: un gruppo di Pari dove chiunque trovi il coraggio di alzare la mano e dire la sua, è il benvenuto.

Obiettivo comune: ritrovarci per libera scelta, stare insieme per Amore, crescere insieme fino a che, per il principio dei vasi comunicanti, ciascuno di noi abbia acquisito Parole, Pensieri, Convinzioni, Valori e Atteggiamenti tipici degli abitanti del Regno dell’Abbondanza come Stile di Vita.

In questo Regno è assente il falso valore della “competitività”: qui, a manifestarsi, è la Frequenza della “Condivisione” di strategie, supporto e know how tra menti ri-programmate per il Successo e la Felicità.

Qui, “Successo” vuol dire: scoprire Chi noi siamo e quale sia la nostra Mission, il nostro Contributo di Valore.

Qui, “Felicità” vuol dire: vivere il Presente come “Dono” (lo dice la parola stessa!). Ringraziare in ogni tempo e per le più piccole cose, non dando nulla per scontato. Condividere, con chi ne ha bisogno, quel che la Saggezza ci ha lasciato in tanti anni di esperienza. Cogliere ogni buona occasione per migliorarci, imparando da chiunque. Soprattutto, amare: prendendo esempio dal sole che brilla su noi tutti o dalla pioggia, che cade su noi tutti a prescindere da titoli o meriti.

La Buona Notizia è che questo Regno non è da qualche parte, “là fuori”: il Regno dell’Abbondanza è in ciascuno di noi! Ciascuno di noi può, guardandosi dentro, “accorgersi” di avere, dentro di Sé, l’intero Universo.

 

Nel Palinsesto di Tele Ondina, c’è una novità

Ci sentiamo dal lunedì al venerdì alle 06:30, Amici. Su Clubhouse, nella Stanza dedicata al Miracolo del Mattino!

Ad accogliervi nella Room Massimiliano Mazia (imprenditore e mental coach), la moglie Silvia Matesic (imprenditrice), Massimo Russo (stilista di moda) e altri virtuosi Eroi: Edoardo Noferi, Giorgia Morosi Visentin, Gianni Di Nardo e … la sottoscritta!

Per rendere visibile e operativa la virtuosa Liaison tra il Fantastico Mondo di Ondina e il Miracolo del Mattino abbiamo inaugurato il Talk Show “Born 2 Win”, trasmesso in Live Streaming ogni due giovedì alle 20:30 sul Canale YouTube “Jasmine Laurenti”, Patreon, Twitch, LinkedIn e, in differita, su Rumble e Lbry.

A ogni puntata, in diretta concorrenza con il tiggì delle non buone notizie, si parla di Valori e di Parole belle e buone.

In pratica, è la versione video della virtuosa Room mattutina.

Il primo episodio è qui.

Con Amore,

Ondina Wavelet (Jasmine Laurenti)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 




I Malvoluti: provocazione allo stato puro con Nessuno

I Malvoluti, un nuovo complesso di giovani studenti universitari bolognesi, sta spopolando sul  Darkweb con Nessuno, un pezzo di provocazione allo stato puro, formato da un motivetto musicale che potrebbe essere il nuovo tormentone estivo.

Il testo parte quasi in sordina con una forte provocazione sull’omosessualità fino ad arrivare alle molestie clericali.

Semplice ed efficace, ogni strofa tira un forte colpo al perbenismo che circola oggi, arrivando dritta al cuore con ogni ritornello dove siamo tutti pronti a parlare di accoglienza ma alla fine … nessuno vuole un negro in casa

Basta con questa facciata in cui tutti parlano e sbraitano, in cui tutti credono che a parole si risolvano le cose, non è così, occorre essere coerenti, decisi, certi e coscienti.

Nessuno raccoglie in poche strofe alcuni dei principali motivi di malvagità del mondo, buttando in faccia ai finti buonisti la verità: parole tante fatti pochi.

Troppo comodo parlare di accoglienza ma non accogliere nessuno, di malattie ma di non curare, di diversità ostentandola come se fosse un traguardo mentre invece è una partenza.

Bravi Malvoluti, avete dimostrato che basta una canzone per dare messaggi chiari e spesso nascosti dietro a fiumi di parole.

Occorre pensare ad un nuovo modo di ragionare sia sulle diversità che sull’accoglienza, non si può in continuazione pensare a risorse infinite, non è possibile continuare a buttare soldi senza ottenere risultati, fomentando spettri di razzismo quando qualcuno osserva che in un tavolo da dieci non ci si può stare in cento.

 

E poi, diciamolo, questo paese non è venuto dal nulla, ma dalla fatica di generazioni di Italiani, che peraltro hanno costruito anche altri paesi, mica solo questo, ed ora pensiamo che tutti ne hanno diritto, così, semplicemente perché esistono?

Ma non si pensi che in questo modo aiutiamo gli altri, se distruggiamo quello che c’è perché lo disperdiamo in modo indiscriminato, facciamo il male di tutti, anche dei non italiani.

La canzone dei Malvoluti ci è piaciuta molto perché rappresenta la fiaba del re nudo, nessuno lo dice tutti lo sanno molti fingono i Malvoluti NO.

Bravi.

 

 

 

Nessuno – I Malvoluti – CCEditore musical edition




TUTTO IN UN PURCHE’, DDL ZAN E DINTORNI…

Art. 4.
(Pluralismo delle idee e libertà delle scelte)

1. Ai fini della presente legge, sono fatte salve la libera espressione di convincimenti od opinioni nonché le condotte legittime riconducibili al pluralismo delle idee o alla libertà delle scelte,

purché non idonee a determinare il concreto pericolo del compimento di atti discriminatori o violenti.

 

Il DDL ZAN è tutto qui, tutto nell’articolo 4, la sua vera assoluta pericolosità è solo in questo articolo.

Gli altri articoli in pratica non fanno altro che inserire nel codice di procedure penale art. 604 bis e ter  dopo la parola religioso le parole “oppure fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere o sulla disabilità.”.

Chi oggi, nella nostra società pluralista, potrebbe non essere consapevole che non può esserci più discriminazione razziale, religiosa o sessuale?

Frange impazzite, destre idiote, assurdi retrogradi ormai ai limiti del patologico, forse loro, ma certo in una società equilibrata no, non è più pensabile discriminare qualcuno per differenze di qualsiasi natura esse siano.

Ovvio che poi non deve essere accettato l’estremo da nessuna parte, lo sviluppo del pensiero deve essere adeguato all’età dai fanciulli agli adulti e quindi deve esistere una correttezza etica che tutela chi ancora deve crescere nello sviluppo mentale ed “ideologico”.

Detto tutto questo la pericolosità vera del ddl zan è tutta scritta in una sola parola: “purché”.

Le persone intelligenti mi hanno già capito, inutile per esempio citare i maiali di Orwell o i capponi di Renzo, quel purché diviene la nuova spada di Damocle in una socialdemocrazia virtuale.

Certamente chi ha scritto quel DDL non voleva mettere nelle mani di un giudicante la libertà di opinione, ma così ha fatto, perché Bruto è un uomo d’onore, e quel purché così realizza, messo in mezzo come se fosse un divisorio tra il giusto e lo sbagliato, come uno spartiacque tra i buoni ed i cattivi, già identificati, già conosciuti, già certi.

Ma Bruto è uomo d’onore.

Ma il fatto ancora più grave è che oggi il vento delle convinzioni è sottile come quello della calunnia, inesistente e labile come ghiaccio al sole, oggi l’opinione pubblica è sempre scritta al plurale.

Come è possibile allora inserire quel purché, sulla fiducia di quale organismo giudicante, di quale illuminata mente giuridica?

Ma poi da quando la magistratura interpreta la morale? e anche volendo su quali parametri stabilisce cosa è quel purché?

Voglio ricordare il bellissimo film di Alberto Sordi e la divertente canzone di Buscaglione che posto a fine articolo, ma non posso non stigmatizzare questo punto del DDLZAN perché è su questo punto che si poteva dire qualcosa al concerto del primo maggio, ma di questo ne parleremo in altro articolo.

Pertanto possiamo solo sperare che cessi qualsiasi forma di discriminazione purché rimanga la liberta di opinione.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

MORALISTA

Due vite
Vivo perché
Due voci
Io sento in me

Se ti parlo di ideali
Se ti parlo di virtù
Non mi credere
Sono frottole
Parole e nulla più!

Non ti fidare di me
Perché, perché ti ingannerò
Moralista, mi sa dire la morale che cos’è?
È una favola per i semplici
Ma non è fatta per me!

Polemizzo
Stigmatizzo
E condanno
Il mondo inter!
(Oh, che scandalo davver!)

Non ti fidare di me
Perché, perché ti ingannerò
Moralista, mi sa dire la morale che cos’è?
È una favola per i semplici
Ma non è fatta per me!
No, no, no, no, no, no, non è fatta per me!

FRED BUSCAGLIONE

[youtube https://www.youtube.com/watch?v=SU5dFHExHL8&w=640&h=480]

https://www.youtube.com/watch?v=O9UB-NKBPN8




LA FOLLA

Il tema della folla è sempre stato ampiamente trattato dagli scrittori di tutti i tempi.

Seneca riteneva che la folla provocasse un turbamento nell’uomo.

Manzoni vedeva la folla come qualcosa di negativo per i comportamenti irrazionali messi in atto e, a questo proposito, così si esprimeva: “Ne’ tumulti popolari c’è sempre un certo numero d’uomini che, o per un riscaldamento di passione, o per una persuasione fanatica, o per un disegno scellerato, o per un maledetto gusto del soqquadro, fanno di tutto per ispinger le cose al peggio, propongono o promuovono i più spietati consigli, soffian nel fuoco ogni volta che principia a illanguidire: non è mai troppo per costoro; non vorrebbero che il tumulto avesse né fine né misura”.

Anche in Verga ritroviamo la folla con riferimento ad una rivolta contadina poi repressa dall’esercito di Garibaldi.     

Secondo lo studioso Le Bon, pioniere della psicologia delle folle, “l’uomo della folla ridiventa primitivo” e l’individuo immerso nella folla non è più se stesso.  

Possiamo osservare che la persona, nel momento in cui si unisce alla folla, subisce un cambiamento in quanto percepisce un senso di potenza ed assume – come afferma Le Bon – comportamenti simili a quelli di un individuo ipnotizzato ed irresponsabile.

Anche Freud si è occupato di psicologia delle masse, approfondendo la tematica della coesione sociale, e concordava con Le Bon sul fatto che le folle fossero più disinibite dei singoli individui.

Freud riteneva che le folle e i gruppi fossero tenuti insieme dalla libido e spiegava come l’individuo che si immerge nella massa si liberi di tutte le sue inibizioni.

Una dimostrazione di ciò è data, ad esempio, dalla folla che ha festeggiato il 2 maggio 2021 per la vincita dello scudetto da parte dell’Inter, riversandosi in Piazza Duomo e violando le regole del distanziamento sociale previste per il Covid.

Le immagini che abbiamo visto dei tifosi che si accalcavano in Piazza Duomo ci riportano indietro nel tempo, anche se in questo caso c’è una differenza perché si tratta di una folla che esprime felicità e non rabbia come quella di svariati autori del passato.

La folla dei tifosi dell’Inter, in una situazione non problematica sul piano sanitario, sarebbe stata vista in senso positivo perché rappresentativa di un’unica anima espressione di unità e di gioia. Il contesto situazionale condizionato dal Covid ha capovolto il senso di tale evento, trasformando la folla in una specie di mostro.

Si nota, per altro, una significativa perdita del controllo da parte di questa folla: i tifosi dell’Inter si sono riversati per le vie del centro di Milano mettendo in scena comportamenti disinibiti quali ad esempio il togliersi le mascherine e l’ostacolare il distanziamento sociale.

Questo ci fa riflettere su come la folla, che si riunisce con intenti positivi per festeggiare un evento, possa assumere connotazioni negative.

Potremmo parlare, a questo proposito, di una “patologia della folla” che genera negli individui una mancata percezione delle possibili conseguenze delle azioni messe in atto e spesso anche una violenza incontrollabile.

 




Bolognini: tecnointrusività

“Tecnointrusività tra ricerca, etica e diritto”

di Alessandro Bolognini

 

Il volume affronta il tema della tecnointrusività quale forma evoluta quantitativamente, crescente e parallela a quella riscontrabile nel web (e di cui il cyberbullismo nelle sue diverse forme è la variante più significativa), di utilizzo distorto della tecnologia.  Accanto all’analisi fenomenologica del problema il volume segnala, alla luce di una doverosa riflessione effettuabile sul piano filosofico ed etico, i pericoli di un’espansione tecnologica non (o non del tutto) sensibile alle esigenze di rispetto e di tutela dei diritti della persona.

Il libro esplora, in tre capitoli, il complesso tema delle convergenze fra lo sviluppo delle neuroscienze e quello delle neurotecnologie, focalizzando l’attenzione sulle più inquietanti implicazioni sottese alla ricerca sperimentale che trascende l’ambito clinico, nello scenario attuale e in quelli futuribili.

Il primo capitolo fotografa lo stato dell’arte di quello che potremmo definire il grado di intrusività delle tecnologie di riferimento in termini di accesso “indiretto” ai contenuti della mente umana, come nel caso della lettura delle espressioni facciali, approfondendone alcuni, rilevanti elementi di criticità.

Il quadro delineato è propedeutico ad una analisi, proposta nel capitolo successivo, dei tentativi storicamente documentati — prioritariamente ascrivibili ai governi americano e russo — di controllo e condizionamento della mente umana, di cui si ricostruiscono sviluppi e risultati effettivamente conseguiti.

Il terzo capitolo si sofferma, infine, sullo sviluppo delle brain-computer interfaces quale ambito elettivo di convergenza delle neuroscienze e delle neurotecnologie nella realtà contemporanea, ponendo particolare attenzione anche in questo caso alle questioni poste sotto il profilo etico e filosofico-giuridico dall’applicazione delle BCIs al di fuori del contesto clinico.

La visione proposta dal volume si pone quindi come stimolo alla riflessione critica in merito ai possibili futuri evocati da uno sviluppo tecnologico intrusivo e privo di indirizzi etici. Accogliendo un’istanza sollevata all’interno della stessa comunità scientifica, si auspicano così nuove prassi di coinvolgimento degli stakeholders, rafforzamento del dibattito pubblico e di ingaggio della politica affinché l’espansione tecnologica sia inserita in un framework etico e giuridico atto a tutelare i diritti dell’individuo e dei gruppi sociali.

 

Alessandro Bolognini è Professore Incaricato presso l’Università eCampus, svolge attività di ricerca e di formazione presso il Centro Ricerche e Formazione UNITRE di Milano e collabora con il CE.DI.S. – Centro Studi e Ricerche su Politiche del Diritto e Sviluppo del Sistema Produttivo e dei Servizi dell’Università eCampus. È autore di contributi nel campo delle tecniche di applicazione del linguaggio espressivo e nel settore del pensiero creativo e delle sue valenze sociali, socioeconomiche e formative. Tra le sue pubblicazioni segnaliamo anche “Smart leadership e organizzazioni di volontariato” (Armando, 2019) e “Test di A. Bolognini – Arte e counselling: costruzione di uno strumento di lavoro e suo utilizzo nel campo sociale” (Giuffrè Francis Lefebvre Editore, 2019).

Il CE.DI.S. (Centro studi e ricerche sulle politiche del diritto e sviluppo del sistema produttivo e dei servizi) è un Centro di Alta Formazione e di Ricerca dell’Università eCampus, la cui missione fondamentale è da un lato quella di svolgere attività di ricerca pura ed accademica e, dall’altro, quello di interloquire col sistema pubblico e privato per la progettazione e la declinazione attuati- va di iniziative aventi l’Università quale realizzatrice di prodotti di alto livello scientifico e/o quale partner di attività di analoga configurazione.

Il volume di Alessandro Bolognini  è ospitato  nella Collana “Pubblicazioni CE.DI.S. – Università eCampus” di Giuffrè Francis Lefebvre Editore, 2021, pp 220.

 

Alessandro Bolognini – urbanoterzo3@libero.it