A quando la verità?

“Cercate anche di darvi una fede politica, respingete però quelle idee politiche che non presuppongono il concetto di libertà, altrimenti andreste verso la vostra rovina.”

SANDRO PERTINI

 

In questi giorni il dibattito sul passaporto sanitario, è di estrema attualità in tutta Europa.

L’opzione forte dei governi di fronte alla pandemia percorre, ormai, la via della obbligatorietà del vaccino, più o meno dissimulata, da provvedimenti che limitano fortemente le libertà dei singoli e non s’intonano con i diritti costituzionali.

Eppure, la parola d’ordine è una sola: vaccinazione del più ampio numero di cittadini.

Una scelta che non discerne e non si ferma né di fronte all’età delle persone, né in relazione alle condizioni di salute e gli stili di vita.

Inutile, richiamare le contraddizioni che un simile approccio può generare nel sentimento collettivo, già peraltro ampiamente illustrate nei nostri vari articoli.

Risulta, così, centrale comprendere le ragioni profonde delle iniziative assunte e andare oltre l’evidenza della vicenda sanitaria.

Esiste, in altre parole, un’emergenza che trova fondamento nella fragilità delle variabili macroeconomiche del sistema mondiale.

La pandemia è divampata, infatti, alla fine del 2019.

Un anno nel quale la recessione economica, amplificata dal rallentamento del colosso cinese, aveva colpito duramente le prospettive di crescita.

Il Covid ha fatto il resto.

Negli ultimi mesi, la politica economica comunitaria si è mossa lungo il crinale degli incentivi e del massiccio indebitamento.

Una scelta vincente che ha consentito di finanziare l’enorme spesa pubblica necessaria a fronteggiare la spesa sanitaria ed il rallentamento delle attività economiche.

Il risultato è che il rapporto tra Debito pubblico e Pil e tra Deficit e Pil, in Italia e nelle principali economie europee, sono a livelli di massima allerta e destinati a lievitare ancora.

In questa situazione, si è affermato un leitmotiv che come un mantra orienta la politica e l’azione dei governi: la crescita dell’indebitamento dei bilanci pubblici, per sostenere la ripresa economica, deve essere puntellata dalla ripresa del Prodotto Interno Lordo (PIL), il valore al denominatore dei due indici richiamati.

Si capisce, in questa direzione, che, accanto alle nuove varianti del Covid ed il numero dei non vaccinati, c’è un’ altro nemico per il Premier Draghi ed i suoi colleghi in Europa e nel Mondo: il Pil.

Un autunno segnato da nuove ondate pandemiche farebbe saltare il banco.

Non sono, quindi, solo i contagiati ed i morti che spaventano: un nuovo rallentamento delle attività produttive deve essere scongiurato.

Non deve scandalizzare questa verità.

Il trade-off tra opportunità e costo sociale è una variabile  interiorizzata nei modelli di crescita.

Le statistiche ci dicono che gli aeroplani cadono e che si muore in macchina o in treno per incidenti di varia natura e non per questo viaggiamo in carrozza.

Il punto è che sulla campagna vaccinale la verità non viene detta.

La classe dirigente è timida,  imbarazzata e rischia di affogare nelle proprie contraddizioni.

Sarebbe più facile rivolgersi ai cittadini con parole sincere ma è ancora presto per le verità.

 

LA REDAZIONE DI BETAPRESS.

 

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La strategia della distrazione, divide et impera.

L’elemento primordiale del controllo sociale – afferma Chomsky – è la strategia della distrazione che consiste nel deviare l’attenzione del pubblico dai problemi importanti e dai cambiamenti decisi dalle ‘élites‘ politiche ed economiche, attraverso la tecnica del diluvio o inondazioni di continue distrazioni e di informazioni insignificanti“.

 

 

Il covid non è stato ancora vinto, purtroppo.

La pandemia continua a mietere molte vittime, soprattutto, nei paesi poveri.

Non è ancora il momento di fare un bilancio dei costi sociali ed economici di questa immensa catastrofe.

Tuttavia, alcune, conseguenze indirette o eventi collaterali, dell’evento pandemico sono sotto gli occhi di tutti ed è impossibile ignorarli o far finta di niente.

In particolare colpisce come la vasta mobilitazione, messa in moto dalla campagna vaccinale, sia avvenuta attraverso i codici della manipolazione delle masse, evidenziati negli studi di Chomsky, Bernays ed altri.

La polarizzazione ideologica delle posizioni che, il dibattito ha messo in moto, ha fatto il resto: la comunità civile si è divisa tra patrioti (i vaccinati) e gli untori ( i non vaccinati).

Un distinguo inaccettabile che ha finito per dividere la coscienza civile e dare legittimità agli istinti collerici più profondi e disperati.

La manipolazione delle masse ha ottenuto il suo scopo per buona pace dei diritti e delle libertà fondamentali.

Secondo Chomsky, un altro aspetto che determina la manipolazione delle masse è mantenere la popolazione distante dalla conoscenza, evitare alle persone di comprendere e conoscere l’utilizzo di tecnologie e metodi utilizzati da chi vuole esercitare il potere (manipolazione) su di loro per controllarle e renderle schiave.

Una constatazione che non può lasciarci tranquilli.

Alle persone , costrette da mesi di difficoltà e paura, si è dato un surrogato ideologico, un feticcio contro il quale sfogare la propria rabbia.

Dīvĭdĕ et ĭmpĕrā (pronuncia dìvide et ìmpera; letteralmente «dividi e comanda») è una locuzione latina, ma in realtà di Filippo II il macedone, secondo cui il migliore espediente di una tirannide o di un’autorità qualsiasi per controllare e governare un popolo è dividerlo, provocando rivalità e fomentando discordie.

Così i non vaccinati, sono divenuti , il popolo dei  “no vax” , i contestatori, il male da estirpare, per un bene superiore.

E, a nulla vale, ricordare che in quel popolo di non vaccinati, solo una minoranza, veste, probabilmente, i panni della contestazione.

Gli altri sono persone con problemi di salute, anziani o cittadini che hanno relazioni sociali controllate.

Inutile richiamare l’attenzione sul fatto che la vaccinazione della popolazione è una “condizione necessaria ma non sufficiente” per estirpare in modo radicale la circolazione del virus.

Poco importa.

Il punto è che le divisioni, una volta innescate nella memoria di un popolo, non si controllano, fabbricano nuovi feticci, nuove trame di collera e consentono di manovrare la coscienza individuale e collettiva.

A settembre assisteremo a nuove categorizzazioni sociali.

Accanto ai vaccinati con le prime due dosi vi saranno i beneficiari della terza dose.

Costoro avranno un secondo feticcio contro il quale scagliarsi.

Gli untori diventeranno, a loro volta, i vaccinati, con solo due dosi, che rifiutano l’assunzione ulteriore del farmaco.

Nuove onde colleriche si formeranno a vantaggio del controllo sociale che potrà continuare la propria opera.

In questo contesto, il rischio di una deriva dello Stato democratico non è da escludere.

Con il green pass si sono assunte misure liberticide in nome di un interesse superiore.

I poteri che hanno assunto simili iniziative, vale la pena ricordare, non sono di rango elettivo perché nonostante una profonda crisi politica, in questo paese, si è deciso di non consentire le elezioni anticipate.

Il governo in carica non rappresenta le mutate sensibilità del corpo elettorale e, le contraddizioni e le miopie normative e regolamentari in essere ed in via di adozione, fanno pensare ad una classe dirigente inetta e dilettante.

Come prendere sul serio chi assume iniziative autoritarie, senza precedenti, per la storia democratica del nostro paese, e poi lascia che gli esercenti vestano i panni dei pubblici ufficiali, per il controllo dei pass sanitari, o che orde di immigrati sbarchino sulle nostre coste, senza riguardo alcuno alla tutela sanitaria.

Non resta che attendere e sperare che il virus venga neutralizzato o con esso ogni tentativo di manipolazione sociale che nessuna decretazione d’urgenza dovrà mai rendere legittimo.

 

LA REDAZIONE DI BETAPRESS

 

 

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