“Caro Dio, sono arrabbiata con te, per favore cambia il mondo” – La lettera di Nanda all’Universo

“Caro 𝗗𝗜𝗢,

𝗧𝗶 𝗽𝗿𝗲𝗴𝗼 𝗶𝗹𝗹𝘂𝗺𝗶𝗻𝗮 𝗹𝗲 𝗺𝗲𝗻𝘁𝗶 𝗱𝗶 𝗰𝗼𝗹𝗼𝗿𝗼 𝗰𝗵𝗲 𝗰𝗶 𝗴𝗼𝘃𝗲𝗿𝗻𝗮𝗻𝗼 𝗮𝗳𝗳𝗶𝗻𝗰𝗵é 𝗼𝗽𝗲𝗿𝗶𝗻𝗼 𝗽𝗲𝗿 𝗶𝗹 𝗯𝗲𝗻𝗲 𝗿𝗲𝗮𝗹𝗲 𝗱𝗲𝗹𝗹𝘂𝗺𝗮𝗻𝗶𝘁𝗮̀ 𝗶𝗻𝘁𝗲𝗿𝗮 𝗲 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗮 𝗻𝗼𝘀𝘁𝗿𝗮 𝗴𝗿𝗮𝗻𝗱𝗲 𝗠𝗔𝗗𝗥𝗘 𝗧𝗘𝗥𝗥𝗔.

𝗚𝗿𝗮𝘇𝗶𝗲.”

Questo è il messaggio che il 23 dicembre Nanda Ubaldini ha scritto all’interno di una lettera indirizzata a Dio – Via della Creazione – numero Infinito – Universo.

Con Nanda moltissime altre persone in tutto il mondo hanno imbucato dalle loro città la stessa lettera con l’intenzione simbolica che i governi di tutto il mondo vengano illuminati dalla saggezza divina e prendano decisioni in armonia con le leggi universali di funzionamento della Vita e del Cosmo.

Nanda Ubaldini
L’ideatrice dell’iniziativa Nanda Ubaldini

Nanda Ubaldini è un nome noto nell’ambito della crescita personale e spirituale, nel 1987 ha fondato il primo Centro Olistico in Italia.

La prematura perdita della madre, l’abbandono da parte del padre, gli anni trascorsi in orfanotrofio, l’infedeltà seriale del marito, lincendio della casa, il furto dei gioielli e dellauto in cui si era rifugiata per dormire … hanno reso Nanda una persona arrabbiata con la vita, con la chiesa e con Dio. 

Di qui, un giorno di marzo del 1983, la decisione di scriverGli una lettera.

Una lettera a tutti gli effetti: imbustata, affrancata e spedita a un destinatario eccellente, al suo indirizzo sconosciuto. 

In essa Nanda esprime la sua rabbia e il bisogno di capire perché Dio abbia permesso alla Vita di accanirsi tanto duramente su di lei. 

La risposta non si fa attendere. Il giorno dopo la spedizione della sua missiva, la signora riceve una visita inattesa che cambierà per sempre la sua vita. 

Ecco che comincia la seconda parte della sua storia: quella della scoperta e della realizzazione del suo Scopo.

Data la gravità della situazione attuale Nanda ha pensato che, se ha funzionato per lei in passato, può funzionare anche oggi per il mondo intero. 

Il suo invito, ieri, era rivolto a ogni essere umano, a prescindere dalla religione di appartenenza e dal nome attribuito a Dio.

La Signora è sicura che la risposta arriverà e che sarà decisiva per risollevare le sorti di un mondo che sembra essere andato alla deriva.

Nel suo messaggio – pubblicato nei giorni scorsi sul profilo di Facebook – Nanda accenna alla grave situazione in cui versa il nostro pianeta, al costante flusso di notizie catastrofiche e contraddittorie a cui noi tutti siamo esposti, alla paura che domina l’Umanità intera.

Parla un po’ di sé e della sua Missione: dimostrare al mondo che tutto è possibile. Quindi invita i suoi lettori a scrivere una lettera a Dio. Tutti insieme, il 23 novembre 2021. 

Raggiungo Nanda per una breve chiacchierata sull’iniziativa che, da qualche giorno, sta facendo il giro del mondo.

Perché una lettera a Dio?

“Perché funziona: il pensiero è energia creatrice, così come il gesto che facciamo – l’atto di scrivere la lettera – e la materia – il foglio, la busta e il francobollo – che adoperiamo. Ce l’ha insegnato Giordano Bruno, che il pensiero è un atto creativo.

Perché proprio il 23 novembre?

Il giorno 23 è stato scelto per la sua energia calcolata da me con la geometria sacra.

Possono partecipare anche i ritardatari? Se sì, hai istruzioni da darci?

Certo! Chiunque voglia partecipare oggi o nei prossimi giorni, può farlo tranquillamente. Più siamo a chiedere, più aumentiamo le possibilità di ricevere. L’importante è avere fede nell’energia creatrice dell’Universo, qualunque nome le attribuiamo.

È semplice: si scrive la lettera, la si inserisce in una busta, la si affranca e imbuca o spedisce alle poste. Se vi chiedono se sia per l’Italia o per l’estero, rispondete pure che la state affidando all’Universo. Potete omettere il mittente, ma ricordatevi di affrancarla. Altrimenti costringete Dio a pagare la multa e non è carino.

Quali risultati possiamo aspettarci?

I governi saranno costretti a cambiare.

Prima di tutto perché si va a influire energeticamente nel campo elettromagnetico della bioenergia universale.

Poi perché, tutti insieme, possiamo mandare in tilt il sistema. Le poste, impossibilitate a gestire moltissime lettere spedite a un indirizzo ignoto, potrebbero trovarsi in grave difficoltà.

Funziona così: noi arrechiamo un danno alle poste, le poste arrecano un danno allo Stato, lo Stato se la prende con noi e noi ci rivolgiamo a Dio perché lo Stato non ci aiuta. Semplice.

Con quali ragioni sei riuscita a convincere le persone a partecipare?

Innanzitutto scrivendo una lettera a Dio non invadi le strade e non danneggi le attività commerciali, costrette a fermarsi quando passa il corteo dei manifestanti. Non prendi acqua e freddo in caso di maltempo. Lo fai da casa tua: scrivi la tua preghiera, vai in posta e la spedisci. E poi, Gandhi ha sconfitto l’impero britannico da solo, fermando l’India. Noi facciamo lo stesso mandando in tilt le poste. Non serve andare in piazza a farsi dare il foglio di via o a farsi picchiare. La nostra è una protesta concreta che non danneggia nessuno, tranne le poste. Chi ci può accusare? La chiesa non ci può attaccare, perché stiamo scrivendo a Dio. Neanche il governo può dirci nulla. La gente disperata decide di rivolgersi direttamente a Dio invece che al proprio governo. E allora?”

Il messaggio di Nanda Ubaldini è già stato tradotto in diverse lingue e ha raggiunto, tra le aree più lontane, la Cina, l’India, il Giappone e le Americhe.




Maestra Televisione

QUANDO LA TELEVISIONE EDUCAVA

La televisione dal 1954 in poi ha contribuito alla formazione e all’identità culturale degli italiani e le stesse produzioni televisive degli anni del “boom economico” hanno contribuito ad accelerare i progressi economici e sociali di quell’epoca.

La televisione di allora con molti programmi scolastici ed educativi, che parlavano di arte, di letteratura, di cultura, di editoria e di società, pur con tutti i suoi limiti, era uno strumento pedagogico e di coesione sociale.

Oggi invece, nonostante il più alto livello di istruzione e di benessere economico, si assiste a programmi di sempre più bassa qualità, che rispondono prevalentemente a dinamiche di mercato, in grado di alterarne la funzione etica e sociale. La televisione è sotto accusa, imputata di decadimento culturale, imbarbarimento sociale, impoverimento etico e distorsione educativa delle giovani generazioni.

I programmi spazzatura, gli spettacoli artefatti, falsi e ingannevoli inculcano nei giovani la convinzione di una realizzazione di sé, basata solo sull’apparenza, sull’ostentazione della bellezza estetica, sulla costante ricerca di essere ciò che gli altri vogliono e non di ciò che siamo.

Fa spettacolo, audience, la maleducazione, l’ignoranza, la povertà morale e culturale e si trasformano in modelli da imitare personaggi che non hanno valori, non hanno cultura, non hanno alcuno spessore morale.

I nostri studenti emulano esasperatamente ciò che vedono, comportandosi come replicanti degli imbarazzanti personaggi televisivi, per cercare di essere come loro.

E da “Grande fratello”, “Uomini e Donne”, “Amici”, “La Scuola” passano a film dove la violenza è la trama, con delitti, assassini e atti criminali.

Nessuno pensa che molti ragazzi vi assistano senza una coscienza critica, ma assorbendone l’aggressività che poi esplode in casa, a scuola, con gli amici, con gli adulti, con loro stessi.
Spegniamo la TV e apriamo un giornale, un libro per leggere.

Per dirla come Nicola Gratteri: “Ragazzi studiate, fottiamoli”.

 

Pio Mirra

Dirigente Scolastico