Decidi DC … si ma quale???

C’è bisogno di centro, tutti vogliono tornare al centro, ci vuole la DC.

Oggi una strisciante sensazione tra tutti i moderati italiani è che si debba fortemente tornare al centro, ma al centro non c’è più una casa ad accoglierli.

Oggi il centro non esiste più, verissimo perché tutte le forze politiche attuali sono fortemente sbilanciate verso uno dei due opposti ideologici, sinistra o destra, o meglio nemmeno sinistra o destra, perché la vecchia divisione valoriale della politica, presente fin verso gli anni ottanta, ora non ha più contorni netti e definiti, ma è liquidamente dimensionale verso l’umore del momento della massa elettrice.

Ci sono è vero dei punti di continuità, sociale, patria, famiglia, in tutte le attuali forze politiche (chiamarle forze è un errore oggi sarebbero più che forze debolezze), ma talmente poco delineati, così scarsamente supportati da un programma politico ideologico che gli stessi cittadini elettori faticano ad identificare i valori all’interno di un simbolo.

Questa vacuità valoriale attuale della politica rende impossibile affrontare un discorso serio e credibile, lasciando spazio a qualsiasi figura forte ed allontanando l’elettore dallo spirito politico.

Gli stessi partiti giocano ormai a creare tifoserie più che iscritti, dimenticando che il tifo per una squadra di calcio, seppur profondo e nobile, non genera cittadini consapevoli.

In Italia c’è sempre stato un elettorato di centro, con tendenze a destra, che per lo più era l’ossatura funzionale della vecchia Democrazia Cristiana.

Don Sturzo ben aveva capito che il valore cattolico non era solo porgiamo l’altra guancia, ma difendiamo il tempio dai mercanti, non per altro lo stemma era uno scudo crociato, che tante critiche gli costò allora, ma che riunì ideologicamente gli italiani di tutte le età sia prima che dopo la fine della seconda guerra mondiale.

L’Italiano non è un estremista, l’Italiano è un moderato per natura, un buono, un costruttore, un idealista, un sognatore, insomma un padre, una madre, magari un poco codardo, a volte furbastro, a volte opportunista, ma di certo alla fine sempre un eroe piccolo piccolo, come ben rappresentato da Monicelli nel film La Grande Guerra, con due grandi interpreti,  Alberto Sordi e Vittorio Gassman (film sempre da rivedere NdR).

In questa sua declinazione l’italiano non può che essere fondamentalmente un uomo di centro, moderato, legato a valori storici, accogliente ma orgoglioso della propria storia e del proprio retaggio.

Quindi servirebbe un centro ideale, che oggi politicamente non c’è, e pensare che probabilmente prenderebbe un sacco di voti, anzi vincerebbe a man bassa.

Oggi lo slogan “Decidi DC!” sarebbe forse una scommessa vincente, ma dove è la DC?

Non c’è più la DC?

Sbagliato, c’è ancora la Democrazia Cristiana, anzi ce ne sono otto.

Il Corriere della sera, nel suo articolo del marzo 2021 ci segnala che l’unica formalmente corretta è quella del professor Nino Luciani, ma ci sono anche quelle di Angelo Sandri, di Publio Fiori, di Toto Cuffaro, di Gianfranco Rotondi etc, etc, etc …

Forse troppe, e sicuramente rendono chiaro come chi le compone non stia ragionando in termini politici ma solo di posizioni, come peraltro afferma il prof. Luciani proprio nell’articolo del corriere.

Ci vorrebbe un unico centro DC che possa accogliere chi vuole tornare ai valori veri del popolo italiano, ma se chi oggi si dichiara dc non si unisce in un unico grande movimento, quelli che vorrebbero cercare il centro continueranno a non trovarlo.

Anche se forse più che ricreare la DC, sarebbe necessario unire le attuali forze di centro, consegnando la DC al suo posto nella storia, rigenerando il centro politico nuovo,  necessario a questo paese che troppe sbandate ha preso ultimamente.

 

 

 

 

 




Sciopero inutile, parola di Prof.!!!

“Adesso basta, la scuola si ribella”.

Questo il titolo che accompagna la campagna informativa per il nuovo sciopero proclamato dai sindacati.

Flc Cgil, Uil Scuola, Gilda e Snals – partecipa anche Anief ma in forma separata – hanno annunciato per venerdì 10 dicembre una nuova giornata di agitazione sindacale per protesta contro il presunto immobilismo del governo in materia di istruzione.

Un déjà vu, uno slogan datato, smentito dai fatti.

Non bastava lo sciopero nazionale proclamato per il 16 dicembre, secondo i sindacati, la scuola anticiperà la contestazione.

Ed i sindacati prevedono pure un’adesione massiccia del personale scolastico…

Per me, che vivo e lavoro nella scuola da quasi mezzo secolo, lo sciopero di dopo domani sarà un altro flop, perché pochissimi docenti vi parteciperanno, e quei pochi che andranno in piazza, anziché a scuola, provocheranno le famiglie e non le istituzioni…

Le famiglie, che oltre a tutte le difficoltà legate all’emergenza sanitaria e ai continui stop a singhiozzo, quarantene e Dad affannate e difficoltose, dovranno pure gestire uno sciopero di quei “fannulloni dei prof., che non gli bastava, l’8 dicembre, e due settimane di vacanze a Natale, pure lo sciopero dovevano fare!”

NO, tranquilli, i vostri figli andranno a scuola, vedrete, i prof. non faranno sciopero.

Ma quando mai, i prof. fanno sciopero?!?

Ma procediamo con ordine.

Le ragioni dello stop della scuola secondo i sindacati

Nel mirino dei lavoratori della scuola c’è la Manovra 2022: una Legge di Bilancio che porta in dote 33 miliardi, ma che destina “solo” lo 0,6% al fondo che dovrebbe premiare la professionalità dei docenti.

Una percentuale che i sindacati trovano “inadeguata” rispetto all’”effettiva necessità di rendere merito al lavoro della classe insegnante” attaccano.

Poi c’è la questione degli aumenti: 87 euro in più in busta paga, cifra che le sigle sindacali bollano come “decisamente troppi pochi”.

Altro tema caldo l’organico Covid, su cui il Governo avrebbe “fatto ben poco”: 300 milioni sono stati trovati per gli insegnanti, ma zero risorse, invece, per il personale Ata, spiegano Flc Cgil, Uil Scuola, Gilda e Snals.

Cosa chiedono i sindacati con lo sciopero

“Serve dare stabilità al lavoro di migliaia di precari valorizzando di più il lavoro che si fa in classe.

Aumento dei posti dei collaboratori scolastici, presìdi sanitari e sistemi di sanificazione nelle scuole.

E poi basta con le reggenze, un dirigente e un Dsga per ogni scuola” lamentano i sindacati.

Secondo le confederazioni le misure che servono immediatamente sono:

  • concorso Dsga Facenti Funzioni anche se privi del titolo di studio
  • riduzione del numero di alunni per classe
  • abolizione dei vincoli sui trasferimenti del personale
  • fine delle incursioni legislative in materia di contratto
  • snellimento delle procedure e meno burocrazia
  • rispetto degli impegni sottoscritti con le organizzazioni sindacali nel Patto per la Scuola
  • risorse per un aumento salariale a 3 cifre nel rinnovo del contratto
  • proroga dei contratti Covid anche per il personale ATA
  • risorse per la valorizzazione professionale e non per un premio alla “dedizione”
  • percorsi riservati per la stabilizzazione dei precari con 3 anni di servizio
  • sblocco della norma di legge del vincolo sulla mobilità per i neo immessi in ruolo dal 2020/21
  • intervento strutturale sulle classi numerose non a costo zero.

Tante belle parole, demagogia allo stato puro.

Ecco perché, come vi dicevo, cari genitori, state tranquilli, i vostri figli andranno a scuola, vedrete, i prof. non faranno sciopero.

Ve lo dice una prof che è pronta a scommettere su una verità sperimentata in più di trent’anni di esperienza.

Gli insegnanti non scioperano.

 

Gli insegnanti non scioperano da anni, ormai.

E non perché sono “pecoroni” come spesso la società li indica ma, perché scioperare è un sacrificio economico inutile che ingrassa solo i sindacati.

Se solo pensiamo che una giornata di sciopero costa 100 euro sul misero stipendio dei docenti, si capisce come e perché non sia possibile lo sciopero ad oltranza…

E allora, cosa fare per protestare contro un governo che vuole i docenti poveri tra i più poveri ed un ministro che non sa neanche di cosa sta parlando?

Insegno da 35 anni, ho sempre speso tutte le mie energie per un lavoro che amavo (oggi lo amo un po’ meno grazie a chi la scuola l’ha distrutta), ho sempre fatto parte delle varie commissioni (orientamento, inclusione, salute, bullismo…).

Mi sono sempre dedicata anima e corpo ai miei alunni (insegnando francese, ho minimo 9 classi su due scuole)

Non ho mai “rubato” il mio stipendio, non ho mai lesinato ore alle mie classi.

Nonostante diversi km di distanza, sono tornata a casa a pomeriggio inoltrato per anni, e vi assicuro che, seppure retribuite, molte attività extracurricolari, visto il lavoro svolto, sono spesso state ore di missione e volontariato.

A scuola non esiste il pagamento degli “straordinari” come per tutti gli altri impieghi della PA, non esiste il conto delle ore effettive in più (pagate a cottimo a 17,50 euro lordi), non esiste l’avanzamento di carriera…esistono gli IMPEGNI, quelli sì…

Allora, per provocare disagi (e non ai DS che sono consapevoli di quanto ho scritto e mai contro il corpo Docenti) cosa fare?

 

– Le tessere sindacali?

 

Mi viene da ridere, più volte ho espresso il mio pensiero sui sindacati ormai burocrati e difensori di se stessi…

 

– Piegarsi al principio del minimo sforzo?

 

Faremmo contenti tutti…

Ministro, genitori e studenti…tutti promossi, anche gli asini!

(Ma questo un vero insegnante non riesce più a farlo!)

 

Cosa ci resta per protestare?

 

Dopo lunghe riflessioni con me stessa, ritengo ci sia un unico modo per protestare e cercare di ottenere qualche risultato che ci dia un minimo di dignità, cioè,

 

RIFIUTARE QUALSIASI INCARICO AGGIUNTIVO…

 

Semplicemente fare solo lezione e tutto quanto previsto dal nostro contratto e dalla nostra etica professionale e

 

STRAPPARE TUTTI LE TESSERE DEI SINDACATI.  

 

Pensate ad una scuola senza collaboratori, senza FS, senza referenti di alcun tipo, consigli di classe senza coordinatori e segretari, senza tutor…

Allora sì, il caro Ministro si renderebbe conto di quanto e quale sia il lavoro degli insegnanti, allora si, i sindacati ritornerebbero -forse- a svolgere il loro ruolo, allora si, potremmo riacquistare dignità e riconoscimenti anche economici …

Pensiamoci!