Mattarella, bravo ma non troppo…

In questo contesto di venti di guerra e di guerre in corso giunge una bella notizia, Il Presidente Mattarella si riduce lo stipendio di ben 60.000 euro ed oltre.

Encomiabile, empatico, simpatico, il Nonno di tutti.

Quindi complimenti Presidente per il bel gesto.

Ma era questo che serviva?

A parte lo chapeau per il gesto, ma non ci sentiamo di aggiungere altro.

Forse era più utile scrivere una bella lettera aperta a tutto il parlamento per una sincera e concreta riduzione dei costi del paese, o Lei PRESIDENTE PENSA CHE IL SUO GESTO MUOVA AD UNA EMULAZIONE COLLETTIVA? (magari, ce lo auguriamo, ma sappiamo che non sarà così).

In un momento dove i costi dei carburanti sono impazziti, benzina e metano oltre i due euro, diesel oltre 1,5 euro, gpl sopra 1 euro,  costi dell’energia duplicati, secondo Lei Presidente quanto riusciremo a campare?

Se i costi dei trasporti incidono dal 25% al 50% sui costi della merce, Lei capisce che nel breve tutto aumenterà della stessa percentuale, e come potremo continuare a campare?

“…e ma c’è la guerra…” mi dirà Lei, vero ma stranamente i costi dei carburanti sono aumentati mesi prima della guerra, quindi cosa dobbiamo pensare, che è in atto una manovra, mossa dalla finanza mondiale, che si preparava ad un cambio geopolitico già prima della guerra e che ora utilizza la guerra per giustificare un ulteriore spostamento delle ricchezze mondiali?

E poi, caro Presidente, gli Italiani erano già poveri prima, da anni ormai la soglia della povertà nel nostro paese si è alzata drammaticamente, e, francamente, nulla è stato fatto per arginare questo fenomeno, ma proprio nulla.

Anzi sono lievitate le spese, sono alzati i prezzi, non c’è una misura calmierante, non ci sono interventi statali, ma davvero volete portare questo paese ad una rivolta sociale?

Sono stati buttati via milioni di euro per misure anticovid inutili, inutile parlarne ancora, ma è successo, sono state assunte migliaia di persone senza criterio, non viene messo in atto alcun piano di mantenimento del livello dei costi base che possa garantire alle famiglie un livello di spesa in linea con il reddito percepito, ma davvero volete portare anche in Italia una guerra sociale?

Fate qualcosa di urgente, signor Presidente, perché temo ci stiamo arrivando.

 

 

 




DOSSIER UKRAINA 4 / LA FINE DI UN MONDO

 

  La mole di notizie provenienti dal teatro bellico ucraino, è certamente tale da suscitare sconcerto, ansia, preoccupazione, paura: ma, una volta preso atto, fin dalle prime ore, che notizie, traduzioni, immagini e filmati erano ‘taroccati’ a esclusivo danno dei ‘cattivoni’, a essere fortemente alimentata è la sfiducia tanto nell’informazione (divenuta una capillare ‘disinformazione’: vera e propria ‘arma’)  che nella politica e nei comportamenti di quanti, a vario titolo, siano parte attiva in tale particolare contesto.

Impossibile, al riguardo, non notare in molti soggetti una assoluta carenza di quelle caratteristiche oggettive che dovrebbero consentire di ricoprire ruoli e cariche molto importanti: parole sguaiate, minacce, ingiurie, fioccano in modo talmente indecoroso da rimbalzare poco dignitosamente su tutto il popolo italiano.

          Mi permetto di dire che in molti non hanno ancora chiaro il senso, il significato pratico e la profondità  di talune decisioni assunte autonomamente (e c’è chi dice arbitrariamente) dall’esecutivo: ma è chiaro che mano a mano che si comprende quali possano essere le conseguenze pratiche di tali decisioni e dei danni che fin da subito arrecano soprattutto alla già stremata economia italiana, la gente prende le distanze.

Anche sostenendo che se c’è chi ha deciso un qualcosa di tanto grave in modo tanto affrettato, possa averlo fatto non interpretando l’autentico sentire dei cittadini: cittadini frastornati  proprio da una comunicazione unidirezionale, equivoca e troppo spesso falsata quando non del tutto falsa.

          Forte è in ogni caso il comune desiderio di PACE, pur se espresso talora in modo pittoresco quanto chiaramente ‘spintaneo’ ovvero ‘pre-organizzato’ e persino ‘ispirato’ da chi sappia ben gestire la mobilitazione delle masse: dalle proteste per il cambiamento climatico a quello per le questioni di genere, per un qualche diritto di una minoranza, per la fame, per la sete, ecc.ecc. 

Ma la pressione dell’opinione pubblica deve fare comprendere a chi governa, coinvolgendo attraverso il dibattito parlamentare tutta la popolazione in decisioni e azioni forti, che la vera PACE, non può essere la ‘mia’ o la ‘tua’: deve essere un comune intendimento, una comune decisione ricercata con tutte le forze, scaturita da una ritrovata, comune, volontà di deporre le armi e di ritrovare un equilibrio oggi smarrito; attorno a questo deve essere fervido il lavoro della Diplomazia (quella con la D maiuscola, non quella praticata da soggetti impreparati e ignoranti in materia, specie se sono dei parvenu senza titolo ed esperienza).

Sicuramente, la complessa situazione sviluppatasi e le conseguenze che ne potranno scaturire a tutti i livelli, potrebbero forse avvicinarci alla fine di parte dell’umanità, ma certamente segneranno la ‘fine di un mondo’.

Portandoci in prospettiva verso una nuova Yalta, che tenga conto dei mutati equilibri del mondo.

La follia è in agguato, certo: ma spesso il mantello del pacifismo copre comodamente chi è  incapace di altre e ben più importanti azioni concrete, specie a favore di un popolo: non volendosi né potendosi comunque escludere l’ipotesi del soddisfacimento di ego smisurati.

          Il cronista, cioè colui che offre al Lettore la ‘cronaca’ delle notizie, descrive queste seguendo lo scandire, lo scorrere di tempi ed eventi, Chronos, era anche la divinità che presiedeva allo scorrere del Tempo, offrendo spunti ma lasciando proprio al Lettore la sintesi e quindi il proprio libero convincimento.        

Niente ‘scorrettezze’, niente suggestioni, niente ‘pappa pronta’ da mandar giù senza pensare, ma solo la descrizione dei fatti con qualche commento di contorno.

Ecco, siamo a un punto dove, rispettando la cronaca e il susseguirsi degli eventi, per dovere di completezza occorrerebbe esprimere non solo dati, ma nomi e cognomi, fatti e misfatti di ciascun soggetto, di ciascuna parte interessata.

Sì, direte voi, vero é che, come recita un ormai antico adagio, ‘la politica è sporca’; ma se io per primo dovessi ‘suggerire’, ciò mi susciterebbe la sensazione di non essere più ‘cronista’ ma ‘commentatore’ forsanche propendendo per una tesi o per l’altra.

Motivo per cui, accesi i riflettori sui vari punti del palcoscenico ove pullulano le comparse e pochissimi sono i veri protagonisti (ma forse unica è la regìa… quantomeno dei puppets),   è utile che si sedimenti il tutto, per riflettere individualmente quanto profondamente.

Tutti dobbiamo riflettere: specialmente in Italia, seduti su un arsenale di bombe atomiche, sede di strutture militari USA e NATO di elevatissimo profilo, sensibilità e potenziale distruttivo.

Ed è bene sottolinearlo con forza: perché per noi l’aria di guerra è già in casa, piuttosto che non altrove, siamo già sulla brace, e noi Popolo Italiano forse neanche ce ne rendiamo conto, indotti come siamo a giocare alle ‘tifoserie’, ai nuovi ‘guelfi e ghibellini’ del XXI° secolo, senza guardare oltre la punta del naso, circuìti e manipolati da chi ci somministra fake, sollecitando la nostra condivisione e quindi complicità diretta o indiretta.

In sintesi: la solita storia del ‘pifferraio magico’ già sperimentata recentemente in fase pandemica.

Quando sento parlare di PACE, ne sono felice perché anch’io ambisco che questo traguardo venga raggiunto con immediatezza, magari insieme a quello del DISARMO TOTALE: ma non per questo mi bendo gli occhi o acconsento a farmeli bendare da qualche furbone che suona la grancassa per conto terzi e mi suggerisce cosa devo pensare.

Ai miei amici pacifisti dico: giusto, generoso ed encomiabile impulso, il vostro.

Ma il dato certo è che dall’Italia inviamo armi, non fiori. Che abbiamo impegnato uomini, mezzi di terra e aerei da caccia e ricognizione armata.

Che, soli in Europa e nel mondo, abbiamo dichiarato uno stato d’emergenza straordinario (dichiaratamente di natura bellica, pur se distiamo in linea d’aria 2390 km da tale confine) che neanche i Paesi strettamente confinanti con l’Ukraina hanno dichiarato (leggasi: Russia, Bielorussia, Romania, Moldavia, Ungheria, Slovacchia e Polonia).

Che contribuiamo attivamente alla circolazione di fake-news  solo a danno della Russia, nulla citando delle altrui porcherie.

Che abbiamo aderito a misure sanzionatorie avverso OGNI cittadino/attività russa: discriminando brutalmente e ingiustificatamente, persino perseguitando (uno studente russo che studi in Italia, perché dovrebbe essere costretto a lasciare gli studi?

Un artista russo, uno scrittore, un poeta, un idraulico o un falegname di nazionalità russa che si trovi in Italia, dovrebbe andarsene e cessare la propria attività qui, salvo il rinnegare pubblicamente il presidente che governa pro-tempore la propria nazione d’origine?): una misura che riconduce direttamente al più feroce nazismo quando assunse le misure di sequestro e poi confisca dei beni degli ebrei!

Che apertamente svolgiamo attività di sobillazione del popolo russo, istigandolo all’insurrezione, al colpo di stato, verso un leader che viene definito di volta in volta nei modi meno pregevoli.

Che agevoliamo, contravvenendo a ogni norma internazionale (ma non siamo i soli: siamo in buona, pessima, compagnia) il reclutamento di ‘volontari’ (più agevolmente, potremmo definirli ‘mercenari’?) che raggiungano le truppe ucraine e particolarmente i reparti palesatisi come nazisti in tale esercito, poco benemerita élite combattente: quella che si nasconde nelle case, mescolandosi ai civili e facendone scudi umani, o quella che spinge i giovani al suicidio non all’eroismo, sui tetti dei palazzi per gettare molotov al passaggio dei convogli russi, così sollecitandone la reazione russa.

Chi vuole il massacro dei civili? Zelensky che urla ‘morte a chi scappa’?

La soldataglia che minaccia chi tenta di opporsi?

Chi si è mescolato, facendosene scudo, alle donne e ai bambini facendo fallire l’apertura di ‘corridoi umanitari’? Chi ha tirato missili alla centrale atomica tentando di provocare danni e fuoriuscita di materiale radioattivo?

Al riguardo, i russi non avevano bisogno di arrivare sotto i fabbricati del complesso, per creare danni: se fosse stato questo il loro obiettivo, in sicurezza e da lontano avrebbero lanciato qualche salva di missili…

Quindi: non prendeteci in giro, non siamo stupidi. 

Chi sta alimentando e forsanche esasperando  la reazione a catena è proprio qui in Europa,  anche qui da noi in Italia, anche con queste sanzioni che non sia sa quanto legali possano essere: ci pensate se domattina la Russia – e, perché no?  anche i Paesi suoi alleati, espellesse come indesiderati tutti gli italiani, i francesi, gli inglesi, gli olandesi, i tedeschi, i belgi, e quant’altro, dal suo territorio? Sicuramente, da occidente si alzerebbe un OHHHHHH! di (finto e strumentale) stupore, come quello dipinto sul viso del pastorello davanti alla Sacra Grotta: alimentando gli insulti verso il ‘cattivone’ di turno, sempre più ‘cattivone’.

Atteggiamenti ingiuriosi peraltro espressi a gran voce in questi giorni da nani, ballerine e trapezisti del Gran Circo dell’Opportunismo, oltre che da politici in attività di governo: per primo il gerente del ministero degli esteri.

      Tutto giusto, tutto perfetto: gridiamo PACE a gran voce, accendiamo candele, suoniamo campane e quant’altro, facciamo manifestazioni: ma anche chi manifesta, e chi dirige tali eventi, dovrebbe protestare contro TUTTE le guerre e a favore di TUTTE le vittime, piuttosto che non solo di alcune che ‘fanno comodo’.

Eh si! Perché questi gran ‘distratti’ continuano a non menzionare né onorare gli oltre 15.000 ucraini (ripeto: ucraini) crudelmente uccisi negli ultimi 8 anni nel Dombass da altri ucraini.

O quelle centinaia crudelmente sterminate a Odessa col fuoco e con le armi: sempre ucraini, ma dalla parte sbagliata dei mitragliatori, poiché uccisi da altri ucraini, quelli che oggi si battono il petto parlando di diritti, di libertà e di democrazia, inneggiando a uno strano leader!

Urgono – da parte di tutti – atteggiamenti responsabili che depotenzino l’attuale situazione, non che gettino benzina sul fuoco.

Tutti dovremmo fare qualcosa, una qualche azione concreta che faccia capire quanto stanca possa essere la gente, schiacciata dal terrore mediatico, dalle false notizie, ma anche dal pericolo e dal bisogno: mentre facciamo ‘i generosi’ mandando denaro e armi, spalancandoci all’accoglienza (ma si sa già che insieme ai profughi ucraini si sono mescolati pakistani, indiani e altri, e forse anche degli estremisti/integralisti in fuga), sembriamo dimenticare i ca. 10.000.000 di Italiani in povertà, come pure  quelli che non hanno più lavoro, nonché quelli ‘costretti’ di fatto a non lavorare subendo il ricatto sanitario.

          In ogni caso, tranquilli: l’Italia ha già perso. Saremo economicamente il paese più distrutto: in primis dal salasso finanziario che certe posizioni assunte arrecherà; dal turismo russo che, per grande simpatia nei nostri confronti, non riprenderà mai più come prima (gli ‘orsi’ non dimenticano!); dall’interscambio commerciale, con tutti i nostri crediti, bloccato sine die ; dai costi energetici, destinati a salire in un’altalena fuori dal nostro controllo.

Pensate, il piccolo Stato di Cipro, aderendo malvolentieri alle sanzioni, ha dichiarato: l’80% del nostro PIL deriva dal turismo, l’80% del nostro turismo è costituito da cittadini russi in vacanza, che danno! 

Ma il discorso per l’Italia è ancor più particolare: non sono state assunte misure di tutela e salvaguardia del risparmio, non è stata presa alcuna misura per calmierare il brusco e per ora inarrestabile aumento dei prezzi dei generi alimentari, anche di prima necessità (aumenti tra il 30 e il 50% negli ultimi 6 mesi), la scuola è a pezzi (nonostante l’abnegazione di molti docenti: troppo pochi, però, per  incidere sullo sfascio in corso). 

          Continuerò a seguire le vicende con degli spunti, con dei flashes sintetici che Betapress potrà riprendere, così da aiutare chi legge ad avere un punto di riferimento certo, basato su dati altrettanto certi: preso atto, ancora una volta, che quelli proposti da TV e carta stampata sono quel che tutti sanno, ossia poco affidabili.

          Parlare, solo parlare, di quel che avviene, senza che chi per ciò deputato trovi il giusto senso, la giusta misura, la giusta via, non ha senso…

Ma la nostra mèta è e continua a essere solo la PACE, ricordando che ‘nulla è perduto con la pace, tutto può esserlo con la guerra’.

          Fino a che tutto non si ridimensionerà, dovremo vivere tutti alla giornata: non potendo programmare un futuro degno di essere vissuto, ma con  un arco di previsione solo di una manciata di ore.    

E questo, non é vivere: bensì sopravvivere alla quotidianità.

          E non credo che sia la nostra massima aspirazione: per noi stessi, per i nostri figli, per chi verrà.

 

Giuseppe Bellantonio




DOSSIER UKRAINA 3 / PUPPETS

 

La tragedia delle attività belliche tra Russia e Ukraina, lo spargimento di sangue dall’una e dall’altra parte, il dramma delle popolazioni comunque coinvolte, esigono interventi risolutori immediati: richiedono una convocazione permanente in sede ONU, una tregua garantita dalla contestuale interposizione di un cordone di caschi blu, l’apertura  a oltranza di un tavolo di trattative. Solo la diplomazia e le mediazioni possono imporre a ogni parte in causa di riflettere e ragionare senza esasperazioni, decidendo per il bene dei loro popoli: in termini di vite e in termini economici, partendo dalla certezza che nessuno è al sicuro rispetto ad altri.

Se si imbocca la strada del ‘volere la ragione a tutti i costi’, si imbocca la strada della strage, dell’olocausto dell’umanità sull’altare dell’atomo.

Parto da una considerazione spiccia: non esistono buoni e cattivi, perchè quando si impugnano le armi – anche per reazione a un torto, anche quando si è esasperati da angherie e soprusi – il torto ricade su tutte le parti non solo protagoniste, ma anche coinvolte a vario titolo in strane evoluzioni ma da considerare  belligeranti anch’esse.

Il sottile distinguo tra ‘rifornire di armi portandole e consegnandole nel territorio che intendo favorire ‘ e  ‘rifornire di armi portandole a poca distanza dal territorio che intendo favorire e aspettare che i destinatari le vengano a prendere’, può meritare lunghe e improduttive disquisizioni dialettiche e filosofiche ma nella pratica pone il soggetto che rifornisce di armi nella condizione di essere ‘partner ovvero alleato strategico’ di chi le armi le riceva e utilizzi.

Un po’ la stessa differenza che può passare tra un soggetto colpito da un proiettile sparatogli direttamente e la giustificazione tanto di chi ha fornito l’arma e il proiettile (non sono responsabile dell’utilizzo), come dello sparatore (ho sparato a casaccio, senza mirare e poi non c’era nessuno… il tizio correva e sfortunatamente si è scontrato col proiettile…  quanto sono dispiaciuto!).

Ma le guerre sono anche e soprattutto questo: falsità, ipocrisie, tradimenti.

Nutriamoci di informazioni certe, quindi: poiché mai come in questi ultimi tempi è stata l’informazione a essere ‘buona’ o ‘cattiva’, determinando le condizioni per un vero e proprio ‘ lavaggio del cervello’; ora sanitario, ora bellico, ora energetico, ora alimentare, sostenuto dai vari ‘santoni’ capaci di prevedere epidemie, crolli di borsa, carestie, guerre…

Provate a prendere una matita e unite i tanti puntini di cui potete disporre: vedrete che ne uscirà proprio un bel disegno! Esaminiamo alcuni dei ‘puntini’.

Fatto: una NATO inadempiente e palesemente ‘aggressiva’ nell’atteggiamento, più o meno spinta dagli USA ma comunque con la consapevolezza delle parti interessate, si è espansa tanto da arrivare ai confini della Russia, piazzando risorse militari strategiche.

Pare che in Polonia si stessero per piazzare armamenti nucleari: al che non deve né può sembrare strano che la Bielorussia – percependo una minaccia ai propri confini – chieda a gran voce (ma sembrano tutti improvvisamente sordi…) che tali apparati non vengano collocati, minacciando, in caso contrario, di chiedere alla Russia di essere essa stessa munita di testate nucleari. Ma questo dispiegamento di missili ai propri confini, nonostante che la Russia protesti da tempo, non ha visto nessuna mobilitazione di ‘pacifisti’, né alcuna concreta presa in considerazione da parte dei governi Europei membri della NATO.

Fatto: se è sostenibile che il processo di avvicinamento ucraino alla UE era già iniziato da tempo, è altrettanto vero che non si era affatto sostanzializzato.

Fatto: pur avendo i nuovi governanti ukraini post-2014 cambiato ad hoc la costituzione, prevedendo anche la possibile ed eventuale adesione alla NATO, l’Ukraina né aveva aderito, né era stata accettata, né aveva avviato le procedure di adesione.

Ma forse casualmente sul suo territorio da tempo convergevano armi, consiglieri, istruttori militari e risorse finanziarie.

Fatto: in territorio ukraino – nel Donbas ove insiste una numerosa minoranza russofona e che da sempre si riferisce alla ‘Madre Russia’ – dal 2014 è stata attuata da forze regolari ukraine unite a squadroni palesemente nazisti, una feroce e sanguinosa pulizia etnica, con almeno 15.000 morti.

Giustiziati e gettati in fosse comuni. Nonostante la documentata protesta Russa in sede internazionale e all’ONU, nulla si è mosso, nulla è stato fatto, nessuno ha condiviso.

Questi morti, questi ucraini a tutti gli effetti, non ‘facevano comodo’ ad alcuno, a occidente.

Fatto: la Germania ha deciso di stanziare 100 miliardi di Euro destinandoli di fatto a qualificare il proprio apparato militare: leggasi, al proprio pericoloso riarmo.

Non dimentichiamo quanto gli alleati, e Churchill per primo, temessero la pericolosa ciclicità del riarmo tedesco, sempre coincidente con mire espansionistiche e foriero di conseguenti conflitti.

Fatto: a tutta velocità, fermo restando che l’Ukraina non è nella NATO, l’Inghilterra garantisce loro sostegno militare e mezzi; il Belgio mitragliatrici e 3800 tonn. di carburante a uso militare; la Germania 1000 cannoni anticarro e 500 missili Stinger che (il gioco dei quattro cantoni…) non consegnerà direttamente ma farà pervenire tramite le Repubbliche Baltiche; l’Olanda armi e più 200 missili Stinger (terra-aria); per la NATO, Blinken ha complessivamente messo a disposizione più di 600 milioni di ‘aiuti militari’; la UE rifornirà anche di jet militari l’Ucraina, e – purtroppo – le parole dure di Ursula Von Der Leyen, prima, e di Borrell, poi, sono  di fatto interpretabili come una sorta di dichiarazione di guerra alla Russia; la Svezia 5000 armi anticarro; l’Italia più di 200 milioni di Euro di ‘aiuti’, altri sette aerei (in Romania) e 3400 militari da schierare in ambito NATO, saranno poi spediti in Ukraina materiali ‘non letali’ quali elmetti, giubbotti antiproiettile e rilevatori di ordigni. Già proprio l’Italia: economicamente e finanziariamente stremata, sul baratro del default, dove la gente muore per mancanza di cure, dove dieci milioni di persone sono in miseria o alle soglie di essa, dove le attività produttive si fermano o chiudono definitivamente, dove manca il lavoro e chi ce l’ha è obbligato a subire coercizioni per non perderlo, dove la Costituzione è discussa e interpretata ma non applicata , ecc.

Fatto: ci sono governi che non si oppongono, e persino sollecitano pubblicamente, la formazione di nuclei di ‘volontari’ (o mercenari?) che possano essere invogliati ad andare a combattere pro-ucraina. Tutti fatti che possono essere interpretati come un palese fiancheggiamento e quindi una discesa in campo di fatto, al di là di sofismi e giochi di parole.

Fatto: in Ukraina, il governo di Kiev – specie nel Donbass – ha operato a lungo con il battaglione Azov. Nazista nella forma e nella pessima sostanza. Persino nei campi di addestramento, dove confluivano persino bambini: addestrati all’uso delle armi, anche contro i loro coetanei.

Fatto: da occidente solo ingiurie e minacce, verso Putin e la Russia (prima, durante e dopo l’inizio delle ostilità) ma, salvo una passerella inutile e infruttuosa di personaggi, non vi è stato alcun concreto tentativo diplomatico, nonostante la disponibilità espressa da Mosca.

Sottovalutazione, errore o arroganza? Fatto sta che, la propaganda (giornali, politici, apparati di governo) di un gran numero di paesi attacca all’unisono la Russia e Putin in primis, con uno strano stravolgimento dei ruoli:  gli antimperialisti di ieri, si sono convertiti diventando ‘stranamente’ pacifisti, i pacifisti si trovano invece in uno scomodo ruolo stentando a prendere una forte posizione per contrastare le tante, troppe, bugie dette con solennità per accreditare la posizione di chi sembra spingerci con forza verso lo spaventoso baratro di una devastante guerra totale.

Fatto: l’Italia è da qualche tempo l’improprio terreno dove si svolgono sperimentazioni: sanitarie, sociali e ora politiche, imponendo nuovi modelli e soprattutto nuovi paradigmi,  declinando i quali tutto è ribaltato. Così come ci hanno martellato con ‘niente sarà più come prima’, anche in questo contesto recitano lo stesso mantra ‘niente sarà come prima’.

Personalmente, mi colpisce un sistema parlamentare dove fioccano applausi a scena aperta, che neanche alle prime teatrali è dato vedere. Sembra che il dubbio non sfiori alcuno; sembra che nessuno abbia davanti agli occhi scenari di orrore, devastazione,  sangue e miseria.

Quando non quello di un soffio caldo imprevisto e improvviso che tutto può incenerire in pochi attimi.

O ne sono consapevoli e applaudono in preda a una strana gioia interiore?

 

A me, purtroppo, ha portato alla mente la triste fase fascista in Italia, dove la folla plaudente a Piazza Venezia, ricca di claquers, sotto lo storico balcone, chiedeva a gran voce: guerra! Guerra! E gli stupidi, entusiasti, applaudivano: salvo poi, all’arrivo delle prime bombe, prendersela con il ‘cattivone’ di turno: ricordate i corsi e ricorsi storici, cari a Giambattista Vivo.

La storia si ripete, nella sua ciclicità gli eventi si ripetono: specie quelli più tragici.  I cittadini riusciranno a interrogarsi senza andare ogni volta dietro il pifferaio magico di turno?

Da notare la sottigliezza (o pura ipocrisia?) nell’indicare che si forniscono le armi a fini difensivi o che il materiale è ‘non letale’: sempre della serie, mettiamo dei fiori nei vostri cannoni…

Ergo, verso l’Ukraina partono vagonate di fiori: che non sia sa che strade potranno poi prendere, forsanche quelle del terrorismo internazionale. Cosa già accaduta in altri contesti.

Circa l’Art. 11 della Costituzione Italiana, sottolineiamo che vi é espresso a chiarissime lettere che l’Italia ‘ripudia la guerra’. Così come la ripudiava anche nel 1999, quando il governo D’Alema (con Mattarella ministro della Difesa) inviò i nostri aerei a bombardare Belgrado: martoriata per 60 giorni dall’alto. In barba alla Costituzione Italiana, al Diritto Internazionale, alle norme dell’ONU: ma forse vi fu un equivoco, e anche allora erano fiori.

Missioni di soccorso, di pace, umanitarie, di aiuto alimentare, sono cosa ben diversa dai rifornimenti di armi e la mobilitazione di uomini e mezzi con la dichiarazione di uno stato emergenziale.

Il giorno in cui le armi iniziarono a tuonare, mi chiesi: ma che strano comportamento, da ovest… che ci sia sotto qualcosa, che ci sia un qualche progetto segreto che Putin ha forse smascherato, anticipandolo? Il quesito è rimasto nell’aria, senza risposta.

Ma stamani, qualcuno che inizia a riflettere ad alta voce, ha espresso due considerazioni: 1) che  l’alleanza si possa essere malignamente trasformata, divenendo rete di complicità, e forse di quelle stesse che hanno imposto e gestito ‘pandemia e dintorni’; 2) che la canéa scatenata contro il ‘cattivo’ di turno, colpevole di ogni spregevolezza, assomiglia e molto al modus agendi posto in essere contro Gheddafi e contro Saddam, defenestrati e uccisi per poi sostituirli (e neanche quello…) con qualche altra marionetta.

Mi permetto di invitare tutti a recuperare, e quindi leggere con attenzione, la recente intervista con il Prof. Antonio Martino – persona colta, preparata e onesta, profondo conoscitore di politica estera – leggetene e non finirete di stupirvi.

Così come vale proprio la pena di leggere l’articolo a firma della scrittrice, giornalista ed ex-deputata Barbara Spinelli, pubblicato su «Il Fatto Quotidiano», dal titolo «Una guerra nata dalle troppe bugie». Analisi oggettiva e precisa, senza fare sconti ad alcuno, che i ‘pacifisti di oggi’ hanno definito a vanvera «filo-russa». Nell’articolo, che di certo non risparmia neanche Putin, senza timori reverenziali ‘…il dito… puntato contro gli Stati Uniti e l’Unione Europea che non è riuscita a prevenire l’aggressione russa in Ucraina, anche se Vladimir Putin aveva già mostrato tutti i sintomi di un’insofferenza evidentemente sottovalutata…’.

Ecco, fatevi liberamente le vostre idee senza cedere alle altrui suggestioni, in ciò rifacendovi proprio a Giordano Bruno, testimone e simbolo del libero pensiero  “Verrà un giorno che l’uomo si sveglierà dall’oblio e finalmente comprenderà chi è veramente e a chi ha ceduto le redini della sua esistenza, a una mente fallace, menzognera, che lo rende e lo tiene schiavo”.

 

Giuseppe Bellantonio

 

 

 

 

 

 




Domanda: cosa è democrazia?

Ci viene un dubbio, ma viviamo in una democrazia?

La democrazia è quella forma di governo dove la sovranità è esercitata, direttamente o indirettamente, dal popolo, generalmente identificato come l’insieme dei cittadini che ricorrono in generale a strumenti di consultazione popolare; la sovranità può anche essere esercitata incrociando i due sistemi. Il popolo che esercita questa sovranità ha diritti politici, perché appunto è “demos”.

Quindi direttamente od indirettamente Noi dovremmo esercitare il diritto di decidere non solo chi ci governa, ma anche come.

Fino a qui sembrerebbe tutto giusto, ma iniziamo a vedere alcune piccole incongruenze: per esempio quanto è democratico un sistema che non ricorre al voto dei cittadini per scegliere i suoi leader?

quanto è democratico un sistema che costruisce gabbie obbligatorie perché il cittadino possa esercitare il suo ruolo di servitore del popolo?

quanto è democratico un sistema che non garantisce la libera partecipazione dei cittadini alla scelta politica?

Ma soprattutto, quando può ritenersi democratico un paese i cui cittadini sono talmente schifati dalla propria classe politica da non andare a votare?

Ed ancora: ma quanto può essere democratico un sistema che davanti ad uno sconsiderato aumento dei costi tranquillizza i suoi cittadini dicendo che rateizzerà le bollette maggiorate o che pubblicamente si compiace dei maggiori incassi dell’iva sui carburanti?

Questa non è democrazia, ma evidentemente non ce ne accorgiamo e pensiamo di essere a posto così, tanto non si riesce a farci niente …

In pratica non viviamo in un paese democratico ma partitico, dove la volontà non è quella dei cittadini, ma dei partiti.

L’art. 49 della Costituzione Italiana dice che “tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale”.

Partito, Cittadino, ci si chiede ma non è la stessa cosa?

Ovviamente no, certo che no, i partiti non inseguono il bene del popolo, ma per loro definizione stessa seguono il loro.

Ed il loro bene non rappresenta il popolo e nemmeno frange di esso, ma ormai rappresenta un potere maggiore dei partiti stessi, fuori dai confini nazionali, un potere che è detenuto da un’oligarchia intoccabile e sovranazionale.

Andate indietro a memoria, quanti primi ministri negli ultimi dieci anni sono stati eletti dal popolo?

E soprattutto quante volte abbiamo sentito dire che la persona scelta era gradita ai mercati finanziari?

Ma senza andare troppo indietro, chi abbiamo trovato o meglio, hanno trovato, i nostri politici da mettere come presidente della repubblica?

Questo ha una sola spiegazione ovvero i partiti non sono più in grado di esprimere le professionalità necessarie per guidare il paese, non hanno più la credibilità necessaria per esistere nel panorama internazionale, non sono in grado di interpretare il senso del paese.

E questo è anche sostenuto dai vari sondaggi che ci dicono che gli italiani mettono all’ultimo posto i partiti quali istituzioni credibili.

Ma allora oggi, che tutto sta andando verso una crisi inflazionistica senza precedenti che provocherà una deflagrazione spaventosa sul potere di acquisto delle famiglie, come faremo s mantenere unito il paese se chi lo dovrebbe fare non ha più ne la credibilità necessaria ma nemmeno lo standing necessario?

Come fare se oggi nessuna generazione ha a cuore il valore patrio della comunità? se nessuno sente di dover vivere da italiano?

Ma soprattutto come fare se non abbiamo dato ai giovani la possibilità di credere in un sistema di valori chiamato patria, ma li abbiamo riempiti di qualunquismo e furbetteria, che alla fine faranno un danno impensabile ad oggi.

Siamo ancora in tempo per far capire a tutto il popolo italiano che oggi contano i valori, conta il modo di essere nazione che forse dovremmo ri-scoprire dal nostro passato.

Visto tutto quello che sta succedendo quanti di voi oggi hanno pensato che probabilmente dovremo rimetterci in casa galline e conigli??

Io credo che probabilmente oggi dovremmo rimetterci in casa quel senso di Italia  che ci ha sempre fatto ammirare da tutto il mondo.