MOBILITÀ 2022/23 … FORZA RAGAZZI SULLE AUTOSCONTRO …

 

… così diceva il giostraio per dare inizio a un nuovo giro e anche a scuola, dopo l’ultima mobilità docenti, l’anno scolastico 2022/23 comincerà con un nuovo giro di docenti.

Ma ciò che più preoccupa è l’avvicendamento dei docenti specializzati su sostegno.

Il nuovo giro colpisce soprattutto i più fragili, benedicendo la continuità didattica, sempre ferita dai tanti precari annuali, ma per gli studenti “speciali” diventa una vera mannaia.

Certo i docenti hanno diritto all’avvicinamento a casa ed è normale cambiare scuola, ma per lo studente non è normale cambiare docente. Si può discutere sulla prevalenza del diritto del lavoratore (del docente) e del diritto allo studio (dello studente).

Chi prevale? Boh!

Cambiare docente, metodo di insegnamento, sistema delle relazioni è già oltremodo difficile per gli studenti “normali”, ma per gli studenti “speciali” significa perdere una figura di riferimento e le conseguenze restano tutte lì, con un altro giro di giostra.

 

 

Pio Mirra
Ds IISS Pavoncelli – Cerignola (FG)




ANCHE QUEST’ANNO È FINITA … BEATA IGNORANZA!!!

 

Secondo l’indagine di Save of Children il 51% degli studenti che frequentano il primo anno delle scuole superiori non comprende un semplice testo, cioè non ha le abilità di base delle lettura e della scrittura.
Situazione davvero allarmante, ma certamente non da attribuire alla pandemia e alla didattica a distanza.

Dov’è il problema?

Che fare?

Probabilmente occorre intervenire al più presto sul primo ciclo di istruzione e in particolare sulla secondaria di primo grado, le medie per intenderci.

Gli anni della scuola media sono fondamentali, in quanto sono gli anni in cui l’alunno deve consolidare le conoscenze della scuola primaria relativamente allo studio della grammatica italiana, delle quattro abilità di base (saper ascoltare, saper parlare, saper leggere e saper scrivere), della matematica e delle quattro operazioni.

Invece alla media si parla di programmazione didattica per competenze, quando non è ancora consolidato il leggere, scrivere e far di conto.

Come conseguire competenze in assenza di conoscenze? E così si arriva al primo anno di superiore, con diffuse carenze e soprattutto senza abilità di base consolidate.

Si riesce a recuperare?

Difficile in ogni indirizzo di studio, che sia liceo, tecnico o professionale, dove in questi ultimi due si aggiungono situazioni di svantaggio socio-culturale soprattutto nelle aree povere del paese, che finiscono con l’amplificare il problema.

E si arriva all’università e le carenze si manifestano in tutta la loro drammaticità.

In una famosa lettera dei 600 docenti universitari e degli 85 linguisti si denunciava al Ministero dell’Istruzione che gli studenti iscritti ai corsi di laurea triennale e magistrale, oltre a non saper scrivere correttamente, non conoscono bene le regole grammaticali della morfologia, della sintassi, dell’analisi logica e del periodo.

Questo insieme alla difficoltà ad andare “a capo”, cioè la divisione in sillabe che un tempo si imparava alle elementari.

La scuola che forma, la scuola che istruisce, la scuola che prepara alla vita sta lasciando il passo alla scuola dei progetti, competizioni, premi e gare, capaci di destare meraviglia, ma è una scuola vuota, dove si fa di tutto, tranne formare i ragazzi ad affrontare le sfide della vita.

Dimenticando che la vera sostanza della scuola è quella di puntare alla formazione umana e intellettuale degli studenti.

Quella di insegnare le abilità di base, le conoscenze essenziali per poter maturare competenze utili ad affrontare adeguatamente un percorso universitario o un lavoro.

L’inarrestabile dequalificazione della scuola italiana è sicuramente da imputare a discutibili indirizzi politici, ma anche ad una cultura
che ha attribuito alla scuola un ruolo sempre più assistenzialistico, surrogando altre agenzie formative più direttamente coinvolte, compreso le famiglie, piuttosto che intendere la scuola luogo di crescita culturale e civile e di maturazione di uno spirito critico.

Una cultura così radicata, tanto da intendere la scuola come “servizio da erogare” in funzione delle esigenze del “cliente-studente”!
Una cultura che ha portato ad una didattica invasa da tutte le educazioni del mondo (alla salute, alla legalità, all’ambiente, alla sessualità, all’uguaglianza, alla diversità, etc. etc.), a scapito dei contenuti disciplinari.

E aggiungiamo le ingerenze genitoriali nelle valutazioni, snaturando la professionalità docente: come se il paziente metta in discussione la diagnosi dello specialista.

Occorre invece che la scuola torni ad essere una “palestra di vita”, perché una buona scuola è fondamentale non solo alla crescita dei singoli, ma alla crescita sociale ed economica dell’intero paese.

Occorre salvare ciò che di buono è rimasto nella scuola.

Meno progetti, più tempo allo studio dell’italiano, della storia, della geografia, della matematica, delle scienze.

Ormai a stento si conoscono le capitali o i capoluoghi di regione, diffuse le difficoltà di lettura e scrittura, nonché di calcolo se sia un po’ di più di un’addizione.

E se si paragona la debacle della scuola ad una Caporetto quanti sanno di che si parla?

E si continua a parlare di alternanza scuola-lavoro, quanto anziché alternare dovremmo fare in modo continuo prima scuola e poi lavoro.

Allora, anziché introdurre le “competenze non cognitive”, quali l’amicalita’, la coscienziosità, la stabilità emotiva, l’apertura mentale nel metodo didattico, occorrono indicazioni nazionali per il primo ciclo più prescrittive, finalizzate al conseguimento certo e durevole delle abilità di base, mettendo al primo posto l’importanza della lingua come accesso alla conoscenza che sia generalista, tecnica o professionale.

Importanti, altresì, mirate azioni di accompagnamento per una efficace formazione in servizio ricordando che l’insegnamento è un’attività di apprendimento continuo e per una Scuola di qualità occorrono formatori di qualità.

Una scuola debole forma futuri cittadini fragili e manipolabili … è un attacco alla democrazia.

 

 

Pio Mirra
Ds IISS Pavoncelli – Cerignola (FG)




Sing and Serve: Beneficenza e Divertimento a colpi di musica!

Si è chiusa ieri sera la manifestazione Sing and Serve voluta dal Lions Club di Arcore Borromeo che ha visto oltre 15 cantanti gareggiare per beneficenza.

La presidentessa Valentina Borromeo ha fortemente voluto questa manifestazione che è nata nel 2019 ed ha avuto un ovvio arresto durante la pandemia.

“Un’iniziativa aperta ai giovani e meno giovani con l’intento di divertirsi e raccogliere fondi per l’associazione La Vite, che opera sul nostro territorio da anni in aiuto dei meno fortunati con grandi risultati”

La rassegna canora era aperta a Cantanti, Band e Cori non professionisti, la cui partecipazione, qualora ammessi, era completamente gratuita.

Ogni concorrente ha potuto proporre fino a 2 video musicali di proprie esibizioni, di cui una obbligatoriamente doveva essere una COVER.

Vi invitiamo a vedere i video della manifestazione a questa pagina.

Wiliam Gabrieli, l’ideatore ed organizzatore, socio del Lions Club Arcore Borromeo, ha svolto anche le funzioni di presentatore:” devo ringraziare tutti i soci del club che mi hanno permesso di realizzare questo sogno; volevamo creare un evento per divertirsi, fare beneficenza, ma nulla toglie al fatto che potrebbe crescere ulteriormente nei prossimi anni. Il nostro motto è win,win,win, ovvero tutti, cantanti organizzatori e pubblico devono vincere, sia divertendosi, che facendo del bene. Abbiamo avuto molte richieste tanto che l’anno prossimo pensiamo di fare questa iniziativa in due serate per ospitare tutti.”

Il contest canoro è giudicato da una giuria molto importante presieduta da Clara Pavan Dalla Torre, concertista, docente di pianoforte, ma anche “allenatrice” di band musicali, la sua vasta esperienza nel mondo musicale la fanno un presidente di giuria di altissima levatura: ” ci saranno delle schede di valutazione per valutare i concorrenti e cercheremo di non essere troppo severi, ma certamente la nostra valutazione sarà oggettiva. L’importante comunque è che vinca la musica e che tutti si divertano, cantanti e pubblico.”.

La serata è stata emozionante e veramente intensa, allietata dalla partecipazione di Gianni Giannini che ha rallegrato la platea e del Duo Freedomax, bravissimi nel gestire tutti gli intermezzi musicali,  vi invitiamo a seguire lo speciale che verrà trasmesso da mercoledì sul canale tv:

https://www.youtube.com/c/betapressitTV

ove sarà possibile seguire le interviste ed alcune delle performance canore.

Maria e Manuela

I vincitori delle due categorie sono stati Maria Motti per la categoria Digital (minorenni) e Manuela Scarangella per la categoria Analogic (maggiorenni).

Paola

Mimì

Seconda classificata nella categoria Digital è Mimì Caruso e nella categoria Analogic Paola.

Il Premio speciale della giuria Premio Confalonieri è an

Francesco

dato a Francesco Santini per la sua performance con piano e voce.

 

 

 

 

 

Osea

 

Una menzione particolare ci sembra giusto farla al cantante Osea Coratella che ha presentato “Luci a San Siro”, augurando ed indicando così il prossimo futuro della manifestazione.

 

 

La sala era al massimo della sua capienza e la manifestazione è stata apprezzata da tutto il pubblico.

Ci auguriamo che questa manifestazione così ricca di valori, di talenti e divertimento possa crescere sempre di più, magari arrivando a vedere le “luci a San Siro”.