Ma se un domani non ci saranno più alunni ?

Il calo demografico sta facendo sentire i suoi effetti e nei prossimi anni la situazione andrà sempre più peggiorando.

Gli allegati al Recovery Plan dello scorso anno svelavano che da qui al 2026, in classe avremo 1,1 milioni di studenti in meno.

Se guardiamo il periodo fino al 2033, si passerà da 7,4 milioni di studenti (ultimo dato disponibile 2021) a poco più di 6 milioni nell’anno scolastico 2033/34, con quote di 110-120mila ragazzi in meno ogni anno.
Tale effetto dell’andamento demografico si sentirà maggiormente alle superiori, dove si passerà rispettivamente da 2.659.068 a 2.168.614 studenti.

Anche nel territorio di Cerignola, comune della provincia di Foggia di 60.000 abitanti, si inizia a sentire l’effetto denatalità.

Gli studenti di Cerignola che nell’anno scolastico in corso frequentano la classe terza della secondaria di primo grado sono solo 654, che se tutti promossi sceglieranno uno tra i cinque istituti superiori presenti nel comune.

E allora che si fa? Si reclamizza l’offerta formativa negli open days scolastici con una e più promesse per un roseo futuro.

Tanto è il disorientamento dei ragazzi e delle loro famiglie, che dovranno scegliere uno dei 25 indirizzi di studio proposti dai cinque istituti cerignolani tra licei, tecnici, professionali, opzioni, corsi quinquennali e quadriennali a volte duplicati.

In teoria per 652 studenti e 25 indirizzi di studio potranno formarsi per l’anno scolastico che verrà solo 25 classi prime, 5 classi per istituto.

Ma quale scuola scegliere? Per una buona scelta è fondamentale investire nell’orientamento scolastico nella delicata fase di passaggio dalla scuola secondaria di primo grado a quella di secondo grado, accompagnando i ragazzi verso una scelta consapevole.

L’orientamento diventa prezioso proprio perché favorisce scelte consapevoli, siano esse di studio o di prospettive di lavoro, ma è anche una fondamentale arma di contrasto al fenomeno della dispersione scolastica, che in Italia raggiunge ancora valori superiori alle medie europee.

Secondo l’ISFOL l’orientamento è un intervento finalizzato a porre la persona nelle condizioni di poter effettuare delle scelte personali circa il proprio progetto personale/professionale di vita.

Citando la stessa fonte, l’orientamento viene visto come elemento fondante dell’educazione permanente: un processo di educazione e di formazione integrale della persona che la conduce alla piena espressione della sua identità, professionalità e vocazione.

L’orientamento, quindi, mira alla finalità educativa dell’autonomia, ovvero alla capacità di muoversi in una società complessa e dinamica, che conferisce poche garanzie, compiendo scelte in linea con i propri scopi.
E invece?

Anziché puntare sul valore strategico dell’orientamento come strumento di lotta alla dispersione e all’insuccesso scolastico nella creazione di un sistema di orientamento centrato sulla persona e sui suoi bisogni, finalizzato a prevenire e contrastare il disagio giovanile e favorire la piena occupabilità e l’inclusione sociale le scuole sono impegnate a imbellettarsi in struggenti azioni di marketing che sono gli open days.

E allora il problema non è la “classe pollaio”, ma il numero dei “polli” che le scuole riusciranno a catturare nei colorati open days addirittura aperti un giorno alla settimana per tutto il periodo delle iscrizioni dal 9 al 30 gennaio.

Ammaliante il canto delle sirene per convincere un “pollo” in più e poi?

Poi sarà quel che sarà!

Pio Mirra
DS IISS Pavoncelli – Cerignola (FG)




Meloni ed il metaverso dell’ingovernabilità

Mi ero ripromesso di fare alcune riflessioni, trascorso un minimo di tempo dall’insediamento del nuovo Governo Meloni.

Condividevo gli iniziali entusiasmi auspici di una svolta riequilibratrice, ma lo stato in cui versava complessivamente l’Italia era molto serio: tanto da far ritenere la situazione seriamente compromessa.

Troppo.

Così ho preferito attendere, volendomi basare tanto su fatti squisitamente interni, che su ogni mutamento sullo scacchiere internazionale.

Al Governo è andato un ampio consenso popolare in fase elettorale: fidandosi degli impegni preelettorali fin troppo chiaramente espressi, il corpo votante aveva chiaramente delegato una funzione di discontinuità con la precedente politica, principalmente nei settori sanità, istruzione, economia e finanza, lavoro, pace, congrua politica energetica, tutela e rispetto della Costituzione e dei diritti individuali specie se insopprimibili e inviolabili, e – infine – tutela delle frontiere e adozione di una politica ‘migratoria’ di tutela e salvaguardia.

Desidero chiarire ancora una volta il trucchetto dialettico creato da certa intellighenzia (sic!) non solo italica, circa l’utilizzo del termine e quindi del concetto di “migrante”.

Mai termine fu tanto impropriamente adottato: le rondini ci insegnano che gli uccelli ‘migrano’ in determinate stagioni, per poi tornare al luogo precedente, in una spola continua preparata loro dalla Natura; ci sono poi gli ‘emigranti’, come milioni di nostri connazionali, che hanno lasciato e ancora lasciano la loro terra d’origine e la propria Nazione per trasferirsi all’estero (e non si sa se e quando ritorneranno nella Patria d’origine); ci sono gli ‘immigrati’ che vengono lecitamente nel nostro Paese, e che spesso sono abili nel costruirsi posizioni economiche e sociali degne e di tutto rispetto (e il riferimento allo scandalo in corso, legato ai facili guadagni – e relativa rete di connivenze – di talune cooperative e ONG è palese); ci sono, infine, dei soggetti che tentano forme di ‘immigrazione clandestina’, e sono coloro che, sperando in vantaggi presenti e/o futuri, decidono di passare le frontiere in modo illecito, irregolare, ‘clandestino’ (affidandosi a terzi, a dei passeurs, e quindi pagando cifre non indifferenti, per farsi portare nei paesi da loro prescelti.

E questi ultimi non sono certo dei ‘migranti’, anche se la propaganda ‘buonista’ tenta di taroccarne la ‘qualità’ facendoli passare come tali). Non tocchiamo poi l’analisi di tutto il costrutto che grava farlocco e opaco sul concetto di “integrazione”: altro ballon sospeso costantemente a mezz’aria, abilmente sfruttato da quegli amanti del politichese che, attraverso strane dinamiche e altrettanto strane creature, lucrano abbondantemente e senza remore su ambedue i fronti.

Ma, a parte il troppo poco tempo che il Governo è in carica, abbiamo capito che sono scattati i lacci e lacciuoli esterni (Unione Europea e Patto Atlantico-NATO), ma anche interni, che ne frenano la vis politica vera e propria (attenta, per ora, a ‘non pestare i piedi’ ad alcuno), e ne condizionano i termini espressivi ultimi, facendo così stridere le promesse elettorali con le azioni intraprese.

Certo, l’eredità Conte-Draghi è stata pesante: costellata da una impressionante serie di smentite di dichiarazioni solenni e talvolta persino spocchiose.

E i famosi ‘conti in ordine’ lasciati dall’ultima Amministrazione di Governo, e ‘benedetti’ dalla claque dei sempre mobilitati ‘padri nobili’, hanno riservato innumerevoli sorprese.

Anche pesanti.

Di cose ‘in ordine’, alla fin fine, non è che ce ne fossero molte, tanto fumo, tante trombe e tromboni di corredo, una grancassa mediatica sempre pronta con il suo putipù di fondo, ma anche tanta fuffa.

Quindi, stiamo assistendo alle attività di un Governo Meloni – in realtà una coalizione, di cui è Primo Ministro l’On. Le Giorgia Meloni – che, deve mettere le mani su tutto; che non ha potuto fruire di un sistema democraticamente (e utilmente) tarato sullo spoil system, e che quindi è penalizzato da un sottosistema pur oliato che, nei gangli della PA, tenta di fare il bello e cattivo tempo; che deve contrastare la smania di protagonismo anche dei suoi alleati (frenanti, in questa fase…); che si sta rendendo conto di gettare al vento miliardi per aiutare (giustissimamente…) le famiglie in difficoltà per il caro-energia, ma che questi miliardi alimentano, allattano e gratificano la speculazione; che si confronta con energia con la Francia (che – oltre a una visione misogina – forse avrebbe voluto già fare un altro shopping facile con TIM e ITA, e che si è trovata invece bloccata su entrambi i fronti), e altro ancora…

Sono mesi che Capi di Stato, Capi di Governo, Ministri di vari livelli, girano per il mondo, ‘alla ricerca di soluzioni’: miliardi di euro gettati al vento, per questi viaggi, tonnellate di CO2 sparsa ai quattro venti, ben poco concrete.

L’ansia di poter/dover dire “siamo tutti d’accordo”, “abbiamo deciso” (siamo al nono pacchetto di sanzioni antirusse !!!

Quelle che hanno tagliato le gambe all’Europa, fatto gioire e prosperare economicamente gli USA, arricchito oltre ogni misura non solo le ‘vittime’, ma i super corrotti che poi investono in cryptovalute e traffico d’armi e droga…).

Fa bene Orban: ipercriticato, ma che porta avanti gli interessi magiari, salvandone l’economia e il lavoro, non esitando a mantenere rapporti commerciali fondamentali a est.

Ma avete visto, in questi ultimi giorni, il doppiopesismo e la rapidità con cui la Croazia è stata ammessa nell’area Schengen, mentre Romania e Bulgaria sono al palo da più di 10 anni !!

A parte che è meglio per loro mantenere la propria autonomia monetaria, piuttosto che non essere generosamente fagocitati da Bruxelles, l’Europa Comunitaria, ha continuato a sostenere che le due belle Nazioni “non meritavano e non meritano” poiché al loro interno vi sono ancora troppe aree opache, ossia aree di corruttela nell’amministrazione.

Proprio Bruxelles ha fatto e continua a fare questi leziosi distinguo, ignorando la feccia che si nasconde sotto i suoi preziosi tappeti !!

E noi Italia, dovremmo ringraziare Orban: se non ci fosse lui a resistere, si starebbe tutti allo sbando.

Così come allo sbando è diretta la Germania, che ha voluto suonare le proprie trombe e i propri tamburi, ma che ora guarda con preoccupazione assottigliarsi le proprie riserve di gas: sarà suo il primo ciclo produttivo a fermarsi?

Non saprei: ma so che se l’Europa (o quel che ne resta, rabberciato alla meglio) non torna a pensare alla salute e al benessere degli Stati e dei Cittadini che ne fanno parte, per dare manforte a quelle posizioni ormai chiaramente sbagliate dove si sta svolgendo un conflitto per procura che sta producendo un immiserimento economico, finanziario e soprattutto morale, significa che della ‘sopravvivenza’ dell’Europa e dei suoi cittadini, non importa granché ad alcuno.

Sicuramente, dal Governo Meloni ci si attendeva molto (anche troppo, viste le situazioni obiettive specie a livello internazionale); forse si è fatto poco, ma si trova imprigionato nei lacciuoli di una combriccola tentacolare, evidentemente legata da comuni convergenze d’interesse, che fa di tutto per ostacolarla…

Guardate come si sono svegliati quei ‘sindacati’ che si pensava fossero estinti, tanto sono stati assenti dalla vita dei lavoratori e, soprattutto, dalla tutela dei loro interessi, presi com’erano ad ammiccare ai governanti di prima ed a pavoneggiarsi persino alla parte datoriale.

Sono stati contagiati ex-novo (nel caso in cui l’avessero proprio smarrita…) dalla libidine dello “sciopero per lo sciopero”, lo sciopero ideologico (se mai vi sia chi ancora possa essere pervaso da forme politiche intrise di una qualche ideologia [ideologia=sistema concettuale e interpretativo che costituisce la base politica di un movimento, di un partito o di uno stato] visto che il concetto di “politica” si è sfilacciato e smarrito, soverchiato ormai da espressioni degne più delle tifoserie).

Ho ascoltato oggi un Landini nuovamente in tuta da metalmeccanico, ringhiare con forza contro la manovra economica del Governo Meloni.

Ma, ad ascoltarlo bene, erano commenti che avrebbe ben potuto esprimere anche prima con i Governi Conte e Draghi.

Ma a parte di questo, quello e quell’altro che non vanno bene, la sintesi non reca suggerimenti degni di nota.

Ad esempio, i Sindacati, ridestatisi con tale piglio, ci facciano sapere – di grazie – come deve resistere il Governo, come deve resistere l’Italia, come devono resistere gli Italiani, all’abbraccio mortale di una poco candida Europa, che evidentemente persegue – tramite soggetti posti ad hoc in ruoli chiave, interessi di parte spesso del tutto anti-italiani.

Ci dicano come dobbiamo resistere nuovamente al ricatto del MES (aderendo al quale potremo solo indebitarci e a caro prezzo) che ci viene proposte come strumento di ricatto contestualmente alle misure con cui la Lagarde condanna le Borse, e quindi i risparmiatori, a delle perdite enormi…

come dobbiamo resistere alla Von der Leyen & C. che sono mesi che si affannano a far passare un price-cap energetico sul gas decisamente dai valori pro-speculazione (e circa il quale continuo a sostenere un NO convinto: libere contrattazioni da parte di ciascuno stato e niente cambiali in bianco alla solita UE…

già troppo indaffarata a capire da che parte girarsi per non trovare altri sacchi di spazzatura lungo il cammino dei vertici).

Ci facciano sapere, i sindacati (anche se, poverini, stanno coprendo il ruolo che il loro partito politico di riferimento ha depauperato), propongano, si impegnino, lottino veramente per i lavoratori e con i lavoratori: ci risparmino inutili frastuoni.

L’Italia si sta spegnendo, e c’è bisogno di gente seria e disponibile a sacrificare anche se stesso: di cani che abbaiano alla luna, ne abbiamo fin troppi e ci hanno rotto i timpani.

Abbiamo bisogno non di essere sfruttati, ma di poterci esprimere al meglio; abbiamo bisogno di gente che operi per il bene dei Cittadini; abbiamo necessità di essere ascoltati, di far valere le nostre capacità di mediazione sui teatri di guerra, non nell’export di armi che vanno a finire anche sul mercato ‘nero’ dei trafficanti d’armi o, ancor peggio, del terrorismo internazionale; di non gettare via ‘aiuti’ economici e finanziari verso paesi che li utilizzano per investimenti lucrosi sui mercati finanziari, perché vuol dire che togliamo pane di bocca ai nostri figli per darlo a chi lo getta nel fango…; di ridare dignità alla professione medica, riconoscendo a queste figure le peculiarità che da sempre circondano il loro operato, e cioè quelle di poter ‘operare in scienza e coscienza’ senza subire ricatti o mortificazioni o persino manipolazioni che possa porli agli ordini di un qualcuno che li obblighi non a operare secondo scienza e coscienza ma ‘come dice lui’!

Ecco cosa mi attendevo e cosa mi attendo dal Governo Meloni (oltre il quale c’è solo il buio del nulla): se vi accorgeste che non è consentito di poter operare in libertà, se tentano di condizionarvi e spogliarvi della vostra libertà valutativa e decisionale, ebbene onorate il patto d’onore con gli elettori.

Chiarite apertis verbis in una conferenza pubblica internazionale i motivi, e ridate il mandato ricevuto.

Il Popolo non potrà che esservene grato, e la vostra denuncia potrà essere autentico viatico per un risanamento di Valori e di Programmi.

E se l’Italia morisse, non sarà certo la “innaturale realtà posticcia” chiamata ‘metaverso’ che potrà ridarcela: ‘metaverso’ altra invenzione spaziale, prima si distrugge la realtà, poi la si sostituisce con qualcosa di luccicoso e ammiccante che ‘assomiglia’ a una realtà che altro non è se no un prodotto commerciale pre-confezionato, studiato in laboratorio, una sorta di Truman-show vuoto di umanità, di spontaneità, della ricchezza dell’elaborazione e della costruzione del pensiero.