PNRR o PRRRRRRRRR… ??

Parte la progettazione per il Piano Scuola 4.0 sulla piattaforma dedicata che resterà aperta dalle ore 15.00 del giorno 28 dicembre 2022 alle ore 15.00 del giorno 28 febbraio 2023.

L’investimento prevede due azioni specifiche: Next Generation Classrooms e Next Generazione Labs.

L’azione “Next Generation Classrooms” ha l’obiettivo di trasformare almeno 100.000 aule delle scuole primarie, secondarie di primo grado e secondarie di secondo grado, in ambienti innovativi di apprendimento.

L’azione “Next Generation Labs” ha la finalità di realizzare laboratori per le professioni digitali del futuro nelle scuole secondarie di secondo grado, dotandole di spazi e di attrezzature digitali avanzate.

La parola d’ordine per rinnovare la scuola è “digitale” per tutte le scuole di ogni ordine e grado.

Che dire? Il digitale è sicuramente un bene se aggiunto alle abilità analogiche, un disastro se in sostituzione ad esso!

Ma sembra che si vada in questa direzione.

Si legge che il Piano Scuola 4.0 sarà l’occasione per innovare la scuola!?!

Certamente, ma l’innovazione didattica sarà possibile senza però rinunciare ad insegnare le quattro abilità di base linguistiche (saper ascoltare, saper parlare, saper leggere e saper scrivere) insieme alle quattro operazioni della matematica.

Occorre insegnare l’analisi grammaticale, logica della frase e del periodo entro la scuola media, studiare storia e geografia, abolire nei licei l’alternanza scuola-lavoro, oggi rinominata PCTO.

In breve occorre tornare allo studio dei contenuti disciplinari e forse riusciremo a raggiungere adeguati risultati anche nelle tanto criticate prove INVALSI.

Pio Mirra




Ma se un domani non ci saranno più alunni ?

Il calo demografico sta facendo sentire i suoi effetti e nei prossimi anni la situazione andrà sempre più peggiorando.

Gli allegati al Recovery Plan dello scorso anno svelavano che da qui al 2026, in classe avremo 1,1 milioni di studenti in meno.

Se guardiamo il periodo fino al 2033, si passerà da 7,4 milioni di studenti (ultimo dato disponibile 2021) a poco più di 6 milioni nell’anno scolastico 2033/34, con quote di 110-120mila ragazzi in meno ogni anno.
Tale effetto dell’andamento demografico si sentirà maggiormente alle superiori, dove si passerà rispettivamente da 2.659.068 a 2.168.614 studenti.

Anche nel territorio di Cerignola, comune della provincia di Foggia di 60.000 abitanti, si inizia a sentire l’effetto denatalità.

Gli studenti di Cerignola che nell’anno scolastico in corso frequentano la classe terza della secondaria di primo grado sono solo 654, che se tutti promossi sceglieranno uno tra i cinque istituti superiori presenti nel comune.

E allora che si fa? Si reclamizza l’offerta formativa negli open days scolastici con una e più promesse per un roseo futuro.

Tanto è il disorientamento dei ragazzi e delle loro famiglie, che dovranno scegliere uno dei 25 indirizzi di studio proposti dai cinque istituti cerignolani tra licei, tecnici, professionali, opzioni, corsi quinquennali e quadriennali a volte duplicati.

In teoria per 652 studenti e 25 indirizzi di studio potranno formarsi per l’anno scolastico che verrà solo 25 classi prime, 5 classi per istituto.

Ma quale scuola scegliere? Per una buona scelta è fondamentale investire nell’orientamento scolastico nella delicata fase di passaggio dalla scuola secondaria di primo grado a quella di secondo grado, accompagnando i ragazzi verso una scelta consapevole.

L’orientamento diventa prezioso proprio perché favorisce scelte consapevoli, siano esse di studio o di prospettive di lavoro, ma è anche una fondamentale arma di contrasto al fenomeno della dispersione scolastica, che in Italia raggiunge ancora valori superiori alle medie europee.

Secondo l’ISFOL l’orientamento è un intervento finalizzato a porre la persona nelle condizioni di poter effettuare delle scelte personali circa il proprio progetto personale/professionale di vita.

Citando la stessa fonte, l’orientamento viene visto come elemento fondante dell’educazione permanente: un processo di educazione e di formazione integrale della persona che la conduce alla piena espressione della sua identità, professionalità e vocazione.

L’orientamento, quindi, mira alla finalità educativa dell’autonomia, ovvero alla capacità di muoversi in una società complessa e dinamica, che conferisce poche garanzie, compiendo scelte in linea con i propri scopi.
E invece?

Anziché puntare sul valore strategico dell’orientamento come strumento di lotta alla dispersione e all’insuccesso scolastico nella creazione di un sistema di orientamento centrato sulla persona e sui suoi bisogni, finalizzato a prevenire e contrastare il disagio giovanile e favorire la piena occupabilità e l’inclusione sociale le scuole sono impegnate a imbellettarsi in struggenti azioni di marketing che sono gli open days.

E allora il problema non è la “classe pollaio”, ma il numero dei “polli” che le scuole riusciranno a catturare nei colorati open days addirittura aperti un giorno alla settimana per tutto il periodo delle iscrizioni dal 9 al 30 gennaio.

Ammaliante il canto delle sirene per convincere un “pollo” in più e poi?

Poi sarà quel che sarà!

Pio Mirra
DS IISS Pavoncelli – Cerignola (FG)




Meloni ed il metaverso dell’ingovernabilità

Mi ero ripromesso di fare alcune riflessioni, trascorso un minimo di tempo dall’insediamento del nuovo Governo Meloni.

Condividevo gli iniziali entusiasmi auspici di una svolta riequilibratrice, ma lo stato in cui versava complessivamente l’Italia era molto serio: tanto da far ritenere la situazione seriamente compromessa.

Troppo.

Così ho preferito attendere, volendomi basare tanto su fatti squisitamente interni, che su ogni mutamento sullo scacchiere internazionale.

Al Governo è andato un ampio consenso popolare in fase elettorale: fidandosi degli impegni preelettorali fin troppo chiaramente espressi, il corpo votante aveva chiaramente delegato una funzione di discontinuità con la precedente politica, principalmente nei settori sanità, istruzione, economia e finanza, lavoro, pace, congrua politica energetica, tutela e rispetto della Costituzione e dei diritti individuali specie se insopprimibili e inviolabili, e – infine – tutela delle frontiere e adozione di una politica ‘migratoria’ di tutela e salvaguardia.

Desidero chiarire ancora una volta il trucchetto dialettico creato da certa intellighenzia (sic!) non solo italica, circa l’utilizzo del termine e quindi del concetto di “migrante”.

Mai termine fu tanto impropriamente adottato: le rondini ci insegnano che gli uccelli ‘migrano’ in determinate stagioni, per poi tornare al luogo precedente, in una spola continua preparata loro dalla Natura; ci sono poi gli ‘emigranti’, come milioni di nostri connazionali, che hanno lasciato e ancora lasciano la loro terra d’origine e la propria Nazione per trasferirsi all’estero (e non si sa se e quando ritorneranno nella Patria d’origine); ci sono gli ‘immigrati’ che vengono lecitamente nel nostro Paese, e che spesso sono abili nel costruirsi posizioni economiche e sociali degne e di tutto rispetto (e il riferimento allo scandalo in corso, legato ai facili guadagni – e relativa rete di connivenze – di talune cooperative e ONG è palese); ci sono, infine, dei soggetti che tentano forme di ‘immigrazione clandestina’, e sono coloro che, sperando in vantaggi presenti e/o futuri, decidono di passare le frontiere in modo illecito, irregolare, ‘clandestino’ (affidandosi a terzi, a dei passeurs, e quindi pagando cifre non indifferenti, per farsi portare nei paesi da loro prescelti.

E questi ultimi non sono certo dei ‘migranti’, anche se la propaganda ‘buonista’ tenta di taroccarne la ‘qualità’ facendoli passare come tali). Non tocchiamo poi l’analisi di tutto il costrutto che grava farlocco e opaco sul concetto di “integrazione”: altro ballon sospeso costantemente a mezz’aria, abilmente sfruttato da quegli amanti del politichese che, attraverso strane dinamiche e altrettanto strane creature, lucrano abbondantemente e senza remore su ambedue i fronti.

Ma, a parte il troppo poco tempo che il Governo è in carica, abbiamo capito che sono scattati i lacci e lacciuoli esterni (Unione Europea e Patto Atlantico-NATO), ma anche interni, che ne frenano la vis politica vera e propria (attenta, per ora, a ‘non pestare i piedi’ ad alcuno), e ne condizionano i termini espressivi ultimi, facendo così stridere le promesse elettorali con le azioni intraprese.

Certo, l’eredità Conte-Draghi è stata pesante: costellata da una impressionante serie di smentite di dichiarazioni solenni e talvolta persino spocchiose.

E i famosi ‘conti in ordine’ lasciati dall’ultima Amministrazione di Governo, e ‘benedetti’ dalla claque dei sempre mobilitati ‘padri nobili’, hanno riservato innumerevoli sorprese.

Anche pesanti.

Di cose ‘in ordine’, alla fin fine, non è che ce ne fossero molte, tanto fumo, tante trombe e tromboni di corredo, una grancassa mediatica sempre pronta con il suo putipù di fondo, ma anche tanta fuffa.

Quindi, stiamo assistendo alle attività di un Governo Meloni – in realtà una coalizione, di cui è Primo Ministro l’On. Le Giorgia Meloni – che, deve mettere le mani su tutto; che non ha potuto fruire di un sistema democraticamente (e utilmente) tarato sullo spoil system, e che quindi è penalizzato da un sottosistema pur oliato che, nei gangli della PA, tenta di fare il bello e cattivo tempo; che deve contrastare la smania di protagonismo anche dei suoi alleati (frenanti, in questa fase…); che si sta rendendo conto di gettare al vento miliardi per aiutare (giustissimamente…) le famiglie in difficoltà per il caro-energia, ma che questi miliardi alimentano, allattano e gratificano la speculazione; che si confronta con energia con la Francia (che – oltre a una visione misogina – forse avrebbe voluto già fare un altro shopping facile con TIM e ITA, e che si è trovata invece bloccata su entrambi i fronti), e altro ancora…

Sono mesi che Capi di Stato, Capi di Governo, Ministri di vari livelli, girano per il mondo, ‘alla ricerca di soluzioni’: miliardi di euro gettati al vento, per questi viaggi, tonnellate di CO2 sparsa ai quattro venti, ben poco concrete.

L’ansia di poter/dover dire “siamo tutti d’accordo”, “abbiamo deciso” (siamo al nono pacchetto di sanzioni antirusse !!!

Quelle che hanno tagliato le gambe all’Europa, fatto gioire e prosperare economicamente gli USA, arricchito oltre ogni misura non solo le ‘vittime’, ma i super corrotti che poi investono in cryptovalute e traffico d’armi e droga…).

Fa bene Orban: ipercriticato, ma che porta avanti gli interessi magiari, salvandone l’economia e il lavoro, non esitando a mantenere rapporti commerciali fondamentali a est.

Ma avete visto, in questi ultimi giorni, il doppiopesismo e la rapidità con cui la Croazia è stata ammessa nell’area Schengen, mentre Romania e Bulgaria sono al palo da più di 10 anni !!

A parte che è meglio per loro mantenere la propria autonomia monetaria, piuttosto che non essere generosamente fagocitati da Bruxelles, l’Europa Comunitaria, ha continuato a sostenere che le due belle Nazioni “non meritavano e non meritano” poiché al loro interno vi sono ancora troppe aree opache, ossia aree di corruttela nell’amministrazione.

Proprio Bruxelles ha fatto e continua a fare questi leziosi distinguo, ignorando la feccia che si nasconde sotto i suoi preziosi tappeti !!

E noi Italia, dovremmo ringraziare Orban: se non ci fosse lui a resistere, si starebbe tutti allo sbando.

Così come allo sbando è diretta la Germania, che ha voluto suonare le proprie trombe e i propri tamburi, ma che ora guarda con preoccupazione assottigliarsi le proprie riserve di gas: sarà suo il primo ciclo produttivo a fermarsi?

Non saprei: ma so che se l’Europa (o quel che ne resta, rabberciato alla meglio) non torna a pensare alla salute e al benessere degli Stati e dei Cittadini che ne fanno parte, per dare manforte a quelle posizioni ormai chiaramente sbagliate dove si sta svolgendo un conflitto per procura che sta producendo un immiserimento economico, finanziario e soprattutto morale, significa che della ‘sopravvivenza’ dell’Europa e dei suoi cittadini, non importa granché ad alcuno.

Sicuramente, dal Governo Meloni ci si attendeva molto (anche troppo, viste le situazioni obiettive specie a livello internazionale); forse si è fatto poco, ma si trova imprigionato nei lacciuoli di una combriccola tentacolare, evidentemente legata da comuni convergenze d’interesse, che fa di tutto per ostacolarla…

Guardate come si sono svegliati quei ‘sindacati’ che si pensava fossero estinti, tanto sono stati assenti dalla vita dei lavoratori e, soprattutto, dalla tutela dei loro interessi, presi com’erano ad ammiccare ai governanti di prima ed a pavoneggiarsi persino alla parte datoriale.

Sono stati contagiati ex-novo (nel caso in cui l’avessero proprio smarrita…) dalla libidine dello “sciopero per lo sciopero”, lo sciopero ideologico (se mai vi sia chi ancora possa essere pervaso da forme politiche intrise di una qualche ideologia [ideologia=sistema concettuale e interpretativo che costituisce la base politica di un movimento, di un partito o di uno stato] visto che il concetto di “politica” si è sfilacciato e smarrito, soverchiato ormai da espressioni degne più delle tifoserie).

Ho ascoltato oggi un Landini nuovamente in tuta da metalmeccanico, ringhiare con forza contro la manovra economica del Governo Meloni.

Ma, ad ascoltarlo bene, erano commenti che avrebbe ben potuto esprimere anche prima con i Governi Conte e Draghi.

Ma a parte di questo, quello e quell’altro che non vanno bene, la sintesi non reca suggerimenti degni di nota.

Ad esempio, i Sindacati, ridestatisi con tale piglio, ci facciano sapere – di grazie – come deve resistere il Governo, come deve resistere l’Italia, come devono resistere gli Italiani, all’abbraccio mortale di una poco candida Europa, che evidentemente persegue – tramite soggetti posti ad hoc in ruoli chiave, interessi di parte spesso del tutto anti-italiani.

Ci dicano come dobbiamo resistere nuovamente al ricatto del MES (aderendo al quale potremo solo indebitarci e a caro prezzo) che ci viene proposte come strumento di ricatto contestualmente alle misure con cui la Lagarde condanna le Borse, e quindi i risparmiatori, a delle perdite enormi…

come dobbiamo resistere alla Von der Leyen & C. che sono mesi che si affannano a far passare un price-cap energetico sul gas decisamente dai valori pro-speculazione (e circa il quale continuo a sostenere un NO convinto: libere contrattazioni da parte di ciascuno stato e niente cambiali in bianco alla solita UE…

già troppo indaffarata a capire da che parte girarsi per non trovare altri sacchi di spazzatura lungo il cammino dei vertici).

Ci facciano sapere, i sindacati (anche se, poverini, stanno coprendo il ruolo che il loro partito politico di riferimento ha depauperato), propongano, si impegnino, lottino veramente per i lavoratori e con i lavoratori: ci risparmino inutili frastuoni.

L’Italia si sta spegnendo, e c’è bisogno di gente seria e disponibile a sacrificare anche se stesso: di cani che abbaiano alla luna, ne abbiamo fin troppi e ci hanno rotto i timpani.

Abbiamo bisogno non di essere sfruttati, ma di poterci esprimere al meglio; abbiamo bisogno di gente che operi per il bene dei Cittadini; abbiamo necessità di essere ascoltati, di far valere le nostre capacità di mediazione sui teatri di guerra, non nell’export di armi che vanno a finire anche sul mercato ‘nero’ dei trafficanti d’armi o, ancor peggio, del terrorismo internazionale; di non gettare via ‘aiuti’ economici e finanziari verso paesi che li utilizzano per investimenti lucrosi sui mercati finanziari, perché vuol dire che togliamo pane di bocca ai nostri figli per darlo a chi lo getta nel fango…; di ridare dignità alla professione medica, riconoscendo a queste figure le peculiarità che da sempre circondano il loro operato, e cioè quelle di poter ‘operare in scienza e coscienza’ senza subire ricatti o mortificazioni o persino manipolazioni che possa porli agli ordini di un qualcuno che li obblighi non a operare secondo scienza e coscienza ma ‘come dice lui’!

Ecco cosa mi attendevo e cosa mi attendo dal Governo Meloni (oltre il quale c’è solo il buio del nulla): se vi accorgeste che non è consentito di poter operare in libertà, se tentano di condizionarvi e spogliarvi della vostra libertà valutativa e decisionale, ebbene onorate il patto d’onore con gli elettori.

Chiarite apertis verbis in una conferenza pubblica internazionale i motivi, e ridate il mandato ricevuto.

Il Popolo non potrà che esservene grato, e la vostra denuncia potrà essere autentico viatico per un risanamento di Valori e di Programmi.

E se l’Italia morisse, non sarà certo la “innaturale realtà posticcia” chiamata ‘metaverso’ che potrà ridarcela: ‘metaverso’ altra invenzione spaziale, prima si distrugge la realtà, poi la si sostituisce con qualcosa di luccicoso e ammiccante che ‘assomiglia’ a una realtà che altro non è se no un prodotto commerciale pre-confezionato, studiato in laboratorio, una sorta di Truman-show vuoto di umanità, di spontaneità, della ricchezza dell’elaborazione e della costruzione del pensiero.

 

 

 

 




CANE NERO! CANE KRONOS! La musica dance in latino che conquista il web

Gloriam Musicantes: Il nuovo brano di Kronos & Brothers è primo sul podio della generale Itunes

Il contesto musicale

Negli ultimi cinquant’anni, complici le rivoluzioni sociali, la musica ha talvolta perso il suo ruolo guida ed è diventata strumento per corrompere e degradare i costumi e le idee delle diverse generazioni: la cronaca recente riferisce ad esempio, episodi di violenza e criminalità compiuti da bande giovanili, capitanate da sedicenti cantanti chiamati trapper (da trapping spacciare, riferito alle trap houses, luoghi abbandonati in cui si spacciano droghe), i cui brani musicali, sono spesso un inno ed un elogio alla malavita e alla delinquenza.

i musicisti

A far da contraltare ai vari rapper, trapper e pseudo cant-autotune, esiste fortunatamente un Gotha di artisti che usa le note per generare della buona musica. In esso è certamente presente il cantante lirico-latinodance Gianluca Cellai, in arte Kronos che insieme ai Brothers ha realizzato un nuovo brano nutrendo di nuova linfa la Dance in lingua latina.

Ripercorrendo le tappe che da Magica Europa ad oggi lo hanno portato sulle ali del successo, con questo nuovo brano che ha già scalato le classifiche della musica dance nazionale, Kronos nomina, come fossero Araldi o Inviati della Musica Dance i dodici deejay e li paragona agli Olimpi o Dodekatheon, ossia gli dei principali del Pantheon ellenico.

E come gli dei dal monte Olimpo, invisibile e altissimo, governano la vita degli esseri umani, allo stesso modo i deejay citati nel brano, Claudio Coccoluto (scomparso il 2 marzo 2021), Marco Benassi (Benny Benassi)  Sabino Alberto di Molfetta (DJ Albertino), Mario Fargetta (Get Far) Luigino Celestino Di Agostino (Gigi D’ Agostino) Giorgio Prezioso (Prezioso) Gabriele Ponte (Gabry Ponte) Maurizio Molella (Molella) Roberto Antonio Porchera (Roberto Ferrari) e Pasquale di Molfetta (Linus) e i Brothers (Giuseppe “Joseph” Brittanni, Walter “Watt” Mangione e Gabriele “Jack” Pastori) da “dietro le quinte, “governano le note” e le movenze dei fan che ascoltano e ballano la loro musica.

Kronos & Brothers tornano così con un nuovo, elettrizzante, infuocato brano dance in latino che in breve tempo ha anche scalato la vetta italiana della generale Itunes e che sarà un nuovo inizio per diffondere attraverso la dance, la lingua dei nostri avi, il Latino!

 Il video

A voi cari lettori auguro…buon ascolto!

Gloriam Musicantes Video

gloriam musicantes
gloriam musicantes

Il testo

Lyrics:

 MOVENTIA SINE SCIENTIA

DOCTRINA NON NECESSE

FORTUNA AUDENTES IUVAT

HISTORIA NOVA SCRIBAT

MOVENTIA SINE SCIENTIA

CESSATO MAIOR MALUS

ET ESTO AMICUM TEMPUS

 ACCURRAT FELIX VULGUS

Avete Coccoluto, undeviginti dj,

 Benassi et Albertino,

Fargetta et D’Agostino

 Prezioso et Gabry Ponte,

Molella nullus abest 

solum non accurrunt

Ferrari et Linus

 Oooh, olim die Brothers 

In unam silvam venunt

Et omnes musicantes 

volunt circum se 

 

 

MOVENTIA SINE SCIENTIA

 DOCTRINA NON NECESSE

FORTUNA AUDENTES IUVAT

 HISTORIA NOVA SCRIBAT

 MOVENTIA SINE SCIENTIA

 CESSATO MAIOR MALUS

 ET ESTO AMICUM TEMPUS

 ACCURRAT FELIX VULGUS 

 

Oooh, olim die Brothers 

In unam silvam venunt

et omnes musicantes

 volunt circum se

 Avete Coccoluto, undeviginti dj,

Benassi et Albertino,

 Fargetta et D’Agostino

 Prezioso et Gabry Ponte,

 Molella nullus abest

 solum non accurrunt

Ferrari et Linus

 Avete Coccoluto, undeviginti dj,

Benassi et Albertino,

Fargetta et D’Agostino

Prezioso et Gabry Ponte,

Molella nullus abest

solum non accurrunt

Ferrari et Linus




Open Days, siore e siori…

Un tempo  ci si iscriveva in una scuola piuttosto che in un’altra sulla base delle proprie attitudini e predisposizione personale a preferire le materie umanistiche alle scientifiche o piuttosto tecnico-professionali.

Fondamentale poi il condizionamento delle scelte degli altri compagni di classe per restare con gli amici attraverso una sorta di scelta di continuità.

Oggi invece ci sono gli open days.

Non c’è scuola che non ne abbia almeno un paio tra dicembre e gennaio, il tempo per le nuove iscrizioni.

Dalle primarie alle medie, dai licei agli istituti tecnici e professionali. Tutti indossano il vestito più bello, il vestito della festa e aprono le loro aule a ragazzi e genitori.

Se per le scuole superiori si tratta di illustrare la peculiarità dell’offerta formativa dei singoli indirizzi di studio, per primarie e medie l’offerta “dovrebbe” essere comune per “tutte le scuole del regno”, ma non è così.

Le giornate dell’orientamento diventano vere azioni di marketing per “un pugno” di studenti in più, merce diventata rara per la preoccupante denatalità.

E allora gli open days diventano una fiera, un mercatino per cercare pubblico consenso.

Sugli scaffali si espongono progetti, attività didattiche e laboratoriali, proposte di PON per l’anno che verrà, promesse future di tornei di calcetto, pallavolo, piscina, danza, laboratori teatrali, musicali, sensoriali e tante altre attività tra le più singolari e creative.

Ai ragazzi e ai loro genitori non serve conoscere quante LIM, quanti pc e robotini siano presenti all’interno della scuola, ma serve capire se i docenti sono metodologicamente formati sul loro utilizzo e capire come i ragazzi sapranno utilizzarli nell’ordinaria attività didattica.

Ma il problema attuale della scuola non è l’esatta definizione delle più opportune strategie di marketing orientate ad accrescere il numero degli iscritti, ma l’adozione delle  migliori strategie per accrescere la qualità dell’istruzione.

C’è da chiedersi a cosa siano serviti ben tredici anni di scuola

se i dati INVALSI 2022 rilevano che  gli studenti che hanno  raggiunto un livello adeguato in italiano sono solo il 56%, in matematica il 49%, inglese rending il 49% e inglese listening il 37%.

E allora il problema più grande che deve affrontare la scuola non è  “pescare” uno studente in più, ma come poter concretamente investire in ideali, modelli e archetipi che potrebbero essere in grado di risollevare le sorti attuali di una scuola che non riesce più ad avere degli standard minimi di tollerabilità.

Gli open days durano qualche giorno, poi si chiuderà la fiera

e si tornerà a vestire l’abito da lavoro, torneranno le tediose spiegazioni e interrogazioni, tornerà la didattica frontale uguale per tutti i ragazzi e la personalizzazione resterà solo scritta nei PTOF.

La quotidianità farà dimenticare lo splendore del giorno di festa, riportando alla luce gli abitudinari problemi della scuola.

Pio Mirra

Ds IISS Pavoncelli – Cerignola (FG)




Un “Aspern” che passerà alla storia

Prologo

“Strano, certamente, oltre ogni stranezza / che nell’inseguire tracce su tracce / ci fossimo imbattuti in fantasmi e polvere / meri echi di echi …”

Con queste parole, pronunciate dal narratore al microfono che rende la voce solenne come quella di un prete durante l’omelia, prende l’abbrivio uno spettacolo mai visto né sentito prima in questo modo: “Aspern”, “Singspiel” in due atti di Giorgio Marini e Salvatore Sciarrino, tratto dal racconto di Henry James “Il carteggio di Aspern”. Musica di Salvatore Sciarrino.

 

 

Una geniale Edizione

L’idea della giovane regista Sara Flaadt consiste nel celebrare il felice connubio fra prosa e musica contemporanea in uno degli auditorium più apprezzati d’Europa, quello della sede di Lugano della Radio Svizzera Italiana.

Accanto al fondale c’è l’Ensemble900, diretto dal Maestro Arturo Tamayo, costituito da due flauti (Benedetta Ballardini e Ilaria Torricelli), viola (Charlotta Westerback), violoncello (Elide Sulsenti), clavicembalo (Marco Borghetto) e percussioni (Igor Tiozzo Netti).

Nel proscenio si muovono e alternano gli attori a impersonare, rispettivamente: il poeta e narratore Henry Jarvis (Daniele Ornatelli), Giuliana (Giuseppe Palasciano), Titta (Jasmine Laurenti) e l’ermafrodito (Diego Pitruzzella).

A fare da contrappunto, fuori campo e in campo, è lo “spirito” impersonato dalla cantante soprano Elisa Prosperi.

Per consentire al pubblico di immergersi nell’atmosfera intessuta da strumenti e voci – grazie a sette microfoni collocati in quattro differenti postazioni, due intorno alla “testa”, due nell’area del “dialogo”, uno sul proscenio a mo’ di pulpito, due in cabina per gli ambienti esterni – ogni spettatore è dotato di un paio di cuffie stereo.

 

 

Note dell’Autore: Salvatore Sciarrino

A differenziarlo dal teatro realizzato fino a quel momento è “la scelta di un taglio stilizzato e ironico, al limite del paradossale: l’opera ‘a numeri’… È un singspiel deformato dalla lontananza dai suoi modelli: l’ouverture, le arie, i parlati, i ‘melodrammi’, i brani solo strumentali, si stemperano gli uni negli altri … Nell’insieme lo spettacolo mantiene nettissimi rigore e precisione pur nell’originalità dell’espressione … Abbastanza insolito, almeno per il teatro musicale contemporaneo, è il fatto che una situazione in taluni punti fin mortuaria, possa crescere e svilupparsi ai confini del riso … Altra anomalia è il fatto che l’unico personaggio cantante non abiti la scena – come del resto non alloggia in buca l’orchestrina – ma anzi la diserti d’abitudine. Infine, i testi musicati sono ‘altro’ da ciò che si sarebbe definito il libretto vero e proprio; essi, che pur garbatamente s’attagliano allo svolgersi dell’azione, la mettono in realtà quasi in discussione, offrendosi talvolta persino, più che come commenti, come il senso riposto dei fatti (‘la morale’), con ironia e malizia settecentesche, senza dubbio: tutto diviene finzione”.

Salvatore Sciarrino, dalla nota illustrativa redatta in occasione della première di Aspern, composta su commissione del Maggio Musicale Fiorentino, presso il Teatro della Pergola l’8 giugno 1978.

 

Trentaquattro anni dopo, a Lugano …

… prende il testimone Sara Flaadt, autrice e regista per il settore fiction della RSI. Nonostante la sua giovane età Sara ha un curriculum costellato di radiodrammi, pièces teatrali, opere musicali e il suo primo film, “Rivivendo Baudelaire”, presentato in anteprima al Lux Art House di  Massagno-Lugano lo scorso 9 aprile.

È sua l’idea di fare di “Aspern” un evento sonoro in cui musica e voci, sovrapponendosi e avvicendandosi, accompagnino lo spettatore-ascoltatore a vivere un’esperienza unica e memorabile.

Lo stesso Sciarrino, presente alle prove generali la sera prima del debutto, esprime parole di encomio per ogni singolo membro dello staff tecnico e artistico: un premio prezioso per l’impegno profuso!

Al termine della performance gli spettatori – alcuni di loro estimatori del genere, altri curiosi di provare un’esperienza di questo tipo – condividono il loro apprezzamento per l’originalità e la “fruibilità” dello “singspiel”. Qualcuno di loro mi omaggia con brevi riprese fatte col telefonino. Realizzo allora che, a “orecchio nudo” – senza cuffie – sarebbe impossibile godere di questa meraviglia: la magia, infatti, è frutto della perizia di un team di tecnici audio che, dal mixer in regia, “dosano” musica e prosa con la stessa maestria di un pittore che gioca coi suoi colori.

 

 

La storia, in breve

Uno scrittore – il narratore, che assume di volta in volta anche le voci di Giuliana e di Titta – rievoca la sua ricerca del carteggio del poeta americano Geoffrey Aspern, in possesso dell’ormai decrepita Giuliana Bordereau, un tempo amica – o forse amante – dell’ormai defunto poeta.

Così, con la scusa di doversi trattenere a Venezia per un lavoro letterario, riesce a prendere in affitto a un prezzo esoso alcune stanze della spettrale dimora delle due donne. La sua speranza è quella di potersi impadronire delle carte di Aspern, alla morte della vecchia signora.

In una rara conversazione con Titta, lo scrittore ne conquista il favore ottenendo conferma dell’esistenza delle lettere di Aspern a Giuliana. Quest’ultima le legge nottetempo, se ne prende cura e preferirebbe vederle distrutte piuttosto che cederle ad altri.

Approfittando dell’oscurità e della porta stranamente spalancata, il narratore si introduce nella camera dell’anziana signora nella speranza di trovare il prezioso carteggio.

Purtroppo non riesce nel suo intento: Giuliana si accorge della sua presenza e, in preda alla furia, cade all’indietro, morta, tra le braccia della nipote.

Il giorno dopo lo scrittore chiede a Titta delle fatidiche lettere e lei gli fa capire che, sposandola, potrebbe entrarne in possesso. Il narratore farfuglia un rifiuto e se ne va. Ci ripensa e torna il giorno seguente, ma è troppo tardi. Titta già ha bruciato le lettere, una ad una.

(una sintesi dell’argomento, dal libretto di sala).

 

 

Applausi

Dedico la mia standing ovation, oltre che allo scrittore Henry James, agli Autori Giorgio Marini e Salvatore Sciarrino, alla regia (Sara Flaadt), alla produzione (Francesca Giorzi), ai tecnici audio (Thomas Chiesa, Yuri Ruspini, Lara Persia), al Maestro Arturo Tamayo, ai musicisti dell’Ensemble900 (Benedetta Ballardini, Ilaria Torricelli, Charlotta Westerback, Elide Sulsenti, Marco Borghetto, Igor Tiozzo Netti), alla soprano Elisa Prosperi, agli attori Daniele Ornatelli (narratore), Giuseppe Palasciano (Giuliana), Diego Pitruzzella (ermafrodito), e anche a me nei panni della nipote di Giuliana, Titta.

Dallo spettacolo, andato in scena domenica 27 novembre 2022, verrà estratto un radiodramma. Il video verrà trasmesso dalla Tv Svizzera in data da stabilire.

Per ora è tutto. Alla prossima Pagina di Diario!

Jasmine Laurenti