ELEZIONI: QUANTO VORREI CHE…

         Si avvicinano momenti che, fino a pochi anni fa, l’Italia viveva con trepidazione; e, all’orizzonte, si prospettano altre fasi che chiameranno i Cittadini a pronunciarsi su una nuova Legislatura.

Momenti che erano solenni e che via via hanno perso di smalto, divenendo crocevia di drastiche contrapposizioni, liti, aut-aut, interessi e accordi trasversali o persino innaturali.

Momenti che richiederebbero un riavvicinamento alla volontà popolare affatto ignota, ormai,  ovverosia a quello che non certo secoli fa era definito ‘l’interesse e il benessere dell’Italia’.

         Valutando e parlando con Amici, la sintesi porta a un pugno di desiderata che rappresentano il comune sentire e affatto ‘impossibili’ o ‘improponibili’: da qui, la somma dei tanti ‘quanto vorrei che … ‘.

… che avessimo amministratori che ritrovino il senso della Nazione, dell’Amor Patrio, che operassero a favore dell’Italia e nell’interesse degli Italiani.

… che, ci amministra, parlando dei Cittadini, non dicesse ‘…voi Italiani’, ma ‘noi, Popolo Italiano.

… che abbracciassero il proprio mandato con scrupolo, onestà e desiderio di ‘fare’, di ‘costruire’ per il Cittadini di oggi e, soprattutto, per quelli dei domani che verranno.

… che svolgessero la loro azione, vincolati al mandato ricevuto, senza poi andare di qua e di là, spesso prestandosi a indecorosi spettacoli.

… che si mettesse a punto una serie di nuove norme elettorali che favoriscano la nomina diretta, secca al primo turno, di chi abbia avuto, anche per un solo voto in più, la maggioranza dei consensi: accordi, liste congiunte, confluenze, devono essere palesi prima del voto.

… che il Parlamento ritrovi appieno il proprio ruolo, eliminando ogni discrasia che possa consentire di scavalcarne funzioni e poteri. Tutte le norme, tutti gli accordi, specie se di respiro internazionale, devono passare dall’esame e dall’approvazione del Parlamento: nessuno può pensare di ‘vendere’ e ‘comprare’ di testa propria.

… che non esistessero più farraginosi meccanismi (consulenze, comitati tecnici, cabine di regìa, ecc.) che oltretutto possano consentire il giochino dello ‘scaricabarile’ a chi evita di assumersi responsabilità dirette e personali.

Chi intenda accettare l’onore di un incarico amministrativo o di governo, se non ha le capacità di farvi fronte con le proprie competenze e capacità personali, eviti di assumersene l’onere: ministeri, regioni, comuni e quant’altro hanno al proprio interno risorse e competenze bastevoli per ciò.

… che non venga concessa alcuna ‘guarentigia’ o ‘salvacondotto’ o ‘assoluzione preventiva’, a chi svolto funzioni pubbliche: se si accetta un incarico, se ne devono accettare anche le responsabilità: amministrative, civili e penali, Diversamente.

… che la Costituzione torni prepotentemente a essere quel faro, quel sistema di sapienti equilibri e contrappesi a presidio dei diritti e dei doveri dei Cittadini Italiani.

… che il sistema Giustizia ritrovi il proprio giusto ruolo nella Società, tornando ad applicare quelle norme e quelle leggi, il cui articolato è stato sempre di esempio nel mondo.

… che avessimo un’attenta difesa del nostro suolo, dei confini, dei diversi territori, delle nostre attività artigianali, commerciali, imprenditoriali, agricole, industriali, turistico-ricettive, sempre tutelate e difese, a difesa, sempre e comunque, dell’interesse nazionale.

… che la pressione fiscale fosse ridotta drasticamente, favorendo la ripresa di quel circuito virtuoso legato ad attività e lavoro, commercio ed esportazione; ma anche facendo cessare la fuga delle imprese dall’Italia.

Ad oggi, perse un’enormità di realtà produttive che, all’estero, hanno generato oltre 1.500.000 nuovi posti di lavoro: lavoro che doveva e poteva rimanere qui in Italia, se solo un sistema politico attento e lungimirante avesse colto e frenato queste vere e proprie emorragie.

… che il turismo riprenda tonico vigore, alimentando virtuosi circuiti: dal lavoro, alla cultura, ai musei, agli scavi, alle spiagge, alle località montane.

… che si possa fare subito qualcosa di concreto per evitare che almeno altri 50.000 ristoranti, bar e altre attività commerciali, chiudano: seguendo gli oltre 30.000 già falliti dall’inizio di un rincorrersi senza sosta di misure limitative.

… che gli Italiani ritrovino il piacere di ‘fare figli’, grazie a un nuovo e dinamico sistema di contributi, provvidenze e salvaguardie, utile a eliminare tutto ciò che oggi ostacola la formazione di una famiglia.

… che lo spettro della fame e della miseria, che da sempre accompagnano i regimi totalitari, non perseguiti altri Cittadini, aggiungendosi agli oltre 5.000.000 già in povertà assoluta e agli altri 5.000.000 sulla soglia della povertà.

… che finalmente le norme correlate al concetto di Sovranità Nazionale siano sempre superiori ad altri interessi e/o accordi, specie se questi ultimi possano comportare conseguenze sulla produttività, sula lavoro, sulla tutela e salvaguardia del suolo e dei confini.

… che chi amministra segua un armonico programma di assoluto interesse nazionale, piuttosto che non l’applicazione di programmi elaborati in altri contesti ovvero sviluppati in altri luoghi e in altri e diversi contesti.

E chi mente o compia altri reati nell’esercizio del proprio mandato, deve essere inibito a vita da funzioni e uffici amministrativi e politici.

… che chi amministra possa stimolare fortemente i consumi (in due anni, la perdita è stata di oltre il 27% per bar ristorazione, di oltre il 35% per gli alberghi, di oltre il 21% per i servizi culturali e ricreativi, di più del 16% per i trasporti e di oltre il 10,5% per abbigliamento e calzature).

… che fosse fatta un’indagine seria e completa sull’influenza che hanno le emissioni degli impianti di quinta generazione (e prossimamente di sesta), ormai capillarmente diffusi sul territorio,  sulla salute delle persone.

… che la scuole e le università ritrovino quello spirito formativo che ha sempre fatto dell’insegnamento il motore trainante per la corretta istruzione e formazione dei giovani.

… che la sanità in genere torni appannaggio di figure di corretta professionalità, che spendono le proprie capacità e le proprie competenze a favore dei malati, operando nel giusto equilibrio tra scienza e coscienza e, sempre e comunque,  rispettando il classico principio di ‘prudenza’.

         E sicuramente ce ne sarebbero ancora …

         …Cose difficili? Cose impossibili?

Ma se ci girassimo appena un po’ indietro, vedremmo che sono ancora lì, a portata di mano …

 

Giuseppe Bellantonio

 




La faccia (di M… NdR) del ladro di audiovisivi a Trezzo sull’Adda, le immagini delle telecamere!!!

 

Nella notte del 12 gennaio 2022 due ladri si sono introdotti presso gli uffici di CCEditore a Trezzo sull’Adda rubando materiale audiovisivo per un valore di 20.000 euro.

La notizia così è già triste perché, chi ha subito un furto (e purtroppo sono poche le persone che non lo hanno subito) conosce il senso di violenza che si prova.

La violenza di aver avuto sottratti degli strumenti indispensabili per lavorare, dei beni affettivi, dei piccoli punti di riferimento che raccontano storie vissute.

È come se da un giorno all’altro un fendente tagliasse il flusso della tua quotidianità e ti lasciasse monco, separato da una parte di ricordi e risorse e tu continui ad affrontare la quotidianità ma manca senza qualcosa che prima era al suo posto.

Il furto è una grande rottura a livello pratico ed emotivo.

E lo è stato.

È stata una rottura alzarsi a mezzanotte e andare a vedere cosa stesse succedendo in studio, è stata una rottura passare vicino al ladro ed inseguirlo, una rottura trovare il registratore di cassa che hanno cercato di scassinare, una rottura chiamare i carabinieri, avvisare i soci, i dipendenti, ricominciare a lavorare monchi di fiducia e di strumenti…

“Fiducia” perché quando in un paesino che è sempre stato tranquillo succede una cosa del genere, un evento che frantuma la tranquillità, allora si capisce che qualcosa si è rotto e, a prescindere dall’evento personale, ci si chiede perché non siamo al sicuro.

La cosa che più stupisce è la faccia tosta del criminale che dopo aver rubato negli uffici di cceditore, dopo che erano stati allertati i carabinieri, ha compiuto un altro furto in un altro negozio a pochi metri di distanza, indisturbato tranquillissimo e portandosi a casa altri 10000 euro di refurtiva.

A Trezzo sull’Adda, in via Torre 44 ci sono gli Uffici di CCEditore, una casa editrice che porta avanti progetti innovativi con le scuole (come per esempio il progetto Gutenberg che promuove la creazione dei libri di testo da parte della scuola che apre la propria collana editoriale), ci sono gli Uffici di Treeteck, società che fa consulenza alle scuole e le assiste nel settore privacy e GDPR, si riunisce la redazione di Betapress, che state leggendo, e BetapressTV, ma non è tutto: gli stessi locali ospitano la nascente casa di produzione cinematografica Legatus FILM, porta avanti i corsi di UNITRE, l’università delle tre età ed è un punto di riferimento dell’Associazione Betafriends che si occupa di sostenere i ragazzi che hanno difficoltà all’accesso allo studio.

Proprio a proposito di Betafriends, il presidente dell’associazione, Chiara Sparacio ha così commentato: “purtroppo questo furto ci ha colpito in profondità. Ci ha colpito perché ha interrotto un progetto che avrebbe aiutato 14 bambini di nazionalità assortita ed età compresa tra gli 11 e i 14 anni a integrarsi nel sistema scolastico italiano e che adesso, privi degli strumenti e delle risorse offerti dai donatori, non potranno continuare.

Il supporto psicologico che offriamo sta adesso rispondendo al loro senso di frustrazione, quello di chi vede uno spiraglio di speranza e poi di colpo il buio”.

Roberto De Duro, presidente Treeteck: “Non sono state rubate informazioni personali dei nostri clienti perché sono al sicuro sui nostri cloud remoti, ma certo il danno subito impatta significativamente sulla nostra operatività “.

Corrado Faletti, presidente di CCEditore: “quello che più mi colpisce è che il ladro nella stessa notte in cui l’allerta era stata data, sia riuscito a compiere un altro furto in un negozio a pochi metri dal nostro ufficio. Questo fatto lascia molte perplessità nel sistema. Per noi un danno ingente, anche avere la certezza che chi è venuto ha rubato su commissione, troppo precise le azioni nelle telecamere, è andato a colpo sicuro. Spaventa pensare che in un paese come Trezzo sull’Adda ci sia una rete criminale così precisa. Le indagini sono in corso e sono fiducioso in un esito positivo perché conosco la bravura dei carabinieri di Trezzo sull’Adda e del loro Comandante.”

Insomma, chi è venuto a rubare nei nostri locali tutto questo lo sapeva.

Sapeva che avrebbe trovato certi strumenti e sapeva che li avrebbe trovati proprio nel posto in cui li ha presi.

Dalle riprese delle telecamere si vede bene come vadano a colpo sicuro.

Invitiamo a guardare il video e di controllare che la persona vista sullo schermo non si avvicini a voi e alla vostra attività.

Se riconoscete il volto, un tatuaggio o volete segnare altri casi, contattateci all’indirizzo info@betapress.it

 

La Redazione di Betapress




Competenze non Cognitive: dov’è la novità?

Competenze non cognitive a scuola.

Ma è una novità?

La Camera dei Deputati ha approvato la proposta di legge n.2372 per l’introduzione sperimentale delle competenze non cognitive nel metodo didattico, che ora passa al Senato.

È prevista l’introduzione sperimentale e volontaria, nell’ambito di uno o più insegnamenti delle scuole secondarie di primo e di secondo grado, delle competenze non cognitive, quali l’amicalità, la coscienziosità, la stabilità emotiva e l’apertura mentale, nel metodo didattico.

Obiettivo specifico è incrementare le cosiddette ‘life skills’, ovvero le abilità che portano a comportamenti positivi e di adattamento, che rendono l’individuo capace di far fronte efficacemente alle richieste e alle sfide della vita di tutti i giorni.

Tra questi, la capacità di gestire le emozioni, la comunicazione efficace, il pensiero creativo e quello critico, la capacità di prendere decisioni e quella di risolvere problemi (il problem solving).

Ma dov’è la novità? Si tratta di aspetti dell’ordinaria pratica di insegnamento che un bravo docente disciplinarista promuove a pieno titolo per far acquisire ai suoi allievi un buon metodo di studio.

Un bravo docente ha infatti un “occhio di riguardo” nei confronti dei processi di apprendimento dei propri allievi, spostando l’attenzione dal “che cosa” al “come”, puntando a far riflettere gli allievi su aspetti che riguardano la propria personale capacità di apprendere, di stare attenti, di concentrarsi, di ricordare, di risolvere i problemi, di argomentare, di lavorare in gruppo, di relazionarsi.

Sono pertanto i docenti disciplinaristi, che devono conoscere ed insegnare la loro disciplina scorporandone ed evidenziandone i processi mentali implicati.

Successivamente a turno saranno gli allievi-apprendisti ad essere messi alla prova con la medesima prassi, naturalmente su compiti diversificati ma simili, finché l’abitudine ad esternare processi cognitivi e non cognitivi sarà consolidata e finchè la competenza, che sappiamo si acquisisce “facendo”, quando ancora non si sa fare, un po’ alla volta si rafforzerà anche di fronte all’imprevisto.

Allora per aumentare la qualità dell’offerta formativa non sono necessarie nuove sperimentazioni, ma occorre puntare sulla qualità dei formatori per far acquisire ai nostri ragazzi basi solide del sapere.

Ulteriore riflessione.

La premessa alla nuova proposta di Legge fa riferimento ai test INVALSI 2019, che hanno rilevato una situazione allarmante per quanto concerne il livello di preparazione degli studenti e il «Rapporto sulla conoscenza» del 2018 dell’ISTAT da cui emerge che al termine del primo ciclo di istruzione il 34,4% dei giovani non aveva raggiunto un livello sufficiente di competenze alfabetiche, un dato che saliva al 40,1% se si consideravano le competenze numeriche.

Allora basta con l’eccessiva enfasi sulle “competenze”.

Si possono avere competenze senza conoscenze? È importante riprendere la strada maestra con un primo ciclo d’istruzione che punti sulla struttura del sapere (leggere, scrivere e far di conto!!!) e un secondo ciclo sulle competenze trasversali e specialistiche a seconda del corso di studi frequentato.

La scuola è una cosa seria!

Pio Mirra, DS IISS Pavoncelli di Cerignola (FG)




IN PRESENZA! A DISTANZA! C’È UNA TERZA VIA?

Come al solito sulla scuola si è sempre divisivi e per il rientro dopo le festività natalizie ci si divide tra coloro che, a ragione, propongono la scuola in presenza e chi suggerisce la “didattica a distanza”.

Certo è opportuno coniugare il diritto all’istruzione con il principio di assicurare la sicurezza sanitaria e il contrasto alla diffusione del virus in questo difficile contesto di emergenza. Ma c’è un’altra via?

Considerata la crescita esponenziale dei contagi, favorita dai convivi natalizi e dal più favorevole rigore invernale, probabilmente sarebbe stato utile rinviare il rientro a scuola, allungando il periodo di sospensione delle lezioni con successivo adattamento del calendario scolastico.

Salvaguardando la validità dell’anno scolastico, che per l’art.74, comma 3 del Testo Unico n.297/94 prevede lo svolgimento di almeno 200 giorni di lezione, il rientro a scuola poteva slittare di 12 giorni e fissarsi al 24 gennaio 2022 con recupero delle giornate non prestate per 4 giorni durante le vacanze pasquali e per i restanti 8 giorni nel mese di giugno, posticipando la fine delle lezioni dal 9 al 18 giugno, in tempo utile per gli esami di Stato fissati al 22 giugno.

Invece si è scelta la strada più semplice nella forma, ma nella sostanza? Le scuole al rientro si sono trovate a gestire assenze di docenti, sostituzione di docenti sospesi e classi semivuote per contagi, contatti o semplici fobie.

Nella sostanza il rientro si è tradotto in un giorno di scuola perso.

Allora? Allora speriamo che la situazione si stabilizzi nei prossimi giorni o forse sarebbe stato meglio seguire la terza via.

Pio Mirra, DS IISS Pavoncelli di Cerignola (FG)




La mia scuola è più bella della tua!

LICEI C/ TECNICI&PROFESSIONALI
ISCRIZIONI A.S. 2022/23

Come ogni anno le scuole iniziano le azioni di marketing, mascherate da orientamento, per promuovere i più belli e i più bravi: licei contro tecnici e professionali.

Ma l’Italia è il Paese dei temi “divisivi” e anche sulla scuola ci si divide come fazioni di opposte tifoserie.

Da un lato c’è chi sostiene la unicità della cultura liceale, dall’altro chi rivendica l’unicità degli orientamenti tecnici e professionali.

Ciò rimanda ad un immaginario appunto divisivo tra i licei di serie A e i tecnici e professionali di serie B e in questo immaginario svolge un ruolo importante la “percezione”.

Infatti la parola magica “liceo” rimanda ad un’istruzione “percepita” di livello superiore, non dimenticando che solo gli storici liceo classico e scientifico offrono un’istruzione generale completa, relegando di fatto gli altri licei a scuole di seconda serie.

Se anche i tecnici e professionali si chiamassero licei cambierebbe la “percezione” senza creare quella odiosa separatezza tra saperi, con buona pace di quei genitori che potrebbero dire: “anche mio figlio frequenta il liceo”.

La denominazione comune “Liceo”, peraltro, esiste da sempre in Francia, dove i percorsi tecnici e professionali non sono affatto percepiti come minori, ma come una scelta alternativa e degna, alla pari degli altri indirizzi. E Il nostro istituto agrario sarebbe chiamato lycée agricole.

Al di là delle future scelte ministeriali per il rilancio dell’istruzione tecnica e professionale, se vogliamo aumentare le competenze degli studenti, ridurre gli abbandoni, incrementare il numero dei diplomati, ridurre il gap con il mondo delle imprese, occorre investire nell’istruzione tecnico-professionale puntando sulla “contaminazione dei saperi”, teorici e pratici in un continuum tra la IdeAzione del prodotto e la RealizzAzione dello stesso.

Competenze intellettuali e pratiche devono mescolarsi continuamente per raggiungere il “saper fare”, possibile solo in una scuola legata al mondo delle Imprese, con uno sbocco lavorativo reale ma in un quadro di innovazione e non classista.

Pio Mirra, DS IISS Pavoncelli di Cerignola (FG)




LA SETTIMANA CORTA? DIDATTICA RIDOTTA!

Tra le novità per le iscrizioni 2022/23 il pezzo forte per “richiamare” nuovi studenti è la settimana corta.

Il sabato libero viene reclamizzato all’interno dell’offerta formativa.

Formativa?

Dovendo distribuire in cinque giorni 30/32 ore di lezione, gli studenti sono costretti a fare 6/7 ore di lezione al giorno.

Non serve essere un esperto di scienze dell’educazione per comprendere che non si possono reggere con profitto 6/7 ore di lezione.

Le ultime ore certamente sono poco produttive perché i ragazzi sono ormai stanchi ed affamati.

Si impone così un ritmo troppo stressante che ricade negativamente sull’efficacia del processo di apprendimento e sulla possibilità stessa di riuscire a completare a casa i compiti assegnati.

E tutto questo è ancora più deleterio per i ragazzi più fragili, con bisogni educativi speciali che semplicemente hanno bisogno di più tempo per apprendere.

La scuola, l’educazione ha bisogno di tempo per far consolidare la conoscenza che si trasforma in competenza, ha bisogno di “lentezza”.

Negli apprendimenti la lentezza è “fisiologica”, infatti il nostro cervello sembra sia dotato di due sistemi, uno rapido e istintivo e uno lento di supporto ai ragionamenti logici.

La combinazione del funzionamento di questi due sistemi, con una rapidità nelle reazioni (es. focalizzazione dell’attenzione su uno stimolo) alternata a una lentezza in alcuni processi cognitivi (es. elaborazione cognitiva approfondita dello stimolo), sia adattiva per la nostra specie, e che per questo sia ben radicata nel nostro funzionamento cerebrale.

I tempi di concentrazione di ognuno sono variabili, ma sembra che si possano tenere livelli ottimali di concentrazione per circa 25 minuti, prima che questa inizi gradualmente a diminuire, se non si fanno delle piccole pause.

È dimostrato che rallentare i ritmi diminuisce la tensione emotiva e, di conseguenza, migliora la “performance”, che sia di studio o di lavoro.

Allora la settimana corta non ha nessuna valenza “formativa”, ma è una scelta certamente dettata da motivazioni che nulla hanno di didattico, del tipo: un giorno di riposo in più; più tempo libero da passare con famiglia e amici; i docenti fuori sede possono tornare a casa per il weekend; risparmio sulle utenze scolastiche (luce, gas, acqua ecc.); minor traffico per le strade; vantaggi per locali, negozi, centri commerciali ed esercizi pubblici.

Da un lato si invoca la scuola aperta al territorio con attività pomeridiane per combattere le emergenze educative, dall’altro si chiude per un giorno intero.
Ma la scuola è coerenza!?

 

Pio Mirra, DS IISS Pavoncelli di Cerignola (FG)




2022 anno ufficiale per la ragione

UN MESSAGGIO DI VITA!
In ogni parte del Mondo, tra la fine dell’anno 2021 e l’inizio del nuovo anno 2022, una moltitudine di messaggi, ha sottolineato questo momento: ora con toni pessimi, ora con toni bene auguranti e quindi di speranza.
Non intendo qui collegarmi né agli uni, né agli altri: anche se il cuore mi guida prepotentemente verso la Luce.
Vorrei più semplicemente rivolgermi ai miei compatrioti, agli Italiani, per invitarli a ritrovare sé stessi, liberandosi il cervello dal tanto ciarpame che abilmente lo ha inbibitato: così guardando all’essenziale, a quella vita che non può essere persa in inutili scontri di tifoserie, che non può confondersi in sterili antagonismi tra guelfi e ghibellini, che non può essere svilita dall’odio e dalla perdita di ogni sentimento umano.
Così come è stato sostenuto nei giorni scorsi, è essenziale che ogni Essere Umano senziente dimostri di non aver smarrito ‘il ben dell’intelletto’, ma affermi con energia – in termini di pensiero come di azione – di essere un ‘homo sapiens sapiens sapiens’: il frutto concreto e visibile di centinaia di migliaia di anni di evoluzione, pur animati da una scintilla Superiore.
Dobbiamo, tutti, riprendere padronanza dell’intelletto e quindi della ragione: per poter distinguere con immediatezza la lana dalla seta, il bianco dal nero, il vero dal falso.
In migliaia di anni di crescita – sociale, politica, spirituale – l’Uomo dovrebbe aver ben imparato il significato e il valore di concetti quali quelli di Libertà, Rispetto, Dignità: quindi, non dovrebbe consentire ad alcuno di mettere delle grate alla propria mente, come pure non dovrebbe consentire in alcun modo che venga calpestata la sua dignità di Essere Umano.
Come pure, mai dovrebbe cedere ad altri la barra del timone del proprio destino!
Invito con amorevole fermezza agli Italiani, ai miei compatrioti, a coloro che sono amanti del Bello, del Buono e del Giusto, affinché ritrovino il senso dell’Unione, dell’Unità, rammentando con fierezza che sono un Popolo e che è proprio la Dignità di un Popolo a costituire la sostanza di una Nazione.
Non perdetevi dietro false illusioni, non fatevi irretire ancora una volta, ritrovatevi vicini gli uni agli altri dimostrando solidarietà.
Dimostrate che gli Italiani do it better… non solo nell’ars amandi ma anche nel dimostrare il loro valore, il loro spessore umano!
Di Italiani – valorosi, intelligenti, uomini di scienza come di cultura, creativi e ricchi di costruttiva fantasia, in grado di rialzarsi anche dopo batoste fenomenali – ne è stato sempre pieno il mondo: ed è forse proprio questo il ‘torto’, il ‘difetto’, della nostra bella Patria, degli Italiani…
Un ‘difetto’ che taluno, più arido, meno dotato, dal passo pesante e armato, vuol forse punire stroncare in nuce, coltivando inconfessabili quanto aberranti – ma comunque, dichiarati – progetti di annientamento materiale, fisico.
Una domanda: ma sulla Terra sono più numerose le iene, i lupi, gli sciacalli, gli avvoltoi, o gli Esseri Umani? La risposta è alla portata di tutti… ricordatevi sempre che chi pecora si fa il lupo se la mangia… quindi, basta non essere, non farsi, pecora sacrificale… basta contrapporsi con le armi legittime e legittimate che la Costituzione ci offre…
Rendetevi conto di questo, rendetevi conto della vostra forza di Esseri Umani – di homo sapiens sapiens sapiens – reagite a tutto ciò che è male, sopruso, violenza, cattiveria, malvagità, opponendo la RAGIONE, l’AMORE FRATERNO, la DIGNITA’: UNITI per la difesa dEI VOSTRI diritti, della LIBERTA’ e della nostra stessa identità di NAZIONE.
Buon Nuovo Anno 2022, quindi: ricordando che siano noi – con le nostre azioni e la nostra cultura – a detenere le chiavi del nostro stesso destino!
Chiavi che MAI devono essere consegnate nelle mani di alcuno!

Roma, 1° Gennaio 2022
Giuseppe Bellantonio