LETTERA APERTA ALL’ON. SEBASTIANO (NELLO) MUSUMECI

Illustre Onorevole, nel Governo in carica, certamente Lei ricopre un incarico particolarmente significativo: specie in un contesto come quello che tutti viviamo, contrassegnato di eventi, e disastri, di origine anche naturale.

Stamani, in coincidenza con il suo intervento relativo ai disastri in terra di Sicilia (ma non solo), ascoltavo in TV anche un inviato che ricordava come colà fossero più di 300 i roghi ancora attivi.

Numeri e tipologia di diffusione che, decisamente, riconducono a valutazioni diverse piuttosto che non il ricondursi a fenomeni di autocombustione (sempre estremamente rara), o a fatti accidentali (altrettanto rari).

Lodevole l’impegno e l’abnegazione di quanti, con ogni mezzo, cercano di frenare la furia devastatrice delle fiamme, ma – così come da lei sottolineato – la presenza di mezzi aerei in numero maggiore, avrebbe certamente giovato. e, sempre Lei, si chiedeva se fosse o meno il caso che la UE si facesse carico di organizzare una flotta aerea di tale tipo per fronteggiare in area UE tale tipo di disastrosi eventi.

Nello scriverLe, Illustre Onorevole Musumeci, cerco di utilizzare quella complessiva sensibilità che necessariamente comporta il chinare il capo alla memoria delle vittime fin qui verificatesi.

Sono figlio di Siciliani – originari di Messina e Barcellona PdG – ho ancora numerosi parenti in Sicilia e conosco molto bene quelle nobili Terre: da Augusta a Messina, da Catania a Palermo… e ogni volta che posso, mi ‘ricarico’ gli occhi e lo spirito, riempiendo occhi e narici con i panorma ma anche i profumi di quella che considero anche come la mia Terra.

Tempo fa, quando attraverso la normale informazione, da Cittadino seppi che il sistema antincendio aereo era stato affidato a privati, rimasi molto interdetto: soprattutto, pensando ai tempi e ai costi di intervento.

Ora, chiedere alla UE, che già si occupa di fin troppe tematiche, avocate a sé con il dichiarato intento di alleggerire il carico decisionale di molti governi, non credo proprio che sia la migliore delle opzioni.

Il controllo dei propri territori e della vita di quanti vi insistano, non può che essere di competenza degli Stati Nazionali, e quindi degli Amministratori che in esso e per esso operino.

I Cittadini eleggono chi li possa rappresentare e guidare al meglio, ma chi è stato eletto non dovrebbe poter – a sua volta – delegare ad altri (la vecchia norma del ‘delegatum delegare non potest’ mantiene inalterata la propria ratio. Cambaimenti climatici…

Certo! E chi può negarli! il mondo, la terra, la Natura mutano in continuazione e solo noi esseri umani (un pò stolti) possiamo pensare di comandare alla Natura, persino modificandola ovvero modificandone il corso. Tropicalizzazione?

Certo: ma è dall’inizio degli anni ’70 del 1900 che gli scienziati (quelli veri…) ci avevano allertato, offrendoci un quadro preciso di come le condizioni più calde e sfavorevoli, persino pre-desertiche, avrebbero coinvolto il Sud d’Europa e quindi anche l’Italia.

Ma se è vero che la Natura cambia – così che non è portando dei frigoriferi sui ghiacciai che potremo favorire il ripristino degli stessi o rallentare l’assottigliarsi dei ghiacci in Groenlandia, o strapparci le vesti per l’innalzamento degli oceani che potremo risolvere i problemi via via emergenti – essa cambia da sempre: mi permetta di utilizzare la classica frase cambia ‘da che mondo é mondo’.

E’ la mano dell’uomo, con i suoi comportamenti, che incide sulla qualità della nostra stessa vita odierna: e se queste mani hanno delle micce in mano per devastare le aree verdi, per distruggere abitazioni, per minacciare vite, ebbene che queste mani vengano ‘tagliate’.

Se nella sola Sicilia ci sono, contemporaneamente, più di 300 roghi, che le fiamme divampano quasi in contemporanea dalla Grecia alla Sicilia, dal Salento alle Calabrie, dalla Spagna ad altri luoghi (guarda caso, tutti ameni ai fini turistici o residenziali), se le forze d’intervento scoprono – così come accaduto in Italia ma anche, ampiamente, in Grecia – degli incendiari o, in terra, decine e decine di micce per favorire l’innesco di incendi, è evidente che la soluzione non può che riporsi nella più rigida delle prevenzioni e in punizioni che diano il senso della severità dei comportamenti.

Perché non valutare di muovere accuse di ‘tentata strage’ o di ‘terrorismo’ (ossia, attività volte a creare terrore nella popolazione)?

Mi permetta di dire, Illustre Onorevole: sono personalmente stanco di ascoltare questo o quello, questa o quella, che suonano la fanfara dell’emergenza: una ’emergenza’ pressocchè continua.

Ma il termine richiama a eventi che ’emergono’ improvvisi, che si ‘manifestano’ senza possibilità di alcuna previsione o di adeguata previsione. Quando l’emergenza o le emergenze sono continue, non sono più tali.

E questo vale per gli endemici roghi, come per i disastri che toccano alluvioni o straripamenti torrenziali, causati dall’assoluta incuria dei territori. I disastri, occorre prevederli: quanto più possibile; soprattutto se talune situazioni tendono a ripetersi.

Lei è siciliano, la Sicilia ha anche uno splendido ‘Statuto Speciale’ che molto potrebbe giovare se trovasse applicazione globale e costante, faccia quanto Le è possibile per dare un segno nuovo e diverso, una testimonianza d’azione e d’amore per una Terra che ha pochi eguali al mondo.

Perché proprio in Sicilia non convocare un confronto internazionale non sul ‘Cambiamento climatico’ (esiste, e negarlo sarebbe da sciocchi) ma sugli effetti, sulle loro cause e concause?

Grazie per la Sua attenzione, Illustre Onorevole Musumeci. 




INCENDI E DISTRUZIONE… SOLO UN CASO?

Da Palermo immagini tremende.

Ma la concomitanza di altri gravi incendi in Calabria, nel Salento e altrove, mette di fronte a una brutta, pessima, orribile ipotesi, potrebbe essere non solo emergenza, ma terrorismo Economico-finanziario sabotando il turismo e creando danni immensi.

Palermo, ad esempio, aveva prenotazioni esaurite fino a tutto Settembre.

Ma anche in altre Regioni pare che le situazioni siano similari.

Come non commentare anche la tragica situazione in Grecia.

Anche qui, perle paesaggistiche e del turismo distrutte da fiamme che paiono inesauribili.

Troppe, troppe, coincidenze.

I fautori dell’emergenza climatica hanno ora altre frecce al loro arco, coincidenti con lo scempio di incendi e forse di altro.

Anche l’anomalo ghiaccio piovuto dal cielo, le trombe d’aria, le fortissime piogge e i venti impetuosi, sembrerebbero volerci narrare una storia diversa.

Guardare il cielo, il colore e la forma stranissima delle nubi, le coltri grigie e soffocanti che gravano come immensi tappi sulle città, vogliono suggerirci altro?

Coincidenze… Sempre coincidenze: vaghe e impalpabili, ma reali.

Come le dichiarazioni di politici e mezzi di informazione stranieri: colmi di critiche deteriori proprio verso il nostro sistema-turismo.

La realtà ci suggerisce anche che scarse capacità gestionali e amministrative si aggiungono, come il sale sulle ferite, a ciò che si vuole attribuire solo alla Natura.

Il caso, dunque, esiste?




Quando un ministro mente sapendo di mentire…

… ovvero, meglio, può un ministro mentire?

Vogliamo anticipare alcune note di un servizio che stiamo predisponendo perché Betapress è venuta in possesso di prove che dimostrano palesemente che uno degli attuali ministri mente sapendo di mentire.

Betapress è venuta in possesso, appunto, di mail che dimostrerebbero in modo inconfutabile che uno dei ministri del nostro governo non dice tutte le cose nel modo giusto.

Stiamo ancora facendo approfondimenti e cercando di contattare tutte le parti coinvolte, ma ci sembrava importante iniziare ad avvisarvi: rimanete in contatto per leggere cosa succede e cosa è successo.

Magari la cosa di cui siamo venuti a conoscenza poi vi sembrerà piccola o troppo enorme, ma di certo si basa sulla distruzione della fiducia, sul fatto che chi istruisce (magari proprio chi è ministro) dovrebbe essere sempre lineare, ed anche, vedrete sulla mancata considerazione della lealtà degli italiani.

a tra poco…




GRAFFI USA E USATI: VINCA LA DIGNITA’

 

Gli USA – dimostrando ancora una volta ostinazione e forza nel voler indirizzare e dirigere secondo propri criteri, e quindi a proprio piacimento, gli eventi bellici in corso – forniranno all’Ucraina le micidiali (soprattutto per i civili) e vietatissime ‘bombe a grappolo’.

Però, Biden assicura di aver ricevuto ‘garanzie scritte’ da Kiev che le micidiali bombe a frammentazione saranno usate “con cautela” per minimizzare le vittime civili.                                   

 In modo inatteso, la situazione, ora, si è fatta improvvisamente semplice.  Si deve prendere atto, senza offrire alcuna possibile giustificazione, che gli USA – alleati o non alleati, NATO o meno – hanno deciso: forniranno all’Ukraine ‘bombe a grappolo’, così determinando una ennesima, forte, unilaterale, escalation bellica che comunque coinvolge tutti: chi invia armi, chi invia finanziamenti, e soprattutto chi tenta manovre di Pace: che vede puntualmente mortificato ogni tentativo in tal senso.

Anzi: ogni volta che uomini di buona volontà e la diplomazia provano a esplorare una qualche possibilità di Pace, da ovest si assumono decisioni che rendono ancora più aspro e pericoloso il confronto (che ormai è un conflitto contro la Russia, esplicitamente dichiarato: dagli USA e dai loro ‘alleati’, UE inclusa).                                                                               

È questo il momento giusto per spalancare gli occhi, per sottrarsi alla guerra: visto che gli USA vogliono imporre la ‘loro’ guerra di devastazione contro la Russia e i territori di Crimea e Donbasss, è opportuno – anzi necessario – che la guerra la facciano da soli. Rischino i loro uomini, i loro territori, la loro economia, le loro finanze, tutto: rischino in prima persona e senza puerili infingimenti: sono riusciti, tradendo – insieme ad altri comprimari – la parola data al cadere del muro di Berlino, ad ampliare la presenza della NATO in Europa, accrescendone il numero degli aderenti fino ai confini con la Russia.

Un tradimento che, per la Russia significa pericolo: così come i missili piazzati a Cuba, rappresentavano all’epoca un pericolo per gli USA di J.F. Kennedy.         

Senza alcuna remora, ai confini russi sono stati piazzate basi NATO (a gestione USA, chiaramente) in quantità; laboratori militari di biotecnologie avanzate; forze armate pesantemente armate: postazioni radar di tracciamento e scoperta precoce: innumerevoli postazioni missilistiche; e in particolare munizionamento nucleare: se guardate una cartina, di quelle ‘oneste’ che ormai girano su web e testate indipendenti, la Russia è ormai circondata da basi NATO e USA, con una enorme compromissione dei tempi di ‘risposta’ in caso d’attacco.

E le basi dove erano stoccate testate nucleari – Italia inclusa – hanno visto giungere testate più potenti e distruttive.

L’alibi – ormai divenuto puerile e ridicolo – è sempre lo stesso: lo facciamo solo a scopo difensivo!   

Pensare che la mia Patria, l’Italia, può essere distrutta in pochi minuti, che la splendida Sicilia può non esistere più in un batter di ciglia, o che Roma, Milano, il Veneto, il Friuli, Napoli, possono scomparire in una nube di fuoco e fumo, francamente mi sconvolge: e dovrebbe sconvolgere tutti gli Italiani, tutti gli Europei!          

Pacche sulle spalle, sorrisi, blandizie, ammiccamenti, fanno ormai parte del linguaggio diplomatico, scavalcando ormai persino i rituali dei protocolli degli incontri che vedono un notevole impegno – mai verificatosi prima – in tutto il mondo: aerei che vanno e vengono, autovetture per gli spostamenti, gruppi di ministri e specialisti che seguono i responsabili delle varie Nazioni, sherpa e addetti alla sicurezza, spanditori di un inquinamento continuo e affatto trascurabile, anzi tutt’altro.

Ma quando una delle parti vuole chiaramente sfruttare a proprio vantaggio la partecipazione di uno o più dei partecipanti, facendolo sentire una nullità strumentalizzata e forse minacciata, non va bene e cambia radicalmente i termini della situazione.                                               Farsi trattare da pupazzi senza un proprio cervello, da servi, da vassalli idioti, rischiando tutto, mettendo a repentaglio le sorti di una Nazione, di un Popolo, no: non si può né si deve accettare!

Nazioni e Popoli che le compongono hanno una Dignità, una loro credibilità. 

La Russia, ormai chiaramente obiettivo di conquista da parte di un’alleanza occidentale che si definisce ‘difensiva’, ma che – contando su una complicità e un’impunità incrociate -, attacca chiunque non sottostà ai comandi, ai voleri, alle brame di potere.

Con ciò, declamando l’applicazione di proprie regole che nessuno in realtà esplicita o conosce in dettaglio: in realtà, le regole di chi presume di essere il più forte. Tutto qui: il più forte sono io, io mi faccio le regole, nessuno può discuterle.                                                                                

Fino a oggi, la Russia – Nazione sotto attacco concertato da parte di una alleanza occidentale assolutamente al servizio, non solo militare – è stata molto attenta e misurata, evitando di cadere nelle provocazioni più plateali o subdole. Proprio in tale ottica vanno lette e soppesate le dichiarazioni di reazione – a caldo, ma affatto casuali – di Dmitry Medvedev, vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo: riferendosi alla concessione USA di ‘bombe a grappolo’, ha annunciato che la Russia è pronta ad attaccare le centrali nucleari dell’Ucraina e gli impianti nucleari nell’Europa orientale se dovesse essere confermato un presunto attacco di Kiev a una centrale nucleare russa.

«Se il tentativo di attacco con i missili della NATO alla centrale nucleare di Desnogorsk sarà confermato, dovremmo considerare lo scenario di un attacco russo simultaneo alle centrali nucleari di Pivdenno-Ukrainska, Rivne e Khmelnytsky, nonché agli impianti nucleari nell’Europa orientale. Non c’è niente di cui vergognarsi».

Le parole di Medvedev, ex presidente della Russia, hanno un peso enorme, e male fa chi le voglia/possa sottovalutare: specialmente chi si esalta nel sostenere ‘dobbiamo difenderci’, ‘la Russia vuole conquistare l’Europa’. Occorre assolutamente riprendere la propria autonomia, indipendenza, libertà (specie di valutare e decidere), e sovranità (poiché senza sovranità non può esservi libertà): valutare rapidissimamente la situazione, e schierarsi in modo attivo e costante per la PACE, prima che il conflitto diventi GUERRA SENZA ESCLUSIONE DI COLPI.

Una guerra che coinvolgerebbe e colpirebbe all’istante TUTTO IL MONDO.                         

Chi vuol stravolgere la vita altrui, chi possa intendere di mentire in continuazione ai Popoli, per manovrarli e quindi disporre con superficialità persino delle loro vite, insieme ai suoi sodali più intimi, deve ritornare là da dove viene.  

                                                                                  

Nel buio più nero e profondo.                                                                                                               

Per sempre.




Nel pelo del bradipo il segreto per la buona salute

I bradipi e l’antibiotico del futuro

I bradipi del Costa Rica non si ammalano mai.

Nel loro pelo potrebbe esserci l’antibiotico del futuro.

Obiettivo della ricerca degli scienziati è trovare nuovi antibiotici attraverso l’analisi della loro pelliccia.

Per alcuni esperti i bradipi sono la speranza della medicina umana

 

Ultime notizie dal Costa Rica

Secondo quanto riportato dalla rivista Enviromental Microbiology  i bradipi non si ammalano mai.

Gli studiosi affermano che questi lentissimi mammiferi sono sorprendentemente immuni dalle infezioni.

Cosa sono i bradipi? Il mammifero simbolo della lentezza

I bradipi sono dei mammiferi con la caratteristica di essere molto lenti.

La loro proverbiale lentezza nei movimenti li porta a spostarsi al massimo una cinquantina di metri durante l’intera giornata.

Sembra che il bradipo sia davvero la creatura più lenta del regno animale.

 

Dove si trovano i bradipi?

I bradipi si trovano nel Centro America e in Sud America.

Sono presenti nelle foreste pluviali di Bolivia, Brasile, Colombia, Costa Rica Ecuador, Honduras, Nicaragua, Panama, Paraguay, Perù e Venezuela.

Vivono principalmente sugli alberi ma, essendo anche abili nuotatori, si trovano a loro agio anche negli habitat paludosi e lungo i fiumi. 

I bradipi tridattili e i bradipi didattili

Ne esistono due specie: i bradipi tridattili e i bradipi didattili.

I bradipi tridattili (foto n. 1), ossia con tre dita, o meglio unghie, il cui nome scientifico deriva dal greco antico e significa piede lento (βραδύς, bradýs e πούς, poús), sono gli unici membri del genere Bradypus e della famiglia Bradypodidae.

I loro parenti più prossimi sono i bradipi didattili, con due dita (unghie), con i quali condividono gran parte dell’habitat.

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I bradipi e l’antibiotico del futuro

I bradipi potrebbero portare con sé la ricchezza dell’antibiotico del futuro.

Lo sostiene il dott. Max Chavarria, ricercatore presso l’Università del Costa Rica, che nel 2020 ha iniziato una ricerca, prelevando campioni della “preziosa” pelliccia dei bradipi.

Secondo lo scienziato è possibile scoprire nuovi antibiotici studiando i batteri presenti nel loro pelo.

La pelliccia del bradipo

Il dott. Chavarria ha scoperto che la pelliccia del bradipo ha una particolare caratteristica: è cosparsa da minuscole alghe.

Il manto, o vello, ospita una quantità non indifferente di insetti, alghe, funghi e batteri, tra i quali i microbi che potrebbero facilmente rappresentare un rischio di malattia.

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Perché i bradipi non si ammalano mai?

Dagli studi è emerso che nella pelliccia del bradipo convivono organismi differenti tra loro e insetti di tutti i tipi.

Un habitat sorprendentemente molto esteso.

Quando c’è coesistenza di una tale varietà di organismi diversi, dovrebbero esserci anche sistemi che li controllano.

Batteri produttori di antibiotici nella pelliccia

Per capire come funziona questo particolare “sistema di controllo”, Chavarria e i suoi colleghi hanno prelevato campioni di pelliccia dai bradipi costaricani.

Dai primi risultati sono emersi già 20 microrganismi che dovranno essere studiati in maniera approfondita.

I bradipi del Costa Rica

In particolare, gli scienziati hanno esaminato i bradipi protetti nel Santuario del Costa Rica (Sloth Sanctuary of Costa Rica), il centro di soccorso fondato da Judy Avey, così da poterli esaminare con cura in laboratorio.

 

Il ricovero dei bradipi feriti in Costa Rica

Il Santuario del Costa Rica è l’originale centro di soccorso per bradipi feriti, orfani e abbandonati.

Originariamente conosciuta come Aviarios del Caribe, questa lussureggiante foresta pluviale tropicale di 320 acri era precedentemente occupata da piantagioni di banane.

 

I fondatori del pronto soccorso dei bradipi

I fondatori Judy Avey-Arroyo e Luis Arroyo hanno inizialmente acquistato la proprietà per offrire tour di birdwatching sul fiume Estrella.

Il governo del Costa Rica ha ufficialmente dichiarato la proprietà una riserva biologica di proprietà privata nel 1975.

I bradipi non si ammalano mai

La capacità dei bradipi di non ammalarsi è confermata anche dalla dott.ssa Judy Avey, che gestisce il ricovero per bradipi feriti.

Non ha quasi mai riscontrato bradipi malati o infetti.

Nel corso degli anni sono stati curati bradipi ustionati dalle linee elettriche o con diverse fratture, raramente bradipi affetti da infezione.

In oltre 30 anni dall’apertura del Santuario al massimo sono stati trovati solo cinque bradipi infetti.

Il mistero dell’ecosistema corporeo dei bradipi

Nell’ ecosistema corporeo di questi simpatici mammiferi accade qualcosa di particolare che, al momento, sfugge agli scienziati.

Il dott. Chavarria ha infatti spiegato che, prima di pensare ad una applicazione per la salute umana, è importante ricercare il tipo di molecole che sono coinvolte nel processo.

 

Il problema dei super batteri e della resistenza agli antibiotici

La pelliccia dei bradipi costaricani sembrerebbe dunque ospitare batteri “produttori di antibiotici”.

È una notizia confortante, dato che la resistenza dei batteri agli antibiotici sta diventando un problema sempre più serio e, potenzialmente, pericoloso.

I casi di decessi dovuti ad infezioni di batteri resistenti agli antibiotici è in aumento e, come spesso accade, il problema è il nostro stile di vita.

La comunità scientifica è da tempo in allarme e si sta mobilitando per dare risposte e soluzioni al problema.

L’uso eccessivo di antibiotici, soprattutto in Italia

È provato che l’uso eccessivo ed improprio di grandi quantità di antibiotici, a volte utilizzati anche quando non servono, ha portato molti batteri ad evolversi a tal punto da resistere anche ai farmaci antibiotici di ultima generazione (Nota n. 5).

L’uso eccessivo di antibiotici rende infatti i microbi resistenti e riduce, nel tempo, l’efficacia di questi farmaci.

Gli scienziati sono, pertanto, al lavoro, per affrontare e risolvere, anche attraverso lo studio dei bradipi, il crescente problema dell’antibiotico-resistenza.

 

Ma la strada è ancora lunga…

C’è ancora molta strada da fare per capire se i composti raccolti sulla pelliccia dei bradipi potranno essere utili anche per l’uomo.

Ci auguriamo, tuttavia, che presto vengano trovate nuove armi contro i super batteri, a quanto pare molto pericolosi per la salute.

E ci auguriamo anche che ai sonnacchiosi e sedentari amici venga concesso il giusto riconoscimento.