Valditara filiera 4+2, qualcosa non va.

Con la nuova filiera tecnico-professionale  il ministro  dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara dichiara  “Ad oggi la metà delle aziende fa fatica a coprire i posti disponibili, questa è la realtà. Un mismatch drammatico tra offerta e domanda di lavoro. Noi ce ne siamo fatti carico.”

 In realtà non è vero che la nuova filiera 4+2  riduce il mismatch offerta formativa / mercato del lavoro perché la programmazione dell’offerta formativa integrata istruzione / formazione professionale (formalmente in capo alle Regioni ma in realtà gestita dagli Uffici Scolastici Regionali del Ministero Istruzione) continua a prevedere un numero posti alunni disponibili in tutte le tipologie e relativi indirizzi di gran lunga superiore al numero degli alunni , mancando un paradigma programmatico traguardato sul mercato del lavoro e continuando  a imperare le logiche sindacali finalizzate a salvaguardare (quando non incrementare) gli organici per istituzione scolastica.

Non a caso nel sistema 4+2 diminuiscono le ore cattedra ma aumentano i posti per anno nello stesso istituto e nelle medesime classi di concorso dei docenti presenti in organico (a cui si aggiungono i docenti esterni con contratto a termine introdotti dalla norma).

È vero che la nuova filiera potrebbe adeguare alle esigenze del mercato del lavoro i contenuti del percorso formativo, ma questo è un dato qualitativo non quantitativo.

La riduzione del mismatch con contestuale incremento del  tasso di occupabilità dei percorsi di istruzione e formazione,  è determinato dalla coerenza del n. di figure professionali in uscita e loro competenze, con la richiesta del mercato del lavoro. Tutte le figure professionali in uscita dai percorsi liceali, tecnici, professionali ….dovrebbero avere un analogo tasso di occupabilità, attesa comunque per tutte la formazione dello studente come persona integrale.

Così sarebbe se la programmazione dell’offerta formativa integrata fosse coerente (quantomeno tendenzialmente) nei numeri e contenuti con le richieste del mercato del lavoro anziché subordinata all’esigenze autoreferenziali del sistema d’istruzione, che influiscono altresì sull’orientamento scolastico.

Fermo restando che l’orientamento scolastico deve essere traguardato sulla programmazione dell’offerta formativa e non il contrario, la fonte del mismatch sta’ quindi nel processo  programmatico dell’offerta formativa, declinato da una pluralità di centri decisionali (istituzioni scolastiche, Uffici Scolastici Regionali USR-Uffici d’ambito territoriale UAT, MIM-MEF, Regione, Provincie, Comuni, OO.SS.) disorganici oltreché ciascuno portatore d’interessi particolari confliggenti tra loro, in carenza di criteri e parametri certi ed univoci per l’organizzazione della rete scolastica (art. 50 d.lgs 30 luglio 1999 n.300)  e relativa tempistica.  

Per aggredire effettivamente il mismatch è pertanto  necessario in primo luogo ridefinire  la declinazione della programmazione della rete scolastica, specie in relazione alle funzioni amministrative statali svolte da USR nelle materie che potrebbero costituire oggetto di attribuzione di forme e condizioni particolari di autonomia, avvalendosi della recente Legge  26 giugno 2024 n. 86                           

 

             DG Marco Filisetti       




ibridità, nuova frontiera

Stanchi dell’ibrido

 

 

Ogni uomo che sa cosa voglia dire essere un “uomo” vive con la certezza che non si “picchiano le donne”.

 

Non si “tocca una donna nemmeno con una rosa”, questo noi padri insegniamo ai nostri figli.

 

Nei tempi recenti è stato istituito il reato di “femminicidio”. Un omicidio che contiene in se l’aggravante che sia un uomo ad uccidere una donna per motivi di genere.

 

Queste “strane” Olimpiadi, ove si parla molto più di “altro” che di sport, hanno costretto tutti noi, anche i non appassionati di boxe come chi scrive, a vedere, con ribrezzo, una persona “non donna” massacrare con un solo pugno una atleta donna.

 

Questa la sintesi dal mio punto di vista.

 

Una sintesi che non mi piace.

 

Lo sport ha un solo ruolo, quello di insegnare valori positivi.

 

Una “non donna”, non sono io a dover scendere in valutazioni scientifiche sul suo “genere”, questo spetta agli scienziati, non agli intellettuali o ai politici, che gareggia con una “donna”.

 

Il risultato dello “scontro”, non del “incontro”, era tristemente, pateticamente, scontato.

 

La conseguenza è diretta. Perché far svolgere gli “incontri”?

 

Ovvio il fatto che, se l’atleta algerina non troverà sulla sua strada una altra “non donna”, questa atleta vincerà sempre.

 

Olimpiadi noiose queste di Francia.

 

Olimpiadi ove l’ideologia gender ha preso il sopravventò sullo sport.

 

Peccato.

 

Speriamo che, almeno nell’ultima parte, questa olimpiade sappia tornare, per quel che può, ad essere quello che una “olimpiade” deve essere.

 

Una sana e vera “Olimpiade” è il “tempio dello sport”.

 

Una nota di speranza per finire, fra quattro anni saremo in una nuova era, avremo una nuova Olimpiade, potremo tornare ad appassionarci alle gare, parlare da tifosi di sport olimpici, guardare in pace la televisione e commentare le medaglie vinte dagli atleti che rappresenteranno la nostra Patria.

 

Questo amano fare le madri ed i padri con i propri figli nella quiete di una estate olimpica con una bibita in mano ospitando degli amici nella propria dimora.

 

Questo è sempre stato il modo sano e tradizionale di “parlare di sport”.

 

Questa è la cultura della maggioranza degli esseri umani nel mondo.

 

Questo accadrà di nuovo, ne sono certo, fra quattro anni in California, a Los Angeles.

 

Quel giorno, infatti, la Presidenza in Stati Uniti sarà quella che per molti sarebbe già dovuta essere nel 2020.

 

Noi, madri e padri all’antica, non vediamo l’ora di dimenticare ogni forma di strumentalizzazione politica di qualsiasi “ibrido”, umano o ingegneristico che sia.

 

All’atleta algerina Khelif identica solidarietà che portiamo all’atleta italiana Angela Carini, due esseri umani che hanno pari dignità e che, entrambe, sono state strumentalizzate per motivi politici “globalisti” assai lontani dallo spirito olimpico.

 

Questo, non voglio nasconderlo, a tutti coloro che hanno il mio stesso sentire annoia molto più che un po’.

 

Ignoto Uno