Ne dice di più un pelo di marmotta che …

Una marmotta ci spiega il cambiamento climatico

Nel museo di Scienze naturali situato presso il castello di Saint Pierre in Val d’Aosta è da pochi giorni esposta al pubblico una mummia di una marmotta di cui gli scienziati datano la nascita 6.600 anni fa.

Si tratta della più antica mummia mai rinvenuta in Italia.

È stata ritrovata due anni fa sul ghiacciaio del Lyskamm a circa 4.300 metri di altezza e solo ora, dopo tutte le ricerche del caso, viene esposta al pubblico.

Al netto degli aspetti puramente scientifici, di questa marmotta è importante notare che è stata ritrovata ad una altitudine ove, oggi, questi magnifici animali non vivono,ne sono in grado di vivere, essendo essi erbivori ed essendo da tempo presenti a quelle altitudini dei ghiacciai perenni.

Questo ritrovamento, avvenuto a causa di una riduzione dello spessore del ghiacciaio, è stato assai “urlato” dai cultori dell’economia “green” proprio al fine di segnalare, ovviamente con toni allarmistici, lo scioglimento dei ghiacciai perenni e dare colpa di questo all’inquinamento globale.

Questo ritrovamento ci racconta che 6.600 anni fa, a quelle altitudini, erano presenti prati ed arbusti che garantivano ad una marmotta di poter vivere. Non vi erano ghiacciai perenni ne enormi ne in via di riduzione.

Facile comprendere che al tempo i motori a scoppio non erano stati ancora inventati e, conseguenza ovvia e diretta, non esistendo non potevano inquinare l’atmosfera della nostra amata terra. Altrettanto accadeva con le centrali a carbone.

Nulla che inquinasse e causasse il cambiamento climatico a causa delle scoperte scientifiche dell’uomo esisteva al tempo, solo il normale evolvere dei cicli del nostro sistema solare, l’eruttare dei vulcani e gli incendi delle aree boschive.

Al tempo, palesemente, non erano presenti, tempi semplici e certamente più etici quelli, neanche i tanti “affaristi” che oggi ritengono di poter cavalcare gli stessi cicli al fine di causare bisogni di mercato.

Corrado Gaspard, questo il nome della guida alpina che nell’agosto del 2022, durante un’escursione sulla parete est del Lyskamm, ghiacciaio appartenente al gruppo del Monte Rosa, ha trovato casualmente la mummia di questa marmotta rannicchiata su una roccia, ha involontariamente fornito un elemento che permette a noi tutti di ragionare sulla “tesi” che dette l’opportunità ad una adolescente svedese di nome Greta Thunberg di parlare e discernere, finanche insegnare agli scienziati, di fisica e climatologia.

La giovane, in varie occasioni, fu messa in condizione di incontrare da pari i grandi della terra portando loro, a nome di tutti, giovani e meno giovani, la richiesta di fermare l’inquinamento globale da CO2.

La giovane, ritenuta da molti intellettuali e giornalisti un novello “premio Nobel”, dichiarava, ovviamente in assenza di alcun contraddittorio, l’inquinamento come unico colpevole, primaria causa, del “riscaldamento globale”.

Riscaldamento globale, oltretutto, assai poco condiviso da molti scienziati che, ragionando sui cicli solari, dichiarano che la nostra amata terra abbia di fronte una nuova era di glaciazioni.

Tutto questo nell’ambito dei “cicli terresti” e non dei “mesi”.

Un ritrovamento eccezionale da molti punti di vista quello di Corrado Gaspard.

Certamente un ritrovamento che porta noi tutti a dover scindere il tema dell’inquinamento globale dovuto ai comportamenti umani da quello del riscaldamento, o raffreddamento, globale.

Un ritrovamento che porta noi tutti a porci serie ed, in alcuni casi sgradevoli, domande.

Per esempio porta a chiederci se i cultori dei pannelli solari e delle pale eoliche siano più paladini della difesa della qualità dell’aria della nostra terra o di altri interessi più profani.

La guida alpina, per fortuna e qualità professionale, avendo constatato di trovarsi al cospetto di un evento estremamente rilevante, ha immediatamente coinvolto le autorità competenti impedendo, in questo modo, che venisse negata la veridicità della stessa scoperta da parte di coloro che in essa avrebbero potuto trovare elementi di problematicità per la narrazione sulla “crisi climatica” che tanto aiuta alcuni a diventar benestanti a discapito di altri.

Narrazione che tanto aiuta, fatto che definirei strategico, a spostare, con l’aiuto di un ceto dirigente occidentale probabilmente cointeressato, i flussi macroeconomici globali a favore del cosiddetto “far east”.

Questo a discapito delle aziende occidentali, del PIL e della occupazione, in pratica del benessere sociale, soprattutto della nostra Europa, della nostra Italia.

Oggi le marmotte sul Monte Rosa le possiamo osservare molto più in basso proprio a causa di quei ghiacciai perenni, gli stessi che oggi si stanno riducendo, gli stessi che ai tempi di quella marmotta non esistevano e lasciavano spazio ad una rigogliosa vegetazione indispensabile alla vita di quel animale.

Quanto sarebbe serio ed utile imparare da questa storia legata ad una mummificata marmotta a pensare attraverso la maieutica socratica.

L’inquinamento esiste ed è colpa degli esseri umani, tutti gli esseri umani, non solo degli europei.

L’inquinamento globale va ridotto, tutto!

Non esclusivamente quello da CO2 che, forse, è addirittura assai meno invasivo di altri, per esempio quello da litio.

Le “furbizie” di chi vuol strumentalizzare ogni cosa per il proprio vantaggio economico a discapito del benessere complessivo vanno, anche assai velocemente, estirpate per permettere alle famiglie di continuare a pensare che il futuro dei propri figli possa essere migliore del loro presente.

Anche per questo le elezioni statunitensi di novembre sono importanti per tutti, non solo per i cittadini americani.

Certe volte, infatti, i “cattivoni” sono assai più interessati alla qualità della vita delle famiglie, del ceto medio, delle piccole imprese private, di quelli che rappresentano “il potere dei più buoni”, come li narrava quel grande poeta che si chiamava Giorgio Gaber.

Un uomo di sinistra vero lui, non un affarista al soldo del globalismo gender e green.

Ignoto Uno