RIPOLI TRAIL 2024: IL TRAIL DELLE DUE BATTAGLIE

 

Sabato 14 settembre 2024, a Ripoli Santa Maria Cristina, nel Comune di San Benedetto Val di Sambro, si terrà il tanto atteso Ripoli Trail 2024, una manifestazione sportiva che celebra la storia e la passione per lo sport all’aria aperta. L’evento, giunto alla sua edizione speciale, è un’occasione unica per vivere la natura tra sentieri storici e paesaggi mozzafiato.

Perché si chiama Trail delle Due Battaglie?
L’edizione di quest’anno si svolge in occasione dell’83° anniversario dei cruenti scontri tra le forze Alleate e tedesche sui Monti Armato e Catarelto, avvenuti nel 1944 durante la Seconda Guerra Mondiale per la liberazione dell’Italia. L’evento intende ricordare questi tragici eventi, unendo sport e memoria storica.

Programma di Sabato 14 settembre
La manifestazione si articola su due giornate, con il primo giorno dedicato all’attività ludico-motoria.

  • Per i camminatori: Ritrovo alle ore 8:30 per una facile escursione guidata di circa 15 km. Si potrà scegliere tra due percorsi: uno verso il Monte Armato e l’altro verso il Monte Catarelto. Si consiglia di indossare abbigliamento adeguato alla stagione, scarpe con buon grip e di portare con sé una borraccia e una merenda.
    Prenotazioni: entro le 15:00 di venerdì 13 settembre contattando Roberto al numero 339 6212444 o per mail rbugamelli@gmail.com
  • Per i bikers: Ritrovo alle ore 9:30 per una pedalata guidata di 27 km che attraverserà entrambi i luoghi storici delle battaglie. Un percorso affascinante e avvincente, ideale per gli amanti della mountain bike.
    Prenotazioni: entro le 15:00 di venerdì 13 settembre contattando Daniele al numero 331 3726571 o per mail d.zanotti73@gmail.com

Il rientro è previsto per le 12:30 a Santa Cristina, dove tutti i partecipanti, camminatori e bikers, potranno rifocillarsi insieme gustando le famose crescentine, tipiche della zona.

Una giornata da non perdere!

Programma della domenica 15 settembre
La seconda giornata della Ripoli Trail 2024 prevede la classica gara agonistica FIDAL di trail running, sulla distanza di 27 km. La partenza è fissata alle ore 10:00 da Ripoli Santa Cristina. Un evento competitivo che attrae ogni anno appassionati del trail running e atleti di livello.

Per maggiori dettagli sul regolamento della gara e per le iscrizioni, è possibile consultare il sito ufficiale e i canali social della Ripoli Trail Coppa LILT.

Non perdete l’occasione di vivere due giorni tra sport, storia e natura!

 




Italia paese interruptus

Betapress: Buongiorno, Signor Faletti, e grazie per essere qui con noi oggi. Il suo libro, Italia Paese Interruptus, ha suscitato un grande interesse, soprattutto per il modo in cui affronta la mancanza di un progetto politico a lungo termine nel nostro paese. Prima di tutto, ci parli della genesi di questo libro. Da dove nasce l’idea di scrivere su un tema così complesso e delicato?

Corrado Faletti: Buongiorno e grazie a voi per l’invito. L’idea di scrivere Italia Paese Interruptus è nata dalla mia riflessione personale su quanto, da decenni, osserviamo in Italia: una continua interruzione nei progetti e nelle iniziative politiche. Mi sono reso conto che, a differenza di altri paesi, in Italia manca una visione a lungo termine. Qui si tende a navigare a vista, con programmi politici che spesso durano il tempo di una legislatura o addirittura meno. Volevo approfondire questo tema, esplorando le cause storiche e culturali che ci hanno portato a questa situazione.

Betapress: Il titolo del libro, Italia Paese Interruptus, è molto evocativo. Come è stato scelto e cosa vuole rappresentare?

Corrado Faletti: Il titolo è volutamente provocatorio. “Interruptus” evoca l’idea di qualcosa che viene costantemente interrotto, di un percorso che non arriva mai a compimento. Questo è esattamente quello che ho osservato nella storia politica italiana: un paese che inizia tanti progetti, ma non ne porta a termine nessuno. La mancanza di continuità politica e la frequente instabilità dei governi hanno impedito all’Italia di sviluppare e mantenere progetti di lungo respiro, necessari per la crescita e il progresso del paese.

Betapress: Un elemento molto apprezzato del suo libro è la prefazione scritta da Ettore Lembo. In che modo questa prefazione ha dato valore all’intero volume?

Corrado Faletti: Ettore Lembo ha saputo cogliere e sintetizzare in poche pagine il cuore del messaggio che volevo trasmettere con questo libro. La sua prefazione è un vero e proprio manifesto della necessità di un cambiamento radicale nel modo in cui pensiamo e facciamo politica in Italia. Lembo ha una capacità unica di tradurre concetti complessi in un linguaggio chiaro e accessibile, e la sua prefazione ha arricchito il mio lavoro, fornendo una cornice interpretativa che guida il lettore attraverso le argomentazioni che sviluppiamo nel libro. In sostanza, la prefazione di Lembo non solo ha dato valore al libro, ma ha anche facilitato una comprensione più profonda delle tematiche trattate.

Betapress: Nel libro lei afferma che l’Italia non ha mai avuto un vero progetto politico a lungo termine. Può spiegare meglio questo concetto?

Corrado Faletti: Certamente. Un progetto politico a lungo termine implica una visione chiara del futuro, con obiettivi strategici che vanno oltre la durata di una legislatura. Tuttavia, in Italia, la politica è spesso stata guidata dall’urgenza del momento e dalla ricerca del consenso immediato, piuttosto che dalla costruzione di un futuro sostenibile. Questo si traduce in programmi politici che sono spesso frammentari e incoerenti, incapaci di produrre risultati duraturi. Nel libro, cerco di dimostrare come questa mancanza di progettualità abbia portato l’Italia a uno stato di continua precarietà, con un sistema che sembra essere sempre sull’orlo di una crisi.

Betapress: Uno dei punti centrali del suo libro è la necessità di un progetto politico serio per il futuro dell’Italia. Cosa intende esattamente con questo e quali sono, secondo lei, gli elementi essenziali di questo progetto?

Corrado Faletti: Un progetto politico serio deve essere fondato su una visione chiara del futuro del paese, con obiettivi che siano condivisi e che possano sopravvivere ai cambiamenti di governo. Questo significa costruire un consenso politico e sociale su alcuni punti fondamentali, come lo sviluppo economico sostenibile, l’istruzione, l’innovazione tecnologica, la giustizia sociale e la lotta alla corruzione. Inoltre, un progetto politico serio deve prevedere strumenti di monitoraggio e valutazione che garantiscano che le iniziative siano effettivamente realizzate e che producano i risultati attesi. In altre parole, non si tratta solo di enunciare buone intenzioni, ma di costruire una macchina amministrativa e politica che sia capace di attuare e mantenere gli impegni presi.

Betapress: Signor Faletti, abbiamo parlato a lungo della mancanza di un progetto politico a lungo termine in Italia, come descritto nel suo libro Italia Paese Interruptus. Vorremmo ora chiederle un parere su un caso recente che ha fatto molto discutere: il caso Sangiuliano. Come vede questa situazione alla luce delle tematiche affrontate nel suo libro?

Corrado Faletti: Il caso Sangiuliano, come molti altri eventi simili nel panorama politico e amministrativo italiano, è emblematico di una situazione che purtroppo continua a ripetersi. Non conosco tutti i dettagli del caso, ma in generale, episodi come questo riflettono la tendenza del nostro sistema a gestire le situazioni in modo reattivo, piuttosto che proattivo, con un focus spesso limitato sulla risoluzione immediata dei problemi, senza considerare le implicazioni a lungo termine.

Nel contesto del mio libro, vedo il caso Sangiuliano come un ulteriore esempio di come le istituzioni italiane fatichino a operare con coerenza e trasparenza, e di come manchi una visione di ampio respiro che sia in grado di prevenire e gestire efficacemente situazioni di crisi. Se il nostro paese avesse un progetto politico serio e condiviso, con strutture e meccanismi robusti per garantirne l’attuazione, casi come questo potrebbero essere affrontati con maggiore efficacia e tempestività, riducendo le ripercussioni negative sull’opinione pubblica e sulla fiducia nelle istituzioni.

L’episodio di Sangiuliano evidenzia la necessità di una leadership che non solo risolva le questioni immediate, ma che sappia anche costruire un sistema che eviti il ripetersi di tali situazioni, assicurando che le decisioni prese siano parte di una strategia più ampia e sostenibile per il futuro del paese. Senza questo tipo di visione e di impegno, continueremo a vivere in un “paese interruptus”, dove i problemi sono costantemente tamponati ma raramente risolti in modo definitivo.

Betapress: Signor Faletti, un aspetto che non viene trattato nel suo libro Italia Paese Interruptus è il tema delle donne nella politica italiana. Considerando l’importanza crescente di questo tema a livello globale, ci piacerebbe conoscere il suo punto di vista. Cosa ne pensa del ruolo delle donne nella politica italiana, e come vede la loro partecipazione nel contesto che descrive nel suo libro?

Corrado Faletti: È una domanda molto importante, e sono lieto che venga posta. Anche se Italia Paese Interruptus si concentra principalmente sulla mancanza di una visione politica a lungo termine e sulla frammentazione del sistema politico italiano, il tema della partecipazione delle donne in politica è certamente cruciale e meriterebbe un’attenzione approfondita.

Storicamente, le donne hanno avuto un ruolo marginale nella politica italiana, e anche se ci sono stati progressi significativi negli ultimi decenni, il cammino verso una piena parità è ancora lungo. La partecipazione delle donne in politica non è solo una questione di rappresentanza numerica, ma riguarda anche la qualità della partecipazione e l’effettiva influenza che possono esercitare nei processi decisionali.

Ritengo che l’inclusione delle donne nella politica sia fondamentale per superare molti dei limiti che ho evidenziato nel libro. La diversità di genere può portare nuove prospettive e sensibilità nei dibattiti politici, contribuendo a formulare politiche più inclusive e sostenibili. Inoltre, le donne spesso portano avanti un approccio alla politica che può essere più orientato al lungo termine e al bene comune, valori che, come sottolineo nel mio libro, sono essenziali per costruire un progetto politico serio e duraturo.

Purtroppo, in Italia, la politica è ancora spesso dominata da dinamiche maschili, e le donne devono affrontare ostacoli significativi per emergere e affermarsi. Questo è un aspetto che deve cambiare, e per farlo, è necessario un impegno collettivo, sia da parte delle istituzioni che della società civile. La promozione delle donne in politica non è solo una questione di giustizia sociale, ma anche di efficacia politica. Un paese che ignora il potenziale delle sue cittadine rischia di rimanere indietro e di continuare a ripetere gli stessi errori che ho descritto in Italia Paese Interruptus.

In sintesi, credo che un maggiore coinvolgimento delle donne nella politica italiana potrebbe essere una delle chiavi per superare l’impasse che il nostro paese sta vivendo. È una questione che dovremmo affrontare con decisione, e mi auguro che il futuro ci porti a vedere un panorama politico più equo e inclusivo.

Betapress: Signor Faletti, siamo curiosi di conoscere la sua opinione sull’attuale premier Giorgia Meloni. Come vede la sua leadership e le sue politiche nel contesto che ha descritto nel suo libro Italia Paese Interruptus?

Corrado Faletti: La leadership di Giorgia Meloni è sicuramente un fenomeno significativo nella politica italiana contemporanea. Meloni ha saputo costruire un percorso politico che l’ha portata a diventare la prima donna a ricoprire la carica di Presidente del Consiglio in Italia, un traguardo storico che di per sé merita riconoscimento. Il suo approccio politico è caratterizzato da una forte identità nazionalista e sovranista, con una particolare enfasi sui valori tradizionali e sulla sovranità nazionale.

Nel contesto di Italia Paese Interruptus, la leadership di Meloni solleva interessanti spunti di riflessione. Da un lato, la sua capacità di catalizzare un vasto consenso elettorale dimostra una notevole abilità politica e una capacità di intercettare il malcontento di una parte significativa della popolazione. Dall’altro, mi preoccupa la possibilità che le politiche di Meloni, incentrate spesso su risposte immediate e simboliche, possano rischiare di cadere nella stessa trappola che ho descritto nel mio libro: quella di un’Italia che continua a non avere un vero progetto politico a lungo termine.

Una delle sfide principali che vedo nella leadership di Meloni è quella di trasformare un consenso fondato su slogan e posizioni forti in un programma di governo che possa realmente affrontare i problemi strutturali del paese. Questo significa andare oltre le politiche di breve termine e sviluppare una visione che non solo risponda alle esigenze attuali, ma che costruisca anche le basi per un futuro stabile e prospero.

In questo senso, mi auguro che Meloni possa utilizzare la sua posizione per portare avanti riforme che non si limitino a risolvere problemi contingenti, ma che affrontino le radici profonde delle difficoltà italiane, come la corruzione, la burocrazia inefficiente e la disuguaglianza economica e sociale. Sarebbe un grande passo avanti se riuscisse a dimostrare che un progetto politico serio e duraturo è possibile anche nell’Italia di oggi.

In conclusione, la leadership di Giorgia Meloni rappresenta un momento di svolta nella storia politica italiana. Resta da vedere se saprà capitalizzare su questo momento per portare il paese verso una fase di maggiore stabilità e progettualità a lungo termine, o se il suo governo sarà un’altra occasione mancata in un paese che troppo spesso ha visto i propri sogni interrotti.

Betapress: Signor Faletti, un aspetto cruciale di ogni governo è la scelta dei ministri e dei collaboratori. Vorremmo sapere la sua opinione sulle scelte fatte dall’attuale premier Giorgia Meloni in questo ambito. Come valuta le sue decisioni in merito?

Corrado Faletti: La selezione dei ministri e dei principali collaboratori è una delle decisioni più delicate e strategiche che un capo di governo possa prendere. Queste scelte determinano non solo la qualità dell’azione di governo, ma anche la capacità di implementare efficacemente un’agenda politica.

Nel caso di Giorgia Meloni, le sue scelte riflettono in gran parte la sua visione politica e le priorità del suo governo. Ha optato per una squadra che, almeno in teoria, sembra allineata con le sue posizioni nazionaliste e sovraniste, e che intende portare avanti le promesse fatte durante la campagna elettorale. Questo è comprensibile e comune in politica: un leader di governo cerca di circondarsi di persone di fiducia che condividano la stessa visione.

Tuttavia, ci sono alcuni aspetti che mi sollevano dubbi. In primo luogo, ho notato che in alcune nomine sembra prevalere la fedeltà politica o l’appartenenza ideologica rispetto alla competenza tecnica. In un momento storico in cui l’Italia affronta sfide complesse e multidimensionali – dalla gestione dell’economia alla politica estera, passando per la sanità e l’istruzione – è fondamentale che i ministri e i collaboratori siano non solo politicamente allineati, ma anche altamente competenti e capaci di affrontare con competenza e visione le questioni cruciali che il paese deve affrontare.

Peraltro, ci sono risorse ampiamente competenti anche leggermente più in là del cerchio magico del premier, basta solo saper guardare un pochino oltre la propria zona di comfort, che tuttavia oggi sembra, viste le ultime appunto vicissitudini, sempre più necessario.

Un altro punto da considerare è la diversità del governo. Non parlo solo di diversità di genere, ma anche di diversità di background e di esperienze. Un governo efficace dovrebbe essere in grado di integrare diverse prospettive e competenze per formulare politiche che siano veramente inclusive e che possano rispondere alle esigenze di tutta la popolazione, non solo di una parte di essa.

In definitiva, credo che Meloni abbia cercato di formare un esecutivo che rifletta i suoi valori e le sue priorità. Tuttavia, sarà il tempo a dirci se le sue scelte, che peraltro stanno mostrando una buona dose di debolezza, si tradurranno in una capacità reale di governare in modo efficace e di affrontare le complessità dell’attuale contesto nazionale e internazionale. In caso contrario, potremmo trovarci di fronte a un’altra occasione mancata per costruire un progetto politico solido e duraturo, come ho sottolineato nel mio libro Italia Paese Interruptus.

Betapress: Concludendo, quale messaggio spera che i lettori traggano da Italia Paese Interruptus?

Corrado Faletti: Spero che i lettori comprendano l’importanza di richiedere e sostenere una politica che guardi al futuro con serietà e responsabilità. L’Italia ha enormi potenzialità, ma queste non possono essere realizzate senza una visione a lungo termine e un impegno costante per costruire un paese migliore. Il mio invito è a non accontentarsi di programmi politici che “lasciano il tempo che trovano”, ma a pretendere dai nostri leader un progetto politico che possa veramente portare avanti il paese, affrontando le sfide globali e garantendo prosperità e giustizia per tutti.

Betapress: Grazie mille, Signor Faletti, per il suo tempo e per le sue riflessioni. Siamo certi che il suo libro stia stimolando un dibattito necessario e importante per il futuro dell’Italia.

 

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NON C’E’ PIU’ RELIGIONE

Betapress: Buongiorno, Professor Corrado Faletti. È un piacere averla qui con noi. Il suo libro “Non c’è più religione” sta facendo discutere molto, soprattutto per la sua visione moderna dell’animismo universale. Potrebbe spiegarci come è nato l’interesse per questo concetto e perché crede che stia tornando così fortemente alla ribalta oggi?

 

Corrado Faletti: Grazie a voi per l’invito. Il mio interesse per l’animismo nasce dal riconoscimento di un bisogno sempre più evidente nella nostra società: quello di sentirsi connessi non solo con gli altri esseri umani, ma con tutto ciò che ci circonda. L’animismo, che tradizionalmente attribuisce un’anima o una forza vitale a tutti gli elementi della natura, dalle piante alle rocce, dagli animali agli elementi atmosferici, risponde a questo bisogno. In un’epoca caratterizzata da una crescente alienazione tecnologica, molti stanno riscoprendo questa visione come un modo per ricostruire un senso di appartenenza e di armonia con il mondo.

 

Betapress: Nel suo libro, lei ha ampliato il concetto di animismo, portandolo a un nuovo livello di consapevolezza e struttura. In che modo ha fatto questo?

 

Corrado Faletti: L’animismo tradizionale era spesso interpretato in chiave superstiziosa, come un residuo di credenze primitive. Nel mio lavoro, ho cercato di presentare l’animismo non come una semplice superstizione, ma come una filosofia di vita strutturata e consapevole. Ho proposto una rilettura moderna dell’animismo, dove l’idea di un’energia vitale che pervade l’universo è combinata con le attuali conoscenze scientifiche e filosofiche. Ho esplorato come questa energia possa essere vista come un elemento unificante che collega tutti gli esseri viventi e come questa visione possa portare a una maggiore consapevolezza ecologica e spirituale.

 

Betapress: È interessante che lei, da teologo con riconoscimenti internazionali, abbia dedicato un capitolo del suo libro ai simbolismi religiosi nei film di fantascienza. Può spiegarci come ha trattato questo argomento?

 

Corrado Faletti: Grazie ma Teologo forse è un po’ troppo, ci sono Teologi ben più accreditati.  Il cinema di fantascienza, con la sua capacità di esplorare mondi alternativi e realtà parallele, è spesso un terreno fertile per l’espressione di simbolismi religiosi e spirituali. Ho analizzato come questi film utilizzino simboli che possono essere ricondotti all’animismo e ad altre tradizioni religiose per raccontare storie di connessione, redenzione, e trasformazione. Per esempio, la rappresentazione della “Forza” in Star Wars può essere vista come un’evoluzione moderna dell’animismo, dove una forza universale interconnette tutti gli esseri viventi. Ho anche discusso come queste rappresentazioni influenzino la nostra comprensione del sacro e del divino in un contesto moderno.

 

Betapress: Il suo libro è molto complesso anche per quanto riguarda l’analisi delle principali religioni mondiali. Come ha affrontato questa sfida e quale ruolo gioca l’animismo nella comprensione globale della religiosità?

 

Corrado Faletti: Esplorare le principali religioni del mondo è stato un compito impegnativo ma essenziale per il messaggio del mio libro. Ho voluto dimostrare come l’animismo non sia soltanto una reliquia del passato, ma un concetto che può essere ritrovato, seppur in forme diverse, in molte tradizioni religiose. Ho analizzato come elementi animistici siano presenti nel Cristianesimo, nell’Islam, nel Buddismo, nell’Induismo e in altre religioni, spesso sotto forma di simboli, rituali e credenze che sottolineano l’interconnessione tra l’uomo e la natura. Questa analisi mi ha permesso di mostrare come l’animismo possa fungere da chiave di lettura per una comprensione più profonda della spiritualità globale, favorendo un dialogo interreligioso basato sulla condivisione di valori comuni.

 

Betapress: Nella prefazione del suo libro, Ettore Lembo ha fornito una chiave di lettura molto interessante dei parallelismi presenti nel suo lavoro. Quanto ha influito questa interpretazione sulla struttura del libro?

 

Corrado Faletti: La prefazione di Ettore Lembo è stata davvero preziosa. Lembo ha una capacità unica di cogliere le sfumature e i parallelismi tra temi apparentemente distanti, ma profondamente connessi. La sua collaborazione ha arricchito il mio lavoro, offrendo una prospettiva che ha permesso di vedere il libro sotto una luce diversa. Ha aiutato a dare una coerenza maggiore alla mia esplorazione dell’animismo moderno e della sua applicazione nel contesto contemporaneo.

 

Betapress: Come crede che il concetto di animismo strutturato, come lo ha presentato nel suo libro, possa influenzare il dialogo interreligioso e la spiritualità contemporanea?

 

Corrado Faletti: Credo che un approccio animistico strutturato possa offrire un terreno comune per il dialogo interreligioso, specialmente in un’epoca in cui molte persone si sentono disilluse dalle tradizionali istituzioni religiose. L’idea che tutto sia connesso a un’energia vitale universale può servire da ponte tra diverse tradizioni spirituali, favorendo una comprensione più inclusiva e meno dogmatica del divino. Questo potrebbe aiutare a costruire una spiritualità più olistica e sostenibile, che tenga conto non solo delle relazioni umane, ma anche di quelle con l’ambiente naturale.

 

Betapress: Grazie mille, Professor Faletti, per aver condiviso con noi le sue idee. Il suo libro è sicuramente un contributo prezioso al dibattito contemporaneo sulla religione e la spiritualità.

 

Corrado Faletti: Grazie a voi. È stato un piacere discutere di questi temi così importanti. Spero che il mio lavoro possa offrire nuove prospettive e ispirare un maggiore rispetto e amore per il mondo in cui viviamo.

 

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Smentita dell’ Ex Ministro della Difesa, Elisabetta Trenta, di quanto pubblicato su “La Repubblica”

Riceviamo e pubblichiamo questa Nota informativa che l’Ex Ministro della Difesa, Elisabetta Trenta, ha inviato ad EttoreLemboNews, blog che collabora con Betapress.it.

 

Poiché troppo spesso oggi si confonde l’informazione con la propaganda, ringraziamo l’ex Ministro Elisabetta Trenta per la considerazione e la fiducia.

Ettore Lembo

 

Gentile Direttore,

 

Non avendo dal 21 Agosto ad oggi ricevuto risposta nonostante la richiesta di immediata smentita a quanto pubblicato dal quotidiano “La Repubblica”, in un suo articolo a pagina 5, di Martedì 20 agosto 2024, dal titolo: “Il partito di Vannacci preoccupa Salvini. Pressing sul generale perché ci ripensi” a firma di Enrico Ferro ed Antonio Fraschilla, dove arbitrariamente viene indicata la mia possibile adesione ad un possibile partito del Generale Roberto Vannacci, Le chiedo di voler pubblicare per intero la mia nota che Smentisce categoricamente ogni presunta mia partecipazione all’ipotetico partito.

 

Questa la frase che mi vede coinvolta: “Matteo Salvini mette le mani avanti sul generale autore de Il mondo al contrario, che in realtà ha già pronto il partito, come raccontano i suoi, e potrebbe aderirvi anche l’ex ministra grillina Elisabetta Trenta.”

 

La frase che ipotizza la mia adesione non corrisponde a verità e smentisco categoricamente di aver lasciato intendere in tal senso.

 

L’articolo in questione riporta ancora che ad Udine, il 27 settembre prossimo, potrebbe tenersi il primo evento Nazionale del Movimento del Generale, evento che sembrerebbe “tutto incentrato sull’uranio impoverito e sulle conseguenze che ha avuto sui militari: non mancano i post di alcuni animatori del movimento contro il ministro Guido Crosetto e il presidente della Repubblica Sergio Mattarella sul tema uranio impoverito.” Per cui quando la stessa testata asserisce: “All’evento del 27 è attesa anche l’ex ministra grillina Elisabetta Trenta”, risulta corretto essendo persona informata, come ovvio che sia, essendo stata Ministro della Difesa.

 

E’ sconcertante come una testata giornalistica possa fare supposizioni assolutamente prive di fondamenta, per di più una testata come “la Repubblica” che ha una larghissima diffusione Nazionale.

Affermazioni che non trovano alcun riscontro, come asserito nella nota che ho immediatamente inviato alla redazione di “la Repubblica” e che vi metto in copia, in quanto la sua visione della politica del mondo e della società non corrisponde alla mia.

Mi chiedo invece perché non viene associato il mio nome alla “notizia” che sono rappresentante della raccolta firme proposta del Comitato Io voglio scegliere?

Raccolta firme di cui non si parla forse perché desidera restituire ad i cittadini la facoltà di scegliere democraticamente i propri rappresentanti parlamentari attraverso il libero voto?

Forse alcune testate giornalistiche preferiscono fare propaganda, magari costruendo “informazioni” non corrispondenti alla realtà?

 

Nel ringraziarLa per la Cortese attenzione

Roma 07/ Settembre 2024

Elisabetta Trenta