Se Donald si fosse chiamato Carolina, forse non avrebbe vinto …

L’Elezione di Trump e il Sottotesto della Cultura Americana: perché la Presidenza Femminile resta ancora un Miraggio

Sono particolarmente rimasto “stranito” quando è stata candidata Kamala Harris come successora di Joe Biden, perché sapevo benissimo che sarebbe successo questo, siamo in America ragazzi!!

La recente vittoria di Donald Trump alle elezioni presidenziali americane ha acceso una vivace discussione non solo riguardo le implicazioni politiche e sociali, ma anche in relazione a ciò che sembra rivelare della psicologia collettiva americana.

Sebbene gli Stati Uniti si presentino al mondo come paladini della democrazia e del progresso, è evidente che la mentalità americana conservi ancora radici profonde che ostacolano l’elezione di una donna alla massima carica politica.

Tra gli aspetti che emergono da questa vittoria vi è anche la percezione controversa di movimenti sociali come il #MeToo, interpretati da una parte della popolazione come espressioni di eccessivo moralismo.

L’American Dream e il Maschilismo latente si riflette tragicamente nell‘ideale americano dell’“American Dream”, che infatti si fonda su valori di libertà, ambizione, e sul diritto di ognuno a costruirsi il proprio futuro.

Tuttavia, questa visione è stata storicamente declinata al maschile: gli eroi della narrativa americana, dai pionieri ai politici, incarnano quasi sempre figure di uomini, e i valori che rappresentano la leadership e il successo, competizione, forza, autorità, sono percepiti come tipicamente maschili.

Questo archetipo ha generato una cultura profondamente radicata nella psiche collettiva americana, che vede ancora la leadership associata agli uomini, relegando le donne in politica a ruoli “atipici” o di secondo piano.

Anche il recente revisionismo in cui addirittura nei film si rifanno i ruoli mettendo una donna ove prima vi era un uomo, non hanno fatto altro che acuire questo senso di fastidio, anche perché come al solito si è esagerato.

Quando una donna ambisce alla presidenza, si scontra con pregiudizi latenti che mettono in dubbio la sua capacità di incarnare questo ideale di leadership. Si pensi al caso di Hillary Clinton, soggetta a un controllo e a una critica costanti su aspetti che in genere non avrebbero interessato un candidato uomo.

Anche altre figure influenti come Elizabeth Warren o Kamala Harris continuano a fronteggiare stereotipi di genere e barriere culturali che ne rallentano la carriera e ne minano l’immagine pubblica.

La Complessa Relazione tra Progresso e Conservatorismo negli Stati Uniti che, pur celebrando la propria posizione di “avanguardia” nel campo dei diritti e della libertà, presenta ancora forti componenti conservatrici, specialmente per quanto riguarda il ruolo della donna in politica.

La “famiglia tradizionale” americana, fortemente idealizzata, rappresenta un ordine sociale patriarcale che fatica ad accettare l’idea di una donna alla guida del Paese.

Sebbene molte altre democrazie occidentali abbiano già visto donne al vertice, come il Regno Unito con Margaret Thatcher o la Germania con Angela Merkel (anche l’Italia ora con Giorgia Meloni), gli Stati Uniti sembrano esitare nel fare questo passo, rivelando così una certa ambiguità tra la loro retorica progressista e una realtà culturale più conservatrice.

Questa tensione è accentuata da movimenti sociali recenti come il #MeToo, che ha contribuito a portare alla luce numerosi casi di molestie e abusi sessuali. Tuttavia, in un contesto culturale complesso come quello americano, questo movimento è stato percepito da una parte della popolazione come “eccessivo,” quasi una caccia alle streghe moderna in cui ogni accusa veniva accolta senza prove concrete.

Alcuni hanno visto in questa mobilitazione un pericolo per i “valori americani tradizionali,” temendo che si perdesse la presunzione di innocenza per l’accusato e che venissero minacciate le libertà individuali degli uomini, innescando una forte polarizzazione sociale.

In un contesto elettorale, questo malcontento si è riflesso anche nella figura di Trump, percepito come una risposta a una società che, agli occhi di alcuni, stava divenendo eccessivamente moralista. La vittoria di Trump ha, in un certo senso, rappresentato un ritorno a un modello di “maschio alfa,” un leader conservatore che ha attirato il sostegno di coloro che sentivano il #MeToo come una minaccia all’ordine sociale stabilito e alla propria identità culturale.

L’Impatto della Cultura e dei Media sulla Leadership Femminile è un passo da non sottovalutare; pur dichiarandosi all’avanguardia per i concetti di uguaglianza, il ruolo dei media, che negli Stati Uniti rivestono un’influenza determinante nell’immagine pubblica dei candidati politici, è sempre ambiguo nel presentare le candidate femminili, soprattutto quando puntano a posizioni elevate, che sono spesso giudicate su aspetti superficiali, dall’abbigliamento al tono di voce, che per gli uomini raramente rappresentano ostacoli.

Questo scrutinio continuo contribuisce a mantenere viva l’idea che le donne siano soggette a standard diversi, un pregiudizio che rallenta e ostacola il cammino verso una presidenza femminile.

Inoltre, la retorica politica americana è spesso intrisa di concetti di forza e dominio che sono associati alla mascolinità.

Questo immaginario si traduce in un quadro di leadership difficilmente riconciliabile con le qualità che, stereotipicamente, vengono attribuite a una leadership femminile. Di conseguenza, nonostante gli Stati Uniti vantino il primato della libertà e della parità, questa resistenza culturale persiste, trattenendo la nazione dall’eleggere una donna alla presidenza.

Cosa Serve per una Presidenza Femminile?

L’elezione di una donna alla presidenza richiederebbe una trasformazione profonda della cultura americana.

Un tale cambiamento implicherebbe una ridefinizione dell’ideale di leadership, abbracciando valori che vadano oltre la forza e la competitività per includere qualità come empatia, cooperazione e ascolto, qualità che, secondo numerosi studi, caratterizzano spesso la leadership femminile.

Inoltre, sarebbe essenziale ripensare il ruolo dei media e il modo in cui questi rappresentano le candidate politiche. Solo attraverso una revisione del linguaggio e degli stereotipi di genere sarà possibile garantire che merito e competenze siano i reali criteri di valutazione, indipendentemente dal genere.

In sintesi, la vittoria di Trump è un promemoria di quanto la cultura americana sia ancora impregnata di un maschilismo latente che trova espressione anche nella percezione dei movimenti per i diritti delle donne.

Questo atteggiamento rappresenta una delle tante sfide che il Paese dovrà affrontare se vuole davvero incarnare un progresso che includa tutte le componenti della sua società. Finché non verrà superato questo blocco culturale, la presidenza femminile resterà un obiettivo lontano, relegato al regno delle possibilità teoriche ma non ancora pienamente accettato dalla mentalità americana.

 

 

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Vince Trump…

AMERICA FIRST!

La pancia dell’America ha votato ‘nuovamente’ per ritrovare equilibrio, stabilità e progresso interni.
Il subentrante Presidente TRUMP, e il suo Partito, come tutta l’America, sono ora realisticamente davanti a un Mondo in subbuglio, complessivamente criminogeno, persino in macerie, dove la violenza è ben visibile e tangibile.
Per almeno una settimana, credo sia meglio guardare in TV dei cartoni animati o le prime pellicole di segno natalizio, piuttosto che i ‘soliti’ volti che – o in gramaglie o iniziando le usuali capriole loro congeniali – si arrampicheranno digli specchi per offrire interpretazioni, chiavi di lettura, ipotesi operative.

AMERICA GREAT AGAIN!
Stabilizzata e stabile, se vuole offrire un reale contributo di PACE al Mondo, pur restando all’erta.

 




INSEGNARE, TRA PASSIONE E IMPEGNO

Orizzonte Scuola –> “””Insegnare oggi: più difficile o più esigente? I commenti: ‘Non siamo psicologi, né assistenti sociali. Nessun progetto educativo funziona bene con più di 25 studenti’ “””
Quindi: sulla base di questo tipo di ragionamenti, le classi che negli anni ’50, ’60 e parte dei ’70, avrebbero sfornato ‘ignoranti’, sarebbero state ‘ingestibili’ e non sarebbe stato possibile attuare nessun ‘progetto educativo’.
Ma che strano!
Proprio strano…
…Eppure, da quelle scuole, da quelle classi con 40 e più allievi, grazie a quegli insegnanti (che SAPEVANO INSEGNARE), sono uscite schiere di alunni preparati, pronti ad affrontare la vita, assumersi responsabilità, metter su famiglia, vivere in situazioni ambientali favorevoli, diventare ancora più preparati a livello universitario, approdare a carichi e incarichi prestigiosi.
Senza voti ‘politici’, ‘okkupazione’ (e devastazione…) di aule, e tanto rispetto per gli insegnanti
Nessuno dei quali, a causa di queste aule tanto affollate, si è – per così direi – suicidato o è andato in manicomio.
Gli insegnanti devono insegnare, il che – così come era – è passione e missione: nessuno chiede loro di essere ‘psicologi’ o ‘assistenti sociali’. Ma si chiede solo comprensione e disponibilità nel compenetrarsi alle esigenze di alunni certamente non ‘fatti con lo stampino’, sempre trattati con umana disponibilità .
Quella preparazione, quella comprensione, quella percezione, che consentivano agli insegnanti – ricorrendone – di offrire consigli ai genitori (in ansia per la crescita culturale dei figli, nella consapevolezza che in gioco c’era il loro futuro, che si sperava essere meno gravosi di quello dei genitori), anche sollecitando la loro attenzione se le percezioni erano preoccupanti o sfavorevoli.
Si è voluta abolire la sollecitazione della memoria, abolendo il c.d. ‘nozionismo’.
Si sono voluti ritoccare e modificare di continuo i programmi: così che ciò che oggi viene insegnato (alcuni dicono ‘somministrato’) non è neanche lontanamente paragonabile a ‘prima’.
Abbiamo così soggetti cui non è stato insegnato un metodo di scrittura (dal come tenere una penna in mano, alla grafia da adottare).
Soggetti ai quali non viene spiegato che la scrittura, assolutamente manuale, serve a elaborare e trasmettere pensieri, riflessioni e sentimenti, dal cervello a un foglio di carta, bell’e pronto a riceverli e trasmetterli.
La Storia che oggi viene insegnata, e relativi programmi, salta a piè pari eliche, uomini, fatti
La Geografia, sta uscendo di scena.
Resiste, ma solo in parte, la Matematica.
E via così.
Chi scrive, che nonostante gli anni e le basette bianche, non è un nostalgico legato a ciò che fu, ma continua a guardare avanti a sé, grazie a quella ‘curiosita’ ‘ che ancora oggi – come gli fu insegnato – è la molla che spinge la volontà di apprendere, di conoscere, di confrontarsi, di misurarsi.
Che gli insegnanti si interroghino, quindi.
Che tornino a spiegare in modo compiuto la sostanza delle materie.
Che stimolino l’attenzione degli alunni insegnando loro anche ‘come’ si studia, come si impara, come si può sollecitare l’interesse e la memoria
Non facendo scorrere le immagini sullo schermo di un PC o di uno smartphone: non è idoneo a memorizzare alcunché.
Certamente, l’insegnante ‘insegna’, ma dovrebbe anche imparare a non smettere di confrontarsi con sé stesso, per meglio comprendere l’adeguatezza e la qualità del suo lavoro.
Concludo con un EVVIVA! a quegli insegnanti che con passione, competenza e – perché no?! – sacrificio adempiono alla delicatezza del loro ruolo.




USA chiama EU, EU obbedisce.

L’Europa prende Ordini dagli USA: “Costretti a seguire ordini NATO, USA e NCTV. COVID era operazione militare, ed è ancora in corso”.

 

Apprendiamo delle gravissime dichiarazioni fatte al Parlamento Europeo negli ultimi giorni di ottobre, dal nuovo ministro della Sanità dei Paesi Bassi, Marie Fleur Agema, che proviene dal partito PVV di Wilder, attraverso un video e riportate da pochissimi quotidiani Italiani “liberi”.

Il Ministro, ha dichiarato apertamente di non poter mantenere le sue promesse elettorali perché il suo ministero è subordinato, alla NATO, all’NCTV (Coordinatore nazionale per l’antiterrorismo e la sicurezza) e agli Usa. Sostiene che le politiche sanitarie, incluso il trattamento della pandemia di COVID-19, sono state influenzate da questi organismi come parte di un’operazione militare, distaccandosi dalla tradizionale assistenza sanitaria.

Secondo alcune fonti, ci sarebbero anche stati dei segnali, ad esempio l’Austria aveva nominato un generale che aveva definito il virus come “nemico”. Anche in Germania, tramite l’RKI, comandava un generale della NATO. All’improvviso inoltre l’assistenza sanitaria è stata militarizzata, come ricorda il Ministro della Sanità.

Agema ha apertamente detto che il COVID e l’attuale “preparazione alla pandemia” sarebbero un’operazione militare che non ha nulla a che fare con l’assistenza sanitaria nel senso tradizionale. La “politica COVID è figlia di NCTV e NATO”.

Alla luce di queste dichiarazioni, secondo le fonti di cui vi indichiamo i link, il medico Olandese fortemente critico sulla gestione COVID, Els van Veen, ha voluto esprimere la Sua opinione.

“Adesso capisco davvero tutto” dice il Medico, “Da qui la censura dei critici e soprattutto dei medici critici. Da qui la visita della polizia a casa mia a Dalfsen nel 2021, presumibilmente a causa di un tweet sulle iniezioni della sera prima. Da qui lettere e un’indagine dell’autorità di regolamentazione basata su segnalazioni anonime e infondate secondo cui stavo diffondendo disinformazione.

La NCTV governa questo paese, ma preferisce farlo ad occhi chiusi. Perché non dovremmo volere democrazia e trasparenza se il governo e la NCTV descrivono i cittadini ignari come una minaccia per lo Stato. Per gli ignari medici di famiglia come me, questa è stata un’esperienza bizzarra e ovviamente non esattamente degna di fiducia. Ma preferirei sapere piuttosto che non sapere, e ora capisco da quale prospettiva sono stato attaccato negli ultimi anni“.

Continuando, “Non si può più parlare veramente di democrazia quando un ministro ammette apertamente di servire i non eletti NCTV e la NATO e di non sentirsi responsabile nei confronti della Camera dei Comuni, per non parlare dei cittadini olandesi. Mi sento estremamente insicuro che un gruppo di persone dell’NCTV, pagate con i soldi dei contribuenti, possano dare l’ordine di agire contro i medici di base come me e garantire che possiamo perdere i nostri mezzi di sussistenza.”

Le affermazioni del Ministro Olandese e le riflessioni personali del Medico Els van Veen, riportandoci a ciò che è avvenuto in Italia, ci lasciano dubbiosi e curiosi di conoscere se anche il Nostro ministro della Salute, Roberto Speranza, ed il presidente del Consiglio, prima Conte, poi Draghi, sono stati coinvolti a sottostare a un diktat imposto, che giungeva da lontano rispetto gli Italiani ignari.

Se così fosse, perché i nostri ministri non hanno denunciato apertamente agli Italiani, piuttosto che agire come ben conosciamo, tacendo?

Chissà se la nomina del Generale Francesco Paolo Figliuolo, che dal 26 dicembre 2021 è ai vertici del Comando operativo di interforze dello Stato maggiore della difesa e dal 1 Marzo 2021 al 31 Marzo 2022 è stato Commissario Straordinario per l’attuazione ed il coordinamento delle misure occorrenti per il contenimento e contrasto dell’emergenza epidemiologica COVID-19, non rientri proprio in quei piani militari cui il Ministro Olandese fa riferimento.

Il dubbio circa l’utilizzo di un generale militare, nasce spontaneo.

Diventa così assai condivisibile, ciò che dice Els van Veen quando asserisce: “Ciò che è accaduto negli ultimi anni non corrisponde all’immagine che ho di uno Stato costituzionale.”

Questo, vale anche per l’Italia e l’Europa?

Cosa si nasconde sotto questa storia? Perché i grandi Media Italiani, tacciono ignorando certe evidenze come sembra essere questa?

Abbiamo atteso diversi giorni prima di riprendere l’argomento, auspicando che queste affermazioni potessero essere documentatamente smentite.

Il silenzio che invece è caduto su questo argomento, ci preoccupa non poco.

L’Italia, è ancora uno Stato libero e democratico?

Quali responsabilità hanno i vari Presidenti del Consiglio ed i ministri di non avere informato i Loro elettori?

Perché non è intervenuto chi ha il diritto/dovere di difendere la sovranità dello Stato Italiano?

Quali mezzi ha il cittadino Italiano ed Europeo per difendersi e tutelarsi da eventuali “dittature” se la democrazia viene calpestata, cancellata ed ignorata, dagli stessi organi di governo che dovrebbero tutelarla?

E’ forse per nascondere questo e forse chissà che altro, che molti dei “Governi” Europei sono interessati ad uno dei due candidati, La Democratica Kamala Harris, per le prossime ed imminenti elezioni per il Presidente degli USA, in piena continuità con il Presidente uscente?

Sembra infatti che l’altro candidato, Donald Trump, abbia da tempo dichiarato di voler fare chiarezza sui fatti inerenti al “Covid” e non solo.

Quale ruolo stanno esercitando i media, dal momento che ignorano notizie che mettono in discussione il vivere democratico delle Nostre Nazioni?

Forse, come già ipotizzato siamo già in una “dittatura Democratica”?

Troppi gli spunti di riflessione che il Ministro della Salute Olandese, ci pone con le sue affermazioni…

Ettore Lembo

 

 Il Ministro della Salute olandese ammette sottomissione a NATO e NCTV: “Covid è un’Operazione Militare”

 

https://www.ilgiornaleditalia.it/video/esteri/656403/olanda-ministro-sanita-agema-ordini-nato-usa-nctv-covid-operazione-militare-video.html

 

https://comedonchisciotte.org/olanda-ministro-della-sanita-confessa-dobbiamo-seguire-ordini-nato-usa-e-nctv-covid-e-operazione-militare-video/

 

https://www.informazione.it/a/89D64019-1211-4ACD-A5C8-71CDABF746F8/Olanda-ministro-della-Sanita-Agema-confessa-Costretti-a-seguire-ordini-NATO-USA-e-NCTV-Covid-era-operazione-militare-ed-e-ancora-in-corso-VIDEO




ZTL a chi?

Roma ZTL: Sei Italiano? Non puoi permetterti la vettura elettrica? Paga il bollo auto ma cammina a piedi. Così nasce la dittatura democratica che discrimina chi lavora?

 

E’ appena arrivata l’Ordinanza del Sindaco di Roma, Gualtieri N° 122 del 30 ottobre 2024, Prot. NA/24/0023032 del 30/10/24 registrata al Segretariato Generale il 30 Ott. 2024 N 29594 che ha per oggetto:

Adozione delle misure per il miglioramento della qualità dell’aria: provvedimenti di limitazione della circolazione per i veicoli più inquinanti nell’area coincidente con la ZTL “Fascia Verde”, dal 1Novembre 2024 al 31 Ottobre 2025.

Un’ordinanza che discrimina dal primo di novembre 2024, i lavoratori, quelli delle fasce basse e tutti i possessori di vetture, fino ad Euro 2 incluso con motore benzina, GPL e metano e vetture fino ad Euro3 inclusi alimentati a Gasolio, Dual-Fuel e Mixed Fuel, oltre i ciclomotori e motoveicoli Euro1.

In pratica tutti coloro i quali non possono permettersi quelle vetture elettriche di nuova ideologica concezione e che hanno costi esorbitanti.

Una ordinanza voluta e caldeggiata da quel Sindaco, che come in tanti comuni, Milano compreso, vedono gli automobilisti con particolare attenzione quelli meno abbienti, da penalizzare e discriminare il più possibile tra ZTL Ideologiche, Autovelox Bancomat, strisce blu e divieti di sosta indiscriminati.

Automobilisti che, pur avendo pagato regolarmente il bollo, ieri tassa di circolazione, oggi tassa di possesso, non potendosi permettere il lusso di acquistare una vettura recente o elettrica, saranno costretti a camminare a piedi se dovranno recarsi a Roma.

Sembra in oltre non essere servita a nulla la dimostrazione di totale contrarietà della popolazione Romana verso questo provvedimento.

Cittadini non solo inascoltati, ma che addirittura si sono prodigati, con grandissimo successo, ad una raccolta di firme per cancellare ciò che la giunta del Sindaco Gualtieri, per il comune di Roma, ha previsto di imporre e che dal 1Novembre 2024 è entrato in vigore.

Ordinanza che sembra essere fortemente ideologica e pone seri dubbi sulla legittimità di un provvedimento così lungo che può essere considerato definitivo causando forti e seri disagi di mobilità a quella parte di cittadinanza che non può o von vuole sostituire a proprie spese costose autovetture.

 

Non si tratta infatti di qualche giorno di stop per smaltire l’eventuale eccesso di particelle inquinanti come di solito avviene e come oramai ci ha abituato l’utilizzo delle domeniche vietate alla circolazione in nome di una assai discussa ideologia ecologica, bensì di un intero anno, facilmente prorogabile di anno in anno…

Non entriamo nel merito, avendo conoscenza di numerosi ricorsi amministrativi promossi a vario titolo contro questa ordinanza, da diversi cittadini ed associazioni di essi, viene legittimo chiedersi, in caso venga riconosciuta la illiceità del provvedimento, chi risarcirà i cittadini del gravissimo danno economico e morale che preclude la limitazione della libertà di circolazione?

Chi pagherà l’elevato numero di telecamere, con tutti gli impianti di supporto a garantirne il funzionamento, posizionate per controllare l’accesso delle vetture non autorizzate, nel caso in cui il provvedimento dovesse essere considerato nullo?

Una ordinanza avallata dalla Regione, che timidamente e senza enfasi, si è limitata a postergarne parzialmente l’entrata in vigore del veto, rimandando di un anno agli autoveicoli euro 4.

Eppure, tanto chiasso è stato fatto, da parte delle forze di opposizione del Comune di Roma che hanno levato gli scudi contro la totalità del provvedimento di Gualtieri & C. con manifestazioni urlate in piazza ma taciute dai media, e raccolta firme che sembra abbiano superato le 100.000 unità, ma che a conclusione hanno avuto come risultato, il “partorire il topolino”…

Perplessità per la funzione della Regione Lazio, avendo un governo di segno opposto a quello comunale, avrebbe potuto ascoltare la voce dei cittadini e di quella opposizione comunale a Lei vicina, ma che invece si è limitata ad un “ridicolo ed inconsistente “contentino momentaneo”.

Un Governo Nazionale, che forse sarebbe dovuto intervenire a tutela del volere dei cittadini e fermare questa ideologica imposizione, “GREEN” discriminante. Invece inspiegabilmente tace, nonostante la comunità scientifica ed industriale sta rimettendo in discussione in Europa e nel mondo, proprio quella ideologia “GREEN”… che non trova riscontro ne sulle emissioni inquinanti ne su eventuali risparmi, ma che sta mettendo in crisi l’economia mondiale.

Per di più, quasi a contraddire il volere dei cittadini, promuove la costituzione di parcheggi riservati alle vetture elettriche, privando posti preziosi, già decisamente insufficienti anche grazie a scelte che lasciano spazio alle più disparate supposizioni, per le vetture tradizionali.

 

 

Costringere i cittadini Romani a cambiare le proprie vetture con quelle Elettriche, magari poi rese inutilizzabili per mancanza di eventuali ricambi o non più prodotte, secondo le recenti “notizie”, sembra essere diventata la prerogativa di tanti Sindaci di Comuni Italiani, con in testa, Milano e Roma, che in barba alla democrazia, impongono i loro voleri, frutto di una sparuta minoranza.

Forse è nata la “Dittatura Democratica” che sostituisce la Democrazia Rappresentativa?

Proprio quella democrazia rappresentativa di cui Giorgio Gaber parla nella sua parodia di cui egli stesso diffidava?

Alleghiamo la copia dell’ordinanza del Sindaco, evidenziando che pochissimi media ne hanno dato risalto, come oramai accade…

Ettore Lembo

 

Ordinanza