Modigliani in mostra a Parigi

Importante mostra a Parigi su Modigliani presso il Museo de l’Orangerie

La mostra percorre il rapporto tra Amedeo Modigliani e il mercante d’arte Paul Guillaume, il suo maggiore sponsor.

Il percorso espositivo riunisce diverse opere emblematiche volte ad evidenziare il ruolo importante del mercante d’arte Paul Guillaume nella diffusione dell’opera di Modigliani sul mercato dell’arte negli anni ’20, sia in Francia che negli Stati Uniti.

Modigliani e Guillaume

È attraverso lo speciale rapporto con il giovane gallerista, divenuto suo mercante durante la Grande Guerra, che la mostra affronta il genio di Modigliani.

Sono più di cento le tele famose che sono passate per le mani di Guillaume oltre ad una cinquantina di disegni e una dozzina di sculture.

Questo numero indica sia il coinvolgimento del commerciante nella promozione dell’artista sia il suo gusto personale nella scelta delle sue opere.

Modigliani a Parigi

Amedeo Modigliani, detto Modì, (Livorno, Italia, 1884 – Parigi, Francia, 1920), pittore italiano di origine ebraica, arrivò a Parigi nel 1906.

Dopo un periodo dedicato alla scultura tra il 1909 e il 1914, tornò alla pittura e si dedicò principalmente alla rappresentazione della figura umana.

Il gallerista e collezionista Paul Guillaume scoprì Amedeo Modigliani ne l1914 attraverso il poeta Max Jacob.

Egli divenne suo mercante l’anno seguente.

Fu uno dei primi sostenitori dell’artista.

Il mercante affittò per lui un atelier in rue Ravignan à Paris.

L’atelier è rimasto famoso per gli scatti fotografici in cui i due uomini posano accanto alle opere dell’artista appese al muro.

I ritratti di Guillaume alla mostra

In una delle prime stanze della esposizione sono riuniti tre ritratti ad olio di Paul Guillaume e due disegni.

Vi sono inoltre esposte fotografie che mostrano l’appartamento – galleria di Paul Guillaume in avenue de Villiers nonchè l’atelier de la rue Ravignan.

Modigliani ha immortalato il suo gallerista in una serie di ritratti dipinti e disegni.

Guillaume dal canto suo, condivide con Modì la passione artistica e letteraria.

Ritratto di Paul Guillaume 1916 A. Modigliani

Il Museo de l’Orangerie e Modigliani

Amedeo Modigliani è uno degli artisti più amati delle collezioni dell’Orangerie.

Il museo conserva cinque delle sue opere.

Oltre ai dipinti conservati al Museo dell’Orangerie, il corpus di opere che passarono per le mani di Paul Guillaume comprende un centinaio di tele, una cinquantina di disegni e una decina di sculture.

I lavori esposti in mostra evidenziano il coinvolgimento del gallerista nella promozione dell’artista.
Grande era l’apprezzamento di Paul Guillaume per le opere di Modigliani.

Molte arredavano i suoi numerosi appartamenti.

In mostra vengono esposti alcuni modelli in scala delle sale dei suoi appartamenti con la collezione dei quadri.

Spiccano nella esposizione i ritratti degli intellettuali che animavano la Ville Lumière dell’epoca, come il poeta Max Jacob, André Rouveyre, Jean Cocteau, Moise Kisling.

Le figure femminili di Modigliani

Colpisce anche una serie di ritratti di donne che hanno condiviso la vita con il pittore.
Tra queste la scrittrice Béatrice Hastings e la giovane pittrice Jeanne Hébuterne.
Quest’ultima fu la sua ultima compagna nonché madre della sua unica figlia. Lei lo seguirà, suicida, il giorno dopo la sua morte.

Lo scopo della mostra

La mostra curata da Cécile Girardeau e Simonetta Fraquelli segue le tracce della relazione tra Modigliani e il suo gallerista Guillaume attraverso una scelta di opere emblematiche.
Vengono esplorati i legami del pittore e del suo mercante nel contesto artistico e letterario parigino nei primi anni del Novecento.
Ed anche il ruolo di Paul Guillaume nella diffusione delle opere di Modigliani sul mercato dell’arte sia in Francia sia negli Stati Uniti.

Gli occhi senza pupille

Dipingere gli occhi senza pupille è una scelta stilistica estremamente simbolica.

Sull’onda del detto per cui gli occhi sono lo specchio dell’anima Modigliani decide di rappresentare i suoi soggetti come privi di pupille.

Come nel dipinto “Donna con nastro di velluto” o “La bella farmacista”, entrambi esposti in mostra.

Donna con nastro di velluto-1915, A.-Modigliani

Non potendo conoscere l’anima degli uomini e delle donne che ritraeva l’artista lascia gli occhi vuoti.

Gli occhi sono lo specchio dell’anima ed è difficile guardare nell’anima delle persone.

Solo di una donna dipinse le pupille, quella della sua amata Jeanne Hébuterne, perchè la sua anima l’aveva conosciuta.

La bella farmacista, A. Modigliani, 1918.

Volti stilizzati e colli affusolati

I ritratti femminili sono caratterizzati da volti stilizzati, colli affusolati e sguardi spesso assenti.

Esposto in mostra Lola di Valencia, il cui volto stilizzato di profilo ricorda le statue africane.

Lola di Valencia, A. Modigliani, 1915

 

Colpisce inoltre il collo affusolato di “Madame de Pompadour”

Madame Pompadour, A. Modigliani, 1915

E affascina anche  il collo affusolato della ragazza col corpetto a righe.

Ragazza con corpetto a righe 1917 A.. Modigliani

La mostra ben evidenzia lo stile di Modigliani, il disegno schematico che richiama linee geometriche e forme arcaiche, animato da colori decisi e intensi, talora brillanti e talora cupi.

Decisamente si tratta di una esposizione ben riuscita in grado di evidenziare i tratti salienti dello stile personalissimo di Modì e di offrire uno spaccato di quel vivace e prolifico periodo parigino della prima parte del 1900.

Dopo la sua fine prematura Guillaume continuò a promuovere e a diffondere le opere di Modigliani in Francia ed oltre l’Atlantico, fino alla sua morte avvenuta nel 1934.

 




Foibe, oltre la retorica

 

 

CONVEGNO IN OCCASIONE DELLA CELEBRAZIONE DELLA SOLENNITA’ CIVILE DEL GIORNO DEL RICORDO IN MEMORIA DELLE VITTIME DELLE FOIBE, DELL‘ESODO GIULIANO-DALMATA, DELLE VICENDE DEL CONFINE ORIENTALE.

Oggi, nei locali del MCP-Museo Città di Pomezia | Laboratorio del Novecento, si terrà un importante e solenne Convegno dall’eloquente titolo 10 FEBBRAIO OLTRE LA RETORICA.

Molti e qualificati gli intervenuti che si avvicenderanno nell’esporre ricordi e pensieri: nel segno del RICORDO e non certo dell’ACREDINE, o dell’ASTIO, o dell’ODIO, fini a se stessi.

Certamente, aleggia ancora con energia il desiderio di vedere riconosciuta una GIUSTIZIA piena, solenne e scevra di quei capziosi distinguo che ancora suonano da comodo alibi per coloro che – in quei periodi  tragici – si distinsero per crudeltà ed efferatezza. 

Il dramma fu atroce e crudele, separando intere famiglie, uccidendo, violando cose e persone, violentando, gettando nelle cavità carsiche persone ancora vive o agonizzanti… Uno scempio umano praticato in nome di non si sa bene quale beluina ideologia: becera, malata e sanguinaria.

Crudeltà, assistite dalla violenza dei conflitti, che ci auguravamo di non dover mai più vedere, posto che si riteneva che gli insegnamenti – ancorchè tragici – della Storia, ma che invece si ripropongono con cruda violenza: incuranti del sangue che spargono, delle vite che spengono, della miseria che spandono, dei lutti che diffondono…

…incuranti del suono del pianto che accomuna le vittime e i loro cari… un suono che è sempre lo stesso, a tutte le latitudini.

‘Mai più guerra’, dicono i popoli, ‘mai più violenza’ sostengono compunti i politici e chi ci amministra … gli stessi che, con motivazioni spesso risibili e pretestuose, sono coloro che le guerre le dichiarano e le gestiscono, mandando i popoli al macello!

Vi prego… rendete onore alla Memoria di questi nostri morti, non diversi da altri morti, da altri Esseri Umani tragicamente immolati: foibe, camere a gas, campi di concentramento, lanci di bombe, scariche di armi automatiche… a mutare sono solo luoghi e particolari delle uccisioni e delle efferatezze che possono averli contraddistinti …

… ma i Morti sono Morti … non diamo loro colore, targhette distintive… nomi diversi con il profumo pungente delle vernici fresche del ricordo rinnovato per l’occasione… 

I Morti devono essere un perenne monito!

I Morti dobbiamo onorarli sempre, anche perché non ne esistono di ‘serie A’ o ‘B’ o ‘C’: specie se a ucciderli è stato l’odio etnico, sociale, politico o religioso ! 

Perché solo onorandoli, sottolineiamo l’importanza della Memoria, del Ricordo – che non può certo durare la sola solennità di un paio di giorni! – : e solo sottolineando e vivendo consapevolmente tutto ciò, potremo evitare nuove stragi, nuove uccisioni, nuovi morti, nuove tragedie …

Eleviamo oggi il nostro memore pensiero a tutti questi nostri Fratelli immolati tragicamente sull’altare dell’odio etnico e politico, e ci stringiamo al perenne dolore delle loro Famiglie e dei Sopravvissuti tutti.  

Abbiamo personalmente delegato il Dott. Antonio Ballarin  –  Presidente Emerito di FederEsuli – di farsi portavoce presso gli intervenuti di questi nostri sentimenti, personali quanto condivisi da quanti amano la Libertà e quell’Amore Fraterno che è il vero cemento che unisce le Persone, i Popoli.

 




Intervista a Putin, ma qualcuno ascolta quello che dice?

da la notizia.net un articolo che riteniamo importantissimo da leggere per capire le attuali situazioni.

Buona lettura

 

Tucker Carlson intervista Putin, Trump ha un avversario con cui costruire la pace

Tucker Carlson

Tucker Carlson intervista Putin, Trump ha un avversario con cui costruire la pace – Il 9 novembre 1905 il Presidente degli Stati Uniti Theodore Roosevelt visitò Panama per porre una “ prima pietra” nel costruendo famoso canale, era la prima volta che un presidente americano in carica usciva dai confini della sua nazione.

Quel giorno prendeva forma la “commercial diplomacy”, quella che ebbe un momento altissimo con il famoso Piano Marshall in europa.

In data 9 febbraio 2024, anche questa è una prima volta, l’intervista rilasciata dal Presidente della Federazione Russa Vladimir Putin al giornalista statunitense Tucker Carlson è andata in onda.

Una intervista che farà storia per i contenuti, per i messaggi.

Molti di questi assai ostici per la grande messe di sostenitori della guerra alla Russia, ovviamente in terra di Ucraina, ad ogni costo.

Quella che potremmo chiamare “Journalist Diplomacy” non nasce con questa intervista, come dimenticare il ruolo di quel immenso giornalista che fu Igor Man nei rapporti fra l’Italia e la Libia di Gheddafi o il ruolo di quella altrettanta immensa donna e giornalista che fu Oriana Fallaci nelle relazioni italiane con il leader libanese Walid Jumblad?

Certamente, però, l’intervista di Carlson al leader russo ha permesso ai cittadini occidentali di farsi una opinione non mediata su quanto stia avvenendo sullo scenario ucraino e, più in generale, europeo.

Immediatamente gran parte della “libera stampa” italiana ha ritenuto di svilire l’intervista sottolineando come il loro collega statunitense sia un “filo trumpiano”. 

Sono gli stessi giornalisti che se additati come “di destra” o “di sinistra” replicano piccati “io sono un giornalista, faccio domande, non ho nessuna tessera di partito”.

In realtà, nella nostra Italia, sentiamo dagli stessi molto più delle opinioni che delle domande, al contrario da Carlson abbiamo potuto sentire solo domande.

Domande che hanno permesso a noi occidentali di sentire il punto di vista del cosiddetto “nemico”.

“Propaganda”, così sono state immediatamente tacciate le parole del leader russo, mentre quelle degli altri sono “parole pure”.

In guerra non ci sono “verità”, ci sono esclusivamente “punti di vista”.

Cosa ha risposto il Presidente Putin in questa che, piaccia o no, è una storica intervista?

Il primo, ed assai sgradevole per il nostro benessere, messaggio lanciato da Putin è che già diciotto mesi fa era stata raggiunta la pace fra la Federazione Russa e l’Ucraina davanti al leader turco Erdogan ma un intervento a gamba tesa dell’allora Premier britannico Boris Johnson su Zelensky ha fermato tutto.

I leaders occidentali, primo fra tutti il Presidente statunitense Biden, riteneva di poter distruggere la Federazione Russa attraverso la guerra in Ucraina.

I risultati, oramai di pubblico dominio mediatico, ci dicono che l’idea occidentale era assai mal ponderata.

Indimenticabili le dichiarazioni dell’allora Presidente del Consiglio italiano Mario Draghi che declinava la disfatta russa.

Oggi, fu dichiarato moribondo per un tumore e già sostituito dal potere russo pronto a firmare la pace per limitare la invincibile armata Ucraina appoggiata dalle potenze occidentali, il Presidente russo è lì e sembra in buona salute sia personale che politica, oggettivamente migliore di quella della stragrande maggioranza dei leaders occidentali, Biden in testa.

Putin ha rassicurato che non invaderà Polonia e Paesi Baltici ed ha dichiarato che gli attentati ai due oleodotti Nord Stream sono stati compiuti dalla CIA.

Propaganda, forse, quest’ultima, certamente non era interesse russo distruggerli.

Carlson, ex anchorman di Fox News licenziato su richiesta di Dominion System come elemento della transazione economica con l’editore per le posizioni del giornalista statunitense sui brogli che il giornalista ha sempre ritenuto fossero avvenuti nelle elezioni presidenziali in Stati Uniti del 2020, ha dichiarato di aver condotto l’intervista perché i “media in lingua inglese sono corrotti e mentono ai loro lettori e spettatori”. 

Opinione personale, ovviamente, ma altrettanto dignitosa di attenzione rispetto a quella che ritiene il giornalista statunitense “non credibile perché filo trumpiano”.

Più interessante, anzi assai interessante, il messaggio nella bottiglia con cui il Presidente Putin chiude l’intervista, apparentemente riguarda la liberazione del giornalista americano recluso in Russia perché ritenuto una spia, in realtà è facile una lettura a più ampio spettro, “noi siamo pronti, ma l’occidente che cosa ci da in cambio?”.

“Dare in cambio” significa “sedersi e trattare”.

In fondo la pace in occidente vi è stata per settanta anni grazie a Yalta ove quattro leaders occidentali firmarono un accordo.

In quel caso gli europei erano tre, il francese De Gaule ed il britannico Churchil, geograficamente e non geopoliticamente il Sovietico Stalin.

La prossima “Yalta”, è ovvio che si dovrà arrivare a firmare un nuovo accordo per la pace in occidente dopo la guerra in Ucraina, mi sembra sempre più palese, sarà firmato a due.

Uno sarà certamente Putin, l’altro, a sentire questa intervista di Carlson, sarà il prossimo Presidente statunitense, quello che verrà eletto attraverso le elezioni del novembre 2024.

A vedere anche i Caucus repubblicani in Nevada ed i sondaggi quel presidente sarà Trump, magistratura americana permettendo.

Da oggi a quel giorno potrebbe esserci qualcuno che potrebbe far di tutto per far scoppiare un conflitto mondiale.

Un missile russo pochi giorni fa ha tenuto una strana traiettoria.

Questo, partito dalla Federazione Russa, è andato dritto verso il confine polacco per poi “sterzare” e tornare indietro.

Il missile era “programmato” in tal senso, lo dicono gli esperti di armi strategiche, il messaggio politico era chiaro.

Messaggio politico che Putin ha declinato ulteriormente nell’intervista a Carlson.

Nell’osservare tutto questo sembrerebbe che la pace la stiano cercando i due “cattivoni”, Trump e Putin, mentre tutti I “buoni”, secondo molti media ed opinionisti, Biden e leaders europei in testa, pensino che la soluzione sia la distruzione della Russia Putiniana.

Peccato che i fatti ci dicono che non stia accadendo e, al contrario, sempre i fatti, ci dicono che la qualità della vita del 91% degli italiani, a causa di questa drammatica guerra che parrebbe sia continuata per volontà del britannico Johnson, vivono assai peggio.

Ignoto Uno

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Grazie

La redazione di Betapress vuole ringraziare Paolo Battaglia La Terra Borgese per il suo interessante articolo e per le parole di sostegno alla nostra testata.

GRAZIE

 

ringraziamo tutte le testate che hanno riportato fin ora la notizia ed il collega Ettore Lembo per il suo sostegno.

informazione.it

Etica Edizioni

Sicilia oggi Notizie

Sardegna Reporter

Ettore Lembo news

Tele Radio News

Positano News

La Notizia . net

 

 

 

 




Agenzia delle Entrate nuovo DIO.

Ieri abbiamo scritto della scure fiscale nei prossimi stipendi dei lavoratori della scuola, vedi nostro articolo https://betapress.it/scure-fiscale-sugli-stipendi-ma-usiamola-noi-per-tagliare-le-teste-di-questa-classe-politica/, oggi la risposta dell’agenzia delle entrate alle innumerevoli proteste che si stanno sollevando rispetto ad una azione che evidentemente metterà in ginocchio migliaia di famiglie italiane.

Questa è la risposta:

La informiamo che non è possibile rateizzare i debiti per conguaglio fiscale. Questi devono essere recuperati in unica soluzione su disposizione dell’agenzia delle entrate.

Un vaffanculo faceva meno male, qui leggiamo supponenza, menefreghismo, ignoranza, miopia politica, stupidità ed incapacità di capire le esigenze del popolo oggi in forte difficoltà.

Ma i dipendenti dell’Agenzia hanno il conguaglio fiscale?

Siamo al livello di Maria Antonietta: il popolo si lamenta perché ha fame, dategli le brioche.

In realtà la frase non era proprio di Maria Antonietta, ma ormai l’immaginario collettivo la vede così.

Quindi alla frase: Agenzia le famiglie non reggeranno a questa tua operazione, la risposta è stata e chi se ne frega noi facciamo così!!!

Ma Noi chi?? ma tu sei mica Dio, sei un ente al servizio del popolo, e se affami il popolo che ti mantiene sei sicura che tu stia facendo il bene del paese??

Ma cacciamoli via tutti, questi sono degli incompetenti!!

Ma quando gli Italiani faranno come i Francesi che per un anno in più di età pensionabile gli hanno devastato le strade?

Basta Italiani facciamoci sentire, smettiamo di fare la rana bollita.

 

 

 




Nuova filiera 4 + 2, deragliamento?

Rispetto alla nuova filiera 4 + 2, fiore all’occhiello del ministro Valditara, sorgono perplessità che andrebbero stigmatizzate in modo coerente con quella che è la programmazione della rete scolastica.

Abbiamo Posto una domanda al Dott. Marco Ugo Filisetti DG di Ok School.

 

Direttore, cosa ne pensa del nuovo ddl 924?

 

Filisetti: Ho avuto occasione di seguire nell’aula del Senato mercoledì scorso il dibattito sul DDL S 924 istituzione filiera formativa tecnologica professionale tecnica professionale.

Al riguardo consentimi un sintetico contributo: l’alto tasso di occupabilità dei percorsi ITS con il conseguente loro successo, come frequentemente riportato sui media, è determinato dalla coerenza del n. di figure professionali (addirittura in difetto) in uscita e loro competenze, con la richiesta del mercato del lavoro.

In realtà tutte le figure professionali in uscita dai percorsi liceali, tecnici, professionali dovrebbero avere un analogo tasso di occupabilità, attesa comunque per tutte la formazione dello studente come persona integrale.

Così sarebbe se la programmazione dell’offerta formativa integrata fosse coerente (quantomeno tendenzialmente) nei numeri e contenuti con le richieste del mercato del lavoro anziché subordinata all’esigenze autoreferenziali del sistema d’istruzione, che influiscono altresì sull’orientamento scolastico.

Fermo restando che l’orientamento scolastico deve essere traguardato sulla programmazione dell’offerta formativa e non il contrario.

Il problema sta’ quindi nel processo programmatico dell’offerta formativa, declinato da una pluralità di centri decisionali (istituzioni scolastiche, Uffici Scolastici Regionali USR-Uffici d’ambito territoriale UAT, MIM-MEF, Regione, Provincie, Comuni, OO.SS.) disorganici oltreché ciascuno portatore d’interessi particolari confliggenti tra loro.

Al riguardo in via operativa ricordo l’opportunità di definire prima possibile la declinazione operativa della programmazione della rete scolastica come riportato nell’ apposito WBS (disponibile per ogni eventuale approfondimento) con l’indicazione:

  •  delle macro-attività previste;
  •  dei principali esiti attesi da ciascuna macro-attività – sono descritti in forma sintetica;
  •  degli gli archi temporali di riferimento – con previsione realistica, considerando anche i vincoli previsti a livello normativo;
  •  dei soggetti responsabili dello svolgimento delle macro-attività, oppure del loro recepimento



Betapress sotto ATTACCO!!! Acqua in redazione.

Comunicato Stampa: Difesa dell’Indipendenza Editoriale e della Libertà di Stampa

 

La difesa della libertà di stampa e dell’indipendenza editoriale dei giornali assume un ruolo cruciale nelle società democratiche, in quanto garantisce il pluralismo delle opinioni e il controllo democratico sul potere.

La situazione odierna in cui Betapress viene attaccato dalla politica perché rifiuta di cambiare la sua linea editoriale apertamente critica nei confronti dell’attuale governo solleva questioni fondamentali riguardo la libertà di espressione, il diritto all’informazione e la relazione tra i media ed il potere politico.

Sappiate tutti che se cercate di affondare la nostra nave, noi ci trasformeremo in sottomarino!!!

In data odierna, ci troviamo di fronte a un attacco senza precedenti contro l’integrità della nostra testata giornalistica, un attacco che non solo mette in discussione la nostra indipendenza editoriale ma che minaccia i fondamenti stessi della libertà di stampa, pilastro insostituibile di ogni società democratica.

La nostra redazione ha ricevuto pressioni crescenti affinché cambiasse la sua attuale linea editoriale apertamente critica nei confronti dell’attuale governo e di alcune figure della politica locale.

Tali pressioni, provenienti da alcuni settori politici, non solo ignorano, ma cercano deliberatamente di sovvertire il principio fondamentale su cui si basa la nostra professione: l’imparzialità e l’oggettività dell’informazione.

È dovere di un organo di stampa fornire ai cittadini una narrazione equilibrata e multi sfaccettata della realtà, consentendo loro di formarsi un’opinione informata su base di fatti accuratamente verificati e non di pregiudizi o di agende politiche.

La nostra redazione si impegna quotidianamente a garantire che ogni articolo, reportage o editoriale rispetti questo sacrosanto principio, guidati unicamente dalla ricerca della verità e dall’interesse pubblico.

L’attacco che stiamo subendo rappresenta un tentativo di intimidazione che mira a minare la nostra autonomia, costringendoci a diventare strumento di propaganda politica, anche tramite il nostro silenzio.

Questo non solo è inaccettabile ma rappresenta un pericoloso precedente che, se non fermato, potrebbe compromettere l’intero ecosistema informativo, riducendo la pluralità di voci e la ricchezza del dibattito pubblico, fondamentali in uno stato democratico.

Ribadiamo con fermezza che non cederemo a tali pressioni.

La nostra missione è quella di servire il pubblico con informazioni oneste e non filtrate, contribuendo così alla salute della nostra democrazia.

La libertà di stampa è un diritto inalienabile che resiste non solo come fondamento della nostra professione ma come baluardo contro ogni forma di autoritarismo.

Invitiamo l’opinione pubblica, le istituzioni democratiche, le organizzazioni nazionali e internazionali a sostenerci in questa battaglia non solo per la nostra testata, ma per la salvaguardia della libertà di informazione ovunque.

È solo attraverso una stampa libera e indipendente che una società può aspirare a essere veramente libera e democratica.

In ogni caso, mentre continueremo a svolgere il nostro dovere giornalistico con integrità e dedizione, richiamiamo tutti i soggetti coinvolti a riflettere sull’importanza cruciale di mantenere uno spazio pubblico in cui la diversità di opinioni possa prosperare senza timore di ritorsioni o censure.

La democrazia si nutre di dibattito e critica; soffocarle significherebbe compromettere l’essenza stessa della libertà per cui tanto abbiamo lottato.

Betapress non accetta di essere minacciato con nessun mezzo, anche se non abbiamo risorse adeguate per una difesa ad oltranza, ma dalle barricate non scenderemo.

Meglio chiudere che cedere alle pressioni che ci vogliono zittire.

Hanno attaccato il nostro direttore ed alcuni di noi usando sia mezzi espliciti che mezzucci da fascisti da pane e salame, una volta si devastavano le direzioni dei giornali e si picchiavano i direttori, oggi si applicano sistemi di pressione e di attacchi personali, anche arrivando a fare velate minacce  sul tipo “ma ti conviene continuare a collaborare con quel giornaletto?”.

Sappiamo benissimo che tutti negheranno di aver attaccato Betapress, ma alcune evidenze anche eziologiche sono innegabili: gli attacchi sono iniziati in modo veemente da quando abbiamo pubblicato l’articolo “quando un ministro mente sapendo di mentire …” dedicato al ministro Valditara, e l’articolo “sindaco incompatibile che fare “ in cui davamo evidenza di documenti riservati che esplicavano un piano “criminogeno”, e sono cresciute con il crescere degli articoli sugli stessi temi.

Sappiano tutti che la redazione di Betapress non cederà, non daremo la nostra integrità in cambio di una comodità personale.

 

“Una stampa libera può essere buona o cattiva, ma senza libertà, la stampa non potrà mai essere altro che cattiva.”
Albert Camus.

 

Questo comunicato riflette un nostro impegno profondo alla libertà di stampa e all’indipendenza editoriale, concetti che vanno difesi strenuamente in qualsiasi circostanza.

Di contralto alla libertà di stampa, la stampa deve garantire l’assoluta imparzialità, e questo apre molti altri temi su cui cercheremo di aprire ulteriori riflessioni.

La difesa di tali principi non solo è cruciale per la professione giornalistica ma rappresenta anche un imperativo democratico, essenziale per il mantenimento di una società aperta, informata e libera.

Chiediamo a tutti di aiutarci, continueremo a pubblicare i nostri articoli e soprattutto i prossimi due sul ministro e su Bandecchi, finché ne avremo modo; diffondete il più possibile il nostro appello, ricordate che l’informazione libera è l’unica salvezza contro un abisso di tenebre.

 

Ombre di Autorità: l’Impatto del Bossing sulla Cultura e l’Integrità della Pubblica Amministrazione

 

 

Politici e Bugie: responsabilità etica.

Le nomine di Valditara

Se esercito il potere per il potere…

Bossing verso pubblici dipendenti

 

“La Sicilia non è Italia e nemmeno meridione …”

 

 

Rampelli vs Cineca – scontro di civiltà?

Siamo in Europa ma il MIUR non è d’accordo

Nuovo concorso DS, il MIUR dimentica precari, vicari e ricorrenti, l’ennesima ingiustizia!

Caro Ministro, ma mi faccia il piacere…

Concorso DSGA: note di malcostume italiano

PON – intervista ad un ex ispettore dei fondi europei del MIUR

 

 

 

 

 

Bandecchi, Terni, giunta comunale, incompatibilità… che fare???

 

 




Scure Fiscale sugli stipendi: ma usiamola noi per tagliare le teste di questa classe politica.

La “scure fiscale” di febbraio 2024 rappresenta un momento significativo nel contesto della politica fiscale e dell’amministrazione pubblica in Italia, con un impatto diretto sul settore dell’istruzione e, più specificamente, sul personale scolastico.

Questo intervento legislativo vorrebbe razionalizzare la spesa pubblica attraverso una serie di misure che incidono direttamente sulle condizioni economiche e lavorative del personale scolastico, sollevando questioni di equità, efficienza e sostenibilità del sistema educativo nazionale.

Il che ci porta a dire in prima battuta: ma vi siete impazziti tutti? La scure fiscale dovremmo usarla noi cittadini per tagliare le teste di tutti voi cari signori che godete di stipendi a questo punto immeritati.

Voi dovete salvaguardare le famiglie, che caspita date i bonus come se fossero caramelle se poi alla prova dei conti tagliate la testa alle famiglie?

Ma volete ogni tanto ragionare come se prendeste 1200 euro al mese invece che 15.000???

Ma forse è la parola ragionare che non si abbina alla vostra natura.

Cerchiamo di ragionare con calma e vediamo di analizzare alcuni punti, alla fine vi lasciamo con una domanda a cui preghiamo il governo di dare una risposta seria.

 

Contesto e Giustificazione della Misura

Nel contesto di una crescente pressione sui bilanci pubblici, aggravata da una congiuntura economica difficile e dalla necessità di rispettare i vincoli di bilancio europei, il governo italiano ha introdotto la “scure fiscale” come parte di un più ampio pacchetto di riforme volte a ridurre il deficit pubblico e a rilanciare la crescita economica.

Queste misure sono state presentate come necessarie per garantire la sostenibilità finanziaria del paese e per migliorare l’efficienza della spesa pubblica, compresa quella relativa al sistema educativo.

Il personale scolastico, che include insegnanti, dirigenti, personale amministrativo e ausiliario, si trova così al centro di un dibattito sul ruolo e sul valore dell’investimento nell’istruzione in un periodo di austerità fiscale.

Le misure previste incidono su aspetti quali stipendi, pensioni, contratti a tempo determinato e risorse per la formazione professionale, con l’obiettivo dichiarato di ottimizzare le risorse disponibili e migliorare la qualità dell’offerta formativa.

 Impatti sul Personale Scolastico

L’impatto della “scure fiscale” sul personale scolastico è molteplice e suscita preoccupazioni in termini di equità, morale e qualità dell’insegnamento.

In primo luogo, la riduzione degli stipendi e il congelamento delle progressioni di carriera possono avere effetti negativi sul benessere economico degli insegnanti e sulla loro motivazione, con possibili ripercussioni sulla qualità dell’insegnamento e sui risultati degli studenti.

Inoltre, il ricorso più limitato ai contratti a tempo determinato e la diminuzione delle risorse per la formazione professionale continuata possono limitare le opportunità di sviluppo professionale per il personale scolastico e ridurre la capacità del sistema educativo di adattarsi alle esigenze in evoluzione della società.

Questioni di Equità e Giustizia Sociale

La “scure fiscale” solleva importanti questioni di equità e giustizia sociale.

Il personale scolastico, come categoria professionale, si trova a dover assorbire una parte significativa dei costi del consolidamento fiscale, il che solleva interrogativi sulla distribuzione del peso dei sacrifici richiesti alla società italiana.

In un contesto in cui l’istruzione è fondamentale per la promozione dell’equità sociale e per lo sviluppo economico a lungo termine, la riduzione degli investimenti nel personale scolastico può essere vista come controproducente e potenzialmente dannosa per le prospettive future del paese.

Riflessioni Finali

La “scure fiscale” di febbraio 2024 contro il personale scolastico si inserisce in un contesto più ampio di riforme e di dibattito pubblico sul ruolo dello stato, sulla gestione delle risorse pubbliche e sulle priorità della società italiana.

Mentre le giustificazioni economiche dietro queste misure possono essere comprensibili alla luce delle sfide finanziarie che il paese affronta, è fondamentale considerare attentamente le implicazioni a lungo termine di tali scelte politiche.

Una politica di austerità che colpisce il settore dell’istruzione e il personale scolastico solleva interrogativi critici sulla visione del futuro che si vuole costruire e pertanto sulla visione che lo stesso governo ha del paese.

L’istruzione è un investimento nel capitale umano, essenziale per la crescita economica sostenibile e per la coesione sociale.

Ridurre l’investimento in questo settore potrebbe avere conseguenze negative durature, non solo per l’economia ma anche per il tessuto sociale del paese.

È quindi imperativo bilanciare le esigenze di consolidamento fiscale con la necessità di investire nelle risorse umane, garantendo che le politiche adottate oggi non compromettano le generazioni future.

Insomma, ma vi siete davvero rincretiniti????!!!




Lupi di stato contro l’articolo 21

Il tema della libertà di stampa è di cruciale importanza nelle società democratiche, fungendo da pilastro per il mantenimento di un dibattito pubblico aperto e informato.

L’articolo 21 della Costituzione, come in molti stati liberal-democratici, riconosce esplicitamente il diritto alla libertà di espressione e di stampa, affermando il principio secondo cui ogni individuo ha il diritto di esprimere liberamente il proprio pensiero per mezzo della parola, della scrittura e di ogni altro mezzo di diffusione.

Questo articolo rappresenta un fondamento legale essenziale che dovrebbe garantire non solo la libertà di espressione individuale ma anche la protezione e il sostegno alla stampa come istituzione fondamentale per la democrazia.

Nonostante la presenza di tale articolo nella Costituzione, si può osservare una marcata discrepanza tra la teoria e la pratica nell’applicazione delle leggi che tutelano la libertà di stampa.

La critica principale che si può muovere in questo contesto è che lo stato, nonostante riconosca formalmente il diritto alla libertà di stampa, spesso non mette in atto meccanismi efficaci per la sua difesa e promozione.

Ciò si manifesta attraverso varie dinamiche, tra cui la mancanza di leggi adeguate che proteggano i giornalisti dalle minacce e dalle aggressioni, la presenza di normative che limitano l’accesso alle informazioni e la tendenza di alcuni governi a esercitare pressioni indirette sui media, attraverso pratiche come la pubblicità governativa selettiva o l’uso strumentale della giustizia per intimidire e sanzionare voci critiche.

L’assenza di un’applicazione pratica efficace del diritto alla libertà di stampa riflette non solo una vulnerabilità per i professionisti dell’informazione ma minaccia anche il diritto dei cittadini di essere informati su questioni di pubblico interesse.

Inoltre, la mancata implementazione di misure protettive per la stampa può portare a un clima di autocensura tra i giornalisti, i quali possono sentirsi costretti a evitare temi controversi o critici nei confronti del potere per paura di ritorsioni.

È imperativo che lo stato adotti un approccio più proattivo nella difesa della libertà di stampa, attraverso l’elaborazione e l’applicazione di leggi che non solo riconoscano formalmente il diritto alla libera espressione ma che offrano anche protezioni concrete ai giornalisti e ai media.

Ciò comprende l’istituzione di meccanismi di protezione per i giornalisti minacciati, la garanzia di accesso alle informazioni pubbliche, e la creazione di un ambiente in cui la libertà di stampa possa prosperare senza il timore di censure o repressioni.

In conclusione, sebbene l’articolo 21 della Costituzione stabilisca un solido fondamento teorico per la libertà di stampa, è evidente che lo stato deve fare di più per tradurre questi principi in azioni concrete.

La creazione di un ambiente sicuro e aperto per i giornalisti e la stampa non è solo una questione di rispetto dei diritti costituzionali ma è essenziale per il mantenimento di una democrazia sana e vibrante.

 

 

La libertà di stampa

 

 

L’indipendenza di Stampa




Cari Figli, Italiani, amici

 

Mentre affronto gli ultimi momenti della mia esistenza terrena, sento l’impellente necessità di condividere con voi alcune riflessioni e sentimenti che mi hanno accompagnato lungo il viaggio della vita, un viaggio che per me si avvicina ora al termine.

Queste parole sono il mio ultimo tentativo di lasciarvi un’eredità immateriale, forse la più preziosa di tutte.

Prima di tutto, voglio che sappiate quanto profondamente vi amo.

L’amore che provo per voi è stato la forza motrice della mia vita, la luce che ha illuminato i miei giorni più bui. Ogni risata condivisa, ogni momento di orgoglio per i vostri successi, ogni abbraccio in tempi di tristezza, rimarrà per sempre inciso nel mio cuore.

La vostra felicità è stata la mia felicità, e i vostri dolori i miei dolori.

Ho cercato, nel migliore dei modi, di insegnarvi l’importanza dell’integrità, dell’onestà e del rispetto verso gli altri.

Questi valori sono il fondamento su cui costruire una vita degna di essere vissuta. Non dimenticate mai che il carattere di una persona è la sua eredità più duratura.

Vi incoraggio a vivere la vostra vita con coraggio e gentilezza, a non avere paura di perseguire i vostri sogni, ma a farlo sempre con considerazione e compassione per gli altri.

Spero di avervi insegnato il valore dell’educazione, non solo quella formale, ma anche quella che si acquisisce attraverso le esperienze di vita.

Ogni persona che incontrate, ogni esperienza che fate, buona o cattiva, è un’opportunità per imparare e crescere.

Rimante curiosi, aperti e mai cessate di interrogarvi sul mondo intorno a voi.

Vorrei anche parlarvi dell’importanza delle relazioni umane.

Le persone che scegliete di avere accanto influenzano profondamente la qualità della vostra vita. Circondatevi di coloro che vi ispirano, vi sostengono e vi amano per quello che siete.

E ricordatevi di ricambiare con la stessa moneta: siate un amico leale, un compagno premuroso, un membro della famiglia amorevole.

Infine, non dimenticate mai che la vita è preziosa e fragile.

Non sprecatela in rancori o rimpianti.

Amate con tutto il cuore, perdonate liberamente e cogliete ogni giorno come un dono.

La vita non è misurata dal numero di respiri che facciamo, ma dai momenti che ci tolgono il fiato.

Mentre mi preparo a salutarvi, voglio che sappiate che porterò con me i ricordi dei momenti trascorsi insieme.

Anche se non sarò più fisicamente presente, il mio amore per voi rimarrà eterno, un faro che spero vi guiderà nei momenti di dubbio o difficoltà.

Con tutto l’amore che un cuore può contenere,

Vostro padre