LA SETTIMANA CORTA? DIDATTICA RIDOTTA!

Tra le novità per le iscrizioni 2022/23 il pezzo forte per “richiamare” nuovi studenti è la settimana corta.

Il sabato libero viene reclamizzato all’interno dell’offerta formativa.

Formativa?

Dovendo distribuire in cinque giorni 30/32 ore di lezione, gli studenti sono costretti a fare 6/7 ore di lezione al giorno.

Non serve essere un esperto di scienze dell’educazione per comprendere che non si possono reggere con profitto 6/7 ore di lezione.

Le ultime ore certamente sono poco produttive perché i ragazzi sono ormai stanchi ed affamati.

Si impone così un ritmo troppo stressante che ricade negativamente sull’efficacia del processo di apprendimento e sulla possibilità stessa di riuscire a completare a casa i compiti assegnati.

E tutto questo è ancora più deleterio per i ragazzi più fragili, con bisogni educativi speciali che semplicemente hanno bisogno di più tempo per apprendere.

La scuola, l’educazione ha bisogno di tempo per far consolidare la conoscenza che si trasforma in competenza, ha bisogno di “lentezza”.

Negli apprendimenti la lentezza è “fisiologica”, infatti il nostro cervello sembra sia dotato di due sistemi, uno rapido e istintivo e uno lento di supporto ai ragionamenti logici.

La combinazione del funzionamento di questi due sistemi, con una rapidità nelle reazioni (es. focalizzazione dell’attenzione su uno stimolo) alternata a una lentezza in alcuni processi cognitivi (es. elaborazione cognitiva approfondita dello stimolo), sia adattiva per la nostra specie, e che per questo sia ben radicata nel nostro funzionamento cerebrale.

I tempi di concentrazione di ognuno sono variabili, ma sembra che si possano tenere livelli ottimali di concentrazione per circa 25 minuti, prima che questa inizi gradualmente a diminuire, se non si fanno delle piccole pause.

È dimostrato che rallentare i ritmi diminuisce la tensione emotiva e, di conseguenza, migliora la “performance”, che sia di studio o di lavoro.

Allora la settimana corta non ha nessuna valenza “formativa”, ma è una scelta certamente dettata da motivazioni che nulla hanno di didattico, del tipo: un giorno di riposo in più; più tempo libero da passare con famiglia e amici; i docenti fuori sede possono tornare a casa per il weekend; risparmio sulle utenze scolastiche (luce, gas, acqua ecc.); minor traffico per le strade; vantaggi per locali, negozi, centri commerciali ed esercizi pubblici.

Da un lato si invoca la scuola aperta al territorio con attività pomeridiane per combattere le emergenze educative, dall’altro si chiude per un giorno intero.
Ma la scuola è coerenza!?

 

Pio Mirra, DS IISS Pavoncelli di Cerignola (FG)




Maestra Televisione

QUANDO LA TELEVISIONE EDUCAVA

La televisione dal 1954 in poi ha contribuito alla formazione e all’identità culturale degli italiani e le stesse produzioni televisive degli anni del “boom economico” hanno contribuito ad accelerare i progressi economici e sociali di quell’epoca.

La televisione di allora con molti programmi scolastici ed educativi, che parlavano di arte, di letteratura, di cultura, di editoria e di società, pur con tutti i suoi limiti, era uno strumento pedagogico e di coesione sociale.

Oggi invece, nonostante il più alto livello di istruzione e di benessere economico, si assiste a programmi di sempre più bassa qualità, che rispondono prevalentemente a dinamiche di mercato, in grado di alterarne la funzione etica e sociale. La televisione è sotto accusa, imputata di decadimento culturale, imbarbarimento sociale, impoverimento etico e distorsione educativa delle giovani generazioni.

I programmi spazzatura, gli spettacoli artefatti, falsi e ingannevoli inculcano nei giovani la convinzione di una realizzazione di sé, basata solo sull’apparenza, sull’ostentazione della bellezza estetica, sulla costante ricerca di essere ciò che gli altri vogliono e non di ciò che siamo.

Fa spettacolo, audience, la maleducazione, l’ignoranza, la povertà morale e culturale e si trasformano in modelli da imitare personaggi che non hanno valori, non hanno cultura, non hanno alcuno spessore morale.

I nostri studenti emulano esasperatamente ciò che vedono, comportandosi come replicanti degli imbarazzanti personaggi televisivi, per cercare di essere come loro.

E da “Grande fratello”, “Uomini e Donne”, “Amici”, “La Scuola” passano a film dove la violenza è la trama, con delitti, assassini e atti criminali.

Nessuno pensa che molti ragazzi vi assistano senza una coscienza critica, ma assorbendone l’aggressività che poi esplode in casa, a scuola, con gli amici, con gli adulti, con loro stessi.
Spegniamo la TV e apriamo un giornale, un libro per leggere.

Per dirla come Nicola Gratteri: “Ragazzi studiate, fottiamoli”.

 

Pio Mirra

Dirigente Scolastico




Milano Games Week 2021

Il ritorno alla Milano Games Week 2021 beh… è stata una delusione… siamo onesti, dopo due anni di nulla e in concomitanza con il Cartoomincs…l’evento non è stato un granché…

La fiera era un concentrato di E-sport e visori VAR con Streamer e influencers vari all’interno dei padiglioni, magari per i più passionati di questi generi si saranno divertiti; ma per la mia personale considerazione in questa edizione, mancavano semplicemente una cosa… i videogiochi.

 

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il primo chip di Intel
anni 90
anni 2000
oggi

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Certo, per motivi sanitari molte case non si sono presentate e infatti si è sentita la mancanza di Xbox o di playstation (ad esempio) e quelle case che c’erano erano piccole ed ammassate con code chilometriche, per non parlare delle mancanze di anteprime, ormai disponibili tutte online

Con la mancanza delle case Tripla A, gli sviluppatori indipendenti sono riusciti a farsi notare come per Racoonie: legend of the spirits un gioco ispirato a Zelda, semplice, molto fiabesco e ambizioso.

Nel suo piccolo intel ha esposto la crescita delle camerette dagli anni 90 fino ad oggi, mostrando com’è cambiato l’importanza del computer da semplice dispositivo di lavoro a strumento d’arredo.

E in quasi tutti gli altri stand alla games week mostravano solo l’importanza dello streaming.

In sostanza quest’anno è stata una delusione su tutti i fronti. Tant’è che molta gente a metà giornata tornava già alla propria casa.

Gamesweek no… direi che quest’anno è stato uno stream week.

[youtube https://www.youtube.com/watch?v=fR97bRQDjAs&w=640&h=360]

Un piccolo, ma coraggioso avventuriero che viaggia attraverso Everland per raccogliere le benedizioni dei quattro grandi spiriti.

Ispirato ai giochi di Zelda, Racoonie è un’avventura colorata in un mondo pieno di simpatici animali parlanti, enigmi da risolvere, nemici da sconfiggere e trasformazioni da sbloccare!

Il gioco è ancora in lavorazione

[youtube https://www.youtube.com/watch?v=YRep5WuCdM4&w=640&h=360]



Abilitazioni in Romania – Il Consiglio di Stato dà ragione ai ricorrenti

Abilitazioni in Romania – Il Consiglio di Stato dà ragione ai ricorrenti: il Ministero deve riconoscere il titolo

Abilitati in Romania – Le Novità dopo la pronuncia del Consiglio di Stato di condanna del Ministero dell’ Istruzione per elusione del Giudicato.

Si aggiunge un nuovo capitolo alla difficile vicenda dei riconoscimenti delle abilitazioni conseguite in Romania.Lunedì 25 ottobre alle ore 16.00 in diretta sul canale youtube BetapressTV, Chiara Sparacio, caporedattore di Betapress.it, chiederà all’Avv.Maurizio Danza Prof. Diritto Istruzione e Ricerca Internazionale ISFOA, di presentare le novità in tema di riconoscimento dei titoli conseguiti in Romania dopo la recentissima pronuncia del Consiglio di Stato che condanna il Ministero dell’ Istruzione per elusione del Giudicato.

Argomenti

Nella diretta si parlerà degli effetti della sentenza anche nei confronti di docenti non compresi nella pronuncia e dei principi del diritto dell’Unione Europea che il Ministero dell’istruzione è tenuto ad applicare con riferimento al riconoscimento dei titoli conseguiti in Romania.

Vi invitiamo ad intervenire con le vostre domande a cui il nostro ospite risponderà in diretta

 




La “Macchina Crea Invenzioni” – Creatività e metodologia applicata.

 

Il volume di Alessandro Bolognini “La ‘Macchina Crea Invenzioni’ – Creatività e metodologia applicata” (Giuffrè Francis Lefebvre, 2021, pp. 313), caratterizzato da un’originale contaminazione fra linguaggio artistico e linguaggio rigoroso e sistematico, propone una riflessione – non scevra da possibili utilizzi di tipo operativo/applicativo – sulle modalità attraverso le quali la dimensione creativa trova concretamente riscontro non solo nell’ambito espressivo ma anche in quello più propriamente metodologico. 

 

Dopo aver analizzato il ruolo della creatività nelle tesi dei principali autori contemporanei ed aver sviluppato – anche alla luce dell’esperienza personale dell’autore – la conoscenza del rapporto tra creatività ed arte, il volume approfondisce alcuni significativi aspetti dell’utilizzo della dimensione metodologica sul piano operativo.

 

Questi ultimi sono affrontati in dettaglio sia attraverso il ricorso ad elementi al tempo stesso logici ed intuitivi sia attraverso il riferimento a prassi mutuate dal calcolo combinatorio sia prestando particolare attenzione alle modalità espressive della metodologia sul piano applicativo.

 

 

Alessandro BOLOGNINI – Università degli Studi eCampus; è autore di contributi nel campo del management e delle tecniche di applicazione del linguaggio espressivo nel settore del pensiero creativo e delle sue valenze sociali, socio-economiche e formative. Tra le sue pubblicazioni si segnalano: “Smart leadership e organizzazioni di volontariato” (Armando Editore, 2019); “Test di A. Bolognini – Arte e counselling: costruzione di uno strumento di lavoro e suo utilizzo nel campo sociale” (Giuffrè Francis Lefebvre Editore, 2019); “Tecnointrusività tra ricerca, etica e diritto” (Giuffrè Francis Lefebvre Editore, 2021).

 




Figli di Carta

5+1 domande all’Autrice e Interprete Maribella Piana.

Scrittrice di grande qualità e sensibilità, seguita da un pubblico sempre più ampio, rappresenta mirabilmente le energie, le passioni, i palpiti e la stessa ricca – e troppo spesso – poco conosciuta Storia della Terra di Sicilia.

Quando è iniziata la sua passione nello scrivere?      

La scrittura e il teatro sono le mie due vere, grandi, passioni. Solitaria l’una, rivolta al pubblico l’altra. Non credo di aver mai ‘iniziato’ a scrivere, così come ho sempre recitato. Dal momento in cui ho scoperto che quelle formichine sulla carta potevano diventare nomi, sentimenti, sogni, me ne sono innamorata. Le vedevo prendere vita, emanare suoni, colori e mi piaceva comporle, disporle, far loro assumere significati e sfumature diverse. Comunicare per me significa questo. A teatro ho la possibilità di vivere tante vite, trasformandomi nei vari personaggi che interpreto. Nella scrittura sono i personaggi che entrano in me e vivono accanto a me, raccontandomi le loro storie.

Per lei scrivere è solo un piacevole hobby?

Inesatto definire la scrittura un hobby, se per hobby si intende un piacevole passatempo che ti rasserena e ti rilassa. La scrittura è piuttosto una necessità che a volte diventa dura e difficile da affrontare, come tutto quello che è necessario fare. La paragono all’atto meraviglioso del partorire un essere vivo, dopo una lunga gestazione fatta di riflessione e di ricerca, quando la felicità e la soddisfazione di aver creato qualcosa spazza via ogni traccia di sofferenza. Non per niente chiamo i miei libri ‘i miei figli di carta’.

Ci sono argomenti che preferisce trattare, più di altri?

Non ho mai scelto aprioristicamente l’argomento di un mio romanzo o il periodo in cui ambientarlo. Per quanto possa sembrare strano la scrittura per me ha un aspetto un po’ magico, paranormale quasi. Un’immagine, un fotogramma, un’espressione di un viso mi vengono in mente e cominciano a crescere. I protagonisti vivono la loro vita senza che io possa in qualche modo influenzarla tanto che non so mai quale sarà la fine della storia che racconto. Sono persone non personaggi perché non riesco ad inventare nulla che non abbia radici nella realtà. Quando mi chiedono se un mio scritto è autobiografico rispondo naturalmente di sì perché tutto quello che scrivo è fatto di pezzi di vita che conosco, che ascolto, e che si mescolano in una specie di caleidoscopio. Che una storia sia ambientata nel passato o nell’età contemporanea non fa molta differenza. A me interessa indagare il comportamento delle persone, originato da sentimenti e pensieri che sono comuni a tutte le epoche ma che si declinano diversamente a seconda dell’ambiente e delle situazioni storiche.

Quali i suoi romanzi precedenti e quali gli impegni attuali?

Ognuno dei miei libri mi ha lasciato, una volta finito, un senso di vuoto. Per questo ho sentito la necessità di affrontare un nuovo impegno, un nuovo studio, perché lo scrivere è una forma di studio, dell’uomo, della società, della psicologia umana. Nel primo – ‘I ragazzi della piazza’ – ho cercato di far rivivere l’atmosfera degli anni ’60, su cui tanto si è scritto, attraverso la mia esperienza e quella di coloro che li hanno vissuti. In un altro – ‘Cielomare’ -, in cui i due elementi del titolo si incontrano e si scontrano, emerge lo scontro, violento e doloroso, di giovani contro un destino beffardo che colpisce alla cieca. Progetti? Tanti, in questo momento anche di teatro e di televisione, e riempiono le mie giornate. Dopo ‘Il commissario Montalbano’ ho girato alcuni episodi di ‘Makari’ la nuova serie di RAI 1, un film sulla situazione dei migranti e un documentario sulla mia terra. La strada non è ancora finita.  Per quanto riguarda la scrittura vorrei allargare gli orizzonti dei miei scritti precedenti, arrivando fino ai nostri giorni, con storie e personaggi che vivono nella nostra terra, magica e demoniaca, dolce e terribile, una terra stretta fra i due mostri del vulcano e del mare, che ci assalgono ma anche ci nutrono. Una ispirazione continua.

Leggere i suoi scritti o assistere a una sua performance, quali sensazioni suscita nei lettori e nel pubblico?

Vorrei essere una mosca per spiare le reazioni di chi legge un mio scritto. La lettura è un innamoramento e come tale, inspiegabile. Posso solo promettere ad un eventuale lettore che nelle mie pagine troverà una voce vera, che parlerà anche di lui, che gli svelerà un angolo nascosto di sé che non pensava di conoscere, e che leggendo proverà emozioni e sentimenti vivi come nella realtà, come avviene nei sogni.

Ci parli del suo ultimo, recente, romanzo: LA MALAEREDITA’.

Nel mio ultimo romanzo ‘La Malaeredità’, mi sono immersa in un passato abbastanza vicino che da giovane consideravo noioso inutile e polveroso. Poi, attraverso lettere e documenti da cui emergevano vicende intense e disperate, intrecciate agli avvenimenti politici e sociali della Sicilia di quel periodo, ho ricostruito storie che sarebbero andate perdute, come lo sono cento altre storie di cui non possiamo conservare memoria. I fatti narrati sono realmente accaduti, i palazzi e le campagne che fanno da sfondo sono ancora oggetto di meravigliate visite turistiche. Pur essendo stato pubblicato in piena pandemia, questo romanzo mi ha dato molte soddisfazioni per i riscontri ottenuti dai lettori e dai critici e per alcuni premi letterari, come il concorso internazionale Città di Cattolica. Andare indietro nel tempo è come sottoporsi ad una seduta di ipnosi, che ti insegna a conoscerti, ad accettarti, anche affrontando qualche luogo oscuro della mente. Mi sono dovuta scontrare con le ingiustizie e i pregiudizi di una società che stava celebrando senza saperlo la fine di un’epoca e l’inizio di una nuova. Per comprendere meglio la grande storia è necessario indagare le vite private di coloro che l’hanno interpretata, senza mai avere la pretesa di giudicare buoni e cattivi.

Grazie alla Scrittrice Maribella Piana per questa intervista!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Giuseppe Bellantonio

 




No Vax, etica differenziale…

La campagna vaccinale prosegue ed i contagi sembrano ormai diminuire.

La tanto teorizzata immunità di gregge sta guadagnando terreno diventando un certezza sulla quale rilanciare l’economia post pandemica.

Eppure il dibattito che infiamma la scena pubblica, in questi giorni, guarda con preoccupazione all’obbligo vaccinale ed alla raccolta firme promossa dal coordinamento dei “no-vax”per un referendum abrogativo delle norme relative al greenpass.

La divisione degli italiani sulla vicenda pandemica sembra aver raggiunto una dimensione inedita.

Lo avevamo predetto ma non occorre ricordarlo.

In questa sede è, forse, più importante fare il punto sulla campagna referendaria in corso che emancipa le rivendicazioni di parte della comunità civile in rivolta ben distanti dal paradigma del “bene comune” da sempre evocato dalle democrazie occidentali.

Siamo di fronte ad una opposizione strutturata alle decisioni  assunte dal Governo in carica, che sono sostenute da una maggioranza parlamentare senza precedenti.

Lo scollamento tra la Politica ed il Paese reale è sotto gli occhi di tutti.

Purtroppo vale la pena di ricordare che la vaccinazione non impedisce i contagi ma sembrerebbe contenere le ospedalizzazioni, il lavoro dei reparti di rianimazione e mantenere a livelli adeguati il sistema di prevenzione e di cure per le altre patologie.

Il rifiuto del vaccino in in paese che è prossimo al 90% di somministrazioni veste la divisa della disobbedienza civile ed infrange i totem del liberalismo classico: “la mia libertà finisce dove inizia quella del mio vicino”.

I “no-vax” sembrano aver dimenticato queste regole e appare ormai evidente che sono le adesioni alla campagna vaccinale che hanno ridimensionato la circolazione del virus, non le proteste in piazza.

Costoro non sembrano ricordare che se le unità ospedaliere sono tornate a curare tutte le patologie gravi e non solo l’infezione da Covid 19 è perché la popolazione vaccinata ha reso la diffusione del virus meno agevole.

Il greenpass e l’idea di una prossima condizione di obbligatorietà nella campagna vaccinale non piacciono a nessuno e restano iniziative della quale si ricorderà il forte impatto sulle libertà individuali dei cittadini.

Anche perché non è da escludere che, le attuali cifre sulla popolazione coperta dal vaccino, siano sufficienti per mettere in atto una strategia  vincente che integri  i tamponi molecolari, le nuove terapie domiciliari, e la distribuzione dei nuovi farmaci  efficaci per la cura delle infezioni da virus.

La questione in questo caso potrebbe ritenersi risolta e i non vaccinati potrebbero restare tali.

Il problema a questo punto è prendere coscienza del fatto che il paese di fronte alle emergenze sanitarie non possa poter contare su un fronte civile coeso.

Ma c’è dell’altro.

I milioni di cittadini che hanno accettato la campagna vaccinale per il bene di tutti non possono essere considerati degli idioti.

Costoro dovranno poter contare su una maggiore attenzione dello Stato con modalità da approfondire e che potrebbero riguardare le graduatorie nei concorsi pubblici, le regole per le nuove assunzioni fino a forme di agevolazione previdenziale.

Il Covid19 purtroppo non ha soltanto seminato morte e paura.

Ha rubato ad ogni generazione il sogno, la prospettiva di un futuro ed ha colpito le fondamenta democratiche degli Stati e il sistema di convivenza civile.

Occorre recuperare al più presto l’idea di uno Stato giusto ed equo capace di governare la complessità.

La pandemia per dirla con le parole del filosofo Edgar Morin ci ha insegnato che l’imprevedibile è un fattore con il quale dobbiamo tornare a fare i conti.

Un monito che ricolloca al centro dell’idea di progresso l’Uomo con le sue debolezze.

Un richiamo all’Etica ed alla responsabilità  individuale per tutti noi.

 

 

La redazione di Betapress




Evento Apple Keynote 2021

Ebbene si, ieri 14 settembre c’è stato un nuovo evento Apple nella quale hanno presentato i nuovi modelli.

Iphone 13 e 13mini, Iphone 13 Pro e ProMax, Ipad, Ipad Mini, Apple Watch 7

 

iPAD 9

 

il nuovo iPad esteticamente non cambia dai modelli precedenti ma monta il chip A13 Bionic, il quale secondo Apple sia 20% più veloce del modello  precedente e tre volte più veloce dei chromebook e addirittura sei volte più potente dei tablet Android.

il nuovo iPad monta una fotocamera frontale da 12 mp ultrawilde dotata del Center Stage un’intelligenza artificiale che ti permette, durante le videochiamate, di rimanere sempre al centro dello schermo.

Il display rimane sempre da 10,2″ ma ottiene il TrueTone una tecnologia che utilizza sensori avanzati per regolare il colore e l’intensità del display in base alla luce ambientale, in modo che le immagini appaiano più naturali.

Oltre all’estetica ormai “vecchiotta” l’iPad 9 sarà compatibile solo con l’Apple Pencil di prima generazione.

I prezzi come per i colori dei nuovi iPad restano invariati ma con una capacità superiore al modello precedente, da 64GB e 256GB.

I prezzi partono da:

iPad  64GB modello WI-FI  € 389 (iva incl.)

iPad  64GB modello WI-FI + Cellular  € 529 (iva incl.)

 

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iPAD Mini

 

La vera sorpresa , il vero scoop dell’evento è stato il nuovo iPad Mini 6, che ora oltre a ereditare il design a mattonella dei suoi fratelli maggiori iPad Air e Pro, riceve anche la porta USB-C il quale lo rende più veloce nel trasferimento di dati e lo porta a diventare compatibile con l’Apple Pencil di seconda generazione.

Un formato piccolo ma con un grande display  Liquid Reina da 8.3″ con TrueTone. Il tasto di accensione superiore integra il Touch ID in modo tale da porte sbloccare con sicurezza il vostro dispositivo e per effettuare pagamenti.

il nuovo chip A15 montato sull’iPad Mini lo rende un piccolo ma potente dispositivo, ben 40% di performance con il modello precedente e 80%in più per quanto riguarda la grafica.

Il piccolo dispositivo ha due fotocamere da 12MP, quella frontale ha 122 gradi di campo visivo il quale permette la funzione di zoom adattivo come il suo fratello maggiore Ipad Pro, una funziona molto adatta per le videochiamate.

il nuovo iPad Mini si può avere in quattro colorazioni: grigio siderale, rosa, viola e galassia con una capacità da 64GB o 256GB.

I prezzi partono da:

iPad Mini 64GB modello WI-FI  € 559 (iva incl.)

iPad Mini  64GB modello WI-FI + Cellular  € 729 (iva incl.)

 

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Apple Watch 7

 

Apple ha annunciato anche il nuovo Apple Watch serie 7 , il nuovo wearable di casa Apple è il più resistente mai prodotto con certificazione IP6X ovvero resistente alla polvere, urti e all’acqua fino a 50m.

Il design resta lo stesso del modello precedente ma con il le cornici più sottili (soli 1.7 mm) rispetto al Apple Watch 6.

Il sistema operativo aggiornato sfrutterà nuovo display più grande con una nuova interfaccia e si potrà usufruire la tastiera QWERTY completa.

Il nuovo dispositivo avrà la stessa batteria del modello precedente ma con una ricarica più veloce, del 33% secondo Apple, grazie al suo nuovo caricabatterie rapido USB-C.

Per ora i prezzi del nuovo Watch 7, in Italia, non sono stati ancora annunciati.

 

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Iphone 13 e 13mini

 

L’attesa di tutti è finita, il nuovo Iphone 13, il quale mantiene il design squadrato del modello precedente, ma con la disposizione delle camere posteriore sfalsate, adesso posizionate in diagonale.

La famosa tacca dell’iphone, il NOTCH si riduce del 20% questo è dovuto allo spostamento dello speaker frontale rimpicciolendola e spostandola ancora più in alto ma mantenendo i sensori per il faceID.

Iphone 13 monta il nuovo processore A15 Bionic, CPU 50% più veloce e GPU30% più veloce rispetto ai competitor.

Come nell’iPad Mini, iPhone 13 monta le nuove camere da 12MP ultra wibe.

La capacità di memoria sono 128GB, 256GB e 512GB.

I prezzi partono da:

iPhone 13 Mini 128GB   € 839 (iva incl.)

iPhone 13  128GB    € 939 (iva incl.)

 

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Iphone 13 Pro e Pro Max

 

E alla fine Apple ha presentato Iphone 13 Pro e Pro Max , anche loro come il loro fratellino più piccolo hanno il NOTCH ridotto del 20% e montano il nuovo chip A15, ma la vera differenza sta nel display Pro Motion a 120Hz.

Per quanto riguarda le camere monta una camera principale con apertura f/1.5, una ultra-grandangolare f/1.8 e un teleobiettivo con zoom ottico 3x.

Degli obiettivi in grado di girare video con qualità a livello cinematografici.

I tagli dell’iPhone 13 Pro 128GB, 256GB, 512GB e 1TB.

I prezzi partono da:

iPhone 13 Pro 128GB   € 1189 (iva incl.)

iPhone 13 Pro Max  128GB    € 1289 (iva incl.)

                            <figure><img src="https://betapress.it/wp-content/uploads/2021/09/pro1-768x431.png" alt="pro1" /></figure><figure><img src="https://betapress.it/wp-content/uploads/2021/09/pro-768x430.png" alt="pro" /></figure><figure><img src="https://betapress.it/wp-content/uploads/2021/09/pro2-768x425.png" alt="pro2" /></figure><figure><img src="https://betapress.it/wp-content/uploads/2021/09/pro4-768x431.png" alt="pro4" /></figure><figure><img src="https://betapress.it/wp-content/uploads/2021/09/pro5-768x432.png" alt="pro5" /></figure><figure><img src="https://betapress.it/wp-content/uploads/2021/09/pro6-768x431.png" alt="pro6" /></figure><figure><img src="https://betapress.it/wp-content/uploads/2021/09/pro7-768x512.png" alt="pro7" /></figure><figure><img src="https://betapress.it/wp-content/uploads/2021/09/pro3-768x433.png" alt="pro3" /></figure><figure><img src="https://betapress.it/wp-content/uploads/2021/09/pro0-768x430.png" alt="pro0" /></figure><figure><img src="https://betapress.it/wp-content/uploads/2021/09/pro8-768x433.png" alt="pro8" /></figure>         
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IMPERIUM – le grandi battaglie di Roma

Il 16 agosto è approdato su steam un grande gioco della nostra infanzia: imperium – le grandi battaglie di Roma. Il gioco ci riporterà – nuovamente – a fianco dei grandi condottieri della storia romana. Il gioco presentata due modalità: le grandi battaglie di Roma e le grandi sfide di Roma.

 
La prima modalità permette di giocare a sei campagne, dove prenderemo parte allo sbarco di Scipione l’africano in Africa nel 204 a.C., l’assedio di Numanzia nel 134 a.C., l’assedio di Alesia del 52 a.C. da parte delle legioni di Cesare, lo sbarco delle truppe di Augusto sul Nilo nel 31 a.C. per contrastare le legioni di Antonio, la difesa dei confini romani da parte di Marco Aurelio e, infine, la campagna di Agricola per la conquista della Britannia.

 
La modalità le grandi sfide di Roma, ci poterò a guidare le truppe di cinque nemici di Roma: la campagna di Annibale contro l’Urbe dopo la vittoria a Canne; la conquista della penisola Iberica da parte dei Lusitani, guidati dal loro capo Viriato; la ribellione degli egiziani contro il faraone “fantoccio” Tolomeo XII; la battaglia di Gergovia, dove Vercingetorige comanda la ribellione del suo popolo contro Roma; la ribellione di Arminio contro le legioni romane nel 9 d.C. e – per concludere – la rivolta della regina Boadicea contro il dominio dei romani nella regione britannica.

 
Entrambe le modalità permetteranno di immergersi nelle grandi battaglie dove la story line delle singole campagne permette di ricalcare le grandi battaglie realmente esistete; a eccezione della campagna di Annibale: i cartaginesi non attaccarono mai la città di Roma dopo la battaglia di Canne, per tanto questa campagna non ha nessun fondamento storico ma permette di seguire una ‘fantastoria’.

Oltre alle due modalità pocanzi spiegate, è possibile giocare a una terza modalità – conquista – la quale permetterebbe di creare delle campagne ad hoc, dove sarà possibile comandare delle proprie legioni – o eserciti – con le sette civiltà presenti nel gioco: Roma repubblicana e imperiale, Gallia, Cartagine, Iberia, Egitto, Germania e Britannia.

Ogni civiltà presenta delle diverse abilità, truppe, eroi e edifici che permettono di avere dei vantaggi, o svantaggi, che possono essere usate dal giocatore.

L’utilizzo differenziato delle truppe permette di avere nel proprio esercito unità che possono avere delle abilità o dei punti forza diversi tra di loro, redendo la modalità di game play incentrata a reclutare truppe con un grado di abilità più alto.
Stessa modalità è legata all’uso degli eroi: sono personaggi storici – come Scipione o Vercingetorige – che potranno essere usati nel gioco e ognuno presenterà delle abilità differente che permetteranno di avere dei potenziamenti o dei “bonus” comando per le proprie truppe.

Il rilancio del gioco è stato accolto dal “vecchio” pubblico in forma deludente – tant’è che le recensioni su steam sono nella media – in quanto non è stato aggiunto un upgrade della grafia del gioco, permettendo uno svecchiamento del gioco, né tanto meno non è stato aggiunta la civiltà greca, tanto voluta dai vecchi fan.

L’esperienza di gioco continua anche online, dove è possibile giocare in una modalità simile alla conquista con i propri amici; in questo caso si possono creare partite dove ci possono essere due o più avversari che mettono in campo i propri eserciti o legioni.
nella quale è possibile giocare con gli amici in una modalità in cui è possibile creare campagna di conquista con due o più giocatori.
Il gioco presenta anche la modalità online, la quale permette giocare con gli amici in una modalità simile

Nonostante queste due mancanze qui sopra mostrare, imperium rimane un gioco nostalgico che ci permettere di ritornare indietro di vent’anni e farci rivivere vecchie emozioni accanto ai grandi condottieri del passato.

 

 

 

A cura di Giorgio Nozza

                                                        <img width="640" height="480" src="https://betapress.it/wp-content/uploads/2021/08/2011-06-27-03-700x525-1.jpg" alt="" loading="lazy" />



Il Fine Vita diritto civile?

La raccolta per il referendum sul diritto ad una morte assistita ha superato le 700.000 firme.

La soglia prevista dalla Costituzione per le iniziative referendarie è già stata traguardata.

Un successo per l’Associazione Coscioni e per il suo Presidente Marco Cappato fautori della campagna.

Il referendum, se non verrà bloccato dalla Consulta (non rientrerebbe nei casi censurabili …), porterebbe gli italiani a decidere sull’abrogazione delle legge (Art.579 cp) che regola “l’omicidio del consenziente”, punibile con l’arresto da 6 a 15 anni, dando il via alla necessaria riforma legislativa su questo importante asse del vivere civile.

L’eutanasia e l’assistenza al suicidio, in determinate circostanze, rappresentano una delle libertà civili al centro delle campagne radicali e riformiste che hanno già sdoganato con successo, il diritto al Divorzio ed all’Aborto negli anni ’70.

Con una legislazione condivisa sul fine vita si potrebbe finalmente completare il carnet dei diritti civili e rendere lo Stato più liberale e moderno.

Purtroppo, quello che ancora colpisce è tutto racchiuso nella strana rappresentazione morfologica della politica e della classe dirigente del nostro paese.

La prima, infatti, sembra unicamente intenta a combattere la pandemia con un unica regia: quella dell’obbligo vaccinale e delle costrizioni liberticide.

La seconda, tra sfondoni e gaffe dei suoi beniamini, cerca soltanto di restare a galla, magari assicurandosi, per il futuro, un posticino piccolo, piccolo, in qualche consiglio comunale (comunque ben pagato…).

In questo contesto distopico stride la dialettica che ha come protagonista Marco Cappato e l’eco governativo che giunge dall’attuazione dei limiti imposti dal Green pass.

Come conciliare la volontà popolare dei sostenitori dei diritti sul fine vita con la politica che vieta, non informa, nega e assume misure da apartheid sul tema della salute pubblica?

Le risposte sono complesse e forse, non facili.

Al centro della questione permane la necessità di una riforma dello Stato, della Politica e delle istituzioni democratiche.

Certo, la gaffe di Grillo, l’implosione del Movimento 5Stelle e delle Sardine (ormai organiche del PD) hanno tradito l’idea che un’auto riforma della politica sia percorribile.

Occorre, dare spazio ad una nuova coscienza collettiva in grado di far decollare una nuova stagione di riforme.

E, a questo punto, non ci resta che sperare …

 

LA REDAZIONE DI BETAPRESS

 

 

Il rischio del suicidio e la risposta di Leopardi