The Day Before

the day before
The Day Before è un MMO survival open world ambientato in America post-pandemica invasa da infetti affamati di carne umana e sopravvissuti capaci di uccidere pur di ottenere cibo, armi e veicoli.

team russo Fntastic si è fatto influenzare molto da The Last of Us e The Division, nel gameplay rilasciato possiamo vedere un’anticipazione di come saranno le dinamiche di gioco e sul sistema di combattimento contro le orde di zombie e sopravvissuti.

Il gameplay di ben 14 minuti inizia con voce di un uomo alla radio, il quale racconta come questo misterioso virus ha distrutto la civiltà umana creando una pandemia per poi essere interrotto dalle varie urla dovuto ad un attacco degli infetti.

Subito dopo entriamo nel vivo del gioco, mostrando gli spostamenti con dei veicoli attraverso diversi scenari disastrati e contaminati e qui dobbiamo sottolineare la realizzazione dell’ambientazione lascia veramente senza parole.

Per gli spostamenti a far da padrone sembrano essere i veicoli, il quale ci aiutano a percorrere lunghi tragitti, e a trasportate con sé varie attrezzature anche piuttosto pesanti e ingombranti.

Se da un certo punto di vista i veicoli ci aiutano e ci mettono al sicuro e al riparo ma dall’altro conto, come per la maggior parte dei survival, bisognerà sempre fare manutenzione ai mezzi, ad esempio facendo un pieno di benzina prima di partire per evitare di rimanere “a piedi”, gonfiando gli pneumatici o per altre problematiche del genere. Attenzione però, troppo rumore del veicolo potrebbe attirare gli infetti trasformando il mezzo in una trappola.

Un particolare interesse ci ha accolto la sezione di crafting e sul reperimento delle risorse, il quale sembra essere una delle funzioni principali del gioco, con luoghi da esplorare. The Day Before è ambientato durante il periodo natalizio questo ci porterà a far i conti con il clima gelido, infatti dovremo stare attenti a trovare un riparo e scaldarci un forte richiamo a The Division.

Il sistema di combattimento in terza persona non ci convince molto, dato da suoni deboli e ripetitivi, per non parlare delle creature colpite dai proiettili quasi illese come se non avessero appena ricevuto una raffica di colpi.

Il gameplay finisce con un assalto ad una fattoria durante la notte, mostrando nuovamente una spettacolare grafica.

L’assalto mostra l’arrivo di altri esseri umano dovuto ad un allarme non disattivato e il protagonista scappa ed entra in bunker nel quale si ode delle urla strazianti di una donna.

The Day Before è previsto per il 2022 ma non sappiano ancora su quale console girerà

            <figure><img src="https://betapress.it/wp-content/uploads/2021/06/capsule_616x353-1-150x150.jpg" alt="the day before" /></figure><figure><img src="https://betapress.it/wp-content/uploads/2021/06/ss_11dbfcc836cf3330c45913766187900ec3473ca0.600x338-150x150.jpg" alt="the day before" /></figure><figure><img src="https://betapress.it/wp-content/uploads/2021/06/ss_b6f98b3b07931f3ac740a3ea6d755859d3d1014b.600x338-150x150.jpg" alt="the day before" /></figure><figure><img src="https://betapress.it/wp-content/uploads/2021/06/ss_ef6041e2f4099474b33ea960e570c94bc79eb30f.600x338-150x150.jpg" alt="the day before" /></figure><figure><img src="https://betapress.it/wp-content/uploads/2021/06/capsule_616x353-150x150.jpg" alt="the day before" /></figure>          
                    Precedente
                    Successivo
    
[youtube https://www.youtube.com/watch?v=b75SzubP8f0&w=640&h=360]



DYING LIGHT2

DYING LIGHT2 è Action Survival Horror in un ambiente open world,
ambientato 20 anni dopo dal primo capito in un mondo che ha combattuto e perso contro il virus.
In questo oscuro medioevo ci metteremo nei panni di un viandante, il quale ha il potere di cambiare il destino della città,Villedor ultima roccaforte della razza umana.

Attraverso combattimenti, affineremo le nostre abilità sia per fare amicizie che per sconfiggere i nemici, nel quale avremo bisogno sia di intuito che di muscoli.

DL2

Sfruttando le abilità nel parkour, potremo effettuare mosse brutali e letali, per poter portare a favore anche gli scontri più pericolosi.
l’astuzia, trappole e armi creativi saranno i nostri migliori alleati, anche nel sconfiggere i boss più letali.

in Dl2 avremo la possibilità di scegliere tra 3 fazioni principale, per il quale ci porteranno a fare delle scelte nel quale ci porteranno a delle conseguenze che determineranno l’equilibrio per il conflitto urbano.

Ci sarà un ciclo giorno /notte, la luce terrà alla larga gli infetti mentre di notte, avremo la possibilità di esporare i loro nascondigli in quanto saranno a caccia.

DL2 prevederà ben 3 grafiche differenti per le console di nuova generazione. La quality mode avrà un utilizzo più presente del raytracing, la perfomance mode porterà il titolo a girare a 60 fps e infine una modalità 4k.

La data rilascio è previsto per il 7 dicembre 2021 per pc e console vecchia e nuova generazione.

[youtube https://www.youtube.com/watch?v=AiKqjZT2qgc&w=640&h=360]



WW1 – Isonzo

M2H E BLACKMILL dopo il successo di Tannerberg, hanno annunciato un nuovo shooter ambientato durante la 1° guerra mondiale; Isonzo.

“Il fronte italiano si è rivelato il teatro ideale per alzare l’asticella dei giochi della serie WW1, sia in senso figurato che letterale! La guerra alpina di Isonzo porta numerose meccaniche di gioco inedite, insieme al nuovo esercito italiano, impegnato a combattere contro quello austro-ungarico. Non vediamo l’ora di mostrare ciò a cui abbiamo lavorato: ci sono molte novità interessanti in arrivo!”

queste sono state le parole provenienti dalla casa madre.

infatti in questo game dovremo guidare alla carica una delle due fazione attraverso i paesaggi montani italiani.

Come per gli altri giochi i ragazzi di BLACKMILL si sono concentrati sulla ricerca storica delle divise, armi e combattimenti  tant’è che avremo da compiere diverse missioni in base al fronte per cui ci schiereremo.

Che giochiamo tra le montagne italiane, nelle città; online o no, i giocatori potranno gestire baionette, mitragliatrici, mortai e lanciagranate oltre che a chiedere il supporto aereo, con bombardamenti, rifornimenti e gas letali.
In Isonzo dovremo scegliere con cura il proprio equipaggiamento in base alla categoria del nostro personaggio infatti gli ingeneri potranno disinnescare bombe o tagliare fili spinati per creare passaggi per la fanteria, mentre gli ufficiali potranno ordinare la creazione di ostacoli o sbarramenti

La data di rilascio non è ancora stata annunciata ma sappiamo che è prevista entro il 2021 e sarà disponibile sia su PC su che console PS4 Xbox One e su PS5 Xbox S/X

[youtube https://www.youtube.com/watch?v=vG-UKXJKNBY&w=640&h=360]



ANPE: Laurea in pedagogia inutile, cancelliamola!

                                                             

 

COMUNICATO STAMPA del 20.05.2021

 

Con i recenti provvedimenti, ultimo dei quali è il Decreto Sostegni bis, approvato il 20 maggio 2021, la necessità di un intervento primariamente pedagogico, per cercare le soluzioni al disagio giovanile, è stata ulteriormente ignorata dal Governo ed in particolare dal Ministero dell’Istruzione, con il quale nell’agosto scorso le associazioni rappresentative dei pedagogisti e degli educatori socio-pedagogici, ha sottoscritto un apposito Protocollo d’intesa.

Il recente stanziamento di venti milioni di euro a sostegno dei servizi di psicologia, fondi che si aggiungono a quanto stanziato già in precedenza, indica come la “sanitarizzazione” sia impropriamente ritenuta dalla classe politica la via elettiva per la soluzione dei problemi educativi e formativi che vengono espressi nei vari contesti, in particolare nella scuola.

Di fatto, con tali provvedimenti, la pedagogia ed i pedagogisti vengono estromessi dalla società e dalla scuola, quest’ultima sempre ritenuta il loro àmbito elettivo.

Questo peraltro significa che le lauree magistrali in scienze dell’educazione e della formazione sono pressoché inutili, in quanto le opportunità lavorative indicate dai piani di studio universitari nella realtà sono concesse ad altri professionisti, privi delle necessarie competenze. Quindi, i corsi di laurea magistrale in scienze dell’educazione e della formazione perdono la loro ragione di essere e il perdurare di tale situazione induce a proporne la cessazione.

Va inoltre sottolineato come a tale punto si sia giunti anche “grazie” al disinteresse, al silenzio e all’accondiscendenza da parte di molti docenti universitari, alcuni dei quali peraltro privi di laurea in Pedagogia o Scienze dell’Educazione.

Disattenzione in alcuni casi millantata come fattivo interesse al riconoscimento della professione di Pedagogista, quando unico atto utile e necessario dovrebbe essere il suo ordinamento mediante la costituzione dell’Ordine e del relativo Albo.

Le risorse e la capacità di resilienza dell’essere umano indicano che i processi educativi e formativi non possono e non devono essere considerati alla stregua di meri eventi patologici e dimostrano che la strada da seguire non è quella imboccata.

 

La Presidente nazionale ANPE

Maria Angela Grassi

 




SCRIPTA MANENT …

PAROLE, PAROLE, PAROLE …

La comunicazione, nell’era dei social e della pandemia, è cambiata.

Gli indizi, in questi ultimi mesi, sono stati ripetuti e sono sotto gli occhi di tutti.

Un riferimento evidente è nella comunicazione politica, sempre più ostaggio delle dinamiche dei consensi del web e per questo, sempre meno libera e riconoscibile come strumento fondamentale di funzionamento dei sistemi democratici.

Una considerazione che non risparmia le cifre della comunicazione istituzionale, nella vicenda pandemica, purtroppo, ancora attuale.

Alla informazione si è andata contrapponendo la contro-informazione.

Il problema è che, entrambi gli archetipi, sono stati scavalcati dall’industria del “fake”, del falso.

Una montagna di articoli e informazioni riversate prevalentemente sul web, che propongono ai lettori contenuti, più o meno consapevolmente, non autentici.

Il fenomeno ha assunto dimensioni tali che è in corso una campagna di comunicazione istituzionale, finanziata dal Gruppo Mediaset, dal titolo “Io non la bevo” che prende di mira le “fake news” insegnandoci a  smascherarne i caratteri ed i contenuti.

Il fatto deve far riflettere perché, quando si parla di informazione scritta, si entra all’interno del sacro perimetro delle fondamenta costituzionali di uno Stato democratico.

La parola scritta è il cemento che lega la storia delle civiltà.

“Verba volant, scripta manent” è l’asse portante di una tradizione millenaria che confida alla parola scritta un rango unico e fondante.

La libertà di stampa trova posto in tutte le costituzioni democratiche degli Stati moderni e l’accezione di falso, ci riporta alla struttura comunicativa dei regimi totalitari volti all’affermazione di un’unica verità ideologica.

Negli ultimi mesi, abbiamo vissuto una privazione verticale e orizzontale delle nostre libertà fondamentali in nome di uno stato d’emergenza che ha ridotto gli ambiti di confronto democratico.

Non piace l’idea che il mondo, che si prepara ad uscire dall’evento pandemico globale, debba convivere con una diluizione permanente di ogni certezza propria dello stato di diritto.

Pensare ad un mondo dominato dalla precarietà e dalla manipolazione, anche nel linguaggio scritto, avrebbe conseguenze, nel medio termine, disastrose.

L’auspicio è che le fake news restino un danno collaterale contenuto, conseguenza di un sistema sociale che comunica con modalità sempre più connesse e veloci.

La sfida alla quale l’intera comunità politica e sociale è chiamata non deve essere quella di smascherare le notizie false.

L’obiettivo deve restare la riforma dello Stato democratico in un contesto non soltanto nazionale ma europeo e mondiale.

Un impegno che, ci auspichiamo, assuma ben presto, il senso di un valore universale condiviso.

 

LA REDAZIONE DI BETAPRESS

 

L’Ipocrisia del tutto




Enormi numeri di adesione per la manifestazione del comitato DS fuori regione

OLTRE 4500 PARTECIPANTI ALLA MANIFESTAZIONE VIRTUALE ORGANIZZATA DAI DIRIGENTI SCOLASTICI FUORI REGIONE 

Ieri, con una modalità innovativa, nel rispetto della situazione emergenziale, si è svolta una manifestazione creativa e originale che ha visto uniti circa 1200 Dirigenti Scolastici fuori regione e una platea di oltre 4500 partecipanti sui vari canali digitali.

Dalle ore 11:00 alle ore 17:00 dirigenti scolastici di tutta Italia, politici di ogni schieramento, organizzazioni sindacali di area e di categoria si sono alternati alle performances di diversi artisti nella “piazza” virtuale messa a disposizione dalla webtv Betapress con la conduzione della giornalista Chiara Sparacio (registrazione disponibile BetapressTV), per confrontarsi sulla problematica condizione dei Dirigenti Scolastici fuori regione, vincitori dell’ultimo concorso.

I numeri della manifestazione sono stati entusiasmanti con oltre 4000 visualizzazioni sui più popolari canali social in diretta streaming, superando i 2500 interventi in chat su YouTube. Scopo della manifestazione, la richiesta alle forze politiche e sindacali di trovare una soluzione rapida e concreta al problema dei Dirigenti fuori regione.

Nell’agorà virtuale i Dirigenti Scolastici hanno trattato le tematiche relative alle storture legate alla procedura concorsuale del 2017, ripercorso le interlocuzioni con sindacati e politici, le azioni messe in campo, nonché le storie personali in tempo di Covid-19, lontani dagli affetti. Le forze politiche e sindacali intervenute hanno riconosciuto la gravità della situazione rappresentata e si sono dichiarate disponibili ad una fattiva collaborazione per la ricerca di una reale e immediata soluzione.

Hanno partecipato nell’ordine: gli onorevoli Vito De Filippo, Dario Damiani, Mario Pittoni, Carmela Bucalo, Tiziana Drago, Riccardo Nencini, Rina Valeria De Lorenzo, Paola Della Santina per l’On. Nicola Fratoianni, il Consigliere regionale della Calabria Marcello Anastasi, l’Assessore alla Cultura Comune di Roma Lorenza Fruci, il Presidente della Regione Puglia Michele Emiliano; per le Organizzazioni Sindacali Marcello Pacifico, Antonello Giannelli, Attilio Fratta, Roberta Fanfarillo, Rosa Cirillo, Paola Serafin, Giovanni De Rosa. Contributi musicali di Matteo Trimigno, Officine Popolari Lucane di Pietro Cirillo, Compagnia teatrale LiberaImago.

 

Il Comitato Dirigenti Scolastici fuori regione

 

Il Diritto di Scegliere! Manifestazione dei Dirigenti Scolastici Fuori Regione

 




Giusto Scozzaro, l’appello e la precedente condanna per diffamazione.

Raccogliamo la richiesta del comunicato stampa della CGIL, uscito in questi giorni su alcuni giornali locali, di rioccuparci del caso di Giusto Scozzaro condannato in primo grado per diffamazione, ed ora passato al vaglio della corte d’appello.

In tutta sincerità di questo caso non ce ne saremmo più occupati, ma come ignorare la richiesta della CGIL rispetto al tema stesso.

Correva l’anno 2018 quando il giudice di pace di Palermo condannava per il reato di diffamazione il signor Giusto Scozzaro, allora segretario generale della CGIL Sicilia.

La condanna giungeva dopo due anni di giudizio in cui la difesa del segretario citò oltre dieci testimoni con il tentativo di screditare il querelante.

Il Giudice di Pace di Palermo, dopo aver sentito tutti i testimoni richiesti dalla difesa, e dopo due anni di udienze aveva sentenziato il verdetto di condanna  con il massimo risarcimento per danni concesso ad un giudice di pace, ovvero 5000 euro più il pagamento delle spese processuali.

Ma quale era il motivo del contendere?

Nel 2014 Giusto Scozzaro nel suo ruolo di segretario CGIL inviò all’allora Direttore Generale USR Sicilia, una lettera in cui chiedeva alla stessa un urgente intervento nei confronti di una dirigente scolastica che a suo dire si sarebbe macchiata di gravi fatti, tra i quali l’appropriazione indebita di due cellulari, la lesione del diritto allo studio, e la presenza nella scuola di un “soggetto la cui presenza è ancora più grave della lesione del diritto allo studio”.

Dagli atti dibattimentali si vedrà successivamente che questa missiva era scaturita da una segnalazione di una sindacalista della scuola della dirigente in epigrafe che si scoprirà più avanti in acredine con la dirigente stessa.

La relazione redatta dalla Dirigente Scolastica, su richiesta dell’USR, da sola era sufficiente a smorzare qualsiasi dubbio sia sui motivi della segnalazione fatta allo Scozzaro sia sulle inesistenti accuse a lei rivolte, specie perché allegate alla relazione della dirigente vi erano prove documentali riguardo al tema avanzato.

La Dirigente inoltre lamentava la mancata comunicazione da parte dello Scozzaro con la stessa, comunicazione preventiva che sarebbe stata doverosa visto il ruolo ed anche l’impeccabile curriculum professionale della dirigente stessa.

Nonostante questo l’USR decise comunque di avviare un’ispezione formale sulla scuola e sulla dirigente che ebbe come risultato finale l’evidenza incontrovertibile che la Dirigente era completamente estranea a tutte le accuse mossele e lo stesso valeva per il “soggetto” indicato dallo Scozzaro.

In questo senso, calcolando la gravità del contenuto della missiva inviata e soprattutto che il querelante era stato tirato in mezzo ad una diatriba interna della scuola e che la CGIL, come la stessa ammetterà più volte in sede dibattimentale, lo aveva coinvolto perché già “conosceva” il soggetto e quindi si era precipitata ad intervenire (dimostrando un’acredine di gruppo nei confronti dello stesso querelante), venne depositata la succitata querela di parte che divenne poi processo nei confronti del relatore (Scozzaro) della missiva.

Infatti alla fine del dibattimento in primo grado, sentiti oltre dieci testimoni, prodotte centinaia di pagine documentali, nonostante le infinite relazioni della difesa fatte contro il querelante nel tentativo di screditarlo, il giudice di pace di Palermo condannava lo Scozzaro.

Ora, nell’appello, il giudice di Palermo in poche ore e sulle sole carte, quindi senza ascoltare i testimoni, è riuscito a modificare (e di cui ancora si ignora la motivazione) ciò che il giudice in primo grado, in due anni direttamente ed ascoltando i testimoni, aveva verificato.

In conseguenza la CGIL esce con un comunicato stampa in cui, glissando la condanna in primo grado, ci accusa di essere stati troppo “vicini” al querelante, ma quando Scozzaro fu condannato, non abbiamo visto nessun comunicato della CGIL, allora in quel caso sono stati loro ad essere troppo vicini al condannato.

In ogni caso tutto è bene quel che finisce bene, ma, aspettate, non è ancora finita, se nel girone di andata querelante CGIL finisce 5 a 0 ed il ritorno è finito 0 a 1, manca ancora lo spareggio.

Vedremo gli eventuali comunicati dopo la sentenza della Cassazione.

 

 

 

 

Condannato per diffamazione Giusto Scozzaro, ex segretario provinciale CGIL Palermo

La libertà di stampa

 

 




L’ANNO (scolastico) CHE VERRÀ

 

Era il 5 marzo 2020 e le scuole chiudevano per l’emergenza da coronavirus. D’allora abbiamo dovuto ripensare la nostra quotidianità.

Abbiamo dovuto rivedere consuetudini che, nell’arco di pochi giorni, sono venute a mancare, ma anche esperienze portanti della nostra esistenza.

Intorno alla scuola molto si è discusso, molto si è riflettuto; mentre si continua ad adoperarsi per riorganizzarla e cercare di farla vivere, comunque.

Abbiamo anche sperato che il dramma vissuto potesse servire almeno ad aggiustare alcune problematicità che, da anni, non sono ben chiare. Invece stiamo lavorando già per il nuovo anno scolastico, ma la nebbia è ancora molto fitta.

Che sarà per l’anno (scolastico) che verrà?

A distanza di un anno, non si può più parlare di emergenza, ma di pandemia “strutturale” ed è necessario trovare rimedi strutturali per risolvere problemi da anni nel dimenticatoio.

I problemi erano e sono: elevato numero di studenti per classe e aule troppo piccole.

Abbassare il numero degli studenti per classe presuppone aumenti di organico del personale ed inoltre occorre dimensionare in maniera ottimale le aule attraverso urgenti investimenti in edilizia scolastica.

Per garantire la scuola in presenza e in sicurezza, oltre al completamento del piano vaccinale, è necessario “lavorare” sulle due variabili ricordate.

Il Covid-19 è un virus respiratorio che si diffonde principalmente attraverso le goccioline del respiro delle persone infette (droplets) quando starnutiscono o tossiscono o si soffiano il naso, e attraverso anche l’atto del parlare.

Quando si parla migliaia di goccioline possono rimanere sospese nell’aria tra gli 8 e i 14 minuti.

Questi stessi droplet, per la forza di gravità, cadono e possono atterrare sulle più varie superfici su cui hanno tempi di sopravvivenza variabili.

Le particelle virali possono resistere fino a mezz’ora su carta da stampa, fino a 24 ore su legno e tessuto, fino a due giorni su banconote e vetro; fino a 4 giorni su acciaio inox, plastica e superfici interne delle mascherine e fino a una settimana sulla superficie esterna delle mascherine.

Quindi è necessario che le aule didattiche siano giornalmente sanificate e soprattutto siano dotate di apparecchi per il ricambio d’aria.

E allora? Quest’anno scolastico iniziato “in presenza” si approssima a chiudersi “a distanza” e l’anno che verrà?

Intanto le scuole hanno fatto le proposte di organico docenti e alunni/classi senza che fosse pubblicato il decreto interministeriale sugli organici per l’a.s. 2021/22,
quindi ancora non si sa se ci saranno classi di 30 alunni che presuppongono per il D. I. 18/12/1975 classi di 60 metri quadrati.

Ad avercele! Ma con 30 alunni in classe sottodimensionate il distanziamento con i banchi monoposto servirebbe a ben poco.

Occorre più personale per sanificare ogni giorno tutti gli ambienti e servono dispositivi per favorire un rapido e completo ricambio d’aria. Forse c’è ancora tempo per pensarci e intervenire, altrimenti anche l’anno (scolastico) che verrà si svolgerà a ritmo psichedelico “apri” e “chiudi”.

Aerazione e sanificazione sono argomenti presenti nel dibattito scientifico ed accademico ormai da tempo e se davvero si vogliono le scuole aperte ed in sicurezza, non si perda tempo.

 

Pio Mirra

DIRIGENTE SCOLASTICO




I CONTI TORNANO…

Lo scenario politico italiano si consuma ormai nei dejà vu e nelle notizie scontate.

Così, il ritorno sulla scena dell’ex premier Conte chiamato a rimettere in piedi le macerie del Movimento 5 stelle, riporta di attualità il forte attaccamento delle casta alle poltrone ed ai privilegi anche quando alle posizioni di potere vi si è arrivati dai percorsi costellati di rissosi insulti gridati brandendo la bandiera dell’antipolitica e del governo dei puri.

Un giudizio sulla scelta di Conte a pochi giorni dalla sua estromissione dalla guida del governo non sarà, tuttavia, oggetto di trattazione in questa sede anche se una sua pausa di riflessione un po’ più lunga sarebbe stata più elegante e maggiormente in linea con il profilo di garanzia che si è più volte voluto attribuire.  

Il punto che, invece, deve far riflettere riguarda i compiti a cui è stato chiamato l’avvocato del popolo.

L’idea, cioè, del Ministro di Maio, sempre più isolato, del signor Grillo e del comunicatore Casalino, di puntellare il Movimento 5 Stelle attraverso una transizione verso una forma strutturata di partito nell’alveo non già della tradizione socialista ma di quella liberale e democratica.

Un’affermazione espressa maldestramente da Di Maio che è passata quasi del tutto inosservata.

L’operazione in atto non deve spaventare per la superficialità dei suoi leader, la confusione dei suoi contenuti e il livello dei suoi obiettivi.

C’è un dramma più ingombrante.

Quello dell’inquinamento della politica italiana già alle prese con istituzioni rappresentative già provate dalle sempre maggiori iniezioni di democrazia diretta poste in essere da movimenti on line, reti social e dalle cifre della comunicazione a colpi di twitter.

L’idea della politica al servizio del bene comune suona strana e sul cammino di Draghi fanno capolino i fantasmi di una campagna elettorale di fatto già iniziata e che potrebbe essere, ancora una volta, sostenuta da programmi populisti ed orientata dal sensazionalismo degli annunci.

Sequenze che ricorderanno sempre di più la parodia dell’attore Antonio Albanese con il suo personaggio politico “Cettolaqualunque”.

Non sarà facile infatti districarsi nella scacchiera della politica dello schieramento progressista che metterebbe in campo le diverse anime del PD, Renzi ed i renziani, il nuovo partito di Conte e magari la parte espulsa dei parlamentari pentastellati anch’essi  tentati di formare un nuovo partito con o senza Di Battista.

Il limite della politica italiana in questo momento è proprio nella partitocrazia, fenomeno teorizzato nella prima repubblica ma di intatta carica espressiva anche nella fase attuale.

Il rischio è che in un mondo sempre più liquido dove i valori perdono di valenza e le ideologie di contenuti, la gestione del potere venga assunta da “partiti impresa” gestiti con mere logiche di consenso da valorizzare nel breve termine senza alcun riguardo al bene comune.

Non ci sarà da meravigliarsi se il dibattito politico riprenderà ben presto il tema della riforma elettorale per un sistema proporzionale puro che garantisca l’accesso in parlamento al più alto numero di rappresentanze territoriali per buona pace della governabilità e della semplificazione del sistema istituzionale e politico.

Il timore in conclusione è che la politica italiana potrebbe essere inadeguata ad interpretare le sfide che attendono il sistema Italia ancora in piena urgenza virale con il risultato di vedere ancora ampliato il distacco tra il paese legale e quello reale.

La domanda, in questo contesto, se il Governo Draghi riuscirà a portare avanti il piano vaccinale e le riforme non più rimandabili, resta di pungente attualità e purtroppo i dubbi prendono sempre più il posto delle certezze.

 

 

LA REDAZIONE DI BETAPRESS




Ciao Mauro.

Sabato se n’è andato senza fare rumore, vittima del Covid, Mauro Bellugi.

Un grande calciatore, uno di quelli che è entrato nelle case degli italiani nelle immagini delle televisioni ancora in bianco e nero.

Bellugi ha vestito i panni dell’Inter ma anche del Bologna, del Napoli e della Pistoiese.

Poi le presenze in nazionale ed una carriera come tecnico e acuto  commentatore nei  tempi più vicini ai nostri giorni.

Alcuni di noi, forse, quelli che non seguono il calcio, lo hanno conosciuto solo di recente.

In qualche commento sportivo, in qualche intervista o in quel collegamento dal letto dell’ospedale con la conduttrice Barbara d’Urso nel programma da lei diretto “Live – Non è la D’Urso”, appena qualche settimana fa.

Mauro Bellugi non era soltanto un calciatore di talento.

Era un Uomo di grande umanità e coerenza.

Quella umanità che impara chi ha davanti a se una ruolo da terzino sempre chiuso a metà campo, lontano dalla porta avversaria, dal gol che tutti  sognano di calciare.

Eppure Mauro era lì, sempre al suo posto fino a quel gol splendido e risolutivo, alla fine, messo a segno nella Coppa Campioni del 1971 nella partita tra Inter e Borussia Monchengladbach.

Un monito a chi guarda ma non vede la complessità del consorzio umano fatto di numeri primi spesso nascosti e discreti ma indispensabili per il raggiungimento dei propositi anche di quelli più ambiziosi.

La malattia che lo ha colpito, con ingiusta violenza, sapeva forse di trovare in lui un combattente audace e ostinato sempre pronto a difendere la propria posizione di gioco con tutte le sue forze anche quando l’area da difendere era la sua stessa vita.

Una grande tristezza pervade tutti noi.

Con Bellugi perdiamo, ancora una volta, un pezzo della nostra storia.

Quella storia fatta di valori, di coerenza, nel quale il “per sempre”, per dirla con le parole di Pupi Avati, era un abito morale che univa trasversalmente gli uomini e le donne usciti dalla guerra e le giovani generazioni di quella stagione dolorosa.

Mauro Bellugi  era, come molti dei suoi compagni di gioco, un atleta per il quale il successo si costruiva con il sudore.

C’erano le scorciatoie ma si sceglieva di impegnare il percorso più giusto,  non il più facile.

Per questo la nostra tristezza non vuole accettare le consegne del silenzio.

Un giorno Gino Paoli disse che l’amicizia è scambiarsi una valigia piena di oggetti personali, con i propri amici.

 Una valigia da portare con se nel cammino della vita.

È così che quando un’amico ci lascia insieme alle sue cose porta via anche una parte di noi.

Mauro ha portato via una parte di ognuno di noi.

Lo ricorderemo correre come sempre, con quella gioia che scalda il cuore e ci rende tutti un po’ migliori.

Alla sua famiglia ed ai suoi affetti più cari rivolgiamo il senso più profondo del nostro cordoglio.

 

La Redazione di Betapress