I Vaccini Panacea di tutti i mali… ma ricordiamoci che da poveri ci si ammala di più…

Come al solito in Italia si esagera sempre!

Vaccini si, Vaccini no, se dici di non vaccinare sei un delinquente e ti arresto, nasce il fronte vaccini, la stampa si orienta per far credere al cittadino che senza i vaccini si muore, insomma siamo alle solite.

Non che i vaccini non siano importanti, certo che lo sono ci mancherebbe, ma con questo non sono le uniche cose che salvano la popolazione dalle malattie.

Vi sono altri fattori fondamentali,  QUESTI FATTORI SONO L’IGIENE, I SERVIZI IGIENICO-SANITARI, LA NUTRIZIONE, IL DIRITTO DEL LAVORO, L’ ELETTRICITÀ, LA CLORAZIONE, LA REFRIGERAZIONE, LA PASTORIZZAZIONE, E MOLTI ALTRI ASPETTI CHE OGGI GENERALMENTE DIAMO PER SCONTATI COME PARTE DELLA VITA MODERNA.

IL MIGLIORAMENTO DEL TASSO di MORTALITÀ non è solo legato alla medicina, ma alle condizioni di vita della popolazione.

Eppure oggi abbiamo fatto una legge sui vaccini, forse perché l’impoverimento del paese ed il cambio delle condizioni di vita della popolazione, l’aumento dei costi e la mancanza di reddito che obbliga i cittadini a diminuire i presidi sanitari primari, deve invece passare in secondo piano.

ed eccoci alla stragrande urlata e strombazzata legge sui vaccini!!!

s t a t o        g e n i o o o o o o!!!!!!!

Vediamo un poco di riassumere di cosa si tratta:

Dieci vaccini obbligatori per l’iscrizione a scuola da 0 a 16 anni. Pena la non iscrizione fino ai 6 anni, e il pagamento di multe per i genitori dai 6 anni in poi. E’ previsto l’obbligo di vaccinazione anche per i minori stranieri non accompagnati. I vaccini potranno essere prenotati anche in farmacia. Nasce l’Anagrafe nazionale vaccini, e vengono promosse iniziative di informazione e comunicazione sulle vaccinazioni. Queste le principali novità della legge sui vaccini, firmata dal ministro Lorenzin.

Ecco i 10 punti chiave del provvedimento.

1) Vengono dichiarate obbligatorie per legge, secondo le indicazioni del Calendario allegato al Piano nazionale di prevenzione vaccinale vigente (età 0-16 anni) e in riferimento alla coorte di appartenenza, dieci vaccinazioni.

  1. anti-poliomelitica;
  2. anti-difterica;
  3. anti-tetanica;
  4. anti-epatite B;
  5. anti-pertosse;
  6. anti Haemophilusinfluenzae tipo B;
  7. anti-morbillo;
  8. anti-rosolia;
  9. anti-parotite;
  10. anti-varicella.

Per queste ultime 4 è prevista una valutazione fra tre anni per l’eventuale eliminazione dell’obbligo. Non saranno dirimenti per l’iscrizione a scuola, ma saranno offerti gratuitamente (con un’offerta “attiva”, vale a dire con chiamata dalle Asl), i vaccini contro meningococco B, meningococco C, pneumococco e rotavirus (i primi due in origine erano previsti nel decreto come obbligatori). Sarà possibile procedere alla vaccinazione monocomponente per chi risulti già immunizzato per alcuni di questi vaccini.

Per tutti gli altri, comunque, non saranno necessarie dieci punture, anzi. Ne basteranno due: sei vaccini possono essere somministrati insieme, con l’esavalente (anti-poliomielite, anti-difterite, anti-tetano, anti-epatite B, anti-pertosse, anti-Haemophilus Influenze tipo b), e altri quattro possono essere somministrati con il quadri-valente (anti-morbillo, anti-rosolia, anti-parotite, anti-varicella).

Tali vaccinazioni possono essere omesse o differite solo in caso di accertato pericolo per la salute, in relazione a specifiche condizioni cliniche documentate e attestate dal medico di medicina generale o dal pediatra di libera scelta. Se un bambino ha già avuto le patologie indicate deve farsi attestare tale circostanza dal medico curante che potrà anche disporre le analisi del sangue per accertare che abbia sviluppato gli anticorpi.

In caso di violazione dell’obbligo vaccinale ai genitori esercenti la responsabilità genitoriale e ai tutori è comminata la sanzione amministrativa pecuniaria da 100 a 500 euro.

Le sanzioni vengono irrogate dalle Aziende sanitarie.

I genitori a cui l’Asl contesta la mancata vaccinazione possono provvedere entro il termine indicato a mettersi in regola.

Non possono essere iscritti agli asili nido ed alle scuole dell’infanzia, pubbliche e private, i minori che non abbiano fatto le vaccinazioni obbligatorie. In tal caso, il dirigente scolastico segnala, entro 10 giorni, alla Azienda sanitaria competente il nominativo del bambino affinché si adempia all’obbligo vaccinale. Il genitore può anche autocertificare l’avvenuta vaccinazione e presentare successivamente copia del libretto. Chi è in attesa di vaccinare il bambino può comunque iscriverlo, presentando copia della prenotazione dell’appuntamento presso l’azienda sanitaria locale.

Anche nella scuola dell’obbligo, i minori che non sono vaccinabili per ragioni di salute sono di norma inseriti dal dirigente scolastico in classi nelle quali non sono presenti altri minori non vaccinati o non immunizzati.

L’Agenzia del farmaco è coinvolta sul fronte della farmacovigilanza: predisporrà una relazione annuale con i dati degli eventi avversi associabili alla vaccinazione. Relazione che verrà trasmessa dal ministro al Parlamento. Stretta anche sui prezzi dei vaccini: dovranno essere sottoposti alla negoziazione obbligatoria dell’Aifa. Infine, la stessa Agenzia è sempre parte in giudizio in tutte le controversie riguardanti presunti danni da vaccinazioni e somministrazione di presunti farmaci non oggetto di sperimentazione.

I vaccini potranno essere prenotati anche in farmacia, gratuitamente.

I genitori potranno invece recarsi all’Asl per ricevere informazioni sulle modalità e i tempi di vaccinazione dei propri figli.

Nasce l’Anagrafe nazionale vaccini, nella quale sono registrati tutti i soggetti vaccinati e da sottoporre a vaccinazione, le dosi ed i tempi di somministrazione e gli eventuali effetti indesiderati. Inoltre viene istituita una Unità di crisi permanente, promossa dal ministero della Salute, per monitorare l’erogazione del servizio e prevenire eventuali criticità.

Il ministero della Salute avvierà una campagna straordinaria di sensibilizzazione per la popolazione sull’importanza delle vaccinazioni per la tutela della salute. Nell’ambito della campagna, i ministeri della Salute e dell’Istruzione promuovono, dall’anno scolastico 2017/2018, iniziative di formazione del personale docente ed educativo e di educazione delle alunne e degli alunni, delle studentesse e degli studenti sui temi della prevenzione sanitaria e in particolare delle vaccinazioni, anche con il coinvolgimento delle associazioni dei genitori e le associazioni delle professioni sanitarie.

Saltata, per assenza di coperture, l’obbligatorietà anche per operatori sanitari e scolastici, questi dovranno comunque presentare nei luoghi in cui prestano servizio una autocertificazione attestante la propria “situazione vaccinale”.

Fin qui la teoria, ma adesso vediamo la pratica…

Tutto questo giochetto ci costerà centinaia di milioni di euro, con genitori nel panico per l’obbligatorietà in data odierna di quattro vaccinazioni che potranno essere revocate dall’obbligo tra tre anni.

Ciò significa via libera alla sperimentazione, salvo poi, verificare, in itinere, i presunti danni da vaccinazione…

La mancata assoluzione dell’obbligo vaccinale per ragioni di accertato pericolo per la salute saranno dettate dall’ansia genitoriale o dalla professionalità del pediatra e dovranno essere documentate in che tempi, in che modi?

Le analisi del sangue per comprovare l’ immunità con sviluppo di anticorpi saranno attendibili e definitive o presunte e cicliche?

Nel frattempo, il Dirigente scolastico deve segnalare entro 10 giorni alla Asl competente il nominativo di tutti i bambini non regolarmente vaccinati.

A questo punto, i genitori faranno a gara ad autocertificare l’avvenuta vaccinazione, a fotocopiare il libretto od a documentare la prenotazione dell’appuntamento all’Asl…

Mi immagino nel caso di minori non accompagnati o di genitori non italianizzati come sarà facile assolvere a questi doveri di legge…

Ma, intanto, lo stesso povero dirigente scolastico, dovrà rivedere il criterio di formazione delle classi, per non mettere nella stessa classe alunni non vaccinabili per motivi di salute, con alunni non ancora vaccinati, in attesa dell’appuntamento all’Asl o di alunni immunizzati in attesa di responso delle analisi del sangue…

L’enorme spesa medica per sostenere questa campagna di vaccinazioni a tappeto, risponde ad un’evidente speculazione delle multinazionali farmaceutiche o un’ improvvisa calamità naturale peraltro non certificata?!?

E, dulcis in fundo, tutti gli operatori sanitari e scolastici, ( saltata l’assenza di coperture, ma sopravvissuti a tutte le malattie….) dovranno presentare nei luoghi di servizio un’autocertificazione che attesti la propria situazione vaccinale, e poi il certificato effettivo.

Ma avete idea del caos che state creando??????

Come se fosse facile per il personale docente, amministrativo, dirigente accedere e documentare le vaccinazioni fatte, anni fa, scarabocchiate su un libretto dell’ufficio d’igiene che non è di sicuro sopravvissuto, come noi, all’usura del tempo ed ai vaneggiamenti ministeriali…    

MA POI SE I RAGAZZI ALLA FINE SONO TUTTI VACCINATI, A COSA VI SERVONO LE VACCINAZIONI DEGLI ADULTI????????????? 

Antonella Ferrari




Le armi made in Italy ed è subito Boom economico: aumento dell’85,7% dell’esportazioni

Se qualcuno di noi non ci avesse mai pensato, beh è ora che lo faccia! La nostra economia nel 2016 ha avuto uno scossone nella produzione ed esportazione delle armi passando dai 7,9 miliardi del 2015 ai 14,6 miliardi di euro.

Un’incredibile impennata di esportazioni di armi, soprattutto nello Yemen, Kuwait e altri paesi del golfo Persico dove oltre alla vendita dei poderosi Eurofighter della Leonardo ed elicotteri si è ulteriormente incrementata anche la categoria di armamenti (da sempre più venduta dall’Italia) di “bombe e missili”.

Per questo motivo non deve quindi destare stupore se L’Italia è nell’elites mondiale della controversa classifica della produzione, vendita e acquisto di armi e soprattutto non dobbiamo mostrarci stupiti quando leggiamo che L’Italia è prima in Europa per incremento delle spese militari, con un più 11 % nel 2016.

Ora, prendendo spunto dalla categoria di armamenti di “bombe e missili” va sicuramento evidenziato il movimento “no bombe”, formato da varie associazioni ambientaliste, che in Sardegna è stato portato alla ribalta dai media nazionali, e che vede incentrato il proprio operato nella proposta di riconversione di una delle principali fabbriche implicate in questo commercio, si tratta della RWM Italia S.p.A. una società del gruppo Rheinmetall Defence che ha la sua sede nel Comune di Iglesias.

Parlare di riconversione in Sardegna è materia molto tosta dopo il fallimento della riconversione del settore minerario, soprattutto in una delle province più povere d’Italia. Parlo del Sulcis Iglesiente, zona in cui persiste una situazione molto più intricata rispetto ad altri territori italiani dove una semplice riconversione potrebbe rappresentare la perdita di centinaia di posti di lavoro.

Risulta quindi ovvio che una discussione di questa portata stritola più che in qualunque altra regione le posizioni etiche e le difese tout court dei livelli occupazionali, creando una sorta di scontro sociale tra ambientalisti e lavoratori della fabbrica e dell’indotto.

Ma facciamo un po’ di chiarezza, la discussione e le prese di posizione del Comitato per la riconversione della RWM puntano il dito contro esportazioni e vendita degli armamenti nel conflitto che vede coinvolta la coalizione araba a guida saudita contro lo Yemen – un conflitto con numeri da brivido con oltre 10mila morti, 40mila feriti e 2 milioni di sfollati.

Il comitato richiede l’intervento delle forze politiche locali, regionali e nazionali trovando in prima battuta trova appoggio dal Comune di Iglesias che con un ordine del giorno, votato quasi all’unanimità, chiede a “Stato e Regione un impegno concreto affinché vengano ricreate le precondizioni per la possibile riconversione degli stabilimenti della Rwm”, stabilimento da cui partono le bombe impiegate dai sauditi nella guerra dello Yemen.

Naturalmente “nell’assoluta garanzia e implementazione dei livelli di occupazione”. Ma se appare ovvio che una tale riconversione non possa avvenire in un breve lasso di tempo appare altrettanto chiaro il messaggio politico: Iglesias e l’Italia attraverso il proprio operato, sempre improntato alla guida delle missioni di pace, deve mirare alla costruzione di rapporti internazionali di solidarietà.

Dopo questa presa di posizione del Comune di Iglesias è seguita anche quella della Camera dei deputati dove si è gia discusso e si continuerà a discutere di questo tema nei prossimi giorni attraverso due mozioni presentate in cui si chiede l’introduzione di un blocco sulle esportazioni di armi italiane in Arabia Saudita (come già richiesto dal Parlamento europeo in due occasioni) e la riconversione della fabbrica di Iglesias.

Seppure parrebbe che una linea sia stata tracciata non tutti sono dello stesso avviso, parecchi mostrano un netto scetticismo verso la riconversione: Confindustria, Cgil e Cisl si smarcano completamente dalle richieste dei movimenti ambientalisti e politici.

Se una soluzione dovrà essere trovata non sarà quella di spostare la produzione su altri siti regionali, nazionali o europei, piuttosto quella di agire in tutela i diritti umani attraverso soluzioni concrete. L’unica strategia ammissibile sarà quella volta a dirimere pacificamente i conflitti, dando assoluta priorità alle politiche di disarmo e di pace.

 

 

 

Francesco Melis