#iorestoacasa

L’Italia che si sbatte e quella che se ne sbatte…

C’è l’Italia che lotta e quella che boicotta, l’Italia della resistenza e quella della demenza, l’Italia dell’impegno e quella del me ne frego.

E poi ci siamo noi, ognuno di noi, obbligati, ora, a darci una mano, senza stringerci la mano, a stare uniti, seppur isolati.

Ora, davvero, siamo sulla stessa barca.

Ora, caso mai volessimo scappare, ci resta un barcone, quello dei profughi.

Ma stavolta, a Lampedusa, bloccano noi che vogliamo uscire, non gli altri che vogliono entrare.

Eh, sì, caro amico virus, ce ne stai facendo di favori!

Altro che lo scioglimento dei ghiacciai, minacciato da Greta Thunberg, tu ci stai dimostrando che il cambiamento climatico non ci tocca fino a che non ci sentiamo come quegli orsi polari alla ricerca del cibo, che la mascherina dobbiamo metterla proprio adesso che l’inquinamento è diminuito!

Altro che cori razzisti o tifoserie violente negli stadi, adesso, niente pubblico, partite a porte chiuse (mai, prima dell’altro ieri, un derby come Juve-Inter si è svolto così, in un clima di rispetto dell’arbitro e di solidarietà tra i giocatori rivali) e, da ieri, tutto fermo, pure le partite truccate ed il calcio scommesse!

Prima, assurdi rigurgiti xenofobi, con svastiche sui muri ed ingiurie ai sopravvissuti all’olocausto, adesso, siamo noi i segregati, quelli privati di una seppur minima libertà, rispetto a chi, davvero, era stato spogliato di tutto, libertà e dignità, nello scempio dei campi di concentramento!

Fino a poche settimane fa, erano i neri, poveri e sporchi che portavano la scabbia, adesso sono i bianchi, ricchi, potenti e famosi che portano il virus!

Quanto abbiamo detto e pensato che erano gli altri che dovevano starsene nel loro paese, adesso siamo noi che non possiamo uscire dal nostro ed imploriamo aiuti umanitari!

Prima tutti fuori, di casa e di testa, a correre come dei matti, perdendo il senso del tempo, in un delirio di onnipotenza e di onnipresenza, secondo l’assurda logica del produco dunque sono, arrivo dappertutto e consumo a più non posso.

Adesso un fermo immagine, IO RESTO A CASA. E sto fermo.

A misurare un tempo eterno, distillato su gesti quotidiani, scandito da consuetudini domestiche.

Questo tempo ritrovato è quello del prendersi cura di noi, ma, soprattutto, nostro malgrado, di chi è uno di noi, magari di quel nonno dimenticato o di quel figlio trascurato.

Infatti, dove prima c’era una famiglia scoppiata, ognun per sé e Dio per tutti, ciascuno indaffarato, intento a vivere la propria vita, dimenticandosi del proprio ruolo, adesso, c’è una famiglia ricomposta, magari problematica, ma dove, obbligatoriamente, ognuno di noi deve accorgersi che l’altro è lì, vicino a lui.

Ti ringrazio caro virus, perché ci stai dimostrando che nelle relazioni umane, la comunicazione non verbale, la socialità sono fondamentali, che non c’è social network che tenga, che la vera comunicazione non è quella virtuale, ma stare vicino, toccare, abbracciare l’altro.

Ti ringrazio caro virus, perché ci stai dando la prova che l’uomo è un animale sociale, ma è anche un essere dotato di intelligenza e volontà.

Che in questo momento l’aggregazione è pericolo di estinzione.

TOCCA A NOI SCEGLIERE!

Perché, mai come adesso, stare insieme, non significa fare branco o stare in gruppo, ma scegliere consapevolmente di stare da soli e lontano, per proteggerci, l’un l’altro.

Che l’unico modo per uscirne è non uscire, riscoprendo la reciprocità del gesto condiviso, il senso di appartenenza ad una comunità da proteggere, il sentirsi parte di un qualcosa di più grande di noi, riconoscendo che la nostra vita dipende dagli altri, da tutti gli altri.

Il coronavirus ci trascende e ci obbliga a riflettere.

IL coronavirus ci sta urlando in faccia che non siamo più noi l’ombelico del mondo, che non esiste più una linea di confine tra me e te, tra noi e voi, ma che ci sono io negli altri, con gli altri e che tutti insieme dobbiamo ruotare intorno allo stesso asse, quello della sopravvivenza.

 

 

 




Coronavirus: l’Italietta, come al solito…

Complimenti all’italiano medio deficiente!

Vorrei non dedicare tempo ed attenzione a chi testimonia ai suoi connazionali ed al mondo intero la sua vergognosa stupidità. Ma, giuro, non ci riesco!

Perché, nonostante la pressante informazione sulle modalità di contagio, sulle misure di sicurezza per la propria e l’altrui salute, ci sono in giro così tanti irresponsabili, demenziali nei gesti ed ignoranti nei post sui social?!?

Prima, l’assalto ai supermercati, ora, l’assalto ai treni.

Due settimane fa, il contagio viaggiava tra i carrelli e gli scaffali, stanotte, tra i binari e sui treni.

Nel frattempo, in questi quindici giorni, tutti insieme ad accalcarci allo ski-pass delle maggiori località sciistiche, (perché, tanto, già che sono chiuse le scuole, andiamo a sciare!).

Tutti insieme a farci un aperitivo sui navigli o in piazza, (ma, sì, dai siamo all’aria aperta!).

Tutti insieme in un centro commerciale, a Montesilvano, ad applaudire Elettra Lamborghini (ma vuoi, mettere? Per una gnocca così, val la pena di rischiare!)

Per non parlare di chi, ha invaso le località marittime della Liguria, facendo registrare un record di presenze tipico del periodo pasquale pur di passare una giornata al mare (mica possiamo murarci vivi!).

E come se non bastasse, mi vergogno per chi, ieri sera, ha veicolato la bozza del decreto.

Mi vergogno per chi, allarmato dall’ imminente firma dello stesso, è scappato dalla Lombardia, accalcandosi sugli ultimi treni della notte, portando con sé il virus verso sud.

Questi sono comportamenti che, se consapevolmente messi in atto pur conoscendo i rischi, dimostrano infantilismo, mancanza di senso civico, disprezzo della società in cui si vive.

Sono espressione di puro menefreghismo che finge di essere certo delle sue azioni e trasuda sicurezza da tutti i pori.

Infatti, per questi italiani deficienti, sono gli altri i paranoici, gli ipocondriaci, i troppo ligi alle regole.

Questi italiani irresponsabili pensano: Evitare in modo assoluto, non vuol dire vietare!”

E se il decreto entra in vigore alle 2 dell’otto marzo, dai che sul filo del tempo, faccio il furbo, prendo l’intercity della notte!

Perché per l’italiano medio, la deroga alla norma e la trasgressione alla legge è un dato di fatto, un marchio di fabbrica.

Chi davvero vuole bene a sé stesso, ai propri cari e al proprio Paese cerca di fare tutto il possibile per proteggersi, proteggere gli altri e proteggere la salute pubblica.

Il senso di responsabilità civica lo dobbiamo mettere in pratica per rispetto di tutti i medici e del personale sanitario che si batte per aiutare tutti coloro che soffrono, per contribuire alla prevenzione e al contenimento del Coronavirus.

In questo frangente il governo sta agendo bene, riconoscendo che la tutela della salute pubblica è prioritaria rispetto alla libertà di movimento.

Sono gli italiani che non seguono le regole.

Gli italiani si vantano di essere un popolo nazionalista…Sostengono di essere a favore della sicurezza e dell’ordine e poi, alla prima regola imposta per una questione di interesse pubblico, se ne fregano di semplicissime misure di contenimento di un’epidemia che rischia di devastare sanitariamente, economicamente e socialmente il Paese intero.

Ma perché non abbiamo da sempre a cuore il bene comune, dal lavoro alla salute?

Perché non pensiamo a tutte le fasce sociali, soprattutto ai deboli della popolazione?!?

Proprio a chi è maggiormente esposto al contagio, per evidenti ragioni di salute, deve essere riservata la nostra attenzione.

Nel riflettere sul ruolo del cittadino nel contesto sociale, va messa al primo posto la tutela di tutti coloro che non sono in grado da soli di provvedere a sé stessi e che rischiano, loro malgrado, di finire nella tela del ragno.

Sono proprio i più emarginati quelli che rischiano di più: chi è già sofferente per qualche patologia grave edoggi avrebbe bisogno anche soltanto di cure ambulatoriali.

Cure che vengono sospese perché viene data la precedenza all’organizzazione dell’emergenza attuale.

Chi si deve sottoporre a chemioterapie cicliche, a dialisi, a cure necessarie per lenire il dolore e ad altri interventi non ritenuti primari e rischia di rimanere indietro, a causa di un indebolimento del sistema sanitario.

Il SISTEMA ITALIA, più volte definito dal presidente Conte, è forte nella risposta medica, ma è debole in quella strutturale, perché per troppo tempo ha trascurato il potenziamento del pubblico, privilegiando le privatizzazioni.

Il sistema Italia ha da tempo boicottato sé stesso, settorializzando ambiti di tutela sociale come la sanità, spezzettandola regionalmente e creando così quella confusione, sia organizzativa sia comunicativa, che è venuta prepotentemente avanti nei giorni di esplosione del contagio da Codogno alla zona del lodigiano, per poi estendersi nel resto del nord.

Un nord da cui precipitosamente si tenta di fuggire dirigendosi verso le stazioni ferroviarie, per poter prendere l’ultimo Intercity della notte e andare verso Sud, dove si hanno forse dei parenti, ma dove l’epidemia sembra, per ora, non essere arrivata massicciamente, solo grazie al contenimento istituito nelle regioni settentrionali e che tanto sta costando in termini di sacrifici e modifiche dello stile di vita a milioni di cittadini del nord!

Complimenti a questi italiani di merda, che convinti di fuggire dal NORD impestato, hanno fatto una corsa ai binari dettata dal “si salvi chi può, beatamente infischiandosene di poter essere quei portatori sani del virus magari proprio nel loro caro SUD che al momento sembra ancora privo di focolai epidemici.

Ci voleva proprio il coranavirus per fare saltare la storia dei confini.

Siamo passati dal nazionalismo sovranista al municipalismo dell’Italia dei Comuni.

Dal “PRIMA GLI ITALIANI” al “FATEMI TORNARE A CASA”.


Uno spettacolo penoso, così tanto lontano dai princìpi costituzionali dell’unità nazionale che si forma invece proprio nel momento in cui deve emergere la solidarietà sociale e civile.

 




Coronavirus, italiano addio, etica addio, riprendiamoci il paese, Avanti Savoia!

Capisco che è facile fare polemica, capisco che mi si potrebbe rispondere vorrei vedere te, ma io sono un Direttore di Giornale, seppur piccolo ed insignificante rispetto ai grandi nomi che comunque hanno sparato a zero su quello che è successo pur di far notizia senza un minimo senso di responsabilità, almeno a parer mio, cosa che noi di Betapress non abbiamo fatto, quindi mi permetterò adesso di fare qualche piccola considerazione.

Intanto osservo che abbiamo chiuso le scuole ma in realtà abbiamo sospeso le attività, e no caro governo sospensione è una cosa, chiusura è altra cosa.

Non è difficile se chiudo non entra nessuno, se sospendo entrano tutti tranne i bambini ed i docenti.

Ma governo, tu che vuò fà?

Vuoi che le persone non entrino troppo in contatto e quindi salvaguardare i cittadini allora CHIUDI le scuole.

Vuoi che si salvino solo i docenti ed i bambini, allora SOSPENDI le lezioni.

Ma che ti hanno fatto i Dirigenti e gli ATA nonché i collaboratori scolastici?

Ma poi siamo sicuri che sia così utile fare questa via di mezzo?

Comunque a voler vedere alcune osservazioni:

Le lezioni sono sospese, ma i parchi pubblici sono pieni di bambini e baby sitter, le piste da sci sono gremite di persone che fanno vacanze inaspettate, ma l’obiettivo era spostare il luogo di contagio?

Non ci capiamo sull’italiano, ma nemmeno sulle misure, forse qui dovevamo chiudere le scuole e comunque tutti i luoghi in cui le persone si trovano in numeri elevati.

Però mi scuso, in partenza forse l’idea era un’altra (si ma quale?).

Ma anche sul virus prima era terribile, adesso è solo un’influenza un poco più grave del solito, prima un flagello, adesso normale, prima una catastrofe, adesso gestibile, però adesso chiudiamo il mondo … quando è gestibile?

L’unica verità è che non siamo preparati, il mondo non è preparato, ma nemmeno riusciamo a riflettere: in questi casi è necessario dare almeno la sensazione di avere tutto sotto controllo, ad esempio chiudere le scuole ogni settimana lascia l’idea che non sappiamo che pesci prendere (ma forse è proprio così) o peggio che non sappiamo di cosa parliamo.

In tutto questo incredibile “bordello” (ahi serva ITALIA …) nemmeno riusciamo a dire le cose minime per tranquillizzare i cittadini, ad esempio abbiamo instaurato una commissione che vigila sui prezzi dei beni di consumo per evitare sciacallaggi (vedi amuchina), o fare considerazioni sull’impatto economico ed il costo in vite professionali che tutto questo comporterà (non possiamo pensarci dopo) per poter definire una serie di sussidi alle imprese ed ai privati, ma anche solo pensare che nelle scuole ci sono centinaia di laboratori di chimica che potrebbero produrre disinfettanti a basso prezzo sia per i Cittadini che per lo Stato (invece stiamo buttando migliaia di euro per comprare disinfettanti), avremmo comunque dando inoltre l’idea di un paese pronto.

Lettori, il coronavirus non sarà una tragedia per la salute degli italiani, ma lo sarà per il sistema economico Italia, una spallata al già nostro traballante equilibrio economico che, se non gestita in tempo, non sarà una sciocchezza.

Intanto siamo diventati i paria del mondo, quasi che l’infezione l’avessero creata gli Italiani, tra un poco mi aspetto che la Cina ci mandi degli aiuti umanitari!!!

Poi ci siamo anche resi conto che le nostre strutture sanitarie non sono pronte o quantomeno carenti per gestire un evento simile (va beh e questo ha la sua logica, una pandemia [pandemia=Epidemia con tendenza a diffondersi rapidamente attraverso vastissimi territori o continenti] non è qualcosa su cui si può programmare un dimensionamento, un poco come pensare di esser preparati ad uno tsunami).

Anche chiudere le scuole forse lascia delle riflessioni: facciamo la scuola on line, l’Italia non è pronta, non ci sono le tecnologie nelle scuole e sopratutto il nostro sistema di lezioni non è strutturato per l’erogazione on line, infatti stiamo facendo la stessa tipologia di didattica frontale (tranne qualche mosca bianca) pensando di usare chat, blog, compiti a casa, slide sul registro elettronico… ahahahah …

inoltre, abbiamo sicuramente risolto il problema dell’abbandono scolastico perché appena i ragazzi che non venivano più a scuola capiranno cosa sta succedendo rientreranno tutti, sicuramente ci sarà una sanatoria per le assenze e chi avrà mai il coraggio di bocciare quest’anno???

Qualche Professore o Dirigente Scolastico si prenderà questa responsabilità con schiere di avvocati dei genitori che andranno a nozze con quanto sta succedendo?

Ma poi è mai possibile che venga detto ai dirigenti di attivare la modalità di didattica on line senza passare dal collegio dei docenti, organo sovrano in tal senso?????

Per tutelare i diritti passiamo sui diritti? Stato di Guerra?

Ma come cavolo si fa a passare dal popolo di santi poeti e navigatori a quello di infetti, malati ed untori …

Caro il mio Governo, nella paura tutto diventa piccolo, anche la capacità e l’orgoglio!!

Ma porcaccia miseria, etica, diritti, correttezza, italiano: persi …

Noi siamo Italiani, abbiamo organizzato l’Europa, abbiamo inventato il diritto, ma che succede?

Noi non dobbiamo avere paura, noi siamo l’Italia, noi siamo un popolo di eroi,
di santi, di poeti, di artisti, di navigatori, di colonizzatori, di trasmigratori, noi siamo Leonardo, noi siamo Marconi, noi siamo Giulio Cesare, noi siamo Leopardi, noi siamo Manzoni, noi siamo Caravaggio, noi siamo Giotto,
noi siamo papa Giovanni, noi siamo san Francesco, noi siamo Don Milani, noi siamo Dante, noi siamo Boccaccio, noi siamo Tommaso d’Aquino, noi siamo Michelangelo, noi siamo Cicerone, noi siamo Costantino, noi siamo Galileo, noi
siamo Ottaviano Augusto, noi siamo Cristoforo Colombo, noi siamo Italiani, ecco chi siamo, e voi chi siete?

Italiani Galantuomini, Avanti Savoia!

 

 

 

 

 

 

 

 

Coronavirus, stare dall’altra parte!

Coronavirus, ma la vita è altrove…

 




Coronavirus, ma la vita è altrove…

 

Il giornalista è un lavoratore nel campo dell’informazione.

Opera nel settore del giornalismo che si occupa di scoprire, analizzare, descrivere e scegliere notizie. Il giornalista redige articoli, inchieste (o reportage) o editoriali per testate giornalistiche periodiche o agenzie di stampa, su un mezzo di comunicazione di massa. Bene, questa è la teoria.

La pratica, in questi giorni, è che il giornalista è un terrorista mediatico.

Mai, come in queste ultime settimane, quelle del coronavirus, la follia comunicativa è esplosa, contagiando tutti, in modo direttamente proporzionale alla ignoranza popolare.

Esiste un problema.

O.K. Informiamo la popolazione.

Il dovere di un giornalista serio è quello di “informare”, dicendo la verità e rappresentando fatti concreti. Invece, stiamo assistendo a un fenomeno di manipolazione di massa di velocità e portata inenarrabili da parte di associazioni a delinquere, politici e giornalisti in prima linea.

Scenari apocalittici per strade ormai semideserte, in cui sono stati diagnosticate alcune centinaia di casi di UN’ INFLUENZA, pericolosa sì, ma non destinata a distruggere il genere umano.

Sguardi inebetiti dietro a mascherine improvvisate, tipo fai da te, o iper tecniche, degne forse di un film di fantascienza.

Abbracci trattenuti, contatti evitati, distanze di sicurezza calcolate e superfici disinfettate.

Dispacci, ordinanze, un bollettino di guerra aggiornato in tempo reale, che terrorizza la cittadinanza e costringe la popolazione, soprattutto quella psicologicamente più fragile, all’adozione di misure surreali.

Tamponi imposti ai ” sospetti untori” provenienti da zone rosse, isolate tipo campi di concentramento.

Bollettini quotidiani sempre più amplificati ed allarmanti che creano una destabilizzazione esponenziale ed irreversibile…

Un’ economia, già gravemente precaria prima, ormai in ginocchio, con chiusure obbligate di attività commerciali, disdette di appuntamenti, annullamenti di prenotazioni, revoca di convegni…

La gente fuma, beve, si droga, si impasticca, fa sesso promiscuo senza profilattici e se ne strafotte altamente, ma l’idea di poter contrarre un’influenza pesante dal vicino la devasta e costringe ad adottare misure grottesche ed esasperate.

Il catastrofismo e il terrorismo psicologico alimentato dai media hanno portato alla luce i livelli di rincoglionimento gravissimo dell’italiano medio che ha ormai perso, evidentemente, qualsivoglia tipo di centratura, equilibrio o punto fermo. I media hanno davvero gravi responsabilità a mio avviso e spero che un giorno potranno pagare nelle sedi opportune i gravissimi danni che stanno facendo e sui quali stanno speculando.

Il mondo, signori, vive e muore. La terra trema e distrugge le case scriteriate che ha costruito l’uomo. Tanto evoluto, quanto demente nel contempo. E dove sta il senso di altruismo, il senso del padre di famiglia che deve mantenere un equilibrio nonostante tutto?

Noi siamo la vita che può morire in ogni minuto secondo. Anch’io, che ora sto scrivendo queste righe, potrei, domani o oggi stesso, morire. E non per coronavirus, ma per il fine vita disposto o dal destino o dal nostro Creatore che ha stabilito un circuito di vita.

Ed ora, che arrivano le prime denunce per “procurato allarme” a carico di un certo tipo di comunicazione che squalifica il giornalismo italiano e non rende certo un servizio al popolo, impariamo a scegliere.

Scegliere chi ascoltare e cosa leggere.

Riconosciamo il peso ed il valore delle parole.

E dunque che “contagiato” non significa, né essere morto, né essere un mostro.

Contagiato significa malato.

E se esistono i reparti di malattie infettive, significa che ve ne sono tante altre!

Quante persone ricoverate in ospedale per controlli o interventi chirurgici si ammalano di altri virus contratti proprio lì? E c’è anche chi muore per questo, per lo più anziani ovviamente.

Che muoiano gli anziani non siamo contenti di certo, sono un patrimonio di saggezza, e non vorremmo perderli mai i nostri nonni e bisnonni.

Ma è la vita, non siamo noi i padroni della nostra vita!

Il piagnisteo, l’arraffo di pasta al supermercato, è il vero problema! Il rimandare tutto, il sospendere il mondo, questo è il vero virus che ci affligge!

Dunque, per resistere al coronavirus, dobbiamo scegliere di vivere, con prudenza sì, come quando andiamo in automobile, perché potremmo morire anche di incidente, da un momento all’altro come è capitato a tanti.

Ma dobbiamo scegliere di vivere, non di rinunciare a vivere per paura di morire.

Si vive e si muore. Questa è l’unica vera notizia.

Si vive e si muore di fame, di guerra, di tortura, di tante malattie in tutto il mondo, anche oggi, anche adesso. Basta terrorismo mediatico! Ascoltiamo canzoni, leggiamo libri, andiamocene anche a mangiare la pizza, specialmente ora (alla faccia della squallida satira francese!). E andiamo a comprare ciò che ci serve o ciò che ci piace.

Anzi, ora più che mai concediamoci qualche sfizio e qualche regalo in più. E facciamola finita di piangerci addosso, spegniamo la tivù, ed accendiamo il cervello!

Esercitiamo il nostro potere di lettori intelligenti: leggiamo solo chi non esagera!

 




Coronavirus, stare dall’altra parte!

Sei così piccolo, ma così potente! Inconsapevole menefreghista di confini politici, limiti geografici o muri mentali, non curante di bellezze artistiche ed ignaro di realtà produttive, te ne vai in giro per il pianeta, in ogni angolo della terra ed abiti il nostro tempo, giorno e notte. Sei un grande e soprattutto fai miracoli!

Complimenti! Finalmente, grazie a te, in men che non si dica, siamo noi italiani, i primi in Europa! Altro che propaganda partitica, ci volevi tu!

Solo che siamo finiti, nostro malgrado, dalla parte sbagliata! Ora che siamo i primi, finalmente i primi, ci accorgiamo che, in nome tuo, vacillano certezze che, fino ad una settimana fa, sembravano incrollabili.

Prima, c’eravamo noi da tutelare e poi gli altri da aiutare.

Adesso, ci sono gli altri da tutelare e poi noi da aiutare.

Dentro e fuori i confini statali, ma anche dentro e fuori le regioni a rischio, dentro e fuori le zone rosse, le chiese, le scuole, gli ospedali…Persino dentro e fuori casa! All’ improvviso, abbiamo capito che ci siamo noi e che ci sono gli altri. L’altro è tutto ciò che non siamo noi. L’altro è chi viene da fuori. Anche da fuori casa, anche se è uno di noi. Prima, l’altro era chi, per qualunque motivo, era diverso da noi, chi pregava un Dio differente.

Chi non la pensava come noi. Chi non aveva il nostro stesso orientamento sessuale. Era davvero forte la convinzione baricentrica del Noi fino a pochi giorni fa! Pensiamo alle dicotomie comunitario/extra-comunitario, residente/migrante, casa nostra/casa loro. Prima c’erano nozioni relative che venivano indebitamente assolutizzate, ora ci sono incertezze e vulnerabilità che vengono giustamente rivendicate.

Ora, ciascuno di noi, si sente e si trova ad essere, extra-comunitario, migrante e lontano da casa a seconda delle persone e dei luoghi con cui si rapporta e in cui si trova a vivere.

O più semplicemente, ognuno di noi si trova ad essere sano o malato, contagiato o a rischio, in incubazione o in reclusione.

Eh sì, caro virus, ci hai dato una bella lezione. Una bella lezione di civiltà! Ci hai insegnato che, dietro a tutte le opposizioni, si annida una xenofobia multiforme, che assume di volta in volta sembianze diverse: etnica, religiosa, culturale, economica, geografica e così via. L’ALTRO, ora, siamo NOI. Siamo noi i migranti che nessuno vuole, siamo noi che veniamo respinti alle frontiere, scansati negli aeroporti, rifiutati nei villaggi turistici.

Un che di nuovo, ma anche di antico: ci erano già passati i nostri nonni e bisnonni che arrivavano, spinti da disperazione e speranza, in America, tra la fine dell’800 e l’inizio del ’900. Nella sua sfericità, il nostro Pianeta sembra volerci ricordare che ogni punto è equidistante da un immaginario centro di riferimento. E tu, caro piccolo amico virus, sembri ricordarci che l’altro, che TUTTI temiamo, è solo uno, la MORTE.

E che quello che vale per la nostra salute individuale si può traslare alla dimensione della comunità. Grazie alla tua apparizione, abbiamo la grande occasione di prendere coscienza che viviamo in una società malata nel profondo. Una società che ha perso di vista l’essenziale, il valore della vita, nel senso etico del termine.

Chiudiamo la bocca ed apriamo il cervello! In un momento in cui tutti sanno tutto e giocano ad apparire in tivù o a divulgare fake-news, impariamo ad essere autentici, consapevoli e responsabili di quello che diciamo e che facciamo. In questi giorni convulsi, in cui si è scatenato il gioco pirandelliano delle parti e delle colpe, assumiamoci la responsabilità delle nostre scelte, prima di tutto del silenzio e dell’umiltà. In questi momenti in cui c’è un continuo scambio di ruoli, i giornalisti diventano medici, i politici virologi, e gli psicologi biologi, stiamo al nostro posto, per esempio, vicino ai nostri cari, soprattutto anziani e malati.

In questi giorni in cui si evitano i luoghi affollati, salvo poi cadere in idiosincrasie compulsive e dare assalto ai supermercati (come se, contratto il virus, avesse senso morire con la pancia piena), approfittiamo di questa grande occasione non per pensarci eterni, ma per riscoprire la gioia di una pienezza di vita del qui ed ora.

Smettiamola, per paura di morire, di dimenticare la gioia di vivere. Una gioia da condividere costruendo nuove reti di comunità solidali. È illusorio pensare di salvarsi da soli alzando muri in ogni dove. I muri sono più contagiosi del virus, ma noi possiamo abbatterli se avremo il coraggio di capovolgere il mondo, cominciando a capovolgere la nostra vita, ridefinendo le nostre priorità esistenziali in nome di un’etica universale.

Si vive e si muore, tutti, ma la differenza è come si vive.

Anche adesso, in questi giorni di contagio virale, biologico e mediatico.

Per questo, mi sento di ringraziarti, caro amico virus, tu la tua parte la stai facendo bene.

Adesso tocca a noi fare la nostra parte, al meglio delle nostre possibilità.

Antonella Ferrari

 

 

 




Sereni è, Sereni sarà, ma si rasserenerà?

Sciopero, Istituto Sereni, si torna a scuola!!!

Oggi, 10 febbraio 2020, riprenderanno le lezioni i circa 200 studenti dell’Istiituto Agrario Emilio Sereni di Roma,

I ragazzi hanno iniziato lo sciopero mercoledì 5 febbraio.

Uno sciopero breve si direbbe, ma proprio questo ci fa capire la serietà dei suoi partecipanti, il livello di insostenibilità raggiunto e lo stato di necessità che li ha spinti a indire lo sciopero.

È stato uno sciopero bianco: i ragazzi sono comunque andati a scuola e hanno marcato presenza.

Non hanno creato disagio, non hanno apportato danni alla struttura, non sono stati in alcun modo violenti o coercitivi.

L’unica cosa di diverso che hanno fatto rispetto al solito, è stato riunirsi in aula magna e aspettare che le loro richieste venissero ascoltate.

Hanno un problema molto grosso i ragazzi del Sereni: sono abbandonati dal loro Dirigente Scolastico, Patrizia Marini, che, manco a farlo apposta, ha già attirato l’attenzione della nostra redazione quando era DS del l’Istituto Agrario Garibaldi (vedi articolo in calce).

Il Dirigente Scolastico non si fa vedere in succursale dal 6 dicembre. Non si è presentata neppure quella volta che è scoppiato un incendio in istituto: del materiale informatico abbandonato in un sottoscala davanti l’entrata di un laboratorio ha preso fuoco misteriosamente e un bidello è rimasto intossicato.

L’assenza del Dirigente Scolastico

Il motivo per cui la Preside Marini è andata in istituto, è stata una cerimonia di premiazione: gli studenti della succursale Bufalotta del Sereni hanno vinto il concorso indetto dal III Municipio di Roma, per la notte bianca.

Il premio consisteva nella somma di 5.000 euro che i ragazzi volevano devolvere in lavori per la  loro serra, che necessita urgentemente di manutenzione e per sostenere le spese di gestione delle loro attività.

I soldi sono stati incassati, dovevano essere utilizzati entro il 31 dicembre ma, in questo momento, non ne abbiamo ancora trovato traccia e la serra, che necessita, conti alla mano, di una spesa di circa 600 euro, è ancora da sistemare.

L’auto-tassazione

Per quanto riguarda invece le spese di gestione delle attività, queste aprono un altro capitolo dolente.

La scuola ha bisogno di tanto: ha bisogno di animali, di manutenzione, di materiali, di carburanti… la rappresentante dei genitori, per portare sollievo a questo stato di totale abbandono ha proposto la soluzione estrema: l’auto-tassazione da parte dei genitori.

Ed è così

Se oggi al Sereni – Bufalotta ci sono le capre, è merito dei genitori, se c’è il vigneto, è merito dei genitori, se ci sono i pali per far crescere il vigneto, è merito della generosità dei genitori degli alunni.

Ma non è tutto: se c’è il gasolio per il trattore, è merito dei docenti, che si autotassano anch’essi con qualche euro a settimana.

I punti della dichiarazione dello sciopero

É una scuola molto amata la succursale Bufalotta dell’Istiituto Agrario Emilio Sereni di Roma.

Molto amata dai 200 studenti che, anche visto il numero, sono quasi una famiglia, molto amata dai loro genitori, che fanno di tutto per permettere un’istruzione ai figli, molto amata dai professori, che non si rassegnano a lasciare i loro studenti del tutto allo scuro della parte pratica.

É una scuola molto amata da tutti e, per questo, ecco i motivi dello sciopero estratti dal verbale di sciopero:

  • Sede abbandonata dalla dirigente scolastica
  • Mancanza di attrezzatura di vario tipo (gasolio, utensili agricoli ecc…) siamo costretti a limitare le nostre attività tecnico- pratiche compromettendo significativamente la didattica.
  • Difficoltà nel mantenimento delle arnie che necessitano manutenzione e alimenti.
  • Ripristino del corso di apicultura.
  • Difficoltà ad usufruire del laboratorio di informatica perché molti computer necessitano di manutenzione e controlli”(N.d.A.: i computer nuovi sono stati comprati ma mandati in centrale, la succursale ha quindi cambiato i suoi obsoleti e preso i vecchi computer dismessi della centrale).
  • La serra risulta ad oggi ancora inagibile -N.d.A.: avrebbe dovuto essere aggiustata con i fondi del concorso della notte bianca erogati il 6 dicembre 2019-  ed è quindi impossibile effettuare attività di qualsiasi genere”.

Il nostro sostegno

Sono bravi ragazzi, bravi genitori e bravi professionisti quelli della succursale Bufalotta dell’Istiituto Agrario Emilio Sereni di Roma.

Meritano attenzione e riguardo perché le persone come loro fanno da esempio in un mondo di lassismo e superficialità.

Noi di Betapress li abbiamo ascoltati e abbiamo riportato la loro storia meritevole di attenzione.

Lo sciopero per ora è rientrato, dicevamo, e i ragazzi oggi torneranno a scuola perché la Preside Patrizia Marini ha risposto al loro appello: li incontrerà, andrà da loro.

Ha preso l’impegno per il 2 marzo: 22 giorni esatti da oggi, 88 giorni esatti dall’ultima volta che ha visitato la succursale.

 

Ma la scuola dove sta andando? (N.d.D.)

Davanti a casi come questo sorgono spontanee domande, ma che razza di scuola stiamo gestendo a livello di stato?

Quali sono i finanziamenti  e dove sono soprattutto i soldi necessari affinché i nostri ragazzi possano frequentare delle scuole adatte a farli diventare bravi cittadini ma anche bravi professionisti???

Vediamo troppi casi di scuole in difficoltà e soprattutto di scuole gestite in modo inadatto, passano i governi ma nessuno si sta chiedendo che scuola serve, tutti stanno facendo la scuola con i soldi che ci sono, il che non sarà mai la scuola che questo paese dovrebbe avere per poter tornare ad essere esempio di virtù e di scienza.

Ripensare anche il ruolo degli organi collegiali dovrebbe essere una priorità, come peraltro sarebbe necessario rivedere ruoli e stipendi del personale scuola, cercando di capire come tutto deve essere integrato, e come, ad esempio, gli stessi collaboratori scolastici  abbiamo un forte ruolo educativo, anche solo con il loro esempio e la loro dignità quotidiana .

Ma la scuola che serve davvero per vincere le sfide del futuro e per poter dare ai nostri giovani, appunto, un futuro vero, qualcuno la progetterà mai?

 

 

Riferimenti

Sito dell’Istituto Agrario Sereni di Roma ?

Articolo ?Chi ha ferito il Garibaldi?




“La Sicilia non è Italia e nemmeno meridione …”

CORRADO FALETTI

Sono passati tanti anni, più di dieci, da quando ho lavorato per lo stato, quindi tutto quello che racconterò in queste righe è ormai prescritto e non dovrebbe più far paura a nessuno. CORRADO FALETTI

Ora voi cari lettori potreste pensar che io scrivo queste cose perché sono soffocato dalla rabbia e dalla frustrazione o per un senso di vendetta, a mia difesa e per dimostrare la mia buona fede queste cose le sto dicendo dieci anni dopo, appunto.

In questi anni ho sempre cercato di portare all’evidenza degli organismi preposti le cose che qui racconterò, ma gli esiti dei miei tentativi sono stati poco utili perché, seppur positivi alla fine, sono rimasti talmente sommersi che non sono serviti a far capire al cittadino la realtà in cui viviamo.

Perché raccontarle oggi? perché appare sempre più evidente che pochi comprendono il funzionamento della macchina dello stato, quantomeno pochi sanno che il problema non è solo nella politica, ma nel sistema dirigente su cui la politica appoggia.

Il problema è incardinato nella macchina amministrativa che è troppo complessa, permettendo deviazioni o addirittura scappatoie che vengono gestite dalla media dirigenza statale che ne conosce perfettamente i meccanismi, spesso addirittura li crea lei stessa.

Più volte mi è capitato di vedere arrivare il politico di turno anche animato da buone intenzioni, per poi naufragare clamorosamente nel mare dei cavilli e delle tempistiche assurdamente lunghe “imposte” dalla burocrazia della middle class

Eppure ci scanniamo per le dichiarazioni di Salvini o Zingaretti o Dimaio o chi per loro, per poi non capire che le stesse dichiarazioni, giuste o sbagliate che siano, messe nella macchina statale diventano clamorosi fallimenti …

Non mi soffermerò a raccontare tutto quello che trovai di storto e segnalato agli organismi competenti, non spenderò tempo per raccontare quanto malaffare esiste e come viene bellamente tollerato dalle cariche importanti dello stato, mi limiterò a raccontare qualche  aneddoto che rappresenta la punta dell’iceberg di un sistema talmente cristallizzato che credo sia ormai impossibile distruggere.

Come faccio a dirlo? direte voi, ebbene giudicate da soli se ancora avete la capacità di leggere tra le righe e sopratutto se ancora vi interessa.

Anni dal 2009 al 2014

Venni incaricato di gestire un gruppo di lavoro di scuole per analizzare il controllo di gestione nelle istituzioni scolastiche (chiamato poi gruppo Co. Ge.), il gruppo di lavoro parte nel 2010, ne fanno parte oltre 200 scuole, l’entusiasmo è alto da parte delle scuole, fu la prima volta in cui le scuole vennero coinvolte dal Ministero nella realizzazione di progetti che le riguardano.

La particolarità di questo gruppo fu quella di dialogare direttamente con le scuole, saltando qualsiasi intermediazione anche quella sindacale, e dando direttamente le notizie alle scuole, facendole progettare direttamente quello che più serviva loro.

Fin da subito, infatti, il gruppo di lavoro fu soggetto a critica ed attacchi da parte delle organizzazioni sindacali in quanto in un certo qual modo questo gruppo le disintermediava rispetto alle scuole stesse.

I sindacati addirittura chiesero al ministro se il gruppo coge era una mia farneticazione personale.

Le scuole realizzarono progetti importantissimi e vennero avviati i primi progetti di fundrising per le scuole con la grande distribuzione organizzata (ad esempio Conad), con ritorni di svariati milioni di euro.

Progetti che oggi sono all’ordine del giorno come l’ordinativo informatico locale con le banche, e che hanno portato tantissimi vantaggi alle scuole.

Realizzammo inoltre un progetto completo che prevedeva una nuova gestione dei software della scuola, in cui venivano messi a disposizione delle scuola registro elettronico, segreteria digitale, bilancio e contabilità, inventario, sito edu.it, etc. che le scuole avrebbero ricevuto in forma gratuita (costo medio del pacchetto oggi sulle scuole comprato da da fornitori terzi è dalle 4 mila euro in su, quindi si avrebbe avuto un un risparmio per lo stato di circa 32 milioni di euro annue in su, senza contare che un unico sistema informativo avrebbe aiutato molto anche nella formazione, negli spostamenti di personale tra le scuole, nella puntualità degli aggiornamenti,  etc.), peccato che questo progetto sia stato subito boicottato (anche con interrogazioni parlamentari) dai vari fornitori di software per ovvi motivi economici.

Questo gruppo di lavoro realizzò importanti progetti ancor oggi attivi e funzionanti, leggasi appunto il suddetto ordinativo informatico per le scuole in collaborazione con ABI, e avviò un percorso di formazione diretta Miur scuole che poi prenderà forma definitiva nel progetto IO CONTO.

Mi venne anche affidato il ruolo di capo degli ispettori dei fondi europei (un nucleo di sei persone più consulenti esterni), vennero svolte delle ispezioni sulle scuole e sull’utilizzo dei fondi, si riscrissero i regolamenti ispettivi (ad oggi ancora utilizzati).

Durante questa attività uscirono luci ed ombre, dalle pillole del sapere ai fondi mal gestiti da alcune scuole e da società di formazione regionali (parliamo di milioni di euro), ovviamente individuammo anche scuole eccellenti e di altissima qualità.

Provvidi a segnalare le evidenze negative con note ai miei superiori ministri compresi, alla comunità europea, querele alla procura della repubblica, informative ai giornali.

Gli animi si scaldarono, ricevetti lettere anonime, mi venne distrutta la moto con cui mi recavo al ministero, ricevetti lettere dai miei superiori in cui mi si accusava di danno erariale perché facevo troppe ispezioni, le missioni ci vennero pagate con mesi di ritardo, venne messa in giro la voce che mi ero sfasciato la moto da solo e che le lettere anonime le scrivevo io , i carabinieri, su indicazione superiore, indagarono su di me dall’asilo in poi, venni anche indagato per simulazione di reato (ovviamente tutto poi archiviato) dal nucleo interno al ministero dei carabinieri che “casualmente” mandava relazioni ai miei superiori su come stavano gestendo il caso (durante le indagini è un reato), addirittura riuscirono a farmi indagare per la moto, le lettere anonime ricevute (dicevano che me le ero scritte io), i titoli di studio, insomma per screditarmi il più possibile riuscirono a buttarmi addosso una serie di indagini ridicole che normalmente non sarebbero state nemmeno avviate, indagini che comunque furono tutte ovviamente archiviate in seguito (cioè quando non servivano più),  sul momento venni fatto passare per un mitomane pazzo pericoloso, tutti presero le distanze.

Agli occhi delle persone normali questo accanimento contro di me risultò evidentemente una macchinazione, ma immaginate come poteva essere percepita all’esterno tutta questa serie di informazioni buttate là a caso o dai sindacati o da chi aveva interesse a continuare le sue ruberie senza ” lo Sceriffo” che li controllava.

Nonostante questi atteggiamenti io ed i miei colleghi continuammo nella nostra attività, portammo avanti i progetti, le verifiche ispettive, ottenemmo i risultati che poi sono stati certificati dalla società di consulenza esterna.

Se ci si pone attenzione, nessuna delle accuse che ricevetti era diretta al mio operato, ma solo al fatto che ero uno sceriffo, mi rompevo la moto da solo, mi scrivevo le lettere anonime da solo, falsificavo i documenti, pertanto ero un inaffidabile pazzo che diceva cattiverie sui poverini che invece facevano tutto bene, come poi si è visto chiaramente negli anni successivi dalle condanne della magistratura, dalla chiusura forzata degli enti, dall’allontanamento forzato di persone mandate in pensione anticipata.

La cosa che però mi lasciò più perplesso e deluso del mondo in cui ero avvenne proprio in mezzo al marasma che vi ho descritto sopra, il fatto sconcertante, almeno a mio avviso, fu questo:

Venni convocato da uno dei ministri dell’epoca: ovviamente mi aspettavo parole di incoraggiamento per me e per i colleghi che stavano subendo tutta una serie di angherie (come il non pagamento delle trasferte o il continuo controllo sui permessi e sulle presenze), invece dopo un saluto che io non avrei dato nemmeno al peggiore dei miei nemici, venni apostrofato con queste parole, davanti a testimoni:

“la smetta di andare in Sicilia a fare ispezioni, la Sicilia non è Italia e nemmeno meridione …”.

A parte la mia espressione che doveva essere di un misto di schifo e stupore, io comunque rilanciai “ma ministro e la comunità europea? a loro dobbiamo rendicontare i fondi che usiamo”

mi si rispose: ” già non riceviamo tutti i fondi che dovremmo se poi andiamo anche a dire che ci sono magagne…”

“quindi” continuai  io “invece che mettere a posto gli errori che facciamo, nascondiamo tutto e scriviamo che è tutto perfetto!?!? andiamo bene…”

Fui congedato dal ministro senza un saluto, ma con i miei colleghi, aggiornati sull’accaduto, decidemmo di andare avanti nel nostro lavoro, sapendo che sarebbe comunque a quel punto durato poco.

 

Tengo a precisare che io amo la sicilia ed i siciliani, che sono gente veramente in gamba (poi le mele marce sono ovunque), ma questa frase mi sembrò assurda in bocca ad un ministro dello Stato, e questo mi fece perdere molta della voglia di andare avanti.

Venni convocato dalla Comunità Europea che mi chiese conto delle mie relazioni, le confermai, i fondi vennero bloccati per sei mesi: tutti impazzirono, ricevetti minacce, mi venne imposto per scritto di modificare i miei rapporti ispettivi che mandavo alla comunità europea, venne smantellato l’ufficio ispettivo che dirigevo, il venerdì eravamo in sei ispettori e 15 consulenti, il lunedì non c’era più nessuno; dopo una settimana al mio posto venne nominato un nuovo dirigente che mi disse testuali parole: “dopo quello che è successo a te io di sicuro non faccio un cxxxo di niente.”

Nel febbraio 2012 visto che nulla era stato fatto rispetto alle mie segnalazioni rassegnai le dimissioni, che non vennero accettate in quel momento perché a marzo si doveva rispondere alla comunità europea rispetto al mio rapporto che aveva fatto bloccare i fondi e lo dovevo fare io come capo degli ispettori ancora in carica, e peraltro la mia uscita repentina  sarebbe stata evidentemente un colpo tremendo anche e soprattutto verso la comunità europea, venni pertanto convinto a rimanere con la promessa che le mie segnalazioni sarebbero state considerate, mi illusi che sarebbe stato così e ritirai le dimissioni, in realtà fu solo uno stratagemma per prendere tempo e fare così in modo che io mandassi alla comunità europea un rapporto meno pesante perché tenetti conto delle promesse che mi furono fatte.

Questo prendere tempo servì non solo per passare il momento cruciale del rapporto alla comunità europea, ma anche per poter mettere ulteriormente in moto la macchina del fango e darmi del pazzo scatenato in modo tale che tutto quello che dicevo passasse per le farneticazioni di un mitomane.

Devo dire, ad onor del vero, che ci riuscirono.

Amareggiato e deluso, visto che quanto mi era stato promesso a febbraio non veniva messo in atto, consegnai le mie dimissioni definitive ed inderogabili comunque nei primi di settembre 2012, rendendomi conto che il problema non era nel governo politico, erano passati ormai tre ministri, ma nel sistema di alta dirigenza ministeriale.

Dopo la mia uscita la macchina del fango svolge il suo compito che, solo adesso dopo dieci anni, sono riuscito a debellare grazie alla giustizia che mi ha dato ragione (anche se forse un poco in ritardo).

Anche io ho fatto i miei errori certo, avrei potuto mediare, un colpo al cerchio ed un colpo alla botte, invece sono stato categorico, non ho mediato, non ho accettato il compromesso, ho portato lo stile del privato in un comparto che non era abituato a reggerlo, che non è proprio il modo di lavorare in quel mondo, non ho saputo adattare il mio agire all’ambiente in cui mi trovavo e da cui appunto alla fine mi sono allontanato, sono entrato come montanaro bergamasco e ne sono uscito uguale.

Però alla luce dell’esperienza che ho vissuto, finché il mondo del pubblico non assimilerà lo stile del privato, non funzionerà mai.

Nel mondo del pubblico il 75% del tempo i dirigenti lo passano per “pararsi il fondoschiena“, quindi prima di fare una cosa chiedono 1000 pareri, 1000 relazioni, aumentando tempi, costi e facendo in modo che l’idea iniziale diventi tutt’altra cosa alla fine dei passaggi.

Insomma manca il coraggio di portare avanti idee innovative e soprattutto manca la voglia.

Ah, tra le altre cose, ho anche dovuto discutere con qualche sindacato perché a loro non andava bene che il ministero parlasse prima con le scuole che con loro, sindacato che ancora oggi riesce a dire che il ministero ha fatto in modo che io me ne andassi (nonostante io avessi ricevuto lettera di encomio da parte del mio superiore diretto), notare la frase il ministero ha fatto in modo che io me ne andassi (il sindacato infatti dice e scrive: “il ministero ci ha garantito che il problema faletti sarebbe stato risolto”), ma non è proprio qui che un sindacato dovrebbe intervenire? o almeno verificare cosa succede? invece il sindacato ha spalleggiato il ministero (in realtà alcuni personaggi del ministero) addirittura schierandosi con gli stessi  … assurdo vero? un sindacato che dice consapevolmente che un datore di lavoro assilla un lavoratore fino a farlo andar via, e lo dice come se fosse una cosa giusta???

ma sindacato mio, sei sicuro? se fossi stato un lavoratore così pessimo, secondo te, il mio capo aveva davvero bisogno di farmi mobbing, di fami indagare per qualsiasi fesseria, di non pagarmi le trasferte, di togliermi gli incarichi, di allontanare dal servizio tutti i colleghi presenti, compresi i consulenti,  per farmi dare le dimissioni?? non ti sembra che ci sia sotto qualcosa???

in fondo bastava licenziarmi per giusta causa …

ah, ma certo, la giusta causa non c’era, appunto, allora giusto farmi mobbing, ma che lo dica anche il sindacato non è un poco patetico?

ma anche ammesso che io fossi un pazzo, ma gli altri colleghi presenti non andavano tutelati??

Mi viene da ridere a pensarci!

Comunque, a ripensarci bene, il mio datore di lavoro non poteva licenziarmi, c’erano gli encomi della comunità europea, c’erano le lettere di gradimento delle scuole, ma soprattutto c’è una relazione (che ovviamente non esiste sul sito del ministero come non esiste nessun riferimento al progetto Co. Ge. tutto cancellato) fatta da una società di revisione che dice che, con la nostra attività, progettuale sono arrivati in più,  alle scuole, circa 13 milioni di euro nei primi due anni per poi assestarsi sugli 80 milioni di euro ogni anno per tutti gli anni successivi alla sperimentazione,

… andata la giusta causa …

 

Per dieci anni mi sono gestito tutto il rammarico che questa situazione mi ha lasciato, anche se mi ha fatto piacere che in precedenza qualche ex collega ispettore abbia rilasciato qualche dichiarazione raccontando i fatti, anche se in forma anonima.

Ma io ho taciuto sperando che il tempo fosse galantuomo con i galantuomini, e devo dire che alla fine lo è stato, anche se, per me purtroppo, la galanteria è arrivata postuma.

Scrivo ora queste cose perché sia abbastanza chiaro che qui nel nostro paese da cambiare sarebbe buona parte dell’impalcatura, non solo le bandiere in cima al balcone, invece noi ci illudiamo che basti votare pinco piuttosto che pallino per cambiare qualcosa, non è così!

I decenni di malgoverno del nostro paese lo dimostrano, non importa chi governa, conta il substrato, l’humus del sottobosco italiano della PA che oggi è uno dei veri artefici dello sfacelo a cui stiamo assistendo.

Al 31 agosto 2019 il debito pubblico era pari a 2.463 miliardi di euro, rispetto ai 2.466 miliardi del mese precedente (dato rivisto), che rappresenta il massimo storico.

Occorre dire altro?

Direi proprio di no.

Vorrei lanciare una proposta: chiediamo tutti asilo politico in un paese straniero (Canada, Australia, Nuova Zelanda, Russia) per incapacità manifesta dello stato italiano, secondo me non possono negarcelo.


In considerazione di questo malcostume italiano, Betapress.it propone a chiunque abbia avuto un sopruso, sia stato messo da parte perché faceva il suo lavoro, abbia ricevuto azioni di mobbing o simili, di raccontare la sua storia tramite le nostre pagine.

Un nostro giornalista raccoglierà la testimonianza e pubblicheremo un articolo nella nostra rubrica IO CI HO PROVATO, in cui racconteremo storie di soprusi e di malcostume che nessuno ha mai raccontato.

Siamo fermamente convinti che il silenzio su questi casi sia fatto ancora più grave dei casi stessi, pertanto scrivete alla mail iocihoprovato@betapress.it  e raccontateci cosa vi è successo, non fa nulla se è successo dieci anno or sono o ieri o sta succedendo, noi lo racconteremo sentendo tutte le campane e portando alla luce tutta la verità, così come stiamo già facendo nel mondo delle scuole.

Il nostro team di avvocati valuterà gratuitamente il vostro caso e vi darà le prime indicazioni per poter reclamare giustizia.

 

note di positiva speranza:

A onor del vero occorre però fare i nomi di chi in quel periodo fu dalla mia parte, aiutandomi, o anche solo non voltandomi le spalle:

in primis l’allora direttore generale del bilancio del Miur, Marco Ugo Filisetti, che con me portò avanti parte delle battaglie e che comunque subì anche lui una forma di ostracismo che lo portò ad essere trasferito ad altro incarico. (leggi più avanti)

della politica vi fu solo un senatore, che nel momento in cui tutti mi misero al bando, rimase al mio fianco cercando di aiutarmi.

i colleghi Elisabetta Cannarsa, Cesare di Falco, Cavallo Patrizia, Antonino Giunta, Rocco Pinneri, Gianna Barbieri, il consulente Giovanni Vico, a cui sempre va un mio pensiero affettuoso.

 

 

corrado faletti

Corrado Faletti Corrado Faletti Corrado Faletti Corrado Faletti Corrado Faletti Corrado Faletti Corrado Faletti Corrado Faletti Corrado Faletti Corrado Faletti Corrado Faletti Corrado Faletti

per chi volesse approfondire, ecco alcuni documenti utili:

Rampelli vs Cineca – scontro di civiltà?

 

 

PON – intervista ad un ex ispettore dei fondi europei del MIUR

[youtube https://www.youtube.com/watch?v=4VDSISTKNMY?start=5&w=640&h=360]

 

http://www.report.rai.it/dl/Report/extra/ContentItem-7778933c-ec14-4f2d-8b5a-3712b51d388b.html

https://www.ilsussidiario.net/news/educazione/2016/8/3/scuola-pillole-del-sapere-la-sentenza-della-corte-dei-conti-che-la-giannini-non-puo-ignorare/717312/

https://www.ilfattoquotidiano.it/2013/06/24/ministero-dellistruzione-a-roma-aperta-uninchiesta-per-bandi-su-misura/635955/

https://www.iltempo.it/cronache/2016/07/26/news/il-grande-bluff-delle-pillole-del-sapere-1016138/

questi a seguire sono i documenti che provano quanto raccontato sopra, ovviamente non sono tutti, ma credo che bastino per dare veridicità ad un racconto che altrimenti potrebbe sembrare surreale ed inventato:

questa è la lettera con cui prese avvio ufficialmente il progetto Co.Ge

[pdf-embedder url=”https://betapress.it/wp-content/uploads/2019/11/lettera-avvio-coge-biondi.pdf” title=”lettera avvio coge biondi”]

questa è una delle scuole su cui facemmo l’ispezione nel 2010

[pdf-embedder url=”https://betapress.it/wp-content/uploads/2019/11/borsellino-articolo.pdf” title=”borsellino articolo”]

questo è l’ente di formazione citato nell’articolo sopra e da noi segnalato

[pdf-embedder url=”https://betapress.it/wp-content/uploads/2019/11/assunzioni-edyuform.pdf” title=”assunzioni edyuform”]

questa è la lettera di buon servizio ricevuta

[pdf-embedder url=”https://betapress.it/wp-content/uploads/2019/11/44-faletti-miur-lettera-paluso-Filisetti-protocollata-2013.pdf” title=”44 – faletti miur lettera paluso Filisetti protocollata 2013″]

questa è la lettera in cui venivamo accusati di far troppe ispezioni, e leggendo gli articoli di cui sopra appare molto ridicola

[pdf-embedder url=”https://betapress.it/wp-content/uploads/2019/11/parte-lettera-su-troppe-ispezioni.pdf” title=”parte lettera su troppe ispezioni”]

relazione di società di consulenza su mio operato

[pdf-embedder url=”https://betapress.it/wp-content/uploads/2019/11/MIUR_Progetto-Co.Ge_._Relazione-tecnica-0.34-relazione-di-kpmg.pdf” title=”MIUR_Progetto Co.Ge._Relazione tecnica 0.34 relazione di kpmg”]

alcune delle tante lettere di ringraziamenti

[pdf-embedder url=”https://betapress.it/wp-content/uploads/2019/11/06-LETTERA-ministro-da-borini.pdf” title=”06 – LETTERA ministro da borini”]

[pdf-embedder url=”https://betapress.it/wp-content/uploads/2019/11/07-lettere-varie-complimenti-progetto-coge.pdf” title=”07 – lettere varie complimenti progetto coge”]

[pdf-embedder url=”https://betapress.it/wp-content/uploads/2019/11/IC-MISANO.pdf” title=”IC MISANO”]

la mia prima lettera di dimissioni del 7 febbraio 2012

[pdf-embedder url=”https://betapress.it/wp-content/uploads/2019/11/41-prima-lettera-di-dimissioni-7-2-2012.pdf” title=”41 – prima lettera di dimissioni 7-2-2012″]

la seconda e definitiva lettera di dimissioni del 5 settembre 2012

[pdf-embedder url=”https://betapress.it/wp-content/uploads/2019/11/42-dimissioni.pdf” title=”42 – dimissioni”]

Alcuni articoli sulle nostre iniziative

[pdf-embedder url=”https://betapress.it/wp-content/uploads/2019/11/60-mio-articolo-con-intervista-ad-ispettore-ex-miur-Fondi-Europei_-luci-ed-ombre-forse-più-buio-profondo…pdf” title=”60 – mio articolo con intervista ad ispettore ex miur Fondi Europei_ luci ed ombre, forse più buio profondo..”]

[pdf-embedder url=”https://betapress.it/wp-content/uploads/2019/11/30-IlSole24ore-20mag12-Sostegni-privati-per-le-scuole.pdf” title=”30 – IlSole24ore 20mag12 – Sostegni privati per le scuole”]

[pdf-embedder url=”https://betapress.it/wp-content/uploads/2019/11/31-sole-24-ore-23-marzo-2012.pdf” title=”31 – sole 24 ore 23 marzo 2012″]

[pdf-embedder url=”https://betapress.it/wp-content/uploads/2019/11/34-2012_03_23_Corriere_AdriaticoAN_Miur.pdf” title=”34 – 2012_03_23_Corriere_AdriaticoAN_Miur”]

[pdf-embedder url=”https://betapress.it/wp-content/uploads/2019/11/35-2012-03-21_RestodelCarlino_Miur.pdf” title=”35 – 2012-03-21_RestodelCarlino_Miur”]

[pdf-embedder url=”https://betapress.it/wp-content/uploads/2019/11/36-2012_03_24_IlMessaggeroAN_Miur.pdf” title=”36 – 2012_03_24_IlMessaggeroAN_Miur”]

[pdf-embedder url=”https://betapress.it/wp-content/uploads/2019/11/37-2012_03_24_ilRestodelCarlinoAN_Miur.pdf” title=”37 – 2012_03_24_ilRestodelCarlinoAN_Miur”]

[pdf-embedder url=”https://betapress.it/wp-content/uploads/2019/11/38-2012-03-20_CorriereAdriatico_Miur.pdf” title=”38 – 2012-03-20_CorriereAdriatico_Miur”]

[pdf-embedder url=”https://betapress.it/wp-content/uploads/2019/11/39-2012-03-20_CorriereAdriatico_Miur1.pdf” title=”39 – 2012-03-20_CorriereAdriatico_Miur1″]

una delle tante lettere anonime ricevute

[pdf-embedder url=”https://betapress.it/wp-content/uploads/2019/11/lettera-minatoria-dicembre-2011.pdf” title=”lettera minatoria dicembre 2011″]

 

 

https://betapress.it/condannato-per-diffamazione-giusto-scozzaro-ex-segretario-provinciale-cgil-palermo/

Vita da sindacato: quando manca la logica nelle cose

 

 

 

 

 




La prima volta della governance…

Per la prima volta in Italia la I Edizione della Governance Week, una settimana di incontri ed approfondimenti sul tema della Corporate Governance.

Dal 18 al 22 novembre, allo IULM di Milano, Edificio 6 – Via Carlo Bo 2 avranno luogo una serie di incontri per formare i top manager, addetti ai lavori, ma anche per informare gli azionisti societari, sulla relazione tra GOVERNANCE E MANAGEMENT.

Tradizionalmente si passa dal generale al particolare, dal macro al micro, dall’alto al basso. La relazione tra Governance e Management rispetta questo schema: dalla strategia all’execution. La Governance Week stimola invece la discussione sul paradigma inverso: dal Management alla Governance, interrogandosi su quali siano le principali istanze di business e i trend evolutivi globali che gli organi di governo dovrebbero maggiormente considerare. L’iniziativa è a numero chiuso e la partecipazione è gratuita.

Ma perché la corporate governance è così importante? perché è la linfa vitale di ogni azienda, è la corrente etica che percorre ogni ganglio aziendale, più è preparata, più è corretta e più l’azienda avrà un futuro.

Quante aziende oggi fallite o sommerse da scandali sarebbero ancora sul mercato se avessero avuto una corporate governance preparata ed etica?

Chi governa un’azienda, chi siede nel CDA quindi decide le strategie, dovrebbe essere una persona preparata, etica, orientata al futuro, e chi investe in un’azienda dovrebbe prima di tutto guardare alla composizione del CDA, alla sua preparazione ma anche alla sua indipendenza.

Formare ed informare per il bene di tutti, questo il motto della settimana sulla governance, formare i manager perché possano sedere in cda in modo competente per il bene dell’azienda e dei suoi investitori ed informare la gente che investe i propri soldi su cosa guardare di un cda per poter investire con consapevolezza e coerenza.

 

[pdf-embedder url=”https://betapress.it/wp-content/uploads/2019/11/Programma-dettagliato.pdf” title=”Programma dettagliato”]

[pdf-embedder url=”https://betapress.it/wp-content/uploads/2019/11/Speaker.pdf”]




Infiltrazioni Mafiose nel comune di Cerignola, sciolta la giunta comunale!

Lo avevamo detto in tempi non sospetti ed unici fra i giornali italiani ad avere il coraggio di affiancare la scuola nel denunciare un abuso gravissimo e lo abbiamo fatto con un articolo durissimo, Il genocidio culturale e l’associazione a delinquere…

 E’ di questi giorni la notizia che il Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro dell’interno Luciana Lamorgese, a seguito di accertati condizionamenti da parte delle locali organizzazioni criminali, ha deliberato lo scioglimento per diciotto mesi del Consiglio comunale di Cerignola (Foggia) e il contestuale affidamento dell’amministrazione dell’ente a una commissione di gestione straordinaria.

Cerignola…Ve ne avevamo parlato anche noi, il gennaio scorso, nell’ articolo sul genocidio culturale perpetrato ai danni dell’I.T.I.S. Agrario Pavoncelli.

Giusto per rispolverare la memoria ai lettori.

La storia.

A Foggia, precisamente a Cerignola, c’è un Istituto Agrario, il Pavoncelli, con una fiorente azienda agricola annessa.

Ogni anno aumenta il numero degli iscritti dell’Istituto.

Ed i ragazzi dell’azienda agricola fanno ricerca e sperimentazione su nuove forme di “cultivar” autoctone, straniere ed ibridi genetici, oggi introvabili. Arrivano a produrre persino un olio certificato d’eccellenza seguendo ed amando, quotidianamente, 1650 piante di ulivo.

I terreni su cui coltivano sono un lascito testamentario del 1868. Il patrimonio immobiliare rimanda infatti ad una benefattrice. Anna Maria Raffaella Manfredi, vedova Pignatari, che nel suo testamento aveva lasciato i suoi terreni affinché fosse costituita l’Opera Pia Manfredi–Pignatari.

Dunque, da più di un secolo, generazioni di allievi dell’Istituto agrario Pavoncelli hanno continuato a studiare la teoria, ed applicare la pratica, sui terreni dell’azienda agricola annessa.

Terreni che non erano del Comune, ma fondi rustici aziendali di proprietà del Pavoncelli.

Fino a che, un brutto giorno, sono arrivate le ruspe.

Di chi? Del Comune. Per fare cosa? Distruggere tutto.

L’imperativo categorico, a norma di legge, secondo l’amministrazione comunale vigente, è stato quello di fare spazio e costruire un Palazzetto dello sport ed un centro commerciale. Con quali soldi? Con quelli ottenuti dalla vendita dei terreni dell’azienda agricola.

Tutto a norma di legge, per il Comune.

Un po’ meno per noi che, più che perplessi, avevamo intervistato il Dirigente Scolastico dell’Agrario in questione, il Prof. Pio Mirra.

Ed è stato così che avevamo scoperto le violazioni di legge perpetrate dal Comune ai danni dell’Istituto.

Dalla testimonianza del Dirigente, avevamo verificato che il Comune di Cerignola, enfiteuta, cioè locatario perpetuo dei terreni, si era comportato da proprietario.

con D.G.C. n.54 del 27/02/2017 aveva inserito nel “Piano delle alienazioni e valorizzazioni immobiliari” il suolo, facente parte dell’azienda agraria, una superficie di 10.000 mq. (Peraltro, nella stessa delibera era precisato che il Comune ha il titolo di livellario e non di proprietario!).

con D.G.C. n.98 del 12/04/2017 aveva approvato il progetto esecutivo per la realizzazione del palazzetto dello sport sull’area individuata al foglio 276, p.lla 579 (parte ex95), facente parte dell’azienda agraria annessa all’Istituto Agrario Pavoncelli.

E come se non bastasse, si leggeva nella delibera: “…  si procederà ai sensi dell’art.191 del D.Lgs 50/2016, a finanziare l’opera, in toto, con la permuta di un’area di proprietà comunale, prevista nel Piano di alienazione e valorizzazione dei Beni comunali, giusta deliberazione n.54 del 27/02/2017, individuata nel Foglio 276 particella 94 (parte) di circa 10.000 mq. Zona F2 di Prg, per un importo pari a € 1.830.000,00 …”.

Cioè aveva finanziato i lavori di costruzione con l’esproprio dei terreni!!!

Infatti, la particella da permutare faceva anch’essa parte dell’azienda agraria annessa all’Istituto.

E per non aver problemi, il Comune di Cerignola, con Delibera del Consiglio n.55 del 25/07/2017 aveva inserito nel Piano delle Alienazioni e Valorizzazioni dei Beni Comunali il suolo facente parte dell’azienda agraria dell’Istituto, come livellario.

Bel giochetto!

Giusto per intendersi, il “livello” non ha una definizione normativa, tuttavia la giurisprudenza di legittimità lo considera un istituto corrispondente di fatto all’enfiteusi e quindi ad esso applicabili le relative norme del codice civile.

Allora il “livellario” gode di un diritto reale che esercita su fondo appartenente ad altri, detto concedente. Quindi il Comune di Cerignola aveva disposto liberamente di un bene, peccato che, come enfiteuta, non potesse farlo e tanto meno alienarlo!!!

Ma, la vergogna nella vergogna, è stata che il fondo rustico permutato (foglio 276, p.lla 94) era investito a oliveto super intensivo con 1650 piante di varietà nazionali ed estere, impianto sperimentale realizzato con il contributo della Regione Puglia e la partecipazione attiva dell’Università di Bari (vedi relazione tecnica del Direttore del Dipartimento di Scienze agroambientali e territoriali Università di Bari).

Il nove agosto 2018- era sempre il preside Pio Mirra che ci parlava- abbiamo assistito all’estirpazione di 1650 piante di olivo con le ruspe, trattando le piante come mattoni. 

Eppure in quel campo sperimentale si faceva ricerca, sperimentando nuove forme di allevamento di cultivar autoctone, straniere e ibridi genetici, oggi introvabili.

Le ruspe senza fare alcuna distinzione non hanno avuto alcun riguardo e annullato anni di ricerca. La logica del cemento sta affossando il nostro paese e i toni del dibattito non di rado ci autorizzano a pensare che la cultura, la scuola non siano più la bandiera dei nostri governanti. 

Nelle nostre terre i genitori contadini si spezzavano la schiena pur di fare studiare i figli e assicurare loro un futuro migliore. 

Oggi sono diventati “eletti” coloro che magari a scuola occupavano l’ultimo banco e si è convinti che sport e ipermercati siano più importanti della scuola, rovesciata dalla cultura del danaro. 

Chi, prima di stare in mezzo alla gente, si è fatto un giro in mezzo alle pagine dei libri, dovrebbe saperlo, ma a guidare il paese ci mandiamo quelli dell’ultimo banco”.

Non avevamo potuto che condividere, pienamente ed amaramente, la posizione del dirigente scolastico e di tutto il personale del Pavoncelli.

Ed ora la notizia. Il consiglio comunale di Cerignola è stato sciolto per infiltrazioni mafiose.

Dopo 6 mesi di accertamenti da parte della commissione d’accesso, la relazione prefettizia giunta al ministero dell’Interno e portata in Consiglio dei ministri da Luciana Lamorgese ha stabilito che sono stati “accertati condizionamenti da parte delle locali organizzazioni criminali”. Per questo il comune foggiano, quasi 60mila abitanti, è stato commissariato per 18 mesi.

Cerignola diventa così il terzo Comune della provincia pugliese, il secondo nell’ultimo anno dopo Mattinata, ad essere sciolto per i condizionamenti della criminalità organizzata. E resta aperta la procedura per il comune di Manfredonia, che a breve verrà portata in Consiglio dei ministri.

Ma allora aveva ragione il Dirigente scolastico del Pavoncelli, e noi non avevamo dubbi.

 A questo punto le sue parole sono state davvero profetiche!

E siamo sempre stati convinti, anche noi di Betapress, che anche altri cittadini, fuori dal mondo della scuola, abbiano visto, nello scempio perpetrato contro questo istituto Agrario, un’assurda manovra politica contro la proprietà, ma soprattutto la libertà di chiunque di noi.

E’ vergognoso che sia stata violata la volontà di una benefattrice che più di un secolo fa, ha creduto nella cultura come riscatto sociale. E’ inammissibile che, con dei giochetti politici, ci si sia appropriati indebitamente di terreni di proprietà inalienabile di un Istituto scolastico. Ed è anticostituzionale che lo Stato abbia avvallato il sopruso di compromettere il diritto alla cultura, oltre che alla coltura, per assecondare delle logiche consumistiche.

Altro che insegnare che la cultura è libertà! Gli alunni del Pavoncelli, e noi con loro, cosa abbiamo visto?

L’abuso di potere politico, la connivenza delle Istituzioni con degli interessi economici consumistici di parte, e l’asservimento del diritto all’istruzione al connubio politica-marketing.

Il sogno proposto per le future generazioni non è più il riscatto sociale con la cultura, lo studiare per capire e l’imparare per migliorare. Il sogno, anzi l’incubo proposto alle nuove generazioni, è crescere per diventare un popolo ignorante, che consuma prodotti fittizi, secondo bisogni indotti.

E, magari, l’ha già imparato vedendo cos’è successo a scuola, vota per chi è ricco, potente, famoso e pure mafioso.

Un popolo complice, lentamente, ma inesorabilmente complice, di chi gli ha tolto la libertà di ribellarsi, convincendolo pure che è per il suo bene!

Perché, non dimentichiamoci che il Consiglio comunale è stato sciolto per infiltrazioni mafiose, ma il palazzetto dello sport ed il centro commerciale sono lì, sotto gli occhi di tutti, alunni, professori, dirigente del Pavoncelli, e pure sotto gli occhi di tutti i nostri lettori, costruiti nella più assoluta illegalità ed oggi si spiega anche il perché.

Ma non si poteva intervenire prima per bloccare i lavori e la distruzione di 2000 ulivi di altissima produzione, visto che tutti sapevano grazie alle denunce del Dirigente Scolastico???

Cosa fare adesso che la Scuola ha perso un bene preziosissimo per essere mutilata da cemento peraltro di scarsa utilità.

Certo si potrebbe procedere abbattendo l’ingiusta costruzione, ma sicuramente non accadrà.

Sarebbe un sogno, anzi un’utopia!

Non dimentichiamoci che siamo in Italia, dove la Legge esiste. E si applica… mafia permettendo, però! …

 

Genocidio Culturale

 

https://tg24.sky.it/cronaca/2019/10/11/comune-cerignola-sciolto-mafia.html

 

 

Antonella Ferrari

 

 




Neuroscienze ed ipnosi: contro ogni dubbio.

Neuroscienze ed ipnosi

“Porta il tuo sguardo oltre i confini della tua mente” è l’affascinante provocazione del congresso di Neuroscienze ed Ipnosi che ha avuto luogo a Milano, il 28 ed il 29 settembre, organizzato da Universalmente e dall’ Associazione Italiana Ipnosi.

Un evento straordinario che ha riunito 15 relatori internazionali.

I migliori esperti nel campo dell’Ipnosi, Neuroscienze, Comunicazione, Emozioni, Apprendimento, Morfofisiognomica, Memoria, Benessere si sono alternati in un week end di informazione, dibattiti, conferenze e workshop.

“Tutti meritano di poter accedere alla conoscenza” è stato il filo conduttore di questo Mental Forum, pensato ed organizzato da PAOLA GRASSI, Ricercatrice, Coach professionista, Counselor ad Indirizzo Olistico, Filosofa e Scrittrice, Ipnotista, ma soprattutto Presidente e fondatrice, insieme a Ester Patricia Ceresa e Vincenzo D’Amato, dell’Associazione Italiana Ipnosi.

I lavori si sono aperti sabato 28 mattina presso il Novotel Milano Nord Ca’ Granda.

Ipnosi e verifica scientifica” è stato il tema dell’intervento di ANDREA FARINA che, con oltre 20 anni di esperienza attiva nel mondo della formazione e del coaching personale, è studioso ed innovatore in numerosi campi di applicazione delle neuroscienze. Un ricercatore in scienze olistiche, esoteriche e spirituali che ha sperimentato su sé stesso l’efficacia e la potenza degli strumenti di queste discipline per risolvere i nodi dell’anima, per esplorare i propri lati d’ombra e per raggiungere la pace interiore e la crescita di sé.

 “REICARNAZIONE, UN’IPOTESI DI SOPRAVVIVENZA” è stato invece l’affascinante intervento di MANUELA POMPAS, giornalista, scrittrice, ipnologa, che si occupa da molti anni di sviluppo del potenziale umano, ipotesi di sopravvivenza (ultimo libro “Oltre la vita, oltre la morte”) e regressione nelle vite passate, tematiche di cui è stata una pioniera e su cui ha scritto molti libri, ultimi dei quali “Reincarnazione, una vita, un destino” e “Storie di reincarnazione”.

FLAVIO BURGARELLA ha parlato invece del “TELETRASPORTO DELL’INFORMAZIONE ATTRAVERSO L’IPERCOMUNICAZIONE”.

Questo medico specialista in Cardiologia, Responsabile del Centro di Riabilitazione Cardiologica di San Pellegrino Terme (BG), nonché Iscritto all’ordine nazionale dei giornalisti, è anche Founder and Chairman di Burgarella Quantum Healing (BQH) (www.burgarellaqantumhealing.org) il cui scopo è quello di promuovere la relazione di aiuto tra scienza e coscienza.

SHAFIGULLIN MARAT RIFKATOVICH, psicoterapeuta professionista con oltre undici anni di esperienza nel campo della diagnosi e terapia dei disturbi mentali e psicosomatici, ha viceversa trattato dell’IPNOSI IN ONCOLOGIA.

FIAMMETTA TONELLI, artista, motivational speaker e counselor professionista, con “UNA PICCOLA FIAMMA CREA CONSAPEVOLEZZA”, ci ha fornito strategie utili per la gestione dello stress, dell’ansia, dei sensi di colpa e delle difficoltà relazionali.

La Dottoressa KATERINA KRATKA che si occupa di Medicina Tradizionale Cinese, Naturopatia applicata in Psico-neuro-endocrino-immunologia, Psicologia, Ipnosi regressiva e Psicoterapia Profonda, ci ha spiegato il METODO OTTOPROFILI che riunisce l’antica filosofia cinese e la moderna psicologia, come strumento concreto e pratico per ogni terapeuta.

“IPNOSI RAPIDA, MAGNETISMO E MORFOFISIOGNOMICA” sono stati invece proposti al pubblico da ESTER PATRICIA CERESA, esperta in Morfofisiognomica e da VINCENZO D’AMATO esperto in

Ipnosi Rapida e Fascinazione.

CERESA è ricercatrice, counselor hypnoterapist, life coach e master trainer in PNL e PNL, Comunicazione Non Verbale, Ipnosi Avanzata, Magnetismo e si è specializzata in materia di Psicologia Quantistica e Enneagramma, arrivando all’elaborazione della nuova Morfofisiognomica, una metodologia all’avanguardia nel campo delle discipline sul Linguaggio del Corpo.

VINCENZO D’AMATO, è invece Dottore in Scienze e Tecniche Psicologiche – Counselor Hypnoterapist- presso UNIVERSITE EUROPEENNE LLP di PNL ed autore del libro “Le chiavi della comunicazione” (Albatros 2017) in cui illustra alcune regole da applicare nella comunicazione in famiglia così come in una trattativa professionale. I due hanno coinvolto alcuni dei presenti nell’esperienza dell’ipnosi, fornendo la prova che questo stato alterato di coscienza offre degli immediati benefici in termini di equilibrio psico-fisico. I partecipanti, hanno convinto anche i più scettici, compreso la sottoscritta, che l’ipnosi, non è spettacolo, ma terapia.

I lavori sono continuati fino a tarda sera con un laboratorio sulle vite passate con Manuela POMPAS, per poi proseguire, l’indomani, domenica 29 settembre, con l’intervento del Dottore NICOLA RUOTOLO dell’équipe del Dott. SALVATORE IANNUZI. RUOTOLO, in qualità di neuroscienziato, ci ha parlato di IPNOSI E DI NEUROFEEDBACK per migliorare la performance cognitiva degli sportivi e dare testa all’atleta, superando l’ansia da prestazione.

JENNIE KITCHING, invece, ha trattato il tema di IPNOSI RAPIDA E DISTORSIONE TEMPORALE con un divertente workshop in cui dei volontari hanno sperimentato diversi stati ipnotici. La KITCHING è autrice di una raccolta di libri nel campo della comunicazione e della formazione inconscia, nonché ADPR (Advanced Practitioner with GHSC); AdvDipH (Diploma Avanzato in Ipnoterapia); SQHP (Senior Qualification in Hypnotherapy Practitioner); Scuola validata GHSC; Professional Trainer (D32 / 33) dal 1994; Ipnotizzatore Master certificato; Insegnante Louise Hay certificato; PNL Practitioner; Terapista certificato EMDR (Eyes Movement Desensitisation Reprocessing).

BRUNO RENZI ha continuato con KARMA ED IPNOSI REGRESSIVA

Questo medico chirurgo con specializzazione in Psichiatria e Master in PNL, Psicoterapeuta ad orientamento analitico transazionale, ha svolto otto anni di training evolutivo e didattico. Già docente AMIA (Associazione medici Italiani Antiaging) dal 2007, ha effettuato diverse Docenze in Strutture regionali e Parauniversitarie. Renzi ha pubblicato parecchi lavori scientifici, è stato relatore e coordinatore in più congressi Nazionali ed Internazionali, e qui ci ha parlato di Ipnosi Regressiva presentando un’ipotesi interpretativa. Una lettura integrata di natura filosofico-scientifica al fine di comprendere il substrato coscienziale nel quale si verificano quelle dinamiche che determinano il flusso esistenziale dell’individuo o della coscienza collettiva.

GIANLUCA RUGGERI con IL FASCINO IPNOTICO DELLA PSICOASTROLOGIA ci ha condotti in un magico viaggio nella psicologia dei 12 segni zodiacali, non per prevedere il futuro, ma per comprendere noi stessi nel presente. Gianluca Ruggeri è dottore magistrale. Laurea in Filosofia (indirizzo psicologico) all’Università di Bologna con tesi sull’interpretazione dei sogni. Mediatore Familiare (Master in psicologia di coppia Università di Verona), ha ricevuto il Diploma Honoris Causa in comunicazione ericksoniana dall’Ordine dei Medici del Friuli (sotto l’Alto Patrocinio dell’Unesco).

 E’stata poi la volta di IPPOLITO LAMEDICA che ha sviluppato il tema REGRESSIONI E REMOTE VIEWING

 

Già docente universitario, formatore e autore di numerose pubblicazioni sull’apprendimento esperienziale, è referente scientifico per i progetti con l’infanzia per l’Unicef nazionale e Internazionale; è stato inserito nel 2003 nella lista ONU dei migliori esperti europei nel settore dell’infanzia e delle tecniche partecipative. Ha conseguito numerosi attestati specialistici nelle tecniche mnemoniche, di public speaking, quantistiche, ipnotiche e di formazione. È fondatore di Mentalsuperpower e ha creato LUCEM, la Libera Università di Crescita ed Evoluzione della Mente, un’estensione di Mentalsuperpower in cui vengono divulgati i primi corsi di apprendimento rapido e di evoluzione delle proprie capacità attraverso l’Ipnosi, la PNL3 e le innovative Tecniche Quantistiche.

 Successivamente, ALEXANDRE MEZZORANA ha coinvolto il pubblico con IPNOMAGNETISMO-L’IPOTESI ENERGETICA

Il Dott. Alexandre Mezzorana è Naturopata, Osteopata e Ipnoterapista certificato NGH. L’ipnoMagnetismo praticato da Alexandre è sempre stato una base fondamentale di comprensione e azione terapeutica. Utilizza principi dell’ipnosi tradizionale, del magnetismo e della fascinazione che si completano a vicenda in modo sinergico formando un approccio terapeutico coerente ed efficace. Con questi metodi la guarigione di disturbi psichici, psicosomatici e funzionali è possibile, spesso con risultati inaspettati. Un approccio terapeutico completo e potente, che ruota attorno a diverse tecniche corporee, energetiche e psicologiche.

GENNARO PEPE ha infine chiuso il convegno con IPNOSI, UNA PORTA VERSO LA SUPERCOSCIENZA

 

Gennaro Pepe è un medico, ha conseguito la laurea in medicina e chirurgia nel 1985 presso l’Università Federico II di Napoli. Nel 1989 ha completato il suo percorso di formazione medica presso la S.M.I.P.I, Società Medica Italiana di Psicoterapia ed Ipnosi. Da trent’anni utilizza l’ipnosi come tecnica terapeutica, e nel corso di questo suo lavoro ha avuto modo di entrare in contatto con il fenomeno delle abductions, il rapimento di terrestri da parte di entità aliene. Questo lo ha portato nel corso degli anni ad incontrare persone “speciali” che lo hanno iniziato alla conoscenza e coscienza del fenomeno e della finalità di esso. Ha approntato il suo lavoro sulla ricerca della verità individuale e collettiva, sulla capacità di ognuno di essere “conoscenza” attraverso l’utilizzo dell’ipnosi per fa emergere la consapevolezza interiore al fine di raggiungere il proprio scopo di vita e arrivare al concetto di super coscienza.

Insomma, Neuroscienze ed Ipnosi, è stato un Mental Forum a 360° in cui il pubblico ha interagito con esperti di fama internazionale. Un avvincente viaggio nell’apprendimento, nella memoria, nel magnetismo e nell’ipnosi passando attraverso le emozioni pregresse, il benessere attuale e le comunicazioni verbali e non, per credere nel potere del cervello e per vincere la sfida di potenziare al massimo le sue prestazioni.

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Antonella Ferrari