“Il Sanscrito: la lingua per parlare con Dio”

All’inizio fu il caos.

Sembra che all’inizio dei tempi il caos regnasse sovrano. Del resto, da un “Big Bang” non ci si può aspettare il massimo dell’ordine e della pulizia… Si è mai vista nascere un’aiuola dallo scoppio di un petardo? Ecco.

Così, Lassù – “lassù”, dal punto di vista del pianeta terra – Qualcuno decise di dare una bella rassettata, fischiettando un motivetto.

Me ne ricorderò la prossima volta che devo rigovernare casa: “firulì firulà”, ed esco a fare una passeggiata.

Scherzi a parte …

Poi, il Suono.

Dopo aver saputo che Chiara Sparacio, Caporedattore cronaca del mio giornale online preferito – indovina quale … 😉 – oltre a occuparsi di cronaca ed educazione è anche un’appassionata studiosa di culture e filosofie orientali nonché esperta traduttrice dal Sanscrito, ho subito voluto intervistarla.

Dal nostro incontro su Skype è nata una piacevolissima conversazione, che prende l’abbrivio dalla domanda:

“Posto che siamo consapevoli del potere creativo della Parola come combinazione e articolazione di Suoni – ben lo sapevano gli inventori del Sanscrito, l’unica lingua inventata a tavolino per comunicare con il trascendente, l’universo, Dio – come possiamo far tesoro di questo Potere per far fronte agli imprevisti che la vita ci riserva?

… e la Parola sacra!

Caporedattore Consulente e Autrice, Chiara ha al suo attivo tre libri. Uno di essi, “La Cadenza delle Parole” – cito la recensione –  “… è una raccolta di pensieri, riflessioni e storie raccontate da punti di vista inusuali e dissacranti prospettive. Un libro da leggere lentamente, un pezzo per volta, aspettando di trovare il brano che entrerà in sintonia col lettore, facendolo vibrare e risuonare, riconoscendo se stesso in quella storia”.

Nel corso della nostra chiacchierata tocchiamo vari argomenti: dalle antiche civiltà con le loro caste sacerdotali e i rispettivi approcci col trascendente, all’uso sapiente e accorto dei mantra per chi pratica la meditazione come rituale quotidiano, alla presa di coscienza che la parola è potente non solo in quanto “parola”, ma anche come risultato dell’accostamento di suoni articolati nella giusta combinazione, la cui onda vibratoria, propagandosi nel Cosmo, ne altera per sempre l’assetto.

Una ricca e piacevole conversazione, la nostra, per scoprire come sia possibile, grazie al potere creativo delle parole, gestire con equilibrio e saggezza il nostro mondo interiore, le impreviste circostanze e i cambiamenti che ogni giorno la vita ci riserva.

Venerdì 21 agosto 2020 alle 23:30, sul Canale YouTube “Jasmine Laurenti”.

Per raggiungerci al Soul Talk, clicca qui.

LOve, Ondina Wavelet (JL)

 




“Storia di una doppiatrice che decide di doppiare … Se stessa!”

Tutto avviene per un motivo.

Un sabato pomeriggio rovente: il termometro sul cruscotto segna 41 gradi.
Esausta, scelgo un parcheggio ombreggiato, reclino il sedile e chiudo gli occhi.
Da qualche anno, infatti, non sopporto il caldo come un tempo.
Devo recuperare le energie che mi ha tolto, sbrigando commissioni in giro per la mia amata Milano.

… anche gli incontri “casuali”.

È un attimo: accade “qualcosa” e riemergo dal mio torpore.
Apro gli occhi e riconosco, proprio di fronte alla mia auto, una figura a me familiare: una bella ragazza a passeggio con il suo cagnolino, intenta a conversare con qualcuno al cellulare.
È un’ex “collega” di lavoro, doppiatrice.
Proprio mentre il mio sguardo la raggiunge lei si gira verso di me, spalanca gli occhi con un misto di incredulità e sorpresa e con un sorriso di luce e di cielo, ricambia il mio saluto.
Conclude con grazia la sua conversazione.
Esco dall’auto. Un passo, e siamo una di fronte all’altra.
Tratteniamo un naturale, umano impulso di abbracciarci e, in un breve e intenso dialogo fatto di parole, sguardi e gesti, a due metri di distanza ci raccontiamo gli ultimi quattro anni di Vita.

La stessa identica frase, parola per parola …

Improvvisamente le sfugge una frase. La stessa frase che solo tre giorni prima avevo pronunciato in occasione della mia partecipazione come ospite al “Webinar Lunch” di Walter Klinkon: ha a che vedere con l’accorgersi di aver dato la voce a personaggi e messaggi altrui e di sentire l’urgenza, a un certo punto, di riprendersi la voce per donare al mondo il proprio Messaggio.

Il Risveglio a Nuova Vita.

Ah, la Bellezza del Risveglio al proprio Scopo, in qualsiasi campo si sia attualmente impegnati, è ineguagliabile.
Così, ostetrica spirituale, assisto a una Nuova Nascita.
Perché è di questo che si tratta, al di fuori di ogni scatola in cui si sia voluto rinchiudere, riducendone la portata, il Senso della Vita.
E il Senso della Vita è Rinascere a se stessi, riconoscere e rispondere alla propria individuale Chiamata con un “Eccomi, sono qui!”.

 

Tre giorni prima, al “Webinar Lunch” di Walter Klinkon.

 

Quando Walter mi ha chiesto: “Cosa fai mercoledì prossimo? Vieni al mio ‘Webinar Lunch’?” ho accettato subito. Prima di tutto perché amo teneramente questo ragazzo dai capelli arruffati.

Ci siamo conosciuti grazie a Facebook e, nel tempo, seguiti nelle rispettive iniziative, progetti ed eventi organizzati, non perdendoci mai di vista.

Un giorno di due anni fa, agli albori del mio Talk Show Viaggiante, l’ho raggiunto a Milano per chiedergli come abbia scoperto il suo vero Sé – argomento che ci interessa tutti, se vogliamo dare un senso alla nostra presenza su questo azzurro pianeta – e la sua Mission.

Le sue parole magiche: “Credici”, “Abracagrazie” e “Grazietudine”, hanno fatto il giro del web. Lo contraddistinguono come il mago delle parole, quel mago pazzerello che, strappandoti un sorriso, ti lascia di sé l’indelebile ricordo di una filosofia di vita semplice e proprio per questo alla portata di tutti: “Risvegliati, abbi fede, sii grato sempre e per ogni cosa, coltiva i tuoi talenti e condividine i frutti col mondo.”

Ecco riassunta, in poche parole, la Mission di questo luminoso Eroe dei nostri tempi.

Dettaglio non trascurabile: l’intervistata, questa volta, sono io.

Durante la nostra chiacchierata decido di aprire il mio cuore e raccontare la mia storia: la storia di una doppiatrice che, soddisfatta della sua esperienza come “donatrice di voce” per altri personaggi e messaggi altrui, decide di riprendersi la voce e doppiare … se stessa!

Un video utile per chi abbia un sogno da realizzare e non sappia da dove cominciare. Per vederlo, clicca sulla parola “video”! 😉

Dedicato a Stefania, l’Essere Umano meraviglioso incontrato “per caso” a Milano: ex collega che, in sala di doppiaggio, un giorno si è detta: “Sono più di questo. Posso fare di più”. Naturalmente continuerà a prestare la sua voce ad altri personaggi, con le loro battute scritte da altri Autori, dedicandosi nel contempo alla realizzazione del suo personale Sogno di diventare Scrittrice.

Sono certa che ce la farà. Anzi. Ce l’ha già fatta. Ha risposto alla sua Chiamata.

Be Water, Be Light!

Ondina Wavelet (Jasmine Laurenti)




“Il Potere Creativo Del Logos”

Galeotto fu Socrate

Protagonista di questa Pagina di Diario è Giuseppe Bellantonio.

L’ho “incontrato” in “Socrate”, gruppo su whatsapp che riunisce persone accomunate dall’amore per la scienza, l’antroposofia, la spiritualità, la musica e la bellezza: punto di riferimento per uomini e donne che amano farsi domande e, nel rispetto delle opinioni di ciascuno, approfondire vari argomenti scambiandosi link ad articoli, video e podcast di ispirazione.

Il Passato

Esperto nell’ambito della Formazione e delle Tecniche di Gestione e di Marketing, Giuseppe matura una rilevante esperienza nell’ambito del sistema Banche e Finanza.

Già pubblicista, free-lance journalist, interviene con scritti, saggistica e interviste su numerose testate e fogli d’informazione digitale.

Ama studiare e approfondire ogni tematica riguardante i suoi vasti interessi culturali, che spaziano dalla storia alla filosofia, all’esoterismo.

 

Il Presente

È raro, oggigiorno, imbattersi in persone come Giuseppe.

Proprio com’è raro il suo modo di conversare: rispettoso delle opinioni del suo interlocutore, non si  preoccupa di far valere a tutti i costi le proprie. Le sue pause precedono frasi memorabili. Prende tempo per soppesare le parole prima di pronunciarle, nella consapevolezza che una parola di troppo, inutile o sconveniente, avrà un’eco eterna e l’Universo non sarà mai più lo stesso.

Per questo suo atteggiamento nei riguardi delle parole, Giuseppe esprime autorevolezza. Anche nei momenti di silenzio.

 

In Principio era il Verbo

L’ho intervistato sul potere creativo della prima Parola che sia mai stata pronunciata: il “Verbo”, o “Logos”.

Il Suono, Rumore, Tuono, Ruggito, “Fragore di grandi acque” come onda che, nel propagarsi, ha portato all’esistenza materia più o meno densa in molteplici forme, colori, apparenze.

Una cosa è certa: più indago in ambito scientifico, più mi innamoro della vita. Ogni giorno più grata del privilegio di testimoniare il miracolo del Tutto, di cui sono parte.

Scienza e Spiritualità vanno per mano. Si spiegano, completano e arricchiscono a vicenda.
Il resto è cultura, tradizione e rito, che vanno rispettati perché ciascuno di noi è in Viaggio al suo passo. Tanto il punto d’arrivo, qualunque nome gli diamo o comunque lo descriviamo, è lo stesso.

In questa piacevolissima chiacchierata, Giuseppe e io parliamo in modo scientifico-spirituale, oltre che della Creazione, del senso della Vita, dell’importanza dei Valori guida, di come ciascuno di noi possa dare il suo contributo a un risveglio collettivo delle coscienze, di Libertà.

Buon Ascolto!

Ondina Wavelet (JL)

 

 

 

 

 

 




“Il Poncho Dei Papi”

La pulce nell’orecchio …

Un giorno un’amica mi mette una pulce nell’orecchio: “Dovresti intervistare Christian Gaston Illan. Ha inventato un social in cui chi si iscrive si incontra veramente! Organizzano eventi e partecipano: sono menti brillanti, imprenditori di alto profilo, creativi, artisti … Un po’ di tutto. Li riconosci dal braccialetto che indossano …”

La mia amica Ary conosce la mamma di Christian: una signora che, orgogliosa del proprio figlio, ne condivide le iniziative e le idee vincenti. L’ultima è “iLoby”, il primo social che ha lo scopo di creare proficue liaisons tra persone attive nell’ambito del business e dell’imprenditoria.

 

Il primo “vero” social network

Se mi guardo indietro nel tempo, mi accorgo che tutte le volte che ho temporeggiato prima di contattare persone o intraprendere nuovi progetti, ho finito per innescare virtuosi processi e generare, più o meno consapevolmente, importanti conseguenze. Senza praticamente alzare un dito. Lasciandomi andare al Flusso della Vita.

La stessa magia si è ripetuta con Christian. A distanza di qualche mese dal suggerimento della mia amica, gli mando un messaggio su FB al quale risponde con garbo e disponibilità. Fissiamo il nostro appuntamento in una profumeria di nicchia nel cuore fashion – luxury di Milano per parlare di iLoby, il primo social network di persone “vere” che si incontrano per davvero.

La Mission di iLoby è creare liasions tra amici e amici degli amici: sintonizzati sulle stesse frequenze, fondati sugli stessi Valori, con lo sguardo proiettato ben oltre le circostanze contingenti. Tutti accomunati dal desiderio di creare Valore.

Clicca qui per vedere la prima parte dell’intervista.

E qui per vedere la seconda parte. 

 

Lo “Smart Villag[g]e Cloud”

A un mese dal nostro incontro, il mondo si ferma. Ma Christian prosegue la sua corsa e con Maria Giulia, la sua fidanzata, inaugura lo “Smart Villag[g]e Cloud”, la chat su whatsapp che annulla in un click gli altrimenti inevitabili effetti del “lockdown” e del “social distancing”. Mentre ne scrivo, il gruppo conta circa un centinaio di membri riuniti all’insegna dell’Amicizia, dell’Imprenditorialità e del Networking. Tra loro non ci sono solamente imprenditori ma atleti, giornalisti, speaker, attori, doppiatori, scrittori, artisti … addirittura direttori d’orchestra.

La loro frase – simbolo è l’aforisma di Thomas Edison: “Se facessimo veramente tutto ciò che siamo capaci di fare rimarremmo letteralmente sbalorditi.” Il tag del Gruppo più bello del pianeta è #insieme, e richiama il motto di iLoby “Insieme Siamo Più Forti”.

Mai motto fu più profetico: in tre mesi di inevitabile vita domestica, i membri più attivi della chat hanno stretto amicizia, avviato progetti e interessanti iniziative … insieme.

 

“Il Poncho Dei Papi”

… Christian aveva un sogno nel cassetto: raccontare la storia del suo incontro con papa Bergoglio, per consegnargli di persona il poncho acquistato da Marco e Patricia, i suoi genitori, su indiscutibile ordine di nonna Ita. Un poncho di rara fattura e bellezza – blu, con i lembi bianchi – fatto con amore da “Tero Guzman”, l’artigiano che ha reso il poncho, indumento gaucho di antica tradizione indigena del popolo salteno, famoso in tutto il mondo.

Ancora una volta si rivela prezioso l’apporto di Maria Giulia, che aiuta il suo compagno a mettere per iscritto la sua testimonianza di coraggio e perseveranza.

Nasce così “Il Poncho Dei Papi”, libro che racconta la storia di un Eroe dei nostri tempi che, sostenuto dalla fede e dalle parole di nonna Ita – “Il mondo appartiene agli audaci” –  sfida e vince le stesse insicurezze che, in simili circostanze, avrebbero dissuaso dall’azione la maggior parte di noi.

Ed ecco la nostra chiacchierata. Buon ascolto e, soprattutto, ottima Ispirazione!

Ondina Wavelet (Jasmine Laurenti).

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 




“Le Parole Del BenEssere”

Imprenditore molla tutto e torna a fare l’infermiere.

Pierluca Narraccio è un Eroe silenzioso.

Un Eroe come lui non fa notizia sui giornali eppure, con l’uso sapiente delle sue parole, ha fatto e continua a fare la Differenza nella vita delle persone che incontra.

Con lui si completa la trilogia di “Soul 2 Soul Talk” dedicata agli Eroi che, durante l’emergenza sanitaria e il lockdown, si sono contraddistinti per aver fatto delle Parole ciò che effettivamente sono: semi da spargere in cuori fertili, Vascelli pronti a traghettare chi le pensa, dice e agisce, alla Terra Promessa che esse descrivono.

“Infermiere per amore”

Nei fine settimana Pierluca presta servizio come assistente d’aula per una nota Scuola Italiana di Formazione in P.N.L., ed è lì che lo incontro la prima volta.

Fuori dall’aula, nella vita di tutti i giorni, fa l’infermiere.

In ospedale, il vivere a stretto contatto con persone sofferenti lo ispira a ideare un nuovo approccio comunicativo con i pazienti.

Il suo sogno è offrire agli Operatori Sanitari, a tutti i livelli, virtuali esempi di interazione basati sull’uso responsabile delle parole.

“Da Paziente a Partecipante”

Sogno che si concretizza con “Le Parole Del BenEssere”, libro che inaugura un codice linguistico atto a instaurare tra Medici, Infermieri e pazienti, relazioni basate sulla fiducia e l’empatia.

“Le parole sono semi che germogliano in noi e nelle persone a cui li doniamo”, dice Pierluca riassumendo in un pensiero la sua prima opera letteraria.

Il compito dei Medici e degli Infermieri, in qualità di Ambasciatori di BenEssere, è quello di usare le parole per abbreviare il periodo di convalescenza del malato, invitandolo a partecipare attivamente al suo processo di guarigione.

Il paziente viene aggiornato in tempo reale sul suo stato di salute, sulle terapie scelte dal medico curante e sulla reazione alle stesse da parte del suo organismo.

Le parole, selezionate con cura, servono a raccontargli la sfida da affrontare in modo positivo, chiaro e consapevole.

Da “paziente” passivo ad attivo “partecipante”, la persona curata diviene così consapevole del percorso terapeutico intrapreso e corresponsabile del suo processo di guarigione.

“Il Viaggio dell’Eroe”

Ogni Viaggio dell’Eroe che si rispetti inizia con la “Chiamata”.

Chiamata rappresentata dall’improvvisa quanto inattesa “Emergenza Covid-19”.

Pierluca, nel frattempo, si è costruito una realtà imprenditoriale, ma il momento storico è importante e lui non ci pensa due volte a mollare tutto, per tornare a indossare i panni dell’infermiere.

“Io in questo momento ci devo essere, devo poter fare qualcosa per questo”, racconta nel corso dell’intervista.

Decide così di raggiungere il personale medico e infermieristico già impegnato, giorno e notte, al Pronto Soccorso Covid-19 dell’Ospedale di Lodi.

Al termine del periodo più “caldo”, Pierluca condivide con noi la sua esperienza e ciò che di più prezioso gli ha insegnato:

il valore di uno sguardo quando tutto il resto del volto è coperto, per indagare lo stato d’animo del malato e rassicurarlo;

il potere delle parole “alte” di generare terapeutiche emozioni;

l’effetto placebo di gesti consapevoli ed empatici – un sorriso, una carezza, un disegno, un tocco – per accelerare il processo di guarigione o quantomeno aumentare le probabilità di un positivo esito del percorso di cura;

infine, riuscire a fare della solitudine – condizione non cercata né voluta, ma in quel momento necessaria – l’opportunità per conoscere meglio noi stessi e apprezzare il Valore della Vita … “da vivere senza rimpianti e senza rimorsi … pienamente!”

Buon Ascolto!

Ondina Wavelet




“Tutto Andrà Bene”

“Tutto andrà bene”

“Metti in conto che ci sarà della solitudine sulla strada della libertà. Metti in conto che prima o poi, su quella strada, ci troverai tutta la gente con il tuo stesso coraggio, metti in conto che, trovando te stesso, non avrai più bisogno d’altro. Metti in conto di sentire tutta la ricchezza del mondo, vissuto da vivo. Metti in conto di accorgerti di… respirare. Metti in conto la disapprovazione degli obbedienti, l’incomprensione dei saccenti, il sospetto dei disamanti, il sorriso dei poeti. E la simpatia dei santi. Metti in conto l’amore. E tutto andrà bene.”

Luciana Landolfi – Brescia, 21 ottobre 2003

 

… anche oggi.

È ora di pranzo e suona il campanello. È il postino che suona una volta, con piglio deciso. Sembra voler dire: “Tanto lo so che sei in casa”. Anche se non ci sei. Così, se in un millisecondo non ti affacci alla finestra per urlare: “Eccomi! Arrivo!” lascia l’avviso nella cassetta delle lettere. Ed ecco che trovo, al mio ritorno, l’avviso di una raccomandata.

La descrizione dice “lettera”. Viene dall’Italia. Corro all’Ufficio Postale. È una busta gialla, di quelle rivestite di bollicine d’aria che se le premi schioccano. Adoro le buste gialle misteriose: contengono sempre bellissime sorprese. Mentre appongo la mia firma “digitale” esulto come quando, da bambina, pregustavo l’arrivo degli zii Inglesi che, ogni anno nel periodo di Natale, tornavano a casa.

Il mittente è la mia cara amica Luciana Landolfi. Mi aspetto di trovare il suo ultimo libro “Tutto andrà bene”, uno di quelli che metti in borsetta per tenerlo, ovunque tu vada, vicino al cuore. A casa penso a come sorprenderla a mia volta. Realizzo, emozionata, una diretta su Instagram. Inattesa come un treno in ritardo di un minuto alla stazione di Lugano, raggiungo tre spettatori. Ma va bene così: la diretta è terapeutica per me. Non dò il tempo alla mente di “prepararsi” le cose da dire. Così, è il mio cuore a parlare.

 

Le interviste

Ho incontrato Luciana di persona tre volte. Per parlare di “Respira come se fossi felice”, libro-intervista scritto con Paolo Borzacchiello (Autore del best seller “La Parola Magica”); in occasione della pubblicazione di “Dimmi Che Ti Amo”, raccolta di aforismi, pensieri, poesie, condivisi da Luciana sui social e raccolti per la prima volta in un libro da assumere a piccole dosi quotidiane, tanto è profondo e taumaturgico (anche aprendolo in una pagina a caso!); in pieno periodo “emergenza sanitaria” invece, in concomitanza con l’uscita del suo ultimo “Tutto Andrà bene”, ci siamo video-chiamate su Skype.

(Guarda il video corredato all’articolo)

 

Nonna Olivia

“Tutto Andrà Bene” – per chi si fosse imbattuto nello striscione arcobaleno a rallegrare il balcone di un simpatico dirimpettaio, nei post-it multiformi e coloratissimi appiccicati un po’ ovunque in città, in foto bene auguranti sui social o nelle catene di messaggi su whatsapp (l’elenco potrebbe continuare all’infinito) … è lo slogan del periodo di emergenza sanitaria, il “mantra” amuleto, la formula magica che, cacciata via la paura, ravviva la luce della Fede.

In realtà “Tutto Andrà Bene”, oltre a essere il titolo di svariate poesie di Luciana – la prima di esse, in apertura di articolo, è datata 2003 – riassume la filosofia di vita di nonna Olivia, “Essere Soprannaturale” stupendamente tratteggiato nel primo capitolo.

Donna-Medicina, Donna-Preghiera, Donna-Amore, nonna Olivia è Fonte di Ispirazione per la piccola Luciana, gloriosa incarnazione delle tre parole che, due generazioni più avanti, diverranno Atto Poetico personale e collettivo, Atto di insensata Bellezza, Modo di Vivere e di guardare gli Altri, ritenendoli in grado di affrontare gli eventi della vita. Anche e soprattutto quelli imprevisti, quelli che da un momento all’altro non è più lo stesso.

 

E il Verbo si fece carne

In principio era il Verbo. Come dire: in principio era il Suono. Il Suono prodotto da una Vibrazione. Musica creatrice.

A quanto pare due elementi preesistevano alla Creazione, così come ci viene descritta nel libro della Genesi: il Verbo ha assistito alla sua Creazione. (Anche l’acqua, a quanto pare, non è stata creata. Semplicemente, “c’era”)

Il Verbo si fa “carne” in chi Lo accoglie e ripone la sua fiducia in Esso. Risuona in chi si lascia attraversare dal suo atto Creativo,  vibrando alla stessa frequenza.

La Parola sostiene ciò che crea. È Promessa mantenuta, nell’eterno Presente.

Così, “Tutto Andrà Bene” è Atto Profetico che si fa Dono per l’Umanità. Varcando i confini di nazioni e continenti, culture e linguaggi, religioni e filosofie di vita, ci rende Uno.

 

Il Futuro ci salverà

Soprattutto, in un periodo storico importante come questo, “Tutto Andrà Bene” è il Messaggio che viene da un Futuro salvifico.

Se sapremo guardare tutti insieme verso di Esso – Porto di Quiete al riparo dai marosi della Vita, Rifugio sicuro nei momenti di incertezza, Giardino Sacro di Pace interiore – non temeremo più il Cambiamento: ritroveremo Noi Stessi e lo Scopo per cui siamo vivi, in questo splendido Universo.

Ondina Wavelet (JL)

 

http://https://youtu.be/qnyIpDtWbzs

 

 

 

 

 

 

 

 




Perché la sposa di Barbablù si è salvata

La chiave proibita di Barbablù si chiama “Perché?”

Quando la giovane sposa si avvicinò all’ultima porta tenendo stretta tra le dita, separata dal grande mazzo, la più piccola delle chiavi, sentì come una specie di paura.

Con lei le sorelle più grandi, il sangue del suo sangue, le più sagge, le più esperte, quelle che avevano visto di più della vita, la incoraggiavano ad usare quella chiave e lei si fidò.

Quella chiave era la più piccola del grande e pesante mazzo lecito che precedentemente aveva aperto ad una ad una tutte le altre porte di quel grande e bellissimo castello che la giovane sposa credeva proprio.

Dietro ciascuna porta le chiavi avevano concesso la vista e il godimento di meraviglie e gioie.

E tanto poteva bastare e le era bastato fino a quel momento, ma non bastò alle sagge sorelle.

Restava ancora quella chiave, quella piccola chiave che avrebbe aperto quella porta; quella piccola, preclusa porta.

Quella chiave era piccola ma avrebbe aperto la porta più pericolosa di tutte: quella proibita, l’unica che la giovane sposa non aveva il permesso di aprire.

Quella che, da sola, le faceva capire che il castello non era suo.

Quella chiave aveva un nome, si chiamava “Perché?”.

Ed era piccola ma pericolosissima perché apriva la porta della Verità.

Quando la chiave girò, la porta si aprì e tutto fu chiaro.

Improvvisamente la barba di Barbablù fu chiaramente blu e non di nessun altro colore che poteva sembrare normale, come ad un certo punto era sembrato alla giovane sposa quando cedette al corteggiamento.

Improvvisamente furono chiari i delitti, le colpe nascoste e il sangue.

Gli interessi personali, le bugie e i raggiri.

Improvvisamente fu tutto vero e la giovane sposa ne ebbe paura.

Barbablù intanto stava rientrando ed era sempre più vicino a scoprire la disobbedienza della sposa.

La sposa richiuse la porta e nascose la chiave nella tasca del vestito.

Ma la chiave era il “Perché?” e aveva avuto la sua risposta e la verità non può essere nascosta.

Fu così che la verità, sotto forma di sangue, iniziò a sporcare la tasca, le mani e l’abito tutto della sposa che ebbe ancora più paura.

Cambiò l’abito e lo nascose nell’armadio.

Ma l’emorragia di verità non si fermava e dopo poco anche l’armadio iniziò a sanguinare.

E la giovane sposa aveva paura.

Quando Barbablù rincasò e vide che il suo segreto era stato svelato e non poteva mai più essere nascosto, non lo sopportò e decise di uccidere la sposa.

Ma la ragazza non era sola, aveva le sorelle, che le consigliarono di prendere tempo e, intanto, di nascosto, andarono a chiamare i fratelli.

E così, mentre la ragazza chiedeva tempo per prepararsi alla morte, si avvicinarono al castello correndo i fratelli di lei, il sangue del suo sangue, la parte di lei più forte, più coraggiosa, quelli che avevano sempre combattuto e vinto le battaglie della vita.

I fratelli arrivarono al castello e Barbablù, colto di sorpresa e sopraffatto dalla forza dei fratelli, fu ucciso.

Fu così che la giovane sposa, grazie alla chiave del “Perché?” e alla disobbedienza divenne una donna al pari delle sorelle e con i fratelli si diresse verso un nuovo viaggio.


Dedicato a chi ha paura di usare fino in fondo la chiave del “Perché?”, 

a chi sa che la verità che gli hanno raccontato è strana e, anche se molto bella, non è la verità.

A chi sa che la barba di Barbablù (dentro o fuori di noi) e blu e c’è un motivo.

A chi vuole scoprire quel motivo.

A chi non vuole avere paura delle verità perché è molto più forte di ciò che crede ed è in grado di affrontarla.

 

Crediti

Ispirato a Donne che corrono coi lupi di Clarissa Pinkola Estès: libro

Audiolibro Barbablù di Perrauld

 




Il tempo del pensiero e il tempo della lettura

Domanda per i Lettori Seriali
Gente che legge di tutto e la notte non dorme per continuare a pensare.
Domanda per capire se esiste o no la Solitudine

Chissà se capita a molti che quando leggiamo un libro non è tanto il tempo trascorso a leggere quanto quello impiegato per capirlo.

Alla lettura di una parola, di una frase, di un capitolo,
Seguono ore di riflessione su quei concetti,
su quella sfumature
su quelle passioni.

Sono verità svelate che impiegano ore per venire a galla;
sono bugie palesate che chiedono anni per essere accettate.

Quegli stimoli che ci colgono come un fulmine mentre leggiamo,
sono un mondo che si apre, una risma che squaderna.

Quella scossa di pochi decimi di secondo
si palesa in interi pomeriggi di pensieri.

Pezzi di puzzle che combaciano o si separano,
fili logici che si spezzano e si generano;
pensieri
di un istante che, per essere spiegati solo un poco, hanno bisogno di mille parole.
Quelle io mi chiedo.

Quello che mi chiedo,
tra tutti quelli che macinano pagine su pagine,
articoli su articoli e
libri su libri…

C’è qualcun altro come noi che a mezza pagina letta fa seguire sessanta minuti di riflessione?




L’umanità della lettura

Sarà che sono arrivata per ultima e pure in ritardo.

Un ritardo di quasi 10 anni rispetto ai miei fratelli.

Sarà che il grosso era già stato fatto da mia madre e da mio padre negli anni della loro infanzia e giovinezza.

Sarà pure che molto era stato aggiunto dalle esigenze scolastiche dei miei fratelli

Però, quando sono arrivata io,

la biblioteca di casa Sparacio era già ben nutrita.

A me piacevano i titoli.

Leggevo i titoli sul catalogo del club del libro che trovavo sulle riviste.

Il primo libro che ho letto era un romanzo per ragazze, era di mia madre.

Lo finivo e lo rileggevo.

A quei tempi non leggevo mai la premessa o l’introduzione ma leggevo sempre il catalogo alla fine dei libri.

Ricordo la libreria dove mia madre mi comprava i libri e già allora le mie ricerche dei libri introvabili.

Trovare notizie originali sul ciclo bretone è stata una impresa.

Amavo le storie e divoravo le bibliografie.

Continuano a leggere i cataloghi delle diverse case editrici.

Ancora titoli e titoli che creavano in me un senso di familiarità.

Associavo senza problemi i titoli agli autori.

E Leggevo.

Leggevo tutti i libri che c’erano a casa.

I criteri erano due:

– quello del titolo (se nella mia mente era già conosciuto dalle letture di qualche catalogo allora era un buon libro)

– e quello della grandezza: più di duecento pagine mi sembravano troppe.

Poi arrivò la newton e i suoi 100 pagine mille lire.

Per me è per tutti quelli con la mia inclinazione,

Fu la fine.

Venivano comprati, letti e attesi tutti.

Uno per uno,

In successione.

Come fossero numeri di fumetti.

Volumi senza nessuna cura editoriale

Solo caratteri microscopici e muri di testo.

Saggi, poesie, racconti.

Leggevo e i libri erano talmente tanti e profilati che quando trovano nei testi un riferimento a un altro libro, frugavo nelle librerie e l’avevo.

E lo leggevo.

Libri su libri,

Scaffali delle librerie piene a due e tre file.

Gli ultimi anni del liceo non ho comprato il libro di antologia italiana.

Leggevo i brani direttamente dai libri e li leggevo tutti.

Questa cosa che qualcuno doveva scegliere per me quali parti dei libri leggere, non mi piaceva proprio.

Ero io che dovevo decidere e dovevo sapere tutto.

—————

A proposito, per non creare dubbi:

A scuola andavo male

Mi applicavo ma non rendevo.

Praticamente un’idiota.

Brava lo sono diventata dopo,

Quando ho cominciato ad unire e mettere in relazione tutto quello che avevo letto.

Questo perché le fasi della vita culturale di una persona, sono due:

La prima di reperimento testi e informazioni.

Una accozzaglia senza senso o criterio.

La seconda di relazione: piano piano tutte le cose lette e imparate, tramano il tuo cervello e ti portano in alto oltre le apparenze superficiali e in profondità verso la ragione nucleare.

Leggere traccia la pieghe del tuo cervello liscio.

Non possiamo credere di sapere tutto solo perché abbiamo letto qualcosa.

Un insieme di titoli e autori non sono cultura.

Possiamo dire di aver capito solo quando troviamo nella nostra vita le pagine di quei libri

Anche se non ricordiamo più chi le ha scritte

Perché non è importante

L’importante è aver riconosciuto il verso.




I quaderni della privacy

I Quaderni della Privacy, uscirà nelle prossime settimane un importante lavoro sull’argomento privacy.

i quaderni della privacy

Ogni quaderno rappresenta un argomento topico (dpo, registro, dpia, nomine, particolarità del settore scolastico, etc) in modo da rendere semplicissimo l’approccio ad ogni punto.

Il libro è impostato per argomento e scritto in modo semplice ed efficace, cercando di rendere alla portata di tutti un argomento complesso gli autori Faletti, De Duro e Caristi si occupano di privacy da più di un decennio e sono specializzati anche nel settore scuola.

il libro sarà in vendita i primi di dicembre a 24,00 euro.

i quaderni della privacy
quarta di copertina