Pittoni Mario, l’esperienza al servizio dello Stato.

Mario Pittoni, conta più la forma o la sostanza?

 

Sembra il gioco delle tre carte…Prendi la carta, togli la carta…
Togli un ministro, mettine un altro…Buona scuola sì, buona scuola no…
Betapress è contro l’uso strumentale delle notizie, ed in questo caso è ancora più vile considerando la qualità dell’uomo.
La Fedeli senza il diploma e senza la laurea (quindi anche lei con poco più della terza media), il senatore con la terza media (e dove sarebbe il problema?)…
Ma basta!
Nel gioco al massacro mediatico, c’è spazio per tutti. Avanti il prossimo, basta scavare!
Qualcosa per infangare una persona e rovinare la sua immagine pubblica, lo si trova sempre!!!
Anche perché basta scrivere una parte di una avvenimento e non tutto quanto ed il gioco è fatto!!!
è abitudine infatti che quando non si riesce a distruggere professionalmente una persona la si attacca sul lato personale!
Il Senatore Pittoni ha la terza media, ma la giornalista aggiunge “si difende il senatore”, implicitamente addebitandogli una colpa che non ha!!
Anzi, Lui con la terza media ha fatto molto di più di gente con master e dottorati, occorrerebbe guardare i fatti!
Io ne ho le palle piene, e penso di essere in buona compagnia di quei milioni di Italiani che non si riconoscono più in questa parziale informazione da osteria.
Altro che libertà di stampa, qui siamo all’anarchia mediatica!!!
Comunque, torniamo a noi. Anzi, alla scuola.
Chi scrive non ha la tessera di un partito e non versa una quota sindacale, perché ha perso sul campo la fiducia nelle istituzioni e nella rappresentanza sindacale.
Però, chi scrive è figlia d’insegnanti, madre di studenti e professoressa da trentanni.
Bene, la famosa terza media del Senatore Pittoni, mi avanza e mi rimbalza.
Non mi serve sapere se nel 1965, quando sono nata io, ha ottenuto solo la licenza di terza media.
Primo, perché sfido chiunque è addetto ai lavori a confrontare i contenuti ed i programmi di quegli anni con quelli odierni, erano molto più profondi, seri e completi.
Secondo, perché gli anni della contestazione studentesca, Pittoni, li ha vissuti in prima persona.
E sa bene quanto assurdo dogmatismo accademico ci fosse da eliminare, nella prospettiva di una scuola pubblica, per tutti, nel vero senso della parola.
Terzo, perché, come figlio d’insegnanti e fratello di professore, Pittoni è nato, cresciuto, svezzato alla vita in un HUMUS culturale di tutto rispetto.
Quarto, perché anche per chi, come me, ha 15 anni in meno, il curriculum vitae si compilava a penna e non era ancora prevista l’analisi grafologica della scrittura del candidato!!!
Quinto, e qui viene il bello, MARIO PITTONI, con la sua terza media, grazie alla sua terza media, nonostante non abbia un diploma (per fortuna, dico io ), dice e propone delle cose estremamente valide per il mondo della scuola.
Gli mancano le conoscenze del percorso liceo/università? E chi se ne frega, ha quelle dell’esperienza e del lavoro svolto in questi anni (cosa che il precedente ministro non aveva per nulla, in particolare sulla scuola)!
Di competenze ne ha fino a mai!
E questo lo dicono i fatti, cioè quello che lui ha realizzato e quello che oggi propone.
Stop alla chiamata diretta dei presidi? Giusto e bene.
E’ ora di finirla con il carosello delle chiamate dirette dei presidi, supplenti che vanno e vengono per la scuola come se fossero in un hotel!! Per garantire serietà nell’attribuzione di una nomina ed un briciolo di meritocrazia, sono molto più sicure le care vecchie graduatorie degli Uffici scolastici regionali o provinciali.
Unificazione del ciclo di studi della scuola primaria e secondaria di primo grado? Praticamente, elementari e medie riunite insieme?
Si può fare, e non è tanto lontano dalla continuità didattica praticata già tra maestre e professori nella scuola dei nostri giorni.
Tanto sappiamo benissimo quanto sia importante passarsi le informazioni e lavorare con una didattica personalizzata che trascende gli ordini di scuola.
Figura di un professore prevalente? Che sia la volta buona!
E’ ora di finirla con il cancan degli insegnanti curricolari, di sostegno, di potenziamento, quando servono specialisti come mediatori culturali, psicologi ed assistenti sociali. Nella scuola di adesso, ci sono un sacco di professori che devono fare di tutto e di più, tranne che insegnare.
Concorsi regionali e docenti allineati con il territorio?
EWWIWA!!! Forse, qualcuno l’ha capita!
E’ ora di piantarla con il carosello dei prof che, in cerca di lavoro, s’iscrivono nelle graduatorie di altre regioni, vengono nominati, prendono servizio, si mettono in malattia, spariscono, non si mettono in malattia, soffrono di burnout perché fanno una vita d’inferno, lontano da casa e da famiglia…
E’ questa la continuità didattica?
E’ questa l’attenzione alla persona, docente o studente che esso sia, che uno stato sociale riserva ai suoi cittadini?!?
Ripristino del valore sociale delle bocciature? Sìììììì!
Ma almeno, finalmente, si potesse ragionare sul valore della bocciatura! Nella scuola dei nostri giorni è fatto DIVIETO BOCCIARE.
Pena la persecuzione genitoriale e l’ostracismo collegiale. Se un prof propone la bocciatura, viene tacciato come lo sfigato di turno che non sa tenere la classe, e fuori scuola, lo aspettano i genitori per dargli una bella lezione!
Se poi sopravvivi alle botte, ti trasferiscono d’ufficio per il tuo bene, mentre l’alunno violento e la famiglia compiacente restano al loro posto!
Abolizione delle classi pollaio? Pienamente d’accordo.
Lasciamo stare le norme di sicurezza, provate voi a stare in una classe di quasi 30 alunni con oltretutto due o tre o quattro galli, o meglio, capi branco!
Intensificare le ore di ginnastica? Benissimo, così finalmente applichiamo la regola di MENS SANA IN CORPORE SANO, tanta cara agli antichi.

 

A proposito, Seneca, Eraclito, Sofocle, Platone erano laureati?

Antonella Ferrari

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

e giusto per dimostrare che un pezzo di carta non fa un uomo:

 

Bill Gates, Enrico Mentana, Piero Angela, Coco Chanel, Henry Ford, Simon Cowell, Mary Kay Ash, Richard Branson, Barry Diller, Debbie Fields, Steve Jobs, Milton Hershey, Rachel Ray, Ty Warner, Frank LLoyd Wright, Ralph Lauren, Jim Carrey, Philip Green, James Cameron, Ingvar Kamprad, Roberto Begnini, Dario Fo, Eugenio Montale, Michael Dell, Mark Zuckerberg, David Karp, Walt Disney, Richard Grasso, Johnny Depp, Drew Barrimore, Hilary Swank, Leonardo di Caprio, Nicole Kidman, Michelle Hunziker, Alan Sugar, John Caldwell,  Albert Frere…

 

Chiedetevi questi personaggi che pezzo di carta hanno e fate le vostre riflessioni!

 

 

 

CI PREGIAMO PUBBLICARE UNA NOTA DEL SENATORE MARIO PITTONI CHE RIPORTIAMO INTEGRALMENTE E CHE CONDIVIDIAMO IN PIENO (N.d.R.)

Non ho mai smesso di studiare. E’ una passione. I “polverosi libri” sono un’invenzione della giornalista. Non a caso, dopo quasi undici anni che praticamente vivo al ministero dell’Istruzione, mi viene riconosciuto di conoscere la macchina ministeriale come pochi. La mia attività risulta essere più che apprezzata dagli addetti ai lavori. Non ultimo il disegno di legge per l’abolizione della chiamata diretta, che la settimana scorsa ha raccolto giudizi decisamente lusinghieri della stampa specializzata. Forse è questo che rode al Pd! Con mamma e fratello insegnanti, sono praticamente cresciuto a pane e scuola, e i miei cinque anni di medie superiori li ho fatti, anche se in due scuole diverse. La sfida sul diploma è legata al periodo, che era di contestazione globale. Ridicolo da parte de “L’Espresso” presentare come curriculum una noticina buttata lì in 3 minuti su richiesta dell’impiegata comunale.

Sen. Mario Pittoni

 

Scheda Sen. MARIO PITTONI, presidente Commissione Cultura del Senato

In Senato già nella XVI legislatura, Mario Pittoni si è distinto per il 99,66% di presenze ai lavori (primo assoluto tra i parlamentari del Carroccio di Camera e Senato) e per i risultati. Portano principalmente la sua firma l’avvio della conversione della cosiddetta spesa “storica” per l’Università in “virtuosa” (a regime, il fondo sarà assegnato con criteri per il 70% oggettivi – costi standard – e per il 30% premiali) e, per la scuola, il progetto di riforma dei meccanismi di reclutamento dei docenti su base regionale salvaguardando la libertà di scelta. Pittoni in Parlamento è stato capogruppo in commissione Cultura occupandosi di istruzione, ricerca e beni culturali, coprendo lo stesso incarico anche per le Politiche dell’Unione Europea e nella commissione straordinaria Controllo dei prezzi e della trasparenza dei mercati.

E’ stato pure membro della Commissione di Vigilanza Rai e del Gruppo di collaborazione Senato-Unesco. Attualmente, oltre che presidente della commissione Cultura del Senato, è responsabile federale Istruzione del Carroccio e presidente della Lega FVG.

 

https://betapress.it/index.php/2018/06/21/mario-pittoni-presidente-della-commissione-istruzione-al-senato/




I desiderata del Ministro: lavorate gratis.

Insegnante missionario o martire?

E’ più forte di me, ma proprio non posso fare finta di niente!

L’ultima boutade, in quest’assurda estate di dichiarazioni ministeriali, viene proprio dal ministro della Pubblica Istruzione, Marco Bussetti, che, per arginare l’annoso problema della dispersione scolastica, propone la figura dell’insegnante volontario.

“Per abbattere il problema dispersione vorrei portare nella scuola pubblica l’esperienza che ho vissuto io stesso: insegnanti volontari che si ritrovano in centri in alcune aree più complesse, dove ragazzi chiedono aiuto per recuperare in alcune discipline scolastiche, lacune che spesso partono da una difficoltà psicologica, di fragilità emotiva”. Queste sono state le testuali parole che il Ministro ha pronunciato ieri, domenica 26 agosto, in un’intervista al quotidiano Il Mattino, parlando dell’abbandono scolastico al Sud.

La dispersione, ha spiegato, colpisce “tante città metropolitane italiane”, il tema “per me è assai importante perché racchiude anche dispersione di risorse, energie, lavoro. Dobbiamo quindi efficientare le risorse economiche che già ci sono”.

Secondo il titolare del Miur, i ragazzi “in questi centri ritrovano prima di tutto l’autostima e poi la voglia di tornare sui banchi di scuola. Invito l’assessore comunale Palmieri a creare questi centri qui a Napoli”.

Dunque, recupero degli alunni in difficoltà, attraverso il coinvolgimento dei docenti più motivati ed appassionati.

Ma non solo. Lo stesso Bussetti, poche ore prima, intervenendo a Napoli all’incontro ‘La riforma della scuola in Italia e il sistema delle scuole paritarie’ promosso dall’Agidae, aveva detto che si deve rimettere al centro “l’amore per il lavoro, per i ragazzi, per le famiglie. Oggi nella scuola non c’è più amore e invece è l’amore che spinge ad essere insegnanti, ad essere il punto di riferimento per gli studenti e per le loro famiglie”.

Sinceramente, come ex-alunna, figlia di insegnanti e madre di studenti, mi sento provocata ed umiliata da simili parole. “Oggi nella scuola non c’è più amore?!?” Ma cosa dice?!? Ma come si permette?!?. Ma Lei, caro Ministro, ha idea di quanto amore, dedizione e motivazione ci sono nella scuola italiana dei nostri giorni?!?

Quello che più mi rattrista, è che lo stesso concetto, a dire il vero, era stato espresso, per la prima volta, a colloquio con La Tecnica della Scuola, quaranta giorni fa. Proprio Lei, caro Ministro dell’Istruzione, aveva detto: “Alla scuola non servono scossoni e strappi. Servono attenzione e cura. Gliele daremo. Serve poi amore, una parola che dobbiamo tornare a usare e mettere al centro del nostro operato”.

Dunque, è proprio convinto di quello che dice, se continua a ripeterlo!!! Non basta che per l’opinione pubblica, gli insegnanti lavorino poco e siano pagati tanto, adesso ci mancava solo Lei a dire che lo facciamo pure senza amore, il nostro lavoro!!!

Secondo Lei, una professione che i miei stessi alunni definiscono una candidatura al martirio, non implica amore?!?

Non ci vuole amore a restare in trincea in scuole ad alto rischio di dispersione scolastica, con ragazzi affidati a case famiglia, contesi da ex-coniugi in guerra giudiziaria, oppure con alunni stranieri, con disagio linguistico e mancanza di integrazione sociale?!?

E poi, ciliegina sulla torta, esiste un problema decisamente complesso: la dispersione scolastica, i ragazzi che abbandonano la scuola per un’infinità di motivi, (personali, familiari, sociali, economici, motivazionali ed istituzionali) e Lei, cosa propone come soluzione? EFFICIENTARE le risorse?!? Mi scusi, ma Lei ha scoperto l’acqua calda!

Per esperienza diretta, di insegnante di alunni borderline, la dispersione scolastica si abbina spesso all’inclusione scolastica, cioè un alunno con delle forti difficoltà di inserimento nella scuola è più facilmente destinato ad abbandonarla.

Partiamo dall’inclusione, quella che al Ministero ci obbligano a gestire con delle sigle (D.S.A.– disturbi specifici dell’apprendimento oppure B.E.S.- bisogni educativi speciali…) rimanda a dei problemi cognitivi, comportamentali, a delle problematiche personali e familiari, nonché a dei disagi economici, linguistici e sociali che l’iter burocratico delle certificazioni non risolve.

Anzi, spesso aggrava! Le famiglie, armate di un certificato medico di un neuro psichiatracompiacente, ricattano la scuola. ”Voi non potete bocciare mio figlio…” Echi lo boccia più! Ogni anno è sempre peggio, aumenta in modo esponenziale il numero dei P.D.P, piani didattici individualizzati, in cui tra strumenti compensativi e dispensativi, si fanno i salti mortali per agevolare l’inclusione e dunque per prevenire la dispersione.

E quando questo non basta, nell’ambito del recupero dei minuti residui, per gli insegnanti che hanno i moduli di 55 minuti anziché di 60, ci si inventa di tutto per motivare ed appassionare gli alunni più a rischio di dispersione. Per esempio, laboratori teatrali, concorsi musicali, torneisportivi per agganciare gli alunni più fragili, più in crisi.

Ma anche si propongono interventi di tutoraggio e di lavoro tra pari, per sviluppare quelle competenze che in sede d’esame equivalgono ad una sigla unica, che non dice niente, come se leggere un pentagramma e fare una capriola fossero la stessa cosa!!!

E vogliamo parlare dei percorsi di alfabetizzazione scolastica per alunni stranieri, immigrati di prima generazione, che non sanno né leggere, né scrivere, ma che per l’età anagrafica devono essere inseriti in prima media!

E poi, c’é il recupero in itinere, (per chi non fosse addetto ai lavori, consiste nel fermare lo svolgimento del programma), per riprendere, ciclicamente, i contenuti didattici per i più deboli, inventandosi degli esercizi di rinforzo per i più sicuri.

Ma per piacere, EFFICIENTARE le risorse!!! E tutte le ore di recupero pomeridiano gratuito in cui gli alunni in difficoltà trovano insegnanti qualificati che li aiutano a studiare, lavorando sul metodo di studio e, prima ancora sulla motivazione?!? Non sono già un modo per ottimizzare le risorse?

Ma faccia un giro nelle scuole, caro Ministro e vedrà che ci sono fior fiore d’insegnanti, che sono già martiri, prima ancora di essere missionari! Perché, se Lei si riferisce a dei docenti che svolgono la professione volontariamente e senza nessun compenso in cambio, sta invitando gli insegnanti a fare come i missionari. Dopo averLe dimostrato che gli insegnanti sono già dei missionari- martiri, Le ricordo che gli insegnanti sono pur sempre dei professionisti. E che, qualsiasi professione, si svolge sempre e comunque in cambio di un corrispettivo economico. Magari, può essere ridotto, minimale, poco più che un rimborso spese, ma ci deve essere. Gratuitamente, proprio no! Non voglio credere che sia possibile, anzi, come dice Lei, auspicabile lavorare gratis!

Semmai, il quesito da girare alle forze politiche da parte sua, caro responsabile del Miur, è un altro: perché non assumere del personale docente aggiuntivo proprio per abbattere la dispersione? Perché non agevolare la collaborazione tra scuola e territorio, con degli esperti multiculturali che lavorino sulla prima integrazione sociale in zone con alta percentuale di immigrati? Perché non prevedere dei mediatori linguistici arabi, cinesi, russi, pachistani, indiani…che entrino in classe prima che gli alunni abbandonino la scuola?!?

Perché non puntare sulla formazione preventiva di personale scolastico qualificato a fronteggiare delle emergenze scolastiche impensabili fino a pochi anni fa? E perché non controllare e gestire insegnanti a rischio di burnout, perché in balia delle classi ed abbandonati dalle istituzioni?!?

Perché non tentare, tramite anche più leggi di Bilancio, di realizzare un piano di immissioni in ruolo straordinario per tale nobile scopo?

Sarebbe una decisione importante, che si abbinerebbe in modo efficacecon l’intenzione di portare il tempo pieno anche nelle aree del Sud. Certo, non a costo zero: ma le emergenze non si possono vincere con il volontariato

E poi per dirla tutta, anche l’idea del volontariato è già venuta a qualcun altro da tempo, perché è una vita che gli insegnanti sono maestri del fai da te… Tanto per fare un esempio, nell’istituto comprensivo in cui insegno,da anni, esiste la “tradizione”, per tanti ex- insegnanti, di dedicare il loro tempo da pensionati agli alunni in difficoltà, per recuperare lacune, ma soprattutto per ritrovare motivazione. Ma che un ministro, che dovrebbe essere un addetto ai lavori, proponga una soluzione del genere, è assurdo.

Perché è un modo per sputare nel piatto in cui tutti mangiano, Lei compreso. Visto che i professori lavorano poco e male, facciamoli fare pure i volontari, tanto per quello che fanno!!!…Sinceramente, ad inizio anno scolastico, non dico che mi aspettassi gli auguri da parte Sua, ma, almeno non una presa per i fondelli

Antonella Ferrari

 




Chi siete, da dove venite, quanti siete, cosa portate?: un Fiorino!

Siamo alle solite, l’ottusa incapacità di ascolto della politica ci ricorda la bellissima scena di “non ci resta che piangere”  in cui era palese l’ottusa e unicamente mirata ad in interesse economico capacità di ascolto delle “istituzioni”.

Un Fiorino, indipendentemente da tutto.

Anche oggi ci sembra che sul tema della vicepresidenza delle scuole italiane o dei primi e secondi collaboratori che dir si voglia, si stia ragionando alla stregua di un fiorino.

I Governi fino ad oggi non hanno non solo ascoltato le giustissime lamentele di presidi e vicepresidi ma hanno fatto orecchie da mercante per gestirsi i propri meschini interessi al prezzo della cultura dei cittadini del loro stesso paese.

Ma non solo i governi, ma anche i sindacati e le organizzazioni parasindacali, in questi ultimi vent’anni non hanno dato la minima importanza ad un ruolo quello del vicepreside che invece è ruolo fondante delle realtà scolastiche sul territorio.

 Un diritto calpestato ignorato dallo Stato definisce da solo uno stato non etico e non democratico; certo ci viene in mente il film “chi ha incastrato Roger Rabbit”, dove la bella Jessica diceva “non sono cattiva, mi dipingono così”, anche lo Stato oggi sembra dire non sono cattivo mi dipingono così, ma caro il mio Stato, se ignori i diritti, o addirittura li cancelli (come nel caso dei diplomati magistrali), che Stato puoi mai essere…

IO ho un sogno, uno stato etico, dove non servano sindacati o associazioni para qualcosa, ma dove lo Stato etico difende il suo cittadino, sia che sia lavoratore o imprenditore, dirigente scolastico o primo collaboratore, docente o bidello, assistente amministrativo o tecnico, IO ho un sogno, uno stato in cui la priorità sia la cultura e l’educazione, ove i ragazzi crescano nella cultura e nel rispetto di tutti, non nella soverchieria e nella dominazione, dove il bullismo sia solo un racconto di fantasia, dove il futuro sia da costruire e non da temere, IO ho un sogno, uno Stato che investa nei suoi cittadini e non che li ritenga tutti dei delinquenti, con delle leggi che partano dal presupposto che tutti  hanno dei diritti, non che tutti hanno dei doveri, IO ho un sogno, che i nostri studenti trovino una scuola professionale ed educante, che li prepari al futuro, con una classe educativa che sia preparata e orientata al bisogno dei ragazzi, IO ho un sogno, vorrei vedere la scuola come strumento di crescita dei giovani nella libertà, IO ho un sogno, che non vi sia più solo la libertà di insegnamento, ma anche quella di imparare.

Credo che il mio sogno sia condiviso da molti, credo che la realtà sia in fondo un insieme di sogni passati e presenti, e che il futuro sia possibile solo se nel nostro cuore continui a dimorare il sogno di una scuola che formi, trasformi, educhi ma sopratutto accompagni i ragazzi nelle prime fasi della loro vita.

Chi sogna di notte dorme, chi sogna nella vita è un costruttore di futuro.

E noi siamo convinti che esistono ancora dei sognatori, nonostante le continue cattiverie del mondo, le piccolezze dell’uomo, gli sbagli dello Stato e di tutti i para qualcosa, i sognatori costruttori di futuro esistono, e Noi li difendiamo a spada tratta, come si deve difendere un’idea quando si è convinti, come si deve difendere un amore, un affetto, come si deve difendere il diritto di tutti ad avere un futuro.

Ecco i nostri amici di Ancodis, che sognano ancora come noi, per costruire un futuro equo per le nuove generazioni.

Chi difende un diritto a favore degli altri e per il futuro dei giovani troverà sempre spazio su queste pagine.

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COMUNICATO STAMPA del 03 agosto 2018

 ANCODIS: da vicepreside a “Collaboratore principale”.

Una evoluzione semantica che non corrisponde

ad una innovazione giuridica. Preferiamo la seconda!

 

Fino al 2001 c’erano i docenti incaricati di collaborare con il Direttore Didattico o il Preside (i Collaboratori e tra questi il Vicepreside) ai sensi dell’art 7 comma h del D.Lgs 297/94, poi divenuti docenti individuati dal DS (Collaboratori del DS e tra questi il 1° Collaboratore) con il ben noto D.Lgs 165/2001 all’art. 25, comma 5; successivamente si fa riferimento ai Collaboratori del DS all’articolo 1, comma 83, della legge 13 luglio 2015, n. 107 (collaboratori fino al 10% dell’organico dell’autonomia): in tutti i casi si tratta di docenti che coadiuvano il DS in attività di supporto organizzativo e didattico dell’istituzione scolastica.

Oggi apprendiamo dell’esistenza tra i Collaboratori di una nuova figura: il “Collaboratore principale” (fonte ANP del 2/8/2018).

Chi sarebbe in effetti? L’ex Vicepreside, l’ex 1° Collaboratore, cioè quel docente che in ogni Istituzione scolastica svolge mansioni delegate dal DS di rilevante importanza necessarie all’organizzazione ed alla gestione del servizio scolastico.

All’innovazione semantica, purtroppo, ancora oggi NON corrisponde la più importante e cioè l’innovazione dello status giuridico che per noi Collaboratori dei DS è il TEMA preminente per portare il nostro modello di gestione scolastica nei ranghi dei moderni sistemi europei.

Nel sistema scolastico italiano si inventano nuovi acronimi e si introducono nuovi termini ma non si alza lo sguardo ad un modello di governance che deve tenere conto di tutte le competenze e le figure OGGI indispensabili a tale compito.

Si tratta di tre anelli strettamente connessi che si chiamano DS, DSGA, Collaboratori del DS (1°- 2° – Fiduciari di Plesso). Dobbiamo avere la consapevolezza che l’anello dei Collaboratori sta di fatto tra il DS ed il DSGA: tutti CONCORRONO in sinergia ed in sintonia – sulla base di ruoli, mansioni e responsabilità – alla organizzazione del servizio scolastico che certamente per alunni e genitori si esplica nella qualità dell’Offerta Formativa.

Sappiamo bene – nessuno può negarlo – che senza un’adeguata gestione ed organizzazione dell’Istituzione scolastica (oggi un sistema complesso con molti plessi da gestire, qualche centinaio di docenti da coordinare ed alcune centinaia anche migliaia di studenti da gestire, istruire ed educare, progetti didattici ed extradidattici di inclusione e di integrazione, ASL, sicurezza, privacy) non è facile garantire una qualità dell’istruzione e della formazione dei nostri alunni.

Questa è la domanda: si vuole procedere in questo riconoscimento del terzo anello – sulla base di procedure trasparenti e condivise, fondate sull’esperienza e sulle competenze maturate in anni di quasi “gratuito servizio”, con tempo dedicato alla formazione specifica oppure si vuole continuare a restare ancorati ad una visione la cui innovazione si esplica soltanto nel lessico?

Quello dei Collaboratori, ed in particolare del “Collaboratore principale”, è un compito delicato ed impegnativo che richiede tempo e dedizione, spirito di servizio e tanta passione, in TUTTE le scuole italiane!

Occorre riconoscerlo senza reticenze né pregiudizi!

Per essere chiari e per dare riscontro a quanto affermato riportiamo un esempio di incarico del DS al “1° Collaboratore o principale” lasciando a chi legge ogni opportuna valutazione:

Il docente 1° Collaboratore – su delega – sostituisce il DS in caso di assenza o impedimento per periodi brevi, esercitandone le funzioni anche negli Organi collegiali, redigendo atti, firmando documenti interni, curando i rapporti con l’esterno;

  • Garantisce la presenza in Istituto, oltre l’orario contrattuale e secondo le necessità organizzative – anche nei mesi di luglio ed agosto – per il regolare funzionamento del servizio scolastico, assicurando la gestione della sede, controllando le necessità strutturali e didattiche, riferendo al dirigente sull’andamento;

  • Collabora con il Dirigente scolastico per la formulazione dell’ordine del giorno del Collegio dei Docenti e ne verifica le presenze durante le sedute;

  • Predispone, in collaborazione con il Dirigente scolastico, le presentazioni per le riunioni collegiali;

  • Svolge la funzione di segretario verbalizzante delle riunioni del Collegio dei Docenti, in collaborazione/alternanza con il docente secondo collaboratore;

  • Collabora nella predisposizione delle circolari e ordini di servizio;

  • Autorizza i permessi brevi personale docente e gestisce le modalità di recupero;

  • Predispone il servizio scolastico in caso di assenza di uno o più docenti;

  • Raccoglie e controlla le indicazioni dei responsabili dei diversi plessi;

  • Collabora con il Dirigente scolastico per questioni relative a sicurezza e tutela della privacy;

  • Si occupa dei permessi di entrata e uscita degli alunni;

  • Partecipa alle riunioni di staff indette dal Dirigente scolastico;

  • Collabora alla formazione delle classi secondo i criteri stabiliti dagli organi collegiali;

  • Cura i rapporti e la comunicazione con le famiglie;

  • Partecipa, su delega del Dirigente scolastico, a riunioni presso Uffici/Enti esterni;

  • Segue le iscrizioni degli alunni;

  • Fornisce ai docenti materiali sulla gestione interna dell’Istituto;

  • Collabora alla predisposizione del Piano annuale delle attività, del Piano di miglioramento, del Rapporto di autovalutazione, del PTOF;

 

Svolge altre mansioni con particolare riferimento a:

  • Vigilanza della disciplina e controllo del rispetto del Regolamento di istituto;

  • Organizzazione interna (gestione alunni, supplenze brevi, accoglienza supplenti);

  • Gestione dell’orario scolastico;

  • Controllo dei materiali inerenti l’organizzazione: verbali, calendari, circolari;

  • Organizzazione di scrutini, esami e riunione di dipartimenti;

  • In caso di assenza del DS, è preposto alla sicurezza nella Sede centrale.

Il docente 1° Collaboratore, in caso di assenza del DS, è delegato alla firma dei seguenti atti amministrativi:

  • atti urgenti relativi alle assenze e ai permessi del personale docente e ATA;

  • atti contenenti comunicazioni al personale docente e ATA;

  • corrispondenza avente carattere di urgenza con l’Amministrazione regionale, provinciale, comunale, con altri enti, Associazioni, Uffici e con soggetti privati;

  • corrispondenza avente carattere di urgenza con l’Amministrazione del MIUR centrale e periferica;

  • richieste di intervento forze dell’ordine per gravi motivi.

Il suddetto docente sarà retribuito, giusta contrattazione d’Istituto, con i finanziamenti a carico del Fondo per le attività aggiuntive previste per le collaborazioni col Dirigente Scolastico.

Rappresentanti delle Istituzioni, MIUR, OO.SS. volete riconoscere giuridicamente e contrattualmente tutto questo lavoro svolto nell’interesse ed a favore delle nostre Istituzioni Scolastiche?

Non possiamo non evidenziare, inoltre, che in moltissime scuole il suddetto 1° Collaboratore spesso si trova a dover essere impegnato in attività di insegnamento, deve allontanarsi dalla classe creando un disagio ai propri alunni, al personale di sorveglianza ed – in caso di assenza prolungata del DS – si trova in condizioni ancora peggiori quasi al limite del danno didattico!

Si capisce, quindi, che per queste ragioni non si può più rinviare il dibattito sul riconoscimento giuridico di TUTTI i Collaboratori e sull’esonero – tra di essi – del Collaboratore principale.

 E’ urgente trovare una soluzione giuridica che davvero ponga in essere quelle scelte  innovative per la scuola italiana.

“Se non si vuole che il prossimo anno scolastico sia ancora segnato da un’ulteriore difficoltà ed associato agli inconvenienti organizzativi derivanti da una distrazione del legislatore, è assolutamente necessario correre ai ripari. Quale sia la misura più efficace ed idonea da assumere è decisione che appartiene a chi ha la responsabilità di governo; ma che essa sia indifferibile è sotto gli occhi di tutti” (Giorgio Rembado, 14/7/2015).

 

Rosolino Cicero, Presidente ANCODIS Palermo

Renato Marino, Presidente ANCODIS Siracusa

Silvia Zuffanelli, Presidente ANCODIS Firenze

Cristina Picchi, Presidente ANCODIS Pisa

Mara Degiorgis, Presidente ANCODIS Cuneo

Antonella D’Agostino, Presidente ANCODIS Catania

Carla Federica Spoleti, Presidente ANCODIS Roma




Dirigente o non dirigente, questo è il dilemma!

Essere, o non essere, questo è il dilemma: se sia più nobile nella mente soffrire i colpi di fionda e i dardi dell’oltraggiosa fortuna o prendere le armi contro un mare di affanni e, contrastandoli, porre loro fine? Morire, dormire… nient’altro, e con un sonno dire che poniamo fine al dolore del cuore e ai mille tumulti naturali di cui è erede la carne: è una conclusione da desiderarsi devotamente. Morire, dormire. Dormire, forse sognare. Sì, qui è l’ostacolo, perché in quel sonno di morte quali sogni possano venire dopo che ci siamo cavati di dosso questo groviglio mortale deve farci riflettere. È questo lo scrupolo che dà alla sventura una vita così lunga. Perché chi sopporterebbe le frustate e gli scherni del tempo, il torto dell’oppressore, la contumelia dell’uomo superbo, gli spasimi dell’amore disprezzato, il ritardo della legge, l’insolenza delle cariche ufficiali, e il disprezzo che il merito paziente riceve dagli indegni, quando egli stesso potrebbe darsi quietanza con un semplice stiletto? Chi porterebbe fardelli, grugnendo e sudando sotto il peso di una vita faticosa, se non fosse che il terrore di qualcosa dopo la morte, il paese inesplorato dalla cui frontiera nessun viaggiatore fa ritorno, sconcerta la volontà e ci fa sopportare i mali che abbiamo piuttosto che accorrere verso altri che ci sono ignoti? Così la coscienza ci rende tutti codardi, e così il colore naturale della risolutezza è reso malsano dalla pallida cera del pensiero, e imprese di grande altezza e momento per questa ragione deviano dal loro corso e perdono il nome di azione. 

prima scena del terzo atto dell’Amleto di William Shakespeare.

Ogni volta che in questo periodo sentiamo parlare di dirigenza scolastica ci viene affannosa alla memoria proprio la fantastica scena del dilemma di Amleto, essere eroi o codardi, sapere o non sapere, consapevolezza o inconsapevolezza, insomma il grande dubbio del coraggio e della ragione.

Oggi le responsabilità legate al ruolo dei dirigenti scolastici fanno pensare come sia folle esercitare quel ruolo, folle e coraggioso al tempo stesso, ma quel ruolo è talmente importante per chi crede nello Stato che diventa traguardo atteso e sperato, cercato e spesso svolto lo stesso anche senza averne l’investitura formale.

E’ un ruolo d’onore, se viene svolto al meglio, una missione, se viene svolta con passione, un progetto continuo, se viene svolto con competenza.

Lo sanno bene le migliaia di aspiranti dirigenti che in questi giorni si stanno preparando per il prossimo concorso, certo dalle domande che sono state preparate per loro dal MIUR non crediamo possano capire molto del loro ruolo futuro, ma sopratutto non riteniamo che un concorso fatto in questo modo possa selezionare dei dirigenti.

Ma ancor di più il dirigente scolastico non può prescindere dall’esperienza, che non è quella dell’insegnamento, ma di chi gestisce una scuola.

Ecco perché sempre di più saremmo dell’idea che per poter fare il concorso a dirigente scolastico bisognerebbe aver fatto 5 anni non da docente, ma da vicepreside.

Ovviamente questa nostra visione risulterebbe molto impopolare ma dubitiamo che in azienda l’imprenditore saggio nominerebbe dirigente un suo impiegato senza che lo stesso non abbia l’esperienza necessaria per aver conosciuto l’azienda in tutte le sue sfaccettature.

In ogni caso continuiamo a pensare che chi ha bene o male già svolto questo ruolo dovrebbe comunque essere tenuto nella massima considerazione.

Ecco come la pensano gli amici di ANCODIS sull’infinito tema delle reggenze.

 

COMUNICATO STAMPA del 16 luglio 2018

 ANCODIS: la condizione di precarietà della governance di alcune migliaia di scuole italiane. Quale possibile soluzione?

In questi giorni, leggiamo sugli organi di stampa dichiarazioni che intendono risolvere il problema delle scuole senza DS titolare – si potrebbe dire – con una soluzione all’italiana: si propone, infatti, una modifica al Decreto Legge “Dignità” per dare la possibilità a qualche centinaio di ricorrenti del concorso del 2011 – che come è noto lamentano dal loro punto di vista una disparità di trattamento con i ricorrenti del 2004 e del 2006 sanati in forza delle previsioni della L.107/2015 – di fare un corso/concorso di alcune decine di ore per poter accedere al ruolo dirigenziale.

Solo per ricordare, ai sensi del comma 87 e del comma 88 lettera a-b dell’articolo 1 della Legge n.107/2015, il D.M. n.499/2015 ha indetto la procedura straordinaria prevedendo la partecipazione “per quei soggetti che avessero avuto una sentenza favorevole almeno nel primo grado di giudizio ovvero non avessero avuto, alla data di entrata in vigore della Legge 107, alcuna sentenza definitiva” relativamente ai concorsi del 2004 e del 2006 e  “per quei soggetti già vincitori ovvero utilmente collocati nelle graduatorie ovvero avessero superato positivamente tutte le fasi di procedure concorsuali successivamente annullate in sede giurisdizionale” relativamente al concorso del 2011.

In seguito ai ricorsi al TAR ed al successivo intervento del Consiglio di Stato che ha sollevato la questione di legittimità costituzionale sulla procedura riservata, siamo in attesa della pronuncia della Corte Costituzionale prevista per il 20 novembre.

Considerato che il Consiglio di Stato – nell’Ordinanza di rimessione della questione alla Corte Costituzionale – ha espresso un severo giudizio sulla sanatoria dei ricorrenti del 2004 e del 2006, evidenziando che il criterio adottato è puramente casuale e non garantisce minimamente in ordine al possesso dei requisiti di professionalità da parte degli interessati, appaiono incomprensibili le posizioni di quanti ancora oggi rivendicano ad ogni piè sospinto un accesso al ruolo dei Dirigenti Scolastici sulla base di un ricorso!

ANCODIS ritiene che il semplice superamento di un quiz a punti e la attivazione di un ricorso – nulla garantisce circa la capacità di gestire la complessità di un’Istituzione scolastica nemmeno dopo la frequenza di alcune decine di ore di formazione ed invita, pertanto, ad attendere serenamente le decisioni della Corte Costituzionale, a rimettersi alle stesse sia in caso di esito favorevole che sfavorevole ai ricorrenti ed invita il Legislatore a non forzare le regole di diritto, con scelte politiche che produrrebbero quale logica conseguenza altri contenziosi.

Ed intanto moltissime Istituzioni Scolastiche – in attesa dello svolgimento delle procedure concorsuali – restano prive di un DS titolare!

Con estrema chiarezza, ecco la proposta di ANCODIS: si svolgano con cadenza regolare i concorsi riportando ad una condizione fisiologica, anche in termini temporali, le reggenze e nelle more del completamento delle fasi concorsuali si conferiscano incarichi di presidenza.

Lo strumento giuridico esiste: la Direttiva 281/2018, infatti, all’articolo 2 comma 1 ed all’articolo 3 comma 2 ne prevede l’applicazione per quanti sono già inseriti nella graduatoria 2005/2006.Tali incarichi, nella visione di ANCODIS, devono avere natura essenzialmente temporanea e dovranno servire a coprire giuridicamente una situazione di fatto, cioè il quasi totale affidamento delle istituzioni in reggenza ai Collaboratori Vicepresidi.

Per l’A.S. 2018-2019 – considerato che il problema delle scuole senza DS rappresenta una emergenza strutturale e patologica per il nostro sistema scolastico – con il cosiddetto Decreto Legge “Dignità” è possibile modificare in sede di dibattito parlamentare l’articolo 1-sexies del decreto-legge 31 gennaio 2005, n. 7, convertito, con modificazioni, dalla legge 31 marzo 2005, n. 43, e dare – sulla base di nuovi e moderni criteri di inserimento nelle graduatorie fondati sull’esperienza certificata nella governance scolastica (professionalità, capacità di organizzazione e gestione delle istituzioni scolastiche) – un preside incaricato alle autonome I.S..

Almeno che – per non decidere – è preferibile mantenere una condizione di precarietà in circa 4000 Istituzioni Scolastiche.

Con buona pace di personale, alunni e famiglie!

Il Tesoriere A.N.Co.Di.S. Palermo                          Il Presidente A.N.Co.Di.S. Palermo

     Dott. Francesco Camillo                                                Prof. Rosolino Cicero




ANCODIS: i Vicepresidi lavorano, eccome!

Riceviamo e con piacere pubblichiamo un interessante sondaggio svolto da ANCODIS (l’associazione nazionale dei vicepresidi) riguardante il lavoro svolto dai Vicepresidi nelle scuole Italiane.

Per quanto ci riguarda, visto che conosciamo molto bene il mondo della scuola (Betapress per tramite della sua casa editrice collabora con molte scuole italiane su progetti di formazione, realizzazione collane editoriali, Privacy, etc.), non avevamo dubbi sulla quantità e qualità del lavoro svolto dalle figure della scuola, in particolare dai Vicepresidi, ma ben venga un sondaggio che definisca meglio gli impegni e le attività che questi professionisti fanno ogni giorno.

Unico punto che ci permettiamo di aggiungere, perché nel questionario non lo abbiamo ben identificato, è l’attività di mediazione con docenti, genitori, alunni, ATA, fornitori, che i Vicepresidi fanno giornalmente, togliendo spesso rogne al Dirigente senza nemmeno che lui lo sappia, sorbendosi ore di lamentele per ferie non ricevute, alunni rimandati, paghe basse, compensi in ritardo, materiale non idoneo, manca la carta, mancano le penne, lui pulisce meno di me, loro hanno un orario più bello, oggi piove e ieri c’era il sole…

Insomma il Vicepreside spesso è “l’angelo del focolare”, quella figura che a volte deve esistere anche solo per permettere agli altri di sfogarsi…

Ma ora lasciamo la parola agli amici di Ancodis:

ANCODIS: incarichi, mansioni, servizio e riconoscimento economico dei Collaboratori dei DS nell’anno scolastico 2017-2018.

 Nel corso dell’anno scolastico 2017-2018, ANCODIS ha proposto due questionari online con lo scopo – attraverso il primo – di rilevare incarichi e mansioni svolte dai Collaboratori su delega dei DS nelle loro I.S. e, con il secondo, di dare una concreta definizione del loro lavoro in relazione alla governance nella scuola di servizio, al tempo dedicato alla collaborazione ed, in ultimo, al riconoscimento economico assegnato in sede di contrattazione di istituto.

Il primo è stato proposto nella prima parte dell’anno scolastico e sono state monitorate in modo puntuale le principali azioni nelle quali i Collaboratori hanno dato un diretto contributo sia nella fase programmatica che in quella esecutiva (dalla redazione dei documenti strategici, alla organizzazione del servizio scolastico, alla sicurezza).

Una prima osservazione ha riguardato le Mansioni assunte nella redazione dei documenti e nel coordinamento organizzativo attraverso la partecipazione diretta alla stesura dei principali Documenti che ogni I.S. è impegnata a redigere e delle azioni necessarie alla pianificazione e svolgimento del servizio scolastico.

In particolare, il 65% ha dichiarato di aver avuto un ruolo nella progettazione ed organizzazione dei PON, il 78% nella redazione del RAV, il 67% nella elaborazione del PTOF ed il 73% nel Piano di miglioramento. Inoltre, il 44% dei Collaboratori ha assunto impegni nell’organizzazione delle prove INVALSI, il 65% nella redazione dell’Orario Scolastico, il 62% nella Formazione delle classi, il 68% nella progettazione ed esecuzione del Piano di formazione del personale ed, infine, il 72% nella redazione del Piano annuale delle attività.

Per quanto riguarda il monitoraggio del servizio prestato attraverso le Responsabilità assunte nel coordinamento organizzativo degli OO.CC., i Collaboratori hanno assunto ruoli specifici attraverso la Redazione dei verbali, la funzione di Segretario, l’incarico di Coordinamento.

Il 78% ha dichiarato di essere stato impegnato nel coordinamento di commissioni interne alla propria I.S., il 58% è componente del Consiglio di Istituto; infine, l’89% è stato impegnato nella organizzazione e nella pianificazione delle sedute di Collegio.

Un’altra azione di intervento investigata ha riguardato il supporto alle attività amministrative con le Responsabilità assunte nel coordinamento organizzativo accanto al personale ATA.

Gran parte dei Collaboratori sono stati impegnati nelle procedure di Iscrizione degli alunni (68%), nelle procedure di Adozione dei libri di testo (63%), il 72% ha dichiarato di essere stato impegnato in quelle relative agli Esami di Stato (1° e 2° grado), nelle procedure relative all’ASL (58%) ed, infine, nella redazione dei Bandi interni (51%).

Il tema della sicurezza a scuola e della tutela della salute ha interessato i Collaboratori nei seguenti ruoli: Incaricato SPP con il 23%, Responsabile gestione emergenze-Ordine di evacuazione con il 76% ed, infine, Responsabile gestione emergenze-Chiamate di soccorso con il 45% dei rispondenti.

In relazione, infine, alla Partecipazione a RETI di scopo e/o di ambito, nello Svolgimento di particolari incarichi organizzativi in reti di scuola di cui è componente l’istituzione scolastica il 58% dei rispondenti ha svolto Attività di coordinamento.

Il secondo questionario proposto al temine dell’anno scolastico 2017-2018 è stato invece finalizzato al rilevamento di tutti quei dati utili a definire le condizioni di lavoro del Collaboratore del DS in modo tale da poter determinare una “identità professionale” necessaria alla elaborazione di un percorso dialettico e contrattuale nei confronti delle altre categorie del mondo della scuola.

In premessa al questionario, al fine di dare una precisa indicazione delle caratteristiche della I.S. di servizio, è stato chiesto di dichiarare tre informazioni di carattere logistico e cioè numero di plessi, numero di comuni interessati e distanza dalla sede centrale.

E’ stato rilevato che il 26% ha lavorato in I.S. con un numero di plessi minore di 3, il 27% con un numero compreso tra 3 e 5 ed, infine, il 47% in una I.S. con un numero maggiore di 5 plessi.

Per quanto riguarda il numero di comuni interessati il 75% ha dichiarato di essere presente in un solo comune, il 13% su meno di 3 comuni, l’8% su un numero di comuni compresi tra 3 e 5 ed, infine, il 5% su un numero di comuni maggiore di 5.

Ai Collaboratori operanti in I.S. con plessi su più comuni, è stata chiesta la distanza dei plessi dalla sede centrale e l’80% ha risposto meno di 30 km, il 15% ha dichiarato una distanza massima tra 30 e 50 km ed il 5% una distanza superiore a 50 km.

Con la domanda Qual è stato il tuo ruolo, si è rilevato che il 72% ha svolto l’incarico di 1° Collaboratore, il 18% quello di 2° Collaboratore ed il 10% quello di Responsabile di Plesso con un’anzianità di servizio nell’incarico assunto minore di 3 anni per il 21%, tra 3 e 8 anni per il 47 %, tra 8 e 12 anni per il 19% ed, infine, oltre 12 anni per il 13% dei rispondenti.

Alla domanda Hai svolto la tua funzione in una I.S. con DS titolare o reggente, il 78% ha risposto di aver lavorato con un DS titolare mentre il 22% con DS reggente che è stato presente nella I.S. meno di 2 giorni a settimana per il 60% e tra 2 e 3 giorni per il 40%.

Inoltre, il 94% dichiara di aver lavorato in una I.S. con DSGA titolare, mentre il 6% con DSGA reggente presente a scuola meno di 2 giorni per il 47% e tra 2 e 3 giorni per il 53%.

Per quanto riguarda le condizioni di servizio, i Collaboratori hanno dichiarato che nello svolgimento dell’incarico il 17% è stato con esonero totale, il 35% con esonero parziale ed il 48% senza esonero.

Di norma, per lo svolgimento dell’incarico oltre le ore di servizio contrattuale – in orario antimeridiano – il 16% ha espletato meno di 10 ore settimanali, il 54% tra 10 e 20 ore ed il 30% oltre 20 ore alla settimana mentre – in orario pomeridiano – il 26% ha dichiarato di lavorare meno di 10 ore, il 44% tra le 10 e 20 ore settimanali ed il 30% di superare le 20 ore settimanali.

Infine, alla domanda Sulla base della vigente contrattazione di istituto, qual è stato il tuo riconoscimento economico annuale lordo, a fronte di un servizio reso come rilevato in precedenza, il 18% ha dichiarato di avere avuto riconosciuto meno di 1000 E/annue, il 51% riceverà tra 1000 e 2000 E, il 28% tra 2000 e 4000 E/annue ed appena il 3% ha superato il 4000 E.

Ovviamente i due questionari NON hanno la pretesa di avere i caratteri dell’indagine statistica né quella di descrivere scientificamente e con dati rigorosi il lavoro dei Collaboratori ma – dalla comparazione dei due questionari – si comprende bene una condizione di docenti che rappresentano una presenza numerosa e qualificata nel sistema scolastico italiano (pari ai quadri intermedi dei settori privati), svolgono incarichi e mansioni apicali, assumono responsabilità, coordinano attività strategiche, sono impegnati – oltre l’orario contrattuale – per diverse ore con un riconoscimento annuale lordo certamente non commisurabile alla qualità e quantità del servizio reso alla propria Istituzione Scolastica.

I Collaboratori dei DS – sulla base degli incarichi, delle mansioni svolte e dei tempi dedicati – meritano un’attenzione da parte dello Stato Italiano e delle OO.SS. poiché sono professionisti che hanno dato e continueranno a dare un importante contributo alla gestione ed organizzazione scolastica in termini di esperienza e di competenza acquisita in diversi anni di servizio, rappresentano spesso la memoria storica della loro I.S., rivendicano semplicemente il diritto ad avere riconosciuto questo importante ruolo nella carriera professionale, in un innovato CCNL che istituisca i quadri intermedi riconoscendone funzioni, mansioni, responsabilità e carichi di lavoro, in una visione moderna di sistema scolastico da tanti dichiarata ma ancora non posta in un tavolo di discussione che definisca modalità di accesso, permanenza, competenze e responsabilità.

Non vogliamo continuare ad essere i dimenticati dal MIUR e dalle OO.SS; non vogliamo continuare ad essere considerati i privilegiati del sistema scolastico italiano!

Vogliamo semplicemente esistere in un quadro normativo e contrattuale che riconosca l’importanza e la qualità del nostro lavoro; chiediamo con determinazione di entrare a pieno titolo nel sistema di valutazione di ciascuna scuola in considerazione del fatto che i risultati sono conseguiti anche per la presenza, l’impegno e la fatica dei Collaboratori dei DS; auspichiamo, infine, la meritata attenzione delle forze politiche e di quanti – Rappresentanti nelle Istituzioni provenienti dal mondo della scuola – sono a conoscenza del ruolo e dell’importanza del nostro lavoro nelle scuole italiane.

Signor Ministro, Signori Presidenti della VII Commissione di Camera e Senato,

siamo docenti che contribuiscono in modo significativo al raggiungimento degli obiettivi e delle finalità di ogni I.S. ed esercitiamo con alto senso di appartenenza e di responsabilità gli incarichi affidati dai DS con continuità per ogni anno scolastico!

E’ il momento per fare emergere questa iniquità nel sistema scolastico italiano!

Non è più il tempo del silenzio…..A ciascuno il suo!            

 

Prof. Rosolino Cicero, Presidente ANCODIS Palermo




San Filippo Neri: proteggi tu la scuola…

Quando meno te l’aspetti …

Quando meno te l’aspetti, guardi il calendario e scopri che c’è pure un santo protettore degli insegnanti, precisamente San Filippo Neri, un nobile originario di Firenze vissuto tra il 1515 ed il 1595 che, dopo essersi trasferito a Roma, era diventato sacerdote, ma soprattutto insegnante.

L’iconografia classica ci rimanda il profilo di un uomo benevolo, sempre disposto a schierarsi dalla parte dei deboli, caritatevole verso i poveri e solidale con gli indifesi, ma, soprattutto, consigliere e MAESTRO dei più giovani.

Un tipo talmente in gamba, che, già allora, aveva tanto a cuore i problemi dei ragazzi da impiegare gran parte della sua giornata all’ascolto delle loro preoccupazioni, sempre pronto a dispensare motti pieni di sapienza e pioniere nella gestione dei conflitti. Famosa la sua frase “State buoni, se potete” con la quale invitava i suoi alunni alla bontà ed alla gioia. Un tipo concretamente impegnato nell’educazione, promotore d’incontri con i giovani e creatore dell’Oratorio.

Per questo attaccamento agli adolescenti, per il senso di sacrificio che lo portava a non stancarsi mai, e per la coerenza di vita, San Filippo Neri è stato eletto protettore dei bambini, dei giovani, ma soprattutto degli insegnanti.

Bene, il 26 maggio, la chiesa cattolica l’ha ricordato ed il presidente nazionale dell’ Anief, ( Associazione Nazionale Insegnanti e Formatori, una neonata associazione ONLUS con sede a Palermo ) precisamente il professore Marcello Pacifico, in un comunicato si è rivolto ai colleghi cattolici dediti alla formazione degli alunni e degli studenti ed ha dedicato loro alcune riflessioni: “In questo giorno, in cui ogni insegnante festeggia il proprio protettore, il pensiero va a tutte le persone che prestano servizio presso le nostre scuole. Il lavoro del Maestro e quello del Professore denotano un grande senso di responsabilità, di attaccamento ai valori della famiglia”.

E già, qui, entro in crisi, perché, non so voi, ma la famiglia della nostra epoca non condivide più i valori di sacrificio, di merito e di onestà che dovrebbero essere alla base di ogni educazione scolastica.

“La Scuola – continua Pacifico – è una grande famiglia e i docenti spesso sacrificano tempo prezioso per le attività, per portare avanti la missione dell’insegnante. Un sacrificio che vale, ovviamente, anche per i docenti non cristiani.

Perché certamente, chi decide di dedicare la propria carriera all’ammaestramento dei giovani sente questo compito dal più profondo e lo porta avanti con dedizione e serietà. Ognuno di noi, nella propria formazione scolastica, ha dei ricordi che si ricollegano a specifici momenti di formazione e crescita legati a un insegnante. Il loro ruolo è basilare e molti insegnamenti, anche di vita, non lasciano mai la memoria degli studenti”.

Ringrazio profondamente questo professore per le sue parole d’incoraggiamento ed anche dopo trent’anni d’insegnamento mi rivedo sui banchi di scuola intenta a” bere” la cultura, la libertà, l’impegno sociale dei miei insegnanti…

Ma, sinceramente, faccio più fatica a riconoscere la missione attuale degli insegnanti…

O meglio, per dirla come i miei alunni è più una candidatura al martirio.

Lo so, per l’opinione pubblica siamo una manica d’incompetenti, in balia dei genitori e ricattati dagli studenti…

Però vorrei ricordare che, dal punto di vista costituzionale, la nostra scuola, o meglio la BUONA SCUOLA del nostro ultimo governo, propone un nuovo contratto che non tutela docenti e Ata.

La nostra scuola è proprio quella in cui, con una manovra anticostituzionale vengono cancellati i diritti pregressi degli insegnanti, per esempio il titolo abilitante delle maestre elementari che sono arrivate a fare lo sciopero della fame per salvare il loro posto di lavoro.

La nostra scuola è quella dell’incremento costante del burnout, cioè quella in cui i nostri insegnanti soffrono di patologie una forte esposizione allo stress.

La nostra scuola è quella in cui lo stesso sistema che ha partorito gli INVALSI, lo ha poi definito un aborto, inadeguato per verificare le competenze tanto osannate nell’ultima versione degli esami di terza media.

La nostra scuola è quella in cui gli aumenti in arrivo nel mese di giugno saranno irrisori.

Per non parlare poi delle “mance”, qualche centinaio di euro, che, da oggi saranno in busta paga, come arretrati di un rinnovo di contratto congelato da anni…

Mi piace però la posizione di questo sindacalista autonomo che insiste: “Noi ci battiamo – continua Marcello Pacifico – dalla fondazione di Anief affinché gli insegnanti possano vedere riconosciuti i sacrifici e i meriti […] Noi sogniamo una scuola che ridia rispetto e dignità al lavoro dell’insegnante, che parta dal riconoscimento del fatto che un docente è stato, prima di tutto, uno studente che ha voluto emulare i propri maestri, seguendone le orme e divenendone omologo”. Ecco, appunto, vorrei insistere sull’impellente necessità di realizzare un sistema scolastico dove venga riconosciuta l’importanza del formatore, come educatore dei discenti, dove le famiglie riconoscano che i loro figli, sono i nostri alunni, ma anche i cittadini di domani…Vorrei davvero che finalmente passasse il messaggio che, a casa, come a scuola, l’obiettivo è comune, cioè la costruzione di una società civile e civilizzata… Per questo, l’augurio di Pacifico che” nel futuro prossimo le nostre aule siano piene di studenti felici, prepararti, guidati da docenti soddisfatti del proprio ruolo” mi riempie di gioia, ma mi fa tremare d’illusione…” Noi lottiamo da sempre perché ciò possa divenire realtà e la nostra raggiunta rappresentatività non fa che spingerci più avanti rispetto alla sua realizzazione”, così conclude il presidente, e così ci affidiamo fiduciosi al nostro santo protettore, perché, grazie alla sua intercessione, avvenga il miracolo, perché di questo si tratta…

 

Antonella Ferrari

 

 




Gli ultimi regali del colosso dai piedi d’argilla morente: ennesimo insulto ai vicepresidi, classi pollaio e il vademecum del linguaggio di genere

Nella gioia che il vecchio sistema è andato e che il nuovo che arriva peggio non può fare, abbiamo però la possibilità di gioire dei lasciti finali che ci sono stati lasciati dalla “zarina”.

Povero Denis Diderot, Lui che rimase deluso dall’incapacità della monarca russa Caterina II di capire l’importanza di introdurre riforme e  principi di giustizia nel suo governo, oggi sarebbe sconvolto ancor più nel vedere gli ultimi lasciti della zarina prima della sua uscita.

Partiamo dal vademecum sul linguaggio di genere nel gergo amministrativo, vademecum di BEN trenta pagine, realizzato da un gruppo di lavoro avviato nel luglio 2017, in cui solerti dirigenti e professoroni universitari hanno fatto approfondimenti importanti sul fatto che è più opportuno scrivere la dirigente scolastica invece che il dirigente scolastico, e che non è giusto dire gli alunni intendendo anche le alunne, architetto e architetta, revisore, revisora, insomma un importantissimo studio che rimette finalmente al centro i problemi della scuola italiana, un anno di lavoro costato sicuramente ma che ha centrato un problemone di cui non potevamo più attendere una risoluzione, i dirigenti ora possono finalmente scrivere in fondo alle lettere La Dirigente Scolastica!!! Scuola sistemata, gli Accademici della Crusca nuovamente scandalizzati e chissenefrega se gli edifici scolastici sono a pezzi se la manutenzione non esiste, se i soldi comunque sono ancora pochi, se i PON stanno facendo impazzire le scuole per la loro complessità…

Altra importante indicazione dell’Impero Russo è la creazione delle classi in cui devono essere stipati più alunni possibili, così si risparmia sui costi! Bravissima zarina, abbiamo risolto un problema e risollevato le finanze dello stato sicuramente, ma forse abbiamo danneggiato per l’ennesima volta la giusta necessità didattico educativa di avere classi equamente distribuite non solo nel livello di apprendimento ma anche nella necessità di non essere costretti in spazi soffocanti.

Infatti il DM 18 dicembre 1975 Norme tecniche aggiornate relative all’edilizia scolastica, ivi compresi gli indici di funzionalità urbanistica, da osservarsi nella esecuzione di opere di edilizia scolastica” prevede almeno 1,8 mq per alunno.

In pratica per fare classi di 27 alunni occorrono aule di almeno 48,6 mq, calcolando che solo la cattedra e la lim occupano 6 mq medi, lo spazio per una classe di 27 alunni dovrebbe essere minimo di 54,6 mq, invitiamo tutti i Dirigenti a mettere i mq delle loro classi a fianco dello schema degli alunni per classe che viene inviato al Provveditorato.

Facendo così ameno quando dovesse venire l’ispezione dei vigili del fuoco che contesta il numero di alunni nella scuola potete dimostrare che avevate segnalato a chi di dovere le capienze dell’istituto.

Ma la cosa che più ci fa andare in bestia che al confronto il buon Diderot era un santo, è la continua offesa, nonché l’insulto evidente ed il disprezzo inaccettabile che viene riservato alla categoria dei Vicepresidi nella loro essenziale funzione sia educativa che di gestione della scuola.

L’art. 4 comma 1 Direttiva MIUR 281/2018 è I R R I C E V I B I L E!!!

Dimostra, se mai vi fossero stati dubbi, l’assoluta ottusità di chi credere di risolvere le cose senza sapere di cosa parla.

D’altronde se per scrivere trenta pagine di così profonda profondità c’è voluto un anno, per capire come funziona la scuola probabilmente ci vorranno novant’anni.

Peccato che la scuola non ha novant’anni di tempo, peccato che chi oggi si occupa di aiutare i Dirigenti Scolastici (ben ha fatto il sindacato UDIR a stigmatizzare la necessaria temporalità di provvedimenti così assurdi) non può aspettare nemmeno un giorno per veder riconosciuti i propri diritti, e, come diceva mia nonna, “fischia ma almeno un grazie lo si può dire??!!??”

Ma vogliamo almeno riconoscere pubblicamente l’importanza di queste figure altamente professionali che da anni reggono le scuole assieme ai Dirigenti???

NOI DI BETAPRESS LO FACCIAMO, GRAZIE VICEPRESIDI SIETE COSI’ PREZIOSI CHE SE NON CI FOSTE DOVREBBERO INVENTARVI!!!

Si dovrebbe rivedere il modello organizzativo delle scuole, riconoscere il ruolo ai vicepresidi con stipendi e deleghe corrette (un vicepreside normalmente resta a scuola il doppio del tempo), innalzare lo stipendio dei docenti e legare di più la loro attività alla scuola modificando il contratto, rivedere la dotazione di personale di segreteria e dare il giusto rispetto alla figura del Dsga, smettere di considerare la scuola un bacino di voti facile da comprare con pochi spiccioli (vedasi il recente rinnovo contrattuale che definirlo una colossale presa in giro è veramente eufemismo, tra l’altro ancora non capiamo come mai i docenti abbiano ancora le tessere dei sindacati???), insomma è ora di considerare la scuola non come un centro di costo ma come un sistema di investimento…

Ma ora lasciamo la parola agli amici di ANCoDiS che meglio di noi rappresentano le tematiche del loro ruolo.

 

A.N.Co.Di.S.

Associazione Nazionale Collaboratori Dirigenti Scolastici

 COMUNICATO STAMPA  ANCODIS: i Collaboratori dei DS ricorrono al TAR del Lazio contro la Direttiva MIUR 281/2018.

Come anticipato nelle scorse settimane, Giovedi 14 giugno i Collaboratori dei DS iscritti ad ANCODIS – rappresentati e difesi dall’Avv. Prof. Salvatore Raimondi del foro di Palermo – hanno deciso di presentare un ricorso al TAR del Lazio sulla legittimità della Direttiva MIUR 281/2018 che, ancora per l’ennesimo anno scolastico, consentirà a quanti già inseriti nella graduatoria degli incarichi di presidenza nell’A.S. 2005/2006 (poche unità) di continuare ad essere nominati nelle scuole senza ds titolare o in aspettativa mentre ESCLUDE – nonostante l’elevato numero delle scuole in condizione di reggenza – nuovi inserimenti per quanti ritengono di avere i titoli culturali e professionali per poter accedervi.

Il problema delle I.S. affidate in reggenza presenta ormai i caratteri di una patologia cronica che il MIUR ha voluto affrontare con una scelta illogica ed incomprensibile così come riportato nell’Art. 4 comma 1 della Direttiva MIUR 281/2018 “I posti disponibili non assegnati per conferma ai sensi delle disposizioni contenute nei precedenti articoli sono successivamente conferiti con incarico di reggenza”.

E’ ben noto agli addetti ai lavori che con questa scelta oltre al danno vi è anche la beffa nei confronti dei tantissimi Collaboratori dei DS che annualmente si fanno carico di sostenere con professionalità i ds reggenti cui vengono affidate le loro I.S..

Questo lo sanno bene i nostri DS: senza i Collaboratori – sia nella scuola di titolarità che in quella affidata in reggenza – il loro ruolo dirigenziale con tutte le incombenze e le scadenze sarebbe messo a dura prova, quasi al limite di una missione impossibile!!

Per queste ragioni, i Collaboratori iscritti ad ANCODIS hanno deciso di far pronunciare il TAR del Lazio avverso una scelta del MIUR che evidentemente – ormai da troppi anni – ritiene normale affidare le scuole ad una guida part time forse poiché considera il problema superato con l’espletamento del prossimo Concorso nazionale del quale però non si ha alcuna certezza sui tempi di definizione!

La storia di questi anni è ben nota a tutti: ogni anno scolastico aumenta il numero delle scuole in reggenza che da un fenomeno residuale è divenuto strutturale e patologico.

L’istituto dell’affidamento a reggenza a qualche migliaio di Dirigenti scolastici, già titolari in una determinata scuola anche complessa e di grandi dimensioni per numero di plessi, numero di alunni e di personale scolastico, in pochi anni ha assunto i “caratteri di una grave patologia cronica”, che il MIUR non ha ancora voluto affrontare con una “cura e terapia realmente efficaci ed incisive”.

I DS che ogni fine anno scolastico manifestano disagi e pubblici disappunti poi sono contrattualmente obbligati – nolenti o volenti – ad assumere una reggenza magari in I.S. dislocate su molti comuni e con tanti plessi affidati dal primo giorno dell’insediamento ai Collaboratori (I°-II°-Fiduciari di plesso) che continuano instancabilmente, con professionalità e competenza, ad organizzare e garantire un servizio scolastico degno di tale valore.

I Collaboratori sono stanchi di essere RESPONSABILI di una scuola senza che nessuno abbia la “cortesia” di dichiararlo e riconoscerlo (MIUR, OO.SS., Associazioni DS).

Ed intanto la nave va…. Superando ogni anno mari burrascosi, improvvise tempeste, eventi che impongono scelte ragionevoli ed adeguate, con scuole – con DS titolare e reggente – che devono garantire nell’organizzazione e nell’offerta formativa un servizio scolastico di qualità per alunni e famiglie.

Durante questi lunghi 7 anni intercorsi fra il corso-concorso per il reclutamento dei dirigenti scolastici dell’anno 2011 e quello previsto per il corrente anno scolastico 2018/2019, il MIUR ha continuato ad utilizzare l’istituto della reggenza dalla dubbia efficacia, senza tenere conto che il funzionamento delle predette scuole assegnate a reggenza è dovuto prevalentemente al sacrificio ed alla professionalità dei Collaboratori dei Dirigenti scolastici che, in assoluto silenzio e nell’ombra, hanno sempre costituito “la spina dorsale” della governance dell’istituzione scolastica privata da anni della figura del Dirigente scolastico titolare.

Ed è il caso di sottolineare che i Collaboratori dei Dirigenti rappresentano in moltissime scuole la memoria storica dell’istituzione scolastica conoscendone criticità e punti di forza, avendo collaborato alla stesura dei RAV e dei PTOF, condividendo con i DS atti di indirizzo e piani di miglioramento, collaborando con il DSGA e conoscendo il programma annuale poiché in gran parte anche impegnati nei Consigli di Istituto e nelle giunte esecutive da più anni consecutivi.

Per le suddette ragioni, i Collaboratori di ANCODIS chiedono al TAR del LAZIO l’ANNULLAMENTO PREVIA SOSPENSIONE della direttiva n. 281 del 16 aprile 2018 dell’Ufficio di Gabinetto del MIUR, firmata dal Ministro pro-tempore e trasmessa, dal Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e formazione – Direzione generale per il personale scolastico – Ufficio II Dirigenti scolastici, agli Uffici Scolastici Regionali – Ambiti territoriali provinciali, concernente la sola conferma degli incarichi di presidenza nelle scuole primarie e secondarie di primo grado, nelle scuole secondarie di secondo grado e negli istituti educativi per l’anno scolastico 2018/2019.

Con il ricorso al TAR del Lazio confidano in un provvedimento che ponga fine – con la riapertura delle graduatorie ed il ritorno all’incarico di presidenza seppur temporaneo e nelle more dell’espletamento delle fasi concorsuali – all’abnorme numero di scuole affidate ai DS reggenti poiché in contrasto con il comma 1 dell’art. 97 della Costituzione che recita “I pubblici uffici sono organizzati secondo disposizioni di legge, in modo che siano assicurati il buon andamento e l’imparzialità dell’amministrazione”.

 

Rosolino Cicero, Presidente ANCODIS Palermo




Mario Pittoni presidente della commissione Istruzione al senato.

Mario Pittoni alla commissione Istruzione al Senato, un’ottima notizia, finalmente una persona competente al posto giusto.

Anche se in pectore Ministro dell’Istruzione ideale per la sua incessante attività a favore della scuola, Mario Pittoni classe 1950, è oggi il Presidente della commissione Istruzione del senato, succede a Andrea Marcucci, esponente del Partito Democratico.

Pittoni è stato il difensore della legalità nella scuola ed i suoi interventi a favore dei docenti e dell’etica del mondo dell’istruzione hanno salvaguardato la scuola negli ultimi anni.

Mai persona politica è stata più assidua nell’esercitare il suo ruolo ed i suoi doveri (Pittoni vanta il 99,66% di presenze in aula) ed è stato sostenitore dei diritti dei docenti intervenendo con grande successo nella riforma dei meccanismi di reclutamento dei docenti su base regionale salvaguardando il diritto di scelta dei docenti.

Ma Pittoni ha anche lavorato per l’università, orientando i fondi della spesa universitaria indirizzandoli verso spese virtuose e di merito invece che semplicemente come costi storici ed infruttuosi.

L’attività di Pittoni negli anni è stata indefessa e continuativa, per difendere i diritti della scuola Pittoni ha bussato a tutte le porte del MIUR, acquisendo stima da parte di tutti gli interlocutori e lasciando in tutti la certezza di una grande professionalità.

Betapress ha sempre seguito le iniziative del Senatore, plaudendo al loro successo nella certezza che avvenisse per il bene della scuola, e pertanto nell’occasione di questa nomina non possiamo che esprimere la felicità di tutta la redazione per questo importante momento di cambiamento verso il quale tutto il mondo della scuola è orientato.

Buon Lavoro Senatore Pittoni, ad maiora.

 


Dott. Corrado Faletti

Direttore Responsabile

 

 

 

 

 

 

 

 




I dieci comandamenti del Bullismo

Provo a metterla sul ridere, anche se, di questi tempi, ci sarebbe da piangere…Per quello che ne so io, per esperienza diretta, non perché io sia una vittima o un aggressore, ma più “semplicemente” perché sono un insegnante, quotidianamente in campo, non c’è bullo o bulla che si rispetti che non abbia il suo codice comportamentale, ovvero una tavola dei dieci comandamenti.

Primo, “NON AVRAI ALTRO DIO ALL’INFUORI DI ME” ed il bullo in un delirio di autoaffermazione non vede che sé stesso, si sente il centro dell’universo, soddisfa sempre e solo la sua ossessione d’imporsi e pretende che gli altri lo riconoscano un dio in base ad un’escalation di angherie o di violenze perpetrate su una vittima.

Secondo,” NON NOMINARE IL NOME DI DIO INVANO”. Sono solo i complici del bullo che lo possono nominare, anzi l’apostrofano con lo pseudonimo che lui ha scelto, sui social’ quando si scatena nel cyberbullismo, si nasconde dietro un nikename per non essere riconosciuto. E se qualcuno lo nomina con il suo vero nome, è perché è una spia che vuole incastrarlo.

Terzo,” RICORDATI DI SANTIFICARE LE FESTE”. E qui, ogni intervallo, ogni cambio d’ insegnante o di aula è una festa, perché sono le situazioni non codificate, nei bagni o nella palestra quelle in cui si scatena la festa, ovvero la cerimonia della violenza fisica o verbale.

Quarto,” ONORA IL PADRE E LA MADRE”. La violenza nasce dentro casa, spesso tra le pareti domestiche il bullo impara la prevaricazione, vive la catena dell’aggressività e la mancanza di rispetto. Fuori casa, a scuola, che è una palestra di vita, il bullo onora nel vero senso della parola, il codice comportamentale genitoriale. Del resto, basta pensare alle aggressioni perpetrate dagli stessi genitori di alunni problematici nei confronti dei loro insegnanti, per non avere dubbi.

Quinto,” NON UCCIDERE” almeno fosse preso alla lettera, cioè non torturare fino allo sfinimento la vittima, che, nei casi estremi arriva lei stessa ad uccidersi!!! Il bullo non uccide la propria identità distorta, non rinnega sé stesso, perché vorrebbe dire morire, e lui vuole vivere. Eccome! Vuole vivere, seppur nella violenza. Perché per lui la violenza è vita.

Sesto, “NON COMMETTERE ATTI IMPURI”. La violenza di un bullo è spesso a sfondo sessuale, la sua compulsione ad aggredire l’altro sfiora il sadismo, la vittima è per lui un corpo su cui esercitare uno sfogo a dir poco ormonale. Ma in tutto questo il bullo non vede un atto impuro, ancor meno una perversione psichiatrica, solo un gioco di violenza da amplificare poi con i filmati sparati in rete.

Settimo, ”NON RUBARE”, infatti il bullo non ruba la merenda del compagno, la pretende. Non ruba il materiale scolastico del vicino, se ne appropria. Fino a che, quando sparirà il cappellino firmato o il cellulare appoggiato, è perché il bullo ne ha sempre uno uguale…

Ottavo,” NON DIRE FALSA TESTIMONIANZA”. Il bullo è un tale manipolatore della realtà che nega l’evidenza dei fatti. Il bullo vive in un mondo parallelo dove la menzogna è la verità, dove la bugia è una tale consuetudine, che la falsa testimonianza è dire il vero.

Nono,” NON DESIDERARE LA DONNA D’ALTRI “. Infatti, il bullo, la donna di un altro, mica la desidera, se la prende, tanto è un oggetto da consumare, non un soggetto d’amare.

E per ultimo, “NON DESIDERARE LA ROBA D’ALTRI”. Ma per questo si rimanda al primo comandamento, gli altri non esistono, men che meno la loro roba!!!

 

Antonella Ferrari




Bagnoregio e la scrittura creativa

Dall’11 al 13 aprile 2018, presso l’Istituto Omnicomprensivo “F.lli Agosti” di Bagnoregio (VT), si è svolto un corso di scrittura creativa intensivo rivolto agli alunni delle classi terze dell’Istituto Tecnico Agrario, con la collaborazione della casa editrice Currenti Calamo.

I ragazzi sono stati introdotti nell’affascinante mondo della scrittura creativa dagli editor della casa editrice lombarda, che hanno condiviso con il loro giovane uditorio i trucchi del mestiere, svelando procedimenti e curiosità utili a realizzare un testo ben scritto e a incanalare la propria creatività nella maniera più proficua. Con una stimolante commistione di teoria e pratica, i ragazzi hanno appreso alcune delle procedure più diffuse per condurre una precisa e puntuale correzione di bozze, rispolverando e rafforzando le conoscenze pregresse sulle regole di ortografia, grammatica e sintassi; hanno preso parte, con grande entusiasmo, a una serie di esercizi di scrittura creativa atti a consentir loro di acquisire dimestichezza con l’arte della scrittura, con la capacità di riportare nero su bianco, in modo creativo e originale, i propri pensieri e le proprie emozioni, rivelando notevoli capacità non solo inventive, ma anche tecniche.

Alcuni ragazzi e ragazze hanno condiviso con i compagni di classe la lettura dei propri componimenti, tra cui si annoverano poesie, monologhi teatrali, testi musicali, racconti e romanzi. La timidezza iniziale è stata ben presto sostituita dalla partecipazione appassionata con cui i ragazzi si sono cimentati in tutte le attività condotte dagli editor, dimostrando, nonostante la giovane età, una proprietà di linguaggio degna degli scrittori più navigati e una profondità d’animo, una delicatezza, che noi adulti possiamo solo invidiare.

Guidati dagli editor i ragazzi hanno dato libero sfogo alla dolcezza dei loro cuori, all’ardore delle loro idee giovanili di uguaglianza, giustizia e libertà, alla purezza dei loro sentimenti; per qualche ora sono stati completamente liberi di esprimersi nella maniera più congeniale: attraverso la letteratura, la poesia, il teatro e la musica, condividendo con i compagni di classe e con i docenti i loro talenti.

Le lezioni degli editor, poi, si sono allargate sino a comprendere nozioni di Scienze della comunicazione e di prossemica. Non sono mancati momenti di confronto sulle tematiche più discusse e calde concernenti il mondo della comunicazione massmediatica: la massificazione, la perdita dell’identità individuale, l’impoverimento lessicale, i pro e i contro dei social network. Tutti i ragazzi sono intervenuti nel dibattito per esprimere le proprie idee e conoscere il parere dei compagni; l’esperienza si è rivelata profondamente costruttiva e benefica per una generazione di giovani che hanno un assoluto bisogno di imparare a pensare in modo critico e, soprattutto, ad ascoltare.