Chi ha ferito il Garibaldi?

È bastato sollevare appena il coperchio di questa storia per essere letteralmente investiti da informazioni, telefonate (alcune anche che ci invitavano a desistere dallo scrivere l’articolo), documenti e materiali di ogni tipo.

image_pdfimage_print

Storia di come, forse, quando si parla  dell’Istituto agrario di Roma, il primo pensiero non è che venga fatto il bene della scuola.

Questo è il primo di una serie di interventi / interviste che Betapress farà nel prossimo periodo per sostenere la scuola agraria Garibaldi, che merita di esistere e di essere riconosciuta sia nella sua storia che nell’impegno che centinaia di persone negli anni hanno messo per mantenerla al massimo dell’eccellenza. (NdR)

In principio sembrava una storia facile.

Pareva che si dovesse raccontare la bella storia di uno storico e prestigiosissimo istituto agrario delle capitale italiana.

Si era pianificata una storia di crescita, lustro e buone speranze per il paese; una di quelle storie da leggere con leggerezza e speranza sotto l’ombrellone.

Le professioni del futuro che faranno grande il nostro paese: il ruolo dell’agronomo.

E invece è bastato andare a guardare un po’ più da vicino fatti e numeri per vedere che dietro la storia dell’Istituto Agrario Garibaldi di Roma c’è del marcio.

Tanto marcio.

Talmente tanto che abbiamo dovuto rinunciare alla storia da ombrellone e sperare di fare in fretta a districarci tra la marea di notizie che hanno iniziato a venir fuori ogni giorno.

È bastato sollevare appena il coperchio di questa storia per essere letteralmente investiti da informazioni, telefonate (alcune anche che ci invitavano a desistere dallo scrivere l’articolo), documenti e materiali di ogni tipo.

L’istituto nasce alla fine del 1800, con i primi del 1900 trova una sulla collocazione geografica definita e diventa fiore all’occhiello della formazione tecnica.

È bello il Garibaldi.

Circa 100 ettari di terreno produttivo sul parco dell’Appia Antica, attraversamenti con sentieri, integrato nella vita dei quartieri limitrofi, convitto, scuola, maneggi, stalle e spazi costruiti per la  miglior crescita e formazione dei periti agrari.

Era bello il Garibaldi.

All’inizio del 2000 qualcosa cambia.

Nell’estate del 2005, all’interno del piano di cartolarizzazione dell’allora ministro Tremonti, i terreni del Garibaldi, vengono messi all’asta.

Per puro caso un gruppo di docenti si accorge del bando e si mobilità immediatamente: telefonate, riunioni e azioni concrete; chi amava quell’istituto non ha permesso che venisse chiuso.

Questa è una cosa che troveremo tante volte nel corso di questa storia (che non racconteremo tutta oggi): chi ha frequentato l’istituto ha con esso un debito di fedeltà e amore che non intende tradire.

Tanti di quelli che hanno studiato al Garibaldi sono tornati ad insegnare lì spendendosi attivamente e hanno con esso un legame quasi filiale.

Il Garibaldi salvato cresce.

Una delle persone che si era occupata di salvare i terreni dall’asta, viene nominata dirigente scolastico.

È il prof. Franco Sapia, ex studente del Garibaldi perito agrario e dottore in Agraria.

Intanto, non senza qualche ragionevole problema, l’Istituto cresce: cresce l’azienda agricola, crescono le attività, si collabora con una cooperativa sociale, viene creata una fattoria didattica, arrivano premi per il latte e per i prodotti, i capi di bestiame crescono e prosperano, alcune associazioni animaliste, addirittura, affidano dei capi all’Istituto affinché li protegga dalla vendita o dal macello, ci sono inoltre borse di studio e progetti internazionali: 

l’Istituto Garibaldi è una eccellenza. 

Gli studenti iscritti superano nel 2016 il numero di mille.

Terminato il mandato del prof. Sapia, riceve l’incarico la prof.ssa Patrizia Marini, diplomata presso l’Istituto Superiore di Educazione Fisica e laureata in scienze motorie.

Come è prevedibile che accada quando cambia il dirigente scolastico, cambiano anche le priorità e le modalità gestionali del Garibaldi.

La professoressa Marini dal 2017 traccia e segue un nuovo piano.

Noi di betapress.it abbiamo intervistato la professoressa Marini e molti degli attori coinvolti, ed in questo primo articolo pubblichiamo proprio l’intervista all’attuale Dirigente del Garibaldi, prima fra tutte quelle che abbiamo realizzato, per avere un bilancio delle sue azioni, dei suoi motivi e delle sue operazioni, nel corso dei primi due anni pieni di mandato come dirigente scolastico. Proseguiremo poi per capire come mai questa scuola è in declino, o almeno così sembra, terra di vendette e giochi di potere, abusi e soprusi.

 


Nota bene:

La professoressa è stata con noi gentilissima e disponibilissima ma, stranamente, non terminerà i tre anni di mandato quindi non sarà lei la preside del Garibaldi per l’anno scolastico  2019-2020.


Ovviamente, per prepararci all’intervista, per evitare di fare domande banali e annoiare così chi ci ha dedicato il suo tempo, abbiamo studiato, indagato (sì, ci siamo rivolti anche ad una agenzia di investigazioni private) e letto più informazioni possibili, cosa della quale, ovviamente, era stata informata anche il dirigente scolastico.

Ed ecco che arriva il nostro imbarazzo e sfuma il progetto di scrivere un articolo leggero e positivo.

Il fatto è che su molti punti le informazioni in nostro possesso e le risposte del dirigente scolastico non erano perfettamente in linea.

Noi di Betapress.it riteniamo che la riflessione sul Garibaldi non debba avere una matrice da curva da stadio con schieramento per l’una o per l’altra parte, o tifo per il personaggio più simpatico; ci sforzeremo quindi in questo e nei successivi articoli, di tenere una linea quanto più possibile neutrale anche perché, su molti punti, dovrà essere poi la legge a dire l’ultima parola.

Riportiamo qui l’intervista come è stata fatta.

Domanda: Come mai il numero dei iscritti al Garibaldi nel corso di questi  ultimi due anni è calato da 1200 a 900?

Risposta: il Garibaldi non ha mai avuto 1200 iscritti, questa è una informazione errata. Quando sono arrivata io c’erano circa 950 iscritti, lo scorso anno erano circa 900. La differenza di 50 studenti fa parte dei normali  andamenti dovuti al calo demografico.

Nota di ricerca: nel 2017 dai registri di Istituto risultano più di 1000 iscritti

Nel suo piano di riorganizzazione ha deciso di chiudere l’azienda agricola: le vacche sono deperite, il frantoio chiuso, il bestiame sparito, quali sono i motivi di queste scelte?

Le scelte sono dovute ai problemi di gestione non adeguata degli anni precedenti che sono state in passivo ininterrottamente per 15 anni. (questo fatto è strano perché per i regolamenti di contabilità delle scuole dopo tre anni si sarebbe dovuta chiudere l’azienda agraria. NdR)

Da quest’anno, invece, con la mia gestione, per il primo anno, abbiamo chiuso in attivo.

Non c’è bestiame perché la stalla non era a norma ed era tenuta aperta senza tener conto delle indicazioni dell’ASL.

In più ho scelto di dedicare tutti i terreni per i seminativi così da poterli utilizzare a pieno.

Le vacche erano un investimento deficitario perché avevano bisogno di mangimi mentre i seminativi sono una azione in attivo.

Per quanto riguarda il frantoio, è chiuso ma ne verrà aperto uno nuovo tecnologicamente più avanzato.

Il mio lavoro in questi anni è stato quello di rimettere in sesto il  business plan del Garibaldi.

Nota di ricerca: dalle nostre ricerche risulta che le stalle non erano a norma perché, tra le altre cose, la dirigente chiedeva ai dipendenti la pulizia di queste a mano con le pale anziché l’utilizzo di appositi bobcat.

Alcuni dei capi affidati all’istituto con l’impegno di prendersi cura di loro a vita, sono stati invece ceduti.

Dal primo anno dei suo incarico ad oggi circa 60 persone tra docenti e personale di segreteria hanno fatto domanda di trasferimento, come mai?

Non mi risulta siano andate via tutte queste risorse; alcuni sono andati in pensione, altri si sono avvicinati a casa loro, nulla che non abbia a che fare con la normale vita delle scuole

Nota di ricerca: ecco i numeri risultanti delle richieste di trasferimento dai documenti consultati

26 docenti in uscita nel corso dell’anno scolastico 2017/2018

11 docenti in uscita nel corso dell’anno scolastico 2018/2019

13 ATA in uscita nel corso dell’anno scolastico 2018/2019.

Prima di fissare l’intervista mi ha chiesto di anticiparle a grandi linee i punti di interesse e quando ho nominato la cooperativa, lei mi ha detto che non esiste nessuna cooperativa.

A me, dalle informazioni raccolte, risulta l’esistenza della cooperativa, può chiarirmi questo punto?

La cooperativa c’è ma non ha nulla a che fare con il Garibaldi. Già l’ex dirigente scolastico Franco Sapia aveva interrotto i rapporti con essa.

Ho però attivato rapporti per la creazione di una nuova cooperativa da inserire all’interno delle attività del Garibaldi.

Nota di ricerca: in questa sede riportiamo solo quando indicato sul sito della cooperativa “fantasma”:

“La storia della Cooperativa sociale integrata agricola Giuseppe Garibaldi è parte ormai della centenaria storia dell’Istituto Tecnico Agrario “Giuseppe Garibaldi” […] è nata come laboratorio della scuola per rispondere alle esigenze degli allievi con disabilità e delle loro famiglie, […] è nata […] per la realizzazione di un progetto di inclusione scolastica degli allievi con Autismo iscritti all’Istituto “Garibaldi”. (https://garibaldi.coop/cosa-facciamo/)

È chiaro a chi ha avuto la pazienza di leggere fino a questo punto che la comunicazione non è così collimante con i fatti e non è facile definire la verità.

La verità per noi sta solo nelle carte ufficiali e contiamo di trovarla nelle sentenze dei giudizi in corso.

L’impressione però che si ha leggendo le carte relative alla storia del Garibaldi (e non delle persone) è che forse sull’Istituto ci sono interessi ben più grossi; è ricorrente infatti l’idea di far chiudere il Garibaldi per poter prendere, vendere e riutilizzare quei 100 ettari di terreno nel centro di Roma (a chi non interesserebbero??? NdR) che già due volte si è cercato di mettere all’asta.

Sarebbe brutto se fosse così (ma sembra proprio così NdR), perché con quelle proprietà verrebbero venduti anche l’impegno, la fatica e le grandi speranze degli studenti, dei professori e di chi, fino ad oggi ha amato questo Istituto.

“C’è del marcio in Danimarca”, Betapress andrà avanti e scoverà tutto quello che c’è da scoprire, non ci fermeremo, abbiamo già ricevuto telefonate con velate minacce per desistere … lasciate stare, vi mettete contro i potenti, non sapete cosa vi possono fare … ebbene lo sappiamo benissimo lo hanno già fatto non è la prima volta, ma ci siamo stufati marci di vedere questo malaffare imperversare, coperto da mantelli di ermellino che nascondono cadaveri puzzolenti, noi tireremo fuori tutto, per la scuola, per chi ci lavora e ci ha buttato l’anima, per il nostro paese che può davvero farcela solo se la scuola sarà sempre più efficace, raggiungendo quell’eccellenza che era tipica del Garibaldi. (NdR)

Richiesta ai lettori:

betapress.it pubblicherà altri articoli sul Garibaldi, sulla sua storia e sulle sue sorti.

Chiediamo a chiunque abbia notizie e voglia collaborare anche in forma anonima di contattare l’indirizzo info@betapress.it 

1 thought on “Chi ha ferito il Garibaldi?

Rispondi

potresti aver perso

WP to LinkedIn Auto Publish Powered By : XYZScripts.com