Dirigente o non dirigente, questo è il dilemma!

Essere, o non essere, questo è il dilemma: se sia più nobile nella mente soffrire i colpi di fionda e i dardi dell’oltraggiosa fortuna o prendere le armi contro un mare di affanni e, contrastandoli, porre loro fine? Morire, dormire… nient’altro, e con un sonno dire che poniamo fine al dolore del cuore e ai mille tumulti naturali di cui è erede la carne: è una conclusione da desiderarsi devotamente. Morire, dormire. Dormire, forse sognare. Sì, qui è l’ostacolo, perché in quel sonno di morte quali sogni possano venire dopo che ci siamo cavati di dosso questo groviglio mortale deve farci riflettere. È questo lo scrupolo che dà alla sventura una vita così lunga. Perché chi sopporterebbe le frustate e gli scherni del tempo, il torto dell’oppressore, la contumelia dell’uomo superbo, gli spasimi dell’amore disprezzato, il ritardo della legge, l’insolenza delle cariche ufficiali, e il disprezzo che il merito paziente riceve dagli indegni, quando egli stesso potrebbe darsi quietanza con un semplice stiletto? Chi porterebbe fardelli, grugnendo e sudando sotto il peso di una vita faticosa, se non fosse che il terrore di qualcosa dopo la morte, il paese inesplorato dalla cui frontiera nessun viaggiatore fa ritorno, sconcerta la volontà e ci fa sopportare i mali che abbiamo piuttosto che accorrere verso altri che ci sono ignoti? Così la coscienza ci rende tutti codardi, e così il colore naturale della risolutezza è reso malsano dalla pallida cera del pensiero, e imprese di grande altezza e momento per questa ragione deviano dal loro corso e perdono il nome di azione. 

prima scena del terzo atto dell’Amleto di William Shakespeare.

Ogni volta che in questo periodo sentiamo parlare di dirigenza scolastica ci viene affannosa alla memoria proprio la fantastica scena del dilemma di Amleto, essere eroi o codardi, sapere o non sapere, consapevolezza o inconsapevolezza, insomma il grande dubbio del coraggio e della ragione.

Oggi le responsabilità legate al ruolo dei dirigenti scolastici fanno pensare come sia folle esercitare quel ruolo, folle e coraggioso al tempo stesso, ma quel ruolo è talmente importante per chi crede nello Stato che diventa traguardo atteso e sperato, cercato e spesso svolto lo stesso anche senza averne l’investitura formale.

E’ un ruolo d’onore, se viene svolto al meglio, una missione, se viene svolta con passione, un progetto continuo, se viene svolto con competenza.

Lo sanno bene le migliaia di aspiranti dirigenti che in questi giorni si stanno preparando per il prossimo concorso, certo dalle domande che sono state preparate per loro dal MIUR non crediamo possano capire molto del loro ruolo futuro, ma sopratutto non riteniamo che un concorso fatto in questo modo possa selezionare dei dirigenti.

Ma ancor di più il dirigente scolastico non può prescindere dall’esperienza, che non è quella dell’insegnamento, ma di chi gestisce una scuola.

Ecco perché sempre di più saremmo dell’idea che per poter fare il concorso a dirigente scolastico bisognerebbe aver fatto 5 anni non da docente, ma da vicepreside.

Ovviamente questa nostra visione risulterebbe molto impopolare ma dubitiamo che in azienda l’imprenditore saggio nominerebbe dirigente un suo impiegato senza che lo stesso non abbia l’esperienza necessaria per aver conosciuto l’azienda in tutte le sue sfaccettature.

In ogni caso continuiamo a pensare che chi ha bene o male già svolto questo ruolo dovrebbe comunque essere tenuto nella massima considerazione.

Ecco come la pensano gli amici di ANCODIS sull’infinito tema delle reggenze.

 

COMUNICATO STAMPA del 16 luglio 2018

 ANCODIS: la condizione di precarietà della governance di alcune migliaia di scuole italiane. Quale possibile soluzione?

In questi giorni, leggiamo sugli organi di stampa dichiarazioni che intendono risolvere il problema delle scuole senza DS titolare – si potrebbe dire – con una soluzione all’italiana: si propone, infatti, una modifica al Decreto Legge “Dignità” per dare la possibilità a qualche centinaio di ricorrenti del concorso del 2011 – che come è noto lamentano dal loro punto di vista una disparità di trattamento con i ricorrenti del 2004 e del 2006 sanati in forza delle previsioni della L.107/2015 – di fare un corso/concorso di alcune decine di ore per poter accedere al ruolo dirigenziale.

Solo per ricordare, ai sensi del comma 87 e del comma 88 lettera a-b dell’articolo 1 della Legge n.107/2015, il D.M. n.499/2015 ha indetto la procedura straordinaria prevedendo la partecipazione “per quei soggetti che avessero avuto una sentenza favorevole almeno nel primo grado di giudizio ovvero non avessero avuto, alla data di entrata in vigore della Legge 107, alcuna sentenza definitiva” relativamente ai concorsi del 2004 e del 2006 e  “per quei soggetti già vincitori ovvero utilmente collocati nelle graduatorie ovvero avessero superato positivamente tutte le fasi di procedure concorsuali successivamente annullate in sede giurisdizionale” relativamente al concorso del 2011.

In seguito ai ricorsi al TAR ed al successivo intervento del Consiglio di Stato che ha sollevato la questione di legittimità costituzionale sulla procedura riservata, siamo in attesa della pronuncia della Corte Costituzionale prevista per il 20 novembre.

Considerato che il Consiglio di Stato – nell’Ordinanza di rimessione della questione alla Corte Costituzionale – ha espresso un severo giudizio sulla sanatoria dei ricorrenti del 2004 e del 2006, evidenziando che il criterio adottato è puramente casuale e non garantisce minimamente in ordine al possesso dei requisiti di professionalità da parte degli interessati, appaiono incomprensibili le posizioni di quanti ancora oggi rivendicano ad ogni piè sospinto un accesso al ruolo dei Dirigenti Scolastici sulla base di un ricorso!

ANCODIS ritiene che il semplice superamento di un quiz a punti e la attivazione di un ricorso – nulla garantisce circa la capacità di gestire la complessità di un’Istituzione scolastica nemmeno dopo la frequenza di alcune decine di ore di formazione ed invita, pertanto, ad attendere serenamente le decisioni della Corte Costituzionale, a rimettersi alle stesse sia in caso di esito favorevole che sfavorevole ai ricorrenti ed invita il Legislatore a non forzare le regole di diritto, con scelte politiche che produrrebbero quale logica conseguenza altri contenziosi.

Ed intanto moltissime Istituzioni Scolastiche – in attesa dello svolgimento delle procedure concorsuali – restano prive di un DS titolare!

Con estrema chiarezza, ecco la proposta di ANCODIS: si svolgano con cadenza regolare i concorsi riportando ad una condizione fisiologica, anche in termini temporali, le reggenze e nelle more del completamento delle fasi concorsuali si conferiscano incarichi di presidenza.

Lo strumento giuridico esiste: la Direttiva 281/2018, infatti, all’articolo 2 comma 1 ed all’articolo 3 comma 2 ne prevede l’applicazione per quanti sono già inseriti nella graduatoria 2005/2006.Tali incarichi, nella visione di ANCODIS, devono avere natura essenzialmente temporanea e dovranno servire a coprire giuridicamente una situazione di fatto, cioè il quasi totale affidamento delle istituzioni in reggenza ai Collaboratori Vicepresidi.

Per l’A.S. 2018-2019 – considerato che il problema delle scuole senza DS rappresenta una emergenza strutturale e patologica per il nostro sistema scolastico – con il cosiddetto Decreto Legge “Dignità” è possibile modificare in sede di dibattito parlamentare l’articolo 1-sexies del decreto-legge 31 gennaio 2005, n. 7, convertito, con modificazioni, dalla legge 31 marzo 2005, n. 43, e dare – sulla base di nuovi e moderni criteri di inserimento nelle graduatorie fondati sull’esperienza certificata nella governance scolastica (professionalità, capacità di organizzazione e gestione delle istituzioni scolastiche) – un preside incaricato alle autonome I.S..

Almeno che – per non decidere – è preferibile mantenere una condizione di precarietà in circa 4000 Istituzioni Scolastiche.

Con buona pace di personale, alunni e famiglie!

Il Tesoriere A.N.Co.Di.S. Palermo                          Il Presidente A.N.Co.Di.S. Palermo

     Dott. Francesco Camillo                                                Prof. Rosolino Cicero