Egregio Ministro, così non ci siamo!

Egregio Ministro Valditara,
le scrivo in qualità di direttore responsabile di Betapress.it per denunciare con fermezza il declino inarrestabile della scuola italiana e, in particolare, il colpevole depotenziamento, perpetrato negli anni, della funzione dei docenti, dei Dsga e dei dirigenti tecnici, che rappresenta una ferita gravissima al nostro sistema scolastico.
Su Betapress abbiamo già affrontato il tema in un articolo dal titolo “Italia fanalino di coda sul sistema di valutazione e supporto delle scuole”, in cui abbiamo evidenziato l’assurdità di un sistema scolastico abbandonato a sé stesso, privo di controllo, privo di supporto, privo di una visione strategica.
Il Ministero bandisce un concorso per soli 145 dirigenti tecnici, quando ne servirebbero almeno 1000.
Lei stesso ha più volte buttato numeri, “ne assumeremo 500”, poi 390, ora appare evidente che erano numeri a caso e solo per gettare fumo negli occhi a quelle famiglie che gridavano allo scandalo per i diplomifici.
Questo è semplicemente ridicolo.
Significa condannare la scuola italiana all’improvvisazione, ignorando il bisogno di una rete di supporto qualificata che accompagni e migliori il funzionamento degli istituti scolastici.
Ma il ridicolo non finisce qui.
Perché non si assumono immediatamente i circa 70 dirigenti tecnici già in servizio?
Sono professionisti che da anni operano con dedizione e competenza, spesso in condizioni proibitive, per colmare le lacune del sistema.
Ma il Ministero continua a ignorarli, lasciando che la scuola italiana naufraghi senza timone.
E quello che trapela dagli ambienti ministeriali è ancora più inquietante: pare che tra questi 70 dirigenti tecnici ve ne siano alcuni “sgraditi” e che per questo si voglia evitare ogni procedura che porti alla loro assunzione definitiva.
Se ciò fosse vero, saremmo di fronte a una pratica inaccettabile e pericolosa, un arbitrio intollerabile che nulla ha a che vedere con il merito o con la buona gestione della scuola.
Il fallimento dell’emendamento al Milleproroghe ne è la dimostrazione: si sta facendo di tutto per evitare di stabilizzare chi ha già dimostrato sul campo il proprio valore.
Ma non sono solo questi i problemi!
Signor Ministro, ma lo sa che le segreterie scolastiche sono al collasso?
Egregio Ministro, la situazione è gravissima.
Le segreterie scolastiche sono ormai al collasso, soffocate da una burocrazia crescente e sempre più complessa, senza strumenti e senza personale adeguatamente formato per far fronte alle esigenze amministrative delle scuole.
I dirigenti scolastici sono lasciati soli, costretti a gestire un sistema paralizzato dalle inefficienze e dalla carenza di risorse.
Se questa è una scelta politica, allora il danno è ancora più grande perché sarà a lungo termine.
Un Paese che rinuncia a investire sulla formazione dei propri giovani è un Paese senza futuro.
L’Italia è ormai il fanalino di coda in Europa per il sistema di valutazione e supporto delle scuole, mentre Paesi come Francia, Germania, Regno Unito e Spagna hanno da tempo strutturato sistemi ispettivi forti, strategici, funzionali.
Noi, invece, ci ostiniamo a tagliare, ridurre, frammentare.
Le scuole paritarie: un valore da gestire con intelligenza, non con repressione o abbandono.
A questa situazione si aggiunge un ulteriore elemento di grande rilevanza: il ruolo delle scuole paritarie.
Le scuole paritarie rappresentano una risorsa preziosa per il Paese, ma possono facilmente diventare un pericoloso elemento di disgregazione del sistema scolastico se non vengono adeguatamente monitorate e affiancate da un corpo ispettivo competente e presente.
La scuola italiana è un ecosistema che deve muoversi in sincronia, con una visione d’insieme che garantisca equilibrio e qualità dell’istruzione.
Non possiamo permettere che le paritarie diventino territori fuori controllo, con alcune realtà che si trasformano in diplomifici, capaci solo di sfornare titoli senza reale preparazione.
Ma nemmeno possiamo accettare che i dirigenti tecnici siano usati come sceriffi pistoleri, inviati solo per “dare la caccia” ai diplomifici, senza un vero piano di integrazione tra i diversi segmenti dell’istruzione.
A conferma del fallimento del suo piano contro i diplomifici i tribunali stanno abolendo le sue sospensioni di scuole paritarie, ultimo caso nelle Marche (segui il link).
Peraltro ha provato il signor Ministro a verificare chi sono i proprietari delle scuole paritarie?
E che tipo di agganci hanno?
Sicuramente non lo ha fatto, ed ecco i bei risultati.
Non entriamo poi nel merito del suo piano scuola, un patchwork degno della migliore fantasia minimalista, privo di un’ottica etica, scevro da qualsiasi contenuto costruttivo e mirato ad un orizzonte esclusivamente politico, anche se qualche spunto positivo lo abbiamo trovato, con il rischio di una visione educativa troppo rigida e poco inclusiva, che potrebbe limitare la libertà di insegnamento e la formazione critica degli studenti.
Peraltro unica consultazione in merito un questionario che prevedeva solo risposte positive, alla faccia della consultazione.
Il politico che opera per acchiappare voti non è mai un buon politico.
Occorre fare un nuovo progetto per una nuova scuola, una riforma completa.
Tornando al corpo ispettivo lo stesso deve essere un elemento di coordinamento, di supporto, di consulenza, e non una forza repressiva estemporanea.
Senza una strategia chiara, il rischio è quello di una scuola sempre più frammentata e di una deriva pericolosa che danneggia tanto il sistema pubblico quanto quello privato.
Ministro Valditara, è ora di agire. Ma forse anche di dare le dimissioni!
Ministro Valditara, il tempo delle parole è finito.
La scuola italiana ha bisogno di scelte concrete, di investimenti, di una governance chiara e responsabile.
Non può più permettersi di essere lasciata allo sbando.
Noi di Betapress.it abbiamo sempre, e continueremo nonostante i continui attacchi, denunciato con forza ogni tentativo di smantellamento della scuola pubblica e ogni scelta politica che non abbia come obiettivo primario la formazione delle nuove generazioni.
La scuola, il personale della scuola, sia statale che paritaria, gli alunni e le famiglie soprattutto, meritano rispetto.
E chi la governa, se davvero crede nel valore dell’istruzione, deve dimostrarlo con i fatti, non con balbettii deliranti.
Non ci sono i soldi per una vera riforma, questa è la scusa?
Ma con tutti i soldi che state buttando con il PNRR in progetti futili, non era il caso di pensare ad una nuova scuola?
Bastava usarli per alzare gli stipendi al personale scuola e per creare dei percorsi professionalizzanti.
Ebbene Ministro io le dico: ”verrà un giorno…”, ed in quel giorno io mai vorrei essere al suo posto ed in quello di molti suoi predecessori, perché non si parlerà bene di voi.
Ma non è solo colpa vostra, ma anche di chi vi ha messo in una posizione che non era, certo, la vostra.
In ogni caso faccia i conti con la sua coscienza, io con la mia li ho fatti da tempo e non mi fermeranno certo tutte le opere “buone” che noi di Betapress stiamo ricevendo.
Andremo avanti, e anche se riuscirete a zittirci la nostra voce riecheggerà nelle coscienze fino a diventare un rumore di fondo che non potrà silenziare.
Quando in gioco c’è il futuro dei giovani, ogni ambizione personale sbiadisce: nessun incarico, per quanto alto, vale quanto il dovere di proteggerli e farli crescere liberi, forti e pensanti.
Noi la vediamo così.
Tanto Le si doveva.
Con la massima determinazione,
Corrado Faletti
Direttore Responsabile
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