Il fiuto degli Etruschi per la bellezza e il progresso

Imperdibile mostra al Museo archeologico di Ferrara alla scoperta degli Etruschi.
Continuano le celebrazioni dell’anniversario della scoperta dell’antica città etrusca di Spina, di cui si erano perse le tracce nei secoli. A giugno la mostra si trasferirà a Roma, al Museo Nazionale etrusco di Villa Giulia.

Il fiuto degli Etruschi per la bellezza e il progresso
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Imperdibile mostra al Museo archeologico di Ferrara alla scoperta degli Etruschi.

Continuano le celebrazioni dell’anniversario della scoperta dell’antica città etrusca di Spina, di cui si erano perse le tracce nei secoli. A giugno la mostra si trasferirà a Roma, al Museo Nazionale etrusco di Villa Giulia.

Spina, la famosa città adriatica del mondo antico. Dal mito alla realtà

La mostra “Spina etrusca un grande porto nel mediterraneo” ha aperto al pubblico il 22 dicembre 2022 ed è allestita a Ferrara presso la prestigiosa sede del museo archeologico nazionale.

L’esposizione rimarrà aperta fino al 22 aprile per poi trasferirsi in giugno a Roma, nella sontuosa sede del Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia.

La meravigliosa cornice del palazzo monumentale più insigne della Ferrara estense, Palazzo Costabili, detto di Ludovico il Moro (1495), offre al pubblico una sintesi su questa importante città etrusca della pianura padana fondata prima del VI secolo A.C:, da lungo tempo cercata invano da studiosi ed eruditi.

Per questo motivo la scoperta ha fatto diventare il mito realtà e le prove sono inoppugnabili, come dimostra la ricchissima collezione esposta.

Vaso (askos) volterrano a figure rosse a forma di anatra (Spina, Valle Trebba, Tomba 224 +350-300 a.C.)
Vaso (askos) volterrano a figure rosse a forma di anatra (Spina, Valle Trebba, Tomba 224 +350-300 a.C.)

Le opere di bonifica del Delta del Po e la scoperta casuale delle rovine dell’antica città di Spina

Il museo fu creato nel 1935 per conservare ed esporre i materiali rinvenuti, per caso, durante le opere di bonifica degli ambienti lagunari del delta del Po, chiamati localmente Valli di Comacchio (Ferrara).

I lavori di scavo per la costruzione di canali hanno, infatti, portato alla luce, nel 1922 estesi resti archeologici della necropoli e successivamente, nel 1957 dell’antica città di Spina.

I rapporti di Spina con Atene e Cerveteri

Il percorso espositivo illustra l’eccezionalità del famoso porto adriatico del mondo antico di Spina.

Tra il V e il IV secolo, uomini da luoghi molto lontani, arrivarono a Spina dalle città etrusche a sud degli Appennini e anche dalla Grecia.

La città a grande vocazione commerciale era in costante confronto con i grandi insediamenti etruschi del Tirreno e con la città gemellata di Cerveteri.

Da questa funzione deriva la complessità e la varietà culturale dei suoi abitanti. Etruschi, ma anche Greci, Italici ed altri ancora. Essi intrecciavano le loro abitudini, ideologie e tradizioni in una mescolanza che è il tratto più caratteristico della città.

Ciò in perfetta analogia con quanto accade in altri centri costieri dell’Etruria come Pyrgi, il porto di Cerveteri.

Poche culture, come quella greca ed etrusca, hanno tramandato un repertorio di immagini così straordinariamente ricco.

Il Santuario greco di Delfi

Proprio Spina e Cerveteri avevano, uniche città di tutta l’Etruria, un edificio votivo (thesaurós) nel Santuario greco di Delfi, luogo di massima autorappresentazione della grecità antica.

Un importantissimo riconoscimento internazionale della potenza etrusca sui due mari (Adriatico e Tirreno) che circondavano l’intera penisola.

Allestimento e tecnologia

L’allestimento sceglie di affidarsi anche alla tecnologia per la ricostruzione dei paesaggi e dei contesti antichi oltre che per la narrazione.

In mostra sono presenti importanti reperti provenienti dai principali musei archeologici italiani nonché prestigiosi materiali provenienti dal Metropolitan Museum of Art di New York.

Vasi attici ed oggetti della vita quotidiani

La documentazione ricchissima dell’abitato consente di ricostruire la vita e le attività della città in modo diretto.

Emerge con evidenza che la ceramica attica veniva utilizzata ampiamente nelle case, anche per quanto riguarda le forme più grandi e di prestigio.

Tra gli oggetti in uso nella vita quotidiana spicca, in mostra, un piatto da pesce di produzione attica rarità anche nel mondo greco tale da far pensare ad una produzione esclusiva per Spina.

Piatto attico a figure rosse per il pesce (Spina, Valle Pega, Tomba 369B, 390-370 BCE)
Piatto attico a figure rosse per il pesce (Spina, Valle Pega, Tomba 369B, 390-370 BCE)

Sono esposti inoltre vasi per versare (oinochoe).

Tra gli arredi sacri notevole è il vaso (pisside) in avorio con decorazioni in bassorilievo. Si tratta di eccezionale esempio di lavorazione dell’avorio da parte degli Etruschi.

 

Le necropoli e i corredi funerari.

L’esposizione analizza la società attraverso le necropoli, la cerimonia funebre.

Particolare del cratere della tomba 57 C di Valle Pega (Pittore di Kelophon, 430 a.C. circa). Processione sacrificale in onore di Apollo delfico
Particolare del cratere della tomba 57 C di Valle Pega (Pittore di Kelophon, 430 a.C. circa). Processione sacrificale in onore di Apollo delfico

Presenti in mostra numerosi vasi attici a figure rosse a corredo delle tombe della necropoli: crateri attici a campana, crateri attici a volute (del gruppo di Polignoto), coppe (kylix).

Cratere a campana attico a figure rosse (Spina, Valle Pega, Tomba 44 C. 450 a.C. circa)
Cratere a campana attico a figure rosse (Spina, Valle Pega, Tomba 44 C. 450 a.C. circa)

Splendido un unguentario esposto in mostra: un’urna fittile con figura femminile semi distesa, proveniente da Cerveteri.

Spicca anche un vaso greco a forma di anatra (Askos) usato per versare piccole quantità di liquidi oleosi, usata come unguentario o per riempire le lampade ad olio .

I cani di terracotta. Il cane fedele compagno di viaggi

Alcuni esemplari di vasi configurati dimostrano l’importanza del cane nell’immaginario funerario etrusco. Esposto in mostra un vaso a testa di cane (rhyton) che riproduce la testa di un levriero di colore nero, sul quale è raffigurata una scena di banchetto.

Vaso (askos) a forma di cane (Spina, Valle Pega, Tomba 551 A.).Cratere attico a figure rosse n. 1 (440-435 a.C., Ferrara, Museo Archeologico Nazionale)
Vaso (askos) a forma di cane (Spina, Valle Pega, Tomba 551 A.).Cratere attico a figure rosse n. 1 (440-435 a.C., Ferrara, Museo Archeologico Nazionale)

Il cane nel mondo etrusco assume il ruolo di accompagnatore del defunto, come fedele compagno del viaggio.

I frutti a corredo delle tombe

In Etruria produzioni fittili di melagrane erano collocate nelle tombe, soprattutto di donne, e presso i santuari. Alcuni esemplari provengono dalle tombe di Spina e testimoniano il significato funerario attribuito al frutto. La presenza di frutti fittili in ambito funerario testimonia una offerta simbolica per il morto, acquisendo una valenza rituale. Sono state rinvenute anche riproduzioni di mele, quali una mela cotogna in terracotta ed una mela fittile.

Cratere attico a figure rosse n. 1 (440-435 a.C.), Ferrara, Museo Archeologico Nazionale
Cratere attico a figure rosse n. 1 (440-435 a.C.), Ferrara, Museo Archeologico Nazionale

Miti e leggende

L’Adriatico settentrionale, sin dal Il millennio a.C., fu meta di genti provenienti dal mondo egeo. L’eco di tali frequentazioni si riverberò in miti e leggende che gli scrittori antichi adattarono a seconda del messaggio politico e culturale che intendevano veicolare.

Molti sono gli eroi e le popolazioni scelti come protagonisti di queste narrazioni, attraverso le quali è possibile ripercorrere le tappe della navigazione lungo l’Adriatico.

L’abitato e la popolazione incontro tra genti e culture

L’abitato e le necropoli di Spina restituiscono centinaia di iscrizioni graffite su vasi.

I testi, quasi tutti etruschi, contengono molti nomi. Questi nomi sono una preziosa fonte di informazioni per ricostruire le storie delle persone che li portano. L’utilizzo della tecnologia digitale rende la mostra molto suggestiva.

Dal 300 a.C. circa, la presenza di persone provenienti dal mondo greco e da quello grecizzato dell’Italia meridionale fu significativa e non mancavano uomini portatori di nomi veneti o celtici tradotti in etrusco, forse indizio di persone ai margini della società.

Ricostruzione digitale dei paesaggi e dei contesti antichi

La ricostruzione digitale di paesaggi e dei contesti antichi crea un racconto suggestivo che al di là dell’indubbio splendore materico dei reperti, riesce a suggerire al pubblico il significato del grande porto di Spina per gli Etruschi del quinto secolo a.C. e per i cittadini mediterranei di oggi.

Celebrazioni per il centenario

Il Ministero della Cultura (MiC), per il tramite della Direzione generale Musei, ha istituito un Comitato promotore delle celebrazioni dell’anniversario della scoperta dell’antica città di Spina. Le diverse iniziative scientifiche e divulgative coinvolgono le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, le amministrazioni locali, il Comune di Comacchio, il Comune di Ferrara, la Regione Emilia-Romagna, nonché le Università nazionali e internazionali che da anni effettuano ricerche e scavi sull’insediamento antico, come l’Università di Bologna, l’Università di Ferrara e l’Università di Zurigo.

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