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IMPRESA 4.0,

ovvero Industria 4.0, più in generale mi riferisco alla quarta rivoluzione industriale  con l’insieme di nuove tecnologie impiegate lungo l’intera filiera produttiva: la definizione di processi aziendali che rappresentano anche la base di ricerca e sviluppo.

Mentre gli altri paesi si sono già inseriti in questo contesto, l’Italia deve ancora attivarsi tant’è che occupa l’undicesimo posto dopo la Germania, seguita da Svezia, Irlanda, Lussemburgo, Finlandia, Danimarca, Regno Uniti, Francia, Austria, Paesi Bassi.

Dalla piccola azienda a quella di grandi dimensioni l’innovazione tecnologica offre la possibilità di potenziare il proprio business grazie al supporto di nuove competenze ma soprattutto permette un riposizionamento sul mercato a favore di una maggiore capacità competitiva.

L’innovazione implica un confine sempre meno netto tra i processi e i servizi, il costo non sarà più la discriminante,  la differenza la  faranno altri valori come la personalizzazione,la qualità e la capacità di innovarsi costantemente, oltre al ruolo strategico  che la digitalizzazione può avere in termini di sostenibilità ambientale.

Una serie di tecnologie digitali sono arrivate a maturazione : Internet, Cloud, nuove interfacce uomo-macchina, robot collaborativi più facili da gestire, la possibilità di poter collegare in maniera molto più semplice di prima le risorse produttive, macchine con macchine. La connettività diffusa  a basso costo, la capacità di memorizzare enormi quantità di dati ( Big Data) a costi ragionevoli, costituiscono quella che è stata definita la “ Rivoluzione Digitale  4.0”.

Le tecnologie arrivate oggi  a maturazione consentono di avere fabbriche e aziende molto più efficienti, basta pensare all’impatto sul rapporto con il cliente e quindi l’incidenza su tutto il ciclo produttivo, progettazione,produzione, commercializzazione.

L’apertura di nuovi scenari di business, come ad esempio la capacità  di generare profitti da servizi “continuativi” più che dalla vendita “one shot”.

Per quanto fin qui descritto è positivo che il governo italiano ha varato un piano sostanzioso pari a 13 miliardi di investimento pubblico attraverso benefici fiscali che agiscono nel breve periodo per consentire alle imprese di cominciare a investire dal 1° gennaio 2017, a medio e lungo periodo  con azioni riguardanti la formazione e la ricerca.

L’industria 4.0  si prepara ad un momento epocale e la sfida alla quale è chiamata consiste nell’integrazione  tra le differenti tecnologie delle quali le aziende sono in realtà già in pieno possesso .

Chi non perderà il “ treno della rivoluzione digitale”  intesa come riorganizzazione dei processi produttivi e formulazione di nuove strategie di business, sarà in grado di far fronte alle richieste  del mercato globale. 

La rivoluzione in atto sicuramente sfocerà in un fenomeno dalla forza d’urto analoga alle precedenti  rivoluzioni industriali succedutesi negli ultimi secoli a livello mondiale. 

Non si tratta di una singola tecnologia ma un intreccio sistemistico  che attraversa la rete internet ove ciascuna di esse sfrutta la piattaforma di lancio per innovazioni differenti a secondo dell’interesse emergente. 

Senza dubbio la questione è anche culturale e oserei dire che oggi le aziende  hanno il dovere  di assimilare  una mentalità nuova  e iniziare a considerare la produzione come un flusso integrato anziché  una sequenza di fasi separate tra di loro, maggiore  è la dimensione della azienda , più lento e progressivo sarà  il passaggio al modello di industria  4.0.

 

Qual è  il grado di conoscenza  dell’innovazione 4.0 delle piccole e medie imprese?

Una indagine  del Politecnico di Milano  riporta che più di un terzo delle imprese italiane  dichiara di non conoscere  il tema  “Industry 4.0” ( in dettaglio il 32% delle grandi imprese e il 48% delle  Pmi), ma vi è comunque quasi il 30% delle oltre 300 imprese analizzate che ha all’attivo tre o più applicazioni di nuove tecnologie .

Considerando l’innovatività delle tecnologie  e la complessità di implementazione, oltre alla crisi economica degli ultimi anni, il quadro italiano  può avere una lettura positiva , però per accelerare  la crescita è necessario uscire dalla fase sperimentale che caratterizza la maggior parte dei progetti per passare all’applicazione diffusa ed estendere i progetti anche a settori oggi meno attivi  e soprattutto alle imprese medio-piccole  che rappresentano la ricchezza reale  del tessuto industriale italiano.

4.0 – Curiosità  nel mondo

Siamo a Lisbona all’evento più importante per chi lavora  nella tecnologia e nel digitale. La città portoghese ha accolto  in tre giorni oltre 53mila partecipanti, 15mila aziende e start-up, oltre 7mila CEO provenienti  da 166 paesi.

Girando tra gli stand c’erano colossi come Facebook,Google,Twitter e Microsoft ma anche start-up emergenti con  idee innovative e sorprendenti. Settori dall’ecommerce, fitness,musica, salute, data analytics. L’era del desktop e del web mobile  sembrano ormai tramontare  per lasciare spazio ad ogni sorta di applicazione , sempre più innovativa ,user friendly.

Sono state presentate alcune innovazioni come: assistenti robot, sensori contapassi, tecnologia Key-tracking.

Una startup ha sviluppato un  personal trainer digitale che analizza l’esercizio quotidiano e fornisce un feedback su misura. Altra novità consiste in un dispositivo bluetooth che può essere collegato a chiavi,  portafogli e passaporto. Tale applicazione emette un segnale acustico quando ci si avvicina agli oggetti smarriti.

Sono stati presentati robot in grado di dialogare come umani e con gli umani  e sostituirli in molte mansioni ordinarie, dall’assistenza  telefonica ai clienti alla guida di un veicolo, si tratta di aiutanti concepiti per aiutare  persone con mobilità ridotte.

Nell’era del 4.0 è possibile proteggere le mail aziendali?

La mail è diventato lo strumento di lavoro più utilizzato  sia dalle piccole che dalle grandi aziende che proprio attraverso  la posta elettronica  veicolano un enorme quantitativo di informazioni per contatti con altre realtà per progetti da sviluppare  o per cercare di valorizzare nel business il proprio know how.  

La  mail o la PEC( Posta Elettronica Certificata) ormai rientrano, per il loro contenuto, nella valutazione dei rischi  nel trattamento dei dati aziendali   e quindi rientrano nei processi di tutela delle informazioni e dei dati personali. 

Di recente  è stato reso applicabile il regolamento Ue  che riguarda la violazione dei dati personali e aziendali  e che prevede l’adeguamento alla normativa  da parte delle aziende che devono innanzitutto far dialogare meglio le funzioni interne e soprattutto chi avrà un ruolo chiave nell’organizzazione deve essere consapevole  ed  identificare  le aree di maggiore  sensibilità in termini di know how , business e rapporto con i clienti, fare una analisi dei rischi  al fine di valutare  l’adeguamento del livello di sicurezza.  

 Non dimentichiamo che le aziende non avranno le capacità necessarie (e indispensabili) per avere successo nell’era digitale se non prenderanno in seria considerazione la trasformazione dei propri dipendenti.

 La trasformazione digitale sta rimodellando mercati e settori produttivi e compito del management è di conseguenza quello di intercettare le forze innovatrici e “distruttive” che si dirigono verso il centro del ciclone e scaricarne a terra i benefici a vantaggio di tutta l’organizzazione.  

 

salvatore salvo esposito

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