Istituto Laparelli di Roma – c’è chi scrive e chi no

Istituto Laparelli di Roma – c’è chi scrive e chi no.

Oltre ogni ragionevole dubbio.

Qualche settimana fa, a seguito del nostro articolo sull’Istituto Laparelli di Roma, ed a dispetto dei nostri numerosi tentativi di metterci in contatto con la DS Marilena Pera, hanno cominciato a circolare delle voci su un presunto complotto ai danni della DS, di cui noi di Betapress saremmo in qualche modo complici.

Non appena sono arrivate alle nostre orecchie queste notizie, nonostante che nel corso dell’articolo ci fossimo dichiarati permanentemente aperti a un ulteriore incontro, abbiamo mandato un nuovo invito alla DS.

Proprio per darle tutta la sicurezza delle nostre buone intenzioni, le abbiamo proposto una intervista i diretta sul nostro canale YouTube  (al quale comunque vi invitiamo a iscrivervi)

NdD:

Abbiamo sempre sostenuto che Betapress è un giornale che scrive solo fatti e cerca sempre il confronto, questo articolo lo dimostra al di là di ogni ragionevole dubbio.

Ovvio che anche Noi abbiamo il nostro modo di interpretare una notizia, ma di certo basandoci sempre su fatti reali e documentabili, mai su indiscrezioni o favolette, voci o le famosi frasi “ma tutti dicono che…”.

Nel lungo cammino di questi 5 anni quanto notizie che erano solo parzialmente dimostrabili non abbiamo pubblicato, tante, quante che invece altri giornali senza la benché minima prova hanno pubblicato.

Queste lettere sono solo una piccola dimostrazione di come un’attività di redazione sia comunque un lavoro se fatto seriamente, ed è quello che Betapress svolge quotidianamente su tutte le notizie/segnalazioni che ci giungono.

Chi ci segnala dei fatti lo sappia, chi viene contattato da noi per dei chiarimenti lo sappia, noi non siamo organo di partito, affiliati al ministero, sponsorizzati da interessi economici o politici, contro qualcuno o qualcosa, noi amiamo il nostro mestiere e lo facciamo al meglio, e diamo voce a tutti, anche se abbiamo dieci notizie contro ed una a favore, noi riportiamo.

Volete la verità, scriveteci o segnalateci malcostumi, avete la certezza che interverremo per capirci meglio e che riporteremo solo i fatti.

 

L’email che abbiamo inviato alla DS

Riportiamo il testo integrale della nostra email mandata dall’indirizzo aziendale dell’autrice

Era il 3 maggio 2021

(l’indirizzo è quello ufficiale della scuola per il quale la DS aveva confermato di aver visto le nostre precedenti email)

Testo

Alla c.a. della DS

dott.ssa Marilena Pera 
Gentilissima Dirigente, 

La contatto in merito a una Sua recente dichiarazione secondo la quale pare abbia detto di essere vittima di un complotto del quale Betapress, la testata giornalistica che rappresento, sarebbe in qualche modo complice.

Effettivamente, a memoria, ricordo che quando ci siamo sentite per telefono, Lei stessa aveva anche a me accennato a un non ben definito complotto del quale però non ci ha fornito precise argomentazioni.
Me le avrebbe forse date successivamente, nel corso di quella intervista che in un primo momento aveva consentito a rilasciare ma per la quale, poi, non ha mai dato disponibilità; per motivi senza dubbio validissimi ma a noi tutt’ora ignoti.

La contatto oggi per rinnovarle l’invito a una intervista.

La vocazione di Betapress è quella di dare voce alla verità.
Come lei sa, perché gliel’ho detto io stessa e la cosa le ha quasi suscitato ilarità, quando scriviamo i nostri articoli passiamo molto tempo a verificare le fonti e ad ascoltare quante più campane possibile.

Quando abbiamo iniziato a lavorare sull’articolo che parla del Laparelli, la scuola che dirige, le abbiamo immediatamente mandato una email, era il 4 marzo.

Le abbiamo scritto ancora il 24 dello stesso mese e il I aprile ma non abbiamo mai ricevuto risposta.

Sappiamo che ha ricevuto le nostre email perché ci siamo anche sentite velocemente per telefono e, alla fine, ne avete confermato la ricezione.

Gentile Dirigente Pera, lasciamoci alle spalle tutte le richieste di contatto che Le abbiamo mandato in forma diretta e indiretta, dimentichiamo per un attimo il materiale che aveva promesso di inviarci e non ci ha mandato, non teniamo più conto degli appuntamenti disattesi.
Oggi Le scrivo perché mai e poi mai vorremmo che Betapress apparisse come un giornale “di pettegolezzi” o come “un giornale complice di oscuri complotti”.

La nostra vocazione e la verità limpida e chiara.

Con questa email desidero invitarLa a una diretta sul nostro canale YouTube BetapressTV.
Le propongo una intervista in diretta perché solo così avrà la garanzia di poter parlare in modo diretto e trasparente senza la mediazione di un terzo che riporta le Sue parole.

Attendo una Sua risposta al nostro invito al più presto possibile.
Intanto Le propongo due possibile date:
– Giovedì 6 alle 16,30 oppure
– Martedì 11 alle 16,30
nota bene: se l’orario fosse per lei scomodo, saremo ben lieti di trovare la soluzione per Lei più adatta.

Cordiali saluti

Chiara Sparacio

Riscontro

Questa email, ad oggi, non ha avuto alcuna risposta.

Abbiamo aspettato fino ad oggi per pubblicare questo articolo proprio per dare alla DS il tempo di risponderci ma nulla si è mosso da parte sua direttamente.

La solidarietà della maestra

Si era invece mosso qualcosa dalla platea del corpo docenti.

Il 2 maggio, una maestra scrive alla redazione di Betapress (alla sottoscritta arriverà qualche giorno dopo).

La mail contiene dei passaggi che meritano risposta, per amore di trasparenza e correttezza, perché nessuno possa dire che manipoliamo i testi e le informazioni, riportiamo l’intero lungo testo senza le informazioni sensibili per mantenere l’anonimato dell’autrice.

 

La lettera della maestra

                                                                         Alla Redazione Betapress:

                                                                               Direttore Corrado Faletti

 sono una docente dell’IC Via Laparelli […] non ho mai ambìto o ricoperto incarichi gestionali…solo in qualche commissione e sempre… per dovere. Mi piace da sempre fare la maestra e stare con gli alunni per vederli crescere e diventare quello che sono seguendo le loro inclinazioni. Sono stata incerta se scriverle oppure lasciar perdere… e capirà perché. Mi sono fatta diverse domande, in primis, perché avete scelto il nostro Istituto, chi vi ha segnalato una situazione anomala, (non capisco…) nell’articolo pare ci sia già un preconcetto, perché pubblicarlo prima di sentire un contraddittorio? In uno stato di democrazia è d’obbligo, mentre la redattrice pare già abbia tratto conclusioni fino a prova contraria…nonostante i vostri principi di accurata indagine che neppure Report attua e persegue, a meno che la redattrice in buona fede si è fidata di chi le ha riferito la story. Ho deciso alla fine di rispondere non per difendere la nostra attuale DS (e non la nomino al contrario di quanto è stato fatto nell’articolo…sa, questioni di privacy a cui tengo moltissimo) ma perché penso che la nostra attuale preside si possa ben difendere da sola …ha avvocati, tra l’altro anche in famiglia e poi lei si relaziona e consulta continuamente il gruppo di Ds in rete del distretto, prendono decisioni comuni. Le voglio far sapere che tutto il racconto non regge per numerose incongruenze che solo chi lavora da anni in questo Istituto può sapere. E’ una narrazione che si regge poco su basi di realtà e obiettività. Sono anni che noi lavoratrici in questo Istituto ascoltiamo ed assistiamo ad attacchi continui rivolti verso la dirigenza, da quando i primi giorni è arrivata ed ha cambiato lo staff (cosa consueta) scegliendo docenti capaci e preparati che già conosceva. Ormai gli attacchi sono talmente tanti che nessuno sa più dove sia la narrazione e dove ci sia del vero, intanto non c è più credibilità in generale.

Mi sono decisa a scriverle per amore della verità (e non della narrazione) ma soprattutto per dare voce alla maggioranza delle mie colleghe che assistono silenziose e sconcertate agli innumerevoli ed infiniti Collegi docenti dove sono sempre le stesse colleghe (poche una decina su 160) che parlano ed intervengono, monopolizzano puntualmente la seduta facendola sforare a volte con argomentazioni così scontate e prevedibili con la presunzione di Verbo.  Sottolineo che tante colleghe partecipano al Collegio durante il viaggio perché pendolari con tante difficoltà. Il parere  e voto del Collegio Sovrano non sempre è stato rispettato poi in sede di CdI dalle rappresentanti elette da noi. Difficile intervenire. Il clima è teso ed aggressivo, nessuno osa neppure chattare per evitare polemiche o litigi che si possono protrarre in altre sedi. L’articolo, che tra l’altro mi è capitato per puro caso e chissà quante colleghe della maggioranza silenziosa lo ignorano, è ricco di dettagli che solo chi sta dentro ha opportunità di conoscere ed eventualmente “rimaneggiare”…

Siamo in epoca di fake! 

Le questioni del nostro Istituto si posano su due piani, uno di facciata e l’altro sostanziale e pratico. Il primo di natura pedagogica, alto valoriale: a) l’inclusione… che difatti avviene quotidianamente con tanti sacrifici da parte di tutti i docenti…il quartiere è difficile e complesso, le problematiche non di facile soluzione, l’Istituto è ampio, tanti i plessi da gestire, il dimensionamento dovuto ai tagli avvenuto circa dieci anni fa, non ha avuto successo. b)I Progetti, altro punto critico…si sono sempre realizzati a parte in questo periodo Covid che la “minoranza”… pare non consideri nella dovuta gravità (mi ricorda tanto un politico noto). Se si vuole paragonare questa dirigenza con l’altra ormai ex…c’è faziosità. In quel periodo le docenti erano obbligate solo a lavorare su progetti ( progettifici anacronistici ed archiviati per ricadute didattiche infruttuose) trascurando il lavoro curriculare ed a produrre cartelloni da mostrare ai vari eventi x per fare pubblicità alla scuola come per un supermercato. Le docenti avevano pressione a lavorare in tal senso…L’altro piano, invece, pratico e molto meno nobile ma umano, è dato dai personalismi, dalla presunzione che il proprio modello di scuola sia il migliore, (quando la storia ci mostra il fallimento e l’anacronismo), dal desiderio di trasformare la scuola in altra istituzione, dall’ansia di protagonismo, dal recupero di un ruolo di primo piano con relativi privilegi da riconquistare che si possono forse raggiungere mirando alla poltrona più alta e magari sostituendo la titolare  proprio con ex colleghe …come si vocifera tra i corridoi dell’Istituto. Il discredito in questi ultimi quattro anni parte proprio da questi individuali dissensi, pubblicizzati apertamente ai genitori o tramite gli articoli come il vostro che non è il primo. E se diminuiscono le iscrizioni si può capire …tanto se poi ci sono perdenti posto…sono le colleghe giovani a rimetterci. La comunicazione non può esserci, è ormai compromessa perché c’è chi attacca sempre, comunque ed a prescindere sin dai primissimi giorni (ancor prima di prendere possesso della gestione) e chi cerca di difendersi per ovvi motivi (come il gatto e il topo) ma chi ci rimette in questa situazione è la maggior parte dei docenti, presi da mille problematiche che affliggono la scuola italiana di oggi tanto depauperata e bistrattata…alle prese ora anche con il covid. E’ facile fare un articolo ma le situazioni vanno comprese nella coloro complessità e da più punti di vista, inseriti in contesti socio-culturali e soprattutto storici e senza trascurare l’animo umano con le sue spinte più profonde. Forse  una maggiore preparazione culturale e conoscenza della scuola italiana nonché dell’ordinamento del  pubblico impiego e del settore scuola, aiuterebbe a capire cosa sia avvenuto negli anni e a non ripetere gli stessi errori da ogni parte sociale compreso il  sindacato che ora lamenta crisi di rappresentitività. I problemi del nostro Istituto vanno inseriti nella crisi della scuola italiana e, con i tagli perpetrati negli ultimi decenni insieme a quelli sulla Sanità, hanno chiesto il conto in questi giorni con grande drammaticità ed è sotto gli occhi di tutti. Se si aprisse un po’ il proprio orizzonte si potrebbero superare tante piccolezze e meschinità umane…non è questo che dovremmo insegnare ai nostri alunni?

P.S.

ho pensato di rispondere al vostro articolo solo perché non tollero le menzogne e manipolazioni ma non voglio dare alcun seguito a questo mio scritto, inoltre penso che altre colleghe si siano apprestate a smentire tutto l’impianto accusatorio basato sulla denigrazione di questa dirigenza per esaltare la precedente che è assolutamente falso…una delle peggiori per incapacità gestionale ed inesperienza …e mi permetto di valutare, vista la mia lunga carriera. Ho suggerito spesso alle colleghe scontente che se hanno prove di illeciti, siano coraggiose nel denunciare a chi di dovere. altrimenti tutto rimane sul piano di gossip e calunnia.

                                                                                          Buona vita

La nostra risposta

Mentre aspettavamo la risposta della DS Pera, abbiamo tenuto a rispondere ad alcuni punti della email della maestra

Così, il 5 maggio abbiamo risposto

Testo

Gentilissima docente

Accogliamo la Sua email con estrema gioia: in tanti mesi (da febbraio a oggi) di ricerche e contatti la Sua è stata la prima comunicazione in difesa della DS Pera che, nonostante le nostre ripetute richieste di confronto, ci è giunta.

Proprio perché rappresenta la possibilità di un contraddittorio, sarà per noi un piacere pubblicarla (in forma anonima) assieme alle numerose nostre email mandate alla DS che non hanno mai ricevuto risposta.

Per inciso, noi il nome lo abbiamo fatto e non abbiamo violato la privacy di nessuno perché l’incarico di DS è un incarico istituzionale.

Glielo dico con certezza in quanto una delle nostre aziende si occupa di GDPR.

Per quanto riguarda i contenuti sarà mia cura risponderle punto per punto

“perché avete scelto il nostro Istituto?”:

non abbiamo scelto il vostro istituto, abbiamo invece ricevuto delle segnalazioni a cui abbiamo dato attenzione, come capita normalmente nella nostra redazione.

Abbiamo ascoltato molte persone e nonostante che abbiamo cercato più volte un dialogo con la Sua DS, non siamo riusciti a sentire l’altra parte della campana.

Abbiamo pubblicato il nostro articolo che abbiamo ritenuto “compiuto” nel senso etimologico del termine e abbiamo nel contempo continuato a cercare una risposta dalla sua DS.

Siamo lieti finalmente di vedere che lo sta facendo tramite lei.

“penso che la nostra attuale preside si possa ben difendere da sola …ha avvocati, tra l’altro anche in famiglia”

Nessuno si è mai prestato a un contraddittorio, non c’è nessuno che accusa nessuno, noi chiediamo un confronto.

Gli avvocati in famiglia, comunque, ormai li hanno quasi tutti, Noi, ad esempio, abbiamo un intero studio legale che si occupa di chi ci diffama o di chi pensa di poterci accusare di malgiornalismo.

E’ una narrazione che si regge poco su basi di realtà e obiettività: 
è la ricostruzione dei fatti fatta sui documenti e le informazioni in nostro possesso, se lei ha documentazioni da aggiungere le accoglieremo con la massima disponibilità.

“Mi sono decisa a scriverle per amore della verità (e non della narrazione) ma soprattutto per dare voce alla maggioranza delle mie colleghe”: dunque, ragionando sui fatti, lei è la prima in mesi che ci ha mandato una qualche comunicazione anche se senza il supporto di prove oggettive come invece fatto da altri, pertanto ci permetta di apprezzare la sua segnalazione ma di dubitare di quella frase maggioranza che lei ostenta,  sappiamo anche che sta girando un foglio per raccogliere delle firme di solidarietà per la DS, non appena l’avrete completato sarà nostro piacere pubblicarlo a confutazione del malessere segnalato.

L’articolo, che tra l’altro mi è capitato per puro caso e chissà quante colleghe della maggioranza silenziosa lo ignorano:
ma infatti ne siamo certi anche noi, e vorremmo chiedere alla DS perché lei stessa ne parla e dice di essere vittima di un complotto di cui noi siamo complici, se l’articolo non circola? Davvero ci stiamo sentendo ingiustamente aggrediti dalle diffamazioni della DS ma siamo sicuri che sia un attacco umanamente umorale, per questo vorremmo poter pubblicare elementi in favore della sua tesi.

“ è ricco di dettagli che solo chi sta dentro ha opportunità di conoscere ed eventualmente “rimaneggiare”… Siamo in epoca di fake!”  Gentile docente, vorremmo che ce ne fossero altre come lei e che altre ci contattassero con lo stesso impegno ma La prego: non usi il termine fake trattando di argomenti in cui c’entra il lavoro del nostro giornale.

Il discredito in questi ultimi quattro anni parte proprio da questi individuali dissensi, pubblicizzati apertamente ai genitori o tramite gli articoli come il vostro che non è il primo: il fatto che non sia il primo dovrebbe far riflettere, ma vi auguro che dopo la pubblicazione di questa sua lettera in difesa, sia l’ultimo.

E’ facile fare un articolo:
no non è facile per niente e, mi perdoni, qui cade della stessa faciloneria che imputa ad altri. Che lei dica a un giornale che fare un articolo è facile, è offensivo allo stesso modo che se noi dicessimo a lei che è facile fare la maestra.

La prego di riflettere su questo approccio perché è ipocrita chiedere comprensione sulle proprie realtà quando chi parla è il primo a non riconoscere e disprezzare le professioni altrui.

Forse  una maggiore preparazione culturale e conoscenza della scuola italiana nonché dell’ordinamento del  pubblico impiego e del settore scuola, aiuterebbe a capire cosa sia avvenuto negli anni e a non ripetere gli stessi errori da ogni parte sociale compreso il  sindacato che ora lamenta crisi di rappresentitività. I problemi del nostro Istituto vanno inseriti nella crisi della scuola italiana e, con i tagli perpetrati negli ultimi decenni insieme a quelli sulla Sanità, hanno chiesto il conto in questi giorni con grande drammaticità ed è sotto gli occhi di tutti.

voglio bene intendere che questa riflessione sia generale e non specifica per noi che lavoriamo con le scuole da più di 10 anni.

Se lei avesse letto tutti gli articoli del nostro giornale certamente la frase succitata stonerebbe alle sue orecchie come alle nostre.

Di contro noi abbiamo contezza di tante scuole che, nonostante i “danni dello stato” come dice Lei (ma non insegnate ai vostri alunni a non dare la colpa sempre a qualcos’altro, perché farlo voi?), riescono a fare dei lavori eccellenti e che noi stessi mettiamo in risalto in alcune nostre produzioni.

“Se si aprisse un po’ il proprio orizzonte si potrebbero superare tante piccolezze e meschinità umane” 
la pensiamo esattamente come lei.

“ho pensato di rispondere al vostro articolo solo perché non tollero le menzogne e manipolazioni ma non voglio dare alcun seguito a questo mio scritto”: 
gentile docente, che sia stata questa lettera una azione spontanea o una azione “dettata” dalla DS, non può pensare di scrivere a un giornale e chiedere che questa comunicazione non abbia seguito: siamo tenuti a risponderle come abbiamo fatto e a darle spazio, in quanto riteniamo che la sua missiva voglia essere un segnale di contraddittorio in favore esplicito della sua ds e come tale gli daremo il giusto risalto.

Ci meravigliamo solo della sua frase non voglio dare alcun seguito a questo mio scritto, se lei ritiene che la sua preside sia ingiustamente accusata venga in trasmissione o partecipi ad un’intervista con noi per difendere fino in fondo le sue convinzioni, raccogliendo certamente il plauso di tutta quella maggioranza di colleghe che sono d’accordo con lei.

Buona serata

Chiara Sparacio 

La corrispondenza successiva

Nella corrispondenza successiva intercorsa con la maestra (mai con la DS o con altri), ci siamo chiariti su alcuni punti di incomprensione ed è risultato chiaro che non volessimo attaccare nessuno, né la docente intendesse offendere noi.

In uno scambio di email la docente ha dichiarato di aver mandato questa email per unirla ad altre che alcune colleghe ci avrebbero mandato.

A noi, però, le altre email non risultano.

E allora pubblichiamo anche l’ultima risposta inviata alla docente in favore anche degli altri insegnati che avrebbero voluto far sentire la loro opinione ma le cui email si sono perse

La mail alla docente e ai colleghi del Laparelli

Gentile docente,
La ringraziamo per i chiarimenti che riteniamo essenziali.
Ne approfitto per segnalarLe che fino ad oggi non abbiamo ricevuto nessuna altra email da parte di nessuno a difesa della DS Pera, se così fosse stato, come ha visto nelle nostre intenzioni relative al Suo caso, l’avremmo di buon grado pubblicata.  
 
Proprio a questo proposito, in tutta sincerità, restiamo perplessi di fronte alla Sua affermazione di non pubblicare la Sua lettera.
Capisce bene che lei ha mandato una risposta a un nostro articolo e noi abbiamo il dovere di portare le opinioni, soprattutto se sono differenti da quelle già pubblicate.
Per riassumere, Lei ha scritto una lettera in difesa di una persona che reputa “innocente” (ma qui non siamo in un tribunale) ma che non vuole spiegare le proprie posizioni e, per di più, ci chiede di non pubblicare la sua voce a suo favore.
Ci perdoni ma proprio non capiamo allora il motivo per il quale ci ha scritto.
La verità non deve mai essere tenuta nascosta ma deve essere sempre urlata affinché possa essere protetta.
  
Gentile docente, noi ci riserviamo la decisione di pubblicare la Sua lettera e questo non infrangerebbe nessuna legge sulla privacy.

In ogni caso non pubblicheremo il suo nome.

Intanto Le chiedo, se vuole, di spiegarci il motivo della Sua lettera che se non venisse da noi pubblicata avrebbe ben poco valore.

Cordiali saluti
Chiara Sparacio 

PS: Alle colleghe che desiderano scriverci, dia pure il mio indirizzo: chiara.sparacio@betapress.it oppure, info@betapress.it

Conclusioni

Chiudiamo così questo lunghissimo articolo le cui dimensioni sono dovute all’intenzione di dichiarare la nostra correttezza, il nostro impegno a cercare la verità e ascoltare ogni voce, oltre ogni ragionevole dubbio.

 

LA REDAZIONE DI BETAPRESS PER VOCE DI CHIARA SPARACIO

 

Quante verità ha il Laparelli?