La nostalgia del bello al Trocadero
La mostra Art Déco Francia – Nord America iniziata il 21 ottobre 2022 e programmata fino al 6 marzo 2023.La mostra è allestita al Trocadéro, nel Palazzo della Città dell’architettura e del patrimonio (Palazzo de Chaillot) ed è la narrazione ben riuscita ed inedita degli anni folli della Parigi di un secolo fa e dello effervescente scambio artistico ed intellettuale tra Francia e Stati Uniti dell’Art Déco, movimento molto in voga negli anni ‘20 e ‘30 del ‘900.

ANNI VENTI IN MOSTRA A PARIGI
La mostra Art Déco Francia – Nord America iniziata il 21 ottobre 2022 e programmata fino al 6 marzo 2023.
La mostra è allestita al Trocadéro, nel Palazzo della Città dell’architettura e del patrimonio (Palazzo de Chaillot) ed è la narrazione ben riuscita ed inedita degli anni folli della Parigi di un secolo fa e dello effervescente scambio artistico ed intellettuale tra Francia e Stati Uniti dell’Art Déco, movimento molto in voga negli anni ‘20 e ‘30 del ‘900.

I FOLLI ANNI VENTI IN FRANCIA E IN AMERICA
L’espressione Art Déco deriva dalla sintesi di Esposizione internazionale di arti decorative e industriali che si tenne a Parigi nel 1925.
Con un percorso senza precedenti, incentrato non solo sull’architettura, ma anche sulla vita culturale e artistica di questo periodo, l’esposizione fa scoprire come l’Art Déco ha influenzato l’architettura, l’arredamento (presenti in mostra numerosi mobili, sedie, poltrone, divani), lo stile di vita e il gusto dei nordamericani, raccontando ed illustrando antefatti, temi e iconografie, attraverso centinaia di opere tra oggetti d’arte, piatti, vasi, sculture (Diana che gioca con due cervi di Paul Manship, uno dei principali rappresentanti della Art déco americana, Le quattro stagioni di Pier Fournier Des Corays), dipinti, disegni, decorazioni ed arredi degli artisti più in voga.

LE OPERE
La sfida tra le due sponde dell’Atlantico viene sublimata anche attraverso sperimentazioni artistiche innovative ed invenzioni pittoriche sgargianti, riflettendo un dialogo incessante attraverso forme floreali spesso contorte ed elementi geometrici rigorosi, colori contrastanti, illustrazioni e pubblicità artistiche che riflettono i problemi principali del periodo e che si snoda anche nel design grafico nitido e giocoso delle locandine -esposte alla mostra – dei grandi magazzini di Chicago fondati nel 1852 da Marshall Field’s, (colui cui venne attribuita la celebre frase “il cliente ha sempre ragione”), acquistata nel 2005 dalla catena Macy’s.
Un viaggio affascinante che prosegue attraverso le pubblicità dell’ alta moda, (in mostra le tavole del rotocalco parigino La Gazzetta del Bon Ton, considerato un precursore delle riviste apparse nei decenni successivi), la danza (esposto il repertorio fotografico di Joséphine Baker che balla alle Folie Bergére nel 1926 il Charleston, ballo che da Broadway era nel frattempo approdato in Europa al teatro degli Champs-Elisées), il cinema (sono presenti stralci del film Ragazze che sognano, del 1930, della Metro – Goldwyn-Mayer, con Joan Crawford, ed altri film dell’epoca, La gabbia dorata del 1922, con Gloria Swanson).
La mostra riflette un dialogo incessante attraverso arti decorative, visive, architettura, progressi tecnici e porta lo spettatore nell’illusione di un mondo più bello, attraverso la personificazione dell’amore per l’opulenza, il design di lusso, le decorazioni con stile elaborato dell’ oggettistica in metallo, della carta da parati, delle lampade, dei tessuti, e financo degli arredi del Transatlantico Normandia, il tutto ispirato da un’eclettica gamma di fonti storiche, dall’arte tribale africana a quella dell’antico Egitto.

L’ARCHITETTURA DECO A NEW YORK, CHICAGO E MIAMI
L’Art Déco ha viaggiato dalla Francia al Nord America in un faccia a faccia portato avanti in gran parte dagli architetti americani e canadesi, i veri fautori di questo movimento ed inventori di uno stile ibrido franco americano, che si formarono all’ Ecole des Beaux-Arts di Parigi e che, una volta tornati in America, costruirono e arredarono edifici Art Déco nelle città americane.
Sono esposti in mostra video, illustrazioni, progetti e raffigurazioni dei più famosi edifici icona di New York, come l’Empire State Building e il Chrysler Building e i manifesti dell’Esposizione universale di Chicago del 1933, un secolo dopo la sua fondazione, un inno al progresso e alla innovazione tecnologica.
Dopo l’uragano del 1926 l’Art Déco attraversa ancora una volta l’oceano ed ecco che, incorniciata da un edificio dalle proporzioni americane, a Miami Beach l’Art. Deco diventa Tropic Déco (sul punto video e immagini con didascalie oltre ad una interessante serie di cartoline postali raffiguranti i numerosi hotel Déco di Ocean street, tra cui il Leslie, il Nash Senator e il Neron).
Chiave di volta di tutte le arti, l’architettura porta a sviluppi stilistici in molte altre professioni: pittori, scultori, interior designer, ferraioli, muralisti sono un tutt’uno con gli edifici e accompagnano questa nuova architettura e quindi, dopo gli edifici, la gioielleria e la tavola si ispirano a questo nuovo stile le cui linee semplici e fluide contrastano con il precedente periodo dell’Art Nouveau (o Liberty o Arte Nuova).

IL TROCADERO
Sebbene questa parabola creativa sia stata interrotta dalla crisi economica del 1929, gli architetti francesi hanno riportato con sé questo stile ibrido franco-americano, che negli Stati Uniti si è prolungato fino al 1940.
Ne è un esempio il Palazzo del Trocadéro, il cui modello in scala esposto alla mostra, rievoca il lavoro di Jacques Carlu nel 1934, che pensò alla sua modernizzazione sulla base dei suoi ricordi americani, dando vita ad un nuovo edificio, con la creazione di una spianata e l’apertura di una prospettiva grandiosa sulla città e sulla Torre Eiffel, che ancora oggi possiamo ammirare (interessanti la foto della Backer sulla Cadillac davanti alla spianata della vecchia facciata nonché il dipinto di Anne Carlu dedicato al famoso teatro nazionale di palazzo Chaillot).
La mostra rende bene l’idea del Déco come uno stile, un gusto (vedi le copertine della famosa rivista Vogue), un atteggiamento, un linguaggio, perché il Déco è glamour (nutrita la serie di boccette di profumi dal design esclusivo di Lucien Lelong e di René Lalique), fascino, eleganza, moda, (esposti vestiti di mussolina di seta bordati di perle e pezzi di vetro del 1925 e le calzature Salomé di André Pérugia ), ritmo, musica (jazz), ricerca del piacere di vivere, stile di vita, e tutto l’immaginario di un mondo che ha cercato di affrancarsi dalla banalità del quotidiano, dimenticando l’esperienza della guerra da poco conclusa.
