Pensare, lavorare e festeggiare con le mani

Sabato 13 e domenica 14 maggio la scuola steineriana Maria Garagnani di Bologna ha festeggiato l’arrivo della Primavera, con il patrocinio del Comune di Bologna.

Pensare, lavorare e festeggiare con le mani
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Anche quest’anno, la scuola steineriana Maria Garagnani di Bologna ha festeggiato l’arrivo della Primavera. 

 

Sabato 13 e domenica 14 maggio la  scuola di via Morazzo ha così celebrato dalle 10  alle 18, la festa di primavera, con il patrocinio del Comune di Bologna. 

 La festa della Primavera è resa possibile ogni anno da genitori, insegnanti e amici che donano tempo e talento per raccogliere fondi a sostegno della pedagogia steineriana.

Ma che cos’è la scuola steineriana? 

E che cosa ha da offrire in alternativa alla scuola tradizionale? 

Pensare con le mani. L’approccio educativo delle scuole steineriane. 

Sono trascorsi ormai quasi 100 anni da quando Rudolf Steiner (1861-1925), di cui a febbraio è ricorso il novantottesimo anno dalla sua morte, ha fondato un approccio educativo innovativo.  Un approccio che si basa su alcuni capisaldi che in Italia la scuola tradizionale sembra valorizzare sempre di meno. Uno di questi capisaldi è il lavoro delle mani.

Imparare a pensare con le mani è principio pedagogico volto a valorizzare l’importanza di educare il bambino o ragazzo nella sua interezza. 

Le scuole steineriane sono diffuse in tutto il mondo e accompagnano il bambino dal pre-asilo ai 18 anni. Viene offerta una formazione alternativa a quella tradizionale, pur incorporando elementi comuni ad altri approcci pedagogici. Ecco perché nel piano di studi le materie accademiche vengono integrate da attività manuali, artistiche e artigianali. 

I laboratori artigianali della festa di primavera

 

Seguendo questa linea la  festa di primavera  della scuola bolognese  è  stata caratterizzata dall’allestimento dei laboratori artigianali dei ragazzi,  con manufatti in feltro di pura lana, palline in lana cardata e filata per fare collane, bracciali.

È stata allestita una sala erbe aromatiche e fiori. 

Sono stati organizzati “giochi di una volta” e danze popolari.  

E non poteva mancare la cena nella sala polivalente della scuola, a tema “La Primavera nel piatto”, organizzata dall’ VIII Classe assieme alla cuoca e al gruppo cucina. 

Tutto questo si è svolto nella cornice dell’architettura della scuola “Maria Garagnani” che già di per sé abbraccia i bambini attraverso il linguaggio della forma, dei colori e dei materiali.    

 

Pulsanti e manualità dimenticata 

Secondo  i principi della pedagogia steineriana, lavorare con le mani non sviluppa solo le facoltà intellettuali, ma anche le competenze emotive, sociali e le capacità fisiche. Questo in un’epoca in cui i bambini sono particolarmente desti nel pensiero, ma le loro mani rischiano di addormentarsi, pur essendo abilissime a trovare il pulsante giusto. 

Il fascino della tecnologia e delle comodità che ci circondano potrebbero farci dimenticare la spinta all’agire. 

Lo stimolo che i nostri pensieri ricevono continuamente, davanti ad un computer, guardando un film o anche ammirando un’opera d’arte, ci possono davvero  annichilire  l’impulso a fare, a creare, a modellare?

Locandina Festa di primavera scuola steineriana Maria Garagnani di Bologna
Locandina Festa di primavera scuola steineriana Maria Garagnani di Bologna

Lavorare con le mani

La scuola tradizionale, un tempo molto più  attenta (basti pensare ai corsi di “applicazioni tecniche alle scuole medie), sembra essersi forse dimenticata delle discipline manuali.

In un’epoca in cui non si deve più tagliare la legna per riscaldarsi o accendere una candela per farsi luce, è sufficiente fare un click. 

Proprio per questo la pedagogia steineriana ritiene che  bisogna farle muovere, le mani, cucendo, cucinando, dipingendo, suonando o scavando nella terra. 

Ciò al fine di evitare che la nostra manualità  rischi di appisolarsi  comodamente davanti alla esorbitante offerta di prodotti finiti. 

Se le mani dei bambini, secondo Steiner, sono in grado di dipanare una matassa,  possono rendere anche i loro pensieri meno ingarbugliati.

 È probabile che  pensieri si risveglino più vitali e ricchi di immaginazione, chiari e liberi. Per Steiner le mani sono le antenne della nostra anima: inviano segnali di cura alla parte più profonda di noi, rasserenando l’anima.

Ecco che emerge chiaro e forte  il filo conduttore della festa della primavera, che ci riconduce all’esigenza che i bambini imparino a pensare con le mani il prima possibile. 

 

Il lavoro a maglia 

Il lavoro a maglia, ad esempio, può essere sottoposto ai bambini sin dalla prima classe.

 L’attenzione, intrecciando il filo sui ferri, sarà tesa a non perdere un punto. Così una maglia unita all’altra con movimento ritmico formerà un “tessuto”, rafforzando il filo del pensiero. 

Attacchiamo un bottone, invece di schiacciarlo!

Sembra questo il motto della scuola steineriana, che suona però un po’ superato nella scuola tradizionale, forse un  po’ troppo irretita  dalla matassa burocratica piuttosto  che da quella dei gomitoli di lana. 

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