Quando scrivere ed insegnare sono responsabilità

Insegnanti criminali o giornalisti menzogneri?

“Chi boccia è un criminale”.

Forse, magari, parliamone, comunque, è tutto da dimostrare.

Invece, chi scrive e chi pubblica queste idiozie, è un ignorante, è evidente.

Alex Corlazzoli, maestro e giornalista di” Il Fatto Quotidiano “ha dedicato un intero articolo (odierno) ad insultare i docenti definendoli criminali.

Dopo aver raccontato la storia di Vanessa 13 anni, non ammessa all’esame di terza media, nonostante una “situazione familiare burrascosa a dir poco”, quest’illustre mio collega di stampa e di insegnamento, spara a zero, sull’intera categoria dei docenti, con una supponenza ed una ignoranza clamorose.

Ecco il suo pensiero di fronte al problema bocciature a fine anno scolastico.

“Penso che i professori e i maestri che in questi giorni stanno bocciando (a meno che non vi siano ragioni gravi condivise con i genitori e i servizi sociali) dei bambini tra i 6 e i 10 anni o degli adolescenti siano dei criminali.

Lo dico senza timore: criminali. 

Gente che ammazza le persone con il proprio giudizio, con la superbia, con l’incomprensione, con la presunzione di credere che il loro intervento servirà a qualcosa.

Scriveva in Lettera a una professoressa, il priore di Barbiana: “[…]La scuola ha un problema solo. I ragazzi che perde. La vostra “scuola dell’obbligo” ne perde per strada 462.000 l’anno. A questo punto gli unici incompetenti di scuola siete voi (insegnanti) che li perdete e non tornate a cercarli[…]”.

(Ma che dati sono?!?Presi da che fonte?!?In percentuale, nella scuola dell’obbligo attuale, a quanto corrispondono?!?)

E continua, il nostro caro Alex Corlazzoli: “E’ proprio così: gli incompetenti sono i docenti. Anzi aggiungo: sono criminali. C’è ben poca differenza tra chi estrae una pistola e uccide una persona e chi estrae l’arrogante arma della parola e spara sentenze su un ragazzo di undici, dodici anni. A questi professori chiedo: siete mai stati in un carcere? La maggior parte dei detenuti sono ragazzi o uomini che dalla scuola non hanno ricevuto nulla se non una bocciatura.”

Bene, no anzi, male.

E’ VERGOGNOSO, ASSURDO, MANIPOLATORIO ED INQUISITORIO scrivere e pubblicare queste falsità.

Tanto per capirci, sono addetta ai lavori, figlia di insegnanti, docente a tempo indeterminato, referente cyberbullismo, ma soprattutto vivo a scuola, insegno con passione e ci metto l’anima, nel mio ruolo di insegnante.

E chi lo dice? La mia coscienza, ma soprattutto i miei alunni.

Dei miei 56 anni, 50 li ho passati a scuola, fino ai 23 per studiare, dai 23 ad oggi per insegnare.

Ho insegnato in scuole private, pubbliche, medie e superiori, di città e di campagna.

Ogni anno, insegnando francese, ho avuto come minimo 6 classi nelle superiori, e 9, anche 10, classi nelle medie (dove insegno tutt’ora).

In tutti questi anni di esperienza, sia come docente che come commissario di esame, ho sempre considerato la bocciatura, l’ultima soluzione, l’ultima cosa da fare, dopo averle provate tutte, (legali ed illegali…)

Chi vive e lavora nella scuola, sa che, ogni anno, sempre più, si applica un insegnamento costruito sull’individuo, accogliendo il bambino ed accompagnando il ragazzo verso il mondo del lavoro.

La scuola è una palestra di vita, nel bene e nel male.

La scuola è fatta da persone, vizi e virtù, al di qua e al di là della barricata.

Con una differenza, i docenti, non i discenti, sono, (o dovrebbero essere), educatori e formatori, nelle parole, ma soprattutto nei fatti.

Possono sbagliare certo, ma definirli criminali è schifosa propaganda politica e strumentalizzazione mediatica.

Nei fatti, nella scuola dell’obbligo, la bocciatura è pressoché inesistente e gli insegnanti sono tutto, fuorché criminali.

Ci sarà pure qualche docente poco preparato e poco motivato, ma il suo danno è sempre più limitato.

Perché, nei fatti, nella scuola italiana, si accolgono TUTTI, anche i più deboli, sul piano psicologico-affettivo-relazionale.

Perché, nei fatti, in Italia, gli alunni più fragili, stranieri ed italiani, qualunque sia il loro disagio (linguistico, sociale, economico, comportamentale, psicologico…) hanno diritto a un P.D.P. (Piano Didattico Personalizzato).

Se poi presentano una certificazione medica di dislessìa, discalculìa, disortografìa, ancor più, hanno diritto a strumenti compensativi e dispensativi per essere aiutati e supportati nel loro percorso scolastico.

Perché, nei fatti, ogni anno, a scuola, si fanno i salti mortali per far quadrare i conti in segreteria, per avere gli insegnanti in classe, per non perdere gli alunni per strada.

Ogni anno, si mette insieme un cantiere di strategie didattiche, risorse economiche, energie umane e competenze professionali per fare andare avanti il carrozzone burocratico voluto dagli ultimi governi politici.

Prima di parlare, venite a scuola, e guardate con i vostri occhi!

Nella scuola italiana, sempre più, è impossibile bocciare.

E sapete perché? Perché non ci si riesce.

E, non a parole, ma nei fatti.

I dirigenti per primi, ma anche e soprattutto i docenti, fanno di tutto per non bocciare.

Perché, se hai fatto tutto a norma di legge, è matematicamente impossibile.

E, se pur nel pieno rispetto del P.D.P., la sufficienza è una chimera e gli obiettivi non sono stati raggiunti (neanche in parte), è cosa buona e giusta fare finta che l’anno prossimo, promuovendo sempre e comunque, le cose andranno meglio.

E se qualcuno si azzarda ad opporsi, per quieto vivere, per non aver problemi con le famiglie, si manda avanti tutti, chiudendo non uno, ma due occhi.

Come? E’ facile: basta alzare i voti, abbassare gli obiettivi e taroccare i compiti.

Il gioco è fatto, la famiglia è contenta ed il danno è perpetrato.

La scuola riflette ed amplifica la crisi di valori di una società sempre ignorante e succube, ma appariscente ed effimera.

Una società dove si vuole ottenere il massimo risultato con il minimo sforzo.

Dove alunni, nativi digitali, nati e cresciuti con il tablet in mano, non sanno né leggere un testo, né scrivere una lettera.

Alunni che escono dalle elementari senza saper scrivere in corsivo, inventano le tabelline a loro uso e consumo, ma che arrivano nelle medie con lo zainetto firmato ed il cellulare in mano.

Non fa niente se hanno il cervello vuoto, la loro pancia è piena, anzi, sono già in sovrappeso…

La grammatica è un optional, l’ortografia non esiste, la storia è noiosa e la geografia non serve (tanto c’è google maps!).

Chi se ne frega, basta mandarli avanti, senza fatica, né sogni, senza regole, né limiti, tanto il mondo che li aspetta là fuori li vuole così, stupidi, ignoranti e deboli.

Dunque, a ragion veduta, mi indigno di fronte ad una strumentalizzazione fuorviante e sentenziosa.

Mi indigno e ribatto.

Di cosa stiamo parlando? Di Insegnanti criminali o di giornalisti menzogneri?!?

 

NdD: sarebbe il caso di riprendere l’affermazione di Alex Corlazzoli parafrasandola in 

“Penso che i giornalisti che in questi giorni (ma direi sempre) stanno scrivendo su argomenti senza il doveroso approfondimento siano dei criminaliLo dico senza timore: criminali. Gente che ammazza le persone con il proprio giudizio, con la superbia, con l’incomprensione, con la presunzione di credere che il loro intervento servirà a qualcosa.”

e forse anche più criminali di un professore, perché chi scrive sui giornali senza verifiche ed approfondimenti fa più danno e per un periodo più lungo di una semplice bocciatura.

Veniamo poi agli alunni ed alle bocciature: a questo punto la mia domanda è, ma a cosa serve la scuola, trasformiamola in in grande centro di babysitteraggio e non in un luogo in cui gli alunni si devono mettere alla prova per prepararsi alla vita.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Tutti Promossi! La Scuola perde il suo significato…