Aprile 24, 2025

Svelato il mistero dell’Isola di Pasqua: non fu un ecocidio

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Isola di Pasqua, Moai

Isola di Pasqua, Moai

Svelato il mistero dell’Isola di Pasqua: non fu un ecocidio per la Columbia University

Nessun ecocidio sull’isola di Pasqua.

È recente la notizia, diramata dalla Columbia University, che nega la tesi dell’ecocidio dell’isola di Pasqua.

L’Isola di Pasqua, conosciuta anche come Rapa Nui, ha affascinato nel tempo studiosi e visitatori con i suoi enigmatici Moai e la storia apparentemente tragica del collasso della sua civiltà.

Nell’isola sono infatti distribuiti 887 Moai, enormi sculture antropomorfe legate a figure ancestrali del popolo Rapa Nui.

Isola di Pasqua, Moai
Isola di Pasqua, Moai

Secondo la teoria che sostiene l’ecocidio gli abitanti dell’ isola di Pasqua avrebbero devastato l’ambiente disboscando l’isola per costruire i famosi Moai, le grandi statue di pietra.

Isola di Pasqua, Moai
Isola di Pasqua, Moai

Ciò avrebbe portato all’esaurimento delle risorse e alla conseguente rovina della loro società.

Oggi Rapa Nui costituisce una landa desolata, priva di alberi a fusto ed è ricoperta da manto erboso.

I terreni sono utilizzati prevalentemente per il pascolo.

L’isola è inoltre caratterizzata dal fatto di essere battuta da forti venti e dall’avere coste particolarmente ripide.

Una isola avvolta dal mistero

La storia dell’isola di Pasqua è la storia della civiltà di Rapa Nui con i misteriosi siti archeologici dove si trovano le statue monumentali, i famosi Moai scolpiti dagli abitanti.

La leggenda avvolge l’isola.

È un’isola di origine vulcanica che fa parte dell’arcipelago polinesiano, nell’ Oceano Pacifico.

Questo piccolo territorio nel mezzo dell’oceano Pacifico appartiene sin dalla fine dell’Ottocento allo stato del Cile, dalle cui coste dista circa 3700 chilometri.

E’ una porzione di terra polinesiana di 163,6 chilometri quadrati Oggi è abitata da circa quattromila individui giunti qui dal Sudamerica e in particolare dal Cile in tempi piuttosto recenti.

Il contributo di Rapa Nui alle sfide del mondo di oggi

I recenti studi hanno messo in discussione la versione tradizionali dei fatti, suggerendo una realtà molto diversa e più articolata.

Il primo insediamento nell’ Isola di Pasqua , avvenuto ad opera di popolazioni polinesiane, è stato oggetto di numerosi studi, ma resta ancora, per molti suoi aspetti, avvolto nel mistero.

Per lungo tempo, si è infatti creduto che la popolazione locale avesse distrutto il proprio ambiente attraverso un uso insostenibile delle risorse naturali, portando al cosiddetto “ecocidio“.

Tuttavia, recenti studi archeologici e ampie analisi scientifiche stanno riscrivendo questa narrazione, offrendo una visione più complessa della storia dell’isola.

Isola di Pasqua, Moai
Isola di Pasqua, Moai

Nessun ecocidio sull’Isola di Pasqua

Uno studio pubblicato su Science Advances rivela che la popolazione di Rapa Nui era molto più sostenibile di quanto precedentemente ipotizzato.

Gli abitanti utilizzavano tecniche agricole avanzate, come i giardini di pietra, per coltivare patate dolci e altre colture, adattandosi perfettamente alle limitate risorse naturali dell’isola.

I giardini coprivano un’area sufficiente a sostenere una popolazione stabile di circa tremila persone.

Si tratta di una cifra non lontana dai numeri osservati dai primi esploratori europei nel XVIII secolo, e quindi pienamente compatibile con l’ambiente e sostenibile a livello di risorse naturali.

Gli scienziati della Columbia University hanno combinato l’analisi delle immagini satellitari con dati archeologici per arrivare a questa conclusione.

Hanno smontato l’ipotesi che la popolazione di Rapa Nui fosse cresciuta a dismisura fino a causare un collasso ecologico.

In realtà, la gestione delle risorse era sostenibile e la società locale era molto resiliente, adattandosi alle condizioni difficili dell’isola senza mai superare la capacità del loro ambiente.

Perché la civiltà finì sull’Isola di Pasqua?

Se non ci fu un ecocidio, perché allora la civiltà di Rapa Nui entrò in declino?

Gli studi recenti offrono diverse spiegazioni alternative.

Uno dei fattori principali fu probabilmente l’impatto del contatto con gli europei.

Quando i primi esploratori olandesi giunsero sull’isola nel 1722, portarono con sé malattie sconosciute agli abitanti locali, per le quali non avevano alcuna immunità. Questo contatto provocò una drastica riduzione della popolazione a causa delle epidemie.

Inoltre, l’arrivo degli europei introdusse anche nuove dinamiche economiche e sociali che destabilizzarono la società tradizionale di Rapa Nui.

Il commercio forzato e la schiavitù, insieme alla distruzione delle pratiche agricole locali, contribuirono ulteriormente al declino della popolazione e alla disintegrazione delle strutture sociali esistenti.

Le sfide ambientali di Rapa Nui 

Un altro aspetto da considerare è il cambiamento climatico

Studi paleoambientali indicano che l’isola potrebbe aver subito variazioni climatiche che resero ancora più arduo il sostentamento della popolazione locale.

La combinazione di questi fattori, malattie, clima e disordini sociali, piuttosto che un collasso ecologico autoinflitto, sembra essere in definitiva la causa del declino della civiltà di Rapa Nui.

Queste nuove interpretazioni offrono un’altra prospettiva sulla popolazione dell’Isola di Pasqua e dimostrano come per loro sia stato possibile vivere in equilibrio con l’ambiente anche in condizioni estreme.

L’arrivo di variabili esterne ne hanno purtroppo compromesso irrimediabilmente il futuro.

L’immensa ricchezza di Rapa Nui è stata comunque dichiarata patrimonio dell’ umanità  dell’Unesco  nel 1995

isola di Pasqua, matrimonio in spiaggia
isola di Pasqua, matrimonio in spiaggia

 

 

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