Premi dell’Associazione Nazionale Critici di Teatro 2020

Il teatro Mercadante di Napoli ospita la cerimonia di assegnazione dei Premi dell’Associazione Nazionale Critici di Teatro 2020

La diretta facebook

Anche se il teatro si è dovuto organizzare con le dirette streaming e anche se una enorme fetta di recite è stata rimandata o annullata, l’Associazione Nazionale dei Critici di Teatro ha ritenuto opportuno e doveroso non sospendere la propria attività e  ha trovato il modo di assegnare comunque i premi Anct (Associazione Nazionale Critici di Teatro).

Lo strumento utilizzato è stato l’unico disponibile al momento in grado di coinvolgere una ampia platea di appassionati: una diretta Facebook.

Questa scelta ragionata e valutata a lungo è il simbolo di un desiderio di sopravvivenza.

“Con l’attribuzione dei Premi Anct 2020 l’Associazione ha voluto esprimere tutto l’incoraggiamento e l’apprezzamento al lavoro delle produzioni teatrali, di attrici, attori, registi, drammaturghi e di quanti concorrono con il loro lavoro alla realizzazione degli spettacoli teatrali.”

Riporta l’Associazione.

Non fermarsi

Non fermarsi in questo momento, continuare a parlare di teatro mentre l’informazione sembra essersi focalizzata su un imbuto più stretto di argomenti, vuol dire continuare a imporsi perché un settore così importante come quello della cultura non venga dimenticato e utilizzato come svago per i tempi migliori.

Il teatro non è svago e divertimento, non è un lusso per chi non ha altri pensieri.

Il teatro, fin dalle sue origini, ha un valore sociale fondamentale tanto che anche chi non aveva la libertà sociale aveva il diritto di andare.

Perché il teatro e l’arte tutta curano l’uomo.

Il teatro non deve essere messo da parte in attesa di tempi migliori ma deve accompagnare proprio nei tempi difficili il nostro cammino perché senza di lui, senza la cultura, senza l’arte, senza la musica… rischiamo di non farcela.

Possiamo forse uscire dalla contingenza dell’evento ma, senza arte e senza cultura, rischiamo di uscire privi di identità e questo non vuol dire “farcela”.

Il 2020 a causa dell’emergenza covid-19 ha penalizzato moltissimo e ragionevolmente il comparto teatrale che, in particolare modo per la cultura italiana, è di  importanza strategica.

I fatti però non vogliono dire che si possa fare a meno del teatro.

Oggi più che mai serve un orientamento simbolico alle nostre esistenze o vivremo senza accorgerci di come questo avvenga.

Sopravviveremo ma non ci riconosceremo come essere umani.

E la prova ne è il cavalcante nichilismo che permea le dichiarazioni politiche e imprenditoriali.

E così, se pensiamo che il teatro possa essere un comparto che può essere sospeso in attesa di tempi miglior, non è così.

E l’Associazione Nazionale Critici del Teatro ha voluto dichiararlo con un gesto forte: assegnato comunque i suoi premi.

I riconoscimenti

attorno a un tavolo
attorno a un tavolo

I riconoscimenti assegnati sono il  frutto del confronto tra gli iscritti all’Associazione.

Non si tratta solo di  segnalazioni delle “eccellenze” delle varie categorie del teatro italiano ma segnalazioni di episodi e realtà culturali e di lavoro significativi dell’ultima stagione teatrale.

Chi ha votato ha voluto mettere in evidenza percorsi e progetti di artisti, compagnie, festival e altre forme d’arte.

Il Presidente dell’Anct, Giulio Baffi ha comunicato i riconoscimenti:

Leonardo Lidi
Leonardo Lidi, regista

  • Premio Paolo Emilio Poesio alla carriera all’attrice Milena Vukotic
  • Allo spettacolo ‘A cirimonia messo in scena ed interpretato da Enzo Vetrano e Stefano Randisi lavorando (su testo di Rosario Palazzolo) ad una struggente verità nascosta tra i frammenti della memoria dei loro personaggi che s’interrogano crudeli e spaventati.
  • A Roberta Caronia attrice dal talento sempre più in vista nel panorama teatrale, d’indiscutibile qualità e matura affidabilità
  • A Giovanni Franzoni come riconoscimento ad un intero percorso artistico e professionale che lo colloca tra gli attori più sensibili e preparati del teatro italiano
  • Al regista Jacopo Gassmann per il suo attento lavoro di proposte e messe in scena attente alla drammaturgia contemporanea
  • A Mariangela Granelli, attrice poliedrica, intensa, che ha raggiunto una maturità espressiva invidiabile
  • A Antonio Latella per la forte identità progettuale con cui ha diretto la Biennale Teatro di Venezia dal 2017 al 2020
  • A Leonardo Lidi regista piacentino innamorato dei classici che smonta e rimonta, riscrivendoli mescolando sapientemente cultura pop, gioco, follia e musica
  • A Misericordia di Emma Dante, congegno teatrale perfetto per densità concettuale e sguardo pietoso sulle fragilità umane
  • Allo scenografo Antonio Panzuto, artigiano e raffinato poeta della scena, pittore, scultore artefice di drammaturgie pittoriche create con materiali semplici
  • A Puteca Celidonia, Compagnia teatrale creata da sei giovani attori formati alla Scuola del Teatro Stabile di Napoli, gruppo compatto radicato nel territorio urbano del popolare Quartiere Sanità di Napoli ed esempio nazionale di originali progetti di spettacolo
  • Al regista Benedetto Sicca, per la versatilità del suo lavoro e del suo impegno in territori e poetiche legate ad urgenze civili
  • Al coreografo Luca Silvestrini co-fondatore e direttore artistico dal 1997 della Compagnia londinese Protein, in cui esprime una rinnovata sensibilità rispetto al disagio, alla disabilità, alla diversità, alla solitudine
  • Al Teatro delle Ariette, gruppo storico ed eroico di teatranti e contadini che fondano nella concretezza materiale dell’esperienza e delle tradizioni della loro terra la loro voce teatrale
  • Al gruppo Teatro dei Gordi, per una sua poetica fondata su una grammatica scenica non verbale che si unisce a una dirompente fisicità e a un uso misurato delle maschere
  • Al Festival Tutti matti per Colorno, festival di circo contemporaneo e di teatro di strada che ha sempre saputo offrire spettacoli di alta qualità tra produzioni italiane e internazionali e in spazi diversi del paese dimostrando di essere straordinari ideatori e organizzatori di festival.

Antonio Latella
Antonio Latella – direttore del settore teatro della Biennale Teatro di Venezia

Il Premio Hystrio-Anct 2020 è stato assegnato a La Corte Ospitale di Rubiera, luogo magico dove molti artisti e giovani compagnie hanno trovato casa grazie a un sistema virtuoso di residenze e di produzione attento alla drammaturgia contemporanea e ai nuovi linguaggi della scena.

Il Premio Catarsi- I teatri delle diversità – Anct 2020 è stato assegnato a Lech Maria Raczak regista, drammaturgo, sceneggiatore e studioso di teatro e Co-fondatore del Teatr Osmego Dnia nel 1964 a Poznan (Polonia) scomparso a gennaio scorso, e allo spettacolo Ulisse o i colori della mente del Teatro Popolare d’arte nel carcere di Gorgona in un tutt’uno per lo spettacolo, i protagonisti, il maestro guida/regista Gianfranco Pedullà, e il direttore del carcere, Carlo Mazzerbo che ha reso possibile questa attività.

La locandiera, proxim res

La consegna

Fatta la celebrazione, considerato che il luogo del teatro non è la rete, la consegna dei Premi Anct 2020 avverrà in presenza, nel corso di una cerimonia che noi tutti ci auguriamo possa  essere programmata nella prossima primavera a Roma all’interno della Rassegna nazionale di teatro in carcere “Destini Incrociati”.

 




Aiutiamo le scuole col fundraising

Concluso il ciclo di 4 incontri sul fundraising per le scuole prodotto da Betapress.it

A partire dalla fine di Novembre Betapress.it è cresciuto e  dal solo spazio scritto è passata all’integrazione con la parte video.

Le dirette di Betapress.it

Sono nate così le Dirette di Betapress.it, una serie di trasmissioni tematiche incentrate sulla Scuola, la Politica, lo Sport e Costume che integrano già da ora e integreranno i nostri articoli.

Nelle dirette di Betapress.it incontreremo autori e protagonisti dei nostri articoli, daremo spazio ai nostri lettori di interfacciarsi con noi e avremo modo di affrontare in modo molto più diretto tematiche delicate.

Per inaugurare in bellezza il ciclo di programmazione dedicato alle scuole, abbiamo deciso di proporre un argomento molto utile alle scuole: il fundraising.

Le dirette di betparess.it – la Scuola

Questo primo ciclo di puntate è stato condotto da Chiara Sparacio, capo redattore di Betapress.it,  e Francesca Donati, consulente di fundraising per il gruppo editoriale Currenti Calamo.

Nel corso delle quattro puntate, pianificate secondo un criterio graduale di inserimento nel tema, presentazione dello spirito, teoria ed esempi concreti, abbiamo intervistato

Riccardo Friede, consulente per le piccole associazioni, Luciano Zanin, notissimo consulente di fundraising e fondatore di fundraising per passione, Massimo Coen Cagli, direttore della scuola di fundraising di Roma e simbolo vivente del fundraising per le scuole, Mariangela Leonetti consulente di fundraising per una cooperativa di scuole paritarie.

Contenuti

I contenuti prodotti sono stati di enorme valore, gli ospiti hanno dato consigli pratici e concreti alle scuole che desiderano fare fundraising.

Riccardo Friede ci ha raccontato di come alla base di ogni richiesta di contributo economico o umano serva la condizione della buona causa

Come ha raccontato Massimo Coen Cagli, in Italia, a differenza che nel mondo anglosassone, c’è una fortissima e immotivata resistenza all’idea di fare fundraising, di coinvolgere le famiglie nei progetti delle scuole.

Come segnalato da Luciano Zanin, spesso si pensa che le scuole ottengano già “abbastanza” dallo stato o dalle rette, in realtà, a pensarlo, spesso sono solo le scuole perché, di contro, le faglie e la comunità sarebbero ben felici di partecipare a un progetto che va a vantaggio delle nuove generazioni e dell’intera comunità.

Ma la comunità ha la piena percezione del fatto che la scuola è un nucleo fondamentale della nostra società e, di fronte a una richiesta di coinvolgimento attivo, è sempre ben felice di dare il suo contributo e questo ce lo ha raccontato benissimo e con enorme coinvolgimento Mariangela Leonetti.

Quello che abbiamo imparato è che oggi, anche se non lo si fa abbastanza, le scuole possono fare fundraising.

I primi passi

Ognuno realtà scolastica ha il proprio percorso e un proprio ambiente sociale; questo vuol dire che le modalità di azione non possono essere universali.

Detto questo, però, nel corso delle trasmissioni sono stati evidenziati dei punti comuni e delle azioni che è possibile fare fin da subito.

Andiamo a vederle

  • individuare una persona che si occupi del fundraising
  • fare una lista delle persone che orbitano attorno alla scuola (docenti, studenti, genitori, comunità…)
  • fare una lista delle relazioni legate a queste persone (mestieri, competenze, amicizie…)
  • individuare dei grandi progetti importanti per la scuola e dividerli in tanti piccoli progetti (rifare la Palestra, acquistare le attrezzature…)
  • coinvolgere la comunità (presentare i progetti alla comunità spiegandone l’importanza ma anche i vantaggi umani ed economici che ci sono nel fare fundraising)
  • aprire la scuola alla comunità (fare giornate a porte aperte laddove il periodo lo permetterà…=
  • coinvolgere l’associazione dei genitori
  • organizzare le attività e condividerle

Nelle puntate troverete altri importanti stimoli.

Il Fundraiser prefetto

Abbiamo chiesto ai nostri ospiti di descrivere il fundraiser perfetto affinché il dirigente scolastico potesse individuare la persona più adatta il più facilmente possibile.

Proprio perché le esperienze di ciascuno sono differenti, anche le risposte sono state assortite.

Alcuni hanno detto che il fundraiser deve essere una persona della scuola, altri hanno detto che deve essere una persona esterna assunta apposta.

Tutti sono stati d’accordo col fatto che il fundraiser deve conoscere bene la comunità e la scuola e debba essere radicata in essa e si debba dedicare solo al fundraising.

per quanto riguarda la figura da cercare, tutti sono stati d’accordo sull’importanza della capacità relazionale, della capacità di saper chiedere e del costante desiderio di formarsi.

Come ha detto Mariangela Leonetti, che il fundraiser sia interno o esterno alla scuola. la cosa fondamentale è che sia formato, perché non è possibile improvvisarsi fundraiser e sperare di ottenere risultati.

Seguito

La trasmissione ha avuto un buon riscontro e in redazione abbiamo avuto delle richieste che ci hanno fatto decidere di continuare a portare avanti il filone di incontri sul fundraising e affrontare anche altri temi ad esso collegati come il crowdfunding o l’europrogettazione.

Le puntate

Riportiamo qui il link del canale YouTube di Betapress al quale vi invitiamo ad iscrivervi

[youtube https://www.youtube.com/watch?v=videoseries?list=PLT_pnnqU-nBfnNr1c_WdA0vkAzNabaAn3&w=640&h=360]

 

Buon Natale

Intanto il gruppo delle puntate sul fundraisingper le scuole vi augura un sereno e santo Natale

Buon Natale

 

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LE DIRETTE DI BETAPRESS




La solitudine del replicante

Quando avremo finito di combattere le guerre degli altri, ognuno di noi si troverà solo.

Lasciamo allora il campo ai generali che oggi pianificano dagli accampamenti.

Lasciamo che siano loro a combattere contro chi in privato è loro amico o tornerà ad esserlo.

A combattere le guerre degli altri, quando le guerre finiranno, gli unici vincitori saranno i generali negli accampamenti e gli unici sconfitti noi che avremmo potuto, invece, passare il tempo abbracciati ai nostri fratelli.




Il podio del degrado cattivi maestri comunicatori

Il podio del degrado, cattivi maestri comunicatori: in meno di 24 ore il web impazzisce e disvela le tare culturali e sociali di chi comunica in Italia.

Come un tubo turato che poi esplode, in poche ore la rete ci offre un florilegio di aberrazioni culturali che hanno come filo conduttore la discriminazione sessuale e il maschilismo violento.

Quasi abbiamo nostalgia del periodo in cui si parlava di covid.

Ecco la presentazione delle notizia in forma di climax ascendente (anche se, soprattutto con le ultime due, è difficile assegnare il primato):

Quarto posto

Il cantante Gue Pequeno, in una intervista dice di non essere sessista o razzista “ma” non approva la scelta del collega Ghali di vestirsi da donna se non è dichiaratamente gay.

Terzo posto

Il pentastellato Alessandro Di Battista scivola su considerazioni contro “coloro che PRETENDONO di ottenere un miglioramento dei diritti civili per gli omosessuali esibendosi in volgari forme di trasgressione durante i Gay Pride”.

Secondo posto

Lo psicoterapeuta televisivo Raffaele Morelli inveisce contro la scrittrice Michela Murgia in uno scambio acceso e variegato sul seme del femminile, che solo le donne possono giocare con le bambole e che se la donna non viene guardata quando è per strada non è gratificata.

Primo posto

Le spoglie vive del critico d’arte Vittorio Sgarbi che vengono traslate a forza fuori dal parlamento dopo un lungo, reiterato e ininterrotto inveire contro il magistrato Giusi Bartoluzzi

 

Diagnosi

In psichiatria si chiama schizofrenia, dal greco σχίζω (schizo) (spaccare, frammentare, dividere) e φρήν (fren) (l’anima, lo spirito, l’intelletto, la mente… poi il cervello).

Le funzioni mentali della mente dell’individuo si separano e frammentano.

 

Anamnesi

Un altro esempio di altro ambito e di poco antecedente è legato alle dichiarazioni del ministro Matteo Salvini che mangia ciliegie e poi lo nega…

Prognosi

Insomma qualcosa nell’equilibrio psichico di chi comunica in tv o sui social si è rotto e forse mostra i veri volti di questi fenomeni da palcoscenico dal trucco avvenente e l’alito marcescente.

Terapia

A noi resta solo da ricordare che chi si espone, chi comunica, chi si espone in qualunque modo, ha il dovere di essere di buon esempio.

In questo momento vediamo solo pessimi esempi, ma abbiamo fiducia nell’intelligenza, nella capacità di comprendere e di distinguere ciò che è giusto da ciò che è sbagliato, di chi osserva.

 

 

 

 

 

 

 

 

Link

Dichiarazione di Alessandro Di Battista
Intervista a Gue Peqeno
Raffaele Morelli e Michela Murgia
Intervento di Vittorio Sgarbi

 

 

L’Ipocrisia del tutto




Concorso DS 2017 – il TAR concede l’accesso ai codici sorgente

Il TAR ha sentenziato: Il CINECA dovrà fornire i codici tarcineca

sorgente

Continua la crociata delle migliaia di partecipanti al concorso per Dirigenti Scolastici bandito nel 2017 da noi già osservato in un altro articolo.

Lunedì 22 giugno 2020, dopo una serie di rinvii dovuti all’emergenza covid, il TAR si è espresso in merito ad una fondamentale richiesta delle vittime del concorso permettendo un passo importantissimo in direzione della verità.

Cosa è successo 

Nell’anno 2017, è stato indetto un concorso per 3.400 (circa) posti da dirigenti scolastici, al concorso si sono iscritti 34.000 (circa) candidati.

Ciò che ha reso particolarmente famoso questo concorso è stata la partecipazione dell’attuale ministro dell’istruzione Lucia Azzolina che ne uscì vincitrice superando le prove scritte e dimostrando all’esame orale buona conoscenza dell’apparato legislativo, mediocre conoscenze di inglese e scarsissima preparazione informatica.

Ma la partecipazione al concorso del ministro, con conseguenti taciuti conflitti d’interesse che ne sono scaturiti e del muro di gomma costruito attorno alle nebulose fasi del concorso, è solo una delle numerosissime segnalazioni che hanno sporcato questo concorso pubblico.

Le pressioni

Quando a un concorso per 3.400 posti, si presentano 34.000 persone, i commissari del concorso non si preparano ad affrontare un periodo facile per via delle pesanti ingerenze a cui vengono esposti.

Ad alcuni è venuto da dire che questo eccesso di pressioni è normale e ragionevole visto lo scarto tra domanda e offerta; a noi viene da dire che normale non è e che soprattutto quando il ruolo è così ricco di responsabilità e le candidature così numerose, il dovere dello stato è quello di garantire la scelta dei migliori a prescindere dal numero di posti e delle persone da “soddisfare”.

E il fatto che “da sempre” la segnalazione ha ceduto il passo alla meritocrazia, non è un buon motivo per non cambiare strada, soprattutto in un momento così delicato e in cui la cultura e l’istruzione possono essere le uniche risorse a poter davvero permettere un cambiamento.

Il superamento di ogni limite

In occasione del concorso per Dirigente Scolastico del 2017 però pare che sia stato superato ogni limite.

Abbiamo intervistato più partecipanti al concorso e ognuno di loro (a prescindere dall’esito finale) ha avuto modo notare o riconoscere delle dinamiche inusuali.

Per parte sua poi, il campione di commissari intervistato, ha riconosciuto fuori dai denti di aver ricevuto a vari livelli di spudoratezza messaggi più o meno velati.

Insomma, che il concorso per D.S. del 2017 non era del tutto trasparente si è saputo fin da subito, la cosa triste però è che anche davanti a una serie di circostanze plateali, per dimostrare l’illegittimità di alcune assegnazioni, chi è stato ingiustamente (o giustamente) escluso o comunque, chi ha dovuto confrontarsi ad armi impari (raccomandato vs non raccomandato piuttosto che preparato vs impreparato) debba combattere per anni per veder trionfare la verità.

Sì perché di certo non tutti quelli che hanno fatto ricorso sarebbero stati meritevoli di vincere ma la battaglia che si combatte è quella per la giustizia e la trasparenza, ed è per quella che stanno investendo tempo ed energie: per un ideale… e questo a noi piace.

Il CINECA e le sue meraviglie

Nell’articolo precedentemente pubblicato abbiamo raccontato tutte le storture del concorso e le legittime richieste (negate finora) dei candidati esclusi.

Una di esse era l’accesso al codice sorgente del programma CINECA (Consorzio Interuniversitario senza scopo di lucro, cui aderiscono 69 università italiane, otto enti nazionali di ricerca, due policlinici, l’ANVUR e il Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca).

Il CINECA è un Centro di Calcolo “cuore tecnologico del sistema di comunicazione tra Università e Ministero dell’Università e della Ricerca”, come riportato sul loro sito, che si occupa di fornire i software per gli esami.

Ad un certo punto di questa vicenda, è sorto un dubbio molto grave che assolutamente merita di essere affrontato: il non anonimato delle prove di esami.

Parrebbe che il sistema (perfetto per le università ma non creato ad hoc per i concorsi pubblici) potrebbe avere una falla che svelerebbe l’identità del candidato attraverso il codice sorgente.

Questo vuol dire che ci potrebbe essere il rischio che un commissario (generico) avvisato di questo bug di sistema o un po’ più scafato del mondo informatico, avrebbe potuto risalire al nome del candidato che invece in tutta la parte scritta doveva per legge rimanere anonima.

Noi non sappiamo se questo sia corretto o meno, sappiamo che c’è la possibilità e che quando c’è un dubbio di questo tipo va immediatamente sciolto per la credibilità di tutti.

Le motivazioni di CINECA

Quando i candidati hanno chiesto nell’accesso agli atti l’accesso anche ai codici sorgente, così da poterli  sottoporre a un esperto, il CINECA anziché collaborare dimostrando buona fede, ha negato l’accesso adducendo una serie di motivazioni:

1) CINECA non può rivelare i codici sorgenti per proteggere i dettagli tecnici del programma che se no potrebbe essere copiabile da qualunque concorrente ma, anche se fosse, il principio di trasparenza di un concorso pubblico viene prima degli interessi aziendali (come richiamato nella sentenza n. 7333/2019) 

2) trattandosi di dati sensibili o sensibilissimi, non è possibile rivelarli ma in questi contesti si giudicano i “dati personali che rivelino l’origine razziale o etnica, le opinioni politiche, le convinzioni religiose o filosofiche, o l’appartenenza sindacale, nonché trattare dati genetici, dati biometrici intesi a identificare in modo univoco una persona fisica, dati relativi alla salute o alla vita sessuale o all’orientamento sessuale della persona”.

3) fornire i codici sorgente potrebbe rendere vulnerabile il sistema e compromettere tutti i dati modificando tutte le prove, ma comunque sono dati che appartengono allo stato committente.

Insomma, ce l’hanno messa proprio tutta ma la verità è che Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio (Sezione Terza Bis), si è pronunciato definitivamente ingiungendo a CINECA di fornire i codici sorgente.

 

Nota bene:

Non sappiamo ancora se questi codici siano trasparenti o meno, ovvero possano tradire l’anonimato del candidato, questo lo vedremo successivamente, però la reticenza a fornire quanto richiesto, non dispone bene chi legge.

Recte facendo, neminem timeas

Male non fare, paura non avere.

 

Chiunque volesse segnalare ulteriori informazioni coerenti o meno con quanto scritto, scriva pure a info@betapress.it

 

Post Scriptum: 

Stiamo osservando anche il concorso per DSGA, per cui auspichiamo la retta condotta professionale di commissioni e candidati.

Purtroppo sembra che anche per il concorso DSGA le acque non siano così chiare… (NdD)

Riferimenti

Il ministro Azzolina e il concorso del 2017

Rampelli vs Cineca – scontro di civiltà?

Sito CINECA 

Leggi di riferimento: articolo 9, paragrafo 1, del Regolamento UE n. 2016/679 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 27 aprile 2016

Concorso DSGA: note di malcostume italiano

CONCORSO DSGA, COME SEMPRE UNA VERGOGNA ASSURDA!!!!




Il percorso iniziatico del sanscrito

Mi piaceva studiare il sanscrito perché per i filosofi indiani non si poteva essere filosofi senza prima essere grammatici.

Prima di avviare le speculazioni più raffinate, l’allievo che voleva iniziare questa avventura doveva conoscere gli strumenti.

Lo strumento del pensiero è la grammatica.

La grammatica è il codice che usiamo per avviare il pensiero e articolarlo.

Ci sono voluti millenni perché l’illuminato occidente intuisse che esiste un collegamento tra il modo di costruire un periodo sintattico e pensare.

Loro lo sapevano.

L’allievo

prima imparava lo strumento

poi lo applicava nel ragionamento

poi ancora faceva silenzio

infine parlava

A quel punto il maestro lo rimproverava perché non avevano capito nulla

e l’allievo ricominciavo da capo.

Così avanti all’infinito.

La grammatica amici cari

la grammatica.

E prima di chiederci perché una persona ragiona in un certo modo, osserviamo come parla e scrive.

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Canto notturno dell’allievo silente

Io so che il mio maestro è un uomo ma non per questo aspetterò i suoi sbagli.

So che potrà sbagliare ma se accadrà non lo giudicherò per questo.

Io so che il mio maestro sbaglia ma so anche

che perfino il suo errore per me sarà un insegnamento.

Io so che il mio maestro è un uomo ma io sarò comunque il suo allievo.

Non mi interessa se sbagli, se esageri, se ti arrabbi, se sei superficiale con me,

Quello che mi dai tu è quello che nessun altro può darmi.

Probabilmente sono in cento migliori di te,

Più bravi, più gentili, piu colti, più onesti, più sinceri

Ma tu sei quello che riesce a parlarmi.

Il mio compagno ha scelto un altro maestro pensando che siate allo stesso livello

ma non vede dove sta la differenza.

Il mio compagno mi dice di aprire gli occhi,

ma la stanza dello studente ha spazio solo per lui e per il maestro.

“Il più stolto tra gli uomini non pretende altro maestro che Gesù Cristo” ha detto Gurdjieff

Ed è così logico che stento a capire perché non è chiaro anche agli altri.

È così vero che quando qualcuno afferma il contrario, taccio.

Il mio maestro è migliore di me ed è fatto in modo tale che io posso capirlo

Ma solo se voglio imparare.




Il valore del compagno

È diventato di moda dire che “tutti sono utili e nessuno è indispensabile”.

Ai dati dei fatti per la cosa non è così.

 

Esistono le persone indispensabili e sono i tuoi compagni.

i “cum panibus”, “quelli con cui dividi il pane”

quelli con cui dividi il cibo.

All’interno di un gruppo di lavoro, di una squadra, nessuno è sostituibile.

Quando la squadra è buona, la perdita di un solo elemento porta squilibrio.

è vero: poi ci si adatta, si cerca un sostituto; se si è bravi, si troverà una soluzione ma si troverà un nuovo equilibrio, non quello di prima.

Le persone valide non sono pedine sostituibili.

I componenti della squadra sono persone indispensabili senza le quali nulla sarà più lo stesso.

Così, se sei un imprenditore che invita la squadra dei suoi collaboratori ad andare a cercare qualcosa di meglio se, dopo tanti sacrifici reciproci, non piace più il lavoro, non pensare che quando quella persona sarà andata via le cose miglioreranno.

Se stai in una squadra, tieniti stretto il tuo collega perché è quello che ti ha sempre sostenuto e salvato e che tu hai sempre coperto e protetto; se andrà via, ti mancherà un sostegno che poteva darti solo lui.

Se sei parte di un meccanismo e vuoi mollare perché ti senti inutile, sappi che se cederai, tutta la macchina potrà risentirne.

Nessuno è completamente sostituibile.

Ognuno è indispensabile.

 




L’umanità della lettura

Sarà che sono arrivata per ultima e pure in ritardo.

Un ritardo di quasi 10 anni rispetto ai miei fratelli.

Sarà che il grosso era già stato fatto da mia madre e da mio padre negli anni della loro infanzia e giovinezza.

Sarà pure che molto era stato aggiunto dalle esigenze scolastiche dei miei fratelli

Però, quando sono arrivata io,

la biblioteca di casa Sparacio era già ben nutrita.

A me piacevano i titoli.

Leggevo i titoli sul catalogo del club del libro che trovavo sulle riviste.

Il primo libro che ho letto era un romanzo per ragazze, era di mia madre.

Lo finivo e lo rileggevo.

A quei tempi non leggevo mai la premessa o l’introduzione ma leggevo sempre il catalogo alla fine dei libri.

Ricordo la libreria dove mia madre mi comprava i libri e già allora le mie ricerche dei libri introvabili.

Trovare notizie originali sul ciclo bretone è stata una impresa.

Amavo le storie e divoravo le bibliografie.

Continuano a leggere i cataloghi delle diverse case editrici.

Ancora titoli e titoli che creavano in me un senso di familiarità.

Associavo senza problemi i titoli agli autori.

E Leggevo.

Leggevo tutti i libri che c’erano a casa.

I criteri erano due:

– quello del titolo (se nella mia mente era già conosciuto dalle letture di qualche catalogo allora era un buon libro)

– e quello della grandezza: più di duecento pagine mi sembravano troppe.

Poi arrivò la newton e i suoi 100 pagine mille lire.

Per me è per tutti quelli con la mia inclinazione,

Fu la fine.

Venivano comprati, letti e attesi tutti.

Uno per uno,

In successione.

Come fossero numeri di fumetti.

Volumi senza nessuna cura editoriale

Solo caratteri microscopici e muri di testo.

Saggi, poesie, racconti.

Leggevo e i libri erano talmente tanti e profilati che quando trovano nei testi un riferimento a un altro libro, frugavo nelle librerie e l’avevo.

E lo leggevo.

Libri su libri,

Scaffali delle librerie piene a due e tre file.

Gli ultimi anni del liceo non ho comprato il libro di antologia italiana.

Leggevo i brani direttamente dai libri e li leggevo tutti.

Questa cosa che qualcuno doveva scegliere per me quali parti dei libri leggere, non mi piaceva proprio.

Ero io che dovevo decidere e dovevo sapere tutto.

—————

A proposito, per non creare dubbi:

A scuola andavo male

Mi applicavo ma non rendevo.

Praticamente un’idiota.

Brava lo sono diventata dopo,

Quando ho cominciato ad unire e mettere in relazione tutto quello che avevo letto.

Questo perché le fasi della vita culturale di una persona, sono due:

La prima di reperimento testi e informazioni.

Una accozzaglia senza senso o criterio.

La seconda di relazione: piano piano tutte le cose lette e imparate, tramano il tuo cervello e ti portano in alto oltre le apparenze superficiali e in profondità verso la ragione nucleare.

Leggere traccia la pieghe del tuo cervello liscio.

Non possiamo credere di sapere tutto solo perché abbiamo letto qualcosa.

Un insieme di titoli e autori non sono cultura.

Possiamo dire di aver capito solo quando troviamo nella nostra vita le pagine di quei libri

Anche se non ricordiamo più chi le ha scritte

Perché non è importante

L’importante è aver riconosciuto il verso.




Lasciar seccare i fichi

Quasi alla fine del suo viaggio, poco prima di rientrare a Gerusalemme,

Mentre usciva dalla Betania assieme ai suoi discepoli e al suo stuolo di seguaci,

Gesù ebbe fame.

Vide in lontananza un fico molto bello e rigoglioso e gli si avvicinò

ma il fico aveva solo foglie e nessun frutto perché non era stagione.

Così Gesù lo fece seccare fino alle radici.

Non c’è bisogno di ripassare ogni mese il catechismo dei fanciulli per aspettarsi da Gesù una fine differente 

qualcosa tipo “Gesù allora guardò il fico e lo fece fruttare”

insomma di quelle cose tipo la moltiplicazione dei pani e dei pesci e la trasformazione dell’acqua in vino che lasciano contenti tutti.

Ecco roba così.

Invece no.

Invece Gesù fa seccare il fico.

Il fatto è che questa storia racconta qualcosa in più.

Questa storia ci parla delle nostre relazioni.

Alle volte ci troviamo ad aver costruito delle relazioni 

Sentimentali,

Lavorative,

Amicali

sulle quali abbiamo speso tempo ed energia 

e abbiamo fatto bene perché questa relazioni sono diventate una bella pianta 

alta, vigorosa e piena di foglie.

In molti casi, questa relazione ha anche portato frutti e sfamato passanti nel periodo di produzione.

Poi però la stagione è cambiata.

La relazione è rimasta apparentemente florida ma è sterile.

E, per questo, deve seccare.

Il fatto che chi fa seccare il fico sia un personaggio, un maestro che si è sempre distinto per la sua bontà,

ci fa capire che tutto quello che c’era da tentare era stato tentato:

non era più stagione di fichi e non lo sarebbe mai più stato.

Quel fico sulla strada avrebbe solo ingannato i viaggiatori e non avrebbe dato loro nulla di buono se non l’illusione.

Il fatto che sia stato Gesù a farlo seccare, ci dà la certezza che non c’era più nulla da fare.

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La stessa cosa succede a noi.

Ci sono delle relazioni che hanno portato frutti e gioie ma, passata la loro stagione, devono morire.

Si fa di tutto per salvarle, si aspetta tutto il tempo dovuto

ma poi bisogna mollare perché il fico deve seccare.

Non succede a tutte le relazioni, alcune continuano a fare frutti.

Forse hanno avuto un terreno migliore,

forse sono state curate meglio 

forse l’esposizione al sole e la protezione dal vento

forse solo la natura.

Alcune relazioni vanno chiuse per il bene di tutti.

L’accanimento nell’illusione non porta alla santità.

Solo ciò che porta frutto deve rimanere vivo.

L’unico modo che abbiamo per migliorare e portare nuovi frutti è chiudere in pace vecchie relazioni e iniziarne di nuove.