“Tutta colpa di una moka”

Approda in Ticino il “Moka People Festival”: l’installazione multisensoriale dei “Moka People”

Dal 23 giugno al 3 luglio, nella magica location dell’ex-cementificio Saceba – situato nella parte bassa del Parco delle Gole della Breggia – si terrà il “Moka People Festival”.

All’interno della “Torre dei Forni”, dal pianterreno al quarto piano, si snoderà la mostra – una multisensoriale installazione – con 18 artisti fra pittori, scultori, illustratori, disegnatori …

Nell’area circostante, decine di performer – attori, musicisti e ballerini – doneranno agli Ospiti momenti di Bellezza ad altissima frequenza. Ci saranno anche workshop e momenti di relax.

 

Galeotta fu la moka …

È la moka l’oggetto da cui parte tutto.

Gli Artisti Monica Rush, Brianna Ruland e Roberto Fridel si sono presi il tempo per osservarla da vicino. I preziosi spunti che ne traggono li ispireranno, più avanti, nella scelta del nome di un Progetto.

Ma torniamo alla moka e alle sue molteplici implicazioni.

Per chi fa del caffè il pretesto per incontrarsi e condividere pensieri, idee ed emozioni, la moka è molto più di un semplice “ferraccio” ottagonale: è un album di fotografie, uno scrigno di opportunità, ricordi, immagini, conversazioni …

È tutto questo che di lei ci portiamo dentro sempre e ovunque andiamo.

Il fuoco moderato di cui necessita è come l’amore nella sua espressione più sana: non una fiamma che divampa e si spegne ma un sereno, costante, rassicurante amore.

Quando la moka è pronta lo fa sapere e si autocelebra, spandendo il suo profumo tutt’intorno. Come chi, consapevole del proprio contributo di valore, lo annuncia apertamente e senza falsa modestia.

Come ogni Artista della propria vita, la moka è consapevole del suo Scopo: creare energia positiva che catalizzi energie simili.  

E poi è libera, come lo è ogni essere umano che non nutre aspettative di essere ricambiato.

“Se riusciamo a stare nella vibrazione alta creando attorno a noi felicità, tutto si ferma qui. Ed è tutto più semplice. Non c’è sforzo.” dice Monica.

 

I “Moka People”

In una nuvolosa giornata di maggio, passo a trovare Monica nella sua splendida casa. Mi dice che un giorno Brianna Ruland le racconta di come in certi parchi, in America, la gente si ritrovi munita di moka e fornellino.

Il caffè, ovviamente, è un pretesto, si può anche non bere. L’idea è semplicemente quella di riunire un gruppo di persone con la scusa del caffè e andare oltre i convenevoli del “Come stai?”, oltre la convenzionale chiacchiera su fatti d’attualità e di cronaca: deve essere, per tutti, un momento di scambio dove sentirsi liberi di essere ciò che si è, fare nuovi incontri, arricchirsi.

Nel 2019 – alla vigilia del periodo di emergenza sanitaria – Monica, Brianna e Roberto proseguono l’esplorazione del “mondo moka” alla ricerca del nome ideale da dare a questo progetto. Si passano in rassegna le parole “caffettiera”, “caffè”, “moka” … Nasce “Moka People”: semplice, spontaneo, positivo.

Inizia la pandemia. Il Progetto viene lasciato decantare, e forse grazie al rallentamento della vita Brianna e Monica hanno la possibilità di interagire con altre donne artiste e passare del tempo chiacchierando e condividendo desideri. Nasce proprio in uno di questi incontri, grazie al contributo di tutti, l’idea di prendere in affitto l’ex-cementificio della Saceba per esporre le proprie opere e invitare gli amici.

Un’idea corale che doveva durare solo due giorni e che in poco tempo invece si amplia e diventa Festival. Che nome dargli?  Ecco riapparire “Moka People”: forse perché in fondo parla della stessa cosa, ora il nome trova la sua collocazione. 

 

“Il Moka People Festival”

Gli Artisti prendono in affitto la Saceba, magica location situata nella parte bassa del Parco delle Gole della Breggia.

La scelta dell’ex-cementificio ha il suo perché: il grigio della costruzione e i grandi spazi da riempire sono l’ideale per realizzare una multisensoriale installazione. Al pianoterra e sui quattro piani, i sensi dei visitatori sono stimolati da forme, colori, suoni, immagini, movimento, musica. Nel frattempo, nel suggestivo spazio circostante, attori, musicisti e ballerini si esibiscono in live performance.

Il Progetto conquista ogni giorno più persone: mentre scrivo, gli artisti e i performer hanno superato i cinquanta elementi.

A questi si aggiungono tre stiliste “artigiane” e una quarantina di figuranti, pronti a indossare le loro creazioni.

E poi ci sono i musicisti dell’orchestra della Svizzera Italiana, i poeti, gli attori di fama a recitare, di notte, avvolti dalla morbida luce di bracieri accesi … I ballerini di danza contemporanea, i suonatori di cornamusa in mezzo ai sassi …

Questo è il “Moka People Festival”: una celebrazione non dell’Arte ma della collettiva Creazione di qualcosa di sensoriale, con la speranza che possa arrivare agli altri. A questo servono il suono, le luci, gli odori: oltre che a stimolare i sensi, aiutano i visitatori ad “assorbire” energia buona e a non rimuginare su se stessi e sulla propria rigidità.

Il desiderio è quello di innalzare l’energia degli Ospiti – in un luogo che è già di per sé energetico. Il tutto diffondendo il messaggio che non è Artista chi impara a dipingere, scolpire, recitare, danzare, suonare uno strumento musicale. Ognuno di noi è Artista nell’arte di creare la propria gioia, l’Arte più sofisticata e importante che l’Uomo ha. Basta poco. Il contatto con la natura. L’amicizia. La collaborazione. Tutte le altre forme d’arte sono secondarie.

 

Save the date and the event

Il “Moka People Festival” si svolge nei giorni dal 23 giugno al 3 luglio in Ticino, Svizzera.

Ogni giorno c’è un programma diverso. Il biglietto d’ingresso all’esposizione si acquista all’entrata della Torre mentre le performance all’esterno sono gratuite. Dalle 17.30 si può trovare ristoro al bar con cibo e vino buono.

E poi, nei pressi della Saceba c’è una vallata protetta, ci sono delle rocce scavate dall’acqua che sono diventate gole e offrono una panoramica che è la stessa di duecento milioni di anni fa! Si può entrare nelle cave prenotando il tour con il Parco delle Gole della Breggia: un’esperienza incredibile, da fare preferibilmente in silenzio. C’è il fiume per andare a fare il bagno, se fa troppo caldo.

Ci sono anche i “caffè con l’artista”: momenti interattivi fra gli espositori e il pubblico. Durante il weekend, inoltre, si possono raggiungere gli Artisti alle otto del mattino, per fare colazione insieme. Chi lo volesse può portare la propria moka da casa. Loro ci mettono il fornellino. Quindi ci si siede tutti insieme e si parla di Arte o si ascoltano le campane tibetane. Questo è fare “Moka People”!

E una volta finito l’evento? Beh … di moka eventi se ne possono organizzare tanti e “Moka People” è un modo bellissimo per darsi un obiettivo e condividere il percorso per raggiungerlo.

Alla fin fine … siamo tutti Moka People!

Per saperne di più sull’evento e i suoi protagonisti, visita il loro sito.

Vuoi un’anteprima in immagini e video? Visita il gruppo Facebook “Moka People Festival” .

 

Ex-cementificio Saceba
L’ex-cementificio Saceba, oggi chiamato “Torre dei Forni”




“7 Stelle del passato che non hanno smesso di cantare”

Ho incontrato sette protagonisti della musica italiana e internazionale degli Anni Sessanta, Settanta, Ottanta e Novanta.

Ecco chi sono, cosa hanno fatto e a cosa stanno lavorando.

Bobby Solo 

Come lo abbiamo conosciuto

L’eco di “Una Lacrima Sul Viso” – disco d’oro nel 1964 per il milione di copie vendute – e di “Se Piangi, Se Ridi” (1965) ha superato i confini della nostra Penisola. In lunghi anni di successi, il nome di Bobby Solo, al secolo Roberto Satti, ha fatto il giro del mondo.

Che fa oggi

“Zio Bobby”, per fortuna, non è in pensione. 

Oggi si divide tra la musica per i coetanei nostalgici del genere country, blues, blue grass, jazz, funky, rock (gli stessi da cui ha preso ispirazione Elvis Presley). 

Una fetta di pubblico tra i venticinque e i cinquantacinque anni va matto per lui: è a loro che deve il tutto esaurito dei concerti nei club. 

Nonostante l’attuale situazione, l’estate scorsa ha fatto ventotto serate!

Dove lo rivedremo?

Grazie a Fedez in duetto con la Berti e grazie anche ai bravissimi Måneskin, si è aperta una finestra sul glam rock americano degli Anni Settanta; questo gli dà modo di continuare a lavorare e divertirsi come un pazzo, sia come chitarrista, sia come cantante.

Sandro Giacobbe

Come lo abbiamo conosciuto

Passato alla storia con “Signora mia” (1974). 

La canzone è piaciuta così tanto alla regista e sceneggiatrice Lina Wertmüller da inserirla nella colonna sonora del suo film Travolti da un insolito destino nellazzurro mare dagosto”. 

Questo è il suo fiore all’occhiello, specialmente negli States, dove il film della Wertmüller è considerato, assieme a “La Vita è bella” di Roberto Benigni, uno dei capolavori della cinematografia italiana.

Dove lo rivedremo?

Attivo più che mai, il cantautore ha in programma la partecipazione in qualità di ospite nel programma televisivo di Capodanno di una nota TV locale.

A febbraio del prossimo anno parte in tournée per la Spagna, dove da molti anni ha un grandissimo successo.

Delia Gualtiero 

Come l’abbiamo conosciuta

Ha raggiunto il favore del pubblico nei primi Anni Ottanta con “Occhi”, canzone che considera rappresentativa della sua carriera. 

Che fa oggi

Da nove anni gestisce il suo B & B a Silea, in provincia di Treviso. La musica è rimasta, nel tempo, una passione riservata a momenti speciali da condividere con gli amici e i fan più affezionati, che hanno aperto per lei un fan club.

Quando il fan club ha raggiunto i primi mille iscritti, è stato organizzato a casa di Delia un concerto di due ore. 

Dove la rivedremo?

A parte il concerto per festeggiare il prossimo traguardo di iscritti del suo fan club (a cui potrebbe, chissà, partecipare anche l’ex marito Red Canzian), Delia ormai vive la musica come passione personale.

Anche se la musica è stata una parte importantissima della sua vita il suo lavoro, adesso, è prendersi cura degli ospiti del suo B&B facendoli stare bene. 

Marco Armani

Come lo abbiamo conosciuto

Lo stesso anno in cui la voce di Delia si spande nell’aria sulle note di “Occhi”, un ventunenne di Bari inizia la sua carriera a Domenica In – celeberrimo programma di RaiUno – intonando “Domani”. 

Si tratta di Marco Armani, al secolo Marco Antonio Armenise.

Negli Anni Ottanta le canzoni più gettonate erano “Solo con l’anima mia” e “Tu dimmi un cuore ce l’hai”, ma il suo repertorio è assai ricco. 

Che fa oggi

Marco si dedica ora alla tv.

Ogni venerdì, su RaiUno, è ospite di una trasmissione che si chiama “Oggi è un altro giorno” con Serena Bortone: suona il piano, accompagna, canta, fa il suo mestiere. 

Continua a scrivere canzoni e in questultimo periodo ha realizzato rivisitazioni di brani famosi, suoi e di altri Autori. 

Dove lo rivedremo?

A Marco piacerebbe intraprendere un nuovo lavoro, stimolante e creativo: comporre colonne sonore per film, fiction, commenti sonori. 

Tiziana Rivale

Come l’abbiamo conosciuta

Negli Anni Ottanta nasce un’altra stella, destinata a brillare a lungo in Italia e all’estero: Tiziana Rivale.

La prima canzone a consacrarne la fama è “Sarà quel che sarà”, con cui vince il Festival di Sanremo del 1983. Da allora è un alternarsi continuo, per la cantante, di apparizioni televisive e di tournée, in Italia e nel mondo. 

Che fa oggi

Dal 2006 lavora e produce la sua musica oltreoceano.

A gennaio del 2019 le viene conferito il “Disco d’Oro alla Carriera” durante un tour in Messico.

È uscito da poco il suo ultimo CD, “Rivale in Classic” – è sulle piattaforme digitali – e in questo periodo lo sta promuovendo in varie radio.

Dove la rivedremo?

Tiziana si augura di poter riprendere i tour in Europa e all’estero, bloccati dal periodo pandemico.

Novecento

Come li abbiamo conosciuti

“Novecento” è il nome del gruppo che nel 1984 è in vetta alle classifiche con l’hit single  “Movin’ on”.

Il quartetto è costituito dai fratelli Pino (tastiere), Lino (chitarra), Rossana Nicolosi (basso) e dalla cantante Dora Carofiglio.

La lista degli artisti internazionali da loro prodotta è davvero lunga! Tra loro ci sono Sting (con il brano “Lullaby to an anxious child”), il batterista Billy Cobham, Al Jarreau & Eumir Deodato (loro idoli giovanili).

Inoltre, hanno raggiunto la prima posizione in classifica nella radio più importante degli States e in molte altre radio internazionali.

Infatti nel 2003 negli Stati Uniti esce l’album “Dreams of peace” a nome di Novecento featuring Stanley Jordan (chitarrista americano), che entra ai primi posti delle classifiche radio negli USA e, tra le radio più importanti, la famosa radio di New York “CD 101,9”, dove il singolo “Easy Love” arriva alla posizione n. 1.

Last but not least – ultima cosa, ma non meno importante n.d.r. – la loro musica, con quella di Ennio Morricone e Nicola Piovani, è stata inserita nel videogioco “Mind Labyrinth VR Dreams” per la CONSOLE PS4 di PlayStation VR, uscito in tutto il mondo.

Che fanno oggi

Oltre a essere musicisti, produttori e discografici, i fratelli Nicolosi gestiscono anche una distribuzione discografica e in questa fase artistica si stanno dedicando al loro catalogo in distribuzione. 

In questo periodo valutano con maggiore attenzione la nuova produzione discografica. 

A parere di Pino, si fa sempre più fatica a divulgare musica di qualità.

 Jenny B.

Come l’abbiamo conosciuta

Negli anni Ottanta e nei primi anni Novanta, nascono in Italia e in Europa Progetti di musica dance rappresentati da frontwomen o frontmen di gradevole aspetto, con un look d’impatto e una certa abilità di muoversi sul palco. 

Costruiti ad arte, questi personaggi cantano in playback su voci già incise in studio da altri artisti.

Nella musica dance degli Anni Novanta, tra le voci prestate a ragazze immagine, c’è anche quella di Giovanna Bersola, in arte Jenny B.. 

È lei ad aver dato la voce a Olga Maria De Souza, modella brasiliana conosciuta con lo pseudonimo di “Corona”. 

In realtà, “Corona” è il nome dell’italianissimo Progetto euro dance di cui Olga è la frontwoman. 

Con la voce di Jenny e il volto di Olga “The Rhythm of the night”, pubblicata il cinque novembre 1993, scala le vette delle classifiche italiane ed europee. Oggi il brano è conosciuto quasi ovunque.

Dove la rivedremo?

Jenny B. è di poche parole ma buone: ci fa sapere che sta girando il mondo in catamarano e che l’anno prossimo continuerà a cantare e a viaggiare. 




“Nasce l’inno alla libertà di essere sé stessi e, nella verità, imparare ad amarsi e ad amare”

Il 19 novembre alle ore 12:00 (ora Italiana), uscirà sui canali social dell’Artista il nuovo singolo del cantautore italo spagnolo Fabio Gómez: “Let Me Be”.

Reduce dal successo di “Over”, nella versione ispanica “Siempre”, L’Artista corona il suo sogno americano nel bel mezzo dell’anno più sfidante della nostra storia: il 2020.

È nel 2020, infatti, che il suo lungo e paziente percorso evolutivo comincia a dare i suoi frutti. 

Il suo percorso artistico inizia mentre è giovanissimo, a Lugano, nel coro gospel “Amazing Grace”. 

La tappa successiva è Chicago, dove approfondisce le tecniche di canto.

Nel 2010 arriva il Festival di Sanremo.

Il suo primo album in Italiano, “Niente è Impossibile”, nasce dall’incontro dell’Autore con Piero Cassano (Matia Bazar), Fabio Perversi, Lele Melotti (batterista di Enzo Jannacci, Paolo Conte, Claudio Baglioni, Vasco Rossi), Ludovico Vagnone (chitarrista di Laura Pausini, Zucchero, Andrea Bocelli) e Red Canzian dei Pooh.

Successivamente Fabio Gómez incontra Marco Zangirolami, Peggy Johnson e Mila Ortiz, con cui lavorano a “Over”.

Abbiamo chiesto a Fabio Gómez di raccontarci qualcosa di sé e del suo nuovo singolo “Let Me Be”.

Chi o che cosa ti ha spinto a comporre la canzone “Let Me Be”? Un incontro? Un evento?

“Il brano è arrivato tre anni fa in un momento cruciale della mia vita. Non mi sentivo più libero di esprimermi, né capace di creare un valore aggiunto a livello artistico.

In quel momento i miei pensieri e i miei sentimenti mi portavano a evadere, a cercare una strada alternativa, una via d’uscita alla situazione di stallo che stavo vivendo. 

Volevo realizzare i miei Progetti a livello internazionale, cantare in Inglese e in Spagnolo (la sua seconda lingua madre n.d.a.).

Sentivo l’esigenza di appartarmi e di creare la ‘mia’ musica.

Un giorno, col mio pianista Stefano Sposetti, abbiamo iniziato a scrivere tantissime canzoni. Tra queste c’era anche ‘Liberami’, una ballad in tre tempi, piano e voce. Tre anni di incubazione ed è nata ‘Let Me Be’.”

Qual è il messaggio della canzone?

“In questa canzone dò voce al desiderio di riprendermi la vita, la carriera e realizzare me stesso, superando i confini che mi stanno stretti per costruire qualcosa di mio. Anche se è rischioso, rinuncio alla falsa sicurezza di un cliché per esprimere chi sono. A qualsiasi costo. Solo così potrò essere libero. Solo così potrò amare davvero.” 

E con l’amore di coppia, come la mettiamo? 

“Nei rapporti sentimentali accade spesso che ci si innamori delle proprie aspettative, più che della vera identità dell’altro. E viceversa. L’amore diventa così un’esperienza vissuta in trance ipnotica. Nessuno dei due è veramente se stesso. Nessuno dei due osa superare le dimensioni del proprio ristretto campo visivo. La Verità libera gli innamorati, consente loro di esprimersi al meglio e di vivere il rapporto come un reciproco arricchimento, non come un tarparsi le ali a vicenda.”

Dov’è la verità, per te, ammesso che esista una Verità assoluta?

“Non credo esista una verità assoluta. Esistono punti di vista e pareri, a volte diametralmente opposti. ‘Let Me Be’ ci sfida a cercare la Verità nell’unico posto in cui può essere trovata: in noi stessi, nei nostri gesti, negli accadimenti, nelle scelte che facciamo ogni giorno. Non nel mondo virtuale che la tecnologia ci offre ma nel vivere in presenza, nel condividere i nostri chiaroscuri, nel nostro essere, semplicemente, Umani.”

Come si inserisce “Let Me Be”, dal punto di vista stilistico, nel tuo percorso evolutivo?

“Negli anni sono passato dal pop contaminato al Pop-Swag, sfociando nell’Elettro Dance Music, con escursioni nel Chillout Smooth Jazz.

Il genere di ‘Let Me Be’ è Elettro/Pop/Dance. La prima stesura prevedeva solamente piano e voce a tre tempi: la classica ballad. A tre anni di distanza, eccola nella sua versione definitiva, con un ritmo a 4/4 stile dance e l’aggiunta di Synth e Keyboards anni ’80 ispirate da Van Halen e da gruppi rock come i Journey.

Una spolverata di latino con le conga, le ‘Millenium Hoop’ – ‘vocine’ campionate e trattate come suoni – e il gioco è fatto.”

Un pensiero per concludere in bellezza il nostro incontro? 

“Nel brusio di sottofondo di parole e melodie che passano alla radio, ‘Let Me Be’ si fa sentire come un monito: ‘Svegliati, Uomo, dal tuo torpore ipnotico, dal sogno che ti è stato imposto e non è tuo. Risvegliati a Chi sei e scoprirai di essere libero.”




“Un FANtastico Capodanno”

Un Capodanno FANtastico, come i “FAN” che l’hanno desiderato.

Tutto è cominciato il giorno in cui un fan di “City Hunter”, la serie animata cult che vede come protagonisti il private eye Hunter – nella versione japan “Ryo Saeba” – e la sua aiutante Kreta – nella versione originale Kaori Makimura – si è messo in contatto con il doppiatore italiano del personaggio protagonista: Guido Cavalleri.

Cristian – questo il nome del nostro fan – avrebbe tanto desiderato vedere i volti dei doppiatori italiani dei personaggi principali del suo anime preferito: Hunter, Kreta, Selene e Falcon.

Ed ecco la telefonata di Guido, preceduta da un messaggio su whatsapp.

Ho subito pensato a una live Reunion a quattro. Promossa e diffusa sui social più gettonati, ci avrebbe permesso di raggiungere, con la freschezza della diretta, il maggior numero possibile di fan.

L’Evento, “Buon Natale City Hunter”, è stato trasmesso in live streaming il 22 dicembre 2020: eccolo.

 

Un’eco imprevedibile.

E chi si sarebbe aspettata una partecipazione del genere? Io no di certo.

Nei giorni successivi, i commenti al video e i messaggi in modalità privata, su Messenger e Instagram, continuavano a fluire. Rispondere a tutti sarebbe stato impossibile: dovevo fare una cernita, per quanto sommaria, e scegliere quelli più rappresentativi.

Da giorni mi stavo arrovellando sul dono che avrei potuto fare ai miei viewers, in vista dell’Anno nuovo. Desideravo che fosse un momento prezioso, emozionante, caldo come l’abbraccio di un vero amico. Una diretta poteva essere l’ideale: un’ora spensierata per coloro che, a motivo delle restrizioni sanitarie, non avrebbero potuto raggiungere amici o parenti.

Non esiste un Capodanno senza abbracci. Dovevo fare qualcosa.

 

… ed ecco i commenti che mi hanno intenerito il cuore.

Maila: “Mamma mia mi viene da piangere a sentirvi”.

Emanuele: “Grazie di cuore di avermi cresciuto da piccolo ed emozionarmi ancora di più anche ora che da ragazzo sono adulto. Penso di parlare a nome di tutti: VE VOLEMO BENE”

Ivano: “Spero facciate altre reunion ragazzi, ci avete fatto passare una bella serata. Tanti auguri a tutti voi ragazzi. Siete meravigliosi e grazie di tutto.”

Ilaria: “Siete un pezzo della nostra meravigliosa infanzia”.

E infine il colpo di grazia di … Grazia: “Grazie per averci regalato un ritorno all’infanzia in un periodo così difficile. Passano gli anni ma l’emozione di sentire le voci di personaggi che tutti portiamo nel cuore rimane la stessa,  l’amore e la professionalità che mettete nel vostro lavoro si vede e coinvolge tutti noi fans. Tantissimi auguri di buone feste a tutti voi e spero di vedere altre reunion, vi si ama!”

Ok. Questa diretta s’ha da fare.

 

Ragazzi … ci siete?

Mi affaccio alla Messaggeria e creo un gruppo, aggiungendo i nomi dei doppiatori che via via mi vengono in mente. Con alcuni di loro ogni tanto ci si “parla” commentando i nostri post. Con altri mi sono persa di vista da tempo. L’algoritmo di Facebook, si sa, non perdona: se non c’è interazione ci si perde.

Ero consapevole del fatto che mi stavo muovendo a ridosso del Capodanno e che, con un tempo di preavviso così breve, non mi sarei potuta aspettare una risposta corale.

Eppure, la mia folle fiducia nell’esistenza mi ha suggerito di creare uno “spazio” così che la Natura, che aborrisce il vuoto, potesse venire a colmarlo a modo suo e nei suoi tempi. E così è stato.

 

… Ed ecco chi ha risposto all’appello.

In ordine di ingresso nel salotto virtuale del Canale YouTube:

Nicola Bartolini Carrassi: imprenditore, giornalista, doppiatore, scrittore, autore e produttore televisivo, sceneggiatore e paroliere italiano.

Ho chiesto a “Niki”, data la sua esperienza come doppiatore e soprattutto come autore, dialoghista, creativo organizzatore di eventi –  di rimanere con me per tutta la durata della maratona delle voci in diretta. Neanche a dirlo, la mia scelta si è rivelata azzeccatissima.

Elisabetta Cesone: attrice, doppiatrice, direttrice di doppiaggio.

Tra gli indimenticabili personaggi da lei doppiati: Picchiarello; la Zia Polly in “Pollyanna”; Miki in “City Hunter”; Meg in “Una Per Tutte, Tutte Per Una” (versione cartoon di “Piccole Donne”); Shirley Bennett (Ivette Brown) in “Community”; Jacqueline Mazerin (Josiane Balasko) nel film cinema “Torno Da Mia Madre” (la sottoscritta prestava la voce a sua figlia Stephanie, interpretata dall’attrice Alexandra Lamy).

Guido Cavalleri: doppiatore del personaggio di Ryo Saeba ovvero Hunter in “City Hunter”.

Dal 1990 al 1996 Guido ha condotto il programma per ragazzi “Ciao Ciao”. Dal 2001 è stato autore televisivo del programma “La Macchina Del Tempo” di Rete 4. Inoltre ha firmato il programma “Missione Natura” trasmesso su LA7.

Danja Cericola: doppiatrice e direttrice di doppiaggio.

Tra i personaggi da lei doppiati si ricordano: Marie Verneuil (Chantal Lauby) in “Non sposate le mie figlie” (la mia mamma! Io doppiavo la figlia depressa, Ségolène Verneuil); Evelyn in “Evelyn e la magia di un sogno d’amore”; Lady Isabel ne “I Cavalieri dello Zodiaco”; Pollyanna in “Pollyanna”; la Regina Nehellenia in “Sailor Moon SuperS”; Jirobay in “Dragon Ball”; Margherita e Barbara in “Lovely Sara”; India Von Halkein (Mary Kay Adams) nella soap opera “Sentieri” (qui doppiavamo madre e figlia adottiva: Dorie Von Halkein, interpretata dall’allora giovanissima Kimi Parks, aveva infatti la mia voce).

Stefano Bersola: cantante, compositore, interprete, autore.

Figlio d’arte – la sua mamma, Katty, faceva l’indossatrice ed è stata la prima donna d.j. in Italia mentre il papà, Giorgio, faceva l’attore di fotoromanzi – e fratello di Giovanna Bersola, in arte Jenny B.

Nel 1998 Stefano incide la sigla televisiva dell’anime “City Hunter” (arrangiata da Alberto Radius), in onda su Italia 7 Gold.

Nello stesso anno compone “Mi Hai Rapito Il Cuore” (arrangiata da Nicolò Fragile), sigla della serie d’animazione “Lamù La Ragazza Dello Spazio”, a cui seguono le sigle di “Patlabor”, “Sun College” e “Credi Sempre In Te”, per la serie direct-to-video “Magic Knight Rayearth”.

I suoi CD: nel 2014 “Anime Songs”; nel 2016 “City Hunter” (The Remixes); nel 2017 “Anime Duet” (con Luigi Lopez) e nel 2018 “Anime Collection”.

Pietro Ubaldi: doppiatore, cantante, attore.

Voce del pupazzo Four in “Ciao Ciao” e di Uan in “Bim Bum Bam”, ha prestato la sua voce, tra gli altri, ai personaggi di Marrabbio e Giuliano nelle serie TV: “Love Me Licia” (1986); “Licia Dolce Licia” (1987); “Teneramente Licia” (1987); “Balliamo E Cantiamo Con Licia” (1988).

Pietro ha inoltre doppiato, tra gli altri personaggi, il Re in “Mio Mini Pony”; Doraemon; Spike in “Alla Ricerca Della Valle Incantata”; Scooby-Doo in “Scooby-Doo”; Patrick Stella in “Sponge Bob”; vari personaggi in “Dragon Ball”.

Gianni Quillico: attore teatrale, doppiatore.

Ha dato la voce all’Uomo Ragno nel cartone animato degli anni 80, a Roger Girard (Bruno Le Millin) in “Primi Baci” (io doppiavo sua figlia Justine, interpretata dalla giovane attrice Camille Raymond), a Giobatta in “Calimero” (il papà di Priscilla), a Leslie Claret (Kurtwood Smith) in “Patriot”, all’Imperatore Carlo il Calvo (Lothaire Bluteau) in “Vikings”, a Francesco in “Essere Leonardo Da Vinci”, per la regia di Massimiliano Finazzer Flory.

Come attore televisivo ha partecipato ad alcuni episodi di “Casa Vianello” (2001) e “Camera Café” (2007). Inoltre ha recitato sul set di “Non si può morire ballando”, film diretto dal regista indipendente Andrea Castoldi.

Marco Benedetti: attore, doppiatore, produttore di cortometraggi, film, telefilm e spettacoli teatrali.

Marco è specializzato in Pronuncia inglese standard American e standard British.

Come doppiatore ha dato la sua voce, tra gli altri, ai seguenti personaggi: McAfee (Harris Dickinson) in “Matthias & Maxime” di Xavier Dolan; Makoto Edamura in “Great Pretender” (serie animata su Netflix); Bryce Walker (Justin Prentice) in “Tredici” (telefilm su Netflix); Alain in “Pokemon”.

Vittorio Bestoso: speaker, doppiatore e direttore di doppiaggio.

Tra i personaggi doppiati si ricordano Satam in “Aida Degli Alberi” e Falcon in “City Hunter”.

Lorella De Luca: attrice, doppiatrice e speaker.

Lorella è la bellissima voce di spot pubblicitari, documentari, film, telefilm, cartoni animati, videogame, audiovisivi promozionali e didattici, corsi di lingue e favole per bambini.

Dal 2011 è anche la voce ufficiale dei promo del canale televisivo Cartoonito.

Massimo Di Benedetto: doppiatore.

I personaggi da lui doppiati in film cinema, film d’animazione, serie TV e serie animate sono innumerevoli, e per questo vi rimando alla sua pagina su Wikipedia.

Nella manifestazione annuale “Cartoon & TV Awards” del 2005, gli è stato assegnato il premio “Miglior Rivelazione Voce Maschile”!

 

È stato un Evento memorabile …

La Live Reunion di Capodanno, tra amarcord, simpatici aneddoti e considerazioni sull’attuale non felicissima situazione degli attori e doppiatori italiani, è durata più di due ore. Eccola.

Vivissima la partecipazione dei nostri fan: il tempo è volato assieme a loro!

L’obiettivo dell’Evento è stato raggiunto: far sapere che ci siamo, che non siamo solo “voci”, che percepiamo e ricambiamo il loro affetto.

Abbiamo brindato insieme alla Vita, che ci ha accompagnati fin qui e ci guiderà ancora nell’anno a venire.
Se siamo ancora qui, infatti, vuol dire che abbiamo brillantemente superato imprevisti, prove e sfide.
Essere Eroi di anime e manga, tutto sommato, è facile.
Ecco perché i veri Eroi siamo tutti noi.
JL