“Tutte per Donna Sufì”

Sophia Loren a sedici anni.
Ritratto di Sophia Loren, attrice italiana dall’aspetto glamour. Indossa un abito senza spalline, una collana e orecchini di diamanti. Su sfondo bianco, scattato intorno al 1950. (Photo by Silver Screen Collection/Getty Images)

Tutte le strade portano alla realizzazione di un Sogno

Chi non ha avuto almeno un sogno da bambino? 

Poi, strada facendo, c’è chi se ne è scordato, chi lo ha perso fra i grovigli dei più urgenti impegni quotidiani, chi ne ha fatto un hobby preferendogli un lavoro “vero”, chi invece lo ha inseguito fino a raggiungere la vetta del successo e da lì, brillando, illumina il sentiero di chi è ancora in viaggio.

La storia che sto per raccontarvi vede per protagoniste cinque donne, ciascuna nel proprio ruolo, tutte impegnate nello stesso bellissimo progetto: celebrare in un radiodramma lo splendore di una stella di prima grandezza del migliore cinema italiano e internazionale: Sophia Loren. 

Lei, che il suo Sogno lo vive da decenni, può ispirare i sognatori che ambiscano a distinguersi nell’arte cinematografica.

Ed ecco i nomi dei personaggi coinvolti in quest’opera, in ordine di apparizione.

Francesca Giorzi: Responsabile della fiction radiofonica della RSI, la Radio della Svizzera Italiana con sede a Lugano.

Jasmine Laurenti: (la scrivente) giornalista culturale per betapress.it, scrittrice nonché “voce” di Nunziatina, cameriera dell’attrice Sophia Loren nella sua residenza ginevrina.

Francesca Quattromini: attrice amatoriale napoletana, mia provvidenziale “coach” in accento partenopeo.

Margherita Coldesina: Attrice e scrittrice di poesie nonché autrice, regista e coprotagonista del radiodramma dedicato all’intramontabile figura di Sophia Loren.

Mariangela D’Abbraccio: nota e pluripremiata attrice italiana di cinema e teatro, “voce” della Signora Loren.

La cosa che più amo del mestiere di attrice è il suo sorprendermi in modi sempre nuovi e arricchenti.

Questo radiodramma, scritto, diretto e interpretato per la Radio Svizzera Italiana dall’artista ticinese Margherita Coldesina, ne è un esempio. Intorno al suo bellissimo lavoro dedicato a Sophia Loren, ci siamo riunite nello studio otto, presso la sede di Lugano Besso, il 23 aprile scorso; ciascuna con il proprio bagaglio esperienziale, ciascuna in cammino verso la realizzazione del proprio Sogno.

La Chiamata

Ma andiamo per ordine. 

Tutto comincia, per la sottoscritta, il 19 marzo, quando ricevo una chiamata da Francesca Giorzi, responsabile della fiction radiofonica della RSI a Lugano.

“Jasmine, c’è questo personaggio carino, una cameriera napoletana… Come sei messa con l’accento partenopeo?”

“Grazie per aver pensato a me! Sai Francesca, il dialetto napoletano non rientra fra le mie specialità. Temo di non potervi aiutare, stavolta…” 

“Le battute non sono tante, e poi hai più di un mese per prepararti…”

“Vabbè, dai, ci provo.” E mentre lo dico, mi vedo lanciarmi fra le braccia di un tanghero argentino, io, che del tango ignoro pure i passi base. 

Il Mentore

Comincio a passare in rassegna le donne di Napoli che conosco. Mi viene in mente Chiara Sparacio, vicedirettore di Betapress.it, che è di origine siciliana ma vive a Napoli. È lei a mettermi in contatto con la giovane attrice Francesca Quattromini. Quest’ultima si presta gentilmente ad aiutarmi. Le propongo di lasciarmi un vocale su whatsapp, mentre legge le mie battute con accento partenopeo. Il gioco è fatto. Ho la sua traccia. Mi metto subito a “studiare”. Tanto, ho tutto il tempo che mi serve. 

Le Compagne di Viaggio

E arriva il grande giorno, alla radio.

Nella grande sala dove si registrano i radiodrammi, Margherita Coldesina è in postazione nelle vesti di autrice dell’opera, regista e attrice coprotagonista nella parte di… Se stessa!

Sin dalla più tenera età, lei scrive e recita. Il suo sogno è realizzarsi come attrice nel grande cinema. Come chi mira all’eccellenza, prende ispirazione da un’icona del cinema internazionale: Sofia Costanza Brigida Villani Scicolone, in arte Sophia Loren.

Ha appena sedici anni quando, sullo scaffale più alto di una videoteca, “incontra” la sua ignara mentore. Consuma, letteralmente, il nastro delle videocassette di novantatré su centoundici film, che vedono la sua stella polare brillare sul set accanto ad altri astri di fama mondiale.

Accanto a lei c’è Mariangela D’Abbraccio: stimata attrice napoletana, figlia e nipote d’arte, ha lavorato coi migliori in ambito cinematografico e teatrale. È lei che darà voce a “Donna Sufì”.

Da parte mia, Nunziatina, ce l’ho messa tutta per calcare le intonazioni suggeritemi da Francesca Quattromini nel suo vocale. Mi sento abbastanza pronta, ma l’incognita è grande. Margherita ha avi partenopei, Mariangela è un’attrice napoletana verace, Francesca pure… In “scova l’intruso” individuarmi è un gioco da ragazzi. 

E va bene, lo confesso: sono un’infiltrata, veneta da parte di padre e di madre. Non ho scampo, ma farò del mio meglio. Sudo freddo. 

La trama del radiodramma

Il radiodramma, che ha il sapore di un sogno lucido, profuma di caffè e ragù come si fanno a Napoli. Si svolge a Ginevra, nell’abitazione della mitica Sophia. Accanto a lei c’è la cameriera, “Nunziatina Esposito nata a Pozzuoli di anni sessantasette”, intenta a preparare il pranzo. 

A un certo punto suona il campanello e, per andare ad aprire, lascia il ragù sul fuoco. Trova una ragazza riversa sul pianerottolo, a “quatt’e bastune”: Margherita, appunto, nei panni della fan della celebre attrice. Le è bastato suonare il campanello e sentire la voce della domestica in arrivo per svenire, letteralmente, per la troppa emozione. Svenimento provvidenziale, il suo: la Loren, per consentire alla giovane donna di riprendersi, non solo decide di accoglierla in casa, ma anche di invitarla a pranzo.

Segue un divertente dialogo fra Sophia e Nunziatina la quale, scocciata per l’imprevisto che l’ha costretta a lasciare incustodito il suo ragù, se ne ritorna in cucina. 

Quindi serve a tavola e lascia le due donne a conversare, gustando il loro piatto di pasta. Tra una forchettata e un sorso di buon vino, Sophia e Margherita si scambiano memorie e aneddoti, via via arricchiti da dettagli inediti rivelati dalla Loren alla sua sempre più entusiasta ammiratrice.

Alla ricerca della Verità

Prima di registrare si fa una prova.

In sala nello studio otto siamo in tre: Margherita nei panni di se stessa, Mariangela nel ruolo di Sophia e la sottoscritta come Nunziatina. 

No, non va: il mio accento suona eccessivo, caricaturale. Ed è così che accade con i non nativi: per fingere di esserlo, si sforzano. Del resto, è quello a cui ci siamo abituati nel teatro goldoniano. Se gli attori non sono veneti, fingono di esserlo e si sente. Insomma: dobbiamo escogitare qualcos’altro. Un lieve accento francese? Un po’ mi dispiace, lo ammetto, per l’impegno che ci ho messo e anche per l’attrice di Napoli, Francesca Quattromini, che tanto gentilmente mi aveva aiutata. Del resto, comprendo che l’obiettivo è la naturalezza, non l’accento napoletano a tutti i costi. Così, si arriva alla conclusione che è meglio accennarlo appena. Interiorizzarlo, addirittura. Il risultato è più che dignitoso. Margherita è felice. Mariangela, sorridente e rilassata, annuisce. Francesca Giorzi entra in sala e ci scatta delle foto, immortalando la nostra avventura.

Funziona. Tiro un sospiro di sollievo. 

Mentre torno col pensiero a quei momenti, realizzo che noi donne eravamo spettatrici del graduale manifestarsi del sogno di Margherita.

L’Autrice infatti, come nelle migliori favole, aveva posto le premesse per avverare ben tre desideri: scrivere per la radio, incontrare di persona il suo Mito e, calcandone le orme, imporsi all’attenzione del grande cinema. 

Le auguro di cuore di seguire il brillìo della sua Stella fino a prenderne il testimone, sulla Vetta riservata a pochi eletti.

Mentre il suo viaggio è in corso, la raggiungo per un’intervista. 

 

L'attrice e scrittrice ticinese Margherita Coldesina

Il Sogno di Margherita Coldesina: “Non c’è nessuna porta”

J.L.: Chi è Margherita, oltre le parole che scrive e interpreta?

M.C.: È quella persona che la sta aspettando alla fermata successiva a quella in cui scende sempre.

J.L.: Qual era il suo sogno da bambina?

M.C.: Fare l’attrice oppure il falegname.

J.L.: A che punto è della sua realizzazione?

M.C.: Il falegname dell’anima sta scolpendo tutte le facce dell’attrice, compresa quella vera, incorruttibile anche dall’arte o dalle richieste di interpretare questo e l’altro personaggio.

J.L.: Aldilà del fatto che sia la leggenda vivente del cinema italiano e internazionale, perché proprio Sophia?

M.C.: Mi ha scelto lei, lei intesa come parte del tutto. Sophia è il frammento di un universo che ho conosciuto intimamente in altre vite, è un espediente incaricato di ricordarmi chi sono e perché sono qui sulla Terra con questa brama di calarmi in ruoli senza cinture di sicurezza allacciate. Quando entro in qualcosa, io ci entro del tutto, mi sporgo da me stessa e rischio tutto.

J.L.: Nella fiaba a lieto fine della tua icona, quali sono i momenti della sua vita privata e professionale che più ti ispirano nei momenti più sfidanti del tuo percorso?

M.C.: È nata sbagliata, con un padre che non l’ha riconosciuta. E invece di subire gli eventi conseguenti a un’infanzia fatta di miseria e fame, ha imbrigliato la sua sofferenza con le redini della disciplina e ha liberato il purosangue che sentiva intuitivamente di essere. E prima o poi, se sei un purosangue, corri talmente veloce che cambi il mondo e chi assiste alla tua corsa. Il coraggio, quando è incarnato, sconvolge, cambia le persone.

J.L.: So che, per poter scrivere di lei, hai passato in rassegna circa tremila tra giornali dell’epoca, riviste, rotocalchi e documenti d’archivio. E poi, le ore che hai trascorso a guardare novantotto dei suoi più che cento film e non una, ma più volte. Infine, ti ci sono voluti due anni per trovare il suo indirizzo di casa a Ginevra. Quanto è importante la perseveranza, nella realizzazione di un sogno?

M.C.: Direi che è l’unico requisito. Ma prima viene il talento. E la cosa bella è che ognuno ne ha uno. Una cosa in cui brilli ce l’hai tu, lui, la barista, quel bambino che gioca a calcio, la signora imbronciata qui vicino che beve un Martini. E col talento, se lo addestri, diventi un supereroe.

J.L.: E se il radiodramma fosse un modo per profetizzare il tuo incontro con Sophia nella vita reale? 

M.C.: Ne sono convinta. Ma, come dicono i saggi: “Tua è l’azione, ma non il frutto dell’azione.” Vedremo.

J.L.: Nell’opera riveli, di Sophia, l’aver vissuto il trauma del non riconoscimento da parte del padre. Se, come ipotizzi, è stato il dolore per quel rifiuto primordiale a spingerla sulla scala di un Successo planetario… Cos’è a spingere te a raggiungere la vetta del tuo successo?

M.C.: Anche io ho un Edipo consistente, mettiamola così. È sempre tutta una faccenda d’amore impastata con la tragedia, la vita. È come venire al mondo: funesto ed epifanico, no?

J.L.: A un certo punto, mentre si rivolge alla cameriera che minaccia di buttare il ragù rimasto a cuocere troppo a lungo, attribuisci alla Loren la frase: “Non l’hai patita tu la fame come me e mia sorella… E zia Dora, e mamma che cercava disperatamente tutto il giorno qualcosa da mangiare per noi, e mica si arrendeva.” E ancora: “Non un mito, ma una diva, sì. Coi piedi bene a terra, perché ho conosciuto la povertà, quella vera, ma ho anche vissuto un mondo dello star system che oggi ve lo sognate.” Sono parole che rendono l’idea di un’infanzia così umile e dura, che sembrerebbe impossibile poter soltanto immaginare, per la protagonista, un radioso futuro. Quanto può incidere e in che modo, secondo te, un critico esordio, sul buon esito di un destino? 

M.C.: Se non hai fame, non seminerai la terra, e non raccoglierai; se ti arrendi a soggiornare nella parte di te più diurna e ti rifiuti di sbirciare cosa c’è nascosto nel precipizio che ogni giorno ti sussurra all’orecchio le emozioni più violente, e le paure, e ciò che è inammissibile per te confessare, allora la vetta che ti è dato conquistare sarà rassicurante come una collinetta, al massimo un monte. Io punto alle stelle: quando arriverò in cima all’Everest cercherò una scala per il cielo e mi appenderò alla coda di un astro.

J.L.: Ecco, come vedi la tua ascesa nello Star System? Ritieni che al giorno d’oggi sia ancora possibile, per un’attrice, cogliere delle Opportunità, pur rimanendo fedele a se stessa e ai propri valori?  

M.C.: Credo che non esistano le epoche, esistono le proprie oscurità dalle quali emanciparsi; e non esistono le opportunità, esiste l’autolegittimazione a illuminare col proprio talento il mondo.

J.L.: Se il primo giro di boa artistico Sophia l’ha fatto grazie al sodalizio con il regista Vittorio De Sica, qual è il regista con cui stringeresti il tuo sodalizio artistico, per il tuo giro di boa?

M.C.: Se fossero vivi: Cassavetes e Visconti. Amo Woody Allen e Carlo Verdone, per restare sulla Terra. Ma anche centinaia di altri. Non è questione di registi, è questione di missione: so che mi verrà incontro chi favorirà l’esercizio di questo mandato che sento di avere.

J.L.: Quanto è importante, per te, il riconoscimento pubblico, come lasciare l’impronta delle proprie mani sulla Walk of Fame o l’assegnazione di un prestigioso premio? 

M.C.: Il mio piccolo io dice tantissimo, non vedo l’ora; il mio sé evoluto sorride. Indovina quale dei due è lecito ascoltare? Quale dei due ti rende più grande (e, di conseguenza, magicamente, artisticamente una bomba)?

J.L.: Sai, ho un debole per la mia bimba interiore. L’ho trascurata troppi anni per non tifare per lei. Oggi è a lei che dò la precedenza. E alla voce del Creatore, che tuona quando serve. Ma torniamo a Margherita. Riusciresti a conservare la tua semplicità, nonostante il Successo? 

M.C.: Chi mi conosce dice di sì. Vedremo, magari comprerò quattro limousine e girerò malvestita purché griffata, diventerò arrogante e smetterò di leggere i grandi maestri d’Oriente. Ma sospetto di no…

J.L.: La scena madre de “La Ciociara”, quella in cui Sophia, nei panni di Cesira, inveisce contro gli stupratori della figlia, è stata girata una volta sola. Com’è immedesimarsi in un ruolo al punto da viverne le emozioni in modo così vero, da non dover ripetere la scena una seconda volta? Come si fa a interpretare un ruolo in modo così autentico?  

M.C.: La bravura di un attore non è frutto di magia: è, banalmente, direttamente proporzionale al suo progresso spirituale in quanto essere umano, tutto lì.

J.L.: Nel tuo radiodramma Sophia dice: “Niente rende una donna più bella della convinzione di essere bella. Te lo devi sentire dentro, qui, nel petto.” Sono parole effettivamente sue, o gliele hai attribuite tu e se sì, in che modo rispecchiano il tuo approccio nei confronti dell’aspetto esteriore di una donna?

M.C.: Sono parole che le ho messo in bocca io, perché Sophia – se la guardi nelle interviste in TV appare in maniera eclatante – è così luminosa e ammantata di fascino perché dentro di sé ha costruito un edificio virtuoso. Una donna bella è bella solo perché è bella dentro, “sennò non ti innamori”. A dispetto di ciò che appare in superficie, la bellezza è meritocratica.

J.L.: Sophia, per te, non è soltanto il trionfo di curve e istinto: è l’emblema dell’incontro fra intelligenza e cuore: lì dove si incontrano il talento e l’opportunità. Come si fa a mettere d’accordo intelligenza e cuore?

M.C.: Avendo coraggio.

J.L.: E come si fa a riconoscere l’Opportunità della vita, quando si presenta?

M.C.: È ineludibile, suppongo. Io di sicuro la riconoscerò come riconoscerei un figlio.

J.L.: Per Sophia il coraggio è – parlando di Picasso – “Sapere di poter corrispondere perfettamente a ciò che vuole il costume dell’epoca – nel suo caso il realismo, e lui disegnava perfettamente – e decidere di spingersi oltre.” Cos’è il coraggio per Margherita?

M.C.: Avere una fede incrollabile nella missione che sento albergare in me. Esserne all’altezza. Proseguire, qualsiasi cosa (non) accada.

J.L.: Alla Loren fai dire: “Il cinema, cosa credi? Non è mica una passeggiata. Il cinema pretende; dà tanto, ma pretende.” A che cosa Margherita è disposta a rinunciare, per amore del suo Sogno?

M.C.: Alla versione di me che ha un minimo dubbio.

J.L.: Prima di lasciarci, vorrei tu dedicassi un pensiero a tutte le donne che stanno avanzando verso la realizzazione del proprio Sogno. 

M.C.: “La chiave è che non c’è nessuna porta.” È una delle mie ultime poesie, sicuramente una fra le mie preferite, ed è anche la frase-guida di un progetto di danza che sto sviluppando insieme a mia sorella Alessia, meravigliosa ballerina, donna e mamma.

J.L.: Ecco, appunto! Stai lavorando a nuovi progetti dietro le quinte? Ti va di anticiparci qualcosa?

M.C.: Quanto tempo abbiamo??!

J.L.: Eh, mi sa che è ora che raggiunga Francesca! (Saltando sul treno per Napoli) Ne parliamo la prossima volta, se ti va! (Esclamo, con voce portata, dal finestrino del treno in corsa).

 

Margherita Coldesina: Attrice, Scrittrice e Autrice di Radiodrammi per la Radio Svizzera Italiana

Il Sogno di Francesca Quattromini: “Illuminare il mondo”

Come già detto, a Francesca ho affidato le battute di Nunziatina, affinché le leggesse con accento napoletano in un vocale da inviarmi su whatsapp.

Riascoltando il suo messaggio più volte, sono riuscita – proprio io, veneta dal paleolitico da parte di padre e di madre – a interpretare il ruolo di una nativa di Pozzuoli che, in Svizzera da decenni, conserva ancora un’ombra delle proprie origini, nel modo di parlare spiccio e ironico.  

Attrice “non professionista” come tiene a precisare, recita da quando aveva tredici anni. Oggi va per i trentotto, ed è sempre attiva nel teatro amatoriale e nella produzione di audio fiction. Per lei la gavetta è quasi più importante del raggiungimento della… Vetta. 

La raggiungo per una breve chiacchierata e, visto che ci sono, le chiedo se ha un Sogno nel cassetto. Tutto quello che so, al momento, è che il 9 giugno prossimo, al Teatro Il Piccolo a Fuorigrotta (Napoli), sarà protagonista della commedia in due atti di Salvatore Barruffo “Un mistero al cimitero”. 

J.L.: A tredici anni hai preso parte a un laboratorio teatrale e da lì, non hai più smesso di recitare…

F.Q.: A undici anni, con le mie amiche, giocavo a interpretare i personaggi di alcuni film. È da lì che è nata, in me, la voglia di recitare. Poi un giorno mia madre venne a sapere che, vicino a dove abitavamo, si svolgeva un laboratorio teatrale. È lì che si è accesa in me la passione per il teatro, che amo con tutta me stessa.

J.L.: Hai preso parte a delle audio fiction con Yuri Salvatore (figlio dello scomparso artista napoletano Federico Salvatore, famoso per la sua canzone “Sulla Porta” ndr). Cosa ti ha lasciato questa esperienza come “voce”? Ti ha aiutata a crescere anche come attrice teatrale e se sì, in che modo?

F.Q.: Sono contentissima di aver preso parte a due audio fiction di Yuri Salvatore. Ha fondato la compagnia “Le Voci di Dentro”, di cui fanno parte attori di tutta Italia. Ogni attore manda a Yuri la registrazione della propria voce, così che possa essere aggiunta alle altre nella creazione dell’audio fiction. Aver potuto collaborare con lui mi ha arricchita tantissimo. Per noi attori, infatti, abituati ad avvalerci della gestualità e della mimica facciale per esprimere emozioni, riuscire a farlo con la voce soltanto è cosa non da poco. E poi, tieni conto che “Le Voci di Dentro” è nato proprio nel 2020, nel periodo più difficile per noi artisti, che non potevamo fare praticamente niente. Il suo è stato un modo per non far morire l’arte.

J.L.: Che consiglio daresti a chi volesse fare l’attore teatrale?

F.Q.: Il consiglio che gli darei è di non correre e fare la gavetta. Purtroppo i giovani d’oggi, anche per colpa dei talent, vogliono tutto e subito. Ma non funziona così. Se vuoi fare teatro, ad esempio, devi cominciare da zero e, magari, portare il caffè agli attori bravi cercando di carpire loro, dietro le quinte, i segreti del mestiere. Poi, pian pianino, iniziare con parti piccole e andare avanti, un passo alla volta, fino ad arrivare in cima. Se parti dalla vetta non impari nulla e “ti bruci”.

J.L.: So che sei stata scelta come protagonista di “Un Mistero al Cimitero”, commedia in due atti scritta e diretta da Salvatore Barruffo, in cartellone il prossimo 9 giugno al Teatro Il Piccolo a Fuorigrotta (NA).

F.Q.: Sì, reciterò il 9 giugno nella commedia “Un Mistero al Cimitero” del maestro Salvatore Barruffo, che recita da oltre quarant’anni – ha preso parte a “Un Posto al Sole” e a “La Squadra” – ha scritto moltissime commedie ed è autore di libri come “Cercasi cuore disperatamente” e “Tre casi per casa”.

J.L.: È la prima volta che reciti da protagonista?

F.Q.: No, non è la prima volta, ho interpretato il ruolo di Lisetta nella versione di Gianfranco Gallo della Lisistrata, “Quartieri Spagnoli”. Stavolta però è diverso, il personaggio di Lucia in “Un Mistero al Cimitero” è più importante… 

J.L.: Importante al punto di farti cambiare idea riguardo al tuo futuro come attrice di professione?

F.Q.: No, non cambio idea su questo. Non mi interessa né guadagnarci, né partire per le tournée. Sono felice della mia vita privata e disposta a tutto pur di proteggerla. A maggior ragione, ringrazio il maestro Salvatore Barruffo per avermi dato questa opportunità: lui ha visto e vede in me tante qualità. Lo ringrazio dal profondo del mio cuore, ma sto bene così. 

J.L.: Prendendo a pretesto il radiodramma scritto e diretto per la Radio Svizzera dall’attrice Margherita Coldesina, abbiamo parlato di sogni e del nostro viaggio verso la loro realizzazione. Qual è il tuo Sogno?

F.Q.: Il mio sogno è mantenere accesa, in me, la luce del mio amore per il teatro, che amo immensamente ed è una parte di me, e un’altra luce più grande: l’amore che sento per le persone che mi circondano e per la mia famiglia, mio figlio e mio marito. Il mio sogno è rimanere una fonte di positività per chi mi sta accanto e, per grazia di Dio, essere una brava persona. Mi auguro di riuscirci. 

J.L.: Grazie ancora Francesca, per avermi aiutata ad acquisire una prosodia partenopea! 

F.Q.: Grazie a te Jasmine ♥

 

 

 




“Cambia le tue frequenze e tutto cambierà!”

"Onde Sonore": immagine di Mohammad Usman
Immagine di Mohammad Usman

In principio era il Suono

E se davvero la creazione avesse avuto origine da un suono?

E se la voce umana avesse il potere di “plasmare” il nostro destino, nel male o nel bene?

E se potessimo, grazie ad apposite frequenze, curare o addirittura guarire le malattie?  

È interessante notare come a queste domande si trovi risposta nelle Sacre Scritture, laddove si parla del Verbo per mezzo del quale tutto è stato fatto e, senza di lui, nulla è stato fatto di ciò che esiste.

Riguardo al potere creativo della voce umana, nel libro dei Proverbi è detto che “morte e vita sono in potere della lingua” mentre, sull’argomento salute, è scritto che “C’è chi, parlando senza riflettere, trafigge come spada, ma la lingua dei saggi procura guarigione.”

A quanto pare, nella dimensione spirituale si è sempre saputo che sono le frequenze a creare e trasformare il mondo che esperiamo.

Nel tempo anche la scienza è riuscita a dimostrare l’indissolubile legame tra le frequenze e la realtà che ci circonda. Oggi sappiamo che tutto è frequenza e non soltanto ciò che percepiamo come suono, musica, rumore o parola: immagini, pensieri e simboli hanno una loro propria vibrazione e così gli animali, i minerali, gli esseri umani… Ogni cosa, visibile o invisibile, ha il proprio suono. Insomma: il Creato è una magnifica, immensa Orchestra e noi, ne siamo i più o meno consapevoli strumenti.

 

Nella foto: Krisztina Nemeth

La voce che guarisce

Krisztina Nemeth, laureata all’Università di Musica ed Arti Rappresentative a Graz in Austria, dopo 23 anni di esperienza come cantante lirica internazionale, abbraccia la propria vocazione di “Healing Voice” e di “Intuitive Coach”.

È autrice di tre libri, dei quali il primo porta la prefazione del Dott. Masaru Emoto, lo scopritore della memoria dell’acqua. 

Come “Voce che guarisce”, la studiosa viene invitata a molti congressi internazionali ed è un punto di riferimento in diversi Paesi negli Stati Uniti, in Sud Africa, Svizzera, Austria, Grecia, Italia, Spagna, Tibet, India, Bali, Mauritius, Hawaii. 

Il Frequencies Congress

Affascinata dall’argomento, Krisztina ne promuove la divulgazione ideando e organizzando il “Frequencies Congress”. L’Evento, giunto quest’anno alla sua quarta edizione, riunisce i maggiori esperti di frequenze nei rispettivi campi di applicazione.

All’immancabile appuntamento previsto per domenica 13 aprile ad Ascona interverranno medici, ricercatori, musicisti e musico-terapeuti, operatori olistici, esperti in numerologia, artisti. Alcuni presenteranno i risultati delle loro ricerche, altri terapie e concetti innovativi, altri ancora coinvolgeranno il pubblico con video e immagini suggestive. Al termine dell’Evento si terrà un concerto meditativo per innalzare le frequenze dei partecipanti.

L’obiettivo è evidenziare l’importanza delle frequenze, del suono, delle energie e il loro impatto su tutto ciò che esiste.

I relatori

Sul palcoscenico del Teatro del Gatto si succederanno, nell’arco di un’intera giornata esperienziale: 

Mirto Ferrandino (Italia), specialista in Bio-Cimatica e presidente della International Cymatic Association. Nel corso del suo intervento mostrerà al pubblico come il suono crea forme nella materia. 

Winfried Leipold e Gudrun Wiesinger, maestri del suono terapeutico, ci faranno ascoltare le pietre sonore e l’impiego di altri strumenti musicali terapeutici.

Il Dottor Ulrich G. Randoll (Germania): medico, ricercatore e inventore della terapia “Matrix Rhythm”, ha ottenuto notevoli successi nel trattamento di una grande varietà di malattie e ha formato migliaia di partner “Matrix Health” in tutto il mondo.

Il Dottor Roberto Ostinelli (Svizzera), medico internista e studioso di medicina integrativa, terapie bioenergetiche e frequenziali, dal 2008 cura i suoi pazienti con innovative tecnologie biofisiche e un approccio psicoanalitico emotivo.

Ing. Rasmus Gauss Berghausen (Austria): per quindici anni collaboratore del Dott. Masaru Emoto e ricercatore in idroscienze. Oggi il suo lavoro è legato alla HRV (variabilità della frequenza cardiaca) e alla sua traduzione in suono e colore.

Alessandro Puccia (Italia): artista fotografico di gocce d’acqua congelate e osservate al microscopio, accompagnerà il pubblico in un viaggio nel profondo di un mondo invisibile a occhio nudo.

Niko Caruso e Michela Pivato (Italia): operatori olistici, ricercatori e divulgatori di frequenze a uso terapeutico, usano le frequenze dei Numeri e l’intuizione per supportare e potenziare l’evoluzione delle anime in cammino.  

Beatrice Lafranchi (Svizzera): terapeuta e organizzatrice di workshop ed eventi su argomenti nell’ambito della crescita personale, mindfulness, consapevolezza e connessione del cuore.   

Jasmine Laurenti (Svizzera): giornalista internazionale e scrittrice, nota al grande pubblico come doppiatrice cine televisiva, parlerà dell’impatto delle parole cariche di intenzioni ed emozioni sul livello qualitativo del dialogo interiore.

Come anticipato, a conclusione dell’Evento i partecipanti potranno immergersi nel concerto meditativo dei musicisti e terapeuti Krisztina Nemeth (Svizzera), pianoforte e voce, e Antonio Testa (Italia), artista che innesta la propria espressività su conoscenze approfondite di etnomusicologia e musicoterapia, oltre che autore e produttore musicale di fama internazionale.

Il “Frequencies Congress” avrà luogo ad Ascona, in Svizzera, il 13 aprile prossimo, al Teatro del Gatto in via Muraccio 21. L’evento inizierà alle 09:45 e terminerà alle 18:45.

Gli ultimi biglietti rimasti sono acquistabili entro il 31 marzo a un prezzo scontato (CHF 157) visitando il sito: www.frequenciescongress.com

 




Diario di Eva alla 79ma Mostra del Cinema di Venezia – Terza Parte

Julianne and Me

La cronistoria di un sogno che si avvera

Mi ero ripromessa di scriverne al mio ritorno a Lugano ma, colta di sorpresa da un vortice di novità al mio rientro, riesco a farlo solo ora.

L’esperienza veneziana è stata un momento di gloria, un vero e proprio tatuaggio nella memoria.

A cominciare dai preparativi, come la scelta dell’abito e degli accessori.

Il meteo dava pioggia, per l’otto di settembre. Eppure, continuavo a “vedermi” nel mio lungo abito di seta damascata in nuances avorio e champagne con spalline sottili, con sandali d’oro e una micro borsetta dai cangianti riflessi argento e oro. Una chicca.

Si riaffaccia alla mia mente un’antica domanda: “Come potrei sentirmi a Venezia – città che, per me, non ha pari al mondo per carisma, fascino e mistero – passeggiando lungo il Lido brulicante di folla variopinta, in occasione della Biennale del Cinema?”

Quest’anno ho avuto l’ebbrezza di essere Eva in “Sola Nina”, secondo lungometraggio a firma del regista indipendente Massimo Libero Michieletto – il suo esordio alla macchina da presa è avvenuto con “Desiderie”, docufilm di cui abbiamo già parlato – interpretato fra gli altri dalle attrici Carlotta Piraino (Nina) e Maria Casamonti (Maria), coprotagoniste di una storia intrisa d’amore, imprevedibilità e speranza.

Il film, che mentre scrivo è in post produzione, è stato presentato lo scorso otto settembre alla conferenza stampa indetta dalla Treviso Film Commission assieme ad altre nove opere: un altro lungometraggio – “72 ore e …” di Luciano Luminelli – tre format e serie tv – “48 ore” di A_LAB Produttore, “Bottega Reato” di Restera Produzioni, “Drive Up” di Silvia Chiodini – un documentario – “I Colli Asolani” di Piero Cannizzaro – tre cortometraggi – “Until The Last Breath” di Eddy Colucci, “Bianco” di Elena Carnio, “Valdo Hills Meet” di Riccardo Della Vedova – un video promo – “Golfer’s Wide To Italy, GOLF TV Web Channel” IMG Produzione.

A Treviso, la città dei miei felici albori …

Ho scelto di pernottare a Treviso – città dove ho trascorso i miei primi, spensierati anni come “voce” alla radio – così che, a una ventina di minuti di viaggio da Venezia, avrei potuto immergermi nell’atmosfera festivaliera in modo dolce, graduale.

Senonché, sveglia di primo mattino, mi affaccio alla finestra e vedo, sul tetto del palazzo accanto al mio hotel, pozzanghere d’acqua e sopra, piccoli cerchi concentrici. Nell’arco di pochi minuti, è pioggia torrenziale.

Il cielo è bianco e il palazzo di fronte sembra giocare a nascondino in una nube di vapore. A un certo punto, sul davanzale, chicchi di grandine cadono con gran fragore.

Getto uno sguardo sul letto, sui jeans da abbinare a un maglioncino di cotone bianco e poi sul lungo abito, appeso alla specchiera dell’armadio, miracolosamente sopravvissuto al trasporto in valigia.

Mando un messaggio all’amica più cara – la mia “Fata Madrina” – e le chiedo un parere sul da farsi.

La risposta arriva, inequivocabile: “Non cambiare programmi. Comprati un impermeabile lungo, di nylon, da uomo e un paio di ballerine d’oro. Poi magari non piove …”.

Così, mentre fuori continua a diluviare, indosso il mio abito da diva e i sandali d’oro. In un morbido zainetto ripongo jeans e maglioncino, sperando di non dovermi cambiare.

 

A Venezia, la città dei gloriosi approdi …

C’è una canzone che mi piace moltissimo: “Destinazione Paradiso” di Gianluca Grignani. Decido di farne la colonna sonora del mio breve viaggio verso Venezia, di prima mattina, avvolta nel mio abito da sera. “Come se” il sole mi fosse garantito per tutto il giorno; “come se” mi attendesse l’Oscar come migliore attrice non protagonista; “come se” fosse tutto meravigliosamente già scritto, nel libro d’oro del mio Destino.

Mi siedo accanto a Massimo – il regista – e a Eliana – Segretaria di Produzione. Insieme pregustiamo la giornata che ci attende. Al capolinea, Venezia S. Lucia, ci raggiunge Carlotta – “Nina”, l’attrice protagonista. Dopo aver acquistato impermeabili in nylon tascabili, prendiamo il bus navetta che ci porta al Tronchetto e lì, a mezzogiorno, partiamo in battello per il Lido.

 

Un magico incontro

La memoria corre all’ormai lontano 2014, nel piccolo appartamento nel West Village, con la mia compagna di viaggio Lisa. Squilla il mio cellulare italiano. È la casa di doppiaggio che mi chiede la disponibilità per settembre. In direzione, l’attore Claudio Moneta. L’attrice da doppiare è Julianne Moore nella riedizione italiana di “An Ideal Husband”, film del 1999 diretto da Oliver Parker, tratto dall’omonima commedia di Oscar Wilde.

Beh, non capita tutti i giorni di essere scelti come voce senza passare per un provino. Claudio aveva fatto la sua scelta, bontà sua. Non mi restava che dire “sì, ci sono” e quando avrei potuto recarmi in sala di doppiaggio.

Ecco: il mio pensiero va a quel momento, in quel piccolo appartamento condiviso con Lisa a Manhattan. Quale onore poter dare la mia voce all’attrice – e che attrice! – Julianne Moore, nei panni della spregiudicata, elegantissima Mrs Laura Cheveley!

Ma torniamo a noi e alla nostra gloriosa gita veneziana …

Al Lido, sotto un timido sole, ci mettiamo in posa per la foto di rito. Oltre al regista Massimo Libero Michieletto c’è Eliana Boschiero (Segretaria di Produzione) e le attrici Carlotta Piraino (Nina), Giovanna Digito (la ragazza vestita da sposa) e la sottoscritta (Eva, sorella maggiore di Nina). Con noi c’è anche una distinta signora, Lisa, uno degli sponsor del Progetto.

Manca qualche minuto all’inizio della conferenza che si terrà in una delle sale dell’Hotel Excelsior. Temporeggiamo, chiacchierando del più e del meno.

A un certo punto, passa davanti a noi un gruppetto di persone e in mezzo a loro, l’esile figura di una donna in tee shirt e pantaloni blu scuro, un berretto con frontino in tinta ben calcato sulla fronte, e un paio di occhiali neri. Sarà la chioma rossa … sarà l’elegante andatura … ha un’aria familiare. Incrocio il suo sguardo, le sorrido e, per un istante, ho l’impressione che mi stia ricambiando!!!

Ma certo! È Julianne Moore! Condivido felice la mia scoperta con il resto del gruppo, aggiungendo di averle dato la mia voce nella riedizione italiana dell’home video di “Un Marito Ideale”.

Sono contenta e paga di averla vista passare, a pochi metri da me.

 

Se puoi avere di più dalla vita, perché accontentarti?

Alle mie parole, la reazione di Eliana è immediata: “Ma come, le hai dato la tua voce e non glielo dici???!!! Ma quando si ripresenta un’occasione come questa?!?” Eli è un fuoco d’artificio in pieno giorno. Si offre di accompagnarmi. Ci dirigiamo a passo spedito verso l’ingresso principale. A un certo punto dobbiamo correre, perché il gruppetto è a pochi metri dall’entrata e gli basta un attimo per scomparire alla nostra vista, scortato da una guardia del corpo.

Non mi resta che portare la voce, sollevarla come si fa a teatro affinché lo spettatore dell’ultima fila possa udirla: “Hello Mrs Moore, I’m Jasmine Laurenti, your Italian Voice in the Italian re-edition of ‘An Ideal Husband’!!!”.

Silenzio. Nel venticello veneziano, quell’esile creatura si gira verso di me, a un passo dalla porta d’ingresso … scosta con la mano la guardia del corpo pronta a impedire il nostro incontro e mi sorride, come una bambina che scarta il suo regalo di compleanno.

“Really????” “Really”. Segue un abbraccio e un gioioso, reciproco apprezzamento. Penso alla bravissima doppiatrice che le ha dato la sua voce nella prima edizione italiana, la bravissima Roberta Greganti. Col pensiero condivido la mia gioia con lei, sperando che abbia il dono della telepatia.

 

Morale di questa breve, felice storia.

La vita è costellata di felici, inaspettati avvenimenti. Per tutti, nessuno escluso. Anche per te, che stai leggendo queste righe proprio ora. È che pensiamo spesso, ed è questo il nostro errore, di aver già ricevuto “abbastanza”.

Ma la vita ha sempre un asso nella manica e, quando meno te lo aspetti, ti presenta un Regalo.

Io sono stata benedetta doppiamente. Anzi. Triplamente.

Nell’aver colto l’opportunità di fare la mia parte in un Progetto di valore non mio, come se fosse stato un po’ anche mio.

Nell’aver riconosciuto in un’esile figura di passaggio, una delle attrici a cui ho dato la mia voce. Una delle mie preferite.

Nell’aver ricevuto, al momento giusto, una dose di scoppiettante entusiasmo per la Vita: l’entusiasmo bambino di chi in Essa si abbandona e si fida. Grazie Massimo. Grazie Eliana. E grazie Julianne!

Alla prossima,

Jasmine

Incontro Julianne Moore

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 




“La Vita è una Scultura” con Sergio Grasso.

Aperitivo in trattoria …

Sono passati trentatré anni dalla sera in cui, in quella trattoria nel trevigiano, aspettando che si liberasse un tavolo, Sergio propose di farci un “cicchetto” al bancone.

Non dimenticherò mai il suo sguardo, quando mi azzardai a chiedere una cola: a distanza di più di tre decenni, al solo ricordarglielo, sgrana gli occhi come alla vista di uno spettro. Divertito però.

Ma torniamo indietro di trentatré e una manciata d’anni.

 

… nella ridente Marca Trevigiana.

Correva l’anno 1976. Le prime Radio private spuntavano qui e lì, come funghi dopo una bella piovuta.

Un giorno mamma portò a casa una bianca Brionvega.

Non mi ci volle molto a scoprire il paradiso, selezionando la modalità “fm”.

Fu subito amore: abbandonai la Barbie e Ken per Radio Marca, un crogiuòlo di talenti vocali tra i quali spiccava, per spessore e autorevolezza, lo speaker Sergio Grasso, allora poco più che ventenne.

Ci sono cose che la ragione non può spiegare. L’istinto invece sì: è “lui” a dirti che qualcuno è lì soltanto di passaggio, che il suo Destino è altrove, e la sua voce sarà udita (quasi) ovunque.

Così è stato.

Trentatré e una manciata d’anni dopo …

… mentre il resto d’Italia è davanti alla tv per godersi la finale del Festival di San Remo, incontro il mitico “Sergione” per una chiacchierata.

Nato a Venezia l’undici dell’undici del cinquantacinque alle ventidue e ventidue – quale esperto numerologo non vorrebbe tracciare il suo profilo? – la vita di Sergio si snoda in cicli della durata di undici anni: giusto il tempo di farsi venire nuove Idee, intraprendere nuove avventure, portare a compimento nuove imprese.

La prima di una serie di tappe che lo avrebbero portato, negli anni successivi, a esplorare il variegato mondo dei media come “voce” e non solo, fu la Radio.

Interviene e puntualizza: “Si dice ‘mèdia’, non ‘mìdia’, visto che deriva dal latino”.

In vena di confidenze, Sergio ammette di aver sempre odiato la sua voce fin da quando, appena undicenne, prendeva lezioni di canto lirico da Mario Del Monaco. Come baritono.

Prosegue raccontando che, quando gli capitava di chiamare l’amichetta per chiederle di uscire … se rispondeva lei, tutto bene. Se invece rispondeva il suo papà, Sergio si spacciava per suo padre e a quel punto, cominciava la commedia degli equivoci.

Alla fine, malgrado i paradossi, ad averla vinta è l’Esistenza: ovunque Sergio ha messo piede – alla radio, in studio di registrazione, in sala di doppiaggio, alla tv e in teatro – rimane l’eco del suo “vocione”, le emozioni che ha trasmesso, il piacevole ricordo di chi lo ha apprezzato come Speaker, Doppiatore, Autore, Attore, Regista Teatrale …

 

Una Voce, una Penna e un’ardente Passione per la Cultura del Cibo.

Ecco i tre ingredienti della magica Ricetta di una Vita che è sempre un work-in-progress! O, per dirla all’italiana, un “lavori in corso”!

Di Sergio ho sempre ammirato il coraggio di superare i limiti imposti da ogni “ruolo”, da lui già incarnato con successo.

Di persone eccellenti in ciò che fanno ne incontriamo, nella vita. E non importa se, nel tempo, si appassioneranno ad altro: la tentazione, per l’attore, è continuare a crogiolarsi sugli allori del passato. Lo spettatore invece si addormenta, certo che il proprio beniamino sia “quel che ha già  fatto” e più nient’altro.

Ma torniamo a Sergio.

Nei primi Anni Novanta, la sua vena artistica incontra e si fonde con quella di Alchimista dell’Arte Culinaria, Filosofo del Gusto e della sua Storia, Antropologo alimentare, Amante dei prodotti tipici e della Cultura che li ha generati – Storia, Geografia, Usi e Costumi, Tradizioni, Arte, addirittura Archeologia – cogliendone i significati rituali e sociali.

Ed ecco entrare in gioco l’esperienza, fino a quel momento maturata in teatro: il carisma dell’attore, la colta creatività dell’autore e la leadership del regista, fanno di lui l’ospite televisivo perfetto, il giudice imparziale disposto a giocarsi l’approvazione dell’audience, pur di non scendere a compromessi con i “Cuochi d’Artificio” (i personaggi costruiti a tavolino dal “sistema”: più divi e “influencer”, che veri cuochi).

Nel frattempo, la sua fama di esperto di storia sociale del cibo e dei costumi alimentari, varca i confini d’Italia e si spande per il mondo, come profumo di pane appena sfornato.

Per lui, infatti, gli alimenti sono più che “nutrienti”: sono “marcatori culturali”!

In altre parole: il cibo di un Popolo ne rappresenta l’Identità, la Cultura, la Civiltà. Non rimane che metterci a tavola e assaggiarlo, per conoscere davvero la Nazione che ci ospita!

 

Un Curriculum lungo una vita.

Come è facilmente intuibile, le sue aree di interesse più importanti sono: Cibo, Cultura, Civiltà antiche e moderne, Arte, Storia, Geografia, Viaggi, Archeologia, Antropologia alimentare …

Dal suo profilo – aggiornato con cura dall’Ufficio Stampa – estraggo i ruoli da lui rivestiti nei momenti più salienti della sua carriera, ancora in pieno svolgimento.

Il mio elenco, sommario e incompleto, rende l’idea di chi sia il professionista “Sergio Grasso”: speaker radiofonico e pubblicitario; doppiatore cine televisivo; autore e conduttore televisivo; autore e interprete di monologhi legati all’arte, alla storia e all’alimentazione; regista e attore teatrale; documentarista; food-writer; docente universitario; ricercatore e membro di commissioni scientifiche e tecniche; antropologo e consulente alimentare; esperto di gastronomia e merceologia; giudice tecnico e “mentore” del programma “La Prova del Cuoco”; autore e coordinatore dei contenuti antropologici e agronomici del reality “La Fattoria 1870”; animatore di manifestazioni enogastronomiche; curatore della progettazione e realizzazione di eventi gastronomici legati alle rappresentazioni del cibo nell’arte; scrittore, editore, pubblicista …

L’elenco potrebbe continuare, ma mi fermo qui.

Come una lista della spesa non può esprimere un pranzo preparato con amore, da gustare con gli affetti a noi più cari … un curriculum da solo non basta a raccontare la bellezza e il valore di un Essere Umano.

È stata una piacevole chiacchierata, quella di venerdì 5 marzo con Sergio Grasso, perché si è parlato un po’ di tutto.

Ne è uscito il ritratto di un Uomo coerente con se stesso e con i propri Valori; un uomo che, piuttosto che tradire ciò in cui crede, ringrazia con garbo, saluta e se ne va per la sua strada.

Il suo Viaggio dell’Eroe è tuttora in corso.

Verso la fine del nostro incontro, Sergio accenna a interessanti novità delle quali, “per scaramanzia”, preferisce non parlare.

Prima di accomiatarci, mi mostra con fierezza i “santini digitali”: le foto di Shanti, la sua adorata nipotina.

Di lui, questa bellissima bambina ricorderà che “… se l’ha avuto, un nonno, è già una fortuna; che il nonno scherza, ride e la fa ridere, le morde il sederino …”

La sua eredità per lei, la frase-mantra è: “Aspettati poco dagli altri: quel che ti serve nella vita, è già dentro di te”.  

E ancora: “La vita è una scultura, non una pittura: la pittura si fa aggiungendo delle cose su una tela bianca; la scultura, invece, si fa togliendo della materia per tirar fuori quel che c’è ‘dentro'”. La nostra vera Essenza!

Questa intervista è un’altra gemma preziosa incastonata nel Progetto di valore sociale “Ondina Wavelet World”, il Progetto multimediale che ha per Scopo la creazione di una Cultura basata sulla consapevolezza del Potere creativo delle nostre Parole.

E quando le Parole che pensiamo, diciamo e agiamo in coerenza, coincidono con i veri Valori dell’Uomo, possiamo dar vita, tutti insieme, a un mondo bellissimo.

Per partecipare iscriviti al Canale YouTube “Jasmine Laurenti” e, se i contenuti risuonano con te, fai del Progetto il “tuo” Progetto, abbonandoti al Canale stesso.

Ecco il video e il podcast della stupenda chiacchierata con “Sergione”.

Alla prossima!

Con Amore,

la vostra Eroina acquatica Ondina Wavelet (Jasmine Laurenti).

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 




“La mia voce ti accompagnerà”

C’era una volta …

… Nonna Albina, antesignana del doppiaggio assieme a Tina Lattanzi. Mi sembra di sentire le due donne conversare tra loro in penombra, davanti a un leggìo mentre scorre, sullo schermo, un film in bianco e nero.

Albina avrà una figlia, Tina, che farà dell’arte materna la propria missione. La voce della giovane è quella della tata di colore nei celebri spot che vedono per protagonista l’attore Mimmo Craig … poi ci sono il Gazzettino Padano, La Domenica Sportiva, i listini di borsa, il doppiaggio, le lezioni di dizione …

Anche Tina avrà una figlia: Laura.

E qui ha inizio la storia che voglio raccontarvi.

 

Una figlia amatissima, un’enfant prodige

Figlia d’Arte, Laura respira l’Amore dei suoi genitori per la Cultura, la Bellezza e l’Armonia.

Il papà, Giangiacomo Merli, fa il pittore. La mamma è una delle voci più apprezzate d’Italia.

A cinque anni Laura segue le orme materne negli studi di Radio Rai, a Milano: la sua carriera di attrice, doppiatrice, voice over artist e speaker pubblicitaria, inizia quindi prestissimo.

Accanto ad attori del calibro di Ottavio Fanfani, Franca Nuti, Giancarlo Dettori, Renzo Palmer, interpreta vari personaggi in numerosi sceneggiati radiofonici.

Nel tempo impara a leggere e interpretare qualsiasi testo – dal servizio giornalistico al voice over di interviste a ospiti stranieri, dal doppiaggio di soap opera, telenovelas e cartoni animati, allo speakeraggio di una miriade di spot pubblicitari.

Le Orme, Enrico Maria Papes de I Giganti, I Gemelli Diversi e Simone Cristicchi la vogliono con loro in sala di incisione.

Alla fine, però, saranno tre colossi della telefonia mobile a consacrare la sua voce come Brand nazionale, nelle rispettive segreterie telefoniche.

A Laura questo un po’ dispiace, ma tant’è: è un segno dei nostri – superficiali – tempi.

 

Se gli occhi sono lo specchio dell’anima …

… la voce è la profonda, atavica vibrazione di ciò che in noi è eterno e prende forma materiale per un tempo.

Di tutte, questa è la parte di storia che preferisco. Laura sceglie la sua strada. La sua mission è fuori dalle sale di doppiaggio.

È ovunque indossi il camice bianco di medico psicoterapeuta.

Ovunque lei accolga i suoi pazienti, li ascolti, parli loro con dolcezza e li accompagni con la voce a ritrovare, o scoprire, la via di “casa”.

Le parole scorrono sommesse, come un tranquillo fluire di metafore alle quali chi ascolta può associare immagini, sensazioni, ricordi. In questo Milton Erickson era un precursore: con o senza trance, il paziente abbandona le difese e si lascia “attraversare”.

Ed è qui che accade la magia: la magia di una voce che, educata a un’eccellente Comunicazione Para Verbale, si fa strada nei meandri della mente di chi l’ascolta. Aggirandone le resistenze, conquistandone la fiducia, immergendosi nelle profondità della Coscienza: lì dove incontra la sorgente di ogni sofferenza.

Per Milton Erickson, invisibile e onnipresente mentore di Laura, ogni persona è un mondo a se stante e il suo dolore è fonte di ispirazione, un dono, un prezioso insegnamento.

 

Un ponte fra terra e cielo

Basta una frase a volte, una parola a guarire l’anima di chi l’ascolta; un libro, un film, il pensiero di un filosofo …

Laura sceglie con cura, di volta in volta, i suoi strumenti. Ciascuno di essi, se usato con saggezza, può aprire le porte di una mente al Cambiamento: morire al vecchio sé, risorgendo a nuova vita.

“La vita – dice Laura – è un continuo cambiamento e il nostro è un continuo adattarci a esso.

In realtà, le persone che arrivano sanno già dove vogliono andare. Si affidano a me e io le guido.

Hanno bisogno di conferme. Hanno bisogno di qualcuno che le prenda per mano, le guidi a capire che valgono, che sapranno affrontare il cambiamento che si accingono a superare.

Io li accompagno con la voce. Anche Milton Erickson diceva: ‘La mia voce ti accompagnerà.'”

Ho incontrato Laura Merli in occasione del Soul Talk di venerdì 12 febbraio 2021 alle 22:30 in Live Streaming sul Canale YouTube “Jasmine Laurenti”.

Ecco il video dell’intervista.

LOve e alla prossima!

Ondina Wavelet

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 




Buon Compleanno, Sentieri!

Ritorno sui miei passi …

Capita che un giorno mi chiedano di rilasciare un’intervista come doppiatrice.

Chi mi conosce in quel ruolo sa quanta passione, quanto entusiasmo e amore abbia profuso al leggìo in più di trent’anni di lavoro, che “lavoro” non è mai stato.

Tutto è iniziato il giorno in cui mi sono imbattuta in una rivista aperta su un trafiletto: la pubblicità dei corsi di doppiaggio al Centro Teatro Attivo di Milano, il famoso “C.T.A.”

Alzi la mano chi degli attori, doppiatori, presentatori, cantanti e ballerini non ci è mai passato, quand’era ancora in via Savona 10!

Quanti ricordi legati al provino di ammissione al corso – tra decine di aspiranti doppiatori, provenienti dalle migliori scuole di teatro di Milano – da me miracolosamente superato pur non avendo alcun curriculum né titolo.

Unico background: i lunghi pomeriggi trascorsi ad ascoltare le voci dei miei doppiatori preferiti, nelle soap opera che avevo imparato ad amare.

Tra queste c’era anche lei: “Sentieri”. È bastata qualche puntata a seguire la storia d’amore tra Morgan e Kelly, per accorgermi che non avrei più potuto farne a meno.

Ah … beata gioventù, beata incoscienza, inconsapevole della propria sfrontatezza, del proprio coraggio!

Sono andata incontro al mio destino di “voce” a braccia aperte e la Vita mi ha abbondantemente ripagata per i viaggi notturni in treno e, soprattutto, per le interminabili ore trascorse ad ascoltare, imitare, ripetere le battute dei miei doppiatori preferiti alla tv.

Sono certa di non esagerare se dico che è a loro, alle voci nell’ombra delle sale di doppiaggio, che dobbiamo gran parte del successo e dell’irresistibile fascino di attrici, attori e personaggi dei cartoon.

Tornando all’intervista …

Un giorno Ross, uno dei fan del doppiaggio più affezionati, ragazzo di una dolcezza e pazienza rari come i quadrifogli, mi contatta per dirmi che “qualcuno” mi sta cercando per un’intervista sul mio doppiaggio in “Sentieri”.

Assieme all’inseparabile amico Marcello, Ross ha creato un gruppo su FB, “Sentieri OnLine”.

Marcello, da parte sua, ha dedicato alla storica soap l’omonimo blog online.

Blog e gruppo sono veri e propri database, archivi in cui, più volte al giorno, admin e membri pubblicano e si scambiano foto di attori, di introvabili cimeli e spezzoni in lingua originale o italiana dei loro beniamini sul set.

Entrare a far parte del gruppo o visitare il blog è come aprire il vaso di Pandora.

Nonostante, a motivo dei non più altissimi indici d’ascolto, la soap più longeva del pianeta sia stata bruscamente interrotta – in Italia la messa in onda degli episodi si è fermata, con grande dispiacere di noi “voci”, a settecento puntate dall’affrettato “finale” americano – le ricerche dei fan più appassionati continuano senza sosta.

Ed è meraviglioso come, nel tempo, si sia creata un’affettuosa liaison fra doppiatori storici, fan, esperti, giornalisti e attori americani!

 

 Mi metto subito al lavoro …

In “Sentieri” ho dato la mia voce alla dolcissima Marah Shayne Lewis (Ashley Peldon, allora seienne), alla birichina adolescente Dorie Smith adottata Von Halkein (Kimi Parks), al personaggio di Rae Rooney (interpretato dall’attrice Allison Daugherty) …

Ma c’è un personaggio che ho amato più di tutti: Dinah Marler.

Quando appare sulla scena, Dinah ha già alle sue spalle una tribolata storia personale e familiare.

All’inizio a vestirne i panni è l’attrice Jennifer Gatti. Le viene data la voce di una mia collega, Paola Bonomi, che ricordo con affetto. La sua è una voce profonda, corposa, rotonda. Le stava a pennello.

A un certo punto, inaspettatamente, compare al suo posto un’altra attrice: Paige Turco, una “fatina” dai lineamenti dolci.

In S.e.d.e. – lo storico nome della Casa di Produzione che ha curato l’edizione italiana di “Sentieri” – decidono di chiamarmi per un provino. Lo vinco. Il resto è storia, come si usa dire.

A Paige Turco subentra poi la bella e bravissima Wendy Moniz.

Infine Gina Tognoni, l’ultima delle mie “Dinah”.

Ma è proprio nel periodo dell’intensa interpretazione che di Dinah offre la splendida attrice Wendy Moniz, che accade un’inspiegabile magia: ciò che accade al personaggio nella soap, accade anche a me nella vita reale.

Incredibile ma vero: per uno strano scherzo del destino, le vicende che vedo scorrere sullo schermo le vivo per davvero, nel mio quotidiano.

Così, accanto a me sul leggìo in sala di doppiaggio, oltre alla bottiglietta d’acqua porto i fazzoletti di carta.

In una sorta di psico dramma rido, mi arrabbio, piango con la mia Dinah. Per davvero.

Decido di raccontare anche questo nell’intervista di Ross e Marcello. Ecco il video.

 

Ora tocca a me intervistare voi!

Propongo a Ross e a Marcello di ricambiare l’intervista, ospitandoli nel mio Talk Show del venerdì sera.

Da qui in poi, tra noi è un susseguirsi di idee, messaggi, link, inviti, argomenti … un’innocente palla di neve si trasforma presto in una valanga di ricordi, emozioni, celebrazioni. Ho come la sensazione che ne verrà fuori un Evento epocale.

Amo sognare e adoro farlo in modo esagerato, portando l’asticella dei miei obiettivi sulla luna e oltre, pensando: male che vada arriverò a metà percorso, a un quarto forse, o a un decimo … ma sarà sempre più di quanto avrei mai fatto, se avessi posto l’asticella in cima al Monte Brè.

Meraviglia è incontrare sul proprio cammino persone che, come noi, un minuto dopo averne parlato prendono il telefono e lo fanno!

 

Nasce così “Sentieri Live Reunion”

Il risultato è “Sentieri Live Reunion”: Evento trasmesso in live streaming sul Canale YouTube “Jasmine Laurenti” a partire dalle ore 21:00 del 25 gennaio 2021.

La data non è casuale, perché coincide con:

l’84° Anniversario della messa in onda della prima puntata radiofonica negli States (25 gennaio 1937)

il 39° Anniversario della messa in onda della prima puntata in Italia (25 gennaio 1982)

il 25° Anniversario di http://www.sentierionline.net/: il primo sito italiano dedicato a “Sentieri” (25 gennaio 1996)

Grazie all’indefesso lavoro di Rosario (public relations sotto forma di chiamate, email, messaggi, preziosi suggerimenti), Marcello (creazione del logo ed editing delle sigle, degli special e di tutti i contributi video degli attori americani e dei doppiatori non presenti alla live) e della sottoscritta (coordinamento, composizione del “puzzle”, conduzione del programma), prende vita la prima Live Reunion di attori, doppiatori, giornalisti, esperti, appassionati fan di una delle Soap Opera più amate al mondo.

Tra gli Ospiti, oltre a noi tre, la splendida conduttrice di “Buon Pomeriggio” Patrizia Rossetti; i giornalisti Giorgio Bellocci, che a “Sentieri” dedicò la sua tesi di laurea; Sante Cossentino, titolare di Massmedia VIP Blog; Andrea Simone Mongiardino.

E poi gli attori americani Toby Poser, Justin Klosky, Judi Evans, Robert Newman, Sonia Satra, Morgan Englund, Paulo Benedeti, David Andrew Mc Donald, Tina Sloan, Saundra Santiago, Orlagh Cassidy, Denise Pence, Nancy St. Alban, Kimberley Simms, il Responsabile P.R. Alan Locher e, a sorpresa durante la trasmissione, la “mia” Wendy Moniz!

I doppiatori Anna Bonel, Danja Cericola, Marina Thovez, Paola Della Pasqua, Giulia Franzoso, Laura Merli, Elisabetta Cesone, Valeria Falcinelli, Franco Ferri, Francesco Orlando, Pasquale Ruju, Pietro Ubaldi, Patrizio Prata, Gianluca Iacono, Nicola Bartolini Carrassi; in video Marcella Silvestri, Lara Parmiani, Patrizia Salmoiraghi, Jenny De Cesarei, Jolanda Granato, Massimiliano Lotti, Cristina Giolitti, Gabriele Calindri, Graziella Porta, Mariagrazia Errigo, Renato Novara.

Sono inoltre intervenuti Antonio Genna, webmaster fondatore del sito “Il Mondo Dei Doppiatori”; Salvatore Sposito, conduttore con Daria Graziosi di “Donna TV”, il canale rosa delle telenovelas; Rita Cuccaroni e Daniele De Marco, invisibili ma preziosi collaboratori di Ross e Marcello rispettivamente nel blog e nel gruppo FB “Sentieri OnLine”.

Ed ecco, per la gioia di chi ha seguito per anni le avventurose vicende dei suoi beniamini davanti al piccolo schermo, il frutto del nostro lavoro: l’Evento “Sentieri Live Reunion”.

 

Tutto è bene quel che finisce bene.

Nessuno di noi si sarebbe aspettato un finale così … improvviso: un vero fulmine a ciel sereno! Una cosa è certa: gira voce che questo Evento sia solo il primo.

Shhhhhh … io non vi ho detto nulla. L’ho solo scritto. Ok? Alla prossima!

LOve, la vostra Ondina – Jasmine Laurenti – Wavelet.

(Nella foto: Wendy Moniz. Tra tutte, la mia Dinah Marler preferita)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 




“Un FANtastico Capodanno”

Un Capodanno FANtastico, come i “FAN” che l’hanno desiderato.

Tutto è cominciato il giorno in cui un fan di “City Hunter”, la serie animata cult che vede come protagonisti il private eye Hunter – nella versione japan “Ryo Saeba” – e la sua aiutante Kreta – nella versione originale Kaori Makimura – si è messo in contatto con il doppiatore italiano del personaggio protagonista: Guido Cavalleri.

Cristian – questo il nome del nostro fan – avrebbe tanto desiderato vedere i volti dei doppiatori italiani dei personaggi principali del suo anime preferito: Hunter, Kreta, Selene e Falcon.

Ed ecco la telefonata di Guido, preceduta da un messaggio su whatsapp.

Ho subito pensato a una live Reunion a quattro. Promossa e diffusa sui social più gettonati, ci avrebbe permesso di raggiungere, con la freschezza della diretta, il maggior numero possibile di fan.

L’Evento, “Buon Natale City Hunter”, è stato trasmesso in live streaming il 22 dicembre 2020: eccolo.

 

Un’eco imprevedibile.

E chi si sarebbe aspettata una partecipazione del genere? Io no di certo.

Nei giorni successivi, i commenti al video e i messaggi in modalità privata, su Messenger e Instagram, continuavano a fluire. Rispondere a tutti sarebbe stato impossibile: dovevo fare una cernita, per quanto sommaria, e scegliere quelli più rappresentativi.

Da giorni mi stavo arrovellando sul dono che avrei potuto fare ai miei viewers, in vista dell’Anno nuovo. Desideravo che fosse un momento prezioso, emozionante, caldo come l’abbraccio di un vero amico. Una diretta poteva essere l’ideale: un’ora spensierata per coloro che, a motivo delle restrizioni sanitarie, non avrebbero potuto raggiungere amici o parenti.

Non esiste un Capodanno senza abbracci. Dovevo fare qualcosa.

 

… ed ecco i commenti che mi hanno intenerito il cuore.

Maila: “Mamma mia mi viene da piangere a sentirvi”.

Emanuele: “Grazie di cuore di avermi cresciuto da piccolo ed emozionarmi ancora di più anche ora che da ragazzo sono adulto. Penso di parlare a nome di tutti: VE VOLEMO BENE”

Ivano: “Spero facciate altre reunion ragazzi, ci avete fatto passare una bella serata. Tanti auguri a tutti voi ragazzi. Siete meravigliosi e grazie di tutto.”

Ilaria: “Siete un pezzo della nostra meravigliosa infanzia”.

E infine il colpo di grazia di … Grazia: “Grazie per averci regalato un ritorno all’infanzia in un periodo così difficile. Passano gli anni ma l’emozione di sentire le voci di personaggi che tutti portiamo nel cuore rimane la stessa,  l’amore e la professionalità che mettete nel vostro lavoro si vede e coinvolge tutti noi fans. Tantissimi auguri di buone feste a tutti voi e spero di vedere altre reunion, vi si ama!”

Ok. Questa diretta s’ha da fare.

 

Ragazzi … ci siete?

Mi affaccio alla Messaggeria e creo un gruppo, aggiungendo i nomi dei doppiatori che via via mi vengono in mente. Con alcuni di loro ogni tanto ci si “parla” commentando i nostri post. Con altri mi sono persa di vista da tempo. L’algoritmo di Facebook, si sa, non perdona: se non c’è interazione ci si perde.

Ero consapevole del fatto che mi stavo muovendo a ridosso del Capodanno e che, con un tempo di preavviso così breve, non mi sarei potuta aspettare una risposta corale.

Eppure, la mia folle fiducia nell’esistenza mi ha suggerito di creare uno “spazio” così che la Natura, che aborrisce il vuoto, potesse venire a colmarlo a modo suo e nei suoi tempi. E così è stato.

 

… Ed ecco chi ha risposto all’appello.

In ordine di ingresso nel salotto virtuale del Canale YouTube:

Nicola Bartolini Carrassi: imprenditore, giornalista, doppiatore, scrittore, autore e produttore televisivo, sceneggiatore e paroliere italiano.

Ho chiesto a “Niki”, data la sua esperienza come doppiatore e soprattutto come autore, dialoghista, creativo organizzatore di eventi –  di rimanere con me per tutta la durata della maratona delle voci in diretta. Neanche a dirlo, la mia scelta si è rivelata azzeccatissima.

Elisabetta Cesone: attrice, doppiatrice, direttrice di doppiaggio.

Tra gli indimenticabili personaggi da lei doppiati: Picchiarello; la Zia Polly in “Pollyanna”; Miki in “City Hunter”; Meg in “Una Per Tutte, Tutte Per Una” (versione cartoon di “Piccole Donne”); Shirley Bennett (Ivette Brown) in “Community”; Jacqueline Mazerin (Josiane Balasko) nel film cinema “Torno Da Mia Madre” (la sottoscritta prestava la voce a sua figlia Stephanie, interpretata dall’attrice Alexandra Lamy).

Guido Cavalleri: doppiatore del personaggio di Ryo Saeba ovvero Hunter in “City Hunter”.

Dal 1990 al 1996 Guido ha condotto il programma per ragazzi “Ciao Ciao”. Dal 2001 è stato autore televisivo del programma “La Macchina Del Tempo” di Rete 4. Inoltre ha firmato il programma “Missione Natura” trasmesso su LA7.

Danja Cericola: doppiatrice e direttrice di doppiaggio.

Tra i personaggi da lei doppiati si ricordano: Marie Verneuil (Chantal Lauby) in “Non sposate le mie figlie” (la mia mamma! Io doppiavo la figlia depressa, Ségolène Verneuil); Evelyn in “Evelyn e la magia di un sogno d’amore”; Lady Isabel ne “I Cavalieri dello Zodiaco”; Pollyanna in “Pollyanna”; la Regina Nehellenia in “Sailor Moon SuperS”; Jirobay in “Dragon Ball”; Margherita e Barbara in “Lovely Sara”; India Von Halkein (Mary Kay Adams) nella soap opera “Sentieri” (qui doppiavamo madre e figlia adottiva: Dorie Von Halkein, interpretata dall’allora giovanissima Kimi Parks, aveva infatti la mia voce).

Stefano Bersola: cantante, compositore, interprete, autore.

Figlio d’arte – la sua mamma, Katty, faceva l’indossatrice ed è stata la prima donna d.j. in Italia mentre il papà, Giorgio, faceva l’attore di fotoromanzi – e fratello di Giovanna Bersola, in arte Jenny B.

Nel 1998 Stefano incide la sigla televisiva dell’anime “City Hunter” (arrangiata da Alberto Radius), in onda su Italia 7 Gold.

Nello stesso anno compone “Mi Hai Rapito Il Cuore” (arrangiata da Nicolò Fragile), sigla della serie d’animazione “Lamù La Ragazza Dello Spazio”, a cui seguono le sigle di “Patlabor”, “Sun College” e “Credi Sempre In Te”, per la serie direct-to-video “Magic Knight Rayearth”.

I suoi CD: nel 2014 “Anime Songs”; nel 2016 “City Hunter” (The Remixes); nel 2017 “Anime Duet” (con Luigi Lopez) e nel 2018 “Anime Collection”.

Pietro Ubaldi: doppiatore, cantante, attore.

Voce del pupazzo Four in “Ciao Ciao” e di Uan in “Bim Bum Bam”, ha prestato la sua voce, tra gli altri, ai personaggi di Marrabbio e Giuliano nelle serie TV: “Love Me Licia” (1986); “Licia Dolce Licia” (1987); “Teneramente Licia” (1987); “Balliamo E Cantiamo Con Licia” (1988).

Pietro ha inoltre doppiato, tra gli altri personaggi, il Re in “Mio Mini Pony”; Doraemon; Spike in “Alla Ricerca Della Valle Incantata”; Scooby-Doo in “Scooby-Doo”; Patrick Stella in “Sponge Bob”; vari personaggi in “Dragon Ball”.

Gianni Quillico: attore teatrale, doppiatore.

Ha dato la voce all’Uomo Ragno nel cartone animato degli anni 80, a Roger Girard (Bruno Le Millin) in “Primi Baci” (io doppiavo sua figlia Justine, interpretata dalla giovane attrice Camille Raymond), a Giobatta in “Calimero” (il papà di Priscilla), a Leslie Claret (Kurtwood Smith) in “Patriot”, all’Imperatore Carlo il Calvo (Lothaire Bluteau) in “Vikings”, a Francesco in “Essere Leonardo Da Vinci”, per la regia di Massimiliano Finazzer Flory.

Come attore televisivo ha partecipato ad alcuni episodi di “Casa Vianello” (2001) e “Camera Café” (2007). Inoltre ha recitato sul set di “Non si può morire ballando”, film diretto dal regista indipendente Andrea Castoldi.

Marco Benedetti: attore, doppiatore, produttore di cortometraggi, film, telefilm e spettacoli teatrali.

Marco è specializzato in Pronuncia inglese standard American e standard British.

Come doppiatore ha dato la sua voce, tra gli altri, ai seguenti personaggi: McAfee (Harris Dickinson) in “Matthias & Maxime” di Xavier Dolan; Makoto Edamura in “Great Pretender” (serie animata su Netflix); Bryce Walker (Justin Prentice) in “Tredici” (telefilm su Netflix); Alain in “Pokemon”.

Vittorio Bestoso: speaker, doppiatore e direttore di doppiaggio.

Tra i personaggi doppiati si ricordano Satam in “Aida Degli Alberi” e Falcon in “City Hunter”.

Lorella De Luca: attrice, doppiatrice e speaker.

Lorella è la bellissima voce di spot pubblicitari, documentari, film, telefilm, cartoni animati, videogame, audiovisivi promozionali e didattici, corsi di lingue e favole per bambini.

Dal 2011 è anche la voce ufficiale dei promo del canale televisivo Cartoonito.

Massimo Di Benedetto: doppiatore.

I personaggi da lui doppiati in film cinema, film d’animazione, serie TV e serie animate sono innumerevoli, e per questo vi rimando alla sua pagina su Wikipedia.

Nella manifestazione annuale “Cartoon & TV Awards” del 2005, gli è stato assegnato il premio “Miglior Rivelazione Voce Maschile”!

 

È stato un Evento memorabile …

La Live Reunion di Capodanno, tra amarcord, simpatici aneddoti e considerazioni sull’attuale non felicissima situazione degli attori e doppiatori italiani, è durata più di due ore. Eccola.

Vivissima la partecipazione dei nostri fan: il tempo è volato assieme a loro!

L’obiettivo dell’Evento è stato raggiunto: far sapere che ci siamo, che non siamo solo “voci”, che percepiamo e ricambiamo il loro affetto.

Abbiamo brindato insieme alla Vita, che ci ha accompagnati fin qui e ci guiderà ancora nell’anno a venire.
Se siamo ancora qui, infatti, vuol dire che abbiamo brillantemente superato imprevisti, prove e sfide.
Essere Eroi di anime e manga, tutto sommato, è facile.
Ecco perché i veri Eroi siamo tutti noi.
JL

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 




“Storia di una doppiatrice che decide di doppiare … Se stessa!”

Tutto avviene per un motivo.

Un sabato pomeriggio rovente: il termometro sul cruscotto segna 41 gradi.
Esausta, scelgo un parcheggio ombreggiato, reclino il sedile e chiudo gli occhi.
Da qualche anno, infatti, non sopporto il caldo come un tempo.
Devo recuperare le energie che mi ha tolto, sbrigando commissioni in giro per la mia amata Milano.

… anche gli incontri “casuali”.

È un attimo: accade “qualcosa” e riemergo dal mio torpore.
Apro gli occhi e riconosco, proprio di fronte alla mia auto, una figura a me familiare: una bella ragazza a passeggio con il suo cagnolino, intenta a conversare con qualcuno al cellulare.
È un’ex “collega” di lavoro, doppiatrice.
Proprio mentre il mio sguardo la raggiunge lei si gira verso di me, spalanca gli occhi con un misto di incredulità e sorpresa e con un sorriso di luce e di cielo, ricambia il mio saluto.
Conclude con grazia la sua conversazione.
Esco dall’auto. Un passo, e siamo una di fronte all’altra.
Tratteniamo un naturale, umano impulso di abbracciarci e, in un breve e intenso dialogo fatto di parole, sguardi e gesti, a due metri di distanza ci raccontiamo gli ultimi quattro anni di Vita.

La stessa identica frase, parola per parola …

Improvvisamente le sfugge una frase. La stessa frase che solo tre giorni prima avevo pronunciato in occasione della mia partecipazione come ospite al “Webinar Lunch” di Walter Klinkon: ha a che vedere con l’accorgersi di aver dato la voce a personaggi e messaggi altrui e di sentire l’urgenza, a un certo punto, di riprendersi la voce per donare al mondo il proprio Messaggio.

Il Risveglio a Nuova Vita.

Ah, la Bellezza del Risveglio al proprio Scopo, in qualsiasi campo si sia attualmente impegnati, è ineguagliabile.
Così, ostetrica spirituale, assisto a una Nuova Nascita.
Perché è di questo che si tratta, al di fuori di ogni scatola in cui si sia voluto rinchiudere, riducendone la portata, il Senso della Vita.
E il Senso della Vita è Rinascere a se stessi, riconoscere e rispondere alla propria individuale Chiamata con un “Eccomi, sono qui!”.

 

Tre giorni prima, al “Webinar Lunch” di Walter Klinkon.

 

Quando Walter mi ha chiesto: “Cosa fai mercoledì prossimo? Vieni al mio ‘Webinar Lunch’?” ho accettato subito. Prima di tutto perché amo teneramente questo ragazzo dai capelli arruffati.

Ci siamo conosciuti grazie a Facebook e, nel tempo, seguiti nelle rispettive iniziative, progetti ed eventi organizzati, non perdendoci mai di vista.

Un giorno di due anni fa, agli albori del mio Talk Show Viaggiante, l’ho raggiunto a Milano per chiedergli come abbia scoperto il suo vero Sé – argomento che ci interessa tutti, se vogliamo dare un senso alla nostra presenza su questo azzurro pianeta – e la sua Mission.

Le sue parole magiche: “Credici”, “Abracagrazie” e “Grazietudine”, hanno fatto il giro del web. Lo contraddistinguono come il mago delle parole, quel mago pazzerello che, strappandoti un sorriso, ti lascia di sé l’indelebile ricordo di una filosofia di vita semplice e proprio per questo alla portata di tutti: “Risvegliati, abbi fede, sii grato sempre e per ogni cosa, coltiva i tuoi talenti e condividine i frutti col mondo.”

Ecco riassunta, in poche parole, la Mission di questo luminoso Eroe dei nostri tempi.

Dettaglio non trascurabile: l’intervistata, questa volta, sono io.

Durante la nostra chiacchierata decido di aprire il mio cuore e raccontare la mia storia: la storia di una doppiatrice che, soddisfatta della sua esperienza come “donatrice di voce” per altri personaggi e messaggi altrui, decide di riprendersi la voce e doppiare … se stessa!

Un video utile per chi abbia un sogno da realizzare e non sappia da dove cominciare. Per vederlo, clicca sulla parola “video”! 😉

Dedicato a Stefania, l’Essere Umano meraviglioso incontrato “per caso” a Milano: ex collega che, in sala di doppiaggio, un giorno si è detta: “Sono più di questo. Posso fare di più”. Naturalmente continuerà a prestare la sua voce ad altri personaggi, con le loro battute scritte da altri Autori, dedicandosi nel contempo alla realizzazione del suo personale Sogno di diventare Scrittrice.

Sono certa che ce la farà. Anzi. Ce l’ha già fatta. Ha risposto alla sua Chiamata.

Be Water, Be Light!

Ondina Wavelet (Jasmine Laurenti)