Puglia: terra di sogni e di chimere

Ci avviciniamo alla bella stagione e si inizia a parlare di vacanze.

Sembra che anche quest’anno una delle mete più ambite del bel paese sia la Puglia ed in particolare il Salento con le sue straordinarie suggestioni e bellezze.

Eppure le contraddizioni di questa terra non sono poche.

Ritornano alla mente le parole di Caparezza quando nella sua celebre  vieni a ballare in puglia canta “Turista tu balli e tu canti, io conto i defunti di questo paese” e sintetizza, in un macabro epitaffio, le morti che questa terra piange ogni anno per le tante situazioni, visibili e invisibili, che giorno dopo giorno inquinano l’aria, le falde e la terra.

La Puglia ha dalla sua un record inattaccabile: è la regione che produce la maggior quantità di anidride carbonica grazie ai tre impianti che occupano, in questa triste classifica, i primi posti in Italia: centrale termoelettrica di Cerano (Br), l’Ilva di Taranto che dal 2011 è anche proprietaria delle centrali termoelettriche della città.

Come se non bastasse, a far inorridire anche i più ottimisti, vi sono, mai del tutto risolti, le conseguenze derivanti dagli scarichi in falda sia domestici sia industriali e dalla forte presenza di pesticidi, l’assenza e il malfunzionamento dei tanti depuratori che scaricano nel mare e le tante discariche abusive che periodicamente fanno notizia.

Suona quasi beffardo il riconoscimento dell’edizione internazionale di National Geographic che scrivendo  della Puglia la definisce il meglio dell’Italia meridionale: terra “indomita” e da visitare per “i ritmi di vita, le tradizioni e la bellezza dei luoghi”.

I riconoscimento non sono estemporanei ma significativi di un territorio che ha mantenuto forti le tradizioni,  le sue bellezze architettoniche e naturali.

Lo scempio dell’abusivismo e l’ondata del boom economico del secondo dopoguerra  hanno intaccato solo in minima parte il fascino del tacco. Purtroppo anche questo non è frutto di lungimiranza politica e di scelte mirate alla conservazione del patrimonio.

Tanta fortuna è da ricondurre alla povertà e alla scarsa appetibilità della Puglia che per tanti decenni è rimasta quasi nascosta: le sue spiagge con le dune di sabbia, i suoi centri storici e le scogliere che si affacciano sull’Adriatico, dal  Gargano scendendo fino al Capo di Leuca, risalendo sullo Ionio fino alle coste neretine di Porto Selvaggio.

Non ci resta che aspettare l’estate, portatrice di una nuova ondata di turisti e della visita di Donald Trump; personaggio discusso e per tanti discutibile che avrebbe scelto come meta per le sue vacanze quella che, nonostante tutto, resta una delle più belle regioni del mondo.