La Pedagogia al Servizio delle Famiglie: Una Partnership per il Successo Educativo

Nella società odierna, le famiglie e la pedagogia condividono un legame cruciale nell’educare e formare le future generazioni.

La pedagogia, intesa come scienza dell’educazione, gioca un ruolo fondamentale nel plasmare le menti giovani, mentre le famiglie sono i primi contesti in cui i bambini imparano valori, comportamenti e relazioni sociali.

Unendo questi due pilastri, possiamo creare un ambiente educativo completo e armonioso che promuova il successo e lo sviluppo integrale dei bambini.

Il coinvolgimento attivo delle famiglie nel processo educativo è una componente essenziale per il successo degli studenti.

Quando genitori e pedagogisti lavorano insieme, si crea una sinergia che permette di affrontare meglio le sfide e di cogliere appieno le opportunità per i giovani studenti.

La pedagogia non è limitata alle aule scolastiche, ma si estende anche alla vita familiare, dove si possono sperimentare e applicare i principi educativi in situazioni quotidiane.

I pedagogisti possono offrire alle famiglie preziose informazioni sulle fasi dello sviluppo infantile, sulla gestione delle sfide comportamentali e sulla creazione di ambienti stimolanti per l’apprendimento.

Dall’altra parte, le famiglie possono condividere con gli educatori le conoscenze uniche che hanno sui loro figli, inclusi interessi, talenti, punti di forza e debolezza.

Questo scambio di informazioni può aiutare gli insegnanti a personalizzare l’approccio educativo per soddisfare le esigenze specifiche di ciascuno studente.

La comunicazione aperta e continua tra pedagogisti e famiglie è un cardine di questa partnership.

Gli educatori dovrebbero stabilire canali di comunicazione efficaci per condividere aggiornamenti sull’apprendimento e il comportamento degli studenti, oltre a fornire consigli per il coinvolgimento familiare nell’educazione.

D’altra parte, le famiglie dovrebbero sentirsi a proprio agio nel condividere le loro preoccupazioni, suggerimenti e riflessioni sull’esperienza educativa dei loro figli.

L’apprendimento non dovrebbe limitarsi alle aule scolastiche, ma dovrebbe continuare anche a casa.

Le famiglie possono svolgere un ruolo attivo nell’incoraggiare i loro figli a esplorare nuovi argomenti, leggere libri, partecipare ad attività creative e scoprire interessi personali.

Inoltre, possono supportare l’apprendimento attraverso discussioni, ricerche e visite a musei o luoghi di interesse.

La pedagogia al servizio delle famiglie può anche concentrarsi sulla promozione di valori fondamentali come il rispetto, la tolleranza, l’empatia e la responsabilità.

I pedagogisti possono collaborare con le famiglie per incoraggiare la formazione di cittadini consapevoli e eticamente responsabili.

La pedagogia al servizio delle famiglie crea un’atmosfera in cui i bambini possono prosperare sia a livello accademico che personale.

Quando pedagogisti e famiglie si impegnano insieme nell’educazione dei giovani, si costruisce una base solida per il successo futuro.

Questa partnership non solo migliora l’apprendimento degli studenti, ma contribuisce anche a creare individui equilibrati, motivati e pronti ad affrontare le sfide del mondo in continua evoluzione.

 

N.B. pensiero tratto da “le conversazioni pedagogiche” corso per docenti e famiglie.




Aperitivo 4.0 – L’I.C. di Capriate che mette la scuola al centro della comunità

Riceviamo  e condividiamo la circolare 155 della prof.ssa Maria Rita Meschis, Dirigente dell’ Istituto comprensivo “A. Manzoni” di Capriate san Gervasio.

Oggetto: Ringraziamenti Serata Aperitivo 4.0
Un ringraziamento di cuore a tutti coloro che hanno partecipato, in presenza e attraverso la diretta

streaming, all’evento Tavola rotonda Aperitivo 4.0 il 27.02.2023!

Vivere la scuola come spazio di tutti e per tutti è stata un’emozione piacevole ed entusiasmante!

Eravamo 200 in presenza e abbiamo registrato più di 700 visualizzazioni in diretta streaming!

Stare insieme per parlare di scuola, di futuro, dei nostri giovani, di noi come comunità educante ragazzi, ha reso la serata un momento significativo per consolidare e costruire belle e sane “alleanze educative”.

Grazie a tutti coloro che hanno firmato la dichiarazione di Intenti “IO CI STO”! INSIEME PER LA SCUOLA!

Permettetemi di ringraziare tutti gli intervenuti:

  •  i ragazzi della secondaria di Filago che si sono esibiti nella band e i Proff. Parlante e Pozzi, i ragazzi relatori e i rappresentanti di Istituto che hanno condotto la serata insieme alla bravissima Conduttrice e giornalista Chiara Sparacio, a cui va un ringraziamento speciale per averci regalato il suo tempo e la sua competenza;
  • i docenti che si sono prodigati per la realizzazione della serata tra cui i miei collaboratori Ins. Lecchi Romina e Ins.Motta Luisa e i docenti del mio Staff, i docenti relatori e coloro che hanno partecipato in presenza e on line, i docenti che hanno aiutato nella parte organizzativa;
  • il personale di segreteria, i collaboratori scolastici presenti e la DSGA;
  • i due colleghi Dirigenti, intervenuti come eccellenti relatori: Salvatore Lentini e Strignano Stefania;
  • le mie carissime colleghe Dirigenti di Osio Sopra e Azzano San Paolo per il supporto reciproco;
  • i genitori rappresentanti, i consiglieri del Consiglio di Istituto e la presidente del CDI;
  • i Sindaci dei Comuni di Filago e Capriate e l’assessore all’Istruzione e alla Cultura presenti;
  • gli Alpini, la Fevapi, la Protezione Civile e i Carabinieri;
  • le associazioni culturali, sportive e di volontariato del territorio;
  • le aziende del territorio intervenute con delle rappresentanze in presenza;

Un ringraziamento ai due Comuni per aver offerto il rinfresco e a Corrado Faletti per aver messo a disposizione la diretta streaming su you toube, senza oneri per la scuola.

Tanti volti, un unico intento: la passione per la scuola, quale luogo di cultura e formazione delle nuove generazioni!

La serata trascorsa rappresenta un punto di svolta importante verso una scuola in evoluzione e trasformazione, sempre più vicina ai bisogni formativi degli studenti, in sintonia con il territorio, con le famiglie, con i tempi che stiamo vivendo.

Vi ringrazio ancora una volta per la fiducia e il sostegno!

Grazie per l’attenzione. Un cordiale saluto.

 

Per parte nostra, in qualità di testata che ha a cuore il mondo della scuola, ringraziamo la dirigente, i dirigenti intervenuti, le autorità politiche, gli eccezionali ragazzi e le loro famiglie e la comunità tutta che si è dimostrata attiva, interessate e partecipe.

Vedere una comunità che si comporta come tale e ha a cuore la scuola è una cosa a cui purtroppo non siamo più molto abituati e ci ha commosso.
Siamo curiosi di seguire i vostri successi.

Per chi volesse vedere la registrazione dell’interessante serata può andare al link

https://www.youtube.com/live/s6_dZLunt_o?feature=share




A scuola di amore – Progetto YAMA per l’Africa

“Y.A.M.A.” – acronimo di You Are Missione Africa” – è il Progetto che prevede la costruzione, in Africa, di un Villaggio e di una Scuola rivoluzionaria per struttura, concezione e materie insegnate.

Tutto nasce da un’idea di Cristian Buzzelli, viaggiatore visionario.

Il nome dell’influencer è balzato agli onori della cronaca per aver fatto a tasche vuote il giro della Sardegna e della Sicilia in bici. Obiettivo: dimostrare al maggior numero di persone che si può essere felici con poco o nulla e che il mondo è pieno di persone buone e generose.

Sul suo profilo Instagram, seguito da più di ventimila follower, il trentasettenne nativo di Fano documenta le sue avventure.

Dopo le prime due “missioni” – “Missione Sardegna” che lo ha ispirato a scrivere il suo primo libro e “Missione Sicilia” – Cristian avverte la necessità di “esplorare la sua anima e di scavare a fondo dentro di sé per dare corpo allidea” che lo accompagna sin dall’infanzia: costruire una scuola in Africa.

Intraprende così il Cammino di Santiago. Parte a piedi da Lourdes, arriva a Santiago e procede per Fatima, percorrendo un totale di 1578.60 km in sessantotto giorni.

“Non avrei mai immaginato – racconta – che sarebbe diventato IL viaggio di esplorazione del mio sé interiore”. “Passo dopo passo, la mia visione è diventata chiarissima.”

Y.A.M.A. è la manifestazione concreta di questa visione.

Il Progetto è molto articolato e prevede: 

  • la costituzione di un’Associazione No Profit,
  • l’apertura di Centri Olistici dislocati in tutta Italia,
  • l’organizzazione di percorsi e ritiri su argomenti dedicati alla crescita personale e spirituale,
  • la costruzione di un Villaggio e di una Scuola, in Africa, unici al mondo per le finalità perseguite: l’educazione dei bambini all’Amore incondizionato, alla Felicità come frutto di una decisione cosciente, alla responsabilità nell’uso delle parole, alla profonda conoscenza delle leggi che regolano il funzionamento dell’Universo.

Cristian Buzzelli
Cristian Buzzelli, ideatore del Progetto YAMA

 Qual è lo scopo del Progetto?

C.B. Lo Scopo del Progetto, che parte dallAfrica per estendersi in altre parti del mondo, è quello di diffondere Luce e Amore ovunque ce ne sia bisogno, su questa Terra”.

Perché è nato questo Progetto e perché proprio in Africa?

C.B. “Perché il mio sogno, fin da quando ero piccolo, era fare qualcosa per rendere le persone felici. Una scuola rivoluzionaria in Africa che, anziché limitarsi a istruire, educhi i bambini a vivere la vita in modo autentico, pieno e consapevole, è il mio contributo alla costruzione di un mondo migliore.” 

Come sarà questa scuola? 

C.B. Sarà una scuola visionaria, assolutamente fuori dagli schemi. Una scuola a tempo pieno, senza compiti per casa. Allesterno è prevista unarea riservata agli animali che i bimbi imparano a conoscere, rispettare, proteggere, nutrire, amare. Poi ci sono lorto e il frutteto e i bambini si prendono cura delluno e dellaltro, dalla semina al raccolto.”

Quali sono le materie di insegnamento?

C.B.: Alle materie tradizionali – letteratura, aritmetica, storia, geografia, astronomia – si affiancano le lezioni di meditazione, yoga, reiki e altre discipline olistiche. Ci sono poi la danza, la musica, il canto e il teatro. I bimbi possono scoprire le loro doti, esercitare i loro talenti, mettersi in gioco ed esibirsi in pubblico, accrescendo il loro livello di autostima.”

In che modo i bambini verranno preparati a costruire il mondo di domani?

C.B.: “Verrà insegnato loro che le parole sono importanti e vanno usate responsabilmente … che hanno delle conseguenze a livello energetico e che portano allesistenza ciò che esprimono.”

Cosa rende questa scuola unica al mondo?

C.B.: Tre materie bellissime: Legge Universale, le eterne leggi che regolano il funzionamento dellUniverso; Amore incondizionato, per se stessi, per gli altri, per la Natura, per la Vita; Felicità’, affinché i bimbi imparino a essere felici a prescindere da ciò che hanno, dalle circostanze e dagli inevitabili imprevisti della vita.”

Come verrà finanziata?

C.B.: Grazie all’apporto di volontari e donatori. E poi ci sono i fondi raccolti organizzando percorsi e ritiri spirituali, le iniziative editoriali, i servizi resi nei centri olistici, la vendita dei gadget. Tutto il ricavato viene devoluto alla realizzazione e al mantenimento del Villaggio e della Scuola.”

Il Progetto Yama’ – conclude Cristian con aria trionfante – è pronto a partire per questo Viaggio meraviglioso. Allacciate le cinture, perché sarà un’avventura spettacolare! E il mio cuore può solo gioire ed essere profondamente grato per tutto l’Amore che mi circonda. Come dico sempre … la Vita è una Figata!”




“Vulnerabili” con Paolo Crepet

Introduzione.

“Ciascuno di noi è ciò che appare durante una burrasca, nel bene e nel male, nella destrezza e nell’incapacità: ci si conosce nelle difficoltà …

… È la crisi – ovvero il distress, nel senso di iperstimolo – a portare a un opportuno tumulto interiore che obbliga a un esame, che costringe ognuno a guardarsi allo specchio e a dirsi la verità, invece di raccontarsela (cosa che si tenderebbe a fare se non si è obbligati da una data congiuntura).”

  • Paolo Crepet

 

Scrivere, che ossessione!

Il “Soul Talk” di venerdì 19 dicembre 2020 si apre con un pensiero tratto da “Vulnerabili”, l’ultima fatica letteraria di Paolo Crepet.

“Fatica” perché non è facile convivere con “un’ossessione che ti entra dentro e diventa tua compagna di scrittura”.

“Fatica” come frutto di un travaglio interiore: “Non nasce dalla pace un libro. È una guerra interna, una tribolazione”, confessa l’Autore. 

“Fatica”, perché in ogni capitolo c’è una parte dello Scrittore che descrive ciò che vede e prova, dello stesso evento, a un pubblico diverso, da una differente prospettiva.

 

La Genesi del Libro.

Il primo lockdown lo ha sorpreso in un paesino dove “eravamo rimasti in sette, e c’era un Silenzio che quasi sentivamo passeggiare i gatti”. 

Un Silenzio che l’Autore ha sentito il bisogno di rispettare e al tempo stesso di rompere … per amore e per rabbia.

Non dev’essere stato facile, per lui, mettere su carta le contrastanti, contraddittorie sensazioni provate nei lunghissimi mesi di “confinamento”.

Al suo iniziale senso di smarrimento si sarebbe, nel tempo, sostituito qualcosa di diverso: la paura. 

Paura per un’Umanità miope alle proprie responsabilità che, nel corso della storia, non è ancora riuscita a interrompere un circolo vizioso di antichi schemi, paradigmi ricorrenti, ciechi automatismi.

Mentre la Banalità, regina indiscussa dei media e della tecnologia digitale, tutto appiattisce, tutto omologa, tutto priva di sapore, senso, memoria.  

 

I nostri Eroi.

Eppure, le persone che più ammiriamo – i nostri musicisti preferiti, le icone cine televisive, le voci fuori dal coro in ogni ambito – hanno in comune un vissuto di dolore …

La vita degli Eroi è infatti spesso costellata di lutti, difficoltà economiche, imprevisti cambiamenti che li privano di ogni sicurezza.

Vien da chiedersi se questo dolore non sia in realtà un Regalo, una preziosa Risorsa evolutiva …

La “sicurezza” che l’Uomo brama tanto, a quanto pare, non è la miglior palestra dove sviluppare il proprio pieno potenziale.

 

Un nuovo mondo.

Ecco perché, nella straordinarietà del periodo storico che stiamo vivendo, è racchiuso il seme di un nuovo mondo.

Un mondo di persone che di fronte alle impreviste, inevitabili, dolorose a volte sfide della vita, riescono a guardarsi allo specchio scoprendosi “vulnerabili”.

Un mondo governato da Leader che, di fronte alla tragedia, abbassano il capo, tolgono il cappello e chiedono perdono al loro popolo (anziché dar la colpa ad altri, agli eventi o al fato).

Un mondo di Uomini che, con umiltà e coraggio, guardando in faccia la realtà, si aprono a un più che necessario Cambiamento. 

Perché è la Verità, non il “raccontarsela”, la pietra angolare di ogni presa di coscienza, di ogni assunzione di responsabilità: il solido terreno su cui costruire un futuro che abbia un senso.

“Vulnerabili” nasce proprio come onesto, lucido intento di capire come, aldilà del virus, gli esseri umani siano potuti arrivare a tanto e come possano, consapevoli dei loro “nei”, diventare visionari “Cacciatori di Orizzonti”.

Ed ecco la video intervista all’Autore, trasmessa in live streaming sul Canale YouTube “Jasmine Laurenti”.

JL (Ondina Wavelet)

 

P.S.: Ringrazio di cuore l’amica, Mentore e “Fata Madrina” Elena Cipriani Pagliacci, psicanalista e scrittrice, per avermi messa in contatto con il suo caro amico Paolo Crepet: psicanalista, sociologo, scrittore, saggista, libero pensatore, opinionista.

 




Concorso DS 2017 – il TAR concede l’accesso ai codici sorgente

Il TAR ha sentenziato: Il CINECA dovrà fornire i codici tarcineca

sorgente

Continua la crociata delle migliaia di partecipanti al concorso per Dirigenti Scolastici bandito nel 2017 da noi già osservato in un altro articolo.

Lunedì 22 giugno 2020, dopo una serie di rinvii dovuti all’emergenza covid, il TAR si è espresso in merito ad una fondamentale richiesta delle vittime del concorso permettendo un passo importantissimo in direzione della verità.

Cosa è successo 

Nell’anno 2017, è stato indetto un concorso per 3.400 (circa) posti da dirigenti scolastici, al concorso si sono iscritti 34.000 (circa) candidati.

Ciò che ha reso particolarmente famoso questo concorso è stata la partecipazione dell’attuale ministro dell’istruzione Lucia Azzolina che ne uscì vincitrice superando le prove scritte e dimostrando all’esame orale buona conoscenza dell’apparato legislativo, mediocre conoscenze di inglese e scarsissima preparazione informatica.

Ma la partecipazione al concorso del ministro, con conseguenti taciuti conflitti d’interesse che ne sono scaturiti e del muro di gomma costruito attorno alle nebulose fasi del concorso, è solo una delle numerosissime segnalazioni che hanno sporcato questo concorso pubblico.

Le pressioni

Quando a un concorso per 3.400 posti, si presentano 34.000 persone, i commissari del concorso non si preparano ad affrontare un periodo facile per via delle pesanti ingerenze a cui vengono esposti.

Ad alcuni è venuto da dire che questo eccesso di pressioni è normale e ragionevole visto lo scarto tra domanda e offerta; a noi viene da dire che normale non è e che soprattutto quando il ruolo è così ricco di responsabilità e le candidature così numerose, il dovere dello stato è quello di garantire la scelta dei migliori a prescindere dal numero di posti e delle persone da “soddisfare”.

E il fatto che “da sempre” la segnalazione ha ceduto il passo alla meritocrazia, non è un buon motivo per non cambiare strada, soprattutto in un momento così delicato e in cui la cultura e l’istruzione possono essere le uniche risorse a poter davvero permettere un cambiamento.

Il superamento di ogni limite

In occasione del concorso per Dirigente Scolastico del 2017 però pare che sia stato superato ogni limite.

Abbiamo intervistato più partecipanti al concorso e ognuno di loro (a prescindere dall’esito finale) ha avuto modo notare o riconoscere delle dinamiche inusuali.

Per parte sua poi, il campione di commissari intervistato, ha riconosciuto fuori dai denti di aver ricevuto a vari livelli di spudoratezza messaggi più o meno velati.

Insomma, che il concorso per D.S. del 2017 non era del tutto trasparente si è saputo fin da subito, la cosa triste però è che anche davanti a una serie di circostanze plateali, per dimostrare l’illegittimità di alcune assegnazioni, chi è stato ingiustamente (o giustamente) escluso o comunque, chi ha dovuto confrontarsi ad armi impari (raccomandato vs non raccomandato piuttosto che preparato vs impreparato) debba combattere per anni per veder trionfare la verità.

Sì perché di certo non tutti quelli che hanno fatto ricorso sarebbero stati meritevoli di vincere ma la battaglia che si combatte è quella per la giustizia e la trasparenza, ed è per quella che stanno investendo tempo ed energie: per un ideale… e questo a noi piace.

Il CINECA e le sue meraviglie

Nell’articolo precedentemente pubblicato abbiamo raccontato tutte le storture del concorso e le legittime richieste (negate finora) dei candidati esclusi.

Una di esse era l’accesso al codice sorgente del programma CINECA (Consorzio Interuniversitario senza scopo di lucro, cui aderiscono 69 università italiane, otto enti nazionali di ricerca, due policlinici, l’ANVUR e il Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca).

Il CINECA è un Centro di Calcolo “cuore tecnologico del sistema di comunicazione tra Università e Ministero dell’Università e della Ricerca”, come riportato sul loro sito, che si occupa di fornire i software per gli esami.

Ad un certo punto di questa vicenda, è sorto un dubbio molto grave che assolutamente merita di essere affrontato: il non anonimato delle prove di esami.

Parrebbe che il sistema (perfetto per le università ma non creato ad hoc per i concorsi pubblici) potrebbe avere una falla che svelerebbe l’identità del candidato attraverso il codice sorgente.

Questo vuol dire che ci potrebbe essere il rischio che un commissario (generico) avvisato di questo bug di sistema o un po’ più scafato del mondo informatico, avrebbe potuto risalire al nome del candidato che invece in tutta la parte scritta doveva per legge rimanere anonima.

Noi non sappiamo se questo sia corretto o meno, sappiamo che c’è la possibilità e che quando c’è un dubbio di questo tipo va immediatamente sciolto per la credibilità di tutti.

Le motivazioni di CINECA

Quando i candidati hanno chiesto nell’accesso agli atti l’accesso anche ai codici sorgente, così da poterli  sottoporre a un esperto, il CINECA anziché collaborare dimostrando buona fede, ha negato l’accesso adducendo una serie di motivazioni:

1) CINECA non può rivelare i codici sorgenti per proteggere i dettagli tecnici del programma che se no potrebbe essere copiabile da qualunque concorrente ma, anche se fosse, il principio di trasparenza di un concorso pubblico viene prima degli interessi aziendali (come richiamato nella sentenza n. 7333/2019) 

2) trattandosi di dati sensibili o sensibilissimi, non è possibile rivelarli ma in questi contesti si giudicano i “dati personali che rivelino l’origine razziale o etnica, le opinioni politiche, le convinzioni religiose o filosofiche, o l’appartenenza sindacale, nonché trattare dati genetici, dati biometrici intesi a identificare in modo univoco una persona fisica, dati relativi alla salute o alla vita sessuale o all’orientamento sessuale della persona”.

3) fornire i codici sorgente potrebbe rendere vulnerabile il sistema e compromettere tutti i dati modificando tutte le prove, ma comunque sono dati che appartengono allo stato committente.

Insomma, ce l’hanno messa proprio tutta ma la verità è che Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio (Sezione Terza Bis), si è pronunciato definitivamente ingiungendo a CINECA di fornire i codici sorgente.

 

Nota bene:

Non sappiamo ancora se questi codici siano trasparenti o meno, ovvero possano tradire l’anonimato del candidato, questo lo vedremo successivamente, però la reticenza a fornire quanto richiesto, non dispone bene chi legge.

Recte facendo, neminem timeas

Male non fare, paura non avere.

 

Chiunque volesse segnalare ulteriori informazioni coerenti o meno con quanto scritto, scriva pure a info@betapress.it

 

Post Scriptum: 

Stiamo osservando anche il concorso per DSGA, per cui auspichiamo la retta condotta professionale di commissioni e candidati.

Purtroppo sembra che anche per il concorso DSGA le acque non siano così chiare… (NdD)

Riferimenti

Il ministro Azzolina e il concorso del 2017

Rampelli vs Cineca – scontro di civiltà?

Sito CINECA 

Leggi di riferimento: articolo 9, paragrafo 1, del Regolamento UE n. 2016/679 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 27 aprile 2016

Concorso DSGA: note di malcostume italiano

CONCORSO DSGA, COME SEMPRE UNA VERGOGNA ASSURDA!!!!




La “Ministra” Riscaldata

Il giallo sul titolo di studio della neo ministra Valeria Fedeli è durato poco, Lei stessa ammette candidamente, una svista, un copia incolla fatto male… e va beh, certamente in un governo come questo, ennesimo calderone di gaffe e di sberleffi agli Italiani, cosa conta un titolo di studio.

In effetti concordiamo con la ministra, il titolo di studio non conta, conta l’esperienza e le capacità che la persona che svolge il ruolo di ministro può portare nella gestione del suo mandato.

Noi non pensiamo che se una persona non è laureata sia un incompetente o un delinquente o peggio un incapace totale indegno di qualsiasi ruolo, noi siamo convinti che la capacità e l’esperienza possano davvero fare molto, sicuramente più di un  titolo di studio, che se non collegato ad esperienza e capacità, veramente non ha valore.

Noi riteniamo che un Ministro dell’istruzione debba essere un profondo conoscitore del mondo della scuola, debba avere esperienza diretta del ruolo di insegnante, debba conoscere le tematiche legate al mondo della didattica sia nazionale che internazionale, debba essere conoscitore del lavoro delle scuole non solo in relazione agli alunni ma anche alla complessità amministrativa che si cela dietro una scuola, debba avere chiaro dell’attuale stato di abbandono della scuola italiana e soprattutto del grandissimo disagio sia dei docenti che dei Dirigenti Scolastici, ma anche del personale di segreteria tutto, collaboratori scolastici compresi.

Queste cose nemmeno un laureato ad Harvard le saprebbe, e quindi chissene frega del titolo di studio del ministro, viva invece la sua esperienza.

Un’esperienza pluriennale nel mondo della scuola, ove ha ricoperto più ruoli, durante la quale ha potuto vivere direttamente e sentire quasi come un profumo tutte le componenti chimiche della scuola, comprendendone a fondo le meccaniche.

Per fare tutto questo occorre quindi avere l’esperienza della ministra, tre anni alla scuola materna, poi dal 1979 al 2012 come delegata sindacale per la CGIL, in vari ruoli legati al mondo del settore tessile, dal 2013 ad oggi senatore della repubblica per il PD…

“il mio punto di forza è l’ascolto…” ci dice la ministra, forse, ma non certo l’esperienza…

Ma quindi perché invece che scagliarsi contro i suoi titoli di studio non è stata valutata l’esperienza nella materia?

Forse perchè se andiamo a vedere l’esperienza di tutti i ministri allora ci mettiamo le mani nei capelli??? 

Forse perchè ancora una volta agli Italiani viene messo davanti un fatto compiuto?

Una volta ci dicevano o mangi la minestra o salti dalla finestra! 

Ebbene forse è ora davvero di saltare dalla finestra, probabilmente ci facciamo meno male che mangiando questa ministra riscaldata…