Partiti sfiduciati dal 60% degli Italiani.

Questo il vero dato significativo di queste elezioni: il 60% degli Italiani ha dichiarato di non credere più nel sistema dei partiti.

Il crollo dei votanti deve essere letto e non deve essere trascurato dai nostri governanti: ma come è possibile sostenere di essere alla guida del paese quando si ha il consenso di nemmeno il 25% dei cittadini, è probabilmente delirio di onnipotenza.

Così come è immorale, nonché da incoscienti, pensare di andare avanti con un piano di governo quando più della metà del paese ha dichiarato di non credere nel sistema che lo regge.

Esagerato direte voi, sono poi solo due regioni!

Vero ma sono le due regioni che in assoluto sono le più significative del paese.

In queste ore si sente parlare invece di consolidamento della posizione, di tenuta della maggioranza, di perdita di consenso ma perché i cittadini non capiscono…

Tutte grandi fesserie, figlie di una cecità politica ormai arrivata al paradosso di auto convincersi di essere, invece, la vista di Dio.

Il sistema dei partiti con la sua ottusità sta creando una maggioranza al di fuori di se stesso, maggioranza che non accetterà ancora a lungo di essere governata da uno sparuto 20% della popolazione.

Negli ultimi anni abbiamo assistito a vari fenomeni politici, sempre piccoli e, se vogliamo, insignificanti nel percorso della storia, me che dovevano far riflettere il sistema dei partiti e chi lo governa per avviare un nuovo modello di governo del paese che fosse più in linea con le aspirazioni del popolo.

In primis gioca l’obbligo di interpretare lo spirito italiano, così come modellato da secoli della sua storia, un popolo profondamente non razionale, venendo da secoli di profonda credenza religiosa che facilmente scade nel soprannaturale e nel gigionesco mondo degli aruspici.

Un popolo che ha forti legami famigliari e comunque tribali, radicati come non mai in uno spirito di necessaria appartenenza a qualcosa o a qualcuno, fino a smontare il credo politico e sociale a favore del primo fabulatore arrivista.

Una massa sociale che ha radicato geneticamente il ricordo della sua grandezza passata e che oggi rivive come ispirazione sociologica, come ricerca di una dimensione che nel primeggiare possa trovare una sua ragione, ma che spesso si arrocca, quasi come un topolino da labirinto impazzito, in falsi miti ed illusioni di successo, dallo sport a personaggi di indubbia cialtroneria, soprattutto politici, sportivi ma anche mondani, presi ad esempio da generazioni immature e favolistiche, poco inclini alla fatica della riflessione e della ragione, ma più succubi di facili esplosioni di effimero successo.

Questo popolo è stato allevato dal sistema dei partiti con una progressiva serie di iniezioni di droghe post moderne, dalla televisione spazzatura ad una scuola trasformata a babysitteraggio costoso e poco formativo.

Su questo popolo il sistema dei partiti ha continuato a vivere lucrando l’anima della sua stessa fiamma di sopravvivenza.

Fu così che, già dopo la prima guerra mondiale, il popolo italiano decise di scrollarsi di dosso il sistema dei partiti lasciando ampio a spazio a quello che per un ventennio fu esperienza nuova, corporativa ma situata in un periodo storico che ben poco spazio lasciava ad una costruzione sociale prospettica e soprattutto gestita da personaggi usciti da un periodo come la prima guerra mondiale dove la bassezza dell’uomo era stato imprinting tragico sulle coscienze.

Dopo la seconda guerra mondiale il sistema corporativo del ventennio venne sostituito ancora una volta dal sistema partitico, forse per troppa fretta, per incapacità, o forse perché il momento richiedeva un sistema che nuovamente abbindolasse il popolo per riuscire a gestire, con una ristretta cerchia di oligarchi politicizzati, il Paese.

In 75 anni della repubblica abbiamo avuto 68 governi gestiti da 31 presidenti del consiglio, l’instabilità fatta persona, un paese che nella ingovernabilità pone la sua ragione di vita, che peraltro gli viene proprio imposta dal sistema partitico che lo regge.

Infatti un sistema partitico come quello italiano trae la sua linfa vitale proprio dal continuo avvicendarsi delle situazioni di governo, perché la stabilità richiede spesso decisioni scomode che il sistema dei partiti non può prendere, specificatamente per la sua natura effimera alimentata da un consenso becero e legato ad una ignoranza diffusa nella sua massa elettiva.

Nel 1994 il popolo italiano vede in un poliziotto di borgata con le manie da sceriffo il salvatore della patria e gli permette di affondare un transatlantico sicuramente da tirare in secco per le riparazioni, ma non certo da affondare in toto.

Eppure in quel momento quel poliziotto era visto come il William Wallace dè noi altri, il salvatore della patria e, nell’ebrezza della distruzione, nessuno si è accorto che il tutto fu una mossa astuta per sostituire un gruppo di potere con altro gruppo di potere.

Meglio? Peggio?

il dato da leggere è l’aumento del debito pubblico oggi 2700 miliardi, nel 1990 667 miliardi di euro, ovviamente.

Insomma pur di abbattere quelli che il popolino riteneva, forse anche a ragione, dei “delinquenti affamatori” siamo rimasti a “muoia Sansone e tutti i Filistei…”

Anche in questo caso occorreva leggere nell’insurrezione di popolo che osannava la caduta, l’odio nei confronti di un modello di governo che il popolo non amava e rispettava più.

In questo percorso di evidente disamoramento del cittadino verso il sistema dei partiti, arriviamo alla nascita dei partiti dal nulla e del nulla, sull’onda della contestazione al secondo gruppo di potere, che approfittando del bulletto giudiziario ha scardinato solo le poltrone e non il sistema.

Qui la reazione del popolo è stata un grande messaggio, ancora non capito dai detentori del sistema partitico: pur di farti capire quanto non mi piace il sistema dei partiti voto il primo incapace che si presenta pur di non votare voi.

La cosa ancor più divertente che lo slogan dei partiti “protestanti” era proprio vota noi perché siamo incompetenti di politica e quindi non potremmo fare i danni che hanno fatto quelli prima… niente di più sbagliato perché in realtà il mix che venne fuori tra competenti ed incompetenti fu ancora più deleterio che ciò che avvenne nella prima repubblica.

Dopo questa carrellata veniamo a Noi oggi e vediamo che il 60% degli aventi diritto al voto non lo esercita più: questa è la tragedia di questo paese, che non permette più l’esercizio della democrazia, al punto da obbligare i suoi cittadini, per farsi sentire, a rinunciare ad un loro diritto costituzionale.

Nonostante questo atto violento da parte del popolo sembra che nessuno abbia intenzione di fermarsi e leggere correttamente il messaggio degli Italiani.

Pericoloso atteggiamento di chi ancora esercita il potere, pericoloso perché non andare a votare è un segno di disaffezione del cittadino ancora più pericoloso del rogo mediatico del 94, e chi oggi si culla nella sensazione di stabilità e di vittoria, dovrebbe invece notare che dalla sua parte ha solo il 25% del popolo e contro ha il 75%.

E Verrà un Giorno … che quel 75%  non sarà più controllabile perché non avrà più niente da perdere.

 

 

 




I Partiti … ed i Rimasti.

Fratelli d’Italia al 27%, PD al 20,4%, Lega al 12,1%, Azione Italia Viva al 7,5%, Forza Italia al 6,7%, 5stelle 12,8% e siamo già al 86,5%, il restante 14,2% % se lo dividono i minoritari.

Questi i numeri dei sondaggi che, ovviamente, non hanno chiesto agli intervistati se poi andranno a votare davvero.

Infatti credo che il problema di questa tornata elettorale potrebbe essere l’affluenza al voto.

Rischiamo che pochi decidano per molti.

A parte questo siamo di fronte al mondo delle meteore, la famosa trasmissione degli ex famosi che in batter d’occhio sono tornati nell’oblio della normalità.

Non voglio portarvi alla facile riflessione che chi era al 30 ora è al 10 e chi era al 10 ora è al 30, nemmeno vorrei farvi notare come rispetto a 30 anni fa sono spariti alcuni partiti, il simbolo più eclatante è la Democrazia Cristiana ma non è la sola, ma mi piacerebbe farvi vedere come le persone sono sempre le stesse ed addirittura non sono più nel partito da cui erano partiti (scusate il facile gioco di parole).

Voglio farvi vedere questa tabella che racconta quanti governi abbiamo avuto in Italia fino ad oggi: 67 e sono messi in ordine di durata.

N. Giorni in carica Giorni effettivi Governo Periodo in carica Data di termine
1. 1412 1409 Governo Berlusconi II 11 giugno 2001 – 23 aprile 2005 20 aprile 2005
2. 1287 1283 Governo Berlusconi IV 8 maggio 2008 – 16 novembre 2011 12 novembre 2011
3. 1093 1058 Governo Craxi I 4 agosto 1983 – 1 agosto 1986 27 giugno 1986
4. 1024 1019 Governo Renzi 22 febbraio 2014 – 12 dicembre 2016 7 dicembre 2016
5. 886 874 Governo Prodi I 18 maggio 1996 – 21 ottobre 1998 9 ottobre 1998
6. 852 832 Governo Moro III 24 febbraio 1966 – 25 giugno 1968 5 giugno 1968
7. 722 617 Governo Prodi II 17 maggio 2006 – 8 maggio 2008 24 gennaio 2008
8. 721 704 Governo De Gasperi VII 26 luglio 1951 – 16 luglio 1953 29 giugno 1953
9. 684 670 Governo Segni I 6 luglio 1955 – 20 maggio 1957 6 maggio 1957
10. 629 614 Governo Andreotti VI 23 luglio 1989 – 13 aprile 1991 29 marzo 1991
11. 613 598 Governo De Gasperi V 24 maggio 1948 – 27 gennaio 1950 12 gennaio 1950
12. 591 535 Governo Andreotti III 30 luglio 1976 – 13 marzo 1978 16 gennaio 1978
13. 581 547 Governo Moro II 23 luglio 1964 – 24 febbraio 1966 21 gennaio 1966
14. 577[4] 523 Governo Draghi 13 febbraio 2021 – in carica 21 luglio 2022
15. 575 555 Governo Fanfani III 27 luglio 1960 – 22 febbraio 1962 2 febbraio 1962
16. 561 527 Governo Colombo 6 agosto 1970 – 18 febbraio 1972 15 gennaio 1972
17. 545 535 Governo De Gasperi VI 27 gennaio 1950 – 26 luglio 1951 16 luglio 1951
18. 536 467 Governo Gentiloni 12 dicembre 2016 – 1 giugno 2018 24 marzo 2018
19. 529 401 Governo Monti 16 novembre 2011 – 28 aprile 2013 21 dicembre 2012
20. 527 509 Governo Conte II 5 settembre 2019 – 13 febbraio 2021 26 gennaio 2021
21. 511 497 Governo Scelba 10 febbraio 1954 – 6 luglio 1955 22 giugno 1955
22. 487 359 Governo Dini 17 gennaio 1995 – 18 maggio 1996 11 gennaio 1996
23. 485 448 Governo Fanfani IV 22 febbraio 1962 – 22 giugno 1963 16 maggio 1963
24. 466 401 Governo De Mita 13 aprile 1988 – 23 luglio 1989 19 maggio 1989
25. 461 445 Governo Conte I 1 giugno 2018 – 5 settembre 2019 20 agosto 2019
26. 446 410 Governo Moro IV 23 novembre 1974 – 12 febbraio 1976 7 gennaio 1976
27. 442 377 Governo Andreotti VII 13 aprile 1991 – 28 giugno 1992 24 aprile 1992
28. 427 423 Governo D’Alema I 21 ottobre 1998 – 22 dicembre 1999 18 dicembre 1999
29. 421 405 Governo Spadolini I 28 giugno 1981 – 23 agosto 1982 7 agosto 1982
30. 411 400 Governo Amato II 26 aprile 2000 – 11 giugno 2001 31 maggio 2001
31. 408 395 Governo Zoli 20 maggio 1957 – 2 luglio 1958 19 giugno 1958
32. 404 373 Governo Segni II 16 febbraio 1959 – 26 marzo 1960 24 febbraio 1960
33. 389 374 Governo Berlusconi III 23 aprile 2005 – 17 maggio 2006 2 maggio 2006
34. 377 351 Governo Andreotti II 26 giugno 1972 – 8 luglio 1973 12 giugno 1973
35. 377 259 Governo Ciampi 29 aprile 1993 – 11 maggio 1994 13 gennaio 1994
36. 373 324 Governo Andreotti IV 13 marzo 1978 – 21 marzo 1979 31 gennaio 1979
37. 358 346 Governo De Gasperi IV 1 giugno 1947 – 24 maggio 1948 12 maggio 1948
38. 305 298 Governo Amato I 28 giugno 1992 – 29 aprile 1993 22 aprile 1993
39. 300 292 Governo Letta 28 aprile 2013 – 22 febbraio 2014 14 febbraio 2014
40. 260 214 Governo Craxi II 1 agosto 1986 – 18 aprile 1987 3 marzo 1987
41. 259 226 Governo Goria 29 luglio 1987 – 13 aprile 1988 11 marzo 1988
42. 253 220 Governo Forlani 18 ottobre 1980 – 28 giugno 1981 26 maggio 1981
43. 253 202 Governo Rumor V 15 marzo 1974 – 23 novembre 1974 3 ottobre 1974
44. 251 225 Governo Berlusconi I 11 maggio 1994 – 17 gennaio 1995 22 dicembre 1994
45. 250 237 Governo Rumor IV 8 luglio 1973 – 15 marzo 1974 2 marzo 1974
46. 246 149 Governo Fanfani V 1 dicembre 1982 – 4 agosto 1983 29 aprile 1983
47. 243 227 Governo Cossiga I 5 agosto 1979 – 4 aprile 1980 19 marzo 1980
48. 236 204 Governo Rumor I 13 dicembre 1968 – 6 agosto 1969 5 luglio 1969
49. 234 185 Governo Rumor II 6 agosto 1969 – 28 marzo 1970 7 febbraio 1970
50. 231 204 Governo Moro I 5 dicembre 1963 – 23 luglio 1964 26 giugno 1964
51. 229 208 Governo Fanfani II 2 luglio 1958 – 16 febbraio 1959 26 gennaio 1959
52. 203 190 Governo De Gasperi II 14 luglio 1946 – 2 febbraio 1947 20 gennaio 1947
53. 197 177 Governo Cossiga II 4 aprile 1980 – 18 ottobre 1980 28 settembre 1980
54. 171 147 Governo Leone II 25 giugno 1968 – 13 dicembre 1968 19 novembre 1968
55. 169 78 Governo Moro V 12 febbraio 1976 – 30 luglio 1976 30 aprile 1976
56. 166 136 Governo Leone I 22 giugno 1963 – 5 dicembre 1963 5 novembre 1963
57. 155 141 Governo Pella 17 agosto 1953 – 19 gennaio 1954 5 gennaio 1954
58. 137 10[5] Governo Andreotti V 21 marzo 1979 – 5 agosto 1979 31 marzo 1979
59. 131 100 Governo Rumor III 28 marzo 1970 – 6 agosto 1970 6 luglio 1970
60. 129 8[5] Governo Andreotti I 18 febbraio 1972 – 26 giugno 1972 26 febbraio 1972
61. 126 119 Governo D’Alema II 22 dicembre 1999 – 26 aprile 2000 19 aprile 2000
62. 123 115 Governo Tambroni 26 marzo 1960 – 27 luglio 1960 19 luglio 1960
63. 119 100 Governo De Gasperi III 2 febbraio 1947 – 1 giugno 1947 13 maggio 1947
64. 102 10[5] Governo Fanfani VI 18 aprile 1987 – 29 luglio 1987 28 aprile 1987
65. 100 82 Governo Spadolini II 23 agosto 1982 – 1 dicembre 1982 13 novembre 1982
66. 32 12[5] Governo De Gasperi VIII 16 luglio 1953 – 17 agosto 1953 28 luglio 1953
67. 22 11[5] Governo Fanfani I 19 gennaio 1954 – 10 febbraio 1954 30 gennaio 1954

Sapete da quanto esiste la nostra repubblica?

Dal 1948, data in cui entrò in vigore la Costituzione della Repubblica Italiana.

Pertanto la nostra Repubblica può vantare 74 anni, il che significa 74/67  = 1,1 durata media di un governo italiano.

In Germania per esempio la durata media di un governo è 9 anni, mentre in Francia è di 4.

Ma quello che credo sia importante notare è che la durata dei governi è direttamente collegata al numero di partiti presente, maggiori i partiti minore la durata del GOVERNO.

Tornando a noi, ma vi invito a riflettere sul dato che vi ho appena esposto, il nostro paese ha una volatilità di governo talmente alta da fare invidia ad un paese rivoluzionario del Sudamerica.

Lo sapete poi che De Gasperi ha guidato ben otto governi ed Andreotti sette?

E lo sapete che il governo che è durato di più è il governo Berlusconi due?

Pensate un poco a questo scenario e poi andate a votare.

Io credo che questa classe politica vada fermata, io sono convinto che occorre dare un segnale importante che faccia capire a questi “signori” che ci siamo decisamente rotti gli zebedei e non siamo più disposti a farci prendere per i fondelli.

Io non voglio farvi cambiare idea su chi votare, io voglio rendervi consapevoli dell’importanza del vostro voto, perché, cari amici, con il vostro voto Voi avete rovinato l’Italia (nel voi ci sono anch’io ovviamente).

IO vorrei che questa situazione che vi ho raccontato, i 3000 miliardi di debito pubblico, la situazione di crisi pari solo a quella dopo la prima guerra mondiale, l’incapacità dell’Italia di mantenersi i suoi tesori sia industriali che artistici che intellettuali, non vi facciano dormire la notte, vorrei che ritrovaste davvero dentro di Voi il valore del voto come strumento anche di protesta, ma soprattutto, che siate in grado di analizzare i danni che hanno fatto quelli che avete votato prima.

La colpa è nostra, di tutti noi, per anni abbiamo buttato via il nostro voto per motivi stupidi, a volte per interesse personale, spesso per motivi ideologici senza fondamento, lo abbiamo dato a persone inaffidabili, delinquenti esperti e consumati nell’arte del raggiro che ancora oggi ci raccontano cazzate immani con la presunzione assoluta che noi, sprovveduti popolani, abbiamo il dovere di crederci, spesso lo abbiamo adagiato tra le braccia di imbonitori di bassa lega che facevano promesse che nessuno sano di mente avrebbe nemmeno ascoltato, ed invece noi ci abbiamo creduto, illudendoci di costruire un futuro per i nostri figli, figli che sono cresciuti in un mondo falso da noi stessi creato, spesso abbiamo votato per disperazione, magari chi ci diceva “tranquilli io sono diverso” per poi accorgerci che la diversità stava solo nel fatto di essere peggio di quelli di prima.

Ed ora cari amici quelli rimasti con il cerino in mano siamo noi, illusi sprovveduti amanti delle favole, bambini raggirati da lupi del bosco, novelli Hansel e Gretel intrappolati dalla casetta di marzapane (che poi, ragazzi, il marzapane nemmeno è quella gran cosa), siamo talmente tristi ed infelici che abbiamo perso persino la voglia di incazzarci e ci nascondiamo dietro la frase “non voto tanto non serve ad una mazza”, NO, NO, NO, ragazzi miei, votiamo facciamo vedere a questi staticidi che Noi ci siamo, diamoglielo un calcio nel culo con il nostro voto!

Certo mi direte voi, chi votare?, ebbene vi dico io esercitiamo il diritto di votare ma scriviamo tutti quanti sulla scheda:

Siamo troppo incazzati con tutti voi, ridateci il nostro paese!

Certo se lo facessimo tutti, ma proprio tutti, sai che botta che gli daremmo a sti quattro ladri di polli!!!