Copertino: PD Tutto da rifare!

Il congresso del circolo cittadino del PD si è svolto lo scorso 26 marzo.

Anzi no, è tutto da rifare.

Sembra di assistere ad una commedia all’italiana, invece è quanto realmente accaduto a Copertino, quarto centro per popolazione della provincia di Lecce noto per aver dato i natali a San Giuseppe da Copertino: santo protettore degli esaminandi e dei voli. 

Una bella messinscena con tanto di spartizione di voti che oltre i presenti avrebbe visto coinvolti anche gli ignari iscritti assenti alle operazioni di voto.

Questa é la denuncia partita da un gruppo di dirigenti del PD che in realtà non é rappresentato da nessuna delle tre mozioni e che sembra stia preparando le valigie ed in odore di scissione.

Fratelli coltelli e vendette trasversali che si consumano nelle sedi dove la politica dovrebbe, piuttosto, elevarsi e produrre idee e progetti.

 La Commissione Provinciale di Lecce per il Congresso unitamente ai rappresentati provinciali delle mozioni di Renzi, Orlando ed Emiliano, non ha perso tempo e dopo aver constatato che le regole congressuali non sono state rispettate, ha deciso di invalidare i lavori. 

 Il prossimo 1 aprile è previsto il remake.

Dalla nota della commissione si evince che  «Alla nuova convocazione sarà presente la Presidente della Commissione Provinciale per il Congresso Annamaria Monaco».

Viste le premesse c’è da scommettere che la vicenda farà ancora parlare di sé, dalla parte degli scissionisti o presunti tali la guerra è solo all’inizio, avendo  prontamente chiesto la testa del segretario del circolo cittadino e del presidente dei garanti.

D’altronde sembra improbabile che si possa rifare tutto senza che nessuno paghi lo scotto di una figuraccia la cui eco è giunta in tutte le regioni italiane.

 Intanto i cittadini assistono allibiti ed inermi all’ennesimo brutta figura della politica ed i populisti ringraziano e si sfregano le mani: per loro l’ascesa al potere sembra essere solo una questione di tempo.

 

 




La “Ministra” Riscaldata

Il giallo sul titolo di studio della neo ministra Valeria Fedeli è durato poco, Lei stessa ammette candidamente, una svista, un copia incolla fatto male… e va beh, certamente in un governo come questo, ennesimo calderone di gaffe e di sberleffi agli Italiani, cosa conta un titolo di studio.

In effetti concordiamo con la ministra, il titolo di studio non conta, conta l’esperienza e le capacità che la persona che svolge il ruolo di ministro può portare nella gestione del suo mandato.

Noi non pensiamo che se una persona non è laureata sia un incompetente o un delinquente o peggio un incapace totale indegno di qualsiasi ruolo, noi siamo convinti che la capacità e l’esperienza possano davvero fare molto, sicuramente più di un  titolo di studio, che se non collegato ad esperienza e capacità, veramente non ha valore.

Noi riteniamo che un Ministro dell’istruzione debba essere un profondo conoscitore del mondo della scuola, debba avere esperienza diretta del ruolo di insegnante, debba conoscere le tematiche legate al mondo della didattica sia nazionale che internazionale, debba essere conoscitore del lavoro delle scuole non solo in relazione agli alunni ma anche alla complessità amministrativa che si cela dietro una scuola, debba avere chiaro dell’attuale stato di abbandono della scuola italiana e soprattutto del grandissimo disagio sia dei docenti che dei Dirigenti Scolastici, ma anche del personale di segreteria tutto, collaboratori scolastici compresi.

Queste cose nemmeno un laureato ad Harvard le saprebbe, e quindi chissene frega del titolo di studio del ministro, viva invece la sua esperienza.

Un’esperienza pluriennale nel mondo della scuola, ove ha ricoperto più ruoli, durante la quale ha potuto vivere direttamente e sentire quasi come un profumo tutte le componenti chimiche della scuola, comprendendone a fondo le meccaniche.

Per fare tutto questo occorre quindi avere l’esperienza della ministra, tre anni alla scuola materna, poi dal 1979 al 2012 come delegata sindacale per la CGIL, in vari ruoli legati al mondo del settore tessile, dal 2013 ad oggi senatore della repubblica per il PD…

“il mio punto di forza è l’ascolto…” ci dice la ministra, forse, ma non certo l’esperienza…

Ma quindi perché invece che scagliarsi contro i suoi titoli di studio non è stata valutata l’esperienza nella materia?

Forse perchè se andiamo a vedere l’esperienza di tutti i ministri allora ci mettiamo le mani nei capelli??? 

Forse perchè ancora una volta agli Italiani viene messo davanti un fatto compiuto?

Una volta ci dicevano o mangi la minestra o salti dalla finestra! 

Ebbene forse è ora davvero di saltare dalla finestra, probabilmente ci facciamo meno male che mangiando questa ministra riscaldata…