Caro lettore la critica è attività giornalistica.

Rispondo ad un nostro caro lettore che mi segnala che a volte la critica a questo paese è immotivata.

Mi dica Lei caro lettore se questo paese è scevro da possibilità di critica, che in realtà non andrebbe diretta a questo paese, ma a chi lo governa.

Mi trovo a scrivere queste righe con un misto di amarezza e amore profondo per la nostra amata Italia, una terra che, nonostante tutto, continuo a sentire nel cuore come una parte fondamentale della mia stessa essenza.

È impossibile non notare il degrado morale e politico che ha pervaso la nostra nazione negli ultimi decenni.

La corruzione dilagante, la perdita dei valori tradizionali, l’indebolimento delle istituzioni e la crescente disuguaglianza sociale sono tutte piaghe che minano la grandezza di questo paese che, un tempo, era faro di civiltà e cultura per il mondo intero.

La gloriosa storia della nostra patria sembra essere dimenticata, sepolta sotto un cumulo di decadenza e superficialità.

Non posso nascondere il mio disprezzo per ciò che l’Italia è diventata.

Mi rattrista vedere come il nostro spirito nazionale sia stato eroso da una globalizzazione sfrenata e da un relativismo morale che tutto abbraccia e nulla valorizza.

Siamo diventati una nazione che sembra aver perso il senso di sé, incapace di riconoscere la propria identità e i propri meriti.

Eppure, nonostante tutto, amo profondamente questo paese.

Amo l’Italia non solo per la sua storia gloriosa, ma per ciò che essa rappresenta nella sua essenza più pura.

Le nostre nobili tradizioni, la nostra cultura millenaria, la nostra arte sublime, la nostra lingua melodiosa, sono tutte testimonianze di una grandezza che non può essere cancellata da nessuna crisi contemporanea.

Amo l’Italia dei grandi pensatori, dei poeti, dei musicisti, degli artisti che hanno plasmato il volto della cultura mondiale.

Amo l’Italia dei patrioti, di coloro che hanno combattuto e sacrificato la propria vita per un ideale di libertà e unità.

Amo l’Italia delle persone comuni, dei contadini, degli artigiani, dei lavoratori che, con il loro impegno quotidiano, hanno costruito e continuano a costruire le fondamenta della nostra società.

Critico l’Italia dei maneggioni, dei raccomandati, dei politici incapaci, delle istituzioni insulse ed inutili.

Credo fermamente che, nonostante le difficoltà attuali, l’Italia abbia in sé la capacità di risollevarsi.

Le nostre radici sono profonde e solide; la nostra cultura è un patrimonio che nessuna crisi può davvero distruggere.

Dobbiamo riscoprire i valori che ci hanno resi grandi, rispolverare l’orgoglio di essere italiani e lavorare insieme per costruire un futuro che sia all’altezza del nostro glorioso passato.

Il mio amore per l’Italia è una fiamma che non si spegnerà mai, alimentata dalla speranza che un giorno, non lontano, potremo vedere una rinascita della nostra grande nazione.

Fino a quel momento, continuerò a lottare, a criticare, a sperare e ad amare questo paese con tutto me stesso.

E le aggiungo, amato lettore, che la critica, quando diviene strumento per il miglioramento, è sicuramente Attività giornalistica con la A maiuscola.

 

se ha due lire da splendere compri pure il mio ultimo libro potrebbe essere un aiuto a capire come mai siamo giunti qui.

 

 

 

Il vero partito deve essere l’Italia

 




“Una famiglia di stelle”

“Ballando, cantando e sfilando con le stelle”

In “Suor Soubrette”, la mia autobiografia, racconto di come sia riuscita, nonostante e grazie agli impedimenti di varia natura, a realizzarmi nelle mie sacrosante aspirazioni.

Ad alcune di queste ho dovuto rinunciare perché meno “urgenti”, ma non per questo meno importanti. E comunque, finché c’è vita, c’è speranza. 

Il mio messaggio ai ragazzi di ogni età è “Fregatene e risplendi!”: un incoraggiamento ad affrontare e vincere le sfide che la vita ci offre – sotto forma di pareri non richiesti, per quanto autorevoli, tutt’altro che costruttivi – sul non sempre facile sentiero dell’auto realizzazione. 

“Campioni si nasce o si diventa? O tutte e due?”

 In che misura l’ambiente familiare è determinante, affinché un figlio possa realizzarsi pienamente nelle proprie aspirazioni? Esiste un’isola felice, una famiglia ideale, naturalmente imperfetta, dove si respiri un clima di rispetto reciproco e i figli vengano educati all’amore per l’Arte e la Bellezza? 

Per rispondere a questa e ad altre domande ho raggiunto Pinuccia Matta e Raffaello Lucchese, titolari di una prestigiosa realtà dell’antiquariato luxury giunta ormai alla quarta generazione e soprattutto genitori di due splendidi virgulti di diciotto e tredici anni rispettivamente: Simone ed Eleonora. 

 “Un vivaio di stelle”

Al loro arrivo sul pianeta, i due fratellini hanno trovato ad accoglierli il clima ideale per poter fiorire in accordo con la loro natura. Mamma e papà, infatti, li hanno sempre lasciati liberi di seguire le loro inclinazioni e, si sa, un fiume scorre sempre in direzione della propria foce. Così, giorno dopo giorno, i due ragazzi lavorano in vista della realizzazione dei loro sogni, desideri e aspirazioni. 

La famiglia Matta Lucchese, a quanto pare, ha adottato un approccio educativo dal quale prendere ispirazione, come genitori, per educare i propri figli alla consapevolezza del loro intrinseco valore. Raggiungo quindi la mamma e i ragazzi per un’intervista che ha per tema il “come” incoraggiare giovani visionari a fregarsene delle nubi grigie – leggi: critiche non costruttive, profezie non felici, opinioni non richieste all’insegna di un’incredula prudenza –  e a risplendere come stelle, costi quello che costi.

“Intervista a mamma Pinuccia”

J: “Pinuccia, come siete riusciti a riconoscere i doni e i talenti dei vostri ragazzi?” 

P: “Per quanto riguarda nostro figlio Simone l’abbiamo capito subito: aveva solo sei mesi quando durante i nostri viaggi in auto, nel suo seggiolino, si muoveva a ritmo di musica per tutto il tempo. Era così divertente guardarlo. Mio marito e io ci dicevamo che sarebbe diventato un ballerino. Stupendo! Eleonora invece cantava con la sua vocina sottile, da usignolo. E poi, si muoveva con una tale grazia… Poi, a cinque anni, Simone ci fece capire in modo inequivocabile che il ballo avrebbe avuto il primo posto nella sua vita. La sua trasmissione preferita era ‘Ballando con le stelle’. Caso vuole che Alessandra Mason e Dima Pakhomov, entrambi formatori degli ospiti del programma, avessero aperto la loro scuola a Chivasso, a due passi da noi. Portammo nostro figlio a incontrarli e da lì, sarebbe cominciato tutto. Comunque, è una gioia per noi genitori scoprire e assecondare i talenti dei nostri figli!”

J: “La danza e il canto sono talenti già presenti nella vostra famiglia, o prerogativa dei vostri ragazzi?”

P: “Credo abbiano preso da me. Avevo doti canore ed ero brava anche nella danza. E poi, nella mia famiglia c’è chi suona la tromba, chi la chitarra, chi la fisarmonica: insomma, la vena musicale è sempre stata presente. Ora che ci penso, anche la mia nonna amava danzare. Decisamente, i miei figli hanno preso dalla mamma.” 

J: “Simone ed Eleonora hanno entrambi intrapreso carriere nel mondo dello spettacolo. Simone come ballerino, Eleonora come cantante e indossatrice. Come vi sentite rispetto alla scelta dei vostri figli di non seguire le vostre orme?”

P: “Crediamo che la felicità sia nell’essere se stessi e amare ciò che si fa a prescindere da quello che un genitore  fa. Devono scegliere liberamente.”

J: “C’è qualcosa a cui avete dovuto rinunciare, per amore del successo dei vostri figli?”

P: “Certo, ci sono sacrifici da fare, ma si fanno insieme e se si fanno, comunque, è sempre per amore.”

J: “Come vi ponete rispetto alla concreta possibilità che debbano viaggiare e magari, un giorno, trasferirsi altrove, per potersi realizzare appieno nelle rispettive professioni?”

P: “Ne saremmo ben felici. Magari li seguiamo.”

J: “Il mondo dello spettacolo è tutt’altro che semplice. La concorrenza è molta e a volte, il talento da solo non basta. Sono necessarie preparazione e perseveranza, per essere pronti a cogliere l’Occasione buona. Quali sono, a vostro parere, le sfide che i vostri ragazzi dovranno affrontare?”

P: “Le sfide nella vita ci sono sempre, in ogni ambiente lavorativo. L’importante è che i nostri  figli imparino a riconoscerle e ad affrontarle.”

J: “Eleonora, a soli tredici anni, sta ottenendo attenzione e riconoscimenti bellissimi…”

P: “Eleonora ha ricevuto dei premi prestigiosi, uno dei quali dal Maestro Meozzi – già mentore di Andrea Bocelli – che l’ha notata a Sanremo durante il talent. Anche il Maestro Vincenzo Capasso, autore di canzoni per Mina, l’ha premiata con un brano scritto appositamente per lei, che uscirà a breve. Comunque, ha già pubblicato il suo primo inedito, scritto da Alex De Vito e Claudio David.”

J: “Quale consiglio dareste, tu e tuo marito, ai genitori che desiderassero riconoscere, valorizzare e assecondare i talenti dei loro figli, accompagnandoli a trasformare le loro passioni in carriere vere e proprie?”

P: “Direi loro: ‘Assecondate le passioni dei vostri figli, date loro sempre forza e coraggio; fate loro capire che con la fede si vola in alto.'”

 

“Un usignolo in passerella”

Raggiungo quindi Eleonora, che sta facendo le sue prove di portamento davanti allo specchio. Ha indossato un vestito della sua mamma e ora sta sfilando come se indossasse una corona regale. 

Prima di intervistarla, vi racconto un po’ della sua storia. Breve, vista la sua tenera età.

Ad appena dodici anni, interpretando “Le tasche piene di sassi” di Giorgia, Eleonora si è aggiudicata due prestigiose vittorie: la Finalissima del Talent Vision 2024, Speciale Sanremo, del Patron Domenico Trotta e il Premio Battiato Sezione Junior, del Patron Daniele Morelli. 

In vetta alle classifiche degli eventi collaterali al Festival della Canzone Italiana a Sanremo, Eleonora ha ricevuto, come già anticipatoci dalla mamma, attestazioni di stima e incoraggiamento da illustri personaggi della musica leggera italiana.

Nel frattempo sfila, sicura di sé, sulle passerelle, confermandosi promessa non solo della musica, ma anche della moda italiana.

“Intervista ad Eleonora”

J: “Eleonora, come ci si sente ad aver vinto tanti premi e riconoscimenti a soli tredici anni?”

E: “Mi sento molto orgogliosa di me stessa e ovviamente molto felice.” 

J: “Indossatrice e cantante. Sono due carriere bellissime! Erano questi i tuoi sogni da bambina? O ne hai altri da realizzare?”

E: “Fin da bambina mi è sempre piaciuto cantare e sfilare, indossando i vestiti di mamma. Quando canto e sfilo, mi sento bene con me stessa. Oltre a questo amo recitare e quindi, vorrei fare anche l’attrice.” 

J: “Quale delle due passioni hai scoperto per prima? La canzone o la moda?”

E: “Fin da quando avevo quattro anni amavo sfilare, poi è venuto il canto. All’inizio, riguardando i video che giravo, non mi sembravo molto portata. Poi però, col tempo, sono migliorata sempre di più. Infine si è aggiunta la recitazione.” 

J: “Capita a volte di seguire le orme del nostro personaggio famoso preferito. Nell’ambito della canzone italiana, chi è l’artista che ti piace di più, al punto da ispirarti a intraprendere la stessa carriera?”

E: “Non ho personaggi preferiti in assoluto. Mi piacciono e mi ispirano Giorgia e Mina. Delle cantanti più recenti scelgo invece Annalisa, Elodie e Gaia. Mi piacerebbe diventare come la Carrà. So che è difficile, perché è un mito.” 

J: “Qual è il tuo messaggio per le ragazze della tua età che vogliano realizzare il sogno della loro vita?” 

E: “Non mollare mai e non avere paura degli ostacoli. A volte si cade nella vita, ma è proprio questo a insegnarci a rialzarci più forti di prima, così da poterli superare.” 

J: “… E un consiglio che daresti loro?”

E: “Di non dare retta a chiunque cerchi di scoraggiarli dicendo che non ce la possono fare. Anzi. Di considerare questi ‘attacchi’ come spinte per fare ancora di più e raggiungere i loro traguardi.”

“Galeotto fu Ballando con le stelle” 

Come già anticipato Simone, che ha appena raggiunto la maggiore età, è campione di danza sportiva assieme all’inseparabile partner Isabel Rossotto. La coppia ha trionfato ai Campionati mondiali che si sono tenuti a Malmedy, in Belgio, a novembre dello scorso anno, laureandosi vicecampione mondiale di danza latinoamericana nella categoria “Latin Youth”. Un plauso è dovuto ai maestri che li hanno accompagnati a conseguire la prestigiosa vittoria: i già citati Alessandra Mason e Dima Pakhomov, reduci entrambi dall’esperienza televisiva “Ballando con le stelle”.

“Intervista a Simone”

J: “Ad appena diciotto anni, sei vicecampione del mondo di danza sportiva. Com’è cambiata la tua vita, se è cambiata, dopo la conquista di un premio così ambito?”  

S: “Nella mia vita non è avvenuto un grandissimo cambiamento. Più che altro, successo dopo successo, gara dopo gara, piano piano ho sempre ottenuto risultati migliori. In tredici anni di ballo, gli sforzi e i sacrifici fatti mi hanno permesso di ottenere questo bellissimo risultato.” 

J: “Com’è iniziato il tuo amore per la danza?”

S: “Il mio amore per la danza è iniziato all’età di cinque anni. La mia famiglia era solita guardare il programma televisivo ‘Ballando con le stelle’. A me piaceva tantissimo! Fortuna vuole che due insegnanti di ‘Ballando con le stelle’ abbiano aperto una scuola di ballo vicino a casa mia. Hanno quindi fatto un’esibizione a Verolengo, dove abitiamo, e siamo andati a vederli. Il giorno stesso abbiamo chiesto informazioni per poter iniziare.” 

J: “Quali sfide hai dovuto affrontare e quali sacrifici hai dovuto fare, per arrivare a essere vicecampione mondiale di danza sportiva latinoamericana?”

S: “Il mio sacrificio è stato non arrendermi mai. Rinunciare, a volte, a partire per le vacanze… Allenarmi tutti i giorni con un unico pensiero: raggiungere il risultato.” 

J: “A cosa hai dovuto rinunciare, rispetto ai tuoi compagni di classe?”

S: “Un ragazzo che non abbia intrapreso una carriera agonistica o comunque sportiva avrà sicuramente più tempo libero nel pomeriggio. Non solo, secondo me una persona che non ha intrapreso una carriera del genere può essere meno organizzata. Io per gestire quello che faccio devo farmi un piano, organizzare le mie giornate in modo da conciliare gli allenamenti con lo studio… Sento comunque di non aver perso nulla. Anzi. Mi sento fortunato, in quello che ho fatto.  Sarei forse uscito qualche volta in più con i miei amici, ma non cambierei le mie scelte.” 

J: “Di tutte le discipline in cui eccelli, qual è quella che ti appassiona di più? Jive, Samba, Cha cha cha…?”

S: “Il mio preferito è il cha cha cha. Di questo ballo mi piace il ritmo, e poi è allegro.”

J: “Tu e Isabel siete una coppia affiatatissima. Come vi siete conosciuti e com’è nata l’idea di danzare insieme?”

S: “Il primo anno ballavo con un’altra ballerina, con cui ho fatto una competizione. Poi, nella mia scuola di ballo, è arrivata Isabel. I miei maestri hanno subito notato la sua bravura e ci hanno proposto di fare una prova. Ci siamo trovati bene e abbiamo subito avuto successo. Dopo meno di un anno abbiamo vinto i campionati italiani insieme. Abbiamo continuato e balliamo insieme ormai da dodici anni.” 

J: “Recentemente hai vissuto una bella avventura newyorchese. Ce ne vuoi parlare?” 

S: “Fuori dall’ambito del ballo ho avuto la fortuna di accedere a un bando scolastico: una simulazione diplomatica per studenti universitari alla quale ho potuto accedere nonostante io sia  ancora uno studente liceale. Mi sono divertito tantissimo! Ho avuto modo di capire come funziona l’ambiente diplomatico e come si comporta un ambasciatore… Mi è stata data una nazione, avevo un compagno di delegazione che ho conosciuto lì, un ragazzo fiorentino molto simpatico.  Insieme abbiamo fatto amicizia anche con altri ragazzi italiani, americani e di altre nazionalità. Sono certo che saremo amici per lungo tempo.”

J: “Cos’è per te il successo?” 

S: “Per me è qualcosa di soggettivo. Può essere il raggiungimento di un obiettivo giornaliero, come ad esempio riuscire a fare qualcosa che non si riusciva a fare… O di un obiettivo il cui raggiungimento richiede più tempo… Il risultato di una gara di ballo, nel mio caso, o il successo con una ragazza, un buon voto a scuola. Dipende da tanti fattori. Secondo me, il successo può essere raggiunto da chiunque, in ogni momento.” 

J: “Che consiglio daresti ai ragazzi che, come te, abbiano un sogno da realizzare?” 

S: “Il consiglio che posso dare è di credere in se stessi, non arrendersi mai, e soprattutto non farsi influenzare dagli altri. Ciò che più mi ha dato forza è proprio il credere in me stesso. Più credi in te stesso, più riesci a ‘vedere’ il raggiungimento del tuo Obiettivo.” 

Morale…

Per concludere, lascerei la parola finale alla mamma delle due stelle.

“Crescere i figli non è facile. Penso che sia il mestiere più difficile del mondo.” Ammette Pinuccia. E prosegue: “Vederli esprimersi in questo modo, è bello. Ti fa sentire contenta di ciò che hai fatto finora, anche se con tanti sacrifici, che sono stati comunque ripagati con la loro dolcezza, il loro affetto, la loro tenacia, il loro modo di affrontare la vita.”

 

 




La penna e la spada, chi vince oggi?

Il detto “la penna è più potente della spada” esprime un concetto profondamente radicato nella consapevolezza collettiva, sottolineando come le parole e le idee abbiano un impatto più duraturo e profondo rispetto alla forza bruta.

Questa metafora risale al drammaturgo inglese Edward Bulwer-Lytton nel 1839, nel suo dramma “Richelieu; Or the Conspiracy”.

La frase sottolinea il potere della comunicazione e della persuasione rispetto alla violenza fisica.

Tuttavia, questo concetto affronta una sfida cruciale nel contesto moderno, dove l’alfabetizzazione e le abilità di lettura stanno subendo trasformazioni significative, in particolare tra i giovani.

L’importanza della lettura è insostituibile per lo sviluppo intellettuale, la maturazione personale e la partecipazione attiva alla vita democratica di una società.

Attraverso la lettura, si acquisiscono non solo conoscenze ma anche strumenti critici per interpretare il mondo e agire su di esso.

In un’epoca dominata dall’immagine e dalla rapidità dell’informazione digitale, il calo delle competenze di lettura approfondita può rappresentare un rischio serio per il mantenimento di una cittadinanza informata e critica.

Il fenomeno del declino della lettura tra i giovani, spesso descritto in termini di “crisi dell’alfabetizzazione”, va visto in un contesto più ampio di cambiamenti socio-culturali e tecnologici.

Le nuove generazioni si trovano immerse in un flusso costante di informazioni brevi e visivamente accattivanti, come i post sui social media, che richiedono un impegno cognitivo diverso rispetto alla lettura prolungata di testi complessi.

Questa evoluzione può portare a una preferenza per le forme di comunicazione che richiedono minor sforzo interpretativo e critico.

Di fronte a questa sfida, è fondamentale riconoscere il valore della formazione all’alfabetizzazione critica come parte essenziale dell’educazione moderna.

Istruire i giovani non solo a leggere in modo funzionale ma anche critico è una necessità impellente.

Questo include la capacità di analizzare e valutare le fonti, comprendere contesti più ampi, riconoscere bias e presupposti, e formulare argomentazioni coerenti.

Inoltre, le scuole e le altre istituzioni educative hanno il dovere di adattare le metodologie didattiche per renderle più attinenti al mondo digitale in cui i giovani crescono.

Ciò potrebbe includere l’uso didattico dei media digitali per insegnare competenze di lettura critica, non solo attraverso libri di testo ma anche tramite piattaforme online, videogiochi educativi, e altre risorse digitali che possano stimolare l’interesse e l’engagement dei giovani.

In sintesi, mentre la penna può ancora essere più potente della spada in un mondo ideale dove le parole informano, educano e ispirano, la realtà attuale pone sfide significative a questo ideale.

Se i giovani perdono l’abilità o l’interesse nella lettura profonda, la società potrebbe trovarsi di fronte a problemi seri, come il deterioramento del dialogo pubblico e una minore capacità di affrontare questioni complesse in modo riflessivo e informato.

Per mantenere viva l’efficacia della penna, è cruciale investire nell’alfabetizzazione avanzata e critica delle nuove generazioni.

Ma chi deve fare questo sforzo di recupero sui giovani, solo la   scuola? 

la Famiglia?

Credo fermamente che questa sia una importante sfida per tutta la platea intellettuale italiana, dagli accademici ai politici, è necessario ripensare l’educazione dei giovani ma anche rivedere come stiamo proponendo ai giovani le strade per il loro futuro.

Come dico sempre non è che lavoro faremo che ci darà una buona vita, ma come lo faremo e chi saremo nel farlo.

 

 




“Cambia le tue frequenze e tutto cambierà!”

"Onde Sonore": immagine di Mohammad Usman
Immagine di Mohammad Usman

In principio era il Suono

E se davvero la creazione avesse avuto origine da un suono?

E se la voce umana avesse il potere di “plasmare” il nostro destino, nel male o nel bene?

E se potessimo, grazie ad apposite frequenze, curare o addirittura guarire le malattie?  

È interessante notare come a queste domande si trovi risposta nelle Sacre Scritture, laddove si parla del Verbo per mezzo del quale tutto è stato fatto e, senza di lui, nulla è stato fatto di ciò che esiste.

Riguardo al potere creativo della voce umana, nel libro dei Proverbi è detto che “morte e vita sono in potere della lingua” mentre, sull’argomento salute, è scritto che “C’è chi, parlando senza riflettere, trafigge come spada, ma la lingua dei saggi procura guarigione.”

A quanto pare, nella dimensione spirituale si è sempre saputo che sono le frequenze a creare e trasformare il mondo che esperiamo.

Nel tempo anche la scienza è riuscita a dimostrare l’indissolubile legame tra le frequenze e la realtà che ci circonda. Oggi sappiamo che tutto è frequenza e non soltanto ciò che percepiamo come suono, musica, rumore o parola: immagini, pensieri e simboli hanno una loro propria vibrazione e così gli animali, i minerali, gli esseri umani… Ogni cosa, visibile o invisibile, ha il proprio suono. Insomma: il Creato è una magnifica, immensa Orchestra e noi, ne siamo i più o meno consapevoli strumenti.

 

Nella foto: Krisztina Nemeth

La voce che guarisce

Krisztina Nemeth, laureata all’Università di Musica ed Arti Rappresentative a Graz in Austria, dopo 23 anni di esperienza come cantante lirica internazionale, abbraccia la propria vocazione di “Healing Voice” e di “Intuitive Coach”.

È autrice di tre libri, dei quali il primo porta la prefazione del Dott. Masaru Emoto, lo scopritore della memoria dell’acqua. 

Come “Voce che guarisce”, la studiosa viene invitata a molti congressi internazionali ed è un punto di riferimento in diversi Paesi negli Stati Uniti, in Sud Africa, Svizzera, Austria, Grecia, Italia, Spagna, Tibet, India, Bali, Mauritius, Hawaii. 

Il Frequencies Congress

Affascinata dall’argomento, Krisztina ne promuove la divulgazione ideando e organizzando il “Frequencies Congress”. L’Evento, giunto quest’anno alla sua quarta edizione, riunisce i maggiori esperti di frequenze nei rispettivi campi di applicazione.

All’immancabile appuntamento previsto per domenica 13 aprile ad Ascona interverranno medici, ricercatori, musicisti e musico-terapeuti, operatori olistici, esperti in numerologia, artisti. Alcuni presenteranno i risultati delle loro ricerche, altri terapie e concetti innovativi, altri ancora coinvolgeranno il pubblico con video e immagini suggestive. Al termine dell’Evento si terrà un concerto meditativo per innalzare le frequenze dei partecipanti.

L’obiettivo è evidenziare l’importanza delle frequenze, del suono, delle energie e il loro impatto su tutto ciò che esiste.

I relatori

Sul palcoscenico del Teatro del Gatto si succederanno, nell’arco di un’intera giornata esperienziale: 

Mirto Ferrandino (Italia), specialista in Bio-Cimatica e presidente della International Cymatic Association. Nel corso del suo intervento mostrerà al pubblico come il suono crea forme nella materia. 

Winfried Leipold e Gudrun Wiesinger, maestri del suono terapeutico, ci faranno ascoltare le pietre sonore e l’impiego di altri strumenti musicali terapeutici.

Il Dottor Ulrich G. Randoll (Germania): medico, ricercatore e inventore della terapia “Matrix Rhythm”, ha ottenuto notevoli successi nel trattamento di una grande varietà di malattie e ha formato migliaia di partner “Matrix Health” in tutto il mondo.

Il Dottor Roberto Ostinelli (Svizzera), medico internista e studioso di medicina integrativa, terapie bioenergetiche e frequenziali, dal 2008 cura i suoi pazienti con innovative tecnologie biofisiche e un approccio psicoanalitico emotivo.

Ing. Rasmus Gauss Berghausen (Austria): per quindici anni collaboratore del Dott. Masaru Emoto e ricercatore in idroscienze. Oggi il suo lavoro è legato alla HRV (variabilità della frequenza cardiaca) e alla sua traduzione in suono e colore.

Alessandro Puccia (Italia): artista fotografico di gocce d’acqua congelate e osservate al microscopio, accompagnerà il pubblico in un viaggio nel profondo di un mondo invisibile a occhio nudo.

Niko Caruso e Michela Pivato (Italia): operatori olistici, ricercatori e divulgatori di frequenze a uso terapeutico, usano le frequenze dei Numeri e l’intuizione per supportare e potenziare l’evoluzione delle anime in cammino.  

Beatrice Lafranchi (Svizzera): terapeuta e organizzatrice di workshop ed eventi su argomenti nell’ambito della crescita personale, mindfulness, consapevolezza e connessione del cuore.   

Jasmine Laurenti (Svizzera): giornalista internazionale e scrittrice, nota al grande pubblico come doppiatrice cine televisiva, parlerà dell’impatto delle parole cariche di intenzioni ed emozioni sul livello qualitativo del dialogo interiore.

Come anticipato, a conclusione dell’Evento i partecipanti potranno immergersi nel concerto meditativo dei musicisti e terapeuti Krisztina Nemeth (Svizzera), pianoforte e voce, e Antonio Testa (Italia), artista che innesta la propria espressività su conoscenze approfondite di etnomusicologia e musicoterapia, oltre che autore e produttore musicale di fama internazionale.

Il “Frequencies Congress” avrà luogo ad Ascona, in Svizzera, il 13 aprile prossimo, al Teatro del Gatto in via Muraccio 21. L’evento inizierà alle 09:45 e terminerà alle 18:45.

Gli ultimi biglietti rimasti sono acquistabili entro il 31 marzo a un prezzo scontato (CHF 157) visitando il sito: www.frequenciescongress.com

 




Qualcosa non quadra

 

Non ci tornano i conti:
La Cina e la Russia, non riconoscono l’ attentato terrorista di Hamas, del 7 ottobre all’ Onu, però a pochi giorni dalla riunione, avviene l’attentato terroristico jiadista a Mosca, dove si scopre che, la stessa Cia, avesse avvertito del rischio incombente e i russi, hanno disatteso e non sono corsi ai ripari! Umm!

Mi sa che i “lupastri  jiadisti” di turno, su commissione, quando servono, ci sono sempre… 

In un mondo surreale e psicotico come questo di oggi, tutti vogliono sembrare buoni e nessuno vuole fare la parte del cattivo; però, le armi sparano, lo stesso, sia da una parte, che dall’altra!..

A chi dobbiamo, quindi, dare la ” parte incresciosa”!?, ma ai lupastri cattivi, naturalmente!

Gli stessi, guarda caso, dell’11 settembre, con buona pace di tutti …

Era da parecchio tempo che non se né sentiva parlare.

Tutto perché, nessuno vuol ammettere, che l’opinione pubblica internazionale ipocrita, non può stare dalla parte del più forte, ma dipinto come il cattivo e anche antipatico.

Un po’ come i vecchi incontri di tennis tra Borg e Mc Enroe:
Uno forte ma antipatico, ovviamente Borg, e l’altra fragile e nervoso Mc Enroe.

Sapete per chi tifava la gente!?

Mc Enroe.

I lupastri Jiadisti, quindi tolgono, di fatto, le castagne dal fuoco a tutti, sia agli americani, che passeranno alla storia come i salvatori della Patria o i poliziotti democratici del mondo, sia ai russi che non si potranno più sentire bersaglio del mainstream del male assoluto da colpire, e degli israeliani, che avranno spazio di manovra e da spendere ancora un po’ di tempo, per finire il lavoro sporco e fare tabula rasa di Gaza e dei migliaia di innocenti inermi fra donne e bambini …

I lupastri Jiadisti usati e consumati alla bisogna né più e né meno, come i vecchi ” pellerossa ” cattivi dei vecchi film Western, con gli sceriffi pronti a difendere i valori della loro democrazia col settimo cavalleggeri alla carica …

Ma poiché non ci sono più i nativi americani da ingaggiare, adesso tornano comodo e vengono rimpiazzati da quel Islam violento che da’ fastidio a tutti, persino ai cinesi e agli indù indiani …

I lupastri Jiadisti sono come gli alieni, come il prezzemolo, sono da per tutto …

I lupastri Jiadisti stanno all’alieno, come lo sceriffo al ” pellerossa”…

Gli stessi innocenti inermi russi, che ieri a Mosca, hanno trovato la morte, anche se in numero certamente inferiore rispetto alle moltitudini in Palestina tutti i giorni.

La guerra, o almeno la sua narrazione ” ufficiale ” da vincitori, ci dice come ce la vogliono raccontare, e gli stanno facendo prendere una svolta non diversa, ma inaspettata.

Un ” coup the theatre” per mischiare di nuovo le carte e per mandare avanti questo ” Truman show “macabro e grottesco; tanto, i morti ammazzati, che siano ucraini, o russi, americani dell’11 settembre, o palestinesi o israeliani, non frega niente a nessuno.

” the show must go on ” e i morti sono solo danni collaterali.

Qualcuno, a la fine, se ce n’è sarà una, farà i conti di quanti milioni di cartucce prodotte e consumate, quanti tank, quanti uomini, quanti aerei, missili, droni, quanti soldi le industrie di armamenti hanno guadagnato, quanti soldi si potranno reinvestire nei nuovi modelli più tecnologici, efficaci ed efficienti e quanti per la prossima campagna elettorale delle presidenziali americane e non …

Scoprendo anche che dietro ai lupastri Jiadisti o Hams, o alle brigate rosse, ci sono sempre loro.

Cosi, il” Mr Burns” della situazione, tamburellando i polpastrelli e sfoderando il suo solito ghigno luciferino, dirà: ” eccellente “!




Lo spot di Esselunga: siamo alla frutta!

Con lo spot di Esselunga possiamo ormai dire che siamo alla frutta, sia come società che come mistificazione del messaggio.

Lo spot in se stesso è bello, ben realizzato ma certamente apre ad alcune riflessioni.

La prima è cosa vuole Esselunga?

Di certo il suo obiettivo non era vendere pesche!

Nemmeno convincere il consumatore della bontà dei suoi prodotti.

In ultima analisi nemmeno accattivarsi la simpatia dell’opinione pubblica visto il contenuto amaro dello spot.

Esselunga voleva far capire agli italiani il degrado sociale e familiare del paese?

Non c’era bisogno di Esselunga, ma di certo lo spot ha dato un messaggio di consapevolezza verso una situazione ormai alla deriva da anni, ovvero il disagio minorile e la disgregazione della famiglia tradizionale.

Di certo se ne parla, e molto, ma non ritengo che Esselunga avesse bisogno di questo tipo di “basta che se ne parli“.

Quindi Esselunga voleva porsi come nuovo predicatore della morale Italiana? e che gli viene??

Ma soprattutto chi ha dato ad Esselunga il ruolo di giudice della morale italiana?

Sutor, ne ultra crepidam!

Quindi riassumendo messaggio non coerente con le attività dell’azienda, giunto da un pulpito inadatto e con confusione di intenti.

A parte questo ritengo che lo scalpore mosso dal messaggio implicito nello spot di Esselunga sia proprio dovuto a tutti questi fattori che abbiamo appena detto, oltre che al fatto che tutti noi sappiamo benissimo che è tutto vero.

La disgregazione della famiglia è sicuramente un elemento di forte distonia del benessere dei minori.

Normalmente questo fenomeno avviene nella fascia di età del minore più delicata, ovvero dagli otto ai 15 anni, dove il minore non ha gli strumenti per potersi difendere da un così repentino cambio di equilibri negli affetti.

Quelle due persone che fino ad un attimo prima erano felici ora non lo sono più, e spesso nella loro infelicità usano anche i minori come merce di scambio.

La dinamica di utilizzare il bambino come “scudo” nel contesto di una separazione tra i genitori è un fenomeno complesso che può avere implicazioni significative per tutti i membri della famiglia.

Il bambino può essere coinvolto in vari modi, sia emotivamente che comportamentalmente, in strategie di manipolazione, controllo o vendetta tra gli adulti.

In questi casi, la tutela e il benessere del bambino possono essere trascurati, poiché l’attenzione è focalizzata sul conflitto tra i genitori.

Dal punto di vista psicologico, utilizzare un bambino come scudo o come mezzo per raggiungere obiettivi egoistici può essere considerato una forma di abuso emotivo.

Questo genere di abuso può avere effetti duraturi sullo sviluppo emotivo e psicologico del bambino.

In termini pedagogici, l’ambiente familiare è un contesto formativo cruciale per il bambino, che può essere negativamente influenzato da dinamiche familiari disfunzionali.

Le teorie dell’attaccamento, ad esempio, mettono in evidenza come relazioni di base sicure siano fondamentali per lo sviluppo sano di un individuo.

Dal punto di vista legale, le autorità e i tribunali pongono particolare enfasi sulla tutela dei minori. Se viene dimostrato che un genitore sta utilizzando il bambino come scudo in un contesto di separazione, questo potrebbe influenzare decisioni relative alla custodia, ai diritti di visita e ad altre questioni legali. In alcuni casi, può essere necessario l’intervento di servizi sociali o di altri professionisti per valutare la situazione e proporre soluzioni.

Vi sono diverse strategie di intervento, tra cui la mediazione familiare e la terapia, che possono aiutare a ridurre l’impatto negativo di tali dinamiche sui bambini.

Gli interventi mirano a ripristinare un clima di cooperazione e rispetto tra i genitori e a mettere il benessere del bambino al centro del processo decisionale.

Da un punto di vista etico e sociale, utilizzare un bambino come mezzo in una disputa tra adulti è considerato inaccettabile.

La società, rappresentata da vari organismi come le scuole, i servizi sociali e la comunità più ampia, ha una responsabilità collettiva di proteggere il benessere dei bambini e di intervenire quando si verificano situazioni di questo tipo.

In conclusione, l’utilizzo del bambino come “scudo” in un contesto di separazione è una dinamica problematica che richiede un’attenzione multidisciplinare, coinvolgendo professionisti del diritto, della psicologia, della pedagogia e dei servizi sociali.

La priorità deve sempre essere la tutela del benessere e dello sviluppo sano del bambino.




Vaccini e dintorni: Conferenza on-line del Prof. Giulio Tarro il 9 Ottobre 2023

 

Accademia di Alta Cultura

Nell’ambito delle iniziative culturali svolte dall’Accademia Templare-Templar Academy, anche finalizzate ad una maggiore conoscenza e approfondimento degli eventi che stiamo vivendo, l’Illustre Ing. Filippo Grammauta, Ecc.mo Rettore della stessa ha avuto la gentilezza di informarci che l’Accademia da lui presieduta terrà una Conferenza on-line, dal titolo: “Dialoghi sulla recente pandemia da Covid-19” il cui Relatore sarà l’Ill.mo Prof. Giulio Tarro – Primario Emerito dell’Azienda Ospedaliera “D. Cotugno” di Napoli; Chairman della Commissione sulle Biotecnologie della Virosfera, WABT, Parigi; Rector of the University Thomas More U.P.T.M., Rome: Presidente della Fondazione de Beaumont-Bonelli per le ricerche sul cancro, Napoli -.

La Conferenza on-line del Prof. Giulio Tarro si terrà il 9 Ottobre 2023, a partire dalle ore 19,00, sulla piattaforma ZOOM                                        (coordinate:https://us06web.zoom.us/j/9991211210?pwd=TFJWeWNKUHM2dVl Nb2cwOGptU1dxQT09 – ID riunione: 999 121 1210 – Codice d’accesso:12345)

I temi prevalenti sui quali verterà la Conferenza saranno:

•        Esiti della campagna vaccinale attuata in occasione della recente pandemia da Covid-19 ed eventuale effettiva immunizzazione raggiunta dalla popolazione;

•        Effetti collaterali eventualmente registrati;

•        Eventuali cure alternative che potevano essere adottate in luogo della “tachipirina e vigile attesa”;

•        Eventuali cure oggi applicabili, anche dopo l’esperienza della passata pandemia, al posto di ulteriori campagne vaccinali;

•        Era ed è proprio necessario vaccinare le donne gravide e i bambini?

Per il rispetto e l’Amicizia che ci accomuna – personalmente e come Associazione – tanto all’Ing. Filippo Grammauta che all’Accademia Templare – Templar Academy, le cui iniziative sono molto note e apprezzate per la loro qualità, auguriamo ogni migliore riuscita del significativo evento, ricco di un Relatore tanto Illustre quanto qualificato.

Per quanto sopra, invitiamo i nostri Soci come pure i nostri estimatori a collegarsi all’evento, mentre nel contempo porgiamo voti similmente fausti anche per conto della Presidenza dell’Accademia Progetto Uomo (A.P.U.) con la quale stiamo perfezionando gli ultimi dettagli nella creazione di una ‘piattaforma’ comune nella cultura, nell’arte, nelle scienze e nell’istruzione. Auspicando in un prossimo evento che ci possa vedere impegnati in uno alla Spett.le Accademia Templare, porgiamo i nostri migliori saluti.

Roma, 29 Settembre 2023          

Accademia di Alta Cultura                             

Il Presidente (f.to Giuseppe Bellantonio)

 

 

 Accademia di Alta Cultura – Associazione Culturale – Via Marino Mazzacurati, 767 – 00148 Roma (RM) || C.F.: 96024880583 || Registrata AA.EE. di Roma ||  http://accademiadialtacultura.blogspot.com  || Facebook: Accademia di Alta Cultura – Italia 1948 ||Contatti e corrispondenza, e-mail: accademiadialtacultura@gmail.com




Scancel Culture??

Nel tentativo di resistere a movimenti culturali anomali e poco orientati alla salvaguardia del patrimonio culturale della nostra società l’Accademia di Alta Cultura presieduta dall’illustre Dott. Giuseppe Bellantonio ha lanciato un accorato invito a tutte le associazioni per salvaguardare la vera cultura della società e della nostra storia.

Come redazione con piacere lo rilanciamo invitando tutti ad aderire.  

Accademia di Alta Cultura

 

Invito alla collaborazione

 

Dopo la ‘Campagna Associativa Straordinaria’ del 2022, l’Accademia di Alta Cultura – anche recependo le riflessioni dei propri Soci e simpatizzanti – ha intensificato la propria attenzione verso il rapido – e, purtroppo, non sempre positivo – sviluppo delle esigenze della Società Italiana, in particolare.                    Il peculiare momento storico, sociale, economico e culturale, rende quanto mai opportuna una forte presa di coscienza, il cui fine è quello di tendere sollecitamente a un riequilibrio generale, tale da garantire il recupero di Valori, Tradizioni e Ideali che hanno caratterizzato la crescita e lo sviluppo di decine e decine di generazioni. Ciò, nella considerazione che, pur nella obiettiva difficoltà di recuperare appieno quanto abbia subito i fieri colpi di una sconsiderata cancel culture, vera e propria smania di imporre nuovi c.d. ‘valori’ disgregando i precedenti, sia necessario porsi delle priorità qualificate e qualificanti.                    

Studi, incontri, approfondimenti e riflessioni, su tematiche e problematiche di comune interesse, hanno caratterizzato ad oggi tali sforzi, premiandoli con graditi consensi nel trattare il tema portante: RIGENERARE LE COMUNI RADICI – NUOVI SENTIERI PER RECUPERARE ANTICHI VALORI.                            

I dialoghi e il confronto con altre Associazioni parimenti impegnate, hanno condotto a una ribadita motivazione nel dare rinnovato vigore a uno sforzo di certo non esauritosi: anzi, nell’incontro con i vertici dell’APU, capofila nel coinvolgimento di molte altre Associazioni Culturali con identiche finalità sociali, il coincidere di sensibilità, riflessioni, percezioni e indirizzi, ha fatto rapidamente da traino alla definizione di un progetto condiviso – e quindi comune e di ampio respiro: una vera e propria ‘piattaforma’ – cui l’Accademia di Alta Cultura, una delle più antiche d’Italia, offrirà il proprio massimo, fattivo, apporto.                   

Gli eventi – conferenze, mostre, focus, dibattiti e quant’altro: non solo all’insegna della Cultura nel senso più ampio, ma anche delle Arti e delle Scienze – avranno modo di svilupparsi lungo tutta la Penisola, non disdegnando di superare i confini nazionali per così favorire lo scambio e il confronto anche tra Genti con Tradizioni e Culture diverse ma di certo non meno importanti: confronto e dialogo sono i modi ideali per crescere interiormente e per agevolare lo sviluppo di ogni relazione a livello globale. Gli incontri prevedono fin da ora anche la presenza e la partecipazione di relatori qualificati che avranno il piacere di condividere i nostri obiettivi e che quindi si potranno identificare con noi nel trattare il tema trainante, ossia

IL PIACERE DI SAPERE

ma anche quant’altro di significativo e rilevante possa essere individuato. Ovviamente, non mancheranno i progetti educativi e scolastici come pure nel settore della formazione. Certamente, ci si avvarrà del prezioso contributo di enti universitari in grado di sostenere e meglio qualificare le iniziative stesse.          

Le riunioni potranno svolgersi con sistemi digitali o di presenza, considerando le esigenze e le disponibilità locali che via via potranno presentarsi        

Ciò detto, con questa nostra desideriamo rivolgerci in via preminente a quelle Associazioni con le quali intercorrono già delle relazioni improntate a viva considerazione e reciprocità, ma ci indirizziamo anche a quelle strutture ed a quei soggetti cui per competenza, professionalità, valori etici e morali, va fin da ora la nostra stima, invitandoli a unirsi a noi, così da poter condividere e ampliare il Progetto le cui linee essenziali sono sopra evidenziate.

Saremo lieti di un contatto che consenta di considerare la migliore via per sintonizzarsi al fine di contribuire a soddisfare le esigenze di Persone che non intendono rinunciare a immaginare, sognare e creare, e soprattutto a pensare così rinnovando le proprie energie e contribuendo a vivacizzare quelle altrui.

Una sorta di Rinnovamento Culturale – utilissimo là dove invece possa stagnare una deprimente mortificazione del sentire più vero e autentico – intorno al quale costruire capacità, competenze e futuro.

Nell’attesa di un incontro, Grazie per la cortese attenzione e un cordiale saluto, anche da parte del Dr. Antonio Ballarin – eminente studioso di fisica quantistica e accademico a livello internazionale – che, nel prossimo anno, subentrerà nella carica di Presidente dell’Accademia di Alta Cultura.

 

Roma, 23 Settembre 2023                                                           Accademia di Alta Cultura                                                                                                            Il Presidente  (Giuseppe Bellantonio)

 

 

 

per contatti:

Accademia di Alta Cultura – Associazione Culturale – Via Marino Mazzacurati, 767 – 00148 Roma {RM) || C.F.: 96024880583 ||

Registrata AA.EE. di Roma ||  http://accademiadialtacultura.blogspot.com  || Facebook: Accademia di Alta Cultura – Italia 1948 ||Contatti e corrispondenza, e-mail: accademiadialtacultura@gmail.com




“I Numeri del Successo” con Massimo Tonci

Galeotto fu il “Corso …

… di Fuffologia”, come lo definisce Massimo. In realtà, di quell’avventura formativa a me rimane soltanto il ricordo di un incontro con il mio “Traghettatore”.

Quel mattino di marzo – o aprile – del 2016 mi ero svegliata con l’idea di cambiare casa, città, nazione. A distanza di cinque anni, ancora non conosco il motivo della mia strana, improvvisa scelta.

Sta di fatto che, da quel momento, ogni mio pensiero e ogni mia azione avevano un unico, ambizioso traguardo: andare a vivere altrove e ricominciare la mia vita da capo.

Mi fu subito chiaro che un Viaggio dell’Eroe stava incominciando. La meta mi era chiara: dovevo individuare le risorse necessarie per rispondere a quella misteriosa Chiamata.

Così ne parlai con Carmen, la mia bionda compagna di corso. Lei non ebbe un secondo di esitazione: sapeva esattamente chi avrebbe potuto aiutarmi. Di lì a pochi istanti mi presentò il suo fidanzato: Massimo Tonci.

Quell’incontro fu, di fatto, il mio primo appuntamento col Destino dopo tanto, troppo tempo.

 

Una lista di (buone) azioni.

Non c’è nulla di più rassicurante, in tempi di grande cambiamento, di una “To do list”: un elenco di azioni in ordine di priorità, dalla più grande alla più piccola, quando il tempo e lo spazio – illusorie dimensioni – si fanno particolarmente”densi”.

Carmen aveva ragione: Max era lo sherpa ideale per accompagnarmi, oltre il Ticino, nella mia terra promessa.

Ne è passata di acqua, dalla nostra “ultima cena”: proprio alla vigilia del periodo più sfidante della nostra storia, avevo condiviso il Progetto di Ondina con Carmen e Max. E mentre noi donne facevamo aperitivo a base di finger food e Bollicine D.O.C., Massimo gestiva con maestria il cibo, la cucina e le tempistiche di preparazione.

Vi confermo quindi che, oltre a essere un ottimo Coach, Max è anche un cuoco sopraffino.

Ma  torniamo ai nostri giorni.

 

Dammi il tuo Piano, che lo faccio a pezzi!

Per Max, quella del “Coach” è una vera e propria vocazione.

Significa osservare quello che il cliente fa già bene, offrendogli utili spunti per migliorare radicalmente la sua performance.

La Mission Possible di Max è rendere le cose semplici. Questo è il suo Brand … il suo punto di forza!

La semplicità, per lui, è il traguardo di un processo che mira all’eccellenza.

Ed ecco come fa: prende il tuo piano, lo smonta in piccoli pezzi … Poi li rimette insieme in modo ottimale per farlo funzionare a dovere.

Ed ecco il piano dettagliato che ha tutti i numeri per vincere: tiene conto di quello che farai quando avrai raggiunto la tua vetta e delle azioni da compiere ogni giorno con costanza, durante la scalata verso il successo. L’importante è che tu sia disposto a pagarne il prezzo.

 

I miei primi Mille …

Capita a tutti, prima o poi, di ricevere la fatidica “Chiamata” e anche Max ha avuto la sua.

Da fabbricante di F24, in veste di Commercialista, dava i numeri a chi glieli chiedeva.

Un giorno, però, si è accorto di essere stanco di presentare ai suoi clienti solo conti da pagare.

Con un piano dettagliato per aiutare mille imprenditori, Max è partito alla conquista del suo ruolo di Coach*.

Oggi, vicino all’ambizioso traguardo, già pensa al suo prossimo Viaggio.

Il suo cavallo di battaglia è “K.I.S.S.”, che non sta per bacio, né per l’omonima rock band: è l’acronimo di “Keep It Stupid Simple”, ovvero “Rimani nello stupidamente semplice” (traduzione letterale che non rende il significato originale, ma tant’è).

*Ponendo domande intelligenti, mirate, “giuste”, Massimo stimola i suoi coachée a trovare le loro Risposte!

Sommario

Nel corso della nostra chiacchierata abbiamo toccato argomenti interessanti come:

  • le parole come fonti di pensieri e convinzioni limitanti;
  • l’abbondanza di informazioni e tecnologia, e l’utilità di un coach che ci aiuti a focalizzarci su ciò che è davvero importante per noi;
  • l’importanza di imparare a governare e “leggere” i numeri, per gestire la crescita della nostra attività;
  • il denaro come energia allo stato puro, mezzo neutro per raggiungere i nostri obiettivi, lente di ingrandimento che enfatizza le qualità (buone o meno buone) di chi lo possiede;
  • il “problema” che blocca ed è causa di mancanza di conoscenza;
  • il “problema” che rallenta la nostra corsa e rappresenta una sfida evolutiva;
  • i bias cognitivi: le scorciatoie compiute dal nostro cervello per arrivare a conclusioni molto spesso fuorvianti;
  • il sistema di attivazione reticolare;
  • l’importanza delle convinzioni nel determinare la nostra percezione della realtà: “Se torturi i numeri abbastanza a lungo, confesseranno qualsiasi cosa”;
  • lo story telling profetico;
  • l’importanza dell’acquisizione di un mindset funzionale alla crescita, anche e soprattutto nei periodi di “crisi”;
  • l’importanza di riconoscere e perdonarsi gli errori compiuti (dopotutto, siamo umani!): solo così potremo smettere di preoccuparci, per cominciare ad occuparci delle cose;
  • l’utilità di non disperdere le energie lottando contro qualcosa o qualcuno: molto meglio focalizzarsi sulla creazione di qualcosa di nuovo e di meraviglioso (l’aggiunta è mia, non ho resistito);
  • i periodi bui li attraversiamo tutti, prima o poi: ma se siamo supportati da buoni amici e amati da persone a noi care, con un po’ di fortuna ci possiamo riprendere!
  • l’importanza di leggere le biografie di chi non ce l’ha fatta: è da loro che possiamo apprendere gli errori da evitare. D’altra parte, è impossibile replicare il contesto storico, geografico ed economico dell’uno su mille che ce l’ha fatta (per non parlare del fattore C…);
  • un più saggio uso del tempo;
  • l’importanza della perseveranza ancor più che dell’intelligenza, nel fare di noi persone di successo;
  • la saggezza del rinunciare ad avere ragione, pur di stare bene.

Per ora è tutto, Eroi.

L’intervista in video su Tele Ondina è qui.

La versione in podcast su Radio Ondina è qui.

Alla prossima avventura!

LOve,

la vostra Ondina Wavelet (JL)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 




“Non sono una ‘Contessa'”.

L’ennesimo regalo di Clubhouse.

Quante cose sono successe da quel fatidico San Valentino, giorno in cui, consigliata da più amici, ho fatto il mio ingresso in “Clubhouse”!

All’epoca l’applicazione era disponibile solamente per i possessori dell’iphone, e ci voleva l’invito di qualcuno per iscriversi, così come per accedere al “corridoio” sul quale si affacciano le chat, una volta che si è entrati.

Oggi questi passaggi non sono più necessari e chiunque può, in qualsiasi momento, visitare l’app e fare una capatina nelle “room” dedicate a questo o a quel topic.

All’inizio la consideravo né più né meno di uno sfizio. Poi, col tempo, è diventata qualcosa di più: un luogo virtuale in cui fare degli incontri interessanti con persone appassionate degli stessi argomenti.

Con alcune di queste sono nati importanti sodalizi … come la Room “Il Miracolo del Mattino”, ad esempio: appuntamento mattutino delle 06:30 che ha, di fatto, stravolto le mie abitudini quotidiane, costringendomi a mettere due sveglie per alzarmi al sorgere del sole.

La stanza nasce da un’idea di Silvia e di suo marito Massimiliano, entrambi imprenditori, per condividere temi valoriali di grande ispirazione.

Dal lunedì al giovedì e per novanta minuti, dopo il nostro intervento iniziale cediamo la parola a ciascuno degli ospiti “parlanti”.

O come “Il Giardino Incantato degli Eroi” con il musicista e cantante Fabio Gómez: punto di riferimento notturno per gli Eroi dei nostri giorni, porto di pace, sereno approdo per riposare dalle fatiche del giorno appena trascorso, ritemprando l’anima con parole “high vibes”.

 

Buongiorno, Cristina!

… E poi un giorno arriva lei con la sua “erre” arrotata, un fiocco rosso gigante a mo’ di cappello e i suoi frammenti di viaggio e di avventure in giro per il mondo.

Ascoltarla narrare le sue storie così cariche di pathos, con la stessa nonchalance di chi ha vissuto davvero di tutto, ha acceso in me il desiderio di incontrarla di persona e intervistarla.

“Cri” ha accolto con piacere la mia proposta e, cosa ancora più gradita, mi ha inviato il pdf del suo ultimo libro, la cui uscita è prevista per la fine di quest’anno o l’anno prossimo. Un vero privilegio, per me, averlo in anteprima assoluta!

Così, ho messo da parte le mie letture in corso per leggermi, tutto d’un fiato, “Aristocrap”.

Il titolo è il risultato della fusione delle due parole inglesi “Aristocrat” – aristocratico – e “crap” – merda.

Insomma, niente male come aperitivo. Il resto è un susseguirsi di episodi di vita in ordine temporale sparso – ma con una sua logica!

Questo libro, a detta dell’Autrice, è l’ingombrante biglietto da visita da porgere a chi le chieda del suo passato.

Sorrido e penso a quando un nuovo amico mi chiede: “Che personaggi hai doppiato?”.

Serafica rispondo: “Vai su wikipedia. Lì c’è tutto. Anche quello che non so”.

“È così … è proprio così” direbbe il nostro comune amico Max, founder e moderatore della Room “Il Miracolo del Mattino”: è giunto il momento di starsene in silenzio, lasciando che sia un libro a parlare per noi.

È anche il modo, assai efficace, di voltare pagina. Ricominciare da capo.

Regalo di compleanno.

Il nostro incontro, previsto per le 07:30, è stato anticipato di mezz’ora perché Cri si alza prestissimo e, veloce come il vento del deserto – che tanto le ha insegnato e tanto ama – è già pronta per l’intervista: truccata, vestita di verde smeraldo, fresca di messa in piega. Non so come faccia. È bellissima. Alle sette meno dieci del mattino!

Il suo sguardo azzurro e aperto si apre in un sorriso. Siamo pronte per registrare!

Sono certa che ascoltare la sua voce e quella “erre” birichina che fa molto chic, susciterà in voi le stesse emozioni che ho provato io.

Cri è un Essere Umano bello, dentro e fuori.

Nata in un contesto nobiliare, nel lusso di una Villa familiare nel cuore di Milano, con un papa tra i suoi avi e un titolo ingombrante da gestire, “Contessa”, Cri ha passato l’inferno.

Anzi, “Contessina”, per i compagni di scuola che la schernivano, attribuendole un ruolo che detestava e percepiva stretto e angusto come una cella senza finestre. I bimbi a volte sanno essere crudeli. Del resto, come potevano sapere quello che stava realmente attraversando?

Maria Cristina Margherita Savoldi D’Urcei Bellavitis ha vissuto almeno due vite: quella all’Ombra del male, annidato proprio dove non te l’aspetti, e quella alla Luce del sole nel deserto: lo stesso sole che ha illuminato il suo cammino verso una nuova identità di donna consapevole, umile e integra.

Il Soul Talk, in versione video su Tele Ondina, è qui.

In versione podcast su Radio Ondina, invece, è disponibile qui.

Alla prossima avventura e al prossimo Eroe!

La vostra Ondina Wavelet (Jasmine Laurenti)