Il “nuovo” Governo

Non che non fosse previsto, non che non ci aspettassimo qualcosa di simile, ma certo il voler lavorare in continuità con il vecchio esecutivo non pensavamo significasse lavorare con il vecchio esecutivo.

Siamo anche convinti che aver personalizzato il referendum con un si o no all’attuale governo, ops, al vecchio governo, fosse sbagliato, ma calcolando che così è stato e che gli Italiani hanno chiaramente detto come la pensavano, rifare le stesse cose suona un poco offensivo.

Come suonano ridicole oggi le interviste, dalla Boschi alla Fedeli, che prima del referendum dicono “se vince il NO andiamo tutti a casa”.

Mancanza di credibilità e di onore, come se gli Italiani fossero un popolo che può venir preso in giro senza nessuna conseguenza (però pensandoci bene forse…).

Bravissimo Mario Calabresi che su la Repubblica di oggi traccia uno sconsolato quadro con un troppo poco  che illumina il desolante sipario che è apparso agli occhi dell’Italia con questo “nuovo” governo (leggi).

Ma se la Boschi è riconfermata nonostante il deciso No degli Italiani alla sua idea di riforma, com’è possibile allora  non riconfermare la Giannini, in fondo la 107 non l’ha mica fatta Lei… non ci sono parole per la mancanza di dignità di queste scelte.

Anche la maggioranza parlamentare che esce da questo governo è risicata e la fiducia sarà ogni volta un terno al lotto per il povero Gentiloni, che più volte i telegiornali hanno definito di nobili discendenze (non è che torniamo alla monarchia?), per cui non si preannunciano tempi luminosi per la democrazia in questo paese.

Insomma faccia tosta davanti a chiunque, il nuovo credo politico italiano.

E va bene in fondo ci ritorna ad essere simpatico Renzi che si ritira in attesa di tempi migliori, e progetta un suo ritorno sfavillante…

 

[youtube https://www.youtube.com/watch?v=jG13vcSVeac&w=640&h=480]

 

https://www.youtube.com/watch?v=55RqNVCvxPI




Giro Giro Tondo: Gentiloni incaricato da Mattarella quale nuovo capo dell’esecutivo

Eccoci punto e a capo: Gentiloni incaricato di realizzare l’ennesimo governo tecnico per predisporre una nuova legge elettorale.

Massima stima per la scelta del Presidente della Repubblica, Gentiloni è persona dabbene, e per ora aspettiamo di vedere le prime mosse per la composizione del nuovo esecutivo.

Una osservazione ci sfugge però proprio sentendo il discorso del nuovo incaricato: “… l’indisponibilità delle maggiori forze di opposizioni a condividere un governo di responsabilità. Quindi non per scelta, ma per senso di responsabilità ci muoveremo nel quadro del governo e della maggioranza uscente”; è ovvio che Gentiloni ritiene irresponsabili le opposizioni nel non aver condiviso la scelta di un governo di responsabilità.

La conseguenza poi di “muoversi nel quadro di governo uscente e nella maggioranza” risulta ancora meno comprensibile, anche perché quella è proprio la maggioranza ed il quadro di governo che esce sfiduciato completamente dal voto referendario.

Ora non che fosse obbligatorio andare a votare per chiedere agli Italiani cosa ne pensassero, ma che il nuovo governo debba nascere perchè “Il nostro Paese – ha evidenziato ieri il presidente Mattarella al termine delle consultazioni  – ha bisogno in tempi brevi di un governo nella pienezza delle sue funzioni.Vi sono di fronte a noi adempimenti, impegni, scadenze che vanno affrontati e rispettati. Si tratta di adempimenti e scadenze interne, europee e internazionali”, appare drammatico: con questa logica non si voterà mai più.

In tutta franchezza non appare nulla di nuovo all’orizzonte, ma siamo abituati a giudicare dai fatti, quindi vedremo.

L’esito del referendum ha comunque lanciato un messaggio alla classe politica: per le cose importanti gli Italiani ci sono.

La nostra paura è che con questo ennesimo governo tecnico si sia persa l’occasione per ri appassionare  gli Italiani alla politica, forse era il momento giusto per lasciare l’Italia in mano agli Italiani.

Certo occorre sistemare la legge elettorale, ma quanto ci vuole? Vent’anni? bastava dire che entro fine anno questo governo tecnico avrebbe dovuto rinnovare la legge elettorale e poi andare al voto.

Non è così facile? e perchè?

Anche le opposizioni che prima gridavano allo scandalo per la legge elettorale ora vogliono andare a votare subito anche con questa legge elettorale, mah…

Però pensandoci qual è il male minore?

… e poi avrà ragione l’Huffington Post che senza elezioni anticipate a settembre 2017 il 60% dei parlamentari maturerà il vitalizio?

Ma alla fine siamo davvero un popolo di mammalucchi?

 

 




ADIDA, MIDA, CDP, importante convegno per le ragioni del NO

 

Sabato 26 novembre 2016, presso l’Hotel Cavalieri in Piazza Missori a Milano, ha avuto luogo un significativo Convegno per il NO al REFERENDUM organizzato dal CDP Comitato Docenti Precari e le associazioni ADIDA e MIDA.

Le tre sigle_dsc3356 si battono da anni per la tutela dei docenti e della scuola italiana e sono da sempre in prima fila per il riconoscimento dei docenti precari.

Valeria Bruccola, Coordinatrice Nazionale ADIDA, introduce i temi della manifestazione con Rosa Sigillò, Responsabile Nazionale MIDA Precari, e Mimo Bruni responsabile del CDP comitato docenti precari; la lotta vede unite le tre sigle e le coinvolge direttamente: la difesa della Costituzione passa attraverso la difesa della scuola, ultimamente così oltraggiata da leggi senza costrutto.

Dopo un breve racconto di come le tre associazioni abbiano sempre difeso i diritti dei precari e del mondo della scuola, Rosa, Valeria e Mimmo introducono e ringraziano i vari ospiti del convegno, dando inizio ai lavori.

 

 

 

 


imposimato intervistato dalla cronista di betapress

Ospite d’onore e grandissimo mattatore della manifestazione, Ferdinando Imposimato, magistrato, politico e avvocato italiano, nonché presidente onorario aggiunto della Suprema Corte di Cassazione. Si è occupato della lotta a cosa nostra, alla camorra e al terrorismo in Italia: è stato infatti giudice istruttore dei più importanti casi di terrorismo, tra cui il rapimento di Aldo Moro del 1978, l’attentato al papa Giovanni Paolo II del 1981, l’omicidio del vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura Vittorio Bachelet e dei giudici Riccardo Palma e Girolamo Tartaglione; suo fratello, Franco Imposimato, è stato ucciso dalla camorra nel 1983.

Attualmente si occupa della difesa dei diritti umani, ed è impegnato nel sociale. È stato inoltre scelto per il riconoscimento di “simbolo della giustizia” dall’ONU, in occasione dell’anno della gioventù.

Imposimato ha esordito con un’affascinante disanima di come questa riforma istituzionale leda i principi della democrazia.

“Se dovesse vincere il Sì” enfatizza Imposimato “finisce la democrazia, perché l’apparente riduzione dei costi della politica, implica, in realtà, un attacco alla sovranità del popolo che non esercita più il suo diritto di voto”; è infatti illegittimo che un popolo non voti direttamente chi legifera per conto suo.

“Viviamo in un momento pericoloso in cui la democrazia è sotto attacco” continua Imposimato” Chi ha scritto questa riforma: dei consulenti esperti o dei governanti che in abuso alle loro funzioni (in molti paesi chi è al governo non può partecipare alla scrittura di modifiche costituzionali NdR), esercitano una menomazione della democrazia? Come possiamo essere tranquilli davanti a questi quesiti truffaldini che danno in realtà enormi poteri al presidente del consiglio svuotando invece i compiti ed i poteri della corte costituzionale, del consiglio superiore della magistratura e del presidente della repubblica?? Ma ancora più grave questa riforma accompagnata a questa legge elettorale inibisce la possibilità che l’opposizione diventi maggioranza”.

Imposimato ricorda come il cittadino venga creato nella scuola, da suddito a cittadino, ed osserva con apprensione come questa scuola italiana sia oggi sotto il massimo pericolo dell’estinzione, specie verso un pericoloso passaggio e potenziamento della scuola privata.

Dopo il Presidente Imposimato il microfono è passato a Elio Lannutti, Presidente dell’Associazione dei Consumatori ADUSBEF (eletto al senato, membro della 6ª Commissione permanente – Finanze e Tesoro, della Commissione parlamentare per il controllo sull’attività degli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza sociale – Enti Gestori, della Commissione Speciale per il controllo dei prezzi, e della delegazione Nato)lannutti, che ha sottolineato la grave responsabilità che pesa sulla stampa rispetto alla mancata informazione del referendum.

I giornali sono sempre più asserviti al potere e rappresentano un pericolo per la democrazia.

Citando Roberto Scarpinato, Lannutti ha evidenziato che “la riforma toglie il potere al popolo e lo consegna alla mafia finanziaria”.
Lannutti, come sempre preciso e lineare, ha descritto i retroscena di questo referendum in cui la grande ombra di JPMorgan aleggia sull’Italia, come sugli altri paesi periferici (Portogallo, Spagna, Grecia) proprio nel tentativo di distruggere le costituzioni nate come baluardo alla dittatura; la costituzione secondo JPM deve essere riformata perché intralcia la libertà della finanza di muovere i mercati verso l’interesse di pochi e non verso i diritti di tutti.

Uno stato di diritto come il nostro, è scomodo. Per la “mafia bancaria” è meglio un tacito clientelismo, nel cui scenario Napolitano rieletto Presidente con modalità quantomeno incostituzionale, nomina Renzi a fare da marionetta nelle mani dei sicari, togliendo il potere al popolo per difendersi.

Dobbiamo difendere i diritti di tutti, voto per voto, non possiamo consegnare questo stato nelle mani delle mafie bancarie, dobbiamo difendere la scuola ed i giovani, dobbiamo ridare la speranza ai nostri figli, difendere la costituzione da questo ducetto da quattro soldi.

Terminato l’interessante punto di Lannutti, prende la parola l’Onorevole Fabio Rampelli (ex atleta azzurro di nuoto, di professione architetto; eletto deputato nelle liste di Alleanza Nazionale nel maggio 2001, viene rieletto nell’aprile 2006 sempre per AN, alle elezioni anticipate del 2008 AN confluisce nel PDL e quindi viene rieletto deputato), che sottolinea come il nostro Parlamento, illegittimo, dovrebbe essere più umile e prudente nell’ intervento costituzionale.

rampelli

“Viene tolto ai cittadini il diritto di scegliere il proprio rappresentante” irrompe Rampelli “Questa riforma sta spaccando in due il Paese, gli Italiani non sono conservatori, ma stanno invece verificando sulla loro pelle che il sistema non funziona. Anche il discorso del bicameralismo perfetto che viene eliminato non corrisponde alla realtà, perché un senato non eletto potrebbe addirittura bloccare una camera eletta dal popolo.”

“Gravissima poi la confusione sulle attribuzioni dei poteri stato regioni” incalza Rampelli” che già oggi funziona male, ma figuriamoci se il governo centrale si arroga il diritto di intervenire in qualsiasi questione! Nessuno infatti, già oggi, fa più manutenzione nelle scuole e sulle strade per la confusione nelle competenze.

Così, dando ancora meno potere alle regioni, permettendo ai politici di eleggere dei politici, si peggiorerà la situazione”.

Rampelli conclude che gli uomini liberi possono difendere la loro libertà votando NO.

 

 

_dsc3488La Senatrice Alessia Petraglia, eletta al senato nel 2013 in Toscana, per Sinistra Ecologia e Libertà, ha ripreso il discorso sostenendo che “lo slogan votare Sì per cambiare è un inganno. È da tre anni che continuiamo a cambiare e va sempre peggio… Basta pensare al risultato della Buona Scuola…

Bisogna cambiare quelle leggi che diminuiscono la libertà e i diritti dei cittadini e non la carta costituzionale che ne è la garanzia. Il clima intimidatorio comparso in questi ultimi giorni nelle piazze e nelle scuole contro delle forme di protesta, ci deve fare allarmare: adesso siamo una repubblica parlamentare, ma domani rischiamo di diventare una nuova dittatura?”

 

 

Gianmarco Centinaio, nel 2013 eletto Senatore per la Lega Nord, sostenitore dei diritti degli insegnanti, con un simpatico ante litteram racconta come i 48 padri costituenti che con orgoglio hanno steso la nostra costituzione, sono stati oggi sostituiti dagli attuali padri prostituenti della politica.Centinaio

Ricorda la battaglia per la scuola fatta da tutti i docenti sia stata poi tradita dagli stessi personaggi del PD che dicevano che avrebbero aiutato durante le votazioni a cambiare la legge.

Ribadisce come “la Schiforma sia frutto dei 1000 giorni di governo renziano che hanno dimostrato come le riforme del lavoro, della scuola, della pubblica amministrazione (in questi giorni bocciata dalla corte costituzionale), delle  forze dell’ordine non stiano in piedi. Perché mai dovrebbe funzionare la loro riforma della costituzione?”

 

 

caterina spinaCaterina Spina, CIGL, rileva che la nostra costituzione è nata come capolavoro politico di assonanze, dove destra e sinistra hanno trovato un punto di convergenza sul lavoro e sulla sovranità del popolo.

Ora il nostro stato sociale, sempre più massacrato nella scuola e nella salute, deve ribellarsi con un NO in questa battaglia per la qualità della democrazia.

Basta con la favola di ridurre i costi, lo sanno bene i contribuenti come invece sia l’esatto contrario!!!

” ci dicono che non stanno modificando i presupposti base della costituzione, non servono giri di parole, il presupposto non è che siccome cambio come funziona la democrazia parlamentare non tocco la prima parte della costituzione, ma proprio perchè modifico la rappresentanza allora sicuramente modifico i presupposti base della costituzione!”

La CGIL si è schierata per il NO, quale salvaguardia della democrazia.

 

_dsc3545Anche Daniele Pesco, senatore del movimento 5 Stelle, membro della commissione finanza, invita a combattere per non fare affondare la nave che è la scuola italiana.

Partendo dal suo vissuto scolastico, ha rilevato come prima ci fosse rispetto per i professori, ora solo fatica per far rispettare i diritti dei professori.

Allo stesso modo, l’illegittimità della Camera dei deputati votata contro la maggioranza e contro la libertà di voto dei cittadini, avrebbe dovuto solo fare leggi di amministrazione ordinaria e non arrogarsi il diritto di fare modifiche alla costituzione.

In America è vietato per chi sta al governo modificare la costituzione e si è votato per dare la possibilità ai cittadini di votare i Senatori, noi stiamo facendo il contrario: questo governo sta modificando la costituzione togliendo ai cittadini la possibilità di votare i senatori.

“Anarchia tra Camera e Senato (con una Corte Costituzionale sempre più impegnata sul contenzioso per l’allungarsi dei processi legislativi), Bavaglio per toglier la possibilità ai cittadini di nominare i senatori, Centralismo con sempre più poteri al Governo (con fiducia di una camera anziché due per decidere senza clausole) ecco quello a cui stiamo andando incontro”.

 

_dsc3550Gianluigi Dotti, della GILDA insegnanti, osserva con velata ironia che la legge sulla buona scuola non ha ancora prodotto tutti i danni che sono nelle sue corde, “io insegno da 28 anni” prosegue “ e questo è il peggior inizio di anno scolastico che io abbia mai visto”.

Continua “questa riforma è anche peggio della buona scuola, attenzione a questa fase perché il governo usa solo slogan, entra nel merito per non entrare nel merito…” e conclude ricordando la sua passione per la corsa, osservando che gli ultimi chilometri sono quelli più difficili, ora è il momento di tenere duro e cercare di parlare con gli indecisi.

 

 

 

 

 

_dsc3509Alfredo Pudano, di Confintesa area scuola, ha parlato della rivoluzione culturale che oggi gli insegnanti devono sostenere: il compito di ricordare che le costituzioni sono catene con cui gli uomini si legano nei loro giorni di saggezza, per non distruggersi nei loro giorni follia.

La bellezza delle persone sta anche nella loro forza. Il mantra politico” Bisogna entrare nel merito della riforma costituzionale” è solo uno slogan per fare passare un intervento assurdo dove i politici stanno facendo un puzzle senza conoscere l’immagine.

 

 

 

Infine il direttore di betapress.it, Corrado Faletti, è intervenuto, riprendendo quanto evidenziato da Lannutti circa le responsabilità dei giornalisti, sottolineando che, in effetti, non sono state fornite delle informazioni puntuali; quale piccolo esempio è la assente segnalazione della mancanza del quorum; gravissimo appunto il fatto che non sia stato detto a lettere cubitali che questo referendum è senza quorum, quindi chi vota decide.

Anche rispetto all’abolizione del CNEL Faletti osserva come nessuno abbia detto che, in fondo, il CNEL nasceva come collegamento tra gli organi politici e la società, era rappresentanza di tutte le parti sociali, comprese quelle imprenditoriali, e aveva come missione quella di indicare al governo il miglior cammino per indirizzare l’economia ed il lavoro in Italia soprattutto rispetto al mercato.

In pratica il Grillo Parlante che doveva aiutare il Governo Pinocchio a non fare marachelle, indirizzandolo al meglio possibile.

Ma perché allora lo vogliamo togliere?

Forse la spiegazione sta proprio nei rapporti del CNEL, in particolare gli ultimi in cui si avvisa il governo sull’eccessivo indebitamento della manovra che finanzia oltre la metà dei 27 miliardi con il deficit, spostando troppi oneri sulle generazioni future; o ancora il CNEL chiede al governo perché sovvenziona il mancato aumento dell’IVA con il recupero fiscale che ovviamente dovrebbe essere contabilizzato solo dopo che le somme sono state recuperate.

Ed ancora il CNEL si chiede perché non vengono finanziati invece i servizi alle famiglie per rilanciare l’economia (rapporto CNEL del 6 luglio 2016).

Troppe domande scomode per lasciare in vita un organismo così neutrale e non controllato.

Disinformazione, ai cittadini è stato detto che non serviva…

Forse era meglio dire che togliamo il CNEL perché nessuno lo ascoltava…

Con un sistema di mala informazione è più probabile che un elettorato impreparato possa commettere l’errore di assecondare il percorso di Renzi, che nei suoi 1000 giorni di governo ha sempre più sostituito la parola Diritti con la parola Bisogni.

Peccato che i Diritti sono Inalienabili, i Bisogni si pagano.

In conclusione, Nicola Iannalfo, rappresentante del CDP, ha raccomandato a tutti di ragionare e salvare la Costituzione, riconoscendo che quello che viene proposto come cambiamento non è sempre miglioramento.

Un vivace dibattito ha chiuso il convegno, testimoniando la partecipazione e la motivazione dei presenti che, indipendentemente dal loro credo politico, si sono trovati solidali e complici nel loro NO al REFERENDUM.

 

antonella

 

 

 

 

 

 

 


video del convegno

 

[youtube https://www.youtube.com/watch?v=81htNdls0QQ&w=640&h=360]

 

[youtube https://www.youtube.com/watch?v=34DgxfxNjU0&w=640&h=360]

 

[youtube https://www.youtube.com/watch?v=rTv-OZv_zPI&w=640&h=360]

 

 

[youtube https://www.youtube.com/watch?v=Fxfl7tlBnRw&w=640&h=360]

 

[youtube https://www.youtube.com/watch?v=sSwOapCzEX8&w=640&h=360]
[youtube https://www.youtube.com/watch?v=whvMv-28D6E&w=640&h=360]

 

[youtube https://www.youtube.com/watch?v=du3tR5wyJ1k&w=640&h=360]
[youtube https://www.youtube.com/watch?v=F-WEG2gRY68&w=640&h=360]

foto del convegno

 

 

 

_dsc3422 _dsc3399 _dsc3396 _dsc3368 _dsc3365 _dsc3363_dsc3390 _dsc3393 _dsc3420 _dsc3421 _dsc3445




Lettera a Matteo da parte di un Italiano

Caro Matteo,

penso spesso a mio Nonno, che ha combattuto in Libia ed in Russia, che ha vissuto per questo Paese credendoci davvero, che mi ha spiegato i principi della costituzione italiana nel suo studio quando avevo solo quattro anni.

La prima cosa che mi disse fu “chi ha scritto questo poema (la costituzione NdR), ha pensato agli Italiani”, ecco perchè ti scrivo queste due righe, perchè proprio non capisco come mai tu, che sei segretario del PD, proprio non vuoi pensare alle persone del Paese che governi.

Questo Paese è fondato su solide tradizioni, su importanti emozioni, su vere rinunce, dei nostri padri, dei nostri nonni, degli italiani di sempre; perchè non le vedi? perchè non hai fatto tuo questo bagaglio culturale facendo l’unica cosa che questo Paese merita, non essere cambiato.

Questo Paese non deve cambiare, deve restare Italiano, deve mantenere quella cultura della bontà che è sempre stata dentro di Noi: un popolo di poeti di artisti di eroi di santi di pensatori di scienziati di navigatori di trasmigratori, questo siamo caro Matteo, non altro.

Questo Paese ha fatto tutto, ha conquistato il mondo con la forza, con l’arte, con lo sport, con la simpatia, con la cucina, con l’amore, nessun altro paese al mondo può vantare tanto, nessun Paese al mondo ha le bellezze naturali che ha questo Paese, il tuo Paese caro Matteo.

In questo Paese ci siamo Noi, gli Italiani, non il Nord o il Sud o il Centro, non i ricchi o i poveri, non i potenti o i deboli, non i raccomandati o gli sfigati, solo Noi, gli Italiani.

Giustamente Tu mi dirai, caro Matteo, “embè che vuoi dire, ma io penso agli Italiani, anzi in questi due anni ho fatto grandi cose, grandissime, eccellenti, ho abbassato le tasse, ho dato soldi a tutti, ho creato posti di lavoro,ho fatto ripartire l’economia…”, si certo, Tu dirai questo, ma, caro Matteo, che vuoi che ti dica, qualcun altro dice che: “So solo che tanto in politica estera quanto in politica interna non ho mai sbagliato un colpo”, tutti quelli al tuo posto hanno detto le stesse cose che dici Tu, e pensa con i dati alla mano proprio come fai Tu, quindi che ci resta per sapere cosa DEVE ESSERE FATTO per rispettare gli Italiani che hanno costruito questo Paese, cosa ci può essere di veramente Vero?

Grave fardello sulle tue spalle è questo, lo capisco, sei in quella posizione (il primo ministro) senza che nessuno ti ci abbia messo davvero, eppure la democrazia vorrebbe che tutti si potessero esprimere per il loro “capo supremo” (oggi questa definizione è molto in voga), sarebbe giusto che anche chi è contro di Te potesse esprimere il suo dissenso con un voto, ma oggi, in questo Paese cambiato, non è possibile.

Caro Matteo, vedi, questo Paese non merita di essere cambiato nelle sue regole base di democrazia, non merita di essere imbavagliato e drogato da guerre fasulle sul SI e sul NO per una modifica che, proprio perché nessuno si è potuto esprimere prima su di Te, diventa ridicolmente una faccenduola da strada.

Vedi quindi, Tu vuoi cambiare il Paese ma il Paese non vuole cambiare, perchè il paese non deve cambiare, deve tornare ad essere quel Paese che illuminava il mondo con la sua cultura, la sua genialità, il suo estro.

Ragazzo mio (scusa se sono così familiare con te, ma sai, è l’età), non si spacca un Paese consapevolmente, come hai fatto Tu, per cambiare l’unica cosa che in fondo funzionava bene, la Costituzione, quella stessa di cui Benigni (amico tuo mi sembra) disse, anni or sono, che bastava applicarla in tutte le sue parti per essere il Paese migliore del Mondo, perché la Costituzione italiana era perfetta; ora invece anche Lui la vuole cambiare, ma vedi un pò…

Caro Matteo, come si può pensare che chi la pensa come Te è un bravo progressista e chi no è uno sporco reazionario?? Matteo Matteo, tutti i cittadini hanno pari dignità`sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali, non credi?

Caro Matteo, ovviamente non è questo il luogo per discutere se il bicameralismo perfetto era da togliere, forse si forse no, ma se le leggi ci mettevano anni per essere approvate forse occorreva cambiare i politici, e certamente non è questo il luogo per dire se andava abolito il senato o la camera, anche se per abbattere i costi della politica andava abbattuta la camera (sono di più), ma forse bastava abbassare gli stipendi, ma anche su questo ti dico che se il Paese andava bene gli stipendi si potevano anche triplicare…

Insomma caro Matteo, se la democrazia  non è opinione ma regole, andavano fatte altre cose.

Alla fine ci siamo dimenticati degli Italiani, che a gran voce da anni chiedono uno stato migliore, meno costi, più servizi, lavoro, futuro… e poi cosa, dirai TU, la Luna?

Certo, dirai Tu, ci sto provando, ma è proprio questo il problema ci stai provando Tu da solo, e gli Italiani dove sono?

Riportiamo la democrazia in questo Paese, ridiamo all’Italia quell’anelito di immenso che i nostri poeti hanno sempre sentito dentro di loro, quella luce che i nostri artisti hanno messo ovunque, quel coraggio vero dei nostri eroi, quell’inflatus divino dei nostri santi, quel respiro europeista che avevano i nostri pensatori, quel genio invidiato dal mondo dei nostri scienziati, quel coraggio sublime dei nostri navigatori, quell’ardire orgoglioso dei nostri trasmigratori, ridiamo i valori di questo Paese agli Italiani.

Caro Matteo ridammi l’Italia delle Idee, del Cuore, della Costituzione, non trasformarla in un Paese che non può essere, non renderci moderni, rendici migliori.




CDP – Coordinamento Docenti Precari: la buona scuola è nelle persone…

Mai come oggi la scuola è nel caos: cattedre non coperte, concorsi fantasma, posti inesistenti, docenti che volano da una parte all’altra del paese, software che si bloccano, commissioni che non riescono a fare le promozioni perchè il sistema è bloccato, in pratica uno sfacelo!!!

Se solo questo caos l’avesse generato un qualsiasi governo precedente sarebbe come minimo saltato il ministro, ma oggi nulla, nessun giornale, nessun servizio TV, nessuno ne parla, nessuna voce fuori dal coro, nessuna reprimenda dal Presidente della Repubblica, nessuna indagine della magistratura (e pensare che di solito le fanno per molto meno Nd.R.), insomma niente di niente, solo i social che esplodono dalla rabbia per qualche secondo ma poi passa il video di un gattino che si lecca i baffi e tutti passano oltre.

Per noi di Betapress non è così, per noi la scuola conta, è importante, e così, nella nostra continua ricerca di valori, siamo andati a vedere la riunione del consiglio direttivo di CDP – coordinamento docenti precari, che si è tenuta a Firenze il giorno 7 ottobre u.s.

Ci accoglie Nicola Iannalfo, uno dei Leader del comitato, a cui chiediamo subito a bruciapelo cosa ne è della buona scuola.

“Ripetiamo” esordisce Iannalfo ” non esiste e non esisterà mai una “buona scuola” senza la partecipazione attiva e diretta di insegnanti, alunni e genitori nei processi di cambiamento, se si vuole realisticamente porre al centro il miglioramento educativo e sociale della realtà scolastica. La scuola è complessa e stratificata da anni di incuria legislativa, per cambiarla occorre ascoltare chi è dentro la scuola.”

Come non essere d’accordo.

La sala è piena, le persone attendono l’avvio dei lavori che viene subito dato dopo il nostro arrivo.

Si susseguono interventi di Domenico Bruni, Pietro Danesi, Nicola Iannalfo, la sensazione è che ci sia davvero un “arrosto” finalmente, idee interessanti, sopratutto sulla valutazione del docente e sull’anno di prova.

Una parola illuminata viene anche dal Professor Luigi Diana,  dell’università di Pisa, che spiega i funzionamenti dei questi ultimi movimenti (sopratutto riguardo ai concorsi), dando una visione chiarissima e lucida di quanto sarebbe necessario fare per migliorare le cose.

Dalla platea interventi continui, non lamentele, ma suggerimenti, proposte, acute osservazioni.

Finalmente abbiamo visto la buona scuola, almeno una parte, quella che ancora crede in un paese con una scuola pubblica funzionante ed efficiente, quelli che non fanno i docenti ma sono docenti.

Renzi, manda a casa i tuoi consulenti, i sindacati che ti tirano la giacchetta, i dirigenti di cui ti circondi, e chiama queste persone, di sicuro anche tu, come è stato per noi, riuscirai a trovare davvero la buona scuola…

 

 

 

comitato docenti precari
coordinamento docenti precari

 

 

 

img_1995 img_1994

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

nicola iannalfo img_1989

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

[youtube https://www.youtube.com/watch?v=Fgg7EdRR-nM&w=640&h=480]



Il Ponte sullo Stretto: Gesù guarda giù!

Il Ponte sullo Stretto: Gesù guarda giù!

Eccoci qua, la genialità appare alla luce della prossima data del referendum, in cui c’è chi si è giocato tutto promettendo, in caso di NO degli Italiani, di lasciare incarichi e governo, salvo  ritirare lentamente le promesse man mano che si avvicina la data indicata per le loro realizzazioni, il referendum appunto.

Quindi, cari Italiani, siamo davanti ad un terribile dilemma: votiamo si se vogliamo Renzi, votiamo No se vogliamo mandarlo a casa, di quello che dice il referendum alla fine chi se ne frega, in fondo questa è diventata una questione di renzi si o renzi no.

Eppure Renzi ora ci sta dicendo che non è proprio così, si lui aveva detto che un no per lui significava una sfiducia ma non per andarsene, ma per comprendere che gli Italiani erano alla fine degli immobilisti… dei caproni che vogliono le cose vecchie, che non vogliono cambiare… Ciccio ma se tu mi dici che per cambiare devo buttarmi giù da una torre, magari non voglio cambiare in questo modo, e non puoi venire a dirmi: ecco vedi, sei un immobilista, non vuoi cambiare… e certo che non voglio cambiare ciccio bello, ti pare!!??!!

Insomma abbiamo capito male…

Eppure ci sembrava di aver capito chiaramente… mah, siamo il popolo, il popolo sbaglia.

Per farci capire ancora meglio il capo del governo è andato in televisione a confrontarsi con Travaglio, portando un bel manifesto con scritto il quesito referendario (sembrava berlusconi da vespa con il patto con gli italiani) per farci capire bene, a noi scemi, che il referendum: riduce il numero dei politici, velocizza la capacità del governo di fare le leggi, crea posti di lavoro, fa guadagnare gli Italiani, moltiplica i pani ed i pesci, fa scorrere fiumi di miele, farà tornare Italia in testa alla classifica dei paesi industrializzati, troveremo giacimenti di petrolio in umbria e nella toscana (uno forse è già previsto nel giardino di casa sua), e, udite udite, per il mese di luglio 2017 i Beatles torneranno a cantare al Vigorelli di Milano.

Non entriamo in merito a quanto detto giustamente da Travaglio durante la trasmissione (a cui mandiamo tutti i nostri complimenti per la gestione del suo intervento), ma ciccio perchè ci costringi ad andare a votare per chiederci se vogliamo tutte queste belle cose??? falle.

Già il fatto che vieni a chiedercelo ci insospettisce, caro il mio giovine, proprio come la mamma ci insospettiva quando veniva a dirci “vuoi la caramellina tesoro” e poi, mentre prendevamo la caramellina, ci metteva la supposta.

Noi abbiamo letto le proposte di modifica costituzionale, e sono veramente un bordello sia nella loro costruzione logica che sintattica, per questo diamo perfettamente ragione a Travaglio quando dice che il quesito racconta il contrario di quello che viene poi prospettato nelle ipotesi di modifica.

Insomma nulla di vero, nulla di fatto.

Davanti a questo sfacelo oggettivo però succede un miracolo, Gesù guarda giù diceva mia nonna, renzi sfodera un’idea dietro l’altra, prima il ponte sullo stretto e poi la 14° per tutti.

Insomma, votate si Italiani pecoroni, perchè se io (renzi N.d.R.) rimango, se passa il referendum, allora c’è lavoro per tutti e un mese in più per tutti gli statali, ma si dai facciamo per tutti quanti…

Dunque berlusconi è caduto perché l’europa ci si stava mettendo contro, si era alzato il debito pubblico, sparava balle come il ponte sullo stretto, aveva le veline al governo, voleva privatizzare la scuola pubblica, il pil non ripartiva, ma dai, non poteva rimanere… per fortuna che oggi è tutto diverso!

Noi, in onore di Travaglio, come i rivoluzionari dell’ottocento che fecero l’italia, per farla sopravvivere scriveremo sui muri delle città invece che viva VERDI, viva MARCO (Movimento Autonomo Rivincita Cittadini Oppressi).

Meditate gente, meditate! comunque basterebbe leggere, infatti basta leggere le modifiche proposte per non andare a votare o votare NO.

Ma viene spontanea una domanda: gli Italiani sanno ancora leggere? Speriamo di Si…

 

[youtube https://www.youtube.com/watch?v=JRHoSFVkFDc&w=640&h=360]

 

gesu-guarda-giu-renzi-ed-il-ponte-sullo-stretto

ma daiiiiiii
ma daiiiiiii…




Internet: Renzi, inaccettabile cittadini serie A e B – Internet e Social – ANSA.it

“L’Italia vuole governare la rivoluzione digitale e tornare in prima fila”, ha detto in collegamentocon l’Internet Day di Pisa per i 30 anni del primo ‘click’ italiano. Quando l’Italia disse ‘Ping’ eUsa rispose’Ok’ (ANSA)

Sorgente: Internet: Renzi, inaccettabile cittadini serie A e B – Internet e Social – ANSA.it